Mps, Grilli in Parlamento: indispensabile non insinuare dubbi sulla solidità del nostro sistema

Mps, Grilli in Parlamento: indispensabile non insinuare dubbi sulla solidità del nostro sistema

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«È indispensabile non insinuare dubbi sulla solidità del nostro sistema», ha detto il ministro dell’Economia Vittorio Grilli in audizione dinanzi alle commissioni riunite Finanze di Camera e Senato riferendo sulla situazione del gruppo Monte dei Paschi di Siena. L’audizione è trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore. Esistono ancora, ha sottolineato il ministro, «preoccupazioni sul nostro Paese: sebbene siano notevolmente diminuite, sono ancora presenti in campo internazionale». Per l’audizione c’è un pienone bipartisan: ci sono il segretario Pdl,Angelino Alfano, il leader Udc, Pier Ferdinando Casini. Segue i lavori anche l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Che mentre assiste scrive su Twitter: «Giornalisti alla Camera per audizione Governo su Mps. Ci sono tutti i parlamentari manca Monti che scappa!».

Non è il salvataggio di una banca in default 
«Senza voler minimizzare atti di gestioni improprie e illeciti fatti in passato dal management di Mps – ha sottolineato Grilli – l’intervento dello Stato non si configura come atto di salvataggio di una banca in default». Il ministro ha spiegato che l’intervento dello Stato «non si configura come intervento di salvataggio per una banca insolvente ma come un rafforzamento di capitale secondo gli standard innalzati in sede Eba».

 

L’azione di vigilanza sul Monte dei Paschi è stata attenta e continua 
«A mio parere – ha detto Grilli – l’azione di vigilanza sul Monte dei Paschi e sulla Fondazione é stata continua, attenta e appropriata, via via intensificatasi con un’attività ispettiva iniziata nel 2010 con governatore Draghi ed é proseguita nel 2011, 2012 e ancora 2013 con governatore Visco». Su Mps Bankitalia ha svolto, ha sottolineato il ministro «una intensa attività di vigilanza che ha consentito di individuare e interrompere comportamenti anomali».

Nel 2013 migliorata la liquidità e la patrimonializzazione 
Nel 2013, la posizione di liquidità del Monte dei Paschi di Siena e il suo capitale risulta adeguato, ha detto Grilli. Ripercorrendo la vicenda, il ministro ha ricordato come Bankitalia, già nell’ispezione della primavera del 2010, aveva trovato una situazione critica della banca nei coefficienti di liquidtà, nell’adeguamento patrimoniale e nell’esposizione al rischio
di tasso. Elementi su cui la Vigilanza ha incalzato il Monte dei Paschi, con successive ispezioni, tanto da portare anche al cambio del management.

I titoli non sono un contributo a fondo perduto 
I nuovi titoli per Mps non sono «un contributo a fondo perduto», ha ricordato il ministro, ma si tratta di «un prestito a un tasso del 9% e incrementato dello 0,5 ogni due esercizi fino al limite massimo del 15%». La sottoscrizione di nuovi titoli, ha sottolineato il ministro, «assoggetterà Mps a importanti e penetranti vincoli in termini di governance e operativita». Tra questi limiti alle strategie commerciali e acquisizione partecipazioni. Divieto dividendi, vincoli a remunerazioni.

Reporter senza frontiere: “In Italia ancora un uso pericoloso delle leggi bavaglio”. Siamo al 57° posto

Reporter senza frontiere: “In Italia ancora un uso pericoloso delle leggi bavaglio”. Siamo al 57° posto

La cattiva legislazione sulla stampa continua in Europa, “specialmente in Italia, dove la diffamazione deve essere ancora depenalizzata” e si fa un “pericoloso uso delle leggi bavaglio”. Lo stima Reporter senza frontiere (Rsf) che piazza l’Italia al 57° posto nel mondo dopo ,tra gli altri, Botswana e Niger nel suo report 2013.
Finite le primavere arabe, ritorno alla normalità – Dopo le cosiddette Primavere arabe e gli altri movimenti di protesta che hanno causato molti “saliscendi” nella classifica dello scorso anno, la Classifica della Libertà di Stampa 2013 di Reporter senza frontiere segna un “ritorno alla normalità”. La posizione in classifica di molti Paesi non è più attribuibile ai considerevoli sviluppi politici. La classifica di quest’anno rappresenta una più attenta riflessione degli atteggiamenti e delle intenzioni dei governi nei confronti della libertà degli organi di informazione a medio e lungo termine.
In cima sempre Finlandia, Olanda e Norvegia – Gli stessi tre Paesi europei che guidavano la classifica lo scorso anno detengono le prime tre posizioni anche quest’anno. Per il terzo anno consecutivo, la Finlandia si è distinta come il Paese che più rispetta la libertà di informazione. È seguita da Olanda e Norvegia.
Democrazie stazionarie o che fanno marcia indietro – La situazione è pressoché immutata per molti Paesi dell’Unione Europea. Sedici dei suoi membri si trovano ancora nella “top 30” della classifica. Il modello europeo, tuttavia, si sta sfasciando. La cattiva legislazione osservata nel 2011 è proseguita, soprattutto in Italia (57, +4), dove la diffamazione deve ancora essere depenalizzata e le istituzioni ripropongono pericolosamente “leggi bavaglio”. L’Ungheria (56, -16) sta ancora pagando il prezzo delle sue riforme legislative repressive, che hanno avuto un impatto notevole sul lavoro dei giornalisti. Ma è l’incredibile caduta della Grecia (84°, -14) a essere ancora più preoccupante. L’ambiente sociale e professionale per i suoi giornalisti, esposti alla condanna pubblica e alla violenza sia dei gruppi estremisti che della polizia, è disastroso.

