Eurogruppo, accordo su antispread e crescita

Eurogruppo, misure antispread: accordo raggiunto nella notte. Monti soddisfatto

Il summit dell’Eurozona, convocato a sorpresa ieri sera immediatamente dopo la fine della prima giornata del Consiglio europeo, ha prodotto alle 4.20 del mattino un accordo che accoglie in gran parte le richieste italiane e spagnole (appoggiate dal presidente francese François Hollande) e supera di slancio i tradizionali ‘nein’ di Berlino.
Lungo negoziato notturno – Dopo un lungo negoziato notturno “qualche volta teso”, (secondo l’eufemistica definizione di Mario Monti), il premier italiano ha ottenuto qualcosa che somiglia molto al meccanismo anti-spread da lui chiesto insistentemente da settimane, e che era stato finora ignorato dai partner e persino irriso dalla Commissione europea (che l’aveva definito “un paracetamolo”).
I contenuti – L’accordo prevede che i paesi ‘virtuosi’ sotto la pressione di spread ‘eccessivi’ possano usufruire dell’acquisto di una parte dei loro titoli di Stato da parte dei fondi di salvataggio dell’Eurozona (l’Efsf e il suo successore permanente, l’Esm), senza per questo doversi sottoporre a condizioni aggiuntive rispetto agli impegni già presi con la Commissione e l’Eurogruppo nell’ambito delle cosiddette raccomandazioni ‘country specific’, che applicano il ‘Semestre europeo’, il Patto di stabilità e la ‘procedura sugli squilibri macroeconomici’.
Si dovrà fare richiesta – In sostanza, il paese interessato dovrà comunque fare una richiesta formale di attivazione dell’intervento del Fondo di salvataggio, e sottoscrivere un ‘Memorandum of understanding’ (‘Protocollo d’intesa’) con la Commissione europea. Su questo punto Monti non ha ottenuto quello che voleva (l’attivazione automatica dell’intervento quando gli spread superassero una determinata soglia). Ma il ‘Memorandum’ non conterrà una ‘condizionalità aggiuntiva’: in realtà, non farà che riprodurre il testo delle raccomandazioni ‘country-specific’, più un calendario di attuazione delle diverse misure. Per i paesi ‘virtuosi’, ha spiegato Monti, questo significa semplicemente “continuare ad adempiere alle condizioni a cui stavano già adempiendo”.
Ricapitalizzare le Banche senza intervento degli Stati – Nelle conclusioni del vertice dell’Eurozona non si specifica se gli interventi anti-spread dei fondi Efsf/Esm consisteranno in acquisti di titoli di Stato sul mercato primario (all’emissione) o su quello secondario (scambio dei titoli già emessi), ma entrambe le soluzioni sono possibili. L’altro elemento importante dell’accordo, che corrisponde a una richiesta pressante della Spagna e a un’altrettanto importante concessione di Berlino, riguarda la decisione di consentire la ricapitalizzazione ‘diretta’ delle banche in crisi da parte dei fondi Efsf/Esm, senza coinvolgere la responsabilità finanziaria degli Stati interessati. L’obiettivo, esplicitato nell’accordo dei Diciassette, è quello di “spezzare il circolo vizioso fra le crisi bancarie e il debito sovrano”. Se gli Stati intervengono a salvare le banche, possono indebitarsi fino a rischiare l’insolvenza (come è successo all’Irlanda), e diventano un facile bersaglio per la speculazione finanziaria.
Autorità di sorveglianza – Finora, lo statuto dei Fondi di salvataggio prevedeva che potessero prestare denaro solo agli Stati, non a singoli settori o individui. Nell’accordo, invece, si prevede un meccanismo di ricapitalizzazione ‘diretta’ delle banche, ma a condizione che sia prima creata e resa operativa un’Autorità unica europea di sorveglianza bancaria, secondo una condizione che aveva chiaramente posto la Germania.
Il terzo punto – Anche il terzo punto riguarda più specificamente la Spagna: l’Eurosummit ha deciso di far cadere la clausola del ‘creditore privilegiato’ che aveva sollevato la sfiducia dei mercati subito dopo la decisione di mettere fino a 100 miliardi di euro dei fondi di salvataggio Efsf/Esm a disposizione delle banche spagnole da ricapitalizzare. La clausola del creditore privilegiato avrebbe garantito, in caso di insolvenza del Paese, il rimborso prioritario dei debiti nei riguardi dell’Esm (ma non dell’Efsf), e quindi aumentato le probabilità di non rimborso per i creditori privati. I leader dei 17 hanno deciso di rinunciare ad applicare la clausola quando i prestiti alla Spagna saranno erogati non più dall’attuale Efsf, ma da suo successore permanente, l’Esm.
 

