Tutor: come funziona, la mappa italiana e le multe

Tutor: come funziona, la mappa italiana e le multe

13 agosto 2014 | In: Automobili | Tags: 

Tutor: come funziona

Tutor Autostrade

Il Sistema Informativo per il controllo delle velocità (SICVE), più comunemente noto cometutor, è il primo sistema che permette di rilevare la velocità media dei veicoli su una tratta autostradale di lunghezza variabile: un sistema gestito completamente dalla Polizia Stradale che si occupa di programmare l’attivazione e di accertare le violazioni del Codice della Strada. Il SICVE, introdotto gradualmente sulla rete autostradale dal 2005, ha dimostrato numericamente di essere uno strumento positivo, capace di modificare il comportamento degli automobilisti alla guida e di garantire una maggiore sicurezza sulle autostrade italiane. Già dopo il primo anno di funzionamento si è registrato una diminuzione del tasso di incidentalità ( -50% del tasso di mortalità e -27% del tasso di incidentalità con feriti). Un sistema funzionale, adatto a migliorare la sicurezza autostradale.

Come funziona il Tutor?

Sono molte le descrizioni che “girano” tra gli automobilisti, ma molte di queste sono lontane dalla reale funzionamento del sistema. Il Tutor rileva la velocità di un veicolo su di una tratta, che viene delimitata da due “portali” collegati a sensori posizionati sotto l’asfalto che al passaggio del veicolo attivano le telecamere installate sui portali stessi. Si tratta quindi di una strumentazione complessa che permette di monitorare l’andamento di ogni singolo veicolo.

Nell’attraversare il portale, il sensore rileva la tipologia di veicolo (camion, automobile, bus, moto, etc.) e attiva la telecamera che rileva targa e registra la data e l’ora del passaggio. Alla fine della tratta in analisi il sensore del portale d’uscita si comporta allo stesso modo di quello all’entrata, rilevando targa del veicolo, data e ora del passaggio. Un sistema centralizzato abbina in seguito i dati rilevati dai due sensori, quello di entrata e di uscita, determinano la velocità media (il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato nel percorrerlo) di ciascun veicolo. Ovviamente tiene conto dei limiti di velocità specifici di ciascuna tipologia di veicolo transitato.

In caso di violazione, il sistema interroga automaticamente il database della Motorizzazione Civile per risalire all’intestatario del veicolo. La Polizia Stradale accerterà la violazione e successivamente il sistema si occuperà di compilare, stampare e avviare la procedura di notifica al trasgressore. I dati relativi ai veicoli la cui velocità media non supera quella consentita vengono automaticamente eliminati.

Tutor: dubbi e leggende

  • Il Regolamento di Esecuzione al Codice della Strada prevede che al valore rilevato venga applicata una tolleranza pari al 5%.
  • Il Tutor funziona anche di notte, in caso di pioggia e in presenza di nebbia con visibilità ridotta fino a 30-40 metri. Quando piove sapete che il limite di velocità scende a 110 km/h, ma come si comporta il Tutor? Si adegua? Non è automatico, l’abbassamento del limite per il Tutor può avvenire su decisione e ad opera della Polizia Stradale.
  • Le telecamere del Tutor sono in grado di rilevare anche i veicoli che viaggiano in corsia d’emergenza. Si ricorda comunque che la sanzione prevista per chi viaggia in corsia di emergenza è il ritiro della patente.
  • Il tutor è installato solo su segmenti autostradali omogenei per limiti di velocità.
  • Il Tutor è omologato anche per il funzionamento in modalità “Autovelox” e cioè per la rilevazione della velocità istantanea. Tuttavia si tratta di un utilizzo molto raro e limitato in casi particolari, come ad esempio in prossimità di aree di cantiere.
  • Il Tutor è totalmente indipendente dalla presenza di un Telepass a bordo. Il Tutor, infatti, rileva la targa e procede alla notifica del verbale a tutti coloro che superano i limiti di velocità consentiti, anche se non possiedono un Telepass.

Tutor

Tutor: come funziona, la mappa italiana e le multe http://bit.ly/17GA1zZ via @6sicuro

Su quali strade è installato il Tutor?

Essendo un sistema di tutela/prevenzione sul sito di Autostrade per l’Italia è disponibile una Mappa dei Tutor, facilmente consultabile da qualsiasi utente, che mette in chiaro su quali tratti autostradali sono attive le postazioni fisse per il rilevamento della velocità. Viene fornito anche un pdf con tutte le tratte coperte dal sistema, indicando anche l’inizio e la fine della tratta monitorata. Per gli automobilisti più tecnologici c’è la possibilità di servirsi di device e app dedicate per segnalare i dispositivi di rilevamento della velocità. Anche i classici navigatorivengono in soccorso degli automobilisti, ma per l’unico modo per evitare la sanzione del Tutor è moderare la velocità. Diversamente dall’autovelox, che punisce chi supera il limite nel punto in cui viene rilevata la velocità, il SICVE agisce su un tratto di strada più lungo.

Come contestare una multa notificata tramite Tutor?

