Nubifragio nel Foggiano: automobilisti bloccati dal fango.

Nubifragio nel Foggiano: automobilisti bloccati dal fango. Disperso un giovane di 24 anni

Un 24enne, Antonio Facenna, di Vico del Gargano, risulta disperso probabilmente a causa del violento nubifragio che si è abbattuto nella zona provocando oltre 150 sfollati a San Marco in Lamis e l’esondazione del Candelaro. Lo conferma la Protezione civile regionale. Il giovane era uscito ieri in auto diretto nella sua masseria a Carpino.
150 sfollati nel Foggiano – Circa 300 millimetri di pioggia caduti in 24 ore, oltre 150 sfollati e un’allerta idrogeologica che, solo dopo l’emergenza della notte scorsa, è stata innalzata dalla Protezione civile pugliese da moderata ad elevata. E’ il comune garganico di San Marco in Lamis quello maggiormente colpito dalle precipitazioni record delle ultime ore, che hanno provocato l’esondazione del fiume Candelaro e del Carapelle, mai avvenute prima. Le famiglie evacuate la notte scorsa abitano in alcune case sparse in piccole borgate, in una zona depressa del territorio dove si è raccolta l’acqua piovana e dove si sono registrati allagamenti e smottamenti del terreno.  Nella zona di San Marco in Lamis – viene precisato – vi sono circa 150 sfollati, mentre sono due le famiglie evacuate nella vicina San Giovanni Rotondo.
Alcune auto sono state trascinate per decine di metri dalla furia dell’acqua mista al fango. Per alcune ore si è temuto il peggio. Difficile la situazione anche nella vicina San Giovanni Rotondo dove due famiglie che abitano ai piedi della città in cui visse padre Pio sono state evacuate dopo l’esondazione del Carapelle. Gli sfollati si trovano in strutture di accoglienza predisposte dai Comuni. “La situazione – spiega l’assessore alla Protezione civile della Regione Puglia, Guglielmo Minervini – non è grave perché non è a rischio la vita di persone ma molto seria sì perché il rio Candelaro ha tracimato: questo non è mai accaduto prima e ci sono problemi per la transitabilità delle strade e sta smottando la roccia di una collina sopra la quale ci sono una trentina di case che sono state evacuate”.
In allarme il sindaco di San Marco in Lamis, Angelo Cera, che si augura che “il ministro dell’Ambiente Galletti possa venire a trovarmi per rendersi conto di persona della grave situazione in cui versa il nostro paese”. “Le case – spiega Cera – sono piene di acqua e fango, le strade invase da terreno e detriti per le diverse frane che si sono verificate a causa delle abbondantissime piogge. Delle vere e proprie bombe d’acqua si sono riversate sul nostro comune creando disagi a tutta la popolazione. E’ un disastro”. La struttura della Protezione civile regionale aveva stimato in ‘moderato’ il rischio idrogeologico (che solitamente prevede 40-50 millimetri di pioggia) e di ‘attenzione’ il livello di allerta.
I tecnici spiegano però che i temporali e l’entità delle precipitazioni che hanno investito San Marco in Lamis e altri comuni del Gargano non erano prevedibili. Per le prossime 24 ore, a causa delle piogge insistenti, il livello di allerta prevede una criticità elevata per il rischio idrogeologico nella parte montana dal Gargano e nella pianura della Capitanata. Per problemi che la stessa perturbazione potrebbe creare lungo la costa adriatica (fino al Salento) il livello di criticità è stimato in ‘moderato.
Venerdì ancora temporali sul Centro-Sud, allerta in Puglia – Venerdì  previsti ancora temporali sul Centro-Sud, con rovesci anche forti su Abruzzo, Molise e Puglia. Il Dipartimento della Protezione civile ha emesso un avviso di avverse condizioni meteo, con criticità rossa per rischio idrogeologico su parte della Puglia. L`avviso meteo prevede il persistere di precipitazioni, anche a carattere di rovescio o temporale, su Abruzzo, Molise e Puglia. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, locali grandinate, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata criticità rossa sul Gargano per rischio idrogeologico e per rischio idraulico sul Tavoliere pugliese.

È inchiesta su bomba d’acqua nel Trevigiano. Zaia difende le viti

La notizia del giorno

È inchiesta su bomba d’acqua nel Trevigiano. Zaia difende le viti

Si contano i danni in Veneto, dopo la tragedia che è costata la vita a 4 persone. Galletti: «Impegno del Governo sul dissesto idrogeologico».

Dopo l’esondazione del torrente Lierza sabato sera a Refrontolo, nel Trevigiano, è ora il momento della conta dei danni e del dolore per le 4 vittime del disastro. E mentre restano gravi le condizioni di due feriti, ricoverati all’ospedale di Treviso, monta la polemica degli ambientalisti, che puntano il dito sui terreni disboscati per far posto ai vigneti del Prosecco. Ma il governatore della regione Veneto Zaia smentisce: «I vitigni ci sono sempre stati. È semplicemente caduta troppa acqua». E interviene anche il sindaco di Refrontolo, che assicura che «il torrente Lierza è stato pulito nel 2013». Guarda il servizio e scopri tutte le foto

