Auto piomba sul bar: morti 4 ragazzi.

Auto piomba sul bar: morti 4 ragazzi. Conducente positivo all’alcotest accusato di omicidio volontario

È accusato di omicidio volontario Gianni Paciello, il 22enne di Sassano (Salerno) che domenica con la Bmw del padre è piombato sui tavolini di un bar uccidendo quattro giovani, tra i quali suo fratello. Secondo quanto si apprende dai carabinieri, l’accusa è stata formulata all’alba dalla Procura di Lagonegro (Potenza). In un primo momento l’uomo – che è stato portato all’ospedale di Polla e successivamente trasferito a Salerno – era stato fermato con l’accusa di omicidio colposo, poi modificata in seguito all’accertamento del superamento di circa tre volte del limite consentito del tasso alcolemico.
L’omicida è ricoverato – Gli inquirenti hanno lavorato per l’intera nottata acquisendo elementi utili. Secondo gli investigatori, Gianni Paciello, che è risultato negativo ai test medici inerenti l’assunzione di sostanze stupefacenti, nello stato confusionale in cui si trovava causato dall’alcol non doveva mettersi alla guida di un’auto. Il 22enne è ora ricoverato nell’ospedale San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona dopo aver ricevuto le prime cure dai sanitari dell’ospedale di Polla per aver riportato un trauma vascolare toracico. Paciello gestisce in società un altro bar nella zona di Sassano.
Le vittime – A perdere la vita nell’incidente, verificatosi poco dopo le 16,30 nella frazione Silla del grosso centro agricolo-commerciale del Vallo di Diano, sono stati Giovanni Femminella di 16 anni, suo fratello Nicola di 22 anni, entrambi figli del proprietario del bar, Daniele Paciello di 19 anni e Luigi Paciello di 15 anni, quest’ultimo fratello di Gianni Paciello. La tragedia ha sconvolto oltre che la comunità sassanese l’intero Vallo di Diano. Sul posto dell’incidente sono giunte, subito dopo il fatto, centinaia di persone. Il sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino, ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
La dinamica della tragedia – Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Sala Consilina, diretta dal capitano Emanuele Corda, la Bmw ha impattato contro una rotatoria, posta alla fine di un rettilineo imboccato a forte velocità, ed è rimbalzata contro la vetrina del bar “New Club 2000”. L’ impatto è stato attutito parzialmente da un marciapiede, ma l’ auto è finita su un tavolino posto davanti ad una vetrina, al quale erano seduti i quattro giovani.
Martedì i funerali – Le esequie si terranno in maniera separata: alle ore 9, nella chiesa della frazione Silla, saranno celebrate le esequie di Daniele Paciello, 19 anni. A distanza di qualche ora, alle 12, nella chiesa della frazione Varco Notar Ercole si renderà omaggio alle salme di Giovanni Femminella, 16 anni, e di suo fratello Nicola, 22 anni, entrambi figli del proprietario del bar teatro della tragedia. Nel pomeriggio, infine, alle 15, sono state fissate le esequie di Luigi Paciello, 15 anni, fratello di Gianni Paciello, 22 anni, il conducente dell’auto assassina. Gianni Paciello non parteciperà ai funerali in quanto è ricoverato, in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario, nell’ospedale San Leonardo di Salerno per aver riportato un trauma vascolare toracico.
Auto andava a 100km orari – É quanto trapela dalle indagini che i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina (Salerno) stanno conducendo per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente mortale avvenuto nella frazione Silla. In quel tratto, i limiti di velocità consentono un’andatura non superiore ai 50 chilometri orari. La Procura della Repubblica di Lagonegro (Potenza), comunque, sta mantenendo il più stretto riserbo sull’attività investigativa in corso.

Ferrari, accordo sulla liquidazione di Montezemolo: 27 milioni

Ferrari, accordo sulla liquidazione di Montezemolo: 27 milioni

di , con articoli di  e di 10 settembre 2014Commenti (27)

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Luca Cordero di Montezemolo percepirà circa 27 milioni come buonuscita. Fiat Chrysler ha comunicato che il manager percepirà «l’indennità di fine mandato attribuitagli sin dal 2003 e già descritta nella Relazione sulla Remunerazione pubblicata dalla società, pari a cinque volte la componente fissa della remunerazione annua di 2,7 milioni e quindi in totale di 13.710.000, pagabile nell’arco di vent’anni». A questa si sommano 13,2 milioni a fronte anche dell’impegno di Montezemolo di non svolgere attivita’ in concorrenza con il Gruppo Fiat sino al marzo 2017. «Sarà corrisposta la componente fissa e variabile della remunerazione dovuta sino a tale momento, che corrisponde alla originaria scadenza del mandato in Ferrari, complessivamente pari ad 13,2 milioni da erogare entro il 31 gennaio 2015». Infine Montezemolo conserverà in via temporanea il diritto di acquistare prodotti del Gruppo Fiat con alcune facilitazioni nonche’ di usufruire di taluni servizi attinenti la sicurezza.

