David di Donatello 2020, ‘Il traditore’ trionfa con sei premi.

David di Donatello 2020, ‘Il traditore’ trionfa con sei premi. Tutti i vincitori

65esima edizione della festa del cinema italiano. Jasmine Trinca migliore attrice, ‘Pinocchio’ cinque riconoscimenti

di BARBARA BERTI

Carlo Conti conduce la 65esima edizione dei David di Donatello (Ansa)
Carlo Conti conduce la 65esima edizione dei David di Donatello (Ansa)

Roma, 9 maggio 2020 – Ai David Donatello 2020 trionfa ‘Il Traditore’ con sei premi tra cui miglior film, attore protagonista (Pierfrancesco Favino) e regia (Marco Bellocchio). Cinque premi per ‘Pinocchio’ con Roberto Benigni senza statuetta ma vincitore premio per il look visto il suo smoking da casa.

Si conclude così la 65esima edizione della festa del cinema italiano, per una notte degli ‘oscar’ senza il consueto glamour “ma importante per dare un segnale” sostiene Carlo Conti, al timone dell’inedita cerimonia con diretta tv su Raiuno, Rai Movie e RaiPlay.

Niente pubblico, niente ospiti, statuette virtuali, collegamenti via web con gli artisti (che comunque sono molto emozionati) e messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (solitamente riceveva i protagonisti al Quirinale) che ricorda le difficoltà del settore in questo momento difficile, “i più penalizzati dall’emergenza”, e parla del “cinema come arte del sogno che si realizza concretamente grazie a tanti professionisti che hanno il compito arduo di sviluppare la cultura e tutelare il nostro patrimonio”. Durante la serata gli omaggi ad Alberto Sorti e Federico Fellini (entrambi nati cento anni fa), mentre alla quasi centenaria Franca Valeri il David Speciale 2020.

Si parte dalla categoria Miglior attrice non protagonista: la statuetta va a Valeria Golino per ‘5 è il numero perfetto’. “Dedico il premio all’Italia, a tutti noi in questo momento così fragile e potente” dice l’attrice. Il Miglior attore non protagonista è Luigi Lo Cascio per ‘Il traditore’ che lo dedica “ai lavoratori del mondo dello spettacolo”.

Il Donatello 2020 come Miglior attore protagonista va a Pierfrancesco Favino, il Tommaso Buscetta de ‘Il traditore’ che, da casa, festeggia con l’abbraccio della moglie Anna Ferzetti; la Migliore attrice protagonista è Jasmine Trinca (‘La dea fortuna’) che, invece, festeggia con il cartonato di Angelina Jolie.

Pinocchio’ di Matteo Garrone conquista il David per il Miglior scenografo (Dimitri Capuani), Miglior truccatore (Dalia Colli e Mark Coulier), Miglior costumista (Massimo Cantini), Miglior acconciatore (Francesco Pegoretti) e Migliori effetti visivi.

Il David Miglior autore della fotografia va a Daniele Ciprì per ‘Il primo re’; la Migliore sceneggiatura originale è quella del film ‘Il Traditore’ mentre la Migliore sceneggiatura non originale è quella di ‘Martin Eden’.

Il David per il Miglior musicista va all’Orchestra di piazza Vittorio per ‘Il flauto magico di piazza Vittorio’, mentre la Migliore canzone originale risulta ‘Che vita meravigliosa’ di Diodato (vincitore del Festival di Sanremo 2020) per il film ‘La Dea fortuna’.

Per la categoria Miglior regia, il David di Donatello 2020 va a Marco Bellocchio per ‘Il traditore’. “Ringrazio tutta la squadra” dice il maestro. Il Miglior regista esordiente è Phaim Bhuiyan per ‘Bangla’. “Lo dedico ai ragazzi di seconda generazione ma anche all’Italia che ci ha accolto” dice il 24enne romano con origini del Bangladesh.

Il film ‘Il primo re’ si aggiudica i

Silvia Romano è in Italia

Silvia Romano è in Italia: “Sono stata in 4 covi. Avevano promesso di non uccidermi”

La cooperante 25enne liberata vicino a Mogadiscio. L’abbraccio con i genitori: “Ora voglio stare con la mia famiglia”. L’accoglienza a Ciampino di Conte e Di Maio

Roma, 10 maggio 2020 – Tutta Italia era in attesa del rientro di Silvia Romano, liberata ieri dopo essere stata rapita a novembre 2018 in Kenya. E lei è arrivata in perfetto orario – alle 14 – all’aeroporto di Ciampino. Momenti di grande commozione quando la cooperante italiana 25enne – completamente coperta da una veste islamica verdina e con la mascherina e i guanti d’ordinanza, è uscita dal portellone dell’aereo. Ha salutato tutti, ha sorriso e subito è corsa ad abbracciare i familiari. Ad attenderla all’aeroporto anche il premier Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio, che indossava una mascherina con il tricolore.

Sorridente, dopo aver a lungo salutato i presenti, la ragazza si è lasciata andare in un prolungato abbraccio con i genitori e con la sorella (cosa che le è stata consentita, nonostante il distanziamento sociale obbligatorio), sotto gli occhi del presidente del Consiglio, che ha applaudito insieme  al capo della Farnescina e l’ha accarezzata con i gomiti. Silvia si è fatta poi fotografare con Conte e Di Maio.

Silvia: “Ora sto con la mia famiglia”

“Grazie. Sto bene, per fortuna, sto bene fisicamente e mentalmente. Ora voglio solo stare tanto tempo con la mia famiglia e sono felicissima, dopo tanto è bello essere tornati”. Sono state le parole che Silvia Romano ha rivolto a Conte e Di Maio dopo essere atterrata a Ciampino.

