Caso Wesolowski, vescovi: “La giustizia vaticana”

“Un archivio degli orrori di oltre 100mila file pedo-porno”: prove schiaccianti contro Wesolowski

Un archivio segreto che conteneva file video e immagini di bambini nudi, costretti a rapporti sessuali fra di loro o con adulti. Materiale agghiacciante contenuto nel computer della canonica della Nunziatura di Santo Domingo. Monsignor Jozef Wesolowski aveva una raccolta degli orrori immensa, composta da oltre centomila documenti sequestrati dagli inquirenti e contenuti in parte nel pc portatile del religioso, arrestato in Vaticano tre giorni fa per volere di Papa Francesco.
Nelle foto e nei filmini pornografici, in parte scaricati da internet e in parte fatti dalle stesse vittime, scrive il Corriere della sera, compaiono ragazzini dai tredici ai 17 anni e adulti, figure queste ultime al vaglio degli inquirenti. Persone che hanno sostenuto e aiutato il religioso nella sua attivita perdo-pornografica e in molti casi avrebbero partecipato agli incontri. “Nel capo di imputazione – scrive il quotidiano milanese – si parla esplicitamente di ‘reati commessi in concorso con persone ancora ignote’ e gli atti dell’inchiesta fanno comprendere come i promotori di indagine del Vaticano abbiano già trovato alcuni elementi per arrivare alla loro identificazione”. Insomma: un’inchiesta tutta in divenire che potrebbe avere ancora clamorosi sviluppi. Ciò che gli inquirenti sospettano è che Wesolowski facesse parte di una rete internazionale dedita al traffico di materiale pedo-pornografico.
Secondo gli inquirenti, il prelato aveva una particolare “abilità a utilizzare strumentazione elettronica che può essere reperita per connessioni illecite. Comportamento che l’imputato ha mostrato di perseguire con modalità fortemente compulsive”. Scrive il Corsera che sono state trovate oltre “100 mila file a sfondo sessuale, ai quali si aggiungono più di 45 mila immagini cancellate”. L’archivio scoperto è stato “diviso in quattro volumi e contenente circa 130 video e più di 86 mila fotografie”. Il resto del materiale era contenuto nel pc portatile che il religioso aveva sempre con sé. Nei file protagoniste sono anche numerose bambine, ma scrive Fiorenza Sarzanini, la predilezione era per i maschi.
L’indagine prosegue sugli eventuali fiancheggiatori di Wesolowski. Secondo il Corriere giudici sarebbero convinti che “Francisco Javier Occi Reyes, il diacono arrestato dalla polizia dominicana nel giugno 2013 che poi ha denunciato Wesolowski alle alte gerarchie vaticane con una lettera, sia soltanto una pedina di un gioco più grande”. Da qui indagini a tutto campo che comprendono tutti i paesi dove l’uomo è stato prima di Santo Domingo. In ogni caso sono decine i bambini coinvolti, anche se l’indagine si basa soprattutto sulla testimonianza di tre bambini e della loro madre. Un ruolo importante ha giocato anche un’inchiesta televisiva realizzata da una giornalista di una tv locale che avrebbe indotto il Vaticano a prendere seriamente in considerazione il caso, per via del “danno cagionato all’immagine dello Stato e della Santa Sede”. Da qui gli arresti domiciliari.
Il nunzio ha detto di poter “chiarire tutto”. La consapevolezza delle prove schiaccianti però ha indotto le autorità vaticane a restringerlo agli arresti domiciliari, onde evitare la cattura in territorio italiano e la conseguente estradizione su richiesta della Repubblica di Santo Domingo. Le autorità vaticane hanno comunque agito in collaborazione con le forze di polizia del Paese sudamericano. Il processo avverrà per direttissima, come previsto dai trattati internazionali in materia di violenza sui minori.

Concordia, De Falco: “Contro di me provvedimento abnorme”

Concordia, De Falco: “Contro di me provvedimento abnorme”. Ammiraglio Dell’Anna: “È una promozione”