Luca Cordero di Montezemolo prende la parola ad inizio della conferenza stampa a Maranello: «Si apre una fase nuova ed è giusto che si apra con un soggetto nuovo. Rassegno le mie dimissioni perchè è finito un ciclo». Il presidente uscente della Ferrari ha rievocato i suoi rapporti con tutto il mondo Ferrari, da Piero Ferrari a Sergio Marchionne – «ci sono state incomprensioni nel weekend».

«Spero che il nuovo ciclo sia diverso e importante – ha detto Montezemolo -. Ferrari è la cosa più importante della mia vita insieme alla mia famiglia. Ferrari significa per me è guardare avanti, andare oltre, innovare, spingere miglirare giorno per giorno. E’ un motivo di orgoglio per me aver lavorato a ungruppo che ora va in Borsa».

«E’ un giorno importante, dopo 23 anni, passati molto in fretta devo dire, oggi rassegno le dimissioni dalla Ferrari’. Cosi’ il presidente del Cavallino, Luca Cordero di Montezemolo, ha esordito nella conferenza stampa d’addio in corso al Museo Ferrari a Maranello. Montezemolo ha aggiunto che Amedeo Felisa manterra’ la carica di amministratore delegato.

«Ogni tanto avete scritto delle cazzate – ha detto Montezemolo ai giornalisti presenti in sala -: qualche volta ve l’ho fatto presente, altre volte no…. Mi mancheranno le vostre cazzate».

Sergio Marchionne ha precisato ai giornalisti: «L’amicizia con Luca non si è incrinata con le incomprensioni degli ultimi tempi. Il percorso era tracciato e avete contribuito voi ad accelerare le decisioni». L’ad ha precisato che era nelle cose «la tempistica era da scegliersi. Sono processi che succedono in tutte le aziende.». E ha anche aggiunto per il futuro: «In un gruppo come Fiat da 300mila dipendenti stiamo preparando piani di successione per tutte le posizioni chiavi di questa azienda».

Marchionne&Montezemolo: una conferenza stampa di “cazzate”

Marchionne&Montezemolo: una conferenza stampa di “cazzate”

10 settembre 2014

Un momento della conferenza stampa congiunta di Marchionne & Montezemolo per l’addio del presidente di Ferrari.

Ei’ in corso a Maranello la conferenza stampa congiunta di Sergio Marchionne & Luca Cordero di Montezemolo sull’addio di quest’ultimo alla Ferrari, per il quale si aprono diverse strade tra cui, in primis, la presidenza di Alitalia.

A parte le parole Ferrari e Fiat ( o meglio, Fca)  la parola “cazzate” è quella che è stata detta più volte durante la conferenza. Il neo presidente Marchionne ha pure sottolineato che una delle poche cose giuste che ha fatto alla guida del gruppo Fiat è stato “quello di aver assicurato l’autonomia della casa del Cavallina Rampante”. Una delle poche cose giuste ben pagate, 47,9 milioni di euro, di cui 40,7 milioni grazie alle azioni del Lingotto ricevute con un superpremio nel 2009,  secondo la classifica sulle società quotate del Sole24Ore.

Alle domande dei giornalisti, Luca e Sergio, così continuavano a chiamarsi i due “contendenti”, hanno “provato” a scherzare, sul “cantiere” aperto in Ferrari, soprattutto per la Gestione Sportiva, e sul futuro di Montezemolo, che vedrà un impegno forte sino al 13 ottobre con la casa di Maranello, con la scuola di suo figlio di 4 anni (per il quale, forse, voleva dire asilo o scuola materna)  e…con una “azienda che si muove ma nei cieli”, per cui “Luca” ha risposto: “è una possibilità, anche se è prematuro”.

Montezemolo lascia il Cavallino, Marchionne presidente Ferrari

Montezemolo lascia il Cavallino, Marchionne presidente Ferrari

con articoli di  e  e un’analisi di 10 settembre 2014Commenti(17)

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Argomenti: Enzo Ferrari | Luca Cordero di Montezemolo | Stati Uniti d’America | Ferrari |Abbiamolavorato | Wall Street | Agnelli | Fca | Fiat

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A Maranello finisce l’era Montezemolo durata 23 anni. Dal 13 ottobre Luca Cordero di Montezemolo non sarà più presidente della Ferrari «su sua richiesta», si legge nel comunicato stampa diffuso questa mattina. L’addio arriverà a conclusione del festeggiamento dei 60 anni di Ferrari in America. Al suo posto arriverà Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fca, esattamente come ipotizzava il mercato. L’avvicendamento pone termine alla “repubblica indipendente” di ferrari nell’ambito del gruppo torinese e la integra di fatto anche nella gestione all’interno di Fca in vista della prossima quotazione a New York. Questo permetterà al gruppo di beneficiare a pieno del valore che Ferrari potrà portare al titolo.