Il racconto ai pm

Successivamente la 25enne è stata ascoltata dai pm di Roma, nella caserma dei Ros. Alla base del colloquio con gli inquirenti i momenti di quando è stata prelevata dai rapitori, ormai 18 mesi fa, la sua conversione all’Islam, e le fasi del rilascio con l’ipotesi del pagamento di un riscatto. Silvia, secondo fonti investigative, ha ammesso la conversione e ha assicurato di essere stata trattata “sempre con umanità” dai rapitori. Ha invece negato di essere stata costretta a sposarsi. “Non c’è stato alcun matrimonio né relazione, solo rispetto”.

FOCUS / La conversione all’Islam: “E’ stata una mia libera scelta”

“Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa e così è stato”, sono state le parole di Silvia nel corso dell’audizione con il pm della Procura di Roma, Sergio Colaiocco, e gli inquirenti del Ros.

“Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi – ha ricordato Romano – Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati”.

Le parole di Conte e Di Maio

“Siamo davvero lieti di aver dato il benvenuto a Silvia; in un momento di grande difficoltà che il Paese sta vivendo, questo è anche un grande segnale di speranza e di fiducia, che lo Stato c’è, c’è sempre, e non si lascia mai distrarre da tutti quelli che sono i suoi compiti, compiti su tutti i fronti – ha detto il premier Conte -. “Eravamo ormai in dirittura finale da qualche mese, ma sono notizie che vanno sempre mantenute nel massimo della riservatezza”.

Silvia Romano con Di Maio e, dietro, tutta la sua famiglia (Ansa)
Silvia Romano con Di Maio e, dietro, tutta la sua famiglia (Ansa)

“Abbiamo lavorato tanto, lo Stato in tutte le sue componenti, perché questi risultati si raggiungono solo se c’è una grande dedizione e abnegazione da parte di tutti i comparti interessati. In particolare – ha aggiunto Conte – l’agenzia dei servizi di intelligence, con particolare riguardo all’Aise, ma parliamo anche della Farnesina con l’Unità di crisi, con il lavoro del ministro Di Maio, parliamo anche dell’autorità giudiziaria italiana, che ringrazio per il gran lavoro che fino a qui ha fatto, parliamo anche di componenti della Difesa e del ministro Guerini”.

Da parte sua Di Maio ha detto: “Ringrazio a nome del ministero degli Esteri tutte le persone che hanno lavorato a riportare Silvia Romano in Italia – ha continuato il ministro – in questa giornata, la festa della mamma. Un augurio speciale alla mamma di Silvia e un saluto a tutte le mamme, ai genitori, ai parenti di altri cittadini che purtroppo sono ancora in uno stato di prigionia all’estero. Lavoreremo come abbiamo lavorato per Silvia Romano per riportarli indietro. Lo Stato non lascia indietro nessuno e il lavoro fatto dalla Farnesina, dall’intelligence, dal presidente del Consiglio, da tutti gli uomini e le donne che hanno lavorato a riportarla a casa, è un lavoro che andrà avanti. Non da domani, ma dalle prossime ore come abbiamo sempre fatto”.

Coronavirus, le linee guida per la riapertura di ristoranti, bar e lidi

Coronavirus, le linee guida Inail (in Pdf) per la riapertura di ristoranti, bar e lidi

Nei locali quattro metri a cliente, addio al buffet e ai menù tradizionali. Regole anticontagio anche al mare. Toti: “Sulle spiagge protocolli inapplicabili”. Cipriani (Harry’s Bar di Venezia): “Norme demenziali, io non riapro”. Le imprese: “Norme insostenibili”

Mascherine, guanti e misure anti-Covid per i ristoranti (Ansa)
Mascherine, guanti e misure anti-Covid per i ristoranti (Ansa)

Roma, 12 maggio 2020 – Garantire la ripresa delle attività dopo il lockdown per Coronavirus, assicurando allo stesso tempo la tutela della salute dei lavoratori e dell’utenza. È questo l’obiettivo dei due nuovi documenti tecnici sui settori della ristorazione e delle attività ricreative di balneazione pubblicati sul sito dell’Inail, che li ha realizzati in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss) per fornire al decisore politico elementi di valutazione sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del nuovo Covid nella fase 2 dell’emergenza sanitaria.

Ristoranti: 4 metri a cliente e divisori

Nei ristoranti e nei bar va rimodulata la disposizione dei tavoli e dei posti a sedere, definendo un limite massimo di capienza predeterminato che preveda uno spazio non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente, fatta salva la possibilità di adottare altre misure organizzative, come per esempio le barriere divisorie. “Il layout dei locali di ristorazione – si legge – andrebbe rivisto garantendo il distanziamento fra i tavoli – anche in considerazione dello spazio di movimento del personale – non inferiore a 2 metri e garantendo comunque tra i clienti durante il pasto (che necessariamente avviene senza mascherina), una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets e per contatto tra persone, anche inclusa la trasmissione indiretta tramite stoviglie, posaterie”. Tra le altre indicazioni, la prenotazione obbligatoria viene indicata come ulteriore strumento di prevenzione, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale.

Firenze, la marcia dei ristoratori: “Così nessuno riaprirà”

Addio a menù di carta e buffet

Addio al buffet o al tradizionale menù. “E’ opportuno utilizzare format di presentazione del menù alternativi rispetto ai tradizionali (ad esempio  scritti su lavagne, consultabili via app e siti, menù del giorno stampati su fogli monouso)”. I clienti dovranno indossare la mascherina in attività propedeutiche o successive al pasto al tavolo (esempio pagamento cassa, spostamenti, utilizzo servizi igienici). E’ poi opportuno privilegiare i pagamenti elettronici con contactless e possibilità di barriere separatorie nella zona cassa, ove sia necessaria. E’ necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti in sala e, in particolare, per l’accesso ai servizi igienici che dovranno essere igienizzati frequentemente. Al termine di ogni servizio al tavolo andranno previste tutte le consuete misure di igienizzazione, rispetto alle superfici evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati (saliere, oliere, acetiere, etc.).

