Le nuove province italiane

Le nuove province italiane: ecco cosa cambia nella geografia del Belpaese

Una rivoluzione annunciata. Ancora una volta è colpa della crisi economica. Ma non si tratta di una sommossa provocata da operai, che hanno perso il lavoro o dalle tante persone che ormai fanno fatica ad arrivare a fine mese. Lo stravolgimento dell’esistente riguarda le nuove Province. Ed è un cambiamento radicale, pronto a partire. Il decreto legge del Governo Monti, che taglia ben 35 Province, è stato esaminato dal Consiglio dei ministri. Considerando solo le Regioni a Statuto ordinario, nel Belpaese avremo 51 Province, un numero che comprende anche le dieci Città metropolitane. Sarà la ‘morte civile’ per molti enti locali, che possono raccontare una storia lunga almeno quanto l’Unità d’Italia. E le modifiche non finiscono qui. Presto, infatti, al massimo nei prossimi 6 mesi, si aggiungerà una decina di cancellazioni nelle Regioni a statuto speciale, che potranno godere di una maggiore libertà sulle modalità e sulle scelte.

Le decisioni del Governo sono state annunciate dal ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. Dovrebbero garantire risparmi da 4,5 miliardi nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11 nel 2014. E disegnano una nuova mappa territoriale. Da Nord al Sud i giochi sono ormai fatti.

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In Piemonte salve Torino (Città metropolitana) e Cuneo, accorpate Alessandria e Asti, così come Vercelli, Biella, Novara/Verbano/Cusio/Ossola.

In Lombardia rimarrà Milano (Città metropolitana) alla quale si accorpa Monza e Branzia; salve anche Brescia, Bergamo e Pavia. Accorpate Como, Varese e Lecco; Lodi, Mantova, Cremona; salva Sondrio, che inizialmnete avrebbe dovuto essere accorpata a Lecco.

In Veneto si salva Venezia (Città metropolitana), salve anche Vicenza e Belluno. Accorparte Verona e Rovigo; Padova e Treviso.

In Friuli Venezia Giulia rimangono le Province attuali, ma con compiti consultivi.

In Liguria saranno unite Savona e Imperia, mentre per Genova (Città metropolitana) e La Spezia non ci saranno cambiamenti.

In Emilia Romagna solo Bologna (Città metropolitana) e Ferrara resteranno invariate. Accorpate invece Modena e Reggio Emilia; Parma e Piacenza; Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini.

In Toscana accorpate Firenze, Pristoia e Prato. Accorpate anche  Grosseto, Siena e Arezzo; Lucca, Massa Carrara, Pisa e Livorno.

In Umbria Perugia si unirà a Terni.

Nelle Marche restano Ancona e Pesaro/Urbino. Accorpate Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.

roma (Città metropolitana) unica Provincia che resterà invariata nel Lazio. Accorpate Frosinone e Latina, Rieti e Viterbo.

Si passa da quattro a due in Abruzzo: L’Aquila/Teramo e Pescara /Chieti.

Una sola in Molise con l’accorpamento di Campobasso e Isernia.

In Basilicata si uniranno Potenza e Matera.

 

 

Tre Province salve in Campania: Napoli (Città metropolitana), Salerno e Caserta. Accorpate Avellino e Benevento.

In Puglia Bari (Città metropolitana) e Lecce non subiranno variazioni. Accorpate invece Foggia con Barletta/Andria/Trani e Taranto con Brindisi.

Infine in Calabria resterà solo Reggio Calabria, Città metropolitana. Accorpate Cosenza e Crotone così come Catanzaro e Vibo Valentia.

La Sardegna invece ha già deciso con un referendum di dimezzare le Province, passando da 8 a 4: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano.

Nessuna variazione infine per Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sicilia. 

Le regole fissate con la legge sulla spending review hanno stabilito criteri molto rigidi. Saranno messe insieme le Province che hanno meno di 350 mila abitanti o un’estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Fatti gli accorpamenti, si procederà in maniera piuttosto spedita. Dalla fine di giugno del 2013 tutte le Province, anche quelle che non si vedranno toccare i confini, saranno guidate da un commissario, con la possibilità di trasferimento per i dipendenti. Ancora da stabilire se questa figura, che dovrà curare la transizione verso il nuovo regime istituzionale, sarà esterna, nominata dal prefetto, o se si tratterà del presidente uscente della Provincia. Le nuove realtà istituzionali eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità. Perderanno, invece, alcune funzioni tra le quali quelle che riguardano il mercato del lavoro e l’edilizia scolastica. Alle porte cambiamenti anche sui sistemi elettorali. Se la Corte costituzionale nei prossimi giorni darà il via libera, i consiglieri provinciali saranno eletti non più dai cittadini ma dai consiglieri comunali.