«Del futuro della Ferrari – ha commenta Marchionne – io e Luca abbiamo discusso a lungo. Il nostro comune desiderio di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista ci ha portato ad alcune incomprensioni che si sono manifestate pubblicamente nello scorso week-end. Voglio ringraziare personalmente Luca per quanto ha fatto per la Fiat, per la Ferrari e per me».

E un ringraziamento al manager arriva anche dalla famiglia Agnelli attraverso le parole del presidente di Fiat John Elkann: «Desidero ringraziare Luca a nome della mia famiglia e a titolo personale per quanto ha fatto per la Fiat e per la Ferrari. Ha ricoperto diverse posizioni di responsabilità, a partire dalla presidenza di Fiat dal 2004 al 2010, condividendo con me momenti di difficoltà, ma anche di grande soddisfazione. A Luca vanno i miei auguri per il suo futuro professionale e imprenditoriale, con la speranza, certamente condivisa, di vedere presto la Ferrari tornare a vincere».

Marchionne coglie l’occasione, poi, per ricordare il percorso fatto insieme negli ultimi dieci anni: «Nel 2003 Luca ed io siamo stati nominati lo stesso giorno consiglieri di amministrazione della Fiat. Un anno dopo siamo diventati presidente lui e amministratore delegato io. Abbiamo lavorato insieme nei primi anni, condividendo preoccupazioni, problemi e successi. Come presidente della Ferrari ha portato l’azienda ad un livello tecnologico e organizzativo di eccellenza e ha ottenuto importanti risultati economici».

Da parte sua, Luca di Montezemolo, in un comunicato della casa del Cavallino rampante, conferma il ruolo che avrà il marchio premium del gruppo nell’ambito del debutto Oltreoceano: «La Ferrari avrà un ruolo importante all’interno del gruppo Fca nella prossima quotazione a Wall Street e si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall’amministratore delegato del gruppo. Finisce un’epoca e ho quindi deciso di lasciare la presidenza dopo quasi 23 anni meravigliosi e indimenticabili, dopo quelli passati a fianco di Enzo Ferrari negli anni Settanta».

«Il mio ringraziamento – prosegue Montezemolo – va innanzi tutto a donne e uomini eccezionali in fabbrica, negli uffici, nei campi di gara, sui mercati di tutto il mondo che sono stati i veri artefici in questi anni della grande crescita dell’azienda, delle tante memorabili vittorie e del successo del marchio diventato grazie a loro uno dei più forti al mondo. Un saluto e un ringraziamento a tutti i nostri partner tecnici e commerciali, ai dealer di ogni Paese e in modo particolare ai clienti e ai collezionisti con cui condivido la
stessa passione. Ma il mio pensiero va oggi anche ai nostri tifosi che non hanno mai fatto mancare alla Scuderia il loro entusiasmo soprattutto nei momenti più difficili.
La Ferrari è la più bella azienda del mondo e per me è stato un grande privilegio e
onore esserne stato il leader. Le ho dedicato tutto il mio impegno ed entusiasmo e
insieme alla mia famiglia ha rappresentato e rappresenta la cosa più importante
della mia vita».

«Auguro agli azionisti – conclude il comunicato di Montezemolo -, e in particolare a Piero Ferrari che mi è stato sempre vicino, e atutte le persone dell’Azienda ancora tanti anni di successo che la Ferrari merita».

Tutor: come funziona, la mappa italiana e le multe

Tutor: come funziona, la mappa italiana e le multe

13 agosto 2014 | In: Automobili | Tags: 

Tutor: come funziona

Tutor Autostrade

Il Sistema Informativo per il controllo delle velocità (SICVE), più comunemente noto cometutor, è il primo sistema che permette di rilevare la velocità media dei veicoli su una tratta autostradale di lunghezza variabile: un sistema gestito completamente dalla Polizia Stradale che si occupa di programmare l’attivazione e di accertare le violazioni del Codice della Strada. Il SICVE, introdotto gradualmente sulla rete autostradale dal 2005, ha dimostrato numericamente di essere uno strumento positivo, capace di modificare il comportamento degli automobilisti alla guida e di garantire una maggiore sicurezza sulle autostrade italiane. Già dopo il primo anno di funzionamento si è registrato una diminuzione del tasso di incidentalità ( -50% del tasso di mortalità e -27% del tasso di incidentalità con feriti). Un sistema funzionale, adatto a migliorare la sicurezza autostradale.