Monti: “Ridurrò Imu, Irpef e Irap. Manovra bis? Dipende”

Monti: “Ridurrò Imu, Irpef e Irap. Manovra bis? Dipende”

Meno Imu, meno Irap, meno Irpef. Mario Monti illustra ad Omnibus su La7 il suo programma elettorale per quel che riguarda il sistema fiscale. Per ora solo qualche dettaglio, “uscirà una nostra proposta, coerente con gli impegni in Europa”. Innanzitutto, si tratta di “bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi: lo Stato non spenderà un euro in più rispetto al 2012. Significa -4,5% nell’arco dei cinque anni. E’ un obiettivo credibile, non sono promesse ma impegni seri”.
Più detrazioni sulla prima casa dal 2013 – Da qui le risorse per il taglio delle tasse. E allora: “Imu ridotta dal 2013. Accrescere la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e raddoppio per detrazioni per figli a carico e anziani soli da 100 a 200 euro: costo 2,5 miliardi, e la copertura viene dalla riduzione delle spesa corrente. C’è chi propone semplicemente di abolire l’Imu, poi magari deve intervenire un governo tecnico…”. il ramie non chiarisce però cosa significhi “riduzione delle spesa corrente” e visto che la spesa corrente sono i soldi spesi in servizi per i cittadini, quali saranno i servizi da tagliare non è dato saperlo.
Giù Irap dal 2014 – Anche l’Irap Monti la promette “ridotta e favorevole al lavoro dal 2014: via il monte salari dalla base imponibile. Il totale della riduzione Irap a fine legislatura sarà pari a un dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato. Sono 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle imprese, priorità alle Pmi”.
Meno Irpef dal 2014 – Infine, “meno Irpef da 2014. Vogliamo ridurre significativamente l’Irpef a partire dai redditi medio bassi, con l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la diminuzione delle aliquote a partire da quelle più basse. Complessivamente nella legislatura si tratta di meno 15 miliardi e mezzo corrispondente ad una riduzione del rapporto tra gettito e Pil del 2%”.
Io escludo manovra, ma dipende dall’esito del voto” – Monti diventa poi sibillino a proposito di eventuali manovre correttive: “Escludo una manovra” correttiva dei conti, “ma non escludo niente in certi casi di esito del voto”. Monti ha spiegato che “se nel 2013 il Pil va peggio di quanto previsto, non porta di per sé la necessità di un manovra perché l’obiettivo è in termini strutturali, non ciclici, e quindi se il ciclo va peggio del previsto” non serve comunque una manovra. E poi “sul Pil, più riusciamo a chiarire al mondo e ai mercati che continuiamo sulla strada delle riforme, più la prospettiva di rasserena”. Dunque “io la manovra la escludo, ma non escludo niente in certi casi di esiti del voto, speriamo non sia così”.
Non mi vergogno di mio passato in Goldman Sachs” – Mario Monti rivendica senza alcun dubbio il suo passato di consulente di Goldman Sachs, argomento usato contro di lui da molti suoi avversari. “Io sono stato per alcuni anni consulente di questa grandissima banca multinazionale a base americana. Me ne vergogno? Ma neanche per un istante”, dice dai microfoni di La7. “Cosa ho fatto io per Goldman Sachs? Non ho procurato affari, non ho inventato strani titoli, ma ho dato consulenze per imprese clienti di Goldman Sachs perché rispettassero le regole antitrust europee, americane e mondiale, e per aiutare Goldman Sachs a capire gli orientamenti della politica economica europea”.
“Voglio spezzare bipolarismo, voto utile è per noi” – “Voglio cercare di spezzare la logica bipolarismo, e cercherò di spiegare che il voto utile è quello per noi”. Monti dichiara così le sue intenzioni politiche e risponde alle sollecitazioni dei due poli maggiori per il voto utile. Quanto al superamento del bipolarismo e alla costruzione di un fronte dei riformisti che peschi in entrambi gli schieramenti, Monti spiega che “in parte è già avvenuto e sarebbe stato in dimensioni maggiori se le nostre capacità ricettive nei confronti di ex berlusconiani e riformisti del Pd fossero state maggiori. Ma in qualche misura si vede già adesso, visto che Ichino stava col Pd, Cazzola col Pdl, e ora se eletti siederanno nei banchi del nostro movimento”.
“Commissariare Mps? Se ne occupa Grilli” – “E’ istituzionalmente corretto lasciare a Vittorio Grilli la descrizione e presa di posizione su alcuni aspetti della realtà corrente”. Monti risponde così alla domanda se sia ipotizzabile il commissariamento di Mps. Riguardo la mancata vigilanza da perte di Bankitalia, il Prefessore dice: “Voglio confermare piena fiducia in Banca d’Italia, in chi la governa e in chi l’ha governata”.