Aperta un’inchiesta
La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro e omicidio colposo plurimo, «un atto dovuto» fa sapere. «Bisognerà verificare con accertamenti tecnici la tenuta del terreno», spiega il sostituto Procuratore Repubblica Treviso Laura Reale. L’obiettivo è capire le cause del disastro costato la vita a 4 persone, ma mentre sembra prevalere l’ipotesi della pura fatalità, monta la polemica. «In questi ultimi 10 anni il bosco è stato strappato per piantare vitigni», vitigni di Prosecco, denuncia a Sky TG24 Daniele Ferrazza, giornalista de La Tribuna di Treviso. La denuncia di un giornalista locale

Zaia: «I vitigni ci sono sempre stati»
Il governatore della regione Veneto Luca Zaia, però, smentisce nella maniera più categorica. Coltivazioni come i vigneti di prosecco «non centrano nulla con le frane e gli smottamenti». E aggiunge: «I vitigni ci sono sempre stati. La piovosità è stata tanta». Gli  fa eco il capo della Forestale di Treviso che ribadisce che «la tragedia è stata causata dalla pioggia», mentre a Sky TG24, Innocente Nardi, presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, ribadisce che «si fa viticultura oggi come si faceva 100 anni fa», precisand che «Io credo che il problema del dissesto idrogeologico derivi dall’abbandono del territorio, dal fatto che non ci sono persone che vanno a regimentare le acque». Le parole di Zaia

Galletti a Refrontolo, «Vero dramma, serve prevenzione»
«Spendere in prevenzione salva le vite e protegge l’ambiente» scrive su Twitter il ministro Gallett, che a Sky TG24 aggiunge: «Il Governo in questi mesi non ha mai dimenticato chi è stato oggetto di calamità naturali e continueremo a non farlo. Su questo l’impegno del Governo e della Regione ci sono». Interrogato poi sui sempre più frequenti dissesti idreologici in Italia risponde «Abbiamo già fatto alcune cose  importanti in questo mese: sia dal punto di vista organizzativo, con la cabina di regia per coordinare tutti i ministeri, sia dal punto di vista legislativo» ma «Il problema è un problema grande, perché questo paese è morfologicamente portato al dissesto idrogeologico».  Le parole di Galletti

Treviso, torrente esonda e travolge la festa: quattro morti e quattro feriti gravi

Treviso, torrente esonda e travolge la festa: quattro morti e quattro feriti gravi

Il fiume Lierza esonda a Refrontolo e travolge la tensostruttura di una sagra cui stavano partecipando un centinaio di persone. Per tutta la notte i soccorsi hanno continuato le ricerche per escludere la possibilità di dispersi

Treviso, torrente esonda e travolge la festa: quattro morti e quattro feriti gravi

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Una massa di detriti e fango ha investito la ‘Festa degli Omeni’ ieri sera a Refrontolo, nel trevigiano, travolgendo strutture, auto, oggetti e trascinando con sé le persone. Intorno alle dieci di ieri sera il fiume Lierza è esondato improvvisamente, abbattendosi sulla sagra a cui partecipavano un centinaio di persone. Il bilancio fanno sapere i carabinieri di Vittorio Veneto, è di 4 morti e 4 feriti gravi. Le vittime sono Fabrizio Bortolin, 48 anni di S.Lucia di Piave, Maurizio Lot, 52 anni di Farra di Soligo, Luciano Stella, 50 anni, di Pieve di Soligo, Giannino Breda, 67 anni di Falzè di Piave. Un’altra ventina di persone è rimasta ferita in maniera non grave.

La dinamica – Secondo la ricostruzione del Soccorso alpino, l’improvvisa tempesta di pioggia che ha investito la zona del Molinetto della Croda ha ostruito la passerella e il ponte soprastanti che hanno fatto da tappo con il materiale accumulato, per rilasciare in un attimo tutta l’acqua, che si è riversata nello spiazzo a lato della strada, sul parcheggio e sul tendone dove si stava svolgendo la festa. La maggior parte dei presenti è riuscita a mettersi in salvo, ma chi si trovava sotto la struttura, crollata, è stato trascinato a valle. In particolare, dai controlli effettuati in mattinata dalla Forestale, “l’esondazione pare sia stata provocata dallo scivolamento nell’alveo del torrente di materiali vari a causa delle ingenti precipitazioni e in particolare risulta che il Lierza sia stato ostruito anche da numerose rotoballe di fieno che hanno provocato un effetto ‘tappo’ col successivo sversamento dell’enorme mole di acqua, fango e detriti”.

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I soccorsi –  Dalle 21.55 di ieri alle 4.45 di questa mattina, 57 soccorritori delle Stazioni di Prealpi Trevigiane, Pedemontana del Grappa, Belluno, Alpago e Longarone e la Stazione speleo Veneto Orientale sono intervenute sul posto. Sulla zona si sono concentrati oltre 40 carabinieri e numerosi volontari hanno collaborato alle ricerche cercando di dare conforto alle persone coinvolte nell’evento. Molti dei partecipanti alla festa sono stati allontanati con ambulanze, mezzi militari e con auto di amici e parenti che, appresa la notizia, si sono precipitati sul luogo della tragedia.