Come funziona il Tutor?

Sono molte le descrizioni che “girano” tra gli automobilisti, ma molte di queste sono lontane dalla reale funzionamento del sistema. Il Tutor rileva la velocità di un veicolo su di una tratta, che viene delimitata da due “portali” collegati a sensori posizionati sotto l’asfalto che al passaggio del veicolo attivano le telecamere installate sui portali stessi. Si tratta quindi di una strumentazione complessa che permette di monitorare l’andamento di ogni singolo veicolo.

Nell’attraversare il portale, il sensore rileva la tipologia di veicolo (camion, automobile, bus, moto, etc.) e attiva la telecamera che rileva targa e registra la data e l’ora del passaggio. Alla fine della tratta in analisi il sensore del portale d’uscita si comporta allo stesso modo di quello all’entrata, rilevando targa del veicolo, data e ora del passaggio. Un sistema centralizzato abbina in seguito i dati rilevati dai due sensori, quello di entrata e di uscita, determinano la velocità media (il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato nel percorrerlo) di ciascun veicolo. Ovviamente tiene conto dei limiti di velocità specifici di ciascuna tipologia di veicolo transitato.

In caso di violazione, il sistema interroga automaticamente il database della Motorizzazione Civile per risalire all’intestatario del veicolo. La Polizia Stradale accerterà la violazione e successivamente il sistema si occuperà di compilare, stampare e avviare la procedura di notifica al trasgressore. I dati relativi ai veicoli la cui velocità media non supera quella consentita vengono automaticamente eliminati.

Tutor: dubbi e leggende

  • Il Regolamento di Esecuzione al Codice della Strada prevede che al valore rilevato venga applicata una tolleranza pari al 5%.
  • Il Tutor funziona anche di notte, in caso di pioggia e in presenza di nebbia con visibilità ridotta fino a 30-40 metri. Quando piove sapete che il limite di velocità scende a 110 km/h, ma come si comporta il Tutor? Si adegua? Non è automatico, l’abbassamento del limite per il Tutor può avvenire su decisione e ad opera della Polizia Stradale.
  • Le telecamere del Tutor sono in grado di rilevare anche i veicoli che viaggiano in corsia d’emergenza. Si ricorda comunque che la sanzione prevista per chi viaggia in corsia di emergenza è il ritiro della patente.
  • Il tutor è installato solo su segmenti autostradali omogenei per limiti di velocità.
  • Il Tutor è omologato anche per il funzionamento in modalità “Autovelox” e cioè per la rilevazione della velocità istantanea. Tuttavia si tratta di un utilizzo molto raro e limitato in casi particolari, come ad esempio in prossimità di aree di cantiere.
  • Il Tutor è totalmente indipendente dalla presenza di un Telepass a bordo. Il Tutor, infatti, rileva la targa e procede alla notifica del verbale a tutti coloro che superano i limiti di velocità consentiti, anche se non possiedono un Telepass.

Tutor

Tutor: come funziona, la mappa italiana e le multe http://bit.ly/17GA1zZ via @6sicuro

Su quali strade è installato il Tutor?

Essendo un sistema di tutela/prevenzione sul sito di Autostrade per l’Italia è disponibile una Mappa dei Tutor, facilmente consultabile da qualsiasi utente, che mette in chiaro su quali tratti autostradali sono attive le postazioni fisse per il rilevamento della velocità. Viene fornito anche un pdf con tutte le tratte coperte dal sistema, indicando anche l’inizio e la fine della tratta monitorata. Per gli automobilisti più tecnologici c’è la possibilità di servirsi di device e app dedicate per segnalare i dispositivi di rilevamento della velocità. Anche i classici navigatorivengono in soccorso degli automobilisti, ma per l’unico modo per evitare la sanzione del Tutor è moderare la velocità. Diversamente dall’autovelox, che punisce chi supera il limite nel punto in cui viene rilevata la velocità, il SICVE agisce su un tratto di strada più lungo.

Come contestare una multa notificata tramite Tutor?

Diversamente dalle altre sanzioni amministrative, impugnare una multa notificata dal sistema tutor non è così facile. La sanzione può essere contesta davanti al Giudice di Pace competente, come accade per le altre tipologie di multe, determinato dal “portale di uscita” ovvero i sensori posti alla fine del tratto di strada preso in analisi. Le cose si complicano nel caso in cui la violazione del limite di velocità sia “prolungata” e quindi notificata da più porte di uscita. In questo caso il conducente del veicolo,  intenzionato a contestare la sanzione, dovrà presentare ricorso a tutti gli Uffici del Giudice di Pace di competenza coinvolti dalla sanzione. Un ricorso che risulterebbeoneroso per qualsiasi automobilista.