Usa, la riforma sanitaria di Obama è costituzionale

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha promosso l’intera riforma sanitaria varata dall’ amministrazione Obama nel 2010, compreso l’obbligo per la maggioranza degli americani di avere una assicurazione medica. Si tratta di una enorme vittoria per il presidente statunitense. “E’ una vittoria per tutto il popolo americano”, ha dichiarato il presidente americano.
Obbligatorio dotarsi di un’assicurazione – In base alla riforma la maggioranza degli americani dovrà dotarsi obbligatoriamente di un’assicurazione sanitaria entro il 2014, pena il pagamento di sanzioni. La decisione è stata presa in un clima di grande divisione tra i nove ‘saggi’. Il fatto che la riforma – ha scritto il capo dei giudici costituzionali, John Roberts, motivando la decisione – prevede che alcuni cittadini possano pagare delle sanzioni per non aver ottenuto l’assicurazione medica può essere ragionevolmente considerato come una tassa”. Dunque, nulla di incostituzionale. Perché “la Costituzione – prosegue il giudice – permette tasse del genere e non è nelle nostre competenze vietarle”.
Vittoria straordinaria di Obama – Obama può stracciare due dei tre discorsi preparati per commentare la decisione della Corte Suprema, salvando quello a lui più caro: la riforma sanitaria, meglio conosciuta comeObamacare, è infatti salva. Per i giudici, l’Affordable Care Act è costituzionale in larghissima parte; lo è soprattutto il punto più controverso, ovvero l’individual mandate, che costringe gli americani a sottoscrivere un’assicurazione sanitaria entro il 2014. La decisione è una vittoria straordinaria per il presidente degli Stati Uniti e i democratici, ottenuta grazie al voto del giudice capo, il conservatore John Roberts, che ha votato con i quattro giudici di area liberale.
La legge fu contestata in 26 stati – La riforma, approvata nel marzo 2010 senza neanche un voto da parte dei repubblicani al Congresso, era stata contestata da 26 Stati: la legge, sostenevano e sostengono ancora, infrange i nostri diritti e le libertà individuali, perché il governo federale non può obbligare i cittadini ad acquistare un’assicurazione sanitaria. La Corte ha superato l’ostacolo affermando che l’individual mandate è equiparabile a una tassa, anche se Obama si è sempre rifiutato di accettare questa visione, o escamotage, per difenderne la costituzionalità. Il Congresso, per la Corte, ha quindi agito nell’ambito delle sue prerogative, sancite dalla Costituzione.
Totale revisione sistema sanitario – I giudici hanno però dichiarato incostituzionale la parte della riforma riguardante il Medicaid, il programma sanitario per i poveri. Obama ha seguito la decisione della Corte Suprema dallo Studio Ovale, alla Casa Bianca, insieme al vicepresidente Joe Biden. L’Obamacare rappresenta la maggiore revisione del sistema sanitario nazionale dagli anni sessanta. La riforma resterà comunque al centro del dibattito politico in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 6 novembre.
Una vittoria di tutto il popolo Usa – La sentenza della Corte Suprema, che ha giudicato costituzionale la parte più controversa della riforma sanitaria di Obama, “è una vittoria per tutto il popolo americano”,: così il presidente in una dichiarazione ufficiale dalla Casa Bianca. “Quale che sia il dibattito politico, la decisione è una vittoria per tutti coloro che in tutto il paese saranno più sicuri grazie a questa legge e alla decisione della Corte Suprema di confermarla” ha ribadito Obama, evidentemente soddisfatto.