Diversamente dalle altre sanzioni amministrative, impugnare una multa notificata dal sistema tutor non è così facile. La sanzione può essere contesta davanti al Giudice di Pace competente, come accade per le altre tipologie di multe, determinato dal “portale di uscita” ovvero i sensori posti alla fine del tratto di strada preso in analisi. Le cose si complicano nel caso in cui la violazione del limite di velocità sia “prolungata” e quindi notificata da più porte di uscita. In questo caso il conducente del veicolo,  intenzionato a contestare la sanzione, dovrà presentare ricorso a tutti gli Uffici del Giudice di Pace di competenza coinvolti dalla sanzione. Un ricorso che risulterebbeoneroso per qualsiasi automobilista.

Italia, meta più votata del mondo dai lettori di Traveller

Italia, meta più votata del mondo dai lettori di Traveller

4 settembre 2014

L’Italia guida la classifica delle mete mondiali più votate dai lettori di Traveller

Traveller, la celebre rivista di viaggi edita da Conde Nast, come ogni anno chiede ai propri lettori di votare le destinazioni più appealing del mondo. E, per la seconda volta consecutiva, l’Italia guida la classifica. Il merito della vittoria va ricercato soprattutto nel fascino dell’abbinata cultura e cibo. Al secondo posto si piazzano gli Usa (considerati il miglior luogo dove soggiornare), seguiti da Francia, Spagna e Grecia. Insomma, a livello mondiale la Vecchia Europa guadagna ben 4 posizioni nella top five. Con l’Italia in testa.

SQUALO AVVISTATO AD OSTIA, PANICO IN SPIAGGIA

SQUALO AVVISTATO AD OSTIA, PANICO IN SPIAGGIA

 

di Matteo Ludovisi

 

Uno squalo di circa 2 metri e mezzo è stato avvistato ieri pomeriggio (intorno alle 17,30) ad Ostia. Vicinissimo alla riva, a circa due metri di distanza dalla costa, lo squalo ha subito generato il panico in spiaggia, soprattutto tra i bagnanti di uno stabilimento balneare di Castelporziano.

Lo squalo si sarebbe infatti spinto a non molta distanza dalla riva, forse confuso dal caldo eccessivo delle acque (con medie superiori alla norma a causa del riscaldamento globale), aggirandosi vicino la costa per due-tre minuti e poi allontanandosi in mare aperto.

Il bagnino ha fatto subito allontanare le persone presenti in acqua. Passata la paura, molti dei bagnanti, incuriositi, si sono alzati dai lettini e hanno cominciato a seguire gli spostamenti dello squalo riprendendo la scena con i telefonini. Alcune segnalazioni sono arrivate anche alla Capitaneria di Roma, che ha inviato una pattuglia a terra ed un gommone nella zona.

Continuano quindi gli avvistamenti di squali lungo le coste italiane. Dopo l’esemplare di verdesca, che diversi giorni fa ha seminato il panico tra i bagnanti della spiaggia sarda di Badesi, arriva ora un altro avvistamento proprio nelle spiagge di Ostia a Roma.

Gli esemplari di verdesca, spiegano alcuni bagnini dei lidi dove è stato avvistato l’esemplare, fanno parte della famiglia degli squali ma non sono pericolosi. Di solito si avvicinano nelle acque più tiepide e non è la prima volta che ciò accade, anche se di solito succede raramente. Sono animali tranquilli e i loro attacchi “non provocati” alle persone sono molto rari.

Nel video girato da una testimone dello stabilimento di Ostia, si vede lo squalo, forse proprio una verdesca, aggirarsi vicinissimo ai bagnanti che nuotano. Qui di seguito è possibile osservare il video.

Vitamina D, una buona ragione per esporsi al sole: ma sempre con cautela

Vitamina D, una buona ragione per esporsi al sole: ma sempre con cautela

di Brigida Stagno

Assicurarsi ogni giorno la giusta dose di vitamina D è importante per diverse ragioni: dalla più nota azione protettiva sulle ossa, al ruolo terapeutico e preventivo, dimostrato dalle evidenze scientifiche degli ultimi anni, nelle malattie cardiovascolari, reumatiche, infiammatorie, autoimmuni (come il diabete di tipo II o l’artrite reumatoide), infettive ( per l’aumento della produzione di difensine, sostanze antimicrobiche), fino a quelle tumorali (quali il cancro del colon retto e della mammella). Detta anche la “vitamina del sole” (o vitamina D3 o colecalciferolo), la vitamina D è prodotta in risposta ai raggi UV a partire da derivati del colesterolo presenti nella pelle. Le donne, soprattutto se in età pre-menopausale (cioè dai 20 ai 49 anni), e se obese (ma anche gli anziani, spesso malati e allettati, quindi meno esposti ai raggi solari) sono più predisposte alla carenza di questa vitamina, la cui concentrazione varia però anche a seconda della stagione (più alta in estate), dei paesi (superiore negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa) e del sesso (maggiore negli uomini).
Basse dosi di questa sostanza aumenterebbero anche il rischio di mortalità causata da diverse patologie, in particolare quelle cardiovascolari e tumorali. Al contrario, dosi maggiori contribuirebbero a migliorare lo stato di salute generale. Lo conferma una recente metanalisi (cioè la revisione e analisi di più studi clinici) pubblicata sulla rivista scientifica British Medical Journal, che ha esaminato  quasi una decina di studi condotti in Europa e Stati Uniti su oltre 26 mila persone tra i 50 e i 79 anni, seguite per 16 anni per valutare il legame tra deficit di vitamina D e queste malattie e le differenze tra i diversi Paesi, tra i due sessi, nelle diverse età e stagioni. Nello studio, i livelli di vitamina D erano maggiori nelle persone più istruite, che praticavano attività fisica, mentre erano inferiori negli obesi.
Durante i 16 anni di follow-up dell’indagine, nelle 26,018 persone esaminate sono state registrate ben 6,695 morti, 2,624 delle quali per malattie cardiovascolari e 2,227 per tumori.L’associazione tra bassi livelli di vit D e morte per malattie cardiovascolare era evidente nei pazienti con o senza storia passata per queste patologie, mentre nel caso dei decessi per tumori, la correlazione con il deficit vitaminico era presente solo nelle persone con storia di tumori alle spalle e non in quelle con anamnesi negativa per precedenti neoplasie. Questo dato confermerebbe il ruolo della vit D nella prognosi delle neoplasie, ma non si può escludere che sia stato il tumore stesso a determinare una riduzione della concentrazione dei livelli di colecalciferolo nel sangue.
Diversi studi hanno comunque dimostrato che la carenza di questa preziosa vitamina possa predisporre al cancro del colon-retto La D3 possiede infatti alcune azioni anticancro, che contrastano il processo di cancerogenesi, contribuendo a mantenere l’integrità della mucosa dell’intestino e la crescita normale delle cellule intestinali. Malgrado siano necessarie ulteriori conferme, non si esclude in futuro una nuova strategia terapeutica contro i tumori, basata proprio sull’impiego dicalcio e vitamina D.