”Ma quale mobbing, quale rimozione. Non scherziamo. Ne firmo cinquecento l’anno di questi trasferimenti. Si tratta di un normale, fisiologico avvicendamento”. Lo afferma l’ammiraglio Ilarione Dell’Anna, responsabile del personale della Guardia costiera, in un’intervista al Messaggero. ”De Falco è in quel posto da nove anni. È normale che in un’organizzazione militare si passi da un settore all’altro, si diversifichino le esperienze. Bisognava riorganizzare tutta la direzione marittima di Livorno, due ufficiali a fine anno andranno in pensione”, spiega Dell’Anna.
Nessuno è inamovibile – ”De Falco è un capitano di fregata. È stato capo servizio operativo e ora sarà responsabile dell’Ufficio studio, del controllo della gestione delle relazioni esterne della direzione marittima di Livorno. Un incarico esattamente dello stesso livello. E non ha cambiato neppure sede, ma solo sedia”, dice Dell’Anna. ”Quando trasferiamo il personale, per dirne una, da Imperia a Gela, allora che dovrebbe accadere? Piaccia o no a De Falco, nessuno nel nostro mondo può reclamare forme di inamovibilità”.
Il trasferimento serve a De Falco – La stessa opinione è stata espressa dall’ammiraglio ispettore capo Felicio Angrisano, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, secondo il quale il trasferimento ”non è una diminutio, ma un passo necessario per la sua carriera. Si tratta di fare l’assistente del responsabile del Dipartimento marittimo di Livorno. In questa posizione De Falco potrà mettere a frutto la sua esperienza ed essere anche a disposizione a tempo pieno della magistratura che conduce l’inchiesta sul naufragio”. In un’intervista alla Stampa Angrisano precisa che ”prima dei fatti del Giglio, De Falco era capo sezione operazioni. Subito dopo è stato avanzato d’incarico, assumendo quello di capo servizio, pur mantenendo lo stesso grado. Ora gli si chiede di maturare un’ulteriore e diversa esperienza per essere valutato per la promozione a capitano di vascello, galloni che, se assegnati, gli consentirebbero di assumere ad esempio la responsabilità dell’intero reparto operativo a Livorno, destinazione che risulta gradisca. Fa parte dell’addestramento, non esistono incarichi a vita”.
De Falco: contro di me provvedimento abnorme – Non la pensa allo stesso modo il diretto interessato invece. Per De Falco il trasferimento è ”un provvedimento abnorme. Io non voglio promozioni, voglio soltanto lavorare. E non è questione di inamovibilità, ma di competenza e di economicità amministrativa. Si spendono soldi per formare un ufficiale operativo e poi lo si spedisce in ufficio?”. In un’intervista al MessaggeroDe Falco insiste: ”Provo un senso di grande amarezza in queste ore. Perché lo Stato mi ha formato per una decina d’anni nel settore operativo e ora questa formazione si rivela non più essenziale. Un paio d’anni fa vennero anche a dirimi che sarei andato a comandare una capitaneria di porto, poi non se ne è fatto più niente. Mi spiegate voi il perché?”, dice De Falco. ”Negli uffici della Guardia costiera ho già lavorato, non posso certo disdegnarli. Ma il punto è un altro. Andatevi a vedere gli ordini di servizio: nel posto che vado a occupare, prima di me ci sono stati solo giovani e ufficiali vicini alla pensione. Questa sarebbe la rilevanza dell’incarico?”.
“Lo Stato deve rimediare” – Così Renato Roffi, ex capitano di corvetta livornese, che 23 anni fa fu trasferito nel giro di tre giorni dopo avere denunciato gli errori della Capitaneria di porto di Livorno nella gestione dei soccorsi per la tragedia del Moby Prince, commenta il trasferimento del comandante Gregorio De Falco. “E’ difficile pensare – dice al telefono con l’ANSA – che il suo provvedimento arrivi dal comando generale della Guardia Costiera, perché il comportamento di De Falco ha dato lustro al corpo, penso semmai a una decisione presa della Marina militare. E ha assolutamente ragione De Falco, che conosco appena, quando dice che in quel posto ci vanno solo ufficiali in attesa di andare in pensione o che hanno alle spalle una carriera tutt’altro che brillante. Insomma, è una deminutio capitis bella e buona”. Roffi in questi giorni rivive ciò che capitò a lui nella primavera del 1991 e da allora ha ingaggiato un lunghissimo braccio di ferro con lo Stato che lo ha visto quasi sempre vincitore: “Sono più di 20 i ricorsi al Tar vinti per valere le mie ragioni – racconta – e l’ultimo è recentissimo e impone a un comandante ormai in pensione di riscrivere le mie note caratteristiche”.