I Monti bond per Mps – “Gli aiuti alle banche che l’Italia ha dato non sono aiuti ai banchieri, ma sono aiuti che lo Stato dà ai depositanti di quelle banche”, ha aggiunto Monti, che ha poi sottolineato il perché dei Monti bond: “Non è che il governo si è svegliato una mattina e ha fatto i bond… Bankitalia è l’autorità di vigilanza sulle banche in Italia, che agisce sotto il controllo dell’autorità bancaria europea che ha aumentato il coefficiente di capitale delle banche e ha chiesto che il capitale del Monte di Paschi fosse aumentato. Su richiesta di Banca d’Italia il ministero dell’Economia ha chiesto al Parlamento di autorizzare l’emissione di questi bond e il Parlamento ha autorizzato”. Il premier ha poi sottolineato che “tra Tremonti bond e Monti bond c’è una differenza fondamentale. I Tremonti bond comportavano tassi di interesse molto più bassi di quelli dei bond di adesso. Se la banca non è in grado di pagare, con i nuovi bond lo Stato diventa azionista, non con i Tremonti bond”.
“Fischi in Emilia? Meno di quelli che temevo” – A proposito dell’accoglienza ricevuta nelle zone colpite dal sisma in Emilia, dice: “Credevo di più. Fischi e contestazioni fanno notizia, ma sono stati meno di quelli che mi aspettavo. Tra i candidati premier solo Oscar Giannino si è presentato in quei luoghi, gli altri che io sappia si sono astenuti. Credo fosse giusto iniziare da lì il primo contatto di massa di questa campagna” perché “ho potuto dare rassicurazioni”, e perché “ho potuto spiegare che è arrivato dopo che tutta Italia era stata colpita da un grave ‘terremoto finanziario'”. Ma soprattutto Monti spiega il lavoro fatto in Europa per accedere ai fondi comunitari, operazione complicata dopo la “grande perdita di credibilità in cui l’Italia era incorsa in Europa dopo la gestione del terremoto de L’Aquila. Mi riferisco alle inchieste e a taluni scandali”.
“Da Berlusconi battuta infelice, se era una battuta” – Infine, per Monti la battuta di Berlusconi su fascismo e legge razziali, se è stata una battuta, è stata veramente molto, molto infelice per il luogo e la circostanza in cui è stata effettuata”.
“Serve una grande coalizione per fare le riforme” – Quanto agli scenari post voto, Monti è certo che per la situazione attuale dell’Italia, in piena “emergenza dell’economia reale e emergenza sociale”, servono riforme per le quali “non bastano maggioranze strette: se ci fosse una grande coalizione su alcuni temi di riforma non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, ma della politica oggi necessaria”. Di sicuro, “mi sento di escludere di essere io foglia di fico su politiche tradizionali e tradizionalmente inefficaci: si può benissimo stare in Parlamento e non partecipare a un maggioranza. Io non parteciperei a un governo non sufficientemente riformatore e non vedo perché gli italiani da qui al 24 febbraio non possano convincersi in misura sufficiente” che c’è bisogno di un “cambiamento radicale”. Del resto, “se nel complesso gli italiani non sono insoddisfatti dalla politica, hanno la scelta facile a seconda dei loro gusti. Se pensano che serve un radicale cambiamento possono o protestare con Grillo o cercare una nuova governabilità con noi”.
“Quirinale ormai precluso? Non dipende da me” – Il Quirinale è una carica ormai preclusa per Mario Monti, dopo la scelta di “salire in politica”? “Dipende da altri non da me”, ha replicato il diretto interessato, ricordando che comunque “se il Quirinale fosse stato un mio obiettivo avrei agito diversamente”. Durante Omnibus su La7, Monti ha poi chiarito di non aver chiesto lui a Giorgio Napolitano di essere nominato senatore a vita.
“Guardo a popolo Pdl, ma senza Berlusconi” – “Credo che il nostro programma vada incontro a molte esigenze di iniezione di cose liberali che credo siano un desiderio per ora frustrato di elettori di Berlusconi. Con questo tipo di popolo avrei volentieri a che fare. Purché non abbia sopra un blocco di tipo personale, ideologico, comportamentale, come è l’attuale presidente Silvio Berlusconi”. Così Monti ribadisce di guardare con attenzione all’elettorato di centrodestra, ma di escludere un rapporto futuro con Silvio Berlusconi. Per il quale, peraltro, non è pentito di aver votato nel ’94: “Se si dovesse scegliere tra la gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto e un non ancora conosciuto Silvio Berlusconi, ripeterei la scelta”. E ad Antonio Padellaro che però osservava come Berlusconi fosse “il simbolo dell’Italia peggiore”, Monti risponde: “Questo è chiaro oggi…”.