La carenza di vitamina D è dovuta soprattutto alla scarsa esposizione al sole, a una dieta povera di vitamine o a condizioni particolari che ne alterano l’assorbimento (malattie intestinali). La dose ottimale giornaliera è di circa 800 UI, raggiungibile con l’esposizione giornaliera al sole con le braccia scoperte per circa 15 minuti e una dieta varia, in cui siano presenti tuorlo dell’uovo, pesce, come il salmone, lo sgombro, le aringhe, verdure a foglia verde, latte e derivati, olio di fegato di merluzzo, tutti cibi ricchi di vitamina D. E gli integratori, di cui spesso però si abusa? Sono indicati soprattutto per bambini, anziani e donne in gravidanza e allattamento, quando queste misure non bastano, così come nelle donne in menopausa con osteopenia. In ogni caso è utile valutare sempre i livelli della vitamina nel sangue una volta l’anno, intervenendo (con il controllo del medico curante) con la supplementazione quando sono bassi.

01 luglio 2014

Bronzi di Riace abbandonati, vergogna nazionale

Bronzi di Riace abbandonati, vergogna nazionale

Di  | il 9 luglio 2013 | 6 Commenti

 

“La situazione dei Bronzi di Riace, abbandonati da oltre 1.290 giorni nella sede del consiglio regionale calabrese a causa del protrarsi dei lavori di restauro del Museo della Magna Grecia, è un’assoluta vergogna per l’Italia“.

Lo nota il presidente della commissione italiana dell’Unesco, Giovanni Puglisi, che dopoil monito su Pompei torna a criticare la situazione dei beni culturali italiani. Mentre sottolinea l’apprezzamento per le dichiarazioni del presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha promesso una inversione di tendenza nella legge di stabilità.

La situazione dei Bronzi di Riace, che attendono da 1.290 giorni il completamento dei lavori di ristrutturazione del Museo Nazionale di Reggio Calabria “è una vergogna – dice Puglisi – sia dal punto di vista della cura dei beni culturali sia dell’immagine internazionale del nostro Paese. E viene ancora più rabbia se si considera che ciò accade proprio in una regione come la Calabria dove il turismo dovrebbe essere una primaria risorsa”. Puglisi sottolinea quindi l’apprezzamento per le parole di Letta e conclude auspicando che “questo nuovo slancio nel considerare i beni culturali come risorsa del Paese parta proprio affrontando l’incresciosa situazione dei Bronzi di Riace”.

Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, secondo quanto informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta, ha scritto al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, per chiedere la rimozione dei responsabili dei ritardi relativi alla riapertura del Museo.

“Quanto avvenuto in questi anni nella gestione dei lavori del Museo nazionale della Magna Grecia – sostiene Scopelliti – è qualcosa di assurdo. Ritardi su ritardi, tempo preziosissimo perso e soprattutto somme vertiginosamente aumentate. Ad oggi, è questa la realtà, non solo il museo attende la riapertura, ma i nostri tesori non sono fruibili, in particolare i Bronzi di Riace. Questo stato di cose non può passare senza responsabilità. Chi, o coloro che hanno causato ritardi e sprechi di risorse, devono pagarne le conseguenze. Per questo chiedo ufficialmente al Ministro Bray la rimozione dei responsabili. In tanti, nel corso di questi anni, si sono affrettati nell’analizzare il problema da vari punti di vista, ma nessuno ha indicato ruoli e responsabilità per gli inadempienti”.