 

 

Le prime immagini del disastro girate da Antenna 3 Nord Est 

Il Soccorso alpino si è messo a disposizione delle forze dell’ordine presenti, carabinieri e vigili del fuoco. È stato deciso quindi di suddividere in 4 tronconi l’asse del Lierza e di perlustrarlo con calate su entrambe le scarpate. Un primo corpo senza vita è stato trovato alle 22.40 di ieri e recuperato. Successivamente i soccorritori hanno rinvenuto altre tre persone senza vita. Una volta ottenuto il nulla osta dalla magistratura, hanno provveduto alla rimozione dei corpi, trasportandoli al centro di raggruppamento e coordinamento del Suem. Questa mattina non appena il tempo si è rasserenato dopo un’altra scarica di acqua caduta alle 6, le squadre del Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane sono scese nuovamente lungo le sponde per scongiurare la presenza di altre persone, sebbene non risultassero ulteriori assenze.

 

“Chiederemo subito lo stato di calamità per tutta la zona colpita. Questo è un lutto per tutto il Veneto e per l’Italia”, ha detto a Refrontolo il presidente del Veneto, Luca Zaia. Zaia ha annunciato che la Regione ha già attuato lo stato di crisi per la zona. Solidarietà e cordoglio sono stati espressi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha espresso “la propria solidarietà alla comunità locale e la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e l’augurio di pronta guarigione ai feriti”. Lo comunica una nota del Quirinale, che aggiunge: “Il capo dello Stato manifesta vivo apprezzamento a quanti si sono impegnati nelle difficili operazioni di soccorso”.

Nord sott’acqua, maxi-voragine a Milano.

Nord sott’acqua, maxi-voragine a Milano. Diluvio e tromba d’aria: Versilia in ginocchio

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Maltempo e allerta temporali per le regioni settentrionali. Nuova bomba d’acqua in Versilia, a Verona annullata la partita amichevole Chievo-Vicenza. A Milano si è aperta una voragine profonda 12 metri in pieno centro

Roma, 26 luglio 2014 – Ancora maltempo su buona parte dell’Italia e un’estate stentata, che non decolla. Da ieri sera è stata segnalata un’allerta temporali per le regioni settentrionali, e il Dipartimento della Protezione Civile riferisce di condizioni meteo avverse in particolare sulle regioni del nord Italia a causa della vasta depressione che da alcuni giorni interessa l’Europa centrale.
Da questa mattina, forti temporali si stanno rovesciando su Veneto e Friuli Venezia Giulia, e anche sul mar Ligure, Tirreno, Stretto di Sicilia e Adriatico settentrionali si registrano piogge e colpi di vento.

MILANO – L’esondazione del Seveso, a Milano, è per ora terminata e il livello delle acque è sceso un metro sotto il piano stradale. Le autorità informano che lo stato di emergenza è sceso a ‘preallarme’ e sarà mantenuto nelle prossime ore, come il monitoraggio meteorologico. I mezzi del Comune stanno ripulendo le strade, dove è stata quasi completamente riassorbita l’acqua che aveva inondato i marciapiedi. Il 118 ha confermato di non aver dovuto effettuare interventi di soccorso. Al momento, secondo quanto riferito dai vigili, rimangono ampie pozzanghere profonde, ma la circolazione di persone e auto è ripresa. La situazione critica di Milano, dopo l’esondazione di questa mattina, aveva colpito gli stessi quartieri della volta scorsa (8 luglio), nella zona Nord della città. Sul posto si erano precipitati i mezzi del comune alle prime luci dell’alba per il contenimento della situazione. Non si sono registrati casi di soccorso a persone.

Una grossa voragine, di circa 12 metri di profondità, e dell’ampiezza di sei metri per tre, si è aperta nel pieno centro della città. La polizia locale e i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i tecnici del Comune si trovano sul posto per capire cosa sia successo. La strada, corso di Porta Romana, è stata chiusa. Dalle prime valutazioni sembrerebbe la rottura di una tubazione per il trasporto dell’acqua potabile ad aver causato il cedimento del manto stradale, seguito poi dalla creazione di un buco riempitosi di acqua piovana che avrebbe raggiunto anche gli scantinati degli edifici nei pressi del civico 123 dove è avvenuto il danno.

PREVISIONI PER I PROSSIMI GIORNI – Fino a martedì tutto il Paese sarà interessato da un generale maltempo, soprattutto nelle regioni settentrionali, che saranno colpite da fenomeni temporaleschi che si estenderanno anche a quelle centrali. Anche nella giornata di mercoledì si osserverà una certa instabilità diffusa al nord est e sui rilievi meridionali. Buone notizie invece per giovedì 31 luglio e venerdì 1 agosto: un generale miglioramento caratterizzerà tutta la penisola, su cui farà finalmente capolino il sole e un cielo sereno o comunque poco nuvoloso.

FULMINI IN MONTAGNA – Tre persone sono rimaste colpite da fulmini, ma senza subire gravi conseguenze, nel corso di una gara di maratona in montagna, la ‘Trans d’Havet’ sulle Piccole Dolomiti, poi sospesa per il maltempo. I tre sono stati raggiunti dagli uomini del Soccorso Alpino, dislocati lungo il percorso. Dei primi due concorrenti soccorsi, uno e’ rimasto pressochè illeso, il secondo, pur cosciente, aveva una parte del corpo intorpidita. Tutti e tre sono stati condotti all’ospedale di Santorso ma non riportano gravi danni o ferite.

