Compilazione 730, dal premio di risultato allo school bonus: ecco tutte le novità

Compilazione 730, dal premio di risultato allo school bonus: ecco tutte le novità

Modello messo a disposizione online a partire dal 15 aprile

Compilazione 730, dal premio di risultato allo school bonus: ecco tutte le novità
Redazione Tiscali

Quest’anno i termini per presentare il 730 precompilato scadranno il 7 luglio nel caso di presentazione al sostituto d’imposta oppure al Caf o al professionista, e il 23 luglio nel caso di presentazione diretta all’Agenzia delle entrate. I lavoratori dipendenti e i pensionati (in possesso di determinati redditi) possono presentare la dichiarazione con il modello 730, che a partire dal 15 aprile verrà messo a disposizione sul sito internet dell’Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it. Tante le novità contenute nel modello 730 per il 2017, che vanno dai premi di risultato allo school bonus, come indica l’Agenzia delle entrate.

Premi di risultato – Da quest’anno ai dipendenti del settore privato cui sono stati corrisposti premi di risultato d’importo non superiore a 2mila euro lordi o nel limite di 2.500 euro lordi (se l’azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro), è riconosciuta una tassazione agevolata. Se i premi sono stati erogati sotto forma di benefit o di rimborso di spese di rilevanza sociale sostenute dal lavoratore non si applica alcuna tassazione altrimenti si applica un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali, pari al 10% sulle somme percepite.

Regime speciale per i lavoratori impatriati – Per i lavoratori che si sono trasferiti in Italia concorre alla formazione del reddito complessivo soltanto il 70 per cento del reddito di lavoro dipendente prodotto nel nostro Paese.

Assicurazioni a tutela delle persone con disabilità grave – A decorrere dal periodo d’imposta 2016, per le assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave, è elevato a euro 750 l’importo massimo dei premi per cui è possibile fruire della detrazione del 19 per cento.

Erogazioni liberali a tutela delle persone con disabilità grave – A decorrere dall’anno d’imposta 2016 è possibile fruire della deduzione del 20 per cento delle erogazioni liberali, le donazioni e gli altri atti a titolo gratuito, complessivamente non superiori a 100mila euro, a favore di trust o fondi speciali che operano nel settore della beneficenza.

School bonus – Per le erogazioni liberali di ammontare fino a 100mila euro effettuate nel corso del 2016 in favore degli istituti del sistema nazionale d’istruzione è riconosciuto un credito d’imposta pari al 65 per cento delle erogazioni effettuate che sarà ripartito in 3 quote annuali di pari importo;

Credito d’imposta per videosorveglianza – E’ riconosciuto un credito d’imposta per le spese sostenute nel 2016 per la videosorveglianza dirette alla prevenzione di attività criminali.

Detrazione spese arredo immobili giovani coppie – Alle giovani coppie, anche conviventi di fatto da almeno 3 anni, in cui uno dei due componenti non ha più di 35 anni e che nel 2015 o nel 2016 hanno acquistato un immobile da adibire a propria abitazione principale, è riconosciuta la detrazione del 50 per cento delle spese sostenute, entro il limite di 16.000 euro, per l’acquisto di mobili nuovi destinati all’arredo dell’abitazione principale.

Detrazione spese per canoni di leasing per abitazione principale – E’riconosciuta la detrazione del 19 per cento dell’importo dei canoni di leasing pagati nel 2016 per l’acquisto di unità immobiliari da destinare ad abitazione principale, ai contribuenti che, alla data di stipula del contratto avevano un reddito non superiore a 55.000 euro.

Detrazione Iva pagata nel 2016 per lacquisto di abitazioni in classe energetica A o B – A chi nel 2016 ha acquistato un’abitazione di classe energetica A o B è riconosciuta la detrazione del 50 per cento dell’Iva pagata nel 2016.

Detrazione spese per dispositivi multimediali per il controllo da remoto – E’ riconosciuta la detrazione del 65 per cento delle spese sostenute nel 2016 per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative.

Otto per mille all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG) – A decorrere dal periodo d’imposta 2016 è possibile destinare l’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche anche all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG).

Utilizzo credito da integrativa a favore ultrannuale – Da quest’anno è possibile indicare l’importo del maggior credito o del minor debito, non già chiesto a rimborso, risultante dalla dichiarazione integrativa a favore presentata oltre il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta successivo.