“Per quanto riguarda le mie competenze di Presidente della Regione Calabria – dice ancora Scopelliti – ricordo che, dopo lunghe pressioni ed incontri con l’ex ministro Barca, il Cipe ci assegnò sei milioni di euro, che si aggiungevano ai cinque milioni straordinari della Regione, da noi stanziati, per il completamento dei lavori. E pensare che l’iter si avviò nel 2006, con l’ex Ministro Rutelli ed i lavori del Museo si sarebbero dovuti concludere in tempo per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2011. Da Sindaco di Reggio, quando mi presentarono il progetto, la somma prevista era di 17 milioni di euro. Ad oggi si è arrivati quasi al doppio, con 32 milioni di euro di spese”.

“Oltre alla rimozione dei responsabili per ritardi e sprechi – conclude il presidente della Regione Calabria – nella missiva inviata al Ministro Brey ho chiesto che lo Stato mantenga gli impegni presi con i calabresi e soprattutto indichi tempi certi per la riapertura. Non possiamo più attendere”.

Rapporto Legambiente: non si ferma il sacco delle coste italiane. La top five degli ecomostri

Rapporto Legambiente: non si ferma il sacco delle coste italiane. La top five degli ecomostri

In occasione della partenza della Goletta Verde e della Goletta dei laghi 2013 Legambiente ha presentato a Roma Mare Monstrum il rapporto annuale dedicato al mare in cui si raccolgono le storie di illegalità e di abusi che colpiscono l’ecosistema marino italiano. Il quadro che emerge è ancora una volta desolante. Pesca di frodo, abusivismo edilizio sul demanio, violazioni al codice di navigazione e alle norme sulla nautica da diporto, depuratori difettosi, scarichi fognari e inquinamento da idrocarburi: purtroppo le illegalità che riguardano il mare e le coste italiane lo scorso anno sono ancora cresciute. 
Metà dei reati nelle regioni con presenza mafiosa – Un incremento del 2,8% rispetto al 2011 e addirittura del 14,4% rispetto al primo gennaio del 2010. Sono aumentati i reati (13.518, pari a 1,8 illeciti per chilometro di costa), le persone denunciate (16.092) e i sequestri che superano quota quattromila (4.076). Oltre la metà dei reati si è consumata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – nell’ordine: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria – seguite dalla Sardegna e dal Lazio.
Tra i nemici del mare anche le spiagge negate – Tra i nemici del mare, c’è anche la brutta tradizione delle spiagge negate, interi tratti di arenile interdetti ai cittadini perché di fatto privatizzati dagli stabilimenti balneari – sono 12mila i lidi sulle coste italiane, uno ogni 350 metri di spiaggia, che pagano canoni demaniali irrisori a fronte di lauti guadagni – e quella delle spiagge occupate, dove chioschi, ristoranti e solarium rimangono in pianta stabile a dispetto della legge che prevede che a fine stagione debbano essere rimossi. Infine la proliferazione dei porti turistici, che spuntano come funghi e spesso nascondono gigantesche speculazioni immobiliari.
Aumento dei reati frutto dell’attività di contrasto – “L’aumento dei reati rilevati – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è frutto dell’attività di contrasto svolta dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto ma, allo stesso tempo, rappresenta un segnale preoccupante della recrudescenza delle attività illecite in un periodo di crisi economica. Per questo è importante non abbassare la guardia rispetto a tutte le forme di illegalità e di vilipendio del territorio, a cominciare dall’abusivismo edilizio, e a questo proposito sollecitiamo il parlamento a respingere i reiterati tentativi di condono. A parlamento e governo chiediamo un forte impegno nel combattere le costruzioni illegali e la messa a punto di un piano di contrasto che renda gli abbattimenti rapidi ed efficaci”.
Abattutti l’ecomostro di Scala dei Turchi e gli scheletri di Lido Rossello – Nei giorni scorsi, nel comune di Realmonte sulla costa agrigentina sono stati abbattuti l’ecomostro di Scala dei Turchi e i tre scheletri di Lido Rossello, a coronamento di una battaglia ventennale di Legambiente da cui partirono in entrambi i casi le denunce. Ma l’abusivismo edilizio sulle aree demaniali continua ad attestarsi su valori elevati, anche se in flessione rispetto al 2011: 2.864 illeciti, 4.615 persone denunciate e 1.491 sequestri. Anche quest’anno è la Sicilia a guidare la classifica tra le Regioni (con 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri), seguita dalla Campania, dove si riscontra, però, il maggior numero di sequestri. Sale sul “podio” la Sardegna, che scala due posizioni rispetto al 2011, ed è la regione con il maggior numero di persone denunciate (988). Le altre due regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia e Calabria) occupano rispettivamente la quarta e la quinta posizione.
Resistono gli ecomostri della top five – Festeggiare un successo non significa, dunque, che la battaglia sull’abusivismo sia vinta. Resistono gli ecomostri della Top five di Mare Monstrum, quelli che Legambiente chiede di demolire con corsia preferenziale perché sono tra i peggiori esempi dello scempio edilizio vista mare. Come resistono anche le mega lottizzazioni abusive che violentano le coste del Salento, della Sicilia e dell’Abruzzo, le migliaia di ville che continuano a sorgere a Ischia, sul litorale Domizio Flegreo, sulla costa cilentana e su quella amalfitana in Campania, i lidi di cemento che colonizzano le coste del Lazio. Senza dimenticare i villaggi turistici della ‘ndrangheta che si sono impadroniti del mare calabrese.
La top five di Mare monstrum 2013 – I cinque ecomostri al top di Mare Monstrum sono casi di cemento illegale su cui pesa, ignorato da decenni, l’ordine di abbattimento. Casi che Legambiente denuncia da sempre e di cui chiede alle istituzioni, Comuni in testa, l’abbattimento per via preferenziale. In virtù della loro storia e del loro impatto sul territorio rappresentano bene ciò che deve essere finalmente cancellato dalle coste italiane. Sono gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, delle 35 ville nell’area archeologica di capo Colonna a Crotone, dell’albergo sulla scogliera di Alimuri a Vico Equense, del villaggio di Torre Mileto a Lesina in provincia di Foggia. A cui si aggiungono gli otto scheletri che ancora campeggiano sulla collina a Quarto Caldo nel Parco nazionale del Circeo.
Non abbassare la guardia contro rischio inquinamento delle acque – Gli ultimi dati pubblicati sulle acque di balneazione in Italia e in Europa, che testimoniano la buona salute del mare italiano, non devono far abbassare la guardia sul rischio di inquinamento ancora presente, a partire dagli scarichi non depurati che continuano a confluire in mare. A tutt’oggi in Italia il 25% delle acque di fogna viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato e tante sono le situazioni critiche di depuratori malfunzionanti o scarichi abusivi. Per questo motivo con le Golette viaggia un team di biologi che conducono il monitoraggio scientifico a caccia dei punti più critici riguardo la mancata depurazione; raccolgono le segnalazioni dei cittadini denunciando le situazioni che mettono maggiormente a rischio le nostre acque.