“Tredicenni, più gioco d’azzardo online. E sono ‘nottambuli’ connessi su WhatsApp”

“Tredicenni, più gioco d’azzardo online. E sono ‘nottambuli’ connessi su WhatsApp”

La Società italiana di Pediatria ha svolto un’indagine su oltre duemila studenti della terza classe nella scuola secondaria. In crescita il gambling in rete, anche se vietato ai minori. Usano molto anche Facebook, Ask e Instagram. “Hanno però un tremendo bisogno di comunicare con qualche adulto – spiega Maurizio Tucci, curatore del report – ma non hanno referenti”

“Tredicenni, più gioco d’azzardo online. E sono ‘nottambuli’ connessi su WhatsApp”

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Giocano sempre più d’azzardo online, passano la notte a chattare e sono perennemente in gara per un “like”. Ecco l’identikit dei tredicenni italiani. A tracciare la fotografia della nuova generazione digitale è la Società italiana di Pediatria che ha presentato i dati di un’indagine svolta su un campione rappresentativo di 2.107 studenti della terza classe della scuola secondaria. Numeri che confrontati con il passato rivelano un vero boom dei nuovi social network e dell’utilizzo della rete: nel2008 solo il 42% del campione utilizzava Internet tutti i giorni contro l’attuale 81%. Ma che fanno i nostri ragazzi davanti allo schermo?

Uno dei fenomeni più pericolosi è il cosiddetto “Gambling” ovvero il gioco d’azzardo online, fenomeno in crescita tra i giovani. Il 13% degli intervistati l’ha praticato, anche se vietato aiminori. La sempre maggior offerta di siti, ormai legali, in cui si gioca utilizzando soldi “veri” è una tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi. Un mondo, quello dei teenager, che a rigor di legge non potrebbe accedere a questi siti fino al compimento della maggiore età. Almeno sulla carta, perché nella realtà il 45% del campione che ha giocato sostiene di aver vinto, mentre il 36% non ricorda l’esito economico dell’esperienza. E sempre tra i “giocatori” il 32% è orientato a rimettersi davanti al pc, il 45% dichiara di non voler rifare l’esperienza e il 18% è incerto.

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“Siamo di fronte ad un nuovo fenomeno – spiega Maurizio Tucci, curatore dell’indagine –. E’ il primo anno che monitoriamo questo dato perché ci siamo accorti che molti ragazzi passavano il loro tempo a giocare d’azzardo in Rete. In quest’ultimo biennio vi è stato un vero e proprio aumento dei giocatori tredicenni. I meccanismi di accesso al gioco online, vanno dall’offrire gratuitamente fiches di ‘benvenuto’ a sistemi di pagamento tali per cui non è difficile anche per un minorenne accedere, magari grazie ad un amico maggiorenne che ha la possibilità di mettere a disposizione i propri documenti per registrarsi”. Dati che vanno di pari passo con il resto dell’Europa: “Non abbiamo a disposizione numeri per fare dei confronti – spiega Tucci, precisando che su questa fascia d’età sono pochi a puntare gli occhi – ma posso dire con certezza che l’Italia non ha la maglia nera”.

Internet per un tredicenne significa social network. E su questo tema vi è un’importante novità: non è ancora tempo di dire addio a Facebook ma sempre più ragazzi usano WhatsApp(81,1), Ask (33,2%) e Instagram (42%). Pochi ancora quelli che cinguettano su Twitter (23%). A usare il social inventato da Mark Zuckerberg resta comunque il 75% dei giovanissimi del campione. “Facebook resta una vetrina rassicurante per i genitori. Su Ask i ragazzi si esprimono con un linguaggio scurrile dietro l’anonimato che garantisce questo social mentre su Facebookpostano le foto del loro compleanno e del loro cagnolino. Ciò che mi stupisce è che questi adolescenti hanno un tremendo bisogno di comunicare con qualche adulto ma non hanno referenti: con l’associazione, ci siamo iscritti ufficialmente ad Ask e riceviamo centinaia di richieste di informazioni sulla sessualità, sul ciclo mestruale”.

Ragazzi che possiamo definire, secondo la ricerca presentata, baby nottambuli. Rispetto alla precedente indagine cresce l’abitudine a navigare nelle ore serali e notturne. Il 56,6% chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a farlo fino a tardi, prima di addormentarsi in una fascia oraria che interferisce con il sonno, con conseguenze non trascurabili sulla salute. Se nel 2012 era il 2,6% a pensare ad Internet appena sveglio ora è il 12,5%. La connessione sul telefonino è complice di questo incremento. E la Società Italiana di Pediatria mette in guardia genitori e insegnanti: chi frequenta più di tre social ha una vita più a rischio. “I più assidui frequentatori diFacebook o WhatsApp o Ask, risultano più fragili e insicuri”.