BOMBA D’ACQUA IN VERSILIA – Versilia ancora in ginocchio a causa del maltempo. Nella tarda mattinata di oggi una bomba d’acqua si è abbattuta sulla costa che va da Viareggio a Forte dei Marmi provocando danni e disagi. A Lido di Camaiore una tromba d’aria ha investito alcuni stabilimenti balneari provocando danni fortunatamente non ingenti.
Alberi sono invece caduti a Viareggio e sulle colline dell’entroterra. La forte pioggia ha inoltre provocato allagamenti di strade e piazze in tutta la Versilia, con il centralino dei vigili del fuoco preso d’assalto dalle telefonare. Non si segnalano al momento danni a persone.

PARTITA ANNULLATA – L’amichevole del Chievo Verona, che oggi pomeriggio alle 17.30 avrebbe dovuto affrontare il Vicenza (formazione di Lega Pro) è stata annullata a causa del maltempo che ha flagellato stamane il Veneto. La sfida con il Vicenza non verrà recuperata.

Rapporto Legambiente: non si ferma il sacco delle coste italiane. La top five degli ecomostri

Rapporto Legambiente: non si ferma il sacco delle coste italiane. La top five degli ecomostri

In occasione della partenza della Goletta Verde e della Goletta dei laghi 2013 Legambiente ha presentato a Roma Mare Monstrum il rapporto annuale dedicato al mare in cui si raccolgono le storie di illegalità e di abusi che colpiscono l’ecosistema marino italiano. Il quadro che emerge è ancora una volta desolante. Pesca di frodo, abusivismo edilizio sul demanio, violazioni al codice di navigazione e alle norme sulla nautica da diporto, depuratori difettosi, scarichi fognari e inquinamento da idrocarburi: purtroppo le illegalità che riguardano il mare e le coste italiane lo scorso anno sono ancora cresciute. 
Metà dei reati nelle regioni con presenza mafiosa – Un incremento del 2,8% rispetto al 2011 e addirittura del 14,4% rispetto al primo gennaio del 2010. Sono aumentati i reati (13.518, pari a 1,8 illeciti per chilometro di costa), le persone denunciate (16.092) e i sequestri che superano quota quattromila (4.076). Oltre la metà dei reati si è consumata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – nell’ordine: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria – seguite dalla Sardegna e dal Lazio.
Tra i nemici del mare anche le spiagge negate – Tra i nemici del mare, c’è anche la brutta tradizione delle spiagge negate, interi tratti di arenile interdetti ai cittadini perché di fatto privatizzati dagli stabilimenti balneari – sono 12mila i lidi sulle coste italiane, uno ogni 350 metri di spiaggia, che pagano canoni demaniali irrisori a fronte di lauti guadagni – e quella delle spiagge occupate, dove chioschi, ristoranti e solarium rimangono in pianta stabile a dispetto della legge che prevede che a fine stagione debbano essere rimossi. Infine la proliferazione dei porti turistici, che spuntano come funghi e spesso nascondono gigantesche speculazioni immobiliari.
Aumento dei reati frutto dell’attività di contrasto – “L’aumento dei reati rilevati – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è frutto dell’attività di contrasto svolta dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto ma, allo stesso tempo, rappresenta un segnale preoccupante della recrudescenza delle attività illecite in un periodo di crisi economica. Per questo è importante non abbassare la guardia rispetto a tutte le forme di illegalità e di vilipendio del territorio, a cominciare dall’abusivismo edilizio, e a questo proposito sollecitiamo il parlamento a respingere i reiterati tentativi di condono. A parlamento e governo chiediamo un forte impegno nel combattere le costruzioni illegali e la messa a punto di un piano di contrasto che renda gli abbattimenti rapidi ed efficaci”.
Abattutti l’ecomostro di Scala dei Turchi e gli scheletri di Lido Rossello – Nei giorni scorsi, nel comune di Realmonte sulla costa agrigentina sono stati abbattuti l’ecomostro di Scala dei Turchi e i tre scheletri di Lido Rossello, a coronamento di una battaglia ventennale di Legambiente da cui partirono in entrambi i casi le denunce. Ma l’abusivismo edilizio sulle aree demaniali continua ad attestarsi su valori elevati, anche se in flessione rispetto al 2011: 2.864 illeciti, 4.615 persone denunciate e 1.491 sequestri. Anche quest’anno è la Sicilia a guidare la classifica tra le Regioni (con 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri), seguita dalla Campania, dove si riscontra, però, il maggior numero di sequestri. Sale sul “podio” la Sardegna, che scala due posizioni rispetto al 2011, ed è la regione con il maggior numero di persone denunciate (988). Le altre due regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia e Calabria) occupano rispettivamente la quarta e la quinta posizione.
Resistono gli ecomostri della top five – Festeggiare un successo non significa, dunque, che la battaglia sull’abusivismo sia vinta. Resistono gli ecomostri della Top five di Mare Monstrum, quelli che Legambiente chiede di demolire con corsia preferenziale perché sono tra i peggiori esempi dello scempio edilizio vista mare. Come resistono anche le mega lottizzazioni abusive che violentano le coste del Salento, della Sicilia e dell’Abruzzo, le migliaia di ville che continuano a sorgere a Ischia, sul litorale Domizio Flegreo, sulla costa cilentana e su quella amalfitana in Campania, i lidi di cemento che colonizzano le coste del Lazio. Senza dimenticare i villaggi turistici della ‘ndrangheta che si sono impadroniti del mare calabrese.
La top five di Mare monstrum 2013 – I cinque ecomostri al top di Mare Monstrum sono casi di cemento illegale su cui pesa, ignorato da decenni, l’ordine di abbattimento. Casi che Legambiente denuncia da sempre e di cui chiede alle istituzioni, Comuni in testa, l’abbattimento per via preferenziale. In virtù della loro storia e del loro impatto sul territorio rappresentano bene ciò che deve essere finalmente cancellato dalle coste italiane. Sono gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, delle 35 ville nell’area archeologica di capo Colonna a Crotone, dell’albergo sulla scogliera di Alimuri a Vico Equense, del villaggio di Torre Mileto a Lesina in provincia di Foggia. A cui si aggiungono gli otto scheletri che ancora campeggiano sulla collina a Quarto Caldo nel Parco nazionale del Circeo.
Non abbassare la guardia contro rischio inquinamento delle acque – Gli ultimi dati pubblicati sulle acque di balneazione in Italia e in Europa, che testimoniano la buona salute del mare italiano, non devono far abbassare la guardia sul rischio di inquinamento ancora presente, a partire dagli scarichi non depurati che continuano a confluire in mare. A tutt’oggi in Italia il 25% delle acque di fogna viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato e tante sono le situazioni critiche di depuratori malfunzionanti o scarichi abusivi. Per questo motivo con le Golette viaggia un team di biologi che conducono il monitoraggio scientifico a caccia dei punti più critici riguardo la mancata depurazione; raccolgono le segnalazioni dei cittadini denunciando le situazioni che mettono maggiormente a rischio le nostre acque.