Calmiererà i prezzi delle polizze – “Le compagnie di assicurazione non potranno più approfittare della situazione”, ha aggiunto il presidente, riferendosi alla norma dell'”individual mandate”, che obbligherà tutti i cittadini a sottoscrivere un’assicurazione sanitaria entro il 2014, e le compagnie a calmierare i prezzi delle polizze. Obama – dopo aver ricordato i punti fondamentali della riforma – ha infine invitato tutti a lasciarsi alle spalle le polemiche e guardare avanti, “pensando a rilanciare l’economia e creare posti di lavoro”.

La reazione del candidato repubblicano – Non si è fatta attendere la reazione del candidato repubblicano Mitt Romney alla sentenza della Corte Suprema, che ha giudicato costituzionale la parte più controversa della riforma sanitaria di Barack Obama. “Non sono d’accordo con la sentenza della Corte Suprema”, ha detto l’ex governatore del Massachusetts, promettendo di annullare l’Obamacare il primo giorno in cui sarà presidente americano. “La riforma ha aumentato le tasse agli americani di circa 500 miliardi di dollari e, nonostante questo, aggiunge migliaia di miliardi di dollari al debito pubblico americano”, ha detto Romeny. “In pratica Obama ha messo il governo federale tra i cittadini e il loro medico”.
 Barack Obama (Ansa)

Caldo: l’afa non da tregua

TMNews
Roma, 25 giu. (TMNews) – L’anticiclone Scipione se ne è andato e con lui l’afa che negli ultimi giorni ha stretto l’Italia in una morsa di caldo africano. Oggi e nei prossimi giorni su gran parte della Penisola le temperature torneranno sui valori stagionali, grazie anche ai venti freschi e ai temporali che interesseranno il Nord e i rilievi interni del Centro.
Ma attenzione: all’orizzonte c’è già una seconda e forse più intensa ondata di afa, già ribattezzata Caronte, come il traghettatore infernale, che dal prossimo fine settimana farà schizzare le temperature di nuovo sui 40 gradi quasi ovunque. Secondo le previsioni di ilmeteo.it nella prima settimana di luglio si raggiungerà un caldo record a Roma (38 gradi), nelle regioni del Sud (40) e su quelle adriatiche, in particolare l’Abruzzo (40). Andrà meglio al Nord, grazie ad alcuni temporali sulle Alpi e tra Piemonte e Lombardia, al Nord-Ovest e sulla Sardegna.
Oggi, intanto, è previsto un passaggio di temporali anche violenti e con grandine dalle Alpi verso il Veneto orientale e il Friuli-Venezia Giulia. Domani attesi venti di bora da Nord e Nord-Est, che porteranno fresco al Nord e sulle regioni adriatiche, temporali sulle zone interne del Centro e sulle Alpi. Mercoledì sole ovunque e caldo non afoso. Giovedì attenzione a volenti temporali sulle Alpi e al Nord-Ovest.
Secondo il bollettino sulle ondate di calore del Ministero della Salute, domani sarà ancora una giornata da ‘allarme rosso’ (livello 3, il massimo: “Condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute”) in 4 città (Bologna, Campobasso, Rieti e Roma). Mercoledì e giovedì rimangono in ‘allarme rosso’ solo Rieti e Roma.

Yara Gambirasio: l’omicidio senza colpevole

 

Sono trascorsi 19 mesi dal giorno del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa e poi trovata morta nel 2010 in un campo a Chignolo d’Isola, nel bergamasco. Un anno e mezzo di testimonianze, indagini, depistaggi e numerose piste intraprese, dal ricatto al maniaco di paese, passando per l’extracomunitario e la pista satanica, fino alla più recente, quella che porterebbe – anche grazie ad una delle 13 mila prove del Dna che possiede la scientifica – a far concentrare le indagini su un giovane frequentatore della discoteca “Sabbie mobili” di Chignolo, una zona molto vicina al campo in cui fu ritrovato il cadavere di Yara. Il suo campione di saliva al momento pare sia quello che più si avvicina a quello ritrovato sugli indumenti della ragazza.