Tumore al pancreas, la vitamina D “modificata” apre le porte a nuove cure

Tumore al pancreas, la vitamina D “modificata” apre le porte a nuove cure

Arriva una speranza concreta contro il cancro del pancreas, uno dei tumori più letali: scienziati Usa hanno scoperto che una molecola ottenuta dalla vitamina D potenzia gli effetti della chemioterapia contro questo tumore aumentando – secondo i risultati ottenuti in animali – del 50% i tassi di sopravvivenza. Pubblicati sulla rivista Cell, i risultati sui topolini sono così buoni che è stata già avviata una sperimentazione clinica per testare il derivato della vitamina D su pazienti. Lo studio è stato condotto da Ronald Evans del Salk Institute di La Jolla. Il segreto del derivato della vitamina D è che favorisce la penetrazione dei farmaci all’interno del tumore, rendendoli più efficaci.
Facilita accesso a chemio potenziandone efficacia – Il tumore del pancreas – circa 6000 casi l’anno in Italia – è uno dei più letali: praticamente asintomatico, viene difficilmente diagnosticato in fase precoce, per cui la diagnosi arriva spesso quando la malattia è già estesa ed ha iniziato a diffondersi agli organi vicini, quindi è difficile da guarire. Oggi questa neoplasia si cura soprattutto chirurgicamente ma la mortalità associata all’intervento resta alta. I chemioterapici sono poco efficaci in quanto non riescono a penetrare in profondità nel tumore. I farmaci sono bloccati da uno scudo di cellule cosiddette stellate che favoriscono la crescita tumorale.
Così gli scienziati sono riusciti a lasciare nudo il tumore – Ebbene Evans ha scoperto che queste cellule stellate sono tappezzate di “interruttori” specifici per la vitamina D e che quando questa si lega ad essi le cellule stellate si disattivano lasciando il tumore “nudo” e più esposto ai farmaci. Evans ha infine compreso che bisogna usare un derivato della vitamina D per ottenere risultati veramente apprezzabili e adesso è già in corso presso la University of Pennsylvania una sperimentazione clinica con questo derivato.

Auto piomba sul bar: morti 4 ragazzi.

Auto piomba sul bar: morti 4 ragazzi. Conducente positivo all’alcotest accusato di omicidio volontario

È accusato di omicidio volontario Gianni Paciello, il 22enne di Sassano (Salerno) che domenica con la Bmw del padre è piombato sui tavolini di un bar uccidendo quattro giovani, tra i quali suo fratello. Secondo quanto si apprende dai carabinieri, l’accusa è stata formulata all’alba dalla Procura di Lagonegro (Potenza). In un primo momento l’uomo – che è stato portato all’ospedale di Polla e successivamente trasferito a Salerno – era stato fermato con l’accusa di omicidio colposo, poi modificata in seguito all’accertamento del superamento di circa tre volte del limite consentito del tasso alcolemico.
L’omicida è ricoverato – Gli inquirenti hanno lavorato per l’intera nottata acquisendo elementi utili. Secondo gli investigatori, Gianni Paciello, che è risultato negativo ai test medici inerenti l’assunzione di sostanze stupefacenti, nello stato confusionale in cui si trovava causato dall’alcol non doveva mettersi alla guida di un’auto. Il 22enne è ora ricoverato nell’ospedale San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona dopo aver ricevuto le prime cure dai sanitari dell’ospedale di Polla per aver riportato un trauma vascolare toracico. Paciello gestisce in società un altro bar nella zona di Sassano.
Le vittime – A perdere la vita nell’incidente, verificatosi poco dopo le 16,30 nella frazione Silla del grosso centro agricolo-commerciale del Vallo di Diano, sono stati Giovanni Femminella di 16 anni, suo fratello Nicola di 22 anni, entrambi figli del proprietario del bar, Daniele Paciello di 19 anni e Luigi Paciello di 15 anni, quest’ultimo fratello di Gianni Paciello. La tragedia ha sconvolto oltre che la comunità sassanese l’intero Vallo di Diano. Sul posto dell’incidente sono giunte, subito dopo il fatto, centinaia di persone. Il sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino, ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
La dinamica della tragedia – Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Sala Consilina, diretta dal capitano Emanuele Corda, la Bmw ha impattato contro una rotatoria, posta alla fine di un rettilineo imboccato a forte velocità, ed è rimbalzata contro la vetrina del bar “New Club 2000”. L’ impatto è stato attutito parzialmente da un marciapiede, ma l’ auto è finita su un tavolino posto davanti ad una vetrina, al quale erano seduti i quattro giovani.
Martedì i funerali – Le esequie si terranno in maniera separata: alle ore 9, nella chiesa della frazione Silla, saranno celebrate le esequie di Daniele Paciello, 19 anni. A distanza di qualche ora, alle 12, nella chiesa della frazione Varco Notar Ercole si renderà omaggio alle salme di Giovanni Femminella, 16 anni, e di suo fratello Nicola, 22 anni, entrambi figli del proprietario del bar teatro della tragedia. Nel pomeriggio, infine, alle 15, sono state fissate le esequie di Luigi Paciello, 15 anni, fratello di Gianni Paciello, 22 anni, il conducente dell’auto assassina. Gianni Paciello non parteciperà ai funerali in quanto è ricoverato, in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario, nell’ospedale San Leonardo di Salerno per aver riportato un trauma vascolare toracico.
Auto andava a 100km orari – É quanto trapela dalle indagini che i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina (Salerno) stanno conducendo per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente mortale avvenuto nella frazione Silla. In quel tratto, i limiti di velocità consentono un’andatura non superiore ai 50 chilometri orari. La Procura della Repubblica di Lagonegro (Potenza), comunque, sta mantenendo il più stretto riserbo sull’attività investigativa in corso.