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NAPOLITANO AI PARTITI: SIATE RESPONSABILI, AL VOTO IN APRILE CON NUOVE REGOLE

NAPOLITANO AI PARTITI: SIATE RESPONSABILI, AL VOTO IN APRILE CON NUOVE REGOLE

 
 

Roma, 30 ott – Nuovo appello di Giorgio Napolitano ai partiti perchè siano “responsabili” (un riferimento implicito alla minaccia di Berlusconi di accorciare la vita del governo Monti, ndr) e si preparino a “riassumere pienamente il loro ruolo” con le elezioni politiche di aprile cui è necessario andare con “nuove regole”. Il capo dello Stato ha così indirettamente bocciato l’ipotesi di elezioni anticipate sostenendo che governo Monti e Parlamento devono lavorare – e c’è tanto da fare ancora – fino “alla scadenza naturale della legislatura” che coincide con la fine del suo settennato.  Napolitano è intervenuto al Quirinale nella cerimonia per i 150 anni della Corte dei Conti. “Mi si lasci osservare – così il presidente della Repubblica ha concluso il suo discorso rivolto al presidente della Corte, Giampaolino – che c’è dunque materia assai rilevante per l’impegno del governo e del Parlamento di qui alla scadenza naturale della legislatura. Una scadenza sufficientemente vicina per consentire alle forze politiche di prepararsi a riassumere pienamente il loro ruolo nella vita istituzionale, sottoponendo liberamente al corpo elettorale sulla base di nuove regole le loro diversificate analisi e piattaforme programmatiche. Una scadenza, per la conclusione della legislatura e del settennato presidenziale, tale da suggerire ancora un’ampia e operosa assunzione di responsabilità in vista delle sfide che sono davanti all’Italia e all’Europa”.

NAPOLITANO AI PARTITI: SIATE RESPONSABILI, AL VOTO IN APRILE CON NUOVE REGOLE

NAPOLITANO AI PARTITI: SIATE RESPONSABILI, AL VOTO IN APRILE CON NUOVE REGOLE

 
 

Roma, 30 ott – Nuovo appello di Giorgio Napolitano ai partiti perchè siano “responsabili” (un riferimento implicito alla minaccia di Berlusconi di accorciare la vita del governo Monti, ndr) e si preparino a “riassumere pienamente il loro ruolo” con le elezioni politiche di aprile cui è necessario andare con “nuove regole”. Il capo dello Stato ha così indirettamente bocciato l’ipotesi di elezioni anticipate sostenendo che governo Monti e Parlamento devono lavorare – e c’è tanto da fare ancora – fino “alla scadenza naturale della legislatura” che coincide con la fine del suo settennato.  Napolitano è intervenuto al Quirinale nella cerimonia per i 150 anni della Corte dei Conti. “Mi si lasci osservare – così il presidente della Repubblica ha concluso il suo discorso rivolto al presidente della Corte, Giampaolino – che c’è dunque materia assai rilevante per l’impegno del governo e del Parlamento di qui alla scadenza naturale della legislatura. Una scadenza sufficientemente vicina per consentire alle forze politiche di prepararsi a riassumere pienamente il loro ruolo nella vita istituzionale, sottoponendo liberamente al corpo elettorale sulla base di nuove regole le loro diversificate analisi e piattaforme programmatiche. Una scadenza, per la conclusione della legislatura e del settennato presidenziale, tale da suggerire ancora un’ampia e operosa assunzione di responsabilità in vista delle sfide che sono davanti all’Italia e all’Europa”.

Sanità Puglia, Vendola assolto in processo per abuso d’ufficio

Sanità Puglia, Vendola assolto in processo per abuso d’ufficio
ReutersReuters – 1 ora 48 minuti fa

Vendola: non ho firmato cambiale in bianco con Bersani -VideoDocTmNews 0:45 | 0 visualizzazioni
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Ilva, Vendola: governo non ricorrerà contro magistrati – VideoDocTmNews 0:46 | 0 visualizzazioni
Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader del partito Sinistra Ecologia e Libertà, in una foto del 6 novembre 2010 a Milano. REUTERS/Alessandro GarofaloVisualizza foto

Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader del partito Sinistra Ecologia …

BARI (Reuters) – Il presidente della Puglia e leader di Sel Nichi Vendola è stato assolto oggi dal tribunale di Bari nel processo col rito abbreviato per abuso di ufficio sulla nomina di un primario in un ospedale del capoluogo pugliese.