Addio a Chuck Berry, il pioniere del rock and roll si è spento a 90 anni

Addio a Chuck Berry, il pioniere del rock and roll si è spento a 90 anni

La rivista Rolling Stones lo ha inserito nella lista dei 100 migliori artisti di sempre dopo i Beatles, Bob Dylan, Elvis e i Rolling Stones

Addio a Chuck Berry, il pioniere del rock and roll si è spento a 90 anni
Redazione Tiscali

E’ morto Chuck Berry, il musicista che con la sua memorabile chitarra firmò l’era del rock ‘n roll attraverso brani risultati intramontabili come Johnny B Goode e Roll Over Beethoven. Aveva 90 anni. Il decesso è stato confermato dalla polizia di St. Charles County, in Missouri.

Soprannominato crazy legs per il suo modo di ballare

La polizia ha fatto sapere di essere intervenuta dopo una chiamata di emergenza nel pomeriggio e di aver trovato il musicista senza conoscenza. Non ha risposto ad un tentativo di rianimazione ed è stato dichiarato il decesso. Chuck Berry – anche soprannominato crazy legs per il suo modo di ballare muovendo le gambe mentre suonava – ha influenzato generazioni di musicisti. La rivista Rolling Stones, inoltre, lo ha inserito nella lista dei 100 migliori artisti di sempre dopo i Beatles, Bob Dylan, Elvis e i Rolling Stones.

Prevista uscita del suo nuovo album

In questi mesi era prevista l’uscita del suo nuovo album, dal titolo Chuck, una sorta di regalo per il suo 90esimo compleanno: è il primo Lp di Berry dal 1979 con canzoni originali scritte, registrate e prodotte da lui e dedicate alla moglie Themetta. “Mia cara, sto invecchiando! – aveva detto Berry – Ho lavorato a questo disco per tanto tempo. Ora posso appendere le scarpe al chiodo!”.

La flat tax scatena la voglia di Italia tra i paperoni stranieri.

La flat tax scatena la voglia di Italia tra i paperoni stranieri. Ecco quanti sono

Trasferendo la residenza nella Penisola pagheranno tasse irrisorie

La flat tax scatena la voglia di Italia tra i paperoni. Ecco quanti sono nel mondo

A quanto pare nei club più esclusivi del jet set internazionale la flat tax italiana è tra gli argomenti più dibattuti. La possibilità di trasferire la propria residenza nel Belpaese e pagare tasse irrisorie attira anche perché notoriamente l’Italia è una delle patrie del lusso e della “bella vita”. Caratteristiche perfette per un paradiso fiscale.

Tassa fissa di 100 mila euro

E sì, perché con la flat tax varata dal governo Gentiloni il nostro Paese è diventato a tutti gli effetti un paradiso fiscale per ricchi. Potranno pagare una tassa fissa di 100 mila euro indipendentemente dal loro reddito e alla faccia dell’articolo 52 della nostra Costituzione che sancisce il principio della tassazione progressiva. E così un paperone che guadagna 1 milione di euro si ritroverà a pagare una aliquota del 10%, uno che ne guadagna 10 addirittura dell1%. Giova ricordare che per i comuni mortali italiani l’aliquota più bassa che si paga fino a 15 mila euro di reddito è del 23%.

Si applica solo sui redditi prodotti fuori dall’Italia

“L’aliquota si applica solo per i redditi prodotti all‘estero e solo per chi non ha risieduto in Italia per più di 1 anno negli ultimi 10 anni” affermano i sostenitori della flat tax spiegando che “non penalizza i contribuenti italiani, non favorisce i furbetti, ci serve per fare cassa” e last but not least “se non lo facciamo noi lo fanno gli altri” dato che ormai l’Europa pullula di paradisi fiscali. Forse sarebbe stato preferibile fare una battaglia a livello comunitario per cancellare ovunque i paradisi fiscali ma si sa che sia i nostri politici che quelli europei sono sordi a questo argomento.

In Italia oltre 1 milione di paperoni

Ma quanti sono i paperoni nel mondo? Secondo una stima di Credit Suisse nel 2016 i milionari sono stati oltre 33 milioni. Di questi ben 13 milioni e mezzo (il 41% del totale) sono americani. Considerando i 5 principali paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna) il numero complessivo è invece di 7 milioni (il 21,2%). Nella Penisola sono oltre 1 milione e cento mila, dato che ci piazza al settimo posto nella classifica internazionale delle nazioni con più milionari.