Sos Tornado in Oklahoma, parla l’esperto: “Tra i più devastanti al mondo, per durata e forza”

Sos Tornado in Oklahoma, parla l’esperto:
“Tra i più devastanti al mondo, per durata e forza”

 

Il ricercatore del Cnr Pasqui: “E’ classificato al massimo livello, è durato 40 minuti, un’enormità”. Il climatologo Ferrara: “Accentuato dai mutamenti climatici”. Ecco i tornado più tragici dal 1900 a oggi

 
Tornado in Oklahoma, una donna bloccata sotto le macerie (Ap)

Tornado in Oklahoma, una donna bloccata sotto le macerie (Ap)

Oklahoma city, 21 maggio 2013 – Il tornado che ha colpito l’area di Oklahoma City è “un fenomeno decisamente ai massimi livelli della scala di intensità. Una manifestazione tra le piu’ devastanti sia per durata che per forza”, afferma Massimiliano Pasqui, ricercatore del Cnr-Ibimet.

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Secondo l’esperto “il tornado, in una scala da 1 a 5 è di classe F5, cioè il massimo previsto. In genere – sottolinea, inoltre – questi fenomeni hanno una durata di poche decine di minuti, mentre ieri è durato addirittura 40 minuti, un’enormità”.

IL CLIMATOLOGO – “Sono fenomeni naturali che però vengono accentuati dai mutamenti climatici. Sono fenomeni già estremi, che però si manifestano in forma ancor piu’ intensa e violenta”, commenta il climatologo Vincenzo Ferrara, già all’Enea e al ministero dell’Ambiente.

Tornado è il nome spagnolo, ma questi fenomeni sono presenti anche da noi, e li chiamiamo trombe d’aria”, spiega. Si tratta di fenomeni che “da noi prendono la forma di violenti temporali ed alluvioni, che vanno a colpire un territorio già colpito dal dissesto idrogeologico”.

Fenomeni che vengono accentuati ed inaspriti dai mutamenti climatici, mutamenti che hanno portato anche nevicate intense ed ondate di calore. I tornado o trombe d’aria “sono generati da cumulo nembi, formazioni temporalesche che creano una sorta di ‘proboscidè rotante che giunge fino al suolo- spiega Ferrara- generata dalla differenza di temperature tra le nuvole piu’ in quota, con aria fredda, e quelle piu’ in basso, dove l’aria è calda. Ciò crea un vortice molto violento che scende fino al suolo”.

I mutamenti climatici, che aumentano la temperatura dell’atmosfera, aumentano la ‘carica energetica’, che quando si rilascia in questa maniera, crea effetti piu’ dirompenti.

“In Nord America attualmente c’è una massa d’aria molto calda sul Messico che si spinge fino alla California– spiega il climatologo – questa massa si scontra con altre masse di aria fredda in arrivo dal nord, dal Canada, creando vortici molto violenti. Genera altri fenomeni come le alluvioni, ma”, ed è questo il caso, “anche trombe d’aria”.

Questi fenomeni “possono accadere, e accadono, anche in Italia, anche se di minor violenza- spiega Ferrara- si possono verificare in estate e in autunno, in particolare nell’area della Pianura Padana”.
Sono meno violenti “per via della minor differenza di temperatura tra le masse d’aria, ed hanno dimensioni minori – segnala il climatologo- abbiamo avuto casi a Budrio, nel bolognese, e nel Veneto, ad esempio, ma si possono verificare anche sulle coste del Tirreno quando l’aria fredda dal Rodano arriva sull’Italia infilandosi nelle Bocche di Bonifacio, e in autunno possono verificarsi anche in Sicilia”.
Sempre, va ricordato, con potenza e dimensioni inferiori, conclude il climatologo, “visto che non si verificano in un’area continentale estesa ma su una penisola come l’Italia, e di minor dimensioni”.