Per il gup “il fatto non sussiste”.

Vendola, che è anche candidato alle primarie del centrosinistra, aveva annunciato le dimissioni in caso di condanna.

“Sono molto felice”, ha detto il presidente in aula tra le lacrime. “In questi mesi ho bevuto un calice amaro. Se fossi stato condannato non avrei più potuto avere la mia vita pubblica. Adesso mi è stata ridata la dignità di persona perbene”.

L’esponente politico era accusato dai magistrati di aver favorito la nomina del professor Paolo Sardelli a primario di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari, sulla base delle dichiarazioni dell’ex dirigente della Asl di Bari Lea Cosentino, già coinvolta in altre inchieste sulla sanità pugliese.

Condotta anti-sindacale, nuova condanna per la Fiat a Termoli

Condotta anti-sindacale, nuova condanna per la Fiat a Termoli

Nuova condanna per la Fiat. Il tribunale di Termoli (Campobasso) ha condannato la casa torinese per la seconda volta per attività antisindacale “in quanto ha applicato un diverso trattamento economico sulle indennità ai lavoratori iscritti alla Fiom con una perdita salariale di 300 euro al mese”. Lo rende noto la Fiom. ‘Il giudice – commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom – ha ripristinato la parità di trattamento a parità’ di lavoro condannando il comportamento discriminatorio della Fiat che pretendeva di retribuire sulla base dell’adesione al sindacato e alla firma dei contratti”.
Landini: “Ok condanna, ora si volti pagina” – “Giudichiamo importante la sentenza del tribunale di Larino (Campobasso) che conferma il comportamento antisindacale della Fiat nello stabilimento di Termoli. Infatti, dopo che la Fiom aveva vinto la causa per l’ultrattività del contratto del 2008, l’azienda ha tolto circa 300 euro di salario ai lavoratori iscritti ai metalmeccanici Cgil. E’ importante che il tribunale abbia confermato l’antisindacalità di tale comportamento. Si tratta di un’ulteriore conferma – dice – che la strada intrapresa dalla Fiat è una strada contraria ai principi costituzionali e alle leggi del nostro paese. E’ ora di voltare pagina”.
Ex-meccaniche Mirafiori in Cig – Fiat Powertrain ricorrerà alla cassa integrazione anche alle ex Meccaniche di Mirafiori (1.441 addetti): tutti i lavoratori si fermeranno dal 26 novembre al 2 dicembre. “Con la richiesta di cassa integrazione anche alle ex Meccaniche di Mirafiori – dichiarano Edi Lazzi, responsabile della V Lega Fiom-Cgil, e Antonio Citriniti, della Fiom-Cgil – stiamo raschiando il fondo del barile. Adesso praticamente tutti i 14.000 dipendenti del sito di Mirafiori sono collocati in cassa integrazione”. Le ex Meccaniche erano l’unico stabilimento che ancora lavorava a pieno regime: ora anche per quei lavoratori si prospettano tempi bui” hanno poi dichiarato Edi Lazzi, responsabile della V Lega Fiom-Cgil, e Antonio Citriniti, della Fiom-Cgil. “Questa decisione dell’azienda è un ulteriore motivo per chiedere con forza un piano industriale serio e credibile, con nuovi modelli in grado di rilanciare Mirafiori. E’ quello che faremo domani al presidio organizzato dalla Fiom-Cgil davanti al Lingotto”.

Elezioni Sicilia, vince Crocetta

Elezioni Sicilia, vince Crocetta: “Con me cambia la storia”. M5S primo partito, astensionismo boom