LA NAZIONALIZZAZIONE TOTALE DEGLI AEROPORTI ELIMINERÀ I LADRI DELLE INDUSTRIE DI VIAGGIO

LA NAZIONALIZZAZIONE TOTALE DEGLI AEROPORTI ELIMINERÀ I LADRI DELLE INDUSTRIE DI VIAGGIO

 

di Wayne Madsen

 

Fonte: www.strategic-culture.org

Link: http://www.strategic-culture.org/news/2013/02/22/airport-nationalization-will-eliminate-travel-industry-thieves.html

Traduzione per www.Comedonchisciotte.org a cura di Ilaria Groppi

 

Il presidente boliviano Evo Morales ha recentemente nazionalizzato i tre aeroporti principali della sua nazione – La Paz, Cochabamba e Santa Cruz – prendendo il controllo delle strutture dell’azienda Servicios de Aeropuertos Bolivianos (SABSA) che ha gestito gli aeroporti per conto della compagnia Albertis con sede a Barcellona.

Morales ha proclamato che la privatizzazione originaria degli aeroporti costituiva un “saccheggio”. Albertis ha chiesto 90 milioni di dollari in compenso e ha minacciato il governo boliviano di azioni legali. Il governo neoconservatore della Spagna, orientato verso il fascista Franco, ha immediatamente criticato l’azione del governo boliviano come “ostile”.

Morales ha mosso un passo che molti governi occidentali dovrebbero muovere. A causa degli attacchi terroristici dell’11 settembre agli Stati Uniti, numerose aziende, molte collegate agli israeliani, hanno inventato degli schemi di sicurezza che hanno massimizzato i profitti per diversi individui…

Appena dopo l’11 settembre, gli americani e viaggiatori da nazioni di tutto il mondo erano soggetti a ricerche invasive e perquisizioni di non solo armi, ma vino, liquore, shampoo, make up, acqua in bottiglia e salviettine sanitarie. La US Transportation Security Administration (TSA), un’agenzia di controllo dei viaggi domestici americana messa insieme frettolosamente e posta sotto l’egida del simil Gestapo Dipartimento della Sicurezza Interna, ha iniziato a emettere restrizioni di viaggio insensate su quello che i passeggeri della linea aerea potevano portare sull’aereo. Tuttavia, queste restrizioni avevano poco a che fare con la sicurezza e tutto a che vedere con il massimizzare i profitti di punti vendita e edicole poste oltre il controllo di sicurezza per aziende che avevano relazioni strette con il segretario della Sicurezza Interna dell’amministrazione Bush, Michael Chertoff, il figlio di sionisti israeliani: il rabbino Gershon Baruch Chertoff, studioso del Talmud [uno dei testi sacri dell’ebraismo] e Livia Eisen Chertoff, hostess della EL AL [compagnia di bandiera israeliana] che a quanto si dice raddoppiava come agente del Mossad.

Diverse compagnie aeree usavano controlli di sicurezza restrittivi per massimizzare i loro stessi profitti. I passeggeri erano severamente limitati nella dimensione del bagaglio a mano e, in molti casi, erano obbligati a imbarcare le borse più piccole, lasciando i loro oggetti di valore sensibili al furto degli incaricati dei bagagli precedentemente chiariti come rischi di bassa sicurezza dalle aziende di sicurezza aeroportuale di proprietà degli israeliani. Anche passeggeri con articoli proibiti erano obbligati a pagare una tassa extra per il bagaglio imbarcato.

La chiave per lo sciacallaggio di Israele sulla sicurezza aerea fu l’incidente della vigilia di Natale 2009 a bordo del volo Northwest 253, nel quale un uomo nigeriano provò a dar fuoco alla sua biancheria intima dopo che era stato autorizzato a imbarcarsi senza passaporto all’aeroporto di Schiphol a Amsterdam, la sicurezza del quale è gestita dalla ICTS International NV di proprietà di Israele, un’azienda stabilita in Olanda che fu fondata dai membri dal servizio di sicurezza israeliano Shin Bet* e dagli ufficiali della EL AL.