Tornado devasta Oklahoma City, 24 le vittime accertate. Bambini intrappolati sotto le macerie

Tornado devasta Oklahoma City, 24 le vittime accertate. Bambini intrappolati sotto le macerie

“Uno scenario difficile da guardare”, dove “le case sono state completamente distrutte” e “non si riconoscono più le strade”. Così la governatrice dell’Oklahoma, la repubblicana Mary Fallin, ha parlato in conferenza stampa a proposito del tornado abbattutosi sulla cittadina di Moore, raccontando cosa ha potuto vedere durante un tour aereo. Nel suo intervento Fallin ha ricordato le vittime accertate, al momento 24 morti, di cui nove bambini, e 237 feriti, dicendo che le ricerche tra le macerie sono ancora in corso. Inoltre non è ancora chiaro chi siano i dispersi. “Abbiamo sentito di qualcuno portato alle pompe funebri, stiamo svolgendo indagini per accertare i numeri”. La governatrice ha ringraziato il governo federale per “la prontezza con cui è intervenuto”. Le immagini trasmesse in diretta dalle tv americane mostrano i soccorritori mentre cercano di farsi largo per le strade di Moore, ricoperte di detriti. Si continua a scavare anche alla scuola elementare Plaza Towers, dove per ora sono stati tirati fuori sani e salvi 30 bambini, ma si teme ce ne siano molti altri intrappolati. I testimoni parlano di uno scenario “apocalittico”.
Il presidente Obama rassicura la popolazione – Quello di Oklahoma City “è stato uno dei tornado più distruttivi della storia”. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha fatto sapere che ancora non si conosce “l’entità dei danni causati dal tornado”, ma “lo Stato farà di tutto per fornire gli aiuti necessari per l’emergenza e la ricostruzione”. “L’intero Paese è con voi”, ha quindi affermato il presidente rivolgendosi alla popolazione colpita dal tornado, invitandola a imitare lo spirito dei cittadini di Boston dopo l’attentato alla maratona o delle popolazioni colpite dall’uragano Sandy. Obama, nel suo discorso, ha ringraziato i soccorritori e gli insegnati, che si sono spesi per aiutare i bambini nelle scuole distrutte dal tornado. Obama ha anche voluto assicurare il proprio appoggio al governatore dello stato e al sindaco della cittadina colpita dal devastante fenomeno: “Avranno tutto l’aiuto di cui hanno bisogno. Staremo a fianco delle popolazione dell’Oklahoma tutto il tempo che serve, con tutte le strutture, per recuperare e aiutare i sopravvissuti”. Il segretario americano agli Affari Interni, Janet Napolitano, si recherà mercoledì nelle zone colpite dal tornado.
Ban Ki-Moon offre aiuto Nazioni Unite – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha proposto l’aiuto delle Nazioni Unite nei soccorsi alle vittime del tornado. Lo ha indicato il vice portavoce dell’Onu, Eduardo del Buey. “Il segretario generale ha scritto al governatore dell’Oklahoma, Mary Fallin, per esprimere la sua solidarietà e per proporre l’assistenza delle Nazioni Unite, se ce ne fosse bisogno”. Ban, ha aggiunto il portavoce, “rivolge le sue più sincere condoglianze a quanti hanno perso i loro cari e a tutti coloro che sono stati coinvolti” da questa catastrofe.
Il racconto de sopravvissuti – “Era un mostro enorme, scuro e spaventoso”: in queste parole di Julie Jones, 54 anni, sopravvissuta al tornado che ha devastato l’area a sud di Oklahoma City, è racchiusa la disperazione degli abitanti di Moore, la località più colpita dalla tromba d’aria. Le strade del sobborgo, spazzato via dalla tempesta, sembrano una zona di guerra, coperte dai detriti come dopo un bombardamento. Centinaia di abitazioni sono ridotte a cumuli di macerie, ammassi di lamiere e calcinacci. I soccorritori continuano senza sosta le ricerche di sopravvissuti tra gli edifici crollati, anche con l’aiuto di cani e di tecnologie sofisticate, ma la devastazione è tale che gli operatori fanno persino fatica a individuare le vie. Alcune persone fissano ciò che resta delle loro case, altre camminano come zombie, con lo sguardo smarrito e il terrore negli occhi. Intorno alla scuola Plaza Tower Elementary, andata completamente distrutta, i soccorritori lavorano il più velocemente possibile per cercare i bambini dispersi. E lo fanno in silenzio, per sentire le voci dei piccoli intrappolati che urlano “aiutateci”. “Vedevamo il tornado nello specchietto retrovisore che si avvicinava sempre di più – racconta Jones, che si è trovata bloccata nel traffico, ma poi è riuscita a scappare in cima ad una collina -. La cosa più terrificante è stata tornare nel quartiere, e vedere la distruzione provocata dalla tempesta”. “Sembrava di stare nel film Twister”, dice un altro sopravvissuto, citando una famosa pellicola del 1996 che vede protagonisti dei ‘cacciatori’ di tornado. Mentre un meteorologo della Cnn ha descritto la potenza della tromba d’aria come “una palla da bowling che ha attraversato la città, abbattendo tutto ciò che si trovava davanti”. “La casa, la macchina, abbiamo perso tutto. Tutto quello che avevamo non c’é più”, spiega singhiozzando una donna, stringendo le mani dei due figli. Sono sopravvissuti per miracolo alla tempesta, nascondendosi nel bagno e coprendosi con un materasso. Juan Dills invece sta rovistando tra ciò che rimane della casa di sua madre: il tetto è volato via, e solo uno dei muri portanti è rimasto in piedi. La donna riesce a recuperare soltanto due album di fotografie. “Siamo in stato di shock – spiega – ma supereremo questo momento. Siamo gente dell’Oklahoma”.
Ingenti danni a case e strutture ospedaliere – Danni gravissimi si registrano anche all’ospedale della cittadina, che è stato evacuato. Duramente colpiti anche l’edificio che ospita un cinema e la vicina autostrada, che è stata chiusa dalle autorità. “Le nostre peggiori paure sono diventate realtà”, spiegano gli esperti del National Weather Service, il servizio meteorologico nazionale, che avevano lanciato un allarme tornado 16 minuti prima che sulla zona si scatenasse l’inferno. In tanti, quindi, non hanno avuto il tempo di mettersi al sicuro. “E’ stata come una palla da bowling che ha attraversato la città distruggendo tutto quello che si trovava davanti”, ha detto un meteorologo della Cnn descrivendo la potenza del tornado. Il tornado, con una circonferenza di oltre tre chilometri e venti fino a 300 chilometri l’ora, ha imperversato sull’area per circa 40 minuti.
In tutta la zona è stato quindi proclamato lo stato di emergenza – E l’allarme è tutt’altro che cessato, visto che i metereologi temono il formarsi di nuovi tornado nelle prossime ore, dopo quelli che nelle ultime 48 ore hanno causato danni e due morti nel Midwest. Il presidente americano Barack Obama ha chiamato il governatore dell’Oklahoma Mary Fallin, assicurando che l’amministrazione, attraverso la protezione civile, “è pronta a fornire tutta l’assistenza necessaria”. Moore è una cittadina che conta circa 55.000 abitanti e su cui già nel 1999 si era abbattuto un terribile tornado che aveva causato la morte di una quarantina di persone.