Con il 30,50% e un totale di 617.073 voti, Rosario Crocetta è stato eletto nuovo presidente della Regione Siciliana. Lo spoglio delle 5.308 sezioni, che si è concluso lunedì a tarda sera, ha premiato l’europarlamentare del Pd sostenuto anche dall’Udc, attribuendogli un vantaggio di 5 punti percentuali sul candidato del Pdl, Nello Musumeci, fermatosi al 25,70% e 521.022 voti. Al terzo posto si è piazzato il portavoce regionale del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, che ha ottenuto il 18,20% e 368.006 voti; mentre non è andato oltre il quarto posto Gianfranco Miccichè, sostenuto da Grande Sud, Fli ed Mpa, che ha ottenuto il 15,40% pari a 312.112 voti. Più staccata, invece, è la sindacalista Giovanna Marano sostenuta da Idv, Federazione della Sinistra, Sel e Verdi, che al termine dello scrutinio si è fermata al 6,10% di preferenze per un totale di 122.633 voti. Per quanto riguarda le liste, infine, il Movimento 5 Stelle domina la scena imponendosi come primo partito in Sicilia in virtù del 14,90% di preferenze ottenute. Dietro, al 13,40% è il Pd, che ha superato il Pdl fermatosi al 12,90%. In questa legislatura, all’Ars non entreranno Idv e Sel, che hanno ottenuto il 3,50% e il 3,10%, e Futuro e Libertà, che non è andato oltre il 4,40%.
Boom grillino e dell’astensionismo – Come andrà a finire la partita Crocetta lo si vedrà nei prossimi giorni: un’alleanza con Micciché, vero arbitro data l’indisponibilità di Grillo ad alleanze, appare l’unica praticabile, ma l’interessato è pronto anche a tornare alle urne (“Se qualcuno mi dovesse fermare allora si va al voto e sono convinto che questa voltà sarò eletto con il 60% dei consensi”). Si tratta in ogni caso, come dice Bersani, di “risultati storici”. E lo è davvero se si pensa al cappotto 61 a 0 che subì il centrosinistra nel 2001, ma anche al tratto anti-mafia che rivendica il nuovo governatore: “Si è rotto un muro di gomma, per la prima volta è stato eletto un candidato che ha scelto come valore fondante la lotta alla mafia”.
Crocetta: “Con me cambia la storia” – “Con me è la storia che cambia. Nell’isola uno come me non sarebbe mai stato eletto”. Così il candidato alla presidenza della Regione siciliana per il Pd e Udc Rosario Crocetta, commenta l’esito del voto che lo premia come nuovo governatore dell’isola. “Io cercherò la maggioranza in aula sui provvedimenti. Non cederò a nessun inciucio, la mia storia me lo impone”, ha detto Crocetta. Il candidato di Pd e Udc alla presidenza della Regione ha ottenuto oltre il 30 per cento di preferenze, distanziando il rivale del Pdl Nello Musumeci. Al terzo posto per il grillino Giancarlo Cancelleri, mentre il leader di Grande sud, Gianfranco Micciché non siederà in sala d’Ercole.
M5S primo partito, ma Bersani rivendica il primato – I grandi sconfitti sono i partiti tradizionali. Non solo il Pdl, che ne subirà le più immediate conseguenze. Perché anche quelli che hanno vinto non sono usciti indenni (persino il Pd ha lasciato 5 punti sul campo) e perché tutti dovranno fare i conti con il forte segnale che arriva dall’astensionismo siciliano. Meno di un siciliano su due è andato a votare e Crocetta diventa governatore con il voto di circa il 15% dell’elettorato totale. Nemmeno Grillo è riuscito a incidere un blocco che ha rifiutato insieme la politica e la cosiddetta anti-politica. Anche questo dovrà far riflettere. Per il Movimento 5 Stelle è stata una vittoria limpida. Ma Bersani precisa che il primo partito è il Pd e non quello dei grillini perché “quando contiamo il Pd bisogna calcolare anche la lista Crocetta. Noi avevamo due liste”. Bersani ha sottolineato i risultati siciliani ricordando che sono “storici” rispetto ad una vicenda “che dal dopoguerra ad oggi non ci ha mai visto realmente competitivi e che ora pare dimostrare che si può essere anche vincenti”. Secondo il segretario “tocca a Crocetta, e a chi lo ha sostenuto, in particolare al Pd, interpretare con forza l’esigenza di cambiamento che è venuta dall’elettorato siciliano”.