Camerieri e cuochi

Camerieri e cuochi dovranno indossare sempre le mascherine e guanti in nitrile ogni volta che è possibile. In particolare per il personale di cucina, in condivisione di spazi confinati, va indossata la mascherina chirurgica; dovranno essere utilizzati guanti in nitrile in tutte le attività in cui ciò sia possibile. Per il personale addetto al servizio ai tavoli è necessario l’uso della mascherina chirurgica per tutto il turno di lavoro e ove possibile, l’utilizzo dei guanti in nitrile.

Spiagge,il mare nell’estate del Coronavirus: le linee guida

LE REAZIONI.  Le linee guida suscitano però le proteste delle categorie di settore. Rispettare lo spazio di 4 metri quadrati per cliente nei ristoranti significa “perdere il 60% dei coperti”, sostiene Roberto Calugi, direttore generale Fipe, la federazione che rappresenta 120.000 aziende della ristorazione. “Così si condanna all’implosione un settore che prima della crisi aveva un giro d’affari di 90 miliardi di euro e ne ha già persi 34”. Gli fa eco anche Assobalneari. La distanza di 5 metri tra un ombrellone e l’altro in spiaggia sarà “un altro duro colpo” all’economia italiana dopo due mesi di lockdown, perché è un’indicazione data da “burocrati, senza neanche un confronto con le categorie e gli addetti ai lavori”, dice il presidente Fabrizio Licordari. “Potremmo essere il volano della ripresa – ammonisce -, gli italiani hanno voglia di uscire dopo che sono rimasti due mesi in casa”, ma così “è assurdo”. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti: “I protocolli nazionali per le spiagge sono inapplicabili. Così riaprire è impossibile”. Durissima la presa di posizione di Arrigo Cipriani, patron dello storico Harry’s Bar di Venezia: “Lunedì non riapro, con quelle linee guida è impossibile. Sono condizioni demenziali scritte da gente senza idee e se resteranno così, non si riapre né lunedì né mai più”. L’Harry’s Bar di Venezia e lo storico locale a due passi da piazza San Marco fondato 89 anni fa dal padre e mai chiuso tranne una parentesi nel ’43. “Allora fu requisito dai repubblichini. Adesso sta per essere chiuso dalle menti sublimi dell’Inail”. Dure anche le imprese: seguendo le linee guida elaborate da Inail e Iss “si rischia di lavorare in perdita” in quanto “diminuirebbero troppo i coperti e i ricavi” e tutto cio’ “sarebbe insostenibile per le imprese”. E’ quanto hanno detto, secondo quanto si apprende, le associazioni delle imprese al ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

Spiagge libere e Coronavirus, le linee guida

Spiagge libere e Coronavirus, ecco come andremo al mare. Le linee guida

Inail e Iss hanno pubblicato un documento tecnico che suggerisce come organizzare al meglio le nostre coste ai tempi del Coronavirus per evitare nuovi contagi

di LUCA BOLOGNINI

La spiaggia di Mondello nei giorni scorsi (Ansa)
La spiaggia di Mondello nei giorni scorsi (Ansa)

Roma, 12 maggio 2020. Spiaggia e mare ai tempi del Coronavirus. Il premier Giuseppe Conte qualche giorno fa ha promesso: “Andremo in vacanza”. Il dubbio di molti italiani è su che tipo di relax ci aspetta. Ieri l’Inail assieme all’Iss ha pubblicato un documento tecnico su come dovrebbero essere organizzate le zone di balneazione nel nostro Paese. Al momento si tratta di linee guida, ovvero suggerimenti che i politici dovranno valutare, prima di renderli obbligatori o eventualmente modificarli. Oltre alla distanze minime da rispettare, gli esperti valutano con favore anche l’adozione di una app per preontare il proprio posto nelle spiagge libere. Ecco le linee guida in dettaglio.

Regioni, confini aperti in giugno. Ma il via libera è appeso a 21 cavilli

Le linee guida Iss-Inail per la balneazione (Pdf)

Spiagge libere

Il rispetto delle norme anti assembramento è ovviamente lasciato al buon senso degli utenti, visto che non ci sono bagnini che possono controllare. Ogni Comune, a seconda delle caratteristiche delle singole spiagge, dovrà definire le modalità di accesso e di fruizione.

L’arrivo
L’Inail e l’Iss suggeriscono di sistemare nei punti di accesso cartelloni in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare dovranno essere ben chiare le regole sul distanziamento sociale (di almeno un metro) e il divieto di assembramento.

In spiaggia
Ogni spiaggia o caletta dovrà essere mappata e organizzata come se fosse uno stabilimento balneare, per arrivare a definire una capienza massima. Ogni postazione sarà delimitata da nastri (o altri accorgimenti simili non pericolosi) e potrà essere prenotata per tutta la giornata o per una determinata fascia oraria tramite una app o con altri mezzi. In questo modo sarà più semplice tracciare i contatti di un’eventuale persona che risultasse positiva al Coronavirus. Dovranno anche essere studiate soluzioni per limitare lo stazionamento dei bagnanti sulla battigia ed evitare assembramenti.

Servizi
Devono essere assicurate opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come ad esempio i servizi igienici, se presenti.

FOCUS Il link per il download della app AutoCert19 per chi possiede un dispositivo mobile Apple: https://onelink.to/autocert19

Spiagge attrezzate

Ogni stabilimento, ovviamente, ha caratteristiche diverse, per cui tutti dovranno agire in considerazione della loro capienza massima, con l’obiettivo di evitare assembramenti e mantenere il distanziamento sociale sia in acqua che sull’arenile.