Flat tax interessante per gli europei ma anche per i ricchi medio orientali

Quali sono quelli a cui punta l’Italia? Dato che la flat tax consente di trasferire nel nostro Paese il solo domicilio familiare continuando a mantenere all’estero le proprie attività professionali, i candidati naturali sono i nostri vicini di casa ovvero i paperoni svizzeri (700 mila), tedeschi (1,6 milioni), francesi (1,6 milioni) e soprattutto britannici (2,2  milioni) ai quali è venuta meno recentemente la possibilità di accedere ad una normativa di favore prevista nel loro paese. Secondo gli esperti potrebbe però suscitare forte interesse anche in Middle East in quanto portando in Italia la loro residenza i paperoni medio orientali avrebbero accesso alla libera circolazione in Europa. Sarà davvero un successo? Ne prossimi mesi lo capiremo.

Antonio Razzi e il suo selfie vergognoso con Bashar al Assad

Antonio Razzi e il suo selfie vergognoso con Bashar al Assad

Antonio Razzi e il suo selfie vergognoso con Bashar al Assad

Una vergogna senza limite. Solo così si può definire il selfie che il senatore Antonio Razzi, in quota Forza Italia, si è scattato con Bashar al Assad, presidente siriano, autore di crimini contro l’umanità.

Il politico – se così si può definire – è arrivato nella Capitale siriana a seguito di una delegazione di parlamentari europei e russi. A margine degli incontri, come se non avesse avuto nessun altro pensiero se non quello, si è appartato in un angolo per farsi una foto con il dittatore siriano. Quei sorrisini, amichevoli e beffardi, sulle facce dei due sono un ennesimo schiaffo in faccia a 10 milioni di siriani senza casa; a mezzo milione di vittime e alle loro famiglie; a milioni di profughi e a tutti coloro che cercano giustizia.

Eletto senatore della Repubblica italiana, Razzi dovrebbe rappresentare gli ideali della nostra Costituzione: come l’antifascismo. Invece si riduce a una macchietta di se stesso. La sua personale visione della politica estera ci era già diventata nota quando, con Matteo Salvini, si era recato in Nord Corea nell’agosto 2014. Già l’anno prima aveva paragonato il paese di Kim Jong Un alla Svizzera.

Razzi, per chi se lo è dimenticato, è pagato dai contribuenti italiani circa 12mila euro al mese e dovrebbe svolgere il suo ruolo con onore. Con quale alibi morale si può cercare ed eseguire un simile scatto? Questa foto fa infuriare perché sa di beffa, di menefreghismo e ignoranza verso coloro che soffrono.

Per rendere il paragone, è come se si fosse scattato una foto con Hitler, con Pol Pot o di fronte ai forni crematori dei campi di concentramento. Il significato è quello. Cioè l’assenza di qualsiasi rispetto della tragedia altrui. Cosa devono pensare le vittime di Assad guardando questa foto?

Razzi non esisterebbe se non ci fosse chi lo sostiene, pensando che faccia ridere anche se non è un comico. Dopo la pubblicazione della foto, sui social network è infatti cominciata subito l’ironia. “Il senatore Razzi avrà dato buoni consigli ad Assad: Pensa alla Syria, in Europa si fanno tutti li cazzi loro!” scrive un utente. Altri, invece, sostengono che “non sia Assad ma Fabio Fazio” quello nella foto. Alcuni chiedono al senatore “di portare ad Assad un saluto” da parte loro.

Dobbiamo smettere di ridere di Razzi e cominciare a prendere la faccenda sul serio. Forza Italia dovrebbe prendere le distanze da questo personaggio e il Senato agire per preservare la dignità del nostro Paese, se ancora ne è rimasta.

Voucher, per quelli circolanti valgono le norme precedenti

Voucher, per quelli circolanti valgono le norme precedenti

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Ai voucher acquistati entro lo scorso 17 settembre e ancora in circolazione, validi fino al 31 dicembre 2017, per tutto il periodo transitorio andranno applicate «le disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione da parte del decreto».

Lo chiarito il Lavoro in una nota pubblicata stamane sul sito ministeriale. Il problema era sorto dopo la decisione di eliminare i voucher lavoro effettuata in tempi rapidissimi con il Decreto legge 17 marzo 2017, n. 25, che al primo primo comma dell’articolo 1 ha stabilito l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 51 del Decreto legislativo n. 81/2015 relativi alla disciplina del lavoro accessorio. Il decreto che aveva cancellato i buoni lavoro, infatti, non aveva nel contempo chiarito il regime applicabile a quelli ancora circolanti e utilizzabili per tutto il 2017, una mancanza a cui probabilmente si riparerà in maniera definitiva in sede di legge di conversione del Dl 25/17.