LATTE MATERNO E INQUINAMENTO: 10 DOMANDE AI CANDIDATI PREMIER

LATTE MATERNO E INQUINAMENTO: 10 DOMANDE AI CANDIDATI PREMIER

 

di Patrizia Gentilini

 

Noi promotori della “Campagna per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali” riteniamo che in Italia gli ultimi anni sono stati segnati da scelte politiche che hanno impattato in modo non più tollerabile la salute dei cittadini, la salubrità dell’ambiente e la possibilità di una vita in salute per le future generazioni.

– Sempre più diffuse sono le malattie riconducibili all’inquinamento ambientale, sia esso di tipo chimico o elettromagnetico: parliamo di malattie cardiovascolari, malattie dell’apparato riproduttivo (sterilità, aborti, malformazioni), disturbi neurologici, tumori.

– Questo va a colpire specialmente le nuove generazioni, perché esposte agli inquinanti già a partire dalla vita intrauterina: ad esempio, in Italia, il tasso di tumori infantili è in rapido aumento, più degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti (in Italia l’aumento annuo è del 2%, del 3,2% quello di tumori di bambini da 0 a 12 mesi. In Europa è 1,1%, in USA 0,6%).

– Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose dimostrazioni, sia a livello locale che nazionale, di come scelte poco lungimiranti abbiano prodotto distruzione del territorio, peggioramento della qualità della vita per gli abitanti, danni enormi alla loro salute, scarsa o nulla occupazione, e grande spreco di denaro pubblico.

– Tuttavia, non solo non vediamo segnali tangibili di una inversione di tendenza, ma anzi, con il pretesto della crisi economica, si assiste ad un generale indebolimento delle politiche a tutela dell’ambiente, della biodiversità e della salute, mentre non viene risolto il problema della disoccupazione.

Riteniamo che la tutela della salute e della qualità della vita dei cittadini presenti e futuri sia imprescindibile dalla tutela del territorio (di cui non siamo proprietari ma ospiti temporanei e custodi), e non vada contro alla lotta alla disoccupazione! Per questo, dovrebbe essere una delle priorità del nuovo governo.

Ciò significa affrontare i problemi con una nuova visione, secondo cui le malattie si devono prevenire alla radice, privilegiando e sostenendo tecnologie pulite e processi produttivi sicuri per l’ambiente. Noi crediamo che questo processo non sia solo necessario e doveroso, ma sia addirittura vantaggioso perché potrebbe comportare un aumento degli investimenti nelle comunità locali, producendo occupazione e facilitando la ripresa da questa crisi non solo economica ma anche di identità e valori.

Sottoponiamo quindi ai candidati le seguenti 10 domande:

1) Convenzione di Stoccolma e controllo fonti di inquinamento

Nel suo programma di governo è inserita la ratifica della Convenzione di Stoccolma (1) sui POP, insieme all’adozione di un sistema di monitoraggio continuo ed efficace sulle attuali emissioni di impianti industriali, centrali energetiche, fonti di radiazioni elettromagnetiche, sistemi agricoli e di allevamento, centrali di trattamento dei rifiuti, visto che le attuali (dove esistono) sono evidentemente insufficienti?

2) Bio-monitoraggio

È previsto un bio-monitoraggio delle matrici umane e alimentari, compreso quello del latte materno (2) effettuato secondo i criteri OMS, in tutto il territorio e specialmente in aree in cui sono presenti riconosciute fonti inquinanti come inceneritori, impianti industriali, coltivazioni agricole di tipo intensivo?