Renzi, la tripletta: via Senato, Unità e Fiat

Renzi, la tripletta: via Senato, Unità e Fiat

Renzi pensa molto di sé ma neppure lui avrebbe creduto a un simile colpo: liberare l’Italia negli stessi giorni, del Senato, dell’Unità e della Fiat. Non era facile perché non c’è apparente legame fra i tre grandi scomparsi, una istituzione, un giornale-memoria e una azienda che, da sola, rappresentava e garantiva l’Italia come Paese industriale. Non ditemi che mettere insieme le tre chiusure (o partenze per sempre) è solo una trovata polemica. Renzi è bravo, come dicono tutti (chiamandolo continuamente Matteo perché è così giovane, e dandogli ideali pacche sulle spalle) e se si chiude il Senato è solo per una sua decisione (il perché, dovremo estrarlo dalle macerie); se chiude l’Unità, ciò che resta di un pezzo glorioso del suo partito, è perché tutto quel passato di altri gli dà noia; se se ne va la Fiat, un esodo unico in Europa e mai accaduto in un grande Paese, è perché il suo disinteresse per ciò che non controlla  – o lui o la Boschi – lo innervosisce e, francamente, non gli interessa.

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Nella loro diversa pesantezza e dimensione, tutti e tre gli eventi hanno un loro aspetto non chiaro (e anzi, misterioso) e stupisce che così tanta parte dei media italiani si prestino a celebrare due degli eventi e a ignorare il terzo.

Nonostante la memoria corta di un mondo su cui piovono Twitter e hashtag come la cenere dopo Hiroshima, credo che si ricorderà la fine del Senato. Perché non se ne conosce la ragione; perché c’erano cose ben più urgenti da fare; perché ha sradicato in modo rozzo e violento i molti legami, ascendenze e conseguenze nellaCostituzione; perché, come ha detto bene, chiaro e al momento giusto, il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani, questa legge porta due firme: quella di Matteo Renzi e quella di Silvio Berlusconi. Lo testimonia un’immagine destinata a restare come quelle dei Marines di Iwo Jima: Maria Rosaria Rossi, di casa Berlusconi, abbraccia Maria Elena Boschi, di casa Renzi, con il furore femminile di poche grandi occasioni della vita. La commenta bene, in un desolato e bellissimo testo, su Il Corriere della Sera (7 agosto) Corrado Stajano: “Perché, ci si chiede, discutere della legge fondamentale della Repubblica in modo così affannoso e dilettantesco, con il ritmo di una tappa a cronometro su pista, tra minacce e blandizie?”. Nell’entusiasmo del momento si erano persino dimenticati che Giorgio Napolitano, a un certo momento, avrebbe dovuto diventare senatore a vita. E la Finocchiaro è dovuta correre indietro a inserire un’eccezione per ex presidenti della Repubblica, che restano d’ora in poi i soli senatori a vita. Ma dove? Nel festoso suk di portatori di interessi nominati dalle Regioni.

Intanto Renzi ha chiuso l’Unità. Ma quando mai?, ti direbbero al Nazareno, se ti accogliessero e non temessero che qualcuno gli guardi le carte sul tavolo. L’Unità, ti direbbero, ha finito la corsa, punto e basta. Svelto com’è, Renzi non ha neanche perduto tempo a verificare se e come l’organo del Partito Democratico svolge il suo ruolo. Sì, qualche volta avrà notato con la coda dell’occhio, che non era tutto scritto da lui, che non c’entrava, neppure dopo anni di Ds e poi di Pd remissivo e sempre pronto a qualche pacificazione, con la nuova vita insieme, lui e Berlusconi, Berlusconi e lui.>

Non tutti cambiano radicalmente in una o due assemblee, come i membri di direzione del suo partito. Dopo tutto quel giornale ha mai aperto con grande foto del sorriso fisso sulla non realtà della Boschi o della incompetente e dannosa gentilezza della Madia? Diciamo la verità: il giornale stava nei ranghi ma non lo aveva ancora portato in trionfo. E poi, a certe scadenze, veniva fuori con certi ricordi e immagini e voci di cui non senti il bisogno, mentre condividi questa nuova Italia rinnovata e pacificata con Berlusconi. Intanto se i competenti del mondo fanno notare le tue disattenzioni economiche e il rischio grave dell’Italia, sei già circondato di “grandi giornali” italiani detti indipendenti che si occupano di non dirlo. Infine deve avere notato che nessuno, anche tra i più miti redattori dell’Unità, era mai stato boy scout. Renzi ha imparato solo la prima parte del celebre motto: “Tutti per uno”. È svelto, e passa subito alla conclusione: chiudere, e farla finita, come gli dice Verdini da un pezzo, con la paccottiglia comunista.