Astensionismo boom e rischio ingovernabilità – Il grande “vincitore” della tornata elettorale, però, è l’astensionismo. La scarsa affluenza alle urne, infatti, ha caratterizzato la giornata dedicata al voto per eleggere il nuovo presidente della Regione, e i nuovi componenti del Parlamento regionale. “Astensionismo clamoroso, ma in qualche modo prevedibile”, ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. E qualunque sarà il risultato, ha aggiunto, l’ingovernabilità della regione Sicilia è quasi certa: “C’è una certezza di ingovernabilità, perché con la legge elettorale siciliana per potere avere la maggioranza qualunque presidente ha bisogno di tre coalizioni”.
Crolla il Pdl, Alfano si candida per le primarie di dicembre – Il Pdl crolla letteralmente e costringe Alfano a indire le primarie per il 16 dicembre. Nessuno si aspettava che un centrodestra diviso potesse rievocare i fasti del 2001, quando alle politiche Berlusconi e i suoi alleati ottennero tutti i 61 seggi del maggioritario; ma i numeri di Nello Musumeci (Pdl, Pid e lista intestata al candidato presidente)  quando la coalizione che comprendeva anche Mpa e Udc spinse con il suo 66,6% Raffaele Lombardo a palazzo d’Orleans. Oggi qualora si mettano insieme le percentuali della coalizione di Musumeci e quelle dei partiti che appoggiano Gianfranco Micciché, cioé Fli, Grande Sud e Pds (l’ex Mpa di Lombardo), il risultato supera di poco il 40%. Nello Musumeci è uscito sconfitto dalla prova elettorale e il partito ha perso oltre 20 punti, quasi i due terzi dei voti. Un’altra ferita in un Pdl sempre più dilaniato. Alfano non è riuscito a portare dalla sua parte i moderati in campo nazionale (“Se i toni sono quelli di Berlusconi – dice oggi Casini – è ridicola ogni ipotesi di rapporto con il Pdl”) e neanche nella sua Sicilia (dove il Cavaliere ha brillato per l’assenza). Il segretario però tiene duro (la colpa della sconfitta, dice, è “del centrodestra diviso”) e conferma sia la data delle primarie (il 16 dicembre) sia la propria candidatura. Il rischio a questo punto è che le primarie diventino il terreno di uno scontro anche personale, quasi una sorta di ordalia, dall’esito, per la sopravvivenza del partito, difficilmente prevedibile.
Si rafforza il partito di Monti – Il premier Monti dai risultati siciliani non esce sicuramente indebolito: a vincere sono partiti che mantengono saldo il loro impegno di sostenerlo; inoltre la fragilità del quadro politico generale sconsiglia colpi di testa. Il terzo polo, pur diviso in Sicilia tra Crocetta e Micciché, può cantare vittoria. E Casini ha tutte le ragioni per invocare la validità del laboratorio siciliano: “Da lì è arrivata un’indicazione chiara e semplice: è ineludibile il rapporto tra progressisti e moderati che mette al bando gli estremismi e i populismi ed è l’unico antidoto all’ antipolitica”. Perché Grillo, argomenta, può arrivare ad un 25% nazionale e se si vuole contrastarlo servono alleanze vincenti. Il Pd, dice, eviti di ragionare per ‘sommatorie’ perché Grillo ha “rubato” voti a Idv e Sel. Chi è sempre più nei guai è il Pdl.