Chertoff, che sfruttava il suo lavoro come segretario della Sicurezza Interna per favorire il Rapiscan Systems**, il sistema di scanner a corpo intero che cattura le immagini dei genitali dei passeggeri e immagazzina le fotografie, immediatamente andò nei maggiori notiziari delle televisioni americane, chiedendo l’uso della tecnologia Rapiscan per assicurare che i passeggeri non avessero bombe piazzate nella loro biancheria intima o addirittura dentro gli orifizi corporei.

Si pensa che la ICTS abbia lasciato accadere alcuni attentati terroristici sulle linee aeree al fine di massimizzare i profitti per le aziende israeliane e gli affari gestiti dagli ebrei in altre nazioni, inclusi gli Stati Uniti. Una società sussidiaria della ICTS, Huntleigh USA, era parzialmente responsabile per la sicurezza all’aeroporto di Boston Logan l’11 settembre 2001, il giorno in cui il volo 11 dell’American Airlines decollò e successivamente colpì la torre Nord del World Trade Center.

L’azienda era anche responsabile della sicurezza all’aeroporto Charles de Gaulle a Parigi quando, nel dicembre 2001, il bombardiere di scarpe di “Al Qaeda” fallì nel detonare le sue scarpe cariche di esplosivo a bordo del volo 93 dell’American Airlines da Parigi a Miami. Quell’incidente richiese che i passeggeri togliessero le proprie scarpe e subissero maggiori ricerche intrusive.

Nel 2006 fu detto che la polizia britannica aveva scoperto un complotto, che sembrava essere più un prodotto degli sceneggiatori di Hollywood che di veri terroristi, per far esplodere dieci voli transatlantici dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti e Canada usando bombe in contenitori per lo shampoo e bottigliette di bibite. Immediatamente ai passeggeri fu proibito portare liquidi e gel sugli aerei. Tuttavia, quando gli standard di sicurezza furono rilassati, i passeggeri potevano comprare questi prodotti nell’aeroporto dopo aver passato il controllo di sicurezza. In alternativa, i passeggeri potevano porre contenitori di liquidi o gel da 3,4 once [96,4 grammi] o meno in una borsa di plastica chiara da un quarto, con una borsa per passeggero (la regola 3-1-1). Un aeroporto, Fargo in North Dakota, ha iniziato a far pagare 2 dollari per una sola borsa di plastica. Negli Stati Uniti, il fornitore di prodotti ai negozi, edicole, e bancarelle di concessione poste oltre il controllo di sicurezza è gestito dalla ARAMARK corporation, di proprietà di Joseph Neubauer, stabilito a Philadelphia, nativo della Terra di Israele, arcisionista e repubblicano, e che vide 11 milioni di dollari di volume delle vendite nel 2007. ARAMARK è il maggiore “fornitore di logistica del terzo partito centralizzato”.

Chertoff e Neubauer socializzarono agli eventi ebraici a Philadelphia mentre Chertoff faceva da autorità giudiziale del terzo circuito di Corti d’Appello a Philadelphia dal 2003 al 2005. Neubauer è un membro massimo dell’alta società ebraica a Philadelphia e fondatore della Neubauer Family Fellowships che allena le future generazioni di rabbini.

Precedentemente, Chertoff ha diretto la Divisione Penale del Dipartimento di Giustizia americano dal 2001 al 2003 e è diventato segretario della Sicurezza Interna nel 2005. Chertoff fu confermato dal Senato con un voto di 98 a 0. Nessun senatore ha osato sfidare il segretario scelto a dito dall’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC)*** per massimizzare i profitti per le aziende di sicurezza israeliane e le aziende di sicurezza aeroportuale di proprietà degli ebrei negli USA. Chertoff aveva il forte sostegno dei servitori del senato americano più di fiducia: Arlen Specter di Philadelphia, Joseph Lieberman del Connecticut e Charles Schumer di New York. Fu il progetto di legge di Specter e Lieberman che ha creato il Dipartimento di Sicurezza Interna.

Chertoff usò la sua posizione per fare la fortuna dei suoi compagni di affari ebrei e israeliani. Quando gli accendini vennero banditi sull’aereo e confiscati dal personale di TSA, i negozi e le edicole servite da ARAMARK negli aeroporti di destinazione erano pronti per vendere accendini ai passeggeri che morivano dalla voglia di fumare ma a un prezzo considerevole. Gli addetti alla sicurezza di TSA vietano bevande, cibo e vino ma tutti questi sono disponibili negli atrii dell’aeroporto sicuro gestiti da ARAMARK e altre aziende che hanno legami con Israele. Sulla scia dell’11 settembre, la concessione dello spazio oltre i controlli di sicurezza è salita al 70% dello spazio per il commercio di tutto l’aeroporto. A causa delle regole di sicurezza di TSA e le lunghe file per il controllo di sicurezza, i passeggeri rimangono un minor tempo nelle aree prima del controllo e maggior tempo nelle sezioni poste oltre il controllo di sicurezza dell’aeroporto. I commercianti si sono mossi velocemente per approfittare dei passeggeri “catturati”.