Questo giovane, nemmeno trentenne, è l’ultimo ad essere entrato nella lista nera degli “orchi” di Yara. E ieri, a ridosso della scadenza – prevista per il 9 luglio – dei termini per ottenere l’ultima proroga delle indagini, la pm Letizia Ruggeri ha incontrato nuovamente i genitori della giovane. Un incontro fortemente voluto dagli stessi genitori, che si erano lamentati proprio dell’andamento delle indagini e di come il caso della loro figlia fosse passato lentamente nel dimenticatoio. E così Fulvio e Maura Gambirasio sono stati nuovamente interrogati sugli stili di vita, le amicizie – reali e quelle di Facebook – e sull’uso del telefonino della loro figlia. Domande già poste ai genitori numerose volte, ma che forse sono state riproposte per leggere gli indizi in possesso degli investigatori sotto un’altra luce. O forse perchè la famiglia Gambirasio aveva in passato espresso numerose perplessità sull’ analisi approfondita di alcune tracce biologiche trovate sul cadavere che, secondo i periti di parte, non erano state prese inizialmente in considerazione ed erano state troppo superficiali.

Purtroppo i timori che questo caso resti senza colpevole diventano sempre più forti. Se un anno e mezzo fa le indagini si erano quasi chiuse con l’arresto di Mohammed Fikri, giovane operaio marocchino, il suo immediato rilascio portarono ad una lista di colpevoli infinita e indefinita. Per molto tempo si pensò che gli assassini erano due, un uomo e una donna addirittura, in seguito al ritrovamento sulla batteria del cellulare di Yara di due profili genetici, mai ritrovati però tra quelli schedati dall’equipe della dottoressa Cattaneo. E di due uomini, o comunque di due individui ha sempre parlato Enrico Tironi, il giovane vicino di casa di Yara, che raccontò di aver visto la ragazza la sera della sua scomparsa chiacchierare con due persone affianco ad una automobile rossa. Tesi dapprima non creduta, scambiata per una sorta di “fame di celebrità” del giovane, ma successivamente ripresa in mano dagli investigatori.

Ad oggi, la svolta delle indagini si è focalizzata a Gorno, paese del bergamasco vicino a Brembate. Qui pare siano stati identificati i profili genetici del trentenne discotecaro. Ma ancora nessuna prova è sicura al 100%. Quello che è certo, è che si dovrebbe parlare di miracolo per far sì che venga intrapresa una pista chiara e definitiva prima dell’eventuale archiviazione delle indagini, che avverrà tra 10 giorni.

Cocaina in mediaset

Cocaina in mediaset, Barale e Costanzo smentiscono

 

Paola Barale (Kikapress)Bufera droga su Mediaset e personaggi noti della televisione: un blitz dei carabinieri ha smantellato uno dei più grandi giri dello spaccio della movida milanese, in cui sarebbe implicata l’azienda di Cologno Monzese. Le indagini guidate dal colonnello Antonino Bolognani hanno scovato un laboratorio a Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, finanziato con i proventi della cocaina che importavano dal Sud America tramite via aerea o container e dove grosse partite di rivoltelle giocattolo venivano trasformate in armi vere. Ventidue gli uomini arrestati tra italiani, albanesi e sudamericani, contro cui Mediaset chiede di costituirsi parte lesa.

A compromettere molte celebrità ci sarebbero infatti delle intercettazioni telefoniche di Marco Damiolini, secondo gli inquirenti il boss dell’organizzazione: “Non posso dargli neanche la merda a quelli di Mediaset. Io lo so già come son fatti quelli… quelli mi portano via trenta grammi a botta. Mo’ ti dico una cosa, guarda che Mediaset… se ti blindano se la cantano. È normale”. E sempre ad un amico Damiolini avrebbe tirato fuori i nomi di Paola Barale e Maurizio Costanzo: L’amico mio ha preso 12 anni di galera perché lavorava con Maurizio Costanzo. Lui gli dava la barella (la cocaina, Ndr) alla Barale, a Costanzo, ad ogni Buona Domenica. Gli dava due etti e mezzo. Gliela pagavano profumata proprio”. Sarebbe quindi il trentacinquenne milanese ad aver intrattenuto direttamente i rapporti con “quelli” di Mediaset e ad aver gestito le partite di droga. Oltre al suo arresto figura indagato anche un dipendente della Sea, la società milanese che gestisce gli aeroporti, che avrebbe permesso l’elusione dei controlli all’aeroporto di Milano Linate; a occuparsi invece del traffico d’armi era l’albanese Klodian Rrodha, che comprava le pistole giocattolo per 60-80 euro l’una e le rivendeva almeno a 350 euro.