Maltempo, Piogge fino a mercoledì, poi torna il gelo artico

Maltempo, Piogge fino a mercoledì, poi torna il gelo artico

TMNews
Roma, 10 mar. (TMNews) – Sarà un inizio di settimana all’insegna della forte instabilità su quasi tutte le regioni italiane: lunedi sole a tratti sul medio-basso Adriatico e sullo Ionio e sul resto della Penisola prevalenza di nubi. In mattinata piogge sul versante tirrenico e sulla Sardegna, in Pianura Padana qualche nebbia residua che si dissolverà col passare delle ore. Nel pomeriggio ancora piogge sul settore tirrenico e sulla Sardegna, isolati acquazzoni a ridosso della fascia prealpina che poi, in serata, coinvolgeranno ance le pianure di alto Piemonte, Lombardia e Venezie. Temperature minime in lieve calo al Nordest; massime in diminuzione di 1-3 gradi al Centrosud. Sarà una giornata ancora ventosa nelle Isole.
Nella seconda parte della settimana tornerà l’inverno, con freddo e nevicate fino a bassa quota. Mezza Europa sarà alle prese con gelo e neve. L’aria gelida di origine artica farà il suo graduale ingresso sull’Italia tra mercoledì e venerdì, facendoci ripiombare in un clima invernale caratterizzato da freddo (le temperature scenderanno fino a valori al di sotto delle medie stagionali) e dal rischio di nuove nevicate fino a bassa quota.
Questa ondata di freddo coinvolgerà non soltanto l’Italia, ma anche tutta l’Europa centrosettentrionale. In particolare in Scandinava e nei Paesi Baltici si vivranno le cosiddette ‘giornate di ghiaccio’, ovvero giornate in cui le temperature rimarranno sottozero anche nelle ore pomeridiane.