3) Stato di salute della popolazione in relazione alle malattie ambientali

È previsto un sistema di monitoraggio affinché siano conosciute in termini di incidenza, prevalenza e mortalità le malattie correlate all’inquinamento ambientale nella popolazione e soprattutto nei bambini, anche mediante l’istituzione di RePP, Registri di Popolazione Pediatrici?

4) Rifiuti

Sono previsti piani con obiettivi misurabili per la riduzione dei rifiuti alla fonte, compresa la pressione sulle ditte commerciali di preoccuparsi dell’intero ciclo di vita delle loro merci, inclusi contenitori ed imballaggi, insieme a piani di gestione dei rifiuti sostenibili a lungo termine, che prevedano il progressivo abbandono dell’incenerimento a vantaggio di pratiche come riuso, recupero, riciclaggio e trattamento a freddo dei residui non riciclabili per andare ad una società del riciclo totale?

5) Reti wireless

È previsto il progressivo abbandono delle reti wireless a partire dalle scuole, e la contemporanea promozione di reti via cavo in fibra ottica, che rappresentano ad oggi l’unica tecnologia per la trasmissione di voci e dati efficiente e allo stesso tempo priva di controindicazioni per la salute?

6) Agricoltura biologica

È previsto un reale incentivo all’agricoltura biologica non tanto come produzione “alternativa” o di nicchia, quanto come obbligata strategia di conversione che ogni Paese civile dovrebbe praticare, perché economicamente e turisticamente vantaggiosa, sostenibile per i ridotti costi esterni e sanitari ed in grado di sfamare le comunità creando nel contempo sviluppo economico locale, aggregazione, senso della comunità e tutela del territorio, con particolare attenzione alla valorizzazione delle piccole e piccolissime aziende locali?

7) Fonti energetiche

È prevista la disincentivazione di impianti di incenerimento e combustione come fonti energetiche, e quindi un reale incentivo all’uso delle energie veramente sostenibili e rinnovabili, che favoriscano piccole aziende ed impianti locali, nell’ottica dell’autosufficienza energetica delle comunità, purché non impattino negativamente sul territorio agro-forestale?

8) Edilizia

È previsto un reale incentivo alle tecniche sostenibili di bioarchitettura che aumentino l’efficienza energetica degli edifici, promuovendo l’uso di materiali locali ecologici, salubri e non inquinanti?

9) Legge per un marchio “dioxin-free”

È prevista l’elaborazione di una legge (3) per la certificazione dei prodotti alimentari “dioxin-free”?

10) Sanzioni per chi inquina

Sono previste reali multe per chi inquina, compresi disincentivi di tipo fiscale per le aziende grandi o piccole che si rifiutano di adottare le necessarie misure di controllo e contenimento delle sostanze inquinanti nei loro processi produttivi?

Riteniamo fondamentale che queste informazioni arrivino chiare alla maggior parte dei cittadini che così potranno scegliere i futuri governanti ed amministratori anche in base alle loro scelte politiche in ambito di protezione dell’ambiente, della salute e pianificazione del territorio.

 

NOTE

1. La Convenzione di Stoccolma sui POP è un provvedimento adottato a livello mondiale per controllare le emissioni di queste sostanze pericolose (POP sta per Persistent Organic Pollutants o Inquinanti Organici Persistenti) sia mediante bandi alla loro produzione volontaria o involontaria, sia mediante controllo e abbattimento delle emissioni attuali.

2. L’analisi del latte materno è usata in tutto il mondo perché è il modo più semplice per valutare l’impatto degli agenti inquinanti sugli esseri umani; il latte materno è il tessuto umano più facile da ottenere ed analizzare.

Shoah, Berlusconi choc: “Mussolini fece bene, leggi razziali la sua colpa peggiore”

Shoah, Berlusconi choc: “Mussolini fece bene, leggi razziali la sua colpa peggiore”

Roma, 27 gen. – (Adnkronos/Ign) – Silvio Berlusconi interviene, a sorpresa, all’inaugurazione del Memoriale della Shoah al binario 21 della Stazione centrale di Milano, in occasione della Giornata della Memoria. Una presenza “dovuta” per celebrare una vicenda “che non si può ripetere. Solamente nei panni dei deportati si può capire quali vertici di tragedia e disperazione si raggiunsero”, dice.