L’arrivo
“Per favorire un accesso contingentato la prenotazione, anche per fasce orarie, preferibilmente obbligatoria, può essere uno strumento organizzativo utile anche – si legge nel documento – al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti. Va favorita un’agevole registrazione degli utenti, anche allo scopo di rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi”. La mascherina andrà indossata fino al raggiungimento della postazione, dove si verrà accompagnati dagli steward, e andrà rimessa quando si decide di uscire dallo stabilimento. Dovranno essere installati dispenser di gel igienizzante in diversi punti della struttura,  facilmente raggiungibili dai clienti.

In spiaggia
Ombrelloni e tende dovranno essere organizzate garantendo adeguati spazi per la battigia in modo da consentire un agevole passaggio e distanziamento fra i bagnanti. Bisognerà creare percorsi di transito differenziati per direzione, in modo da ridurre al massimo gli incontri fra gli utenti. Il flusso sarà controllato dagli steward. Sarà compito dello stabilimento registrare tutte le persone che affittano un ombrellone per uno o più giorni e sanificare le attrezzature tutte le volte che i clienti si avvicendano. La distanza minima tra le file degli ombrelloni dovrà essere almeno 5 metri, mentre quella tra ombrelloni della stessa fila dovrà essere almeno 4,5 metri. I lettini o le sedie di nuclei familiari diversi non potranno essere più vicini di 2 metri.

Servizi
Le cabine, utilizzabili solo dallo stesso nucleo familiare, dovranno essere sempre sanificate al termine di ogni prenotazione. Vietati giochi o attività che possano favorire gli assembramenti. Le piscine interne agli stabilimenti dovranno essere chiuse. Il distanziamento sociale di almeno 2 metri dovrà essere rispettato anche per quanto riguarda docce, rigorosamente all’aperto, e servizi igienici. Entrambi questi spazi dovranno essere sempre essere sanificati alla fine della giornata. La pulizia con i comuni detergenti delle aree comuni dovrà essere effettuata almeno una volta al giorno. La sanificazione dei servizi che non è possibile igienizzare tra l’uso di un cliente e l’altro dovrà essere almeno “regolare”. Un’indicazione, secondo diversi critici, abbastanza vaga.

Decreto Rilancio, via libera del Governo.

Pubblicato il 13 maggio 2020

Decreto Rilancio, via libera del Governo. Conte: 25,6 miliardi per i lavoratori

Provvedimento da 55 miliardi di euro “pari a due manovre”. Alberghi e lidi non dovranno pagare la prima rata Imu, niente Tosap per bar e ristoranti. Bellanova si commuove annunciando la regolarizzazione dei braccianti

Il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa (Ansa)
Il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa (Ansa)

Roma, 13 maggio 2020 – Via libera del Consiglio dei ministri al Decreto Rilancio. “Con le forze di maggioranza ma spero anche con l’opposizione mi auguro che il decreto possa essere migliorato”, dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. “Parliamo di 55 miliardi, pari a due manovre, un lavoro incredibile”, prosegue prima di elencare i punti chiave del nuovo provvedimento per far fronte alla crisi economica causata dall’emergenza Coronavirus. “Introduciamo misure di rilancio e sostegno alle imprese per una pronta ripartenza. Aiutiamo le famiglie che hanno figli, abbiamo un reddito di emergenza. Per i lavoratori le risorse sono cospicue, sono pari a 25,6 miliardi di euro”, dice.

“Scuola, università, ricerca, sistema sanitario, mondo dello sport, turismo, settore edilizio. Un testo complesso di oltre 250 articoli con 55 articoli – ci tiene a sottolineare il presidente del Consiglio -. Ogni ora di lavoro pesava, abbiamo impiegato un po’ di tempo ma non abbiamo utilizzato un minuto in più di quanto necessario”.

La conferenza stampa

Il bollettino della Protezione civile del 13 maggio

Autonomi e cig

“Per gli autonomi prevediamo 600 euro subito, questa volta arriveranno subito perché verranno erogate a chi ne ha già beneficiato. Ci riserviamo di integrare con un ristoro fino a 1.000 euro”, spiega Conte aggiungendo che saranno introdotte “misure di rilancio e sostegno alle imprese per orientare l’economia a una pronta ripartenza”.

Conte chiarisce che per il lavoro “ci sono 25,6 miliardi per rifinanziare cig e bonus autonomi, che sono ammortizzatori sociali e anche economici perché servono anche alle imprese per preservare efficienza produttiva. Fino a oggi abbiamo pagato l’85% delle domande cig e quasi l’80% dei bonus autonomi, per 4,6 milioni di lavoratori. Ci sono stati ritardi per la cig in deroga ma abbiamo lavorato con le Regioni, che ringrazio, per velocizzare”.

Aiuti alle imprese

“Ci sono 15, quasi 16 miliardi, per le imprese, che verranno erogati in varie forme dalle più piccole fino alla possibilità di capitalizzare le più grandi. Tagliamo 4 miliardi di tasse per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato, togliendo anche la rata Irap di giugno”, dice ancora Conte. “Sarà istituito il reddito di emergenza per due mesi e l’importo sarà dai 400 agli 800 euro”, dice ancora Conte. “Ci sono commercianti che rischiano di chiudere, imprenditori nell’incertezza: il vostro grido di allarme non ci è sfuggito, per questo ci siamo impegnati al massimo facendoci carico di questa sofferenza, ce l’abbiamo messa tutta”.

Turismo, ristoranti e bar

Poi il premier defisce “corposo” il pacchetto turismo, con un tax credit “fino a 500 euro per tutte le famiglie con Isee inferiore a 40mila euro. La prima rata Imu è abbonata per alberghi e stabilimenti balneari. Ristoranti e bar potranno occupare suolo pubblico non pagando la Tosap anche grazie alla collaborazione con Anci. E c’è un occhio di attenzione per i nostri artisti“.