Colpo di spugna sui voucher, ora rischio esplosione lavoro nero

Si ricorda che i voucher sono stati introdotti come strumento di remunerazione per il lavoro accessorio, garantendo al lavoratore, oltre alla retribuzione, anche la copertura previdenziale Inps e quella assicurativa Inail. In buona sostanza, le prestazioni lavorative “coperte” sono quelle non riconducibili alle tipologie contrattuali tipiche del lavoro subordinato o del lavoro autonomo, che più facilmente potrebbero collocarsi al di fuori della legalità. L’ambito applicativo dei voucher è ormai diventato molto ampio, andando dal settore agricolo a quello commerciale, dai servizi al turismo e – nel caso delle famiglie – dalla remunerazione della baby sitter agli emolumenti per la domestica piuttosto che per il giardiniere.

Per contratto di lavoro accessorio si intende, a sua volta, l’insieme di prestazioni lavorative che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a 7mila euro netti (9.333 lordi) nel corso di un anno civile (dal 1° gennaio al 31 dicembre). Qualora il committente sia un imprenditore o un professionista le prestazioni di lavoro accessorio rese a loro favore sono più restrittive e non possono eccedere il limite di 2mila euro nell’anno civile per ciascun lavoratore.

Nel corso del tempo le modalità di utilizzo dei buoni lavoro sono state modificate per evitare possibili abusi: il Dlgs 185/2016, in particolare, ha previsto a carico delle imprese (ma non delle famiglie) una nuova comunicazione obbligatoria da inviare almeno 60 minuti prima dell’utilizzo dei buoni lavoro e una specifica sanzione amministrativa da 400 euro a 2.400 euro per ogni rapporto di lavoro non comunicato. Nella notifica vanno indicati i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, luogo, giorno, ora di inizio e fine della prestazione (per il settore agricolo l’attività può essere svolta nell’arco di 3 giorni).

Caso Parentopoli, l’Atac pronta a licenziare 33 persone assunte illegittimamente

Caso Parentopoli, l’Atac pronta a licenziare 33 persone assunte illegittimamente

L’azienda dei trasporti: “Stiamo ripristinando legalità e trasparenza ovunque”

Caso Parentopoli, l’Atac pronta a licenziare 33 persone assunte illegittimamente

L’Atac si prepara a licenziare 33 persone assunte nell’ambito della cosiddetta Parentopoli in Atac. A dare l’annuncio l’assessore alla Mobilità della Capitale, Linda Meleo: “Abbiamo preso atto delle motivazioni della sentenza di condanna in capo a due ex amministratori delegati e due ex direttori del personale di Atac coinvolti in Parentopoli. Adesso l’azienda avvierà tutte le azioni dovute, nessuna esclusa, che potranno derivare dall’eventuale coinvolgimento dei dipendenti nei fatti: chi è stato assunto illegittimamente in Atac, senza rispettare nessun criterio di merito, sarà licenziato. Stiamo ripristinando legalità e trasparenza ovunque”.

Sentenza trasmessa all’Atac che ora procede con i licenziamenti

La municipalizzata dei trasporti di Roma da parte sua entra nei dettagli spiegando che “le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale penale di Roma, sezione ottava, sono state trasmesse in azienda in data 20 marzo. Da un primo esame delle predetta sentenza emerge la sostanziale validità di sole tre assunzioni su un totale di 41 posizioni prese in esame dal Tribunale. L’azienda sta effettuando i doverosi approfondimenti tecnico-giuridici sulle 33 posizioni lavorative ancora presenti in azienda fra quelle dichiarate dal Tribunale ‘non solo illegittime ma anche illecite’ al fine di pervenire all’attivazione delle procedure di licenziamento, considerato che, secondo quanto scritto nelle motivazioni, ‘diventa doveroso da parte dei soggetti competenti provvedere al ripristino della legalità”.

Assunzioni illegittime e illecite avvenute per logiche clientelari

“Stiamo ripristinando legalità e trasparenza ovunque – rivendica Meleo -. Le assunzioni di Parentopoli sono avvenute esclusivamente per logiche clientelari, in modo illegittimo e illecito. Quest’amministrazione e l’attuale governance di Atac ha voltato completamente pagina dai tempi di Parentopoli. E non sono disponibili ad accettare il mantenimento di situazioni che si fondano sull’irregolarità”. Interessati dal provvedimento dirigenti, quadri e impiegati. Le assunzioni, evidenziano i giudici nelle 125 pagine della sentenza, “non sono solo illegittime, ma anche illecite “, compiute “per mere logiche clientelari e in violazione di legge, senza alcuna valutazione dei requisiti minimi professionali richiesti da ogni profilo lavorativo”.