I viaggiatori che stanno facendo visita alla famiglia e agli amici e vogliono portare con sé un regalo sono particolarmente sensibili agli avidi commercianti dell’aeroporto che fanno pagare molto oltre il prezzo di strada. Bandite da fuori dell’aeroporto sono le marmellate e le gelatine, vino, liquore, birra, salsa messicana, sughi, sciroppo d’acero, zuppe e succhi. I passeggeri, ovviamente, sono liberi di comprare questi prodotti, se sono disponibili, dopo aver passato il controllo di sicurezza, da rivenditori che traggono un grande profitto. Molti di questi sono associati con ARAMARK. TSA cambia la sua lista di prodotti ammessi così spesso, che i passeggeri semplicemente decidono di viaggiare con il minimo per quanto riguarda i prodotti che non sono sicuri che verranno fatti passare attraverso il controllo di sicurezza. Pronti a guadagnare un sacco dai passeggeri sono i negozi e edicole che non hanno problemi ad ottenere i prodotti e articoli attraverso i sistemi di sicurezza supervisionati da TSA e dalle aziende di sicurezza aeroportuale connesse agli israeliani. Starbucks Coffee è onnipresente negli atrii oltre il controllo di sicurezza degli aeroporti. Un motivo può essere il fatto che l’amministratore delegato dell’azienda, Howard Shultz, ha ricevuto il Premio del cinquantesimo anniversario dal fondo di Gerusalemme di Aish Ha-Torah per “aver avuto un ruolo chiave nel promuovere una stretta alleanza fra gli Stati Uniti e Israele”.

In altre parole, gli americani e gli altri viaggiatori sono rapinati negli interessi della sicurezza per profitti massimizzati da una piccola élite scelta di milionari. La truffa è probabilmente la più dannosa nella storia degli USA, se non del mondo intero. Almeno un leader mondiale, il presidente Morales, ha capito la truffa e sta combattendo.

 

NOTE

* Shin Bet: agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele (fonte: wikipedia).

** Rapiscan Systems: maggiore compagnia privata per la fornitura di scanner di sicurezza negli aeroporti (fonte: www.rapiscansystems.com).

*** American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) letteralmente Comitato Americano per gli Affari Pubblici di Israele, è un gruppo di pressione americano noto per il forte supporto allo Stato di Israele (fonte: Wikipedia).

Roma, aereo fuori pista: 16 feriti


Roma, aereo fuori pista: 16 feriti

A bordo 50 passeggeri: ‘Credevamo di morire’


 

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Paura allo scalo di Roma Fiumicino dove un aereo ATR 72, partito da Pisa e diretto nella Capitale, è finito fuori pista forse a causa del vento.

A bordo dell’aereo ATR 72 dell’Alitalia, operato dalla compagnia rumena Carpatair, vi erano 50 persone: quattro componenti dell’equipaggio e 46 passeggeri.

‘Tanta paura, qualcuno di noi ha creduto di poter morire e tutti urlavano. Durante l’atterraggio l’aereo ha toccato due volte bruscamente a terra: ci è stato spiegato che la seconda volta si è piegato il carrello e l’aereo è finito fuori pista’.

A parlare è uno dei 46 passeggeri dell’aereo finito fuori pista a Fiumicino.

‘Tutti quei sobbalzi erano dovuti a dei vuoti d’aria. Eppure il volo era stato tranquillo fino a quel momento’, continua il passeggero. Le persone a bordo dell’aereo, tra le quali cresce il numero delle persone curate in codice verde, sono assistite anche dagli agenti della Polaria che li stanno rifocillando. Molti sono ancora sotto choc.

Le compagnie aeree piu scomode

Le compagnie aeree piu scomode

 

Quando si va in aereo la parola d’ordine è… “salvare le ginocchia!”. Sì perchè molto spesso la distanza tra i sedili è minima e si rischia di dover stare quasi rannicchiati e impossibilitati a muoversi, a fronte anche di diverse ore di volo. Certo, non tutte le compagnie sono uguali, in alcune si viaggia più comodamente di altre e bisognerebbe informarsi prima per evitare a fine volo di scendere tutti “incriccati” e doloranti. Ci sono comunque diversi siti internet che descrivono per bene tutti i modelli di aerei delle varie compagnie, indicando anche gli spazi tra le varie sedute. La misura proposta in maggioranza è 31-32 pollici (circa 80 cm.), spazio quasi irrisorio non solo per le gambe, ma anche per leggere e per usare un portatile. Le linee nord americane con corridoio singolo, come gli Spirit A320, hanno uno spazio di 28 pollici, con sedili non reclinabili, mentre gli A319 e gli A32 salgono a 31 pollici.

Come sopravvivere ad un viaggio noioso

Per quanto concerne i jumbo l’area gambe è veramente minima, soprattutto se si tiene conto dei voli a lunghissima percorrenza. Non va meglio per i tracciati tra Europa e Pacifico, come Finnair e Monarch, la maggior parte dei quali si attesta intorno ai 28 pollici. Poco meno di quanto si può trovare su AirAsia, Air India Express e Brussels Airlines easyJet. A sorpresa, invece, la RyanAir non è tra le peggiori al mondo. Airberlin, Flythomascook (pacchetti turistici concentrati in Europa) e Virgin Atlantic sono indirizzati sui 30 pollici. La maggior parte delle compagnie aeree europee, tra le quali spiccano i più grandi nomi, usano 31 pollici di norma.