Scuola e ricerca

“Un miliardo e 450 milioni in due anni saranno destinati alla scuola per programmare un rientro a settembre in sicurezza e per l’esame di maturità in presenza in sicurezza”, dice ancora il premier Giuseppe Conte. “C’è un importante segnale per la stabilizzazione del corpo docente: avremo 16mila nuovi insegnanti e così arriveremo a regime a 78mila nuovi insegnanti di ruolo“. “Investiamo anche sul futuro, un miliardo e 400  milioni vanno all’Università e ricerca, avremo nuovi 4 mila ricercatori”, prosegue. “Ci saranno “5.600 posti da ricercatore” e ciò sarà una opportunità “per i nostri cervelli all’estero che vorranno rientrare”, chiarisce poi il ministro Gaetano Manfredi. In dettaglio, “parliamo di un programma di ricerca da 550 milioni in due anni, di altri 550 milioni utili per rafforzare il sistema universitario e della ricerca e di 300 milioni per il diritto allo studio degli studenti delle Università e dell’Alta Formazione Artistica e Musicale”, aggiunge il titolare dell’Università e della ricerca.

Sanità e fondi per disabili

“Per la sanità c’è un intervento cospicuo, pari a 3 miliardi e 250 milioni”, dice ancora Giuseppe Conte aggiungendo che il decreto Rilancio istituisce “un fondo di 40 milioni per strutture semiresidenziali per persone con disabilità”. “Prima di tutto stanziamo fondi per rafforzare la nostra rete territoriale, che come abbiamo visto è la chiave fondamentale contro l’epidemia – spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza -. Rafforzeremo il contact tracing, e mettiamo in campo 9.600 infermieri, con la figura dell’infermiere di famiglia, di prossimità: facciamo uno sforzo per dare piu’ capillarita’ ai servizi di prevenzione sul territorio”. Speranza ricorda anche gli “investimenti sui servizi domicilari. Solo con questo decreto passiamo da 2 punti sotto la media Ocse a 0,7 sopra la media”. “Nel decreto ci sono 190 milioni di euro per incentivi ai nostri medici, ai nostri infermieri, a tutto il personale sanitario”, conclude.

Gualtieri e Patuanelli

“La parte quantitativamente più rilevante riguarda il sostegno alle imprese, dopo il Cura Italia e il dl liquidità adesso è la fase del ristoro, i contributi a fondo perduto per le imprese fino a 5 milioni” di ricavi “che hanno avuto delle perdite”, del “sostegno a spese importanti come per gli affitti e le bollette e un impegno senza precedenti per ricapitalizzazione e contribuire ad assorbire le perdite delle imprese piccole e anche più grandi in linea” con l’aggiornamento della commissione Ue sul “temporary framework”, dice il  ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Il decreto Rilancio stanzia “6 miliardi” per gli indennizzi alle imprese “che fatturano da zero a 5 milioni di euro e che hanno avuto un calo di fatturato del 33%, sostanzialmente la totalità”, dice invece il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. L’indennizzo – chiarisce – andrà “da 2mila euro a fino a oltre 40mila euro per le imprese che hanno perso la capacità di fatturare”.

Migranti, regolarizzazione di braccianti e colf

Il decreto Rilancio prevede poi anche la regolarizzazzione di tutti quei migranti che svolgono lavori stagionali (come i braccianti nei campi) o quello di colf e badanti. “Abbiamo portato a compimento un risultato importante, è una battaglia di civiltò ma anche il contrasto alla criminalitò e al caporalato con l’emersione del lavoro nero”, dice Conte assicurando che all’interno del governo “non si è consumata una battaglia cruenta”.E si commuove la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova. “Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili”, dice prima di snocciolare le cifre destinate al suo comparto: “1 miliardo 150 milioni a sostegno di questa filiera, settore di eccellenza andato in difficoltà”, una “dotazione di 250 milioni per facilitare l’accesso al credito” e “250 milioni destinati agli indigenti, che saranno gestiti con il volontariato”.

Parrucchieri ed estetiste, le linee guida Inail anti-Coronavirus

Due metri di distanza tra le postazioni, clienti solo su prenotazione, niente riviste da leggere nell’attesa e deroghe per le aperture

Due parrucchieri disinfettano spazzole e postazioni (Ansa)
Due parrucchieri disinfettano spazzole e postazioni (Ansa)

Roma, 13 maggio 2020 – Possibilità di aprire anche domenica e lunedì e orario prolungato, distanza minima di almeno due metri fra le postazioni, shampoo obbligatorio e aree d’attesa all’esterno. Dopo quelle per ristoranti, bar e spiagge, ecco le linee guida di Inail e Iss per la riapertura dal 18 maggio di parrucchieri ed estetiste, approvate dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Coronavirus.

Non si tratta di disposizioni vincolanti, precisa l’Inail, ma di contributi di carattere scientifico per un settore che comprende i saloni di barbieri e parrucchieri, gli istituti di bellezza e quelli di manicure e pedicure, per un totale di oltre 140mila imprese e 260mila addetti, in cui i rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con il cliente e dall’elevata probabilità di esposizione a fonti di contagio, legata anche alla presenza di operazioni che comportano la formazione di aerosol.

Orari di apertura e chiusure

“Al fine di garantire l’accessibilità ai servizi dopo un lungo periodo di chiusura e in considerazione delle misure da adottare, che verosimilmente ridurranno il numero di trattamenti in contemporanea – si legge nel documento – è opportuno prevedere la possibilità di permettere deroghe ai giorni di chiusura e consentire l’estensione degli orari di apertura dei locali”.

Aree d’attesa e porte aperte

Per razionalizzare gli spazi interni e consentire il distanziamento sociale, sottolineano inoltre gli esperti, bisognerà “favorire la realizzazione di aree di attesa” per i clienti “anche all’esterno dei locali, consentendo ove possibile l’occupazione del suolo pubblico in deroga”. Per quanto riguarda i locali è consigliato tenere le porte aperte ed eliminare gli impianti di ricircolo sia di riscaldamento che di raffrescamento.