Per alcuni trovare lavoro è facile anche in tempo di crisi

Novanta giorni fa la condanna per l’ex amministratore delegato di Atac, Adalberto Bertucci, a 3 anni e 7 mesi, per Luca Masciola, ex direttore delle risorse umane di Trambus spa, società poi confluita in Atac, a 3 anni e 1 mesi, per Antonio Marzia, ex ad di Met.Ro spa – poi confluita in Atac – a 2 anni e 3 mesi, e per Vincenzo Tosques, ex responsabile del personale di Met.Ro 1 anno e 8 mesi. Proscioglimento per “intervenuta prescrizione” per Tullio Tulli, direttore generale di Trambus SpA. Assoluzione piena per Marco Visconti, ex assessore all’Ambiente sotto la giunta Alemanno: il fatto non sussiste.
Andando a leggere il lungo elenco dei “parenti e amici” assunti spuntano Stefania Fois, moglie di Marco Marsilio (tesoriere di Forza Italia), Claudia Cavazzuti, moglie del senatore Stefano Di Lillo e la segretaria dell’eurodeputato Antonio Tajani, sempre di Fi, Emanuela Gentili. Seguono Manolo Polla, organizzatore della campagna elettorale (2008) di Alemanno. Stando a quanto pubblicato sulle pagine di Repubblica vi sono assunzioni riconducibili anche al gruppetto Bertucci: “Uno è suo genero, un altro è il suo autista personale. Quasi tutti provengono dal suo paese, Guidonia Montecelio”.

Trattati Roma, Mattarella: “Ue ripiegata, serve riforma. Ma impossibile tornare indietro”

Trattati Roma, Mattarella: “Ue ripiegata, serve riforma. Ma impossibile tornare indietro”. Lega non partecipa a cerimonia

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POLITICA
Ripetute standing ovation per il capo dello Stato che ha ricordato davanti al Parlamento in seduta comune la fondazione della Comunità Europea: “I giovani sono la garanzia dell’irreversibilità dell’integrazione. Costruire il futuro richiede unità d’intenti, non muri che scarichino i problemi sugli altri. Però la gente non vuole un’Europa tecnico-burocratica”. Cita De Gasperi, Einaudi e Churchill. I Cinquestelle sono pochi, mentre gli esponenti del Carroccio non si presentano e fanno un sit-in. Ma Bossi c’è

“Oggi l’Europa appare quasi ripiegata su se stessa. Spesso consapevole, nei suoi vertici, dei passi da compiere, eppure incerta nell’intraprendere la rotta. Come ieri, c’è bisogno di visioni lungimiranti, con la capacità di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi”. E’ uno dei passaggi del discorso alla Camera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti al Parlamento in seduta comune e agli europarlamentari italiani per la celebrazione dei Trattati di Roma. Alla cerimonia non partecipano i parlamentari della Lega Nord (che hanno organizzato un sit-in in piazza Montecitorio), ma è presente il fondatore del partito, Umberto Bossi. Sono presenti – insieme agli altri gruppi – gli eletti del Movimento Cinque Stelle. Mattarella ha ricevuto una lunga “standing ovation” una volta entrato nell’Aula di Montecitorio per il suo discorso: prima che il capo dello Stato iniziasse il suo intervento tutti i presenti nell’emiciclo si sono levati in piedi ed hanno battuto le mani a lungo. “Costruire il futuro richiede all’Italia e all’Europa una straordinaria unità d’intenti e una solida fiducia nei valori fondanti del processo di integrazione – ha sottolineato il presidente tra le altre cose – Non impossibili ritorni a un passato che non c’è più, non muri che scarichino i problemi sugli altri senza risolverli, bensì solidarietà fra Paesi, fra generazioni, fra cittadini che condividono una stessa civiltà”. Per Mattarella, dunque, serve parafrasare un vecchio motto della politica: “Capovolgendo l’espressione attribuita a Massimo d’Azeglio verrebbe da dire: ‘Fatti gli europei è ora necessario fare l’Europa’. Sono le persone, infatti, particolarmente i giovani, che già vivono l’Europa, ad essere la garanzia della irreversibilità della sua integrazione. Verso di essi vanno diretti l’attenzione e l’impegno dell’Unione”. Tuttavia il presidente ha sottolineato la necessità di una “riforma dei trattati”. L’intervento di Mattarella, durato circa 20 minuti, è stato interrotto da diversi applausi e la sua conclusione è stata salutata con una lunga standing ovation. “Ogni qual volta abbiamo – singolarmente o collettivamente – dimenticato questa spinta ideale, abbiamo contribuito a trasformare un grande progetto politico in un programma tecnico-burocratico nel quale i cittadini europei stentano, talvolta, a riconoscersi. La congiuntura economico-finanziaria ha lacerato il tessuto sociale dei nostri Paesi, mentre, alle nostre porte, instabilità diffusa e fenomeni di portata epocale hanno messo in crisi la capacità dell’Europa di rispondere alle aspettative dei suoi cittadini”.