Maurizio Costanzo (KIkapress)Costanzo e Barale si dicono estranei ai fatti e la presentatrice ha già rilasciato la sua dichiarazione: “Sono totalmente estranea ai fatti e di tutto quello che hanno scritto e di cui parlano non ho mai visto nè sentito niente. La cosa che mi spiace è che comunque ci possa essere qualcuno che faccia così facilmente dei nomi, senza aver prima verificato se la cosa sia vera o meno. Queste nomee e questi fatti rovinano la reputazione delle persone. Lo dico per esperienza perché ci sono già passata e, in relazione a quella storia, scritta in un modo sbagliato, sono stata risarcita. Essere abbinata di nuovo, oggi, ad una storia del genere non è che mi faccia molto piacere. Concordo anche io con Costanzo, l’unica persona che conosco in questo marasma di nomi, e per citare una frase che dice sempre: ‘La madre dei cretini è sempre incinta’. Per il resto sono tranquilla perchè non ho niente di cui spaventarmi o aver paura. Mi spiace solo dover chiamare di nuovo i miei per dire che non è vera questa cosa. Ogni volta gli prende un coccolone”.

Coca-Cola e Pepsi: trovate tracce di alcool nelle bibite

Coca-Cola e Pepsi: trovate tracce di alcol nelle bibite

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Le bottiglie di Coca–Cola e Pepsi Cola contengono tracce di alcol. È questa la sensazionale notizia rivelata ieri dalla rivista francese 60 millions des consommateurs edita dall’istituto nazionale del consumo che ha analizzato in laboratorio oltre 19 bevande alla cola di tutte le marche. Si tratta di una quantità ridotta (meno di 10 mg di alcol etilico in un litro, pari a circa lo 0,001%), che sicuramente non crea problemi ai ragazzi. La questione è però molto delicata perché le bibite sono bevute da centinaia di milioni di persone che per motivi religiosi non consumano alcol.  

Nella lista troviamo delle bibite che non contengono alcol ci sono anche quelle firmate dalle catene di supemercati: Carrefour nella versione classica e leggera, Super U, Auchan, Cora, Casino, Leader Price, U-Man Cola. L’elenco delle nove marche che contengono un quantitativo inferiore ai 10 mg/l vede in cima Coca-Cola nella versione classica, Ligt e anche la nuova Zero, Pepsi Cola classica e Max, Leclerc classica e quella con Stevia, Dia, Breizh Cola. L’ultima bibita la Soda Strema arriva invece a 272 mg/l.

Il paradosso è che le due aziende leader del mercato mondiale non hanno mai rivelato la ricetta degli estratti vegetali e spezie come cannella, noce moscata e agrumi delle bibite e adesso si trovano un po’ scoperte. In una dichiarazione al quotidiano francese on line LePoint.fr, Michel Pépin, direttore scientifico della Coca Cola ammette che durante il processo di fabbricazione ci possono essere tracce di alcol.

C’è di più secondo la rivista dei consumatori le analisi hanno evidenziato la presenza di alcuni composti aromatici come i terpeni considerati allergeni.

60 Millions focalizza l’attenzione anche sul colorante E150d che pochi mesi fa lo Stato della California ha inserito nella lista degli ingredienti pericolosi per la salute. Coca-Cola e PepsiCo negli Stati Uniti hanno modificando la ricetta delle bevande senza prevedere modifiche in Europa! Caso analogo per la Coca-Cola Zero che è dolcificata con il ciclammato, un edulcorante vietato negli USA.

La rivista invita i lettori a non sottovalutare sull’elevato contenuto di zucchero. La lista è impietosa: Carrefour Cola Classic contiene l’equivalente di 19 zollette di zucchero per litro, 18 Coca-Cola e 17 Pepsi. Quando si beve una lattina, si manda giù l’equivalente di sei zollette di zucchero! Per quanto riguarda gli edulcoranti nelle bibite light la rivista ricorda che la situazione  non è proprio “limpida” soprattutto se i consumatori sono bambini e adolescenti.

Perchè i mariti sognano altre donne?