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA B

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA B

 

Le vitamine del gruppo B sono molecole utili a garantire l’efficienza del metabolismo delle nostre cellule, in particolare sono essenziali a livello cerebrale, muscolare e gastrointestinale. L’adeguato apporto delle vitamine B è indispensabile per nutrire pelle e capelli, occhi e bocca. A livello più profondo, servono per il buon funzionamento del fegato e sono attive nel metabolismo dei grassi e delle proteine. Inoltre intervengono nella trasformazione dei carboidrati complessi in glucosio, ossia zucchero semplice utilizzabile come diretta fonte di energia.

Proprietà e carenze

Sono diverse le vitamine che fanno parte del Gruppo B, tra cui B1 tiamina, B2 riboflavina, B3 niacinamide, B5 acido pantotenico, B6 piridossina, B8 biotina, B9 acido folico o folacina e B12 cobalamina. Si tratta evidentemente di una serie di sostanze che hanno identità chimica diversa l’una dall’altra: questa diversità si riflette anche nella loro azione nell’organismo e di conseguenza nel fabbisogno giornaliero per il mantenimento dello stato di salute. La dose giornaliera raccomandata (RDA) è dunque diversa a seconda della vitamina:

Vitamina B1: tiamina 1,4 mg;

Vitamina B2: riboflavina 1,6 mg;

Vitamina B3: niacina 18 mg 1;

Vitamina B5: acido pantotenico 6 mg;

Vitamina B6: 2 mg;

Vitamina B8: biotina 50 microgrammi;

Vitamina B9: folacina 0,2 mg;

Vitamina B12: 2 microgrammi.

Dal punto di vista clinico, la carenza di alcune vitamine del gruppo ha particolare rilevanza. È il caso della pellagra, che si manifesta in seguito a un deficit di niacina o vitamina B3. Questa malattia si caratterizza da un’estesa dermatite, incontrollabile diarrea causa di forte disidratazione e anche segnali di demenza resi più acuti dalla forte perdita di liquidi. La carenza di vitamina B3 non è necessariamente legata alla cattiva alimentazione, ma anche da un insufficiente assorbimento intestinale causato da altri disturbi.

Il deficit di vitamina B1 invece è la causa del beri-beri che si manifesta con nevriti, mal di testa, stitichezza, respiro affannoso ed eccessiva stanchezza, irritabilità innaturale ed inappetenza. La malattia regredisce davvero rapidamente con la somministrazione di tiamina, appunto la vitamina B1.

Alimenti

Almonds – a ceramic bowl via Shutterstock

Particolarmente ricchi di vitamine B sono i seguenti cibi:

lievito di birra;

fegato e carne di maiale;

riso integrale;

grano integrale;

legumi e soia;

frutta a guscio: nocciole, mandorle, noci;

tuorlo d’uovo;

tonno;

ortaggi verdi freschi;

banane e prugne;

patate.

Tra i legumi, i piselli sono particolarmente ricchi di vitamine B2 e B6. Ceci, spinaci, fagiolini, succo d’arancia, fragole, broccoli e lattuga sono le principali fonti della folacina, ovvero la vitamina B9: una carenza può essere la causa di una forma di anemia e, inoltre, può incidere negativamente sulla capacità del trasporto cellulare di ossigeno. In gravidanza l’apporto quotidiano di folacina diventa ancora più importante perché serve per il corretto sviluppo nel feto del cervello e delle sue strutture e del midollo spinale. Per questo motivo nelle donne in stato interessante il fabbisogno quotidiano raddoppia e diventa pari a 0,4 mg al giorno.