La Fiat, che era l’immagine dell’Italia industriale nel mondo e il punto di riferimento per l’industria italiana (se lo fa la Fiat, come fa la Fiat…) si è sfilata con agilità dalle tasse (paga a Londra), dai legami con l’Italia (ha sede amministrativa e legale in Olanda) e dalla produzione (che ha luogo alla periferia di Detroit). Di fronte a un evento di tale enormità i politici non c’erano, non al Parlamento di una o due Camere, non al governo. Renzi lavorava a cambiare verso, a cambiare l’Italia, a forgiare le riforme che tracciano qualche solco ma non si sa per dove.

Anche perché gli hanno portato a Palazzo Chigi tre immensi gipponi, che sarebbero destinati alla produzione italiana (famosa nel mondo per la Cinquecento, ricordate?). Ma la produzione italiana non esiste. Piani, progetti e investimenti sono stati tenuti fermi. E gli operai della Fiat, noti nel mondo per il loro lavoro, ora sopravvivono in buon numero con la cassa integrazione di questa Repubblica, mentre la Casa Tudor-Marchionne paga al governo inglese. Renzi? Per lui va bene. Il Paese gli sembra più fresco, più giovane. Senza Fiat, senza Unità, senza Senato, lui ci ha riportati come bambini al mattino di una giornata che ci promette bellissima. Se righiamo dritto, senza ostruzionismi e senza menarla sulla Costituzione.

Cosa fare in caso di incidenti con auto non assicurate

Cosa fare in caso di incidenti con auto non assicurate

WordNetScritto da Emiliano Caretti | WordNet – ven 1 ago 2014 02:04 CEST

Cosa fare in caso di incidenti con auto non assicurateCosa fare in caso di incidenti con auto non assicurateChe si tratti di una semplice “toccatina” in città piuttosto che qualcosa di più grave, un incidente in auto rimane sempre uno dei momenti più temuti da tutti gli automobilisti, fonte di stress e preoccupazioni anche nei giorni successivi all’avvenimento. Quando, poi, abbiamo a che fare con una vettura senza copertura assicurativa (o con polizza scaduta) allora i timori possono veramente arrivare alle stelle. E non pensiate che queste occasioni siano così rare: secondo gli ultimi dati ufficiali (provenienti da ACI e ANIA, l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici), sono infatti quasi quattro milioni le vetture circolanti “illegalmente” nella penisola, pari a oltre l’8 percento del totale delle auto italiane. Ma quali sono le procedure da tenere se un veicolo privo di assicurazione (o con copertura non più valida) causa un incidente nel quale rimaniamo coinvolti?

Nissan GT-R: Godzilla contro tutti

In tal caso, la prima cosa da fare è senza dubbio chiamare in causa le Forze dell’Ordine, dato che la guida senza copertura assicurativa (o scaduta da più di 15 giorni) è anche una violazione grave del Codice della Strada: la sanzione prevista è infatti una multa da 841 a 3.366 Euro, con sequestro del veicolo e l’obbligo della stipula di una polizza di almeno sei mesi e del pagamento della contravvenzione, pena la confisca del mezzo. Anche per quanto riguarda i danni subiti va fatta una distinzione, sempre nel caso che la RCA sia scaduta da un tempo inferiore o superiore a 15 giorni: nel primo caso, infatti, la legislazione prevede che il risarcimento avvenga da parte della “vecchia” compagnia assicuratrice, con nessun’altra complicazione (almeno in teoria); qualora, invece, siano trascorsi più di 15 giorni dalla scadenza della polizza, allora bisognerà fare affidamento al “Fondo per le vittime della strada“.

Scopriamo tutti i segreti del Differenziale

Nato nel 1969, gestito dalla Consap (Concessionaria per i servizi assicurativi pubblici) e finanziato dai contribuenti grazie a una quota (attualmente fissata al 2,5%) di ogni contratto assicurativo, il Fondo per le vittime della strada è un ente che ha il compito di risarcire chi è coinvolto in sinistri causati da pirati della strada e veicoli non assicurati; sarà quindi proprio lui ad effettuare il rimborso dei danni subiti, sia dalle persone che dalle cose. I problemi, in questo caso, sono però sia i tempi che le procedure necessarie: per difendersi dalle frodi, infatti, il Fondo richiede un gran numero di documenti e impiega parecchio tempo per sbrigare le pratiche; in tali casi, quindi, sarà fondamentale l’aiuto di un avvocato specializzato in questo campo: sarà infatti lui che seguirà la pratica e intraprenderà le giuste procedure, evitandoci errori formali che potrebbero compromettere la nostra richiesta di risarcimento.