Poi la frase destinata a suscitare immediate polemiche: le leggi razziali “sono la peggior colpa del leader Mussolini che per tanti altri versi aveva fatto bene. Non abbiamo la stessa responsabilità della Germania, ci fu da parte nostra – sostiene il Cavaliere – una connivenza che all’inizio non fu completamente consapevole”. Uscito dal Memoriale in Stazione centrale, Berlusconi viene contestato: ‘Buffone’ e ‘Vergogna’ sono le parole che, insieme ai fischi, sono state indirizzate contro di lui e che, in modo più attenuato, si sono ripetuti per il segretario della Lega Roberto Maroni. Applausi invece per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e per il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

Le dichirazioni del Cavaliere infiammano così la scena politica con reazioni che si rincorrono per tutta la giornata. “Sono una vergogna e un insulto alla storia e alla memoria. Chieda oggi stesso scusa agli italiani”, scrive su twitter Dario Franceschini (Pd). Parole “inaudite” anche per Anna Finocchiaro (Pd). Secondo Pier Ferdinando Casini (Udc), Berlusconi ha detto “una sciocchezza immane”. Gli fa eco Rocco Buttiglione (Udc) secondo il quale “se questo è il modello di moderazione di Berlusconi, poveri moderati!”.

”Berlusconi non conosce vergogna e ha perso un’occasione per tacere. Affermare, proprio nel Giorno della Memoria, che Mussolini ‘per tanti versi aveva fatto bene’ e che le leggi razziali sono state la sua colpa peggiore costituisce un insulto alla memoria e alle vittime dell’Olocausto”, reagisce Antonio Di Pietro (Idv). Commenta anche Antonio Ingroia (Rivoluzione civile): “Nel giorno della memoria Berlusconi si rifà al suo modello politico, si vergogni. Più di una volta infatti ci ha ricordato, con il suo fare dispotico, le assurdità del Ventennio”. E per Paolo Ferrero (Prc) “sono proprio dichiarazioni del genere che sdoganano il fascismo e il nazismo anche oggi”.

E se Berlusconi è arrivato a sorpresa a Milano, attesa invece era la presenza del premier Mario Monti. Tra i due che, nei giorni scorsi, non si erano risparmiati colpi bassi per incrementare i consensi, c’è stata prima una stretta di mano e un breve scambio di battute.

“La segregazione e l’antisemitismo sono ancora ben presenti”, afferma Monti a Milano. Per il Professore sarebbe “un grave errore dimenticare. La memoria va tramandata alle nuove generazioni perché si evitino abusi e terribili tragedie di questo tipo”. Inoltre “occorre sempre tener viva questa memoria. Il fatto che questo memoriale sia a Milano, in un luogo che ha significato tanta sofferenza, è per noi milanesi e per noi italiani un fatto molto significativo”. Monti, in occasione del Giorno della Memoria, ha scritto anche un messaggio in cui evidenzia che le scelte effettuate dai padri fondatori dell’Italia e dell’Europa “vanno giorno per giorno confermate, rafforzate e difese da rigurgiti di totalitarismi, razzismo ed antisemitismo”.

Oggi il mondo intero si è fermato per ricordare le vittime dell’Olocausto. Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, durante un’offensiva verso Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il più grande campo di concentramento creato dai nazisti. I sovietici vi entrarono e liberarono i prigionieri. Dal 2005, il 27 gennaio, in tutto il mondo come “Il giorno della memoria”. 

“MUSSOLINI FECE ANCHE BENE”: E BERLUSCONI SI FA MALE DA SOLO…

“MUSSOLINI FECE ANCHE BENE”: E BERLUSCONI SI FA MALE DA SOLO…

 

 