INTOSSICAZIONE DA MERCURIO: SINTOMI PRINCIPALI E RIMEDI NATURALI

INTOSSICAZIONE DA MERCURIO: SINTOMI PRINCIPALI E RIMEDI NATURALI

 

di Francesca Biagioli

 

Purtroppo siamo sempre più esposti ai metalli pesanti presenti ormai spesso, sia pure in piccole quantità, nell’aria, in alcune acque, nel pesce, nelle occlusioni dentali, nei vaccini, ecc. Il mercurio, in particolare, è un metallo pericoloso proprio perché viene facilmente a contatto con il nostro corpo e, accumulandosi nel tempo molto lentamente, può dare dei problemi al nostro organismo creando una vera e propria intossicazione.

Vediamo quali sono i primi e principali sintomi che possono comparire in caso di intossicazione da mercurio.

Dolori articolari e muscolari

Il mercurio tende a concentrarsi nei tessuti lentamente nel corso del tempo. Può creare quindi dolori articolari e muscolari, infiammazioni varie e sensazione di rigidità agli arti. Si può avvertire anche stanchezza e debolezza muscolare o crampi. Ovviamente non è semplice attribuire questi sintomi ad una presenza eccessiva di mercurio nel corpo dato che si possono confondere con fibromialgia, artrite, sindrome da fatica cronica o altro.

Problemi digestivi

Anche in caso di problemi digestivi non è facile individuare la causa in un’intossicazione da mercurio. Probabilmente è più facile collegare le due cose se in bocca si hanno alcune vecchie otturazioni dentali a base di mercurio (oggi fortunatamente cadute in disuso). In questo caso i problemi si possono verificare proprio perché piccolissimi frammenti di mercurio mentre si mastica finiscono nel cibo e di conseguenza poi nell’apparato digerente dove possono creare problemi sia allo stomaco che alla flora batterica intestinale.

Disturbi cerebrali

Il mercurio tende a concentrarsi soprattutto nei tessuti grassi, come appunto il cervello. Un’intossicazione da mercurio può quindi influire negativamente sulle funzionalità della nostra mente o sul suo sviluppo in caso si tratti di neonati o bambini. Non è un caso che in gravidanza si dica di consumare con molta moderazione tonno e altri pesci grassi proprio per evitare che le quantità di mercurio in essi contenuti possano raggiungere il feto e compromettere il suo sviluppo cerebrale. I sintomi che possono comparire invece negli adulti sono emicrania, difficoltà nella memoria e nel linguaggio, scarsa attenzione o altro.

Rimedi contro l’intossicazione da mercurio

Non c’è bisogno di arrivare ad una vera e propria intossicazione da mercurio o altri metalli pesanti prima di mettere in atto una strategia per disintossicare l’organismo. Quest’ultimo in parte è in grado di farlo da solo grazie ai suoi organi emuntori, in parte ha necessità di essere sostenuto con alcuni rimedi naturali. Per prima cosa, ovviamente, sarebbe bene ridurre al minimo l’esposizione, ad esempio limitando il consumo dei pesci grassi sopraindicati, evitando vaccini non necessari, eliminando in maniera protetta e scadenzata nel tempo le amalgame dentarie in mercurio, ecc. Tutti comunque, anche inconsapevolmente, vi siamo più o meno esposti e quindi, al bisogno, possiamo utilizzare alcuni rimedi per arginare il problema. Tra i più utilizzati ed efficaci ci sono la zeolite, l’argilla ventilata e l’alga Clorella. Per altre soluzioni potete leggere: Come depurarsi dai metalli pesanti,10 alimenti e rimedi naturali. 