Perché i mariti sognano altre donne?

Coppia

Un uomo che fantastica alle spalle della propria donna

In qualsiasi coppia, che succeda di nascosto o allo scoperto, che la relazione sia di breve o lunga durata, molto soddisfacente o in crisi, l’uomo ha fantasie sessuali con altre donne. Cosa che spesso si manifesta sotto forma di film porno. Bisogna per forza preoccuparsene? No.

Inutile muovere battaglie contro il proprio uomo se lo si è scoperto a guardare qualche video hard su Internet nonostante la vita di coppia non abbia problemi e l’amore vada a gonfie vele, ed è perfettamente inutile anche arrovellarsi il cervello alla ricerca del proprio difetto o il proprio passo falso. Le donne sono molto dotate nella specialità dello scervellamento, ma in questo caso è meglio usare il proprio raziocinio verso obiettivi più concreti.

Gli uomini, o meglio ancora l’umanità intera, covano una naturale inclinazione verso la varietà e purtroppo la monogamia rema contro questo bisogno. È un dato di fatto, inutile incaponircisi contro, l’umanità è difettosa. Ma per fortuna è anche ingegnosa e ha la pratica possibilità di ricorrere all’immaginazione per non passare ai fatti. Bisogna pensare alle fantasie erotiche come una risorsa contro il tradimento, anche se poi non sempre funziona, evidentemente.

Gli uomini poi sono essere molto visivi e quindi per dare un po’ più di corpo alla fantasia ricorrono ai video hard. Pratica vista dalle donne generalmente con imbarazzo o snobismo, soprattutto quando i video in questione hanno come protagonisti ragazze o figure femminili diversissime da loro stesse. Ma anche questo fa parte del meccanismo.

Le fantasie devono essere questo: distanti dalla realtà quotidiana. Che il proprio uomo sogni donne che sono esattamente l’opposto della partner non deve essere considerato un oltraggio, né la voglia di avere qualcun altro accanto. Va preso per quello che è, cioè semplicemente una fantasia. È chiaro che viene naturale interrogarsi sulla vita sessuale di coppia, ma bisogna mettersi in testa che non c’entra niente, che si tratta di due piani distinti, realtà e fantasia. Non c’è amore folle o sesso formidabile che tenga, fantasticare è naturale comunque. Perché non si è oggetto della fantasia sessuale del proprio lui? Semplice, perché si sogna ciò che è nuovo e non familiare.

Senza contare che le donne fanno lo stesso, ma in modi meno evidenti. Mentre l’uomo si dirige verso immagini o film spinti, le donne semplicemente scelgono altri mezzi e trovano molta più soddisfazione nell’immaginazione meno radicata. Vedi il proliferare di saghe romantiche e completamente irreali, come il fenomeno Twilight che colpisce ben oltre la soglia delle adolescenti, o il suo spin-off erotico Cinquanta Sfumature di Grigio, già in testa anche alle classifiche italiane. Mezzi diversi ma il bisogno di sognare e fantasticare su altri partner è identico.

Tumori, cura con farmaci molecolari

Tumori, arrivano le terapie molecolari


Tumore ai polmoni

La radiografia di un tumore ai polmoni.

I tumori conoscono la nuova frontiera della cura: si tratta dei nuovi farmaci biomolecolari, che possono aiutare nella cura del cancro al polmone anche in pazienti precedentemente trattati con la chemioterapia e la percentuale di guarigione si attesta al 60 o al 70%. La medicina cambia e si impone l’uso di nuovi farmaci intelligenti.

In questo modo i farmaci molecolari rivoluzionano l’approccio di cura dei tumori al polmone, come ha spiegato l’oncologo Cesare Gridelli:

«Oggi abbiamo intrapreso la strada giusta, quella della terapia biomolecolare. Abbiamo scoperto che la forma più frequente di tumore al polmone – il carcinoma polmonare non a piccole cellule, forma che colpisce anche i non fumatori – si caratterizza con alterazioni genetiche specifiche e così sono stati messi a punto farmaci intelligenti in grado di colpire questi bersagli, risparmiando le cellule sane. Si va incontro alla terapia personalizzata. Nel nostro paese c’è ancora una buona percentuale di pazienti, la maggioranza, che accede solo alla chemio. In un futuro molto vicino sarà possibile, inserendo il tessuto in un’apparecchiatura, effettuare tutti i test genetici contemporaneamente, dando subito l’identikit genetico del tumore.»