Maltempo sull’Italia, neve anche a Capri. Calabria nella morsa del gelo

Maltempo sull’Italia, neve anche a Capri. Calabria nella morsa del gelo

Grande nevicata in arrivo sull’Italia. Già sabato fiocchi bianchi in quantità su diverse aree del Sud, ma l’attenzione è rivolta a lunedì, quando una nuova perturbazione porterà un ulteriore peggioramento con intensa caduta di neve al Nord ed al Centro. La Protezione civile ha preallertato i gestori di autostrade e ferrovie e le organizzazioni di volontariato: occorre prepararsi ad affrontare eventuali situazioni critiche.
Sorpresa  a Capri, sotto una forte nevicata. Imbiancata Anacapri, il comune più alto dell’isola. Dopo la spruzzata di ieri che aveva interessato il Monte Solaro, la vetta dell’isola, stamattina i fiocchi sono caduti anche in centro, a circa 200 metri di altitudine. L’abbondante nevicata è durata circa tre ore.
Massima allerta in Ligura, con scuole chiuse per massima allerta neve domani a Genova e Savona. Lo hanno deciso i sindaci che hanno così accolto l’appello lanciato, in questo senso, dalla Regione. Il provvedimento riguarda ogni scuola di ordine e grado. A Savona annullato anche il mercato settimanale. La Protezione Civile ha emanato lo stato di allerta 2 per neve su tutto il territorio regionale per l’intera giornata di domani. L’allerta 2 per neve è il più elevato grado di allerta. la protezione civile raccomanda massima attenzione e invita la popolazione a limitare il più possibile gli spostamenti, anche a causa delle gelate.
Neve a tratti nelle Marche sia lungo la costa che nell’entroterra, con brevi precipitazioni stamani anche lungo l’A14, fra Ancona sud e Pedaso, ma senza problemi per il traffico. Ancona si è svegliata con il sole ma le colline circostanti imbiancate. Nevischio anche a Macerata, Fabriano, Osimo, e in nottata a Senigallia, dove si sono registrati un paio di incidenti stradali con feriti per colpa del ghiaccio. Nel capoluogo di regione è in funzione da stamattina il Centro operativo comunale per coordinare eventuali interventi di soccorso.
La Calabria è stretta nella morsa di neve e gelo. Un’intensa nevicata è in corso da stamani a Cosenza e su gran parte della provincia. Nel capoluogo tetti e strade sono ormai imbiancate. La circolazione dei mezzi è ancora possibile, ma il traffico è molto ridotto. A Camigliatello, una delle principali località turistiche della Sila, il manto nevoso ha raggiunto i 3 metri (quattro a monte) e la temperatura, stanotte, è precipitata a -13 per poi arrivare in mattinata a -8. Nevica dalla notte anche a Mormanno, colpita dal terremoto del 26 ottobre scorso di magnitudo 5.3. La neve va ad aggravare i disagi che già vivono gli abitanti del paese del Pollino, interessato da uno sciame sismico che in due anni ha registrato oltre 2.200 scosse. Sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, la circolazione è normale, anche se sta nevicando su gran parte del tratto cosentino. La polizia stradale opera due filtraggi in direzione nord, uno a Falerna ed uno a Sibari (Cosenza) per verificare la presenza delle catene a bordo dei mezzi o le gomme da neve. Analogo filtraggio viene fatto, in direzione sud, a Lagonegro.
Fine settimana all’insegna del freddo e della neve anche in Sardegna. Tutto il Nuorese è ricoperto da almeno 10 centimetri di manto bianco, con punte di oltre 30,40 centimetri a Fonni, Desulo, Tonara e Belvì. Anche Nuoro città si è risvegliata completamente imbiancata. Temperature in picchiata durante la notte, sotto lo zero un po’ dappertutto: solo Cagliari, la più ‘mite’ ha fatto registrare 2 gradi. Record a Gavoi dove, secondo i dati dell’Arpas, stamani c’erano -10 gradi. I maggiori disagi si sono registrati nelle prime ore della mattina quando, con l’abbassarsi delle temperature, sulle strade é comparso il ghiaccio. Sulle maggiori strade statali e provinciali la percorribilità è regolare. Infatti stanno operando i mezzi spargi sale e gli spazzaneve dell’Anas, dei Comuni e della Provincia di Nuoro che già da ieri sera sono all’opera per ridurre al minimo i disagi. La situazione più critica è nei paesi di montagna, nelle arterie secondarie, dove l’abbondante nevicata ha reso il compito dei mezzi più difficoltoso. Il tratto della Carlo Felice 131 sull’altipiano di Campeda verso Sassari è transitabile anche senza catene. Già da ieri mattina c’é stata un’invasione di turisti che hanno potuto godere sia di qualche discesa con gli sci – impianti aperti sul Bruncu Spina – che degli appuntamenti del carnevale barbaricino con le maschere più antiche della tradizione sarda.
Ma c’é grande preoccupazione in vista di lunedì, quando una nuova perturbazione arriverà dalla Francia. In particolare, avverte la Protezione civile, ci saranno nevicate diffuse e persistenti su tutte le regioni settentrionali e sull’alta Toscana, anche a quote di pianura, con accumuli al suolo significativi. Nel corso della mattinata nubi e precipitazioni si estenderanno anche alle regioni centrali e alla Sardegna, con nevicate sopra le quote collinari. Martedì le precipitazioni, che tenderanno a spostarsi verso est, inizieranno ad attenuarsi; inoltre, grazie ai venti meridionali che determineranno un graduale aumento delle temperature, ci sarà un successivo innalzamento della quota neve specie sulle regioni adriatiche settentrionali e sulla Toscana.
Vista l’ampia estensione territoriale dei fenomeni previsti e le conseguenti criticità che potrebbero determinarsi, il Dipartimento ha già autorizzato l’attivazione preventiva delle organizzazioni di volontariato di protezione civile allo scopo di supportare le misure operative, anche di natura preventiva, che saranno adottate a livello locale per ridurre gli eventuali disagi alla popolazione, nonché per garantire le necessarie attività di assistenza in caso di emergenza. Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha contattato i vertici nazionali delle strutture viarie e ferroviarie, nonché delle Regioni centro-settentrionali che saranno interessate dagli eventi, per sensibilizzare preventivamente l’intero sistema sulle misure che dovranno essere attuate per limitare le criticità.