Usa, Sandy fa 40 morti e Obama dichiara lo stato di catastrofe

Usa, Sandy fa 40 morti e Obama dichiara lo stato di catastrofe. Strade deserte e silenzio a New York

Sarebbero 40 le vittime dell’uragano Sandy (ma gli accertamenti sono ancorain corso). Un morto viene segnalato anche in Canada. Le vittime, molte per caduta di alberi, sono negli stati di New Jersey, New York, Maryland, North Carolina, West Virginia, Pennsylvania e Connecticut. Sandy è stato declassato a “tempesta post-tropicale”, ma rimane pericoloso per la costa est degli Usa, dove minaccia 60 milioni di persone. Il presidente Usa Barack Obama ha dichiarato lo stato di “grave catastrofe” per gli stati di New York e New Jersey. La decisione “rende disponibili i fondi federali per le persone colpite nelle contee di Bronx, Kings, Nassau, New York, Richmond, Suffolk e Queens”, spiega la Casa Bianca in un comunicato.
Clima surreale a New York  – Il giorno dopo la tempesta c’è un clima surreale per le strade di Manhattan. Sono pochissime le macchine che transitano sulle grandi avenue. Del resto i tunnel che la collegano alla terraferma, alcuni dei quali allagati, sono ancora chiusi. Niente autobus, anche i taxi, i famosi yellow cab, scarseggiano. Pochissima gente per strada. Scuole e uffici pubblici sono rimasti chiusi, come Wall Street. Lo strano silenzio per una metropoli come New York è rotto ogni tanto solo dalle sirene dei vigili del fuoco che incessantemente da ieri prestano soccorso soprattutto negli edifici che sono stati invasi dalle acque dell’Hudson e dell’East River. Intorno a Times Square e nei luoghi solitamente più affollati della Grande Mela, come nei dintorni della stazione di Grand Central, le strade appaiono pressoché deserte. Davanti a qualche negozio si vede qualcuno che comincia a contare i danni provocati dal vento e dall’acqua. Al Central Park, invece, gli operatori forestali sono al lavoro per rimuovere i rami caduti e per assicurarsi che non ci siano pericoli per il crollo di alberi.
Scarsità di sangue per trasfusioni – C’é scarsità di sangue per trasfusioni negli Stati della costa est Usa: il passaggio di Sandy ha infatti costretto a cancellare decine di appuntamenti regolari ed eventi speciali per le donazioni di plasma previsti nelle città colpite dalla tempesta. La Croce Rossa ha fatto sapere che sinora più di 3.200 donazioni di sangue e plasma non sono avvenute a causa di Sandy e sta chiedendo agli abitanti delle zone dell’Unione non colpite dal ciclone di dare una mano andando a donare sangue.
Bloomberg: “Ci sono vittime anche a New York” – Metropolitana e aeroporti a New York resteranno ancora chiusi. Lo ha detto il sindaco della Grande Mela, Michael Bloomberg, parlando di “danni senza precedenti al sistema dei trasporti e a quello dell’energia elettrica”. Ci vorrano almeno 3-4 giorni prima che la metropolitana possa riaprire,mentre un servizio ridotto di autobus dovrebbe ripartire già oggi. Il sindaco, che ha parlato di “danni enormi”, ha quindi invitato la popolazione a tenersi ancora lontana dalle zone più colpite dall’uragano Sandy e ancora a rischio. “I rifugi – ha detto – dove al momento si sono riparate 6.100 persone, resteranno aperti”. Inoltre il primo cittadino della Grande Mela, vista la paralisi dei trasporti, ha varato un’ordinanza con la quale si permette ai tassisti di prendere più persone a bordo degli ‘yellow cab’, anche quando stiano già trasportando altri utenti. Anche i tunnel che collegano Manhattan alla terraferma restano chiusi perché allagati. Il livello dell’acqua ha cominciato a scendere a New York. Lo ha annunciato il sindaco Michael Bloomberg, precisando sul suo sito internet che l’acqua è arrivata a toccare i 4,15 metri nel quartiere di Battery Park, per poi scendere a 3 metri e continuare a diminuire. Bloomberg ha però ricordato i problemi che la città è ancora chiamata ad affrontare, con circa 500.000 persone lasciate senza elettricità.
Protezione civile Usa: effetti su voto – “Questa tempesta avrà effetti anche a medio lungo termine, compresa ovviamente la settimana prossima in cui si vota” ha detto Craig Fugate, il capo della Fema, la protezione civile Usa, cercando di rispondere alla domanda che tutti si fanno. E cioé se Sandy potrebbe far slittare la data del voto. Ovviamente non è una questione che può essere decisa da Fugate, tuttavia, malgrado i disagi e le alluvioni, al momento appare una ipotesi molto remota. La legge federale prevede che il presidente venga eletto il martedì prima del primo lunedì di novembre. E si va oltre solo in presenza di gravissime pericoli o catastrofi che impediscano l’esercizio del voto.
Governatore del New Jersey: devastazione inimmaginabile – Il New Jersey è lo stato più colpito. Quella provocata dall’uragano Sandy è una “devastazione inimmaginabile”, ha detto il governatore dello Stato, Chris Christie, parlando di intere aree completamente sommerse dalle acque – tra cui la Jersey Shore, l’area costiera – e di danni a strade, ferrovie, ponti. “E’ qualcosa di mai visto. E’ terribile”. Una diga si è rotta nel Nord del New Jersey a causa dell’uragano, allagando le città di Monachie, Little Ferry e Carlstadt con oltre 1 metro d’acqua. “Siamo impegnati nei soccorsi”, ha detto una dirigente della contea di Bergen, Jeanne Baratta. Secondo Baratta, le tre città sono state “devastate” dall’inondazione. Ralph Verdi, capo della polizia di Little Ferrie, ha detto alla Cnn che le acque hanno raggiunto in alcune zone tra 1,2 e 1,8 metri. “E’ stata una notte molto difficile. Non abbiamo l’elettricità – ha detto – la nostra città è in grave difficoltà in questo momento. Stiamo facendo il possibile”.