Quindi in pratica si deve prima analizzare da cosa dipendono i tumori al polmone dei pazienti. In altre parole, per ora la cura riguarda i tumori di origine genetica, che possono contare anche su una diagnosi precoce, se ci sono stati molti casi precedenti in famiglia e sempre che ci si sottoponga agli screening necessari.

Il tumore al polmone è uno dei più insidiosi, anche perché non si manifesta subito e con chiarezza, ci vogliono analisi molto accurate per giungere a una diagnosi che a volte significa anche morte e in breve tempo. Ma forse oggi qualcosa potrebbe cambiare.

Quale sport fa dimagrire di più ?

Quale sport fa dimagrire di più?

Nuoto

Nuoto: uno degli sport che fa dimagrire di più

Che lo sport faccia dimagrire è ormai assodato, ma bisogna sempre ricordare che per ottenere i risultati migliori l’attività fisica deve essere associata a una alimentazione equilibrata e soprattutto deve essere praticata con costanza.

Detto questo ci sono alcuni sport che accelerano la perdita di peso bruciando i grassi, mentre altri sono più indicati per aumentare la massa muscolare. Quali sono dunque gli sport che fanno dimagrire di più?

Cominciamo da uno dei più comuni, il jogging ovvero la corsa. Un’ora di questo tipo di allenamento permette di bruciare oltre 500 calorie e modella in maniera armonica tutti i muscoli del corpo regalando agilità. Anche il semplice walking, se praticato a passo veloce, consente di raggiungere lo stesso risultato ma il consumo calorico è inferiore.

Praticare la cyclette in palestra o il ciclismo su strada, è un altro valido modo per perdere peso velocemente. Ma uno degli sport più praticati e benefici per tutto il corpo è il nuoto: oltre che ridurre la massa grassa a favore di quella magra questo sport regala un aspetto snello e flessuoso. Inoltre è indicato per chi è in sovrappeso grazie all’effetto dell’acqua, che oltre a far sentire meno il peso svolge anche un’azione modellante. Per chi ama le atmosfere rilassanti c’è lo yoga che seppur con un basso consumo calorico permette di allungare i muscoli e tonificarli perdendo peso in maniera più graduale ma duratura.

Esiste un altro tipo di attività fisica che aiuta a dimagrire in modo veloce e duraturo: saltare la corda. Un esercizio che richiede solo questo prezioso attrezzo, anche abbastanza economico, e che consente di bruciare molte calorie in poco tempo (fino a 200 calorie in un quarto d’ora): per un allenamento ottimale è preferibile utilizzare una musica in sottofondo che aiuta a mantenere un certo ritmo nei salti, accertandosi di indossare le scarpe adatte e di effettuare i salti su una pavimentazione adatta (no asfalto, si legno e tappetino di gomma).

Una delle attività più in voga del momento e che permette di perdere molto grasso è tuttavia lo Zumba fitness. Si tratta di un allenamento a ritmo di musica caraibica, molto divertente e allegra che permette di dimagrire senza annoiarsi. Ne esistono diverse versioni adatte a tutti i gusti e le età ma con un denominatore comune: perdere peso a tempo di musica.

Confindustria: “La crisi è come la guerra

Confindustria: “La crisi è come la guerra, colpite le parti vitali del Paese. Abisso Pil: -2,4% nel 2012”