Prenotazione e distanza di 2 metri

L’Inail indica poi tutta una serie di “misure organizzative generali”: si va dalla prenotazione obbligatoria (fase in cui vanno “predeterminati i tipi di trattamento richiesti”) alle barriere di separazione tra le varie aree, dalla previsione di una distanza minima di almeno due metri tra le postazioni all’eliminazione di “riviste e ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale”.

Shampoo obbligatorio e niente riviste da leggere

I trattamenti “di taglio e acconciatura devono necessariamente essere preceduti dal lavaggio dei capelli“. Dovrà inoltre essere presa la temperatura ai clienti, consegnata loro una “borsa/sacchetto individuale monouso per raccogliere gli effetti personale”, privilegiare i pagamenti con bancomat e sistemi contactless. Sia per i clienti che per i dipendenti è ovviamente previsto l’obbligo di mascherina (per i lavoratori anche di guanti in nitrile e schermi facciali) e vanno utilizzati grembiuli e asciugamani monouso, così come bisogna sanificare le postazioni e gli strumenti dopo ogni trattamento e predisporre dei dispenser con soluzioni igienizzanti.

Rapporto con il cliente

Gli esperti entrano anche nei rapporti sociali tra cliente e titolare o dipendente del negozio. È necessario, scrivono infatti, “privilegiare la conversazione con il cliente tramite lo specchio e svolgere le procedure rimanendo alle spalle del cliente in tutti i casi possibili”.

Estetiste: niente uso del vapore

Un capitolo del documento tecnico è dedicato agli estetisti, settore dove già sono in uso “misure di prevenzione del rischio da agenti biologici”. Ma questo non basta: per i trattamenti del viso che richiedono l’uso di vapore, spiegano gli esperti, si dovranno prevedere operazioni alternative e in ogni caso potranno esser fatti solo in locali separati. Dovranno inoltre rimanere chiuse saune, bagno turco e vasche idromassaggio e vanno pulite e disinfettate tutte le superfici della cabina estetica ad ogni cambio di cliente. Per i lavoratori è previsto l’uso delle mascherine Ffp2 e ffp3 e non di quelle chirurgiche, oltre alle maschere protettive o visiere.

Vacanze, bici, baby sitter: raffica di bonus post Coronavirus

Sconti, aiuti e acquisti agevolati. Ecco le opportunità che il governo offre alle famiglie. Le regole per le ristrutturazioni a costo zero

di CLAUDIA MARIN

Bonus mobilità per l'acquisto di biciclette e monopattini (Dire)
Bonus mobilità per l’acquisto di biciclette e monopattini (Dire)

Roma, 14 maggio 2020 – Sarà ricordata anche come la maxi manovra dei bonus. Da quelli per il risparmio energetico (al 110%) a quello per la mobilità (bici e monopattini in primis), dall’atteso ‘voucher vacanze’ in Italia da 300-500 euro, al raddoppio del bonus babysitter (1.200 euro, 2.000 per sanitari e forze dell’ordine) che si potrà usare anche per pagare i centri estivi, il provvedimento varato ieri sera dal governo contiene una raffica di interventi spot per famiglie e settori in difficoltà.

Bonus bici, come funziona e come richiederlo. Rimborso ridotto al 60% (dal 70%)

In primo piano, per la casa ma anche per le imprese dell’edilizia e dell’energia, il super bonus del 110% per i lavori di riqualificazione energetica e antisismica. Gli interventi green (dal cappotto termico per gli immobili alle nuove caldaie, fino alle facciate) finanziati con il mega-incentivo dovranno garantire “il miglioramento di almeno due classi energetiche da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (Ape)”. Il cambio di passo, proposto dal sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro, ma sostenuto anche dal neo vice-presidente di Confindustria Emanuele Orsini, non riguarda solo l’ammontare del credito di imposta, ma anche la possibilità generalizzata di cedere il credito maturato con i lavori a banche o altri intermediari finanziari e lo sconto in fattura che consente alle famiglie e ai condomini di non dover sborsare un euro per realizzare la ristrutturazione verde.

Restano gli incentivi ecologici per la mobilità (500 euro per bici e monopattini): non manca chi osserva che, con l’esclusione della formula sharing, a beneficiarne potrebbero essere soprattutto le imprese cinesi. Per la mobilità, però, arrivano anche rimborsi degli abbonamenti ai mezzi pubblici e fondi per le aziende del trasporto locale. Confermato anche il bonus vacanze: il tax credit per chi sceglierà le vacanze in Italia è un buono fino a 500 euro per le famiglie con Isee fino a 40mila euro, da spendere in parte nelle strutture ricettive e in parte da scontare dalle tasse.

Tax credit vacanze

ISEE NON SUPERIORE A 40MILA EURO – Il tax credit vacanze sarà fruibile con reddito Isee non superiore a 40mila euro. Bonus fino a 500 euro per ogni nucleo familiare, di 300 per i nuclei familiari composti da due persone e di 150 per quelli composti da una sola persona. Verrà accordato a chi trascorre le vacanze in Italia.

Edicole

ASSEGNO UNA TANTUM FINO A 500 EURO . Previsto un bonus una tantum alle edicole, “per gli oneri straordinari sostenuti durante l’emergenza”. Il contributo riconosciuto può arrivare fino a 500 euro, entro il limite di sette milioni di euro per l’anno 2020, che costituisce il tetto di spesa.

Ecobonus

ALIQUOTA DI DETRAZIONE AL 110% – Dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 sale al 110% l’aliquota di detrazione per le spese in ambito di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici,

Bici e monopattini

UN BUONO MOBILITA’ FINO AL 60% DELLA SPESA – È riconosciuto un ‘buono mobilità’, pari al 60% della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a 500 euro, a partire dal 4 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli elettrici.