Cozze, ostriche, miele e uova: ecco i cibi che risvegliano passione maschile

Cozze, ostriche, miele e uova: ecco i cibi che risvegliano passione maschile

Per risvegliare i sensi e accendere la passione del vostro lui tentatelo sin dalla tavola, proponendogli “peccati di gola” a base di cozze, vongole e ostriche, miele e uova oltre che l’immancabile peperoncino e il cioccolato.
Questo il suggerimento che arriva dall’87° Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia(Siu)in che si è tenuto a Firenze, dove gli esperti hanno discusso delle ultime ricerche in materia di alimentazione e sessualità al maschile, puntando l’attenzione in particolare sulla fertilità.
“Esistono cibi che, più di altri, possono dare una marcia in più sotto alle lenzuola – spiega Vincenzo Mirone, segretario generale della Siu -alcuni sono conosciuti come il peperoncino, altri sono meno noti come l’avena o il miele, che riattivano la produzione di testosterone aumentando la libido.
Nel menù che accende la passione di lui poi entrano a pieno diritto le uova, che riequilibrano i livelli degli ormoni maschili aumentando il desiderio; le ostriche e i frutti di mare, che abbondano di zinco essenziale per il liquido spermatico e una buona eiaculazione; il cioccolato, utile anche per lei perché riduce lo stress e aiuta il rilascio di serotonina”.
Per la fertilità, invece, si ai cibi ricchi di vitamina c che migliorano la qualità dello sperma (spremuta di arancia e pompelmo a colazione, un’insalata di pomodori condita con il basilico o arricchita di verdura a foglia verde come la rucola a pranzo) si a cavoli, broccoli, spinaci e legumi che aumentano la produzione di spermatozoi, si alle noci che li rendono più attivi e mobili e si anche allo zafferano, al fegato, al pollo e al pesce, che ne migliorano la qualità e prevengono i difetti.
No invece alle bevande zuccherate, a un consumo troppo abbondante di carne rossa e processata industrialmente, a fritti, merendine e a tutti gli alimenti che contengono troppi grassi saturi. Infine, moderazione con l’alcol

Sicurezza: primo ok per la pistola elettrica e le telecamere sulla divisa della polizia

Sicurezza: primo ok per la pistola elettrica e le telecamere sulla divisa della polizia

Dopo lo spray al peperoncino e le microcamere sulle divise, che dopo mesi di sperimentazione potrebbero fare il loro esordio “ufficiale” in ordine pubblico giovedì a Napoli, è in arrivo un nuovo strumento per i poliziotti: la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato un emendamento al decreto stadi che autorizza la sperimentazione del Taser, la pistola elettrica. L’emendamento, che dovrà ora ricevere il via libera dall’Aula, è stato approvato dopo che il viceministro all’Interno Filippo Bubbico ne ha proposto una riformulazione rispetto al testo iniziale di Forza Italia: la sperimentazione dovrà avvenire “con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della salute”.
Arma di dissuasione – Presto dunque il Taser, che produce una scossa elettrica che rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi e che già utilizzano diverse polizie europee, potrebbe approdare nelle questure. “C’è da augurarsi – dice il promotore dell’emendamento Gregorio Fontana – che la condizione posta dalla riformulazione non si trasformi in una manovra ostativa, verso un’operazione di ammodernamento tecnologico, di estrema utilità per gli operatori della sicurezza e per tutti i cittadini”.
Numerosi studi ne hanno rilevato la pericolosità – Contraria Sel, con il capogruppo in Commissione Daniele Farina: “numerosi studi e rapporti ne hanno rilevato la pericolosità e l’uso indiscriminato nei paesi dove l’armamento è stato adottato”. Al Dipartimento di Pubblica Sicurezza si guarda invece con interesse alla possibile sperimentazione. Perché lo spray, le microcamere e, ora il Taser, sono strumenti che vanno verso un’unica ottica: ridurre al minimo il contatto fisico tra operatori di polizia da un lato e cittadini dall’altro. E, di conseguenza, ridurre drasticamente i rischi che un arresto o una carica di alleggerimento possano degenerare, come accaduto in passato e come insegna ad esempio la storia di Federico Aldrovandi.
Si comincia ad abbattere un pregiudizio – “Piano piano – commenta il segretario del Sap Gianni Tonelli – si comincia ad abbattere un pregiudizio di fondo verso determinati strumenti, che non sono di repressione ma di prevenzione, anche se la strada da fare è ancora molto lunga”. Per l’Associazione nazionale dei funzionari di Polizia “sarebbe preferibile impiegare già nella fase sperimentale pistole Taser che dispongono di un sistema di videoregistrazione connesso automaticamente al loro uso, come avviene già in Francia” a garanzia di agenti e cittadini.
In arrivo le telecamere installate sulle divise – In attesa che il Parlamento si pronunci sul Taser, faranno intanto l’esordio ufficiale in ordine pubblico le microcamere installate sulle divise, la cui sperimentazione è in corso a Roma, Napoli, Torino e Milano: in occasione del vertice della Bce di giovedì a Napoli, gli agenti dei reparti mobili potranno utilizzare i nuovi strumenti e sarà il dirigente incaricato della gestione della piazza a decidere se sussistono o meno le necessità per la loro attivazione.
Garantita la privacy – Nel parere con cui il Garante della privacy ha dato il via libera all’utilizzo, si sottolinea infatti che il sistema, per quanto finalizzato alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla prevenzione, all’accertamento o alla repressione dei reati, è pur sempre soggetto al rispetto dei principi del codice privacy sul trattamento dei dati personali. E dunque le immagini riprese dovranno essere pertinenti e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolte. Ecco perché il sistema dovrà essere attivato solo ove vi sia effettiva necessità, ossia nel caso di insorgenza di concrete e reali situazioni di pericolo di turbamento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Le riprese, inoltre, dovranno essere conservate per un periodo di tempo limitato e poi cancellate.
M5s: soldi per pistole taser e non per stipendi – La possibilità di sperimentare la pistola elettrica è un’ “esigenza così tanto urgente e necessaria da essere inserita in un decreto legge”?. Se lo chiedono i Cinque Stelle polemizzando sui costi. “Quanto ci costeranno queste ‘pistole giocattolo’ non è dato sapere mentre i nostri emendamenti per sbloccare il tetto agli stipendi delle forze dell’ordine non sono stati dichiarati ammissibili. Questa – concludono i deputati M5s – è la priorità di governo e maggioranza: pistole elettriche invece dello sblocco degli stipendi e la tutela della salute della polizia. Noi, invece, domani incontriamo le forze di polizia”.