L’appuntamento con la ripresa slitta a metà 2013, peggiora lo scenario della crisi. “Siamo nell’abisso”, avverte Confindustria, che accosta gli effetti della recessione ad una guerra, “i danni economici sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia”. Analisi degli economisti di via dell’Astronomia che all’appuntamento con le previsioni economiche di fine giugno hanno rivisto le stime nettamente al ribasso: la recessione “è più intensa” delle attese, nel 2012 il Pil arretrerà del 2,4% (e non dell’1,6% come era stato previsto a dicembre) e nel 2013 scenderà ancora, -0,3% (mentre era attesa una crescita dello 0,6%).
Male lavoro – Un quadro in cui vola la disoccupazione: da inizio crisi a fine 2013 saranno un milione e 482mila i posti di lavoro persi (calcolati in Ula, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno); Nel 2012 gli investimenti “crollano dell’8%”, i consumi delle famiglie “diminuiscono nettamente”, -2,8%, anche come conseguenza della “fiducia al minimo storico”. I conti pubblici migliorano “vistosamente” ma “si allontana il pareggio di bilancio”: per gli industriali il deficit pubblico nel 2013 sarà a -1,6% del Pil e non del -0,1% come prospettato a dicembre.
Squinzi: “Ora servono riforme e crescita” – E’ anche il messaggio ribadito dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Che avverte: “in questo momento il Paese deve essere unito, solidale e determinato. E deve mantenere la calma nell’affrontare una crisi che ha portato l’Italia nell’abisso”. Per il leader degli industriali appare chiaro che la crisi sta “diventando più intensa” e si sta “allungando nel tempo”: e “non riconoscere questo dato, o negarlo come forse si è fatto per troppo temp, e non agire di conseguenza significa scegliere la via del declino. Dobbiamo ribellarci a questa forma di cecità”.
Disoccupazione record – Il quadro delle stime sulla disoccupazione che salirà al 10,9% a fine 2012 e toccherà il record del 12,4% nel quarto trimestre 2013 (13,5% con la Cig) Siamo colpiti, dice Squinzi, da “una recessione che viene dall’abisso della caduta del 2008-2009, un doppio colpo, un uno-due da k.o.” e, anche se “le imprese non mollano”, “da soli non ce la possiamo fare, perché la sfida oggi non è più tra singoli Paesi, ma tra grandi aree economiche. Siamo al bivio tra la strada della riforme e della crescita in un contesto di rigore dei conti pubblici, o quella più scivolosa che porta al declino economico e sociale”. Occhi puntati sul consiglio europeo, anche perché tra “errori recenti e mali antichi” che fanno precipitare la crisi, per Confindustria “gli errori recenti sono stati inanellati nella gestione dell’eurocrisi”. Da Bruxelles “speriamo in buone decisioni – dice Squinzi -, forse sull’orlo dell’abisso saremo in grado di dare il meglio”. Mentre in Italia bisogna andare avanti sulla via delle riforme, e dopo il rigore puntare anche alla crescita, a partire dal “liberare l’Italia dal piombo della burocrazia: è la via maestra per riportare il Paese su un alto sentiero di sviluppo”.
Inflazione in forte risalita e pressione fiscale record – Nel 2012, l’inflazione schizza al 3,1% per poi scendere al 2,6% nel 2013. Mentre le famiglie, alle prese con il “calo passato e atteso del reddito disponibile”, riducono drasticamente la spesa: i consumi crollano del 2,8% quest’anno e dello 0,8% nel 2013 (molto più giù delle stime di dicembre: -1% e +0,4%). Il dato sull’inflazione “ingloba sia la maggiorazione delle imposte indirette sia il rincaro della bolletta energetica dovuto al finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili”, ha spiegato il Csc.
Pressione reale fisco schizza a 54,6% nel 2013. Secondo il Centro studi Confindustria la pressione fiscale effettiva, depurata dal sommerso, “schizzerà al 54,6%” nel 2013 dal 54,2% del 2012. Continua la corsa anche della pressione apparente, dal 42,5% del 2011 al 45,1% del 2012 fino al 45,4% del 2013. Le entrate fiscali sono “in forte accelerazione”, +5,2% quest’anno, per poi rallentare al +2,6% nel 2013.
Ritorno alla lira si tradurrebbe in una colossale patrimoniale – Il ritorno alla lira, secondo quanto illustrato dal Csc negli Scenari economici, sarebbe simile ad una patrimoniale “sia per gli effetti diretti sul valore delle attività delle famiglie e del loro reddito sia perché davvero le ricchezze private, ovunque detenute (anche illecitamente), verrebbero inevitabilmente sottoposte a una radicale tosatura per ristabilire un po` di ordine nel bilancio pubblico e nella giustizia sociale, di fronte al profondo impoverimento della maggioranza della popolazione”.  
28 giugno 2012