“L’Europa  non può permettersi di rinviare gli appuntamenti con la storia, quando essi si presentano, né possono prevalere separatezze e, tantomeno, amputazioni. Va, piuttosto, praticata e accresciuta la vicendevole responsabilità, la solidarietà nei benefici e negli oneri”. D’altra parte, aggiunge il capo dello Stato, “se guardiamo alla strada percorsa ci rendiamo conto di come non sia stato mai un cammino facile, sin dall’inizio”. Tuttavia, “la spinta all’unità europea si è sempre rivelata, comunque, più forte degli arroccamenti e delle puntigliose distinzioni pro-tempore di singoli governi o di gruppi di Paesi, giocando un ruolo significativo anche nel contributo alla evoluzione delle relazioni internazionali”. Secondo Mattarella uno sforzo per l’unità serve in Europa come in Italia e ha ricordato anche le parole di Alcide De Gasperi: “Per resistere è necessario ricorrere alle energie ricostruttive ed unitarie di tutta l’Europa. Contro la marcia delle forze istintive e irrazionali non c’è che l’appello alla nostra civiltà comune: alla solidarietà della ragione e del sentimento della libertà e della giustizia”. Tra le altre citazioni anche Luigi Einaudi e Winston Churchill che parlò di Stati Uniti d’Europa. Il presidente della Repubblica ha anche citato alcuni effetti positivi, da valorizzare, dovuti alla nascita dell’unità europea: dai più piccoli (e apparentemente insignificanti) come i giocattoli sicuri per i nostri bambini e i brevetti tutelati a livello europeo fino a quelli più evidenti, da Schengen e le frontiere aperte alla protezione dell’ambiente, dal modello sociale che deve tendere all’equiparazione negli Stati membri al fatto che “la guerra è stata tenuta lontana e, per la prima volta da tempo immemorabile, tre successive generazioni non ne hanno conosciuto la barbarie”.

Nelle parole di Mattarella, anche se non in modo esplicito, sembra possibile scorgere anche una risposta alla polemica avviata in queste ore dall’intervento del presidente dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem: “La soluzione alla crisi sui debiti sovrani e a quella sul rallentamento dell’economia non può essere la compressione dei diritti sociali nei Paesi membri. Tanto meno l’occasione di grossolane definizioni di Nord e Sud d’Europa. Questa è l’anima della nostra Europa, questa è la nostra identità. Se vogliamo un’Unione Europea più forte è da qui che dobbiamo ripartire”.

In Aula a Montecitorio erano circa 30 gli esponenti del M5s presenti (in totale gli eletti sono circa 120). I Cinquestelle hanno partecipato alle due standing ovation per il presidente Mattarella. Il capogruppo alla Camera Vincenzo Caso non si è alzato né ha applaudito in entrambe le occasioni così come un altro paio di colleghi di partito. Non c’era proprio, invece, la Lega Nord, che invece ha organizzato un sit in fuori dal palazzo di Montecitorio. I parlamentari del Carroccio hanno esposto cartelli con su scritto: “Europa uguale più disoccupati”, “No all’Europa dei traditori”, “Questa Europa affama i popoli”. “Rispettiamo il presidente Mattarella – osserva il capogruppo Massimiliano Fedriga – ma oggi non c’è nulla da festeggiare. Stanno festeggiando i traditori dei valori europei, chi sostiene un’Europa che massacra i diritti dei cittadini europei, l’economia degli Stati, che fa gli interessi delle lobby finanziarie. Ormai l’uscita dall’Euro non è più una scelta ma una via obbligata per risollevare le economie depresse dei nostri Paesi”. In realtà qualcuno della Lega alla Camera c’era e non una figura da poco: il fondatore del partito Umberto Bossi: “Preferisco sempre sentire le cose per poi ragionarci”.