E tutto per una stupida auto

Corsia d’emergenza in autostrada: tutto quello che c’è da sapere

Corsia d’emergenza in autostrada: tutto quello che c’è da sapere

20 maggio 2013 | Pubblicato da:  | Commenti: 4 | In: Blog

Corsia d'emergenza in autostrada: tutto quello che c'è da sapere

Un’automobile percorre la bretella che collega le autostrade A1 e A21, all’altezza diFiorenzuola. Sbanda leggermente, forse per un attimo di distrazione del conducente. Invade di poco la corsia d’emergenza, che a parte rari casi dovrebbe essere lasciata sgombra, e tampona violentemente un camion in sosta. Nell’impatto l’automobile si accartoccia, incastrandosi sotto il mezzo pesante e solo l’intervento di Vigili del Fuoco ed eliambulanzaevita il peggio.
L’esatta dinamica dell’incidente è ora al vaglio delle forze dell’ordine, anche se i primi dettagli confermano, ancora una volta, un uso discutibile – se non proprio scorretto – della corsia d’emergenza. Problema nemmeno troppo raro sulle nostre strade, che spesso sono teatro di incidenti di questo tipo.

Infatti, nonostante l’opera di prevenzione da parte della Polizia Stradale, capita spesso di assistere a manovre che poco hanno a che fare con buon senso e soprattutto Codice della strada. Il problema sono i molti automobilisti che si fermano per una telefonata o sorpassi a destra, giusto per dirne un paio, ma anche per usare la corsia d’emergenza per un pisolino.

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Corsia d’emergenza in autostrada: tutto quello che c’è da sapere: http://bit.ly/10IdWwx via @6sicuro

Come utilizzare correttamente la corsia d’emergenza?

Dato che il problema è serio, oltre che diffuso, vi segnaliamo un video realizzato dalla Polstradache spiega le principali norme riguardanti la corsia d’emergenza.

La prima innanzitutto: la corsia è destinata alle sole soste di emergenza (che comunque non possono protrarsi oltre le tre ore) e al traffico dei veicoli di soccorso. Può essere occupata solo in due casi: malessere del conducente o guasto del veicolo, quando cioè la corsia diventa una sorta di “rifugio temporaneo” e ed evita guai più seri.

Altro mito da sfatare: una volta fermata l’automobile, i pedoni non devono camminare liberamente o accamparsi lungo la corsia, che possono percorrere solo per raggiungere lecolonnine SOS.
La circolazione dei veicoli è sempre vietata, tranne in caso di ingorgo, quando è possibile appoggiarsi alla corsia d’emergenza per uscire prima, e comunque solo nel tratto finale (pari a 500 metri) prima dello svincolo.

Quanto al veicolo fermo, esso deve essere sempre segnalato mantenendo accese le luci di posizione e, dove possibile, posizionando il triangolo.  In ogni caso, è bene ricordarlo, la corsia d’emergenza serve a evitare guai più seri, ma rimane pur sempre un luogo a rischio. Per questo motivo, bisogna ricordarsi che sostarvi è sempre pericoloso.

 

Assicurazione Auto: sfatiamo un po’ di miti

Assicurazione Auto: sfatiamo un po’ di miti

17 maggio 2013 | Pubblicato da:  | Commenti: 20 | In: Blog

Assicurazione Auto: sfatiamo un po' di miti

Fai pure l’assicurazione su Internet… Certamente credi di risparmiare qualche soldo all’inizio, ma poi? Quando hai un incidente, a chi ti rivolgi? Te la prendi con lo schermo del tuo pc? Quando aspetti che ti arrivino i soldi e ti trovi un callcenter che ti rimbalza da un operatore all’altro, che fai? Invece, con me , che faccio l’agente di assicurazioni da 10/20/30 anni, se hai un problema, mi chiami. Siamo qua, rispondiamo, e sappiamo ‘incanalare’ la tua pratica di sinistro nel modo giusto alla compagnia di assicurazioni. E  vedrai che tutto sommato, anche se da noi la polizza la paghi un po’ di più, alla fine ti conviene e vivi più tranquillo. Sei in buone mani, con noi.  E non in quelle di un callcenter impersonale che non sa chi sei”

Quante volte abbiamo sentito questo ritornello. Al bar, in spiaggia, a cena con amici, sulle nostre pagine Facebook: sembra che l’assistenza “personalizzata” a seguito di un incidente sia diventato l’ultimo baluardo che gli agenti usano per convincere i clienti a continuare a comperare da loro la polizza anche se costa di più  A volte molto di più. E soprattutto “lavorando” sullo paura (che tutti abbiamo) di non avere un interlocutore: “Se hai un incidente che fai? Le compagnie online fanno di tutto per non pagarti e tu non sai con chi prendertela!”.