Auto

FONDO INCREMENTO PER 100 MILIONI – Altra novità importante prevista dal decreto rilancio dell’esecutivo è l’incremento del fondo per l’acquisto
di autoveicoli a basse emissioni di Co2 g/km. Il Fondo viene incrementato di 100 milioni di euro per tutto l’anno 2020.

Bus e metro

RIMBORSO PARZIALE DELL’ABBONAMENTO – Si è studiato anche un rimborso dell’abbonamento ai mezzi pubblici per i mesi non utilizzati durante il periodo del lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus. Si tratta di bus, metropolitana, treni, ma anche vaporetti.

Perché alcuni paesi della UE sono così contrari ai Coronabond?

Ci provo, con un esempio reale (che uso spesso):

Il mio caro amico-mani-bucate come al solito è di nuovo totalmente al verde.

Siccome gli ho già prestato 3000 euro – che mi doveva restituire a 300 euro al mese e dei quali in 4 anni mi ha ridato 500 euro e basta con grande sforzo – ha avuto una idea geniale.

La sua proposta è che IO prenda un prestito di 10.000 euro al posto suo (visto che a lui non danno più neanche una biro per firmare per paura che se la metta in tasca), poi gli do i soldi così mi restituisce i 2500 che ancora mi deve, e poi a pagare le rate ci pensa lui.

Ripeto: io prendo un prestito al posto suo (che non è riuscito a ripagarmi neppure quello di prima) e poi a pagarlo ci pensa lui.

E si è anche offeso perché gli ho detto che non sono mica nato ieri pomeriggio sul tardi!

La crisi del petrolio travolge le Borse

(AFP)
(AFP)

Il tracollo senza precedenti del petrolio, con i contratti sul Wti finiti in territorio negativo, manda in cortocircuito i mercati. Le Borse europee hanno chiuso tutte in ribasso, con un calo deciso di Piazza Affari: -3,6%, meno grave di quello accusato da Parigi (3,7%) Francoforte (-4%), ma più netto del tonfo di Londra (-3%).

Il barile di petrolio a New York è arrivato a perdere quasi il 30% nella consegna giugno, mentre gli investitori guardano con preoccupazione sia allo scenario di una recessione sia alle incertezze sulla data effettiva di scadenza del lockdown che ha «congelato» l’economia internazionale.

Sissi Bellomo ci spiega perché il petrolio sottozero non equivarrà a pieni di benzina a prezzi stracciati, mentre Marco Valsania racconta la storia di un termine diventato improvvisamente popolare: contango.

Fuori dalla crisi del greggio, gli scambi sono stati condizionati dall’attesa sulla riunione del 23 aprile del Consiglio europeo. La paura, in questo caso, è che i leader europei non raggiungano un’intesa sugli strumenti finanziari per contenere la crisi innescata dal coronavirus. Gli investitori non sembrano sperare troppo in un compromesso fra i blocchi di Sud e Nord Europa, nonostante i segnali di una convergenza sull’istituzione di un fondo Ue per la ripresa. Lo spread tra BTp e Bund tedeschi è schizzato fino a sfiorare i 270 punti base, con rendimento del decennale oltre il 2%.

I numeri impietosi della crisi

Ecco il Def: Pil -8%, deficit +10,4%, debito al 155,7%. Per il decreto aprile 55 miliardi di soldi freschi, 10 vanno alle imprese. Stop clausole Iva. Analisi di un tracollo

NURPHOTO VIA GETTY IMAGES
Italian Prime Minister Giuseppe Conte and Italian minister for Economy Roberto Gualtieri hold a press conference to present the guidelines for the 2020 Italian budget. (Photo by Jacopo Landi/NurPhoto via Getty Images)

A sera, dopo un lavoro durato tutto il giorno, i numeri vengono inseriti nelle tabelle. Quelle che fanno la radiografia all’economia. Spetta ai tecnici del Tesoro dare forma alle decisioni maturate la notte prima, durante un vertice di maggioranza guidato da Roberto Gualtieri. Eccoli i numeri del Documento di economia e finanza, la radiografia appunto: Pil -8%, deficit a +10,4%, rapporto debito/Pil al 155,7 per cento. Questi numeri dicono che l’Italia è dilaniata dal virus. La nuova cura è pronta: sono i 55 miliardi del decreto aprile. Ma è quel “parecchi mesi” che viene indicato nella bozza del documento come l’orizzonte temporale della crisi a dire che i danni sono già allo stato della stratificazione. E che servirà molto di più.

I numeri/1. Cosa dice il crollo del Pil 

PUBBLICITÀ

L’asticella per quest’anno, come si diceva, è collocata a -8 per cento. Ma bisogna mettere la lente di ingrandimento sull’andamento dei prossimi mesi per capire quanto è stretto il sentiero in cui sarà costretta a muoversi la strategia economica del governo. Perché se a marzo si è registrato “il più forte calo congiunturale”, il lockdown sta facendo malissimo anche ad aprile. Il conto è impietoso. Ancora i numeri. La contrazione del Pil tra aprile e giugno sarà del 10,5 per cento. Un’ecatombe. Il rimbalzo inizierà solo da luglio e comunque a fine anno, quando si tirerà la linea, il confronto con la già anemica crescita di dodici mesi fa sarà altrettanto impietoso. L’ultimo trimestre del 2020, infatti, si chiuderà con un livello inferiore del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tradotti in soldi che andranno in fumo, la perdita di Pil sarà di oltre 126 miliardi.

E poi c’è una considerazione che non è numerica, ma che è altrettanto indicativa del fatto che la crisi morderà ferocemente nei mesi a venire. Sempre la bozza del Def: “L’economia dovrà probabilmente operare in regime di distanziamento sociale e rigorosi protocolli di sicurezza per alcuni trimestri”.