RIMEDI NATURALI CONTRO LA PRESSIONE BASSA: GLI ALLEATI

RIMEDI NATURALI CONTRO LA PRESSIONE BASSA: GLI ALLEATI

 

di Gianluca Rini

 

Molto utili i rimedi naturali contro la pressione bassa. Si tratta di soluzioni che la natura mette a disposizione, per risolvere quel malessere dettato dal fatto che la pressione sanguigna abbia valori inferiori a 100 per la massima e a 60 per la minima. Di solito il medico prescrive degli integratori di magnesio e potassio, ma la fitoterapia propone di più.

Liquirizia

Per rimediare alla pressione bassa, basterebbe mettere in bocca una semplice caramella di liquirizia. Allo stesso tempo è bene non bere eccessivamente caffè. Le caramelle da utilizzare sono quelle non gommose e non zuccherate. Va bene il classico legnetto che si può masticare.

Ribes nigrum

Da non dimenticare il ribes nigrum, che è un semplice frutto di bosco e quindi può essere assunto anche dai più piccoli. Soprattutto questo rimedio naturale si può usare nel corso dell’autunno o della primavera, specialmente per le persone che soffrono di allergia ai pollini e che risentono dei fastidi connessi a questo disturbo.

Cardo mariano

Il cardo mariano agisce su più fronti. Innanzitutto è un digestivo e aiuta soprattutto, dopo che si è mangiato molto, specialmente se si soffre di fegato grasso o se i livelli di colesterolo sono alti. Il cardo mariano, nella sua azione di digestione, aiuta in maniera efficace il fegato. Dobbiamo comunque sapere che è capace di svolgere un’azione da tonico. Riesce a recuperare molto velocemente i valori della pressione sanguigna. Può essere utilizzato anche durante il periodo dell’allattamento, anzi possiamo dire che è la pianta più adatta ad arricchire il latte materno. Di conseguenza si può assumere subito dopo il parto, perché favorisce il recupero delle forze.

Spirulina

La spirulina è molto utile da assumere quando il nostro stile di vita è basato troppo sulla sedentarietà e sullo stress. È un alimento completo, in quanto contiene acidi grassi essenziali, aminoacidi, minerali, soprattutto calcio, magnesio, potassio e selenio, e vitamine.

Melograno

Il succo di melograno è una fonte incredibile di vitamina A, di vitamina B e di vitamina C. È ricco di flavonoidi, che svolgono un’azione benefica a vantaggio del sistema cardiovascolare. Riesce a mantenere sotto controllo il livello di colesterolo e a prevenire l’aterosclerosi. I tannini che esso contiene hanno delle favorevoli proprietà astringenti e rinfrescanti.

Eleuterococco

L’eleuterococco può essere utile alle donne per la bassa pressione che si manifesta in corrispondenza del ciclo mestruale, quando gli estrogeni del corpo tendono ad abbassarsi. Può essere preso soprattutto nei giorni di flusso abbondante, perché ha una blanda funzione estrogenica.

Equiseto arvense

La pianta dell’equiseto arvense è utile per contrastare i processi di demineralizzazione. La troviamo in erboristeria in polvere o in fiale e aiuta quando la pressione bassa si accompagna a perdita di capelli e alla fragilità delle unghie.

Tè roibos

Il tè roibos abbonda di proteine, di sali minerali e di vitamina C. In generale lo si può definire come un ricchissimo antiossidante, che costituisce un vero e proprio elisir di giovinezza.