 

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“Fai l’assicurazione su Internet ma poi? Se hai un incidente a chi ti rivolgi?” Sfatiamo un po’ di miti.. bit.ly/185Ihue via @6sicuro

 

Ho avuto modo di testare in prima persona la procedura di risarcimento di una compagnia online. Preciso anche che, nei contatti avuti con la compagnia, non ho mai segnalato che lavoro nel settore e che mi occupo di distribuzione di assicurazioni online. Primo perché odio l’approccio stile “lei non sa chi sono io”, secondo perché volevo osservare le procedure esattamente come si svolgono per tutti i clienti.

E dunque, questi i fatti.

La sera del 6 aprile, uscendo da un ristorante in Toscana, trovo una piccola folla intorno alla mia auto – un Audi A4 – che si era radunata perché era appena avvenuto un incidente. Una 600, che aveva evidentemente perso il controllo, era andata a sbattere contro la mia Audi, regolarmente parcheggiata sul lato della strada. Questo è il quadretto che mi sono trovato.

Assicurazione auto

Ovviamente un po’ ci si arrabbia, li per li. Poi si cerca di ordinare le idee e andare avanti. L’auto che mi aveva urtato era molto peggio messa della mia e non poteva più muoversi. La signora alla guida era visibilmente scossa per l’accaduto. Non aveva evidentemente alcuna difficoltà ad ammettere il suo torto. Non poteva essere altrimenti: la mia auto è stata “investita”, ripeto, da parcheggiata! Estraggo quindi dal cruscotto il modulo di constatazione amichevole e iniziamo a compilarlo. Per me era la prima volta e confesso che non è semplicissimo. Mettiamo tutti i dati, discutiamo un po’ sulla descrizione della dinamica (il tema era se si poteva definire un tamponamento o meno, visto che l’urto era dietro/sul fianco). Alla fine firmiamo e ce ne andiamo (almeno io, lei aspettava il carro attrezzi). La mia macchina, anche se un po’ ammaccata, funzionava.

Il mattino dopo sono rientrato a Milano (era domenica) e il lunedì mattina chiamo la mia compagnia – per la cronaca, Genialloyd (una delle più importanti compagnie online) – per denunciare il sinistro. Mi rispondono subito (forse 30 secondi attesa).

Parlo con una signorina alla quale descrivo la dinamica dell’incidente. La stessa mi chiede se io ho una carrozzeria di fiducia. Non avendola, la signorina mi chiede se mi va bene di usarne una convenzionata con loro e me ne propone varie, indicandomi quelle vicine a casa mia. Ne scegliamo una insieme e l’operatrice mi annuncia che a breve avrei ricevuto una mail con tutte le istruzioni per procedere con la riparazione, precisando che avendo scelto una delle “loro” carrozzerie non avrei dovuto anticipare io il costo della riparazione, ma avrebbero provveduto loro a pagare direttamente.

Unica incombenza da parte mia, mandare a loro copia della constatazione amichevole firmata. Detto e fatto, l’ho scannerizzata e mandata via mail, mentre una delle copie “originali” la potevo dare al carrozziere che l’avrebbe fatta avere lui alla compagnia. Dopo 3 minuti  è arrivato al mio indirizzo email questo documento.

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 carrozzieri

Chiamo la carrozzeria, mi dicono che hanno bisogno di 2 giorni per farla vedere al perito prima di  ripararla e che potevano iniziare il lavoro il lunedì successivo. Faccio notare che avevo letto sul sito di Genialloyd che potevo chiedere che venissero a prendere loro l’auto a casa mia. Mi confermano che è possibile e ci accordiamo su tutta la linea: mercoledì la vengono a prendere, giovedì la vede il perito, venerdì arriva l’ok e il lunedì successivo inizia la riparazione.

È stato esattamente così. La riparazione ha preso un po’ di tempo in più perché un pezzo originale (il porta faro) è arrivato dall’Audi con qualche giorno di ritardo. L’auto mi è stata riconsegnata a domicilio 2 settimane dopo, perfetta. Ho firmato solo una autorizzazione al pagamento diretto fra la compagnia e la carrozzeria.  Non ho pagato neanche un euro.

 

Niente altro. Semplice, efficiente, puntuale, con tanto di ritiro e riconsegna del veicolo a domicilio. Eccolo.

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E quelli che ancora dicono di non fidarsi delle compagnie online, che se hai un incidente “poi cosa fai”, mi sembrano sempre di più dei rimasugli di un’epoca che non c’è più, pronti a diffondere dubbi infondati sulle compagnie online per vendere ai loro clienti dei prodotti identici a quelli che si trovano sul Web, ma più cari.