Il rimbalzo positivo arriverà solo nel 2021, con il Pil a +4,7%, ma da qui al 2021 ci sono molte incognite. A iniziare dalla possibilità di uno scenario avverso, quello di una seconda ondata di contagi dopo la riapertura. Se così fosse, l’inizio della ripresa slitterebbe al secondo trimestre del 2021 e un recupero maggiore arriverebbe solo nel 2022.

I numeri/2. Servono soldi (e tanti): il deficit schizza al 10,4%. E la sfida del debito è rimandata al prossimo decennio

Altro che tetto del 3% o riduzione del debito. Il virus svela anche tutta la fragilità dei conti pubblici. È vero che l’Europa ha congelato le famose regole del Patto di stabilità, ma vale qui la considerazione indicata per il Pil e cioè che lo strascico della crisi sarà pesante. Prendiamo il debito pubblico. Nel Def si sottolinea che è “sostenibile”, ma il rapporto debito/Pil intanto salirà quest’anno al 155,7 per cento. E soprattutto sarà ricondotto verso la media dell’area euro nel prossimo decennio. Dieci anni, un orizzonte lunghissimo.

Il deficit, invece, sfonderà quota 10%, arrivando a +10,4 per cento. È l’effetto dei soldi che sono stati impiegati per il Cura Italia di marzo e di quelli che saranno stanziati con il decreto di aprile, ma questo valore dice anche che il rigonfiamento sarà ancora più grande perché già oggi si stima che serviranno tanti altri soldi per affrontare la crisi.

Ecco il decreto di fine aprile. Tutte le misure

Il provvedimento conterrà 55 miliardi di soldi freschi. È questo il numero che è stato inserito nella relazione di scostamento del deficit che sarà approvata al Consiglio dei ministri di venerdì mattina insieme al Def. A questi 55 miliardi si aggiungono 30 miliardi per le garanzie statali sui prestiti alle imprese e 50 miliardi per il Fondo Cdp che servirà a proteggere e risollevare le aziende strategiche.

I soldi saranno utilizzati per una molteplicità di interventi, a iniziare dal rifinanziamento della cassa integrazione per i lavoratori dipendenti: sarà prorogata per altre nove settimane. Il bonus per gli autonomi sarà portato da 600 a 800 euro: l’importo sarà garantito ad aprile e a maggio. Per colf e badanti, escluse dal Cura Italia, ci sarà un’indennità: 200 euro se lavorano part-time, 400 euro se hanno un contratto full time. I voucher per la baby sitter e i congedi parentali saranno anche loro rifinanziati. Il reddito di emergenza avrà un importo medio di 500 euro.

Dopo il braccio di ferro tra i 5 stelle e Gualtieri, i ristori per le piccole e medie imprese danneggiate dal virus saranno pari a 8 miliardi. Da dare subito: saranno soldi a fondo perduto. Altri due miliardi, sempre alle imprese, sotto forma di aiuti per bollette e affitti. Ai Comuni e alle Province andranno 6,1 miliardi. Quattro miliardi alla Protezione civile e alla sanità. Ci sarà anche il rinvio per la sugar tax e per la tassa sulla plastica.

Si decide anche di fermare le clausole di salvaguardia sull’Iva, quel macigno che dal 2011 grava su ogni manovra. Sono impegni miliardari che finiscono per sottrarre risorse ingenti alle necessità del Paese reale. Basta ricordare cosa è successo con l’ultima legge di bilancio, dove quasi tutti i soldi sono stati prosciugati proprio per sterilizzare le clausole. Solo l’anno prossimo avrebbero avuto un peso di 20,1 miliardi. Si volta pagina: clausole cancellate per il prossimo anno e anche per quelli a venire.

Quel vertice notturno al Tesoro che ha sbloccato la partita

La parola fine è stata scritta a via XX settembre tra mercoledì e giovedì. All’una e mezza di notte. Si è arrivati alla videoconferenza di maggioranza in un clima di tensione. Perché per tutta la giornata di mercoledì, i 5 stelle avevano alzato la posta in gioco, chiedendo più soldi per i ristori alle imprese e per il reddito di emergenza.

E così, in piena notte, si sono ritrovati a discutere Gualtieri, la sua vice in quota 5 stelle Laura Castelli, l’altro viceministro dell’Economia Antonio Misiani, in quota dem. C’erano anche il Ragioniere generale dello Stato, il direttore generale del debito pubblico, il capo della segreteria tecnica, il direttore generale delle Finanze e una serie di consulenti. Presenti pure Luigi Marattin per Italia Viva e Cecilia Guerra per Leu perché serviva il via libera di tutte le anime della maggioranza. La trattativa è andata avanti per ore, partendo proprio dal valore dello scostamento, da fissare tra 50 e 55 miliardi. Un numero che tiene nella pancia le misure del decreto di aprile. È qui che si è iniziato a parlare dei soldi da dare alle piccole e medie imprese. Il ministro dell’Economia ha frenato per un po’, poi si è arrivati a una mediazione con i grillini, che inizialmente avevano chiesto 15 miliardi. E poi si è passati a discutere sullo stop alle clausole di salvaguardia. Anche qui Gualtieri si è mostrato restio, ma alla fine si è deciso per la cancellazione. Ancora, il pressing di Italia Viva per inserire un bonus figli indipendentemente dal reddito. Punto rimasto aperto. Come la discussione sulla composizione dettagliata del decreto aprile. Se ne parlerà a una riunione che Giuseppe Conte terrà venerdì mattina con i capi delegazione della maggioranza prima del Consiglio dei ministri. Ma da qui al 30 aprile, quando dovrebbe essere approvato il provvedimento, ci sarà tempo per decidere. E per discutere.