Giudice toglie bimba di 7 anni a genitori-nonni: “E’ adottabile resterà con nuova famiglia”

Giudice toglie bimba di 7 anni a genitori-nonni: “E’ adottabile resterà con nuova famiglia”

Pubblicato: 13/03/2017 11:25 CET Aggiornato: 13/03/2017 11:25 CET
GENITORI

Via dai genitori-nonni. La Corte d’Appello di Torino ha confermato lo stato di adottabilità della bimba che era stata allontanata dalla coppia di “genitori-nonni” di Casale Monferrato (75 anni lui, 63 lei) a pochi mesi dalla nascita. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dalla coppia.

La piccola, nata a Torino sette anni fa, era stata già adottata da un’altra famiglia, e dal 2013 non ha alcun contatto con la coppia casalese. Il caso è stato discusso dalla sezione minorile della Corte d’appello per iniziativa della Cassazione, che aveva chiesto una nuova pronuncia dei giudici. L’avvocato della coppia, Adriana Boscagli, intende impugnare il provvedimento. La piccola era stata allontanata dai due genitori-nonni dopo una denuncia per abbandono che si era rivelata infondata.

Il fotografo Joseph Eid: “Anis fumava la pipa e sembrava dire: ‘Basta con la distruzione, lasciate che la musica suoni ad Aleppo’”

Il fotografo Joseph Eid: “Anis fumava la pipa e sembrava dire: ‘Basta con la distruzione, lasciate che la musica suoni ad Aleppo’”

Pubblicato: 16/03/2017 12:10 CET Aggiornato: 16/03/2017 12:13 CET

“Una foto che è un intero romanzo”. Così ha commentato un giornalista del Washington Post l’immagine di un uomo di 70 anni, in calze e sandali, che fuma la pipa accanto a un vecchio grammofono ancora funzionante, tra le rovine della sua camera da letto impolverata di Aleppo. Un’immagine iconica condivisa migliaia di volte che, come accade spesso con le fotografie, racconta molto più di quel che si potrebbe e che in questo caso ci immerge totalmente nella desolazione dell’ “inferno sulla Terra”.

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Il mondo, infatti, è venuto a conoscenza della guerra civile siriana attraverso immagini simbolo: ha guardato i suoi orrori con gli occhi di una bambina di 7 anni; ha cercato di comprenderne la politica attraverso la lettera di un ragazzo lanciata sul canale youtube della Casa Bianca. E oggi si è fermato a guardare quest’uomo, solo e pensoso a migliaia di chilometri di distanza da noi.

“Chi è?”, si sono chiesti in molti. La risposta è nel racconto che il fotografo Joseph Eid di Afp ha voluto condividere. L’uomo sul letto è Mohammed Mohiedin Anis – meglio noto come “Abu Omar” dagli abitanti del quartiere di Aleppo dove vive. “Era un uomo ricco”, ha detto Eid al Washington Post. “Parla cinque lingue. Ha studiato medicina, ha viaggiato in Italia ed era titolare di una ditta di rossetti”.

Eid l’aveva già incontrato, quando la sua agenzia lo aveva spediato ad Aleppo per raccontare la vita di quest’uomo che aveva subito una lunga occupazione del suo quartiere da parte delle forze ribelli: le sue due mogli e gli otto figli avevano deciso di lasciare la città, ma lui è rimasto nella casa dove sono sepolti i suoi antenati. “Era gennaio 2016”, dice ancora il fotografo, “Anis ci ha mostrato la collezione delle sue auto d’epoca, di cui era ossessionato”.

“Quando una delle mie auto è stata colpita da una bomba, è come se io o uno dei miei parenti fossimo rimaste vittime dell’esplosione”, ha detto Anis all’Afp.

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La scorsa settimana, con Aleppo tornato nelle mani del governo, l’agenzia ha inviato Eid e un giornalista per vedere che cosa fosse accaduto ad Anis e alle sue automobili.

“Tra le macerie, abbiamo visto le sue auto distrutte e la sua casa parzialmente crollata”, ha raccontato il fotografo. “Abbiamo bussato alla porta, ma pensavo di non trovare nessuno”.