Più che il contenuto, contestabile storicamente, il momento e il luogo. E’ una vera bufera quella che si è abbattuta oggi su Silvio Berlusconi per una frase su Mussolini, in qualche modo assolutoria, pronunciata nel Giorno della Memoria (il 27 gennaio che ricorda l’ingresso dei soldati sovietici nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, luogo simbolo dell’Olocausto, 68 anni fa) e all’inaugurazione del Museo della Shoah a Milano, stazione centrale, lungo quel Binario 21 da dove partivano all’inizio del 1944 i vagoni piombati carichi di deportati diretti appunto nei lager nazisti. “Le leggi razziali furono la peggiore colpa di Mussolini che per tanti altri versi invece fece bene” ha detto l’ex-premier ai giornalisti argomentando sulle responsabilità dell’Italia in quegli anni che – ha aggiunto – “non furono le stesse  della Germania”. Insomma, per il Cav, l’alleanza tra Mussolini e Hitler fu una sorta di “connivenza che all’inizio non fu completamente consapevole”. Poi, testuale, “l’Italia preferì essere alleata alla Germania di Hitler piuttosto che contrapporvisi” e “dentro questa alleanza – ha concluso Berlusconi – ci fu l’imposizione della lotta contro gli ebrei”. La comunità ebraica ha immediatamente protestato definendo le parole di Berlusconi “false e sconcertanti”. Il Pd ha parlato di “vergogna” invitando l’ex-premier a scusarsi con gli italiani che si sentono “insultati” dalle sue affermazioni. Casini ha sottolineato la “sciocchezza immane” detta dal Cavaliere. Ingroia e Di Pietro hanno sparato a zero. Vendola ha detto che Berlusconi “è un falsario sia quando parla del presente sia quando parla del passato”. Alla cerimonia per l’inaugurazione del Museo della Shoah (durante la quale Berlusconi si è anche un pò assopito) ha presenziato Mario Monti che ha invitato tutti a non sottovalutare i pericoli di un ritorno dell’antisemitismo e ai “focolai che ritornano”. Anche il Papa oggi ha messo in guardia il mondo dall’indifferenza su un tragico passato, su un Olocausto che non può e non deve essere dimenticato. E mentre è ancora forte l’eco delle parole pronunciate ieri dal Cancelliere tedesco Angela Merkel che ha parlato di “responsabilità perenne” della Germania nell’Olocausto, oggi a Roma sono apparsi in diverse zone della città degli striscioni negazionisti inneggianti all’antisemitismo che”non è reato”…Berlusconi si è fatto male da solo.

Mps, Grilli martedì alla Camera. Il Pd prepara il contrattacco

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Martedì pomeriggio il ministro dell’Economia Vittorio Grilli riferirà in commissione Finanze della Camera sulla vicenda Mps. E si prefigura una audizione con un clima teso visto che il Pd cercherà di passare al contrattacco nei riguardi del governoMonti e dei precedenti esecutivi a guida Pdl e Lega. Ed è forse a questo che si riferiva Pier Luigi Bersani con il suo “li sbraniamo”. In questi giorni gli uffici dei gruppi parlamentari dei Democrat hanno spulciato i propri archivi, tirando fuori tutti gli emendamenti e le interrogazioni poste in questa legislatura sul tema dei derivati, su cui è crollata Mps.

 

Quindi all’ex ministro del Tesoro Tremonti rimprovereranno di aver bocciato gli emendamenti del Pd nelle Finanziarie 2010 e 2011 volti a rendere fuori legge i derivati del tipo di quelli a cui è ricorso Mps. E gli rimprovereranno anche i cosiddetti “derivati di Stato” quelli che Tremonti dovette regolare con Morgan Stanley per un valore di 3 miliardi di dollari. 
A Grilli rinfacceranno il suo “no” agli emendamenti sulla Tobin Tax (questa volta siamo nella Legge di stabilità dello scorso dicembre) che colpivano con la tassazione sempre i derivati. 
Il Pd userà toni forti con Grilli anche per rispondere al premier Mario Monti, che venerdì ha criticato il Pd su Mps.

La dieta dei Monaci Buddisti: è di tendenza

La dieta dei Monaci Buddisti: è di tendenza

dieta

la tisana dei monaci buddisti

La dieta dei monaci buddisti è una delle ultime mode che sta appassionando tantissime persone soprattutto perché promette di dimagrire di molti chili in poco tempo. Ne esistono due versioni, cerchiamo di capirne di più.

Nella prima tipologia di dieta dei monaci buddisti si possono consumare riso frutta e verdura, gli unici condimenti ammessisono le spezie e la salsa di soia e sono assolutamente vietati l’olio, la carne, il pesce, i legumi e i formaggi.

=>LEGGI la dieta dimagrante è più efficace se ti aiuti con queste tisane

Nella seconda si può mangiare qualsiasi alimento, ma deve essere abbinato ad una particolaretisana composta da tulsi, citronella, aloe vera, antiossidanti sulfur dioxide, tè verde, erbe aromatiche e petali di fiordaliso.

L’unica apparente controindicazione sembrerebbe il costo molto elevato di questa tisana miracolosa ovvero 60 euro per 300 grammi di prodotto. Ma sembra possibile che solo bevendo questo particolare mix di erbe e mangiando tutto ciò che si vuole si riesca aperdere peso?

Se nella prima variante proposta ci si trova davanti ad un regime alimentare molto restrittivo che quindi presuppone un ovvio dimagrimento, anche se discutibile dal punto di vista del bilanciamento dei nutrienti, nella seconda opzione l’effetto dimagrimento sarebbe svolto solo ed esclusivamente dall’assunzione della misteriosa bevanda.

=>LEGGI come dimagrire di una taglia in sole 3 mosse

Ma nella realtà, cosa mangiano i monaci buddisti? La loro dieta è ricca di verdure, tofu, uova e pesce. Al posto del pane è molto utilizzato il riso e tra i condimenti un posto d’onore è ricoperto dalla salsa di soia. Tra le bevande la più bevuta è sicuramente il tè.