Come viaggiare spendendo poco

Per quanto concerne la larghezza dei sedili, dal 1950 le misure sono rimaste più o meno le stesse, solo le linee a stelle e strisce usano sedute più ampie. In un primo momento, i jumbo – il Boeing 747, DC10 Douglas e Lockheed 1011 – avevano in dotazione sedili di due centimetri più ampi di quelli della prima generazione di jet. Ma dopo qualche anno tutte le compagnie aeree hanno aggiunto un posto per ogni fila. Gli ultimi dati confermano che i sedili in classe economy oggi sono troppo stretti a livello di spalle e troppo stretti a livello del cuscino del sedile. Il modo giusto per misurare la larghezza della seduta è calcolare la distanza tra i centri del bracciolo dei sedili adiacenti. Qual è la compagnia peggiore in assoluto? E’ la Flythomascook con il modello B767, con 30 pollici di spazio e sedili veramente stretti. Volete conoscere la dimensione del posto del prossimo volo? La maggior parte delle compagnie aeree pubblicano schemi dei posti a sedere dei loro aerei, mentre ci sono altri siti generalisti del settore che mappano i posti a sedere, con tanti dettagli. Qualche nome? Il già citato SeatGuru, SeatExpert, SeatMaestro, SeatPlans e Skytrax. E buon viaggio!

Tragedia sul Cermis Morti sei turisti russi, tra cui due minorenni

Tragedia sul Cermis
Morti sei turisti russi,
tra cui due minorenni

L’errore umano alla base dell’incidente

Quattro uomini e due donne hanno perso la vita sbalzati da una motoslitta. La scelta di affrontare una ‘nera’ non illuminata, l’eccessivo numero di passeggeri e un carrello non omologato per trasporto persone, potrebbero essere la causa della tragedia. Restano gravi i due feriti sopravvissuti

 
Il punto dove la motoslitta ha sfondato la recinzione precipitando in una scarpata (Ansa)

Il punto dove la motoslitta ha sfondato la recinzione precipitando in una scarpata (Ansa)

Trento, 5 gennaio 2013  – Vi sono due minorenni tra i sei morti nell’incidente sul Cermis, in Trentino, che ieri sera ha coinvolto la motoslitta con rimorchio rovinata a valle.

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L’allarme è stato lanciato da un addetto degli impianti di risalita, alle 21.10. Ieri la pista ‘nera’, molto ripida e a circa 2.000 metri, non era illuminata ed era ghiacciata.

Ma sono stati gli errori umani ad avere ingenerato la tragedia; la scelta di scendere dalla pista nera Olimpia 2, che non era illuminata, il numero probabilmente eccessivo di persone a bordo della motoslitta, il carrello non indicato per i passeggeri.

Queste le prime ricostruzioni comunicate all’AGI dal Comandante reggente della stazione dei Carabinieri di Cavalese. Restano gravi le condizioni dei due feriti che facevano parte della comitiva russa.

Di certo -confermano stamani in valle di Fiemme- c’è che il carrello rimorchio su pattini non era abilitato al trasporto di persone, ma solo agli attrezzi per il lavoro. Pare che la motoslitta sia di proprietà della società degli impianti funiviari, e servisse solo per trasportare gli oggetti e le vivande da fondovalle all’albergo dove erano alloggiati i turisti russi, situato sopra il luogo della disgrazia.

E’ quasi certo che la comitiva abbia cenato in una baita in quota e poi -nella discesa sulla “Olimpia 2”- sia finita fuori pista attorno alle 22.30, nella trasferta tra la località “Alberghi” e “Doss dei Laresi”. Anche la titolare russa dell’Hotel Sporting, Raissa, è tra le persone che hanno perso la vita.

Gli stranieri deceduti erano venuti in Italia per il Natale russo, che si celebra il 6 gennaio. Sul posto in nottata si è recato anche il presidente della Provincia di Trento. “Siamo profondamente scossi di fronte a questa tragedia e impegnati in prima linea nei soccorsi”, ha detto il governatore Alberto Pacher. Sul luogo dell’incidente anche il dirigente del Dipartimento della Protezione civile, Roberto Bertoldi, l’assessore della Provincia di Trento Mauro Gilmozzi e il sindaco di Cavalese, Silvano Welponer.

I NOMI DELLE VITTIME  – Sono state identificate le vittime della tragedia che si è verificata nella tarda serata di ieri sul Cermis, in Trentino Alto Adige. Si tratta di quattro uomini e due donne, tutti di nazionalità russa. Cinque delle vittime e uno degli uomini rimasti gravemente feriti nello schianto della motoslitta erano turisti provenienti da Krasnodar, città nel sud della Russia, a poca distanza da Sochi, che ospiterà le Olimpiadi invernali del 2014.

Una delle donne decedute e il secondo ferito, invece, lavoravano in Italia nel settore turistico. A confermare la loro identità è stato il console russo a Milano, Alexei Parmonov. Le vittime sono Denis Kravchenko, Irina Kravchenko, Vyacheslav Sleptsov, Yulia Yudina, Lyudmila Yudina e Rafilya Pshenichnaya. I feriti, invece, sono Boris Yudin e Azat Agafarov.