Invece a sorpresa, Anis è andato ad aprire la porta, ha fatto il the per i giornalisti e gli ha mostrato tutto ciò che aveva perso in quell’anno di guerra. Le sue auto sono oramai un cumulo di lamiere contorte. I suoi pezzi di antiquariato, le sue collezioni distrutte. “Niente mi impedirà di ricostruire, di ricominciare a vivere. È qui che sono nato, è qui che morirò”, ha detto senza indugio Anis al fotografo.

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Neanche il peggiore dei bombardamenti che Aleppo abbia conosciuto, quello che ha quasi raso al suolo la sua casa, ha tolto a quest’uomo la voglia di vivere. “Ci ha detto che gli piace la musica classica”, ha raccontato Eid al Washington Post. E quasi per gioco l’operatore gli ha chiesto se il grammofono funzionasse ancora. È stato allora che Anis si è acceso la pipa, ha azionato il grammofono e si è seduto sul letto in ascolto.

Ed è nata la foto che è “come un intero romanzo”.

“Questo uomo è seduto qui, nella sua camera da letto dove sta ancora dormendo, senza finestre, senza porta. Il muro sta per crollare. E lui sta ascoltando la musica. Sta fumando la pipa”. Un’immagine che è anche un grido di speranza. Sembra dire: “Va bene. C’è stata la guerra, c’è stata la distruzione”, ha concluso Eid. “Ora è il momento di lasciare che la musica suoni”.

Olanda, vince il partito liberale di destra Vvd.

Olanda, vince il partito liberale di destra Vvd. Geert Wilders non sfonda, ma il successo di Rutte è fragile

Pubblicato: 16/03/2017 09:12 CET Aggiornato: 16/03/2017 09:13 CET
RUTTE E WILDERS

Il partito liberale di destra Vvd del premier Mark Rutte è il vincitore delle elezioni olandesi, ma è un successo fragile e che apre ora alla necessità di trovare almeno tre alleati per raggiungere la maggioranza in Parlamento. Con circa il 95% delle schede scrutinate, Vvd ha ottenuto 33 seggi in Parlamento su 150, perdendone quasi 41 rispetto al 2012. La destra islamofoba di Geert Wilders guadagna ma non sfonda: 20 seggi, più dei 5 attuali. I democristiani del Cda e i socialdemocratici Democratici 66 sono ciascuno a 19 seggi. Crollano invece i laburisti del Pvda con solo 9 seggi (persi 29). Balzo in avanti dei Verdi, che quasi quadruplicano i parlamentari.

I negoziati di Rutte per formare il nuovo governo
Il sistema olandese, frutto di un sistema elettorale proporzionale senza soglie di sbarramento, rende impervia la strada del premier Rutte. Il premier liberalconservatore avrà bisogno di almeno tre alleati per raggiungere la maggioranza. Rutte potrà scegliere tra quattro partiti: i cristianodemocratici (Cda), i liberali progressisti (D66), i verdi di sinistra e i socialdemocratici (Sp). Il nuovo parlamento si insedierà il prossimo 23 marzo, e solo allora cominceranno le trattative ufficiali per la formazione del nuovo governo. Il primo ministro ha già annunciato nel corso di un dibattito radiofonico che, come partner di coalizione, ha in mente proprio D66 e Cda.

Wilders vuole partecipare al nuovo esecutivo, ma gli avversari dicono no
Wilders si è detto pronto a sostenere una coalizione di governo anche se tutti gli altri partiti hanno escluso qualsiasi collaborazione con il Pvv. “Se fosse possibile, vorrei governare, ma se non funzionerà. Sosterremo il governo laddove necessario, sui temi che ci sono più cari”, ha detto Wilders alla stampa olandese.

Da Juncker a Merkel, l’Europa tira un sospiro di sollievo
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha parlato di “un voto per l’Europa, contro gli estremismi”, mentre la Cancelleria tedesca, Angela Merkel, ha telefonato a Rutte per congratularsi. “Non vedo l’ora di continuare la cooperazione come amici, vicini ed europei”, ha detto la cancelliera a Rutte, secondo quanto postato dal portavoce Steffen Seibert su Twitter.

“I valori di apertura, di rispetto per gli altri e la fiducia nel futuro dell’Europa sono l’unica vera risposta agli impulsi nazionalisti e all’isolazionismo che stanno scuotendo il mondo”, ha detto il presidente francese, François Hollande, in un comunicato.

Futures positivi in Borsa dopo la vittoria dei liberali in Olanda
Dopo la vittoria dei liberali, in attesa dell’avvio degli scambi, le previsioni sulla Borsa olandese sono positive, con i futures sull’indice Aex in crescita dello 0,8 per cento.