Ecco perché quasi tutti i monaci buddisti, che ricordiamo vivono prevalentemente nella zona cinese, oltre che in Tibet e in Giappone, sono molto magri. La loro dieta è infatti povera in grassi e carboidrati, così come sono quasi del tutto esclusi gli insaccati, i formaggi e tutte le bevande alcoliche e gassate.

La dieta buddista che invece sta spopolando su Internet ultimamente rischia di provocare conseguenze dannose all’organismo in quanto carente in vitamina B 12, C, A e D, ferro e calcio. Quanto alla tisana lascia qualche dubbio l’elevato costo e la dubbia provenienza, in ogni caso come per tutte le diete è consigliabile consultarsi preventivamente con un medico.

Egitto, esplode la violenza, numerose le vittime a Port Said

Egitto, esplode la violenza, numerose le vittime a Port Said

Non si placa la violenza in Egitto all’indomani del secondo anniversario della rivoluzione che ha deposto Hosni Mubarak e nel quale sono morte dieci persone. Nuove violenze, che hanno provocato finora una trentina di vittime e oltre 300 feriti, sono esplose oggi a Port Said subito dopo la lettura della sentenza nel processo per il massacro allo stadio della città lo scorso febbraio, quando 73 supporter di una delle più amate squadre del Cairo, el Ahly, sono stati attaccati dai tifosi della squadra locale del Masri. Tra le vittime degli scontri di oggi anche due calciatori: Tamer el Fahla, ex portiere del Masri, la squadra locale di Port Said coinvolta nel massacro contro i supporter del Ahly, e Mohamed el Dezwi, del Marikh.
La corte ha chiesto la condanna a morte per 21 dei 73 imputati. Per legge, le condanne a morte dovranno essere confermate dal gran mufti d’Egitto, mentre la sentenza per tutti gli altri imputati, inclusi nove poliziotti e tre manager della squadra avversaria, sarà pronunciata il 9 marzo. Attivisti ed osservatori sostengono che l’attacco contro el Ahly è stato premeditato perché i suoi ultras sono stati molto attivi durante la rivoluzione e accusano la sicurezza e il Consiglio militare, che all’epoca ancora governava il paese. La prima reazione dei famigliari delle vittime e delle migliaia di ultras assiepati all’esterno dell’aula bunker dell’accademia di polizia al Cairo è stata di esultanza.
“Allah akhbar”,”Viva la giustizia” hanno gridato molti, issando le foto dei loro cari uccisi. Negli stessi istanti Port Said è stata investita da un’ondata di violenze. Famigliari e sostenitori del Masr hanno assaltato la prigione dove sono detenuti gli imputati. Nelle sparatorie e lancio di lacrimogeni ventisette persone, secondo l’ultimo bilancio dell’agenzia Mena, sono morte. Il ministero dell’ Interno ha dato notizia dell’uccisione di due agenti di polizia. Nella città regna il caos. L’esercito si è schierato nelle strade per contenere la collera popolare.
Scontri violenti nei pressi del ministero dell’interno egiziano, dove si sono recati circa cinquecento supporter dell’Ahly per chiedere che vengano giudicati anche i poliziotti imputati nel processo del massacro a Port Said. La polizia ha risposto col lancio di lacrimogeni.

San Raffaele, Formigoni indagato. Lui: Io non informato, ma stampa sì

San Raffaele, Formigoni indagato. Lui: Io non informato, ma stampa sì

LaPresse
Milano, 26 gen. (LaPresse) – “Non un reato è stato commesso, non un centesimo di denaro pubblico è stato dissipato”. Lo ha detto Roberto Formigoni al suo arrivo in tribunale a Milano per l’inaugurazione dell’anno giudiziario commentato la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per corruzione nel caso San Raffaele. “Se questa notizia è vera – ha proseguito il presidente uscente – è stato commesso un reato perché è stata informata la stampa e non sono stato informato io”. Secondo quanto riporta il Corriere della sera, Formigoni sarebbe indagato, insieme a Pierangelo Daccò, per l’ipotesi di corruzione in rapporto ai finanziamenti pubblici erogati negli anni dal Pirellone alla vecchia gestione dell’ospedale San Raffaele.
 
Formigoni ha commentato l’articolo del quotidiano spiegando: “Una cosa è chiara: questo famoso consulente non ci ha capito niente, lo dice lui stesso che non ci ha capito niente e nel dubbio solleva l’ipotesi che ci sia un reato. Non è con l’ignoranza – conclude – che si possono sollevare le accuse”.