National Hurricane Center: i venti si indeboliscono – Intanto il National Hurricane Center afferma che il ciclone sta perdendo forza man mano che penetra nella terraferma americana, anche se potrebbe ancora causare forti venti e inondazioni. Sandy si stava dirigendo verso la Pennsylvania con venti da 105 chilometri orari. “Nelle prossime 48 ore è previsto un continuo indebolimento (della forza del vento)”, dice il bollettino. L’uragano è stato declassato a ciclone post-tropicale poco dopo aver toccato terra, lunedì sera, lungo la costa del New Jersey.
Blackout per 8 milioni – Sono circa 8,1 gli americani tuttora senza elettricità, dopo il passaggio di Sandy lungo la East Coast. I black out riguardano ben 13 Stati e il District of Columbia (dove si trova la capitale federale Washington). Secondo l’azienda Con Ed, ci vorrà “circa una settimana” per riportare la luce in tutta New York. A causa di un’esplosione in un trasformatore è rimasta al buio la zona dalla 39ma strada a Lower Manhattan. Si tratta del peggior blackout per la città dal 2003, quando la città di spense completamente.
Edifici in fiamme a Rockaway Beach nel Queens – Almeno 50 edifici sono in fiamme nei pressi di Rockaway Beach, una delle spiagge di New York nel quartiere del Queens. Lo riferisce la Cnnche mostra immagini dei vigili del fuoco intervenuti con dei gommoni per trarre in salvo alcuni residenti della piccola penisola newyorchese.
Evacuato un ospedale – In un primo tempo si è sparsa la voce che diciannove operai della Con Edison, la società che gestisce i servizi elettrici della città, erano rimasti imprigionati in una stazione elettrica nell’est della Grande Mela. Ma più tardi la stessa azienda ha chiarito che la notizia non è vera. Saltato anche un generatore al New York Hospital che è stato evacuato, seguendo i piani di emergenza messi a punto.
Le vittime – Delle 16 vittime accertate, tre sono i bambini deceduti nel solo stato di New York. Due le vittime nella Grande Mela per alberi caduti. Una donna è morta, nel Queens, fulminata da una scarica elettrica mentre camminava per strada. Il tragico episodio è accaduto quando la vittima ha messo il piede in una pozzanghera. Sempre nel Queens un uomo di 30 anni è stato colpito da un albero caduto. Negli altri Stati i decessi sono stati dovuti perlopiù a cadute di alberi. La polizia di Toronto ha fatto sapere che un’altra donna è rimasta uccisa dai detriti trascinati dalle raffiche di vento. Sandy aveva già causato 67 morti nel suo passaggio ai Caraibi. Caduta a Downtown la facciata di un edificio mentre in un cantiere di un condominio di lusso, che sarà l’edificio più alto residenziale della città una volta ultimato, una gru si è piegata ed è rimasta in bilico: l’albergo e gli edifici vicini sono stati evacuati.
Telefoni impazziti – I centralini per le emergenze messi a punto dalla città sono stati intasati, con 10.000 chiamate ogni mezz’ora. “Non guidate, lasciate le strade sgombre per far fronte alle emergenze” affermava il sindaco di New York, Michael Bloomberg. Sandy “è una tempesta pericolosa: la situazione è difficile ma la supereremo insieme, come New York ha sempre fatto. La maggior parte della popolazione ha seguito le indicazioni: la cooperazione che abbiamo ricevuto è stata straordinaria” aggiunge Bloomberg. In New Jersey l’emergenza è ancora maggiore: Atlantic City è sommersa e il centro della tempesta sta attraversando lo stato creando forti disagi.
Trasporti in tilt – Problemi per i trasporti si registrano su tutta la costa orientale, con oltre 13.000 voli cancellati, emergenze ed evacuazioni. L’uragano aveva toccato la terraferma proprio nei pressi di Atlantic City, nel New Jersey, attorno alle 20 locali, con venti a oltre 129 chilometri orari. E’ sott’acqua il Boardwalk, il lungomare rivestito di legno che dà il nome al serial televisivo Boarddwalk Empire. Migliaia di persone, come il governatore, sono al buio in New Jersey e negli altri stati colpiti da Sandy, che si fa sentire anche sul lago Michigan, dove si affaccia Chicago, dove sono attese onde che potrebbero superare i nove metri. È ad alto rischio anche Filadelfia, la principale città della Pennsylvania.
Air France-Klm e Alitalia sospendono i collegamenti con NY e Washington – Air France-Klm ha deciso di annullare tutti i suoi voli da e per gli aeroporti di New York e Washington a causa dell’uragano Sandy: è quanto si legge in una nota diffusa dal gruppo. Sono invece rimasti attivi i collegamenti con Boston, che erano stati annullati lunedì. Anche Alitalia è stata costretta a cancellare pure oggi i voli in partenza dall’ aeroporto di Fiumicino alla volta di New York.
Danni fino a 20 miliardi di dollari – L’uragano potrebbe costare agli Stati Uniti fino a 20 miliardi di dollari di danni. È quanto hanno stimato gli analisti del gruppo di studio sulla gestione dei rischi Eqecat. Sul suo sito, Eqecat precisa che l’uragano potrebbe costare tra 10 e 20 miliardi di dollari per danni economici e tra i 5 e i 10 miliardi di perdite per gli assicuratori.
Problemi sul Web – Problemi anche sulla Rete dopo il passaggio dell’uragano su New York. Alcuni siti americani sono irraggiungibili, tra cui tutte le edizioni dell’Huffington Post, compresa quella italiana. E’ la stessa società editoriale a renderlo noto, anche su Twitter e Facebook, dove continuano le trasmissioni. Le redazioni del giornale on line hanno ricevuto una mail alle 3.25 americane, le 8.25 italiane, nella quale si spiegava che i collegamenti erano saltati probabilmente a causa di danni elettrici al database. Ciò ha provocato il crollo dell’intero network, che si basa su un’unica piattaforma. La sede della società si trova nella zona di Downtown a Manhattan, particolarmente colpita dall’uragano. La redazione dell’Huffington fa sapere che i tecnici sono al lavoro per ripristinare i collegamenti.

Roma,bimbo di 10 anni trovato impiccato in bagno di casa dei nonni

Roma,bimbo di 10 anni trovato impiccato in bagno di casa dei nonni

Roma, 29 ott. (LaPresse) – Un bambino di 10 anni è stato trovato impiccato vicino allo scarico del bagno della casa dei nonni dove viveva, in zona San Giovanni a Roma. E’ accaduto oggi pomeriggio intorno alle 15. La polizia, che si sta occupando del caso, riferisce che, secondo i primi accertamenti, il bambino si sarebbe chiuso in bagno dopo il pranzo. I nonni riferiscono che il piccolo era tranquillo. Non vedendolo più uscire dal bagno hanno provato ad aprire la porta e quando ci sono riusciti lo hanno trovato privo di vita, impiccato con una sciarpa. Sembra che i suoi genitori siano separati o in fase di separazione. Ancora non sono note le cause che hanno portato il bambino al terribile gesto.

Taglio dei costi della politica, accordo vicino: un presidente di Regione guadagnerà 7.500 euro

Taglio dei costi della politica, accordo vicino: un presidente di Regione guadagnerà 7.500 euro



 
 

Accordo quasi raggiunto tra presidenti di Giunte e Consigli sul taglio dei costi alla politica: i minori trasferimenti ai gruppi consiliari comporteranno risparmi tra i 35 e i 40 milioni di euro l’anno. Sempre in tema di Regioni, la riforma del Titolo V non andrà in aula al Senato la prossima settimana come era stato deciso in capigruppo. L’aula di Palazzo Madama, infatti, ha approvato una proposta di modifica del calendario proposta da Lega, Pd e dal senatore Peterlini del Svp-autonomie.

L’intesa sulle regioni “virtuose” 
Le regioni stanno limando l’intesa sulle regioni “virtuose”, intesa che sarà presentata al governo. I governatori infatti sono chiamati a definire entro oggi, come prevede il decreto sui costi della politica regionali, i “costi standard” per lo stipendio dei presidenti di regione, dei consiglieri regionali e dei budget dei gruppi consiliari.

 
 

Emilia Romagna, Abruzzo e Umbria: i tre modelli 
A quanto si apprende, le regioni virtuose che saranno segnalate alla conferenza Stato-regioni sarebbero l’Emilia Romagna per i consiglieri, l’Abruzzo per i gruppi e l’Umbria per i presidenti.

I Governatori guadagneranno 7.500 euro (netti) 
Secondo lo schema a cui i governatori stanno lavorando dalla mattinata i presidenti di regione guadagneranno 7.500 euro netti omnicomprensivi. Attualmente gli stipendi dei governatori oscillano tra i 7 e i 14mila. I consiglieri intascheranno 6mila euro, la cifra é sempre da intendersi netta. Rispetti ai gruppi consiliari il taglio sarebbe del 50%, con un risparmio nei trasferimenti di circa 35-40 milioni.

I tempi per i nuovi stipendi 
Il nuovo tariffario entrerà in vigore da dicembre: le amministrazioni regionali entro novembre devono approvare le leggi di applicazione di questi standard. A quanto risulta le regioni a statuto speciali si oppongono all’accordo e daranno parere negativo in sede di conferenza Stato-regioni.