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Archivio mensile:agosto 2012
Istat: stipendi crescono meno dell’aumento dei prezzi
30/08/2012
Istat: stipendi crescono meno dell’aumento dei prezzi
Nel mese di luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e cresce dell’1,5% rispetto a luglio 2011
Alla fine di luglio 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 70,3% degli occupati dipendenti e al 66,6% del monte retributivo osservato.
Nel mese di luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e cresce dell’1,5% rispetto a luglio 2011. Nella media del periodo gennaio-luglio 2012 l’indice è cresciuto, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, dell’1,4%.
Con riferimento ai principali macrosettori, a luglio le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del 2,0% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a luglio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa, acqua e smaltimento rifiuti (2,7% in tutti gli aggregati). Si registrano, invece, variazioni nulle per agricoltura, telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.
A luglio, tra i contratti monitorati dall’indagine, non si è registrato nessun rinnovo.
Alla fine di luglio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 29,7% nel totale dell’economia e dell’8,5% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 31,6 mesi per l’insieme degli occupati e di 33,9 mesi per il settore privato.
Quirinale: In atto una torbida manovra
Quirinale: «In atto una torbida manovra. Napolitano non è ricattabile. Le ricostruzioni delle telefonate sono false»
Cronologia articolo30 agosto 2012Commenti (60)
Il Quirinale interviene sulla vicenda delle intercettazioni, nel giorno in cui Panorama, ripreso da tutti i giornali, esce con il caso in copertina e il titolo «Ricatto al presidente». La nota a cui è affidata la risposta bolla come «risibile» la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter «ricattare il Capo dello Stato». Il Colle respinge con forza «ogni torbida manovra destabilizzante».
Questo il testo della nota: «La campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del Presidente della Repubblica ha raggiunto un nuovo apice con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il Capo dello Stato e il senatore Mancino.
Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici falsi. Il Presidente, che non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia.
Quel che sta avvenendo, del resto, conferma l’assoluta obbiettività e correttezza della scelta compiuta dal Presidente della Repubblica di ricorrere alla Corte costituzionale a tutela non della sua persona ma delle prerogative proprie dell’istituzione. Risibile perciò è la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter “ricattare” il Capo dello Stato. Resta ferma la determinazione del Presidente Napolitano di tener fede ai suoi doveri costituzionali. A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante».
Disoccupazione in Italia, quello che i dati ufficiali non dicono
In Italia, la disoccupazione è al 10,8%. E’ un dato che non fa proprio sorridere, ma tutto sommato non è così male. Almeno, questo è quel che si potrebbe pensare se lo si confrontasse, senza altri approfondimenti, con dati di altre nazioni.
Per esempio, la Spagna, che prima del 2009 aveva la disoccupazione al 9%, l’ha vista salire al 25%. Per la Grecia si parla di un 23,1% ufficiale. E allora, l’Italia cos’ha da temere? Nulla, si potrebbe pensare.
Ma i numeri e la statistica non sono sufficienti per definire il quadro di una situazione in maniera complessa e congrua: bisogna anche contestualizzarli, descriverli e parlare delle condizioni al contorno e della situazione generale. E paragonarli ad altri numeri.
Per capire di cosa stiamo parlando, è sufficiente approfondire un po’ questi dati. Sì, è vero, la disoccupazione in Italia è al 10,8%. Ma su una popolazione di 60,8 milioni di residenti, solamente 22,3 milioni di persone sono occupate.
E’ una contraddizione in termini? Purtroppo no. Vediamo perché, seguendo il ragionamento che propone Fubini sul CorSera.
Tanto per cominciare, la popolazione in Italia sta invecchiando rapidamente: l’italiano medio, oggi, ha 43,8 anni. E quindi c’è un’ampia fetta della popolazione che non lavora per una ragione sacrosanta: sopraggiunti limiti d’età.
Come se non bastasse, poi, c’è la forza lavoro straniera: un altro dato che spesso non si considera dice che gli stranieri danno un contributo lavorativo superiore, rispetto agli italiani. Sono il 44%, infatti, quelli che hanno un lavoro.
Insomma, se togliamo anche gli stranieri scopriremo che in Italia il lavoro ce l’ha solamente una persona su tre. E il dato ancor meno incoraggiante lo si ottiene prendendo in considerazione un altro numero. Quello che indica il “differenziale” fra gli occupati prima della crisi del 2007 (la prima ad esplodere, la crisi dei subprime, poi sopravanzata dalla crisi del debito pubblico e da quella dell’euro) e gli occupati di oggi. Anche qui, come dicevamo, l’indicatore non è affatto confortante: rispetto al 2007, nel primo trimestre del 2012 ci sono 450.000 persone in meno con un lavoro.
Dietro a quel 10% di disoccupazione, come si può vedere da questa breve analisi, c’è un intero mondo sommerso e dimenticato dalle statistiche, dagli economisti, dalla politica: è il mondo reale, che si racconta con le cifre assolute e non con quelle percentuali.
Furti in autogrill, come evitarli
Furti in autogrill, come evitarli
Quando si viaggia in automobile per lunghi tratti autostradali, far sosta in un’area di servizio resta tra le abitudini più sagge: si ha così modo di riposarsi, distrarsi e riprendere il cammino ristorati quanto basta. La brutta sorpresa spesso è però dietro l’angolo e il breve tempo per sorbire l’agognato caffè può bastare a farci spogliare di tutti o parte dei nostri bagagli! I furti in automobile nelle aree di servizio sono infatti in aumento, specialmente in questi giorni di maggior traffico.
Inquinamento auto: gli uomini inquinano più delle donne
Ma cosa usano i criminali per svuotare le “auto-bersaglio”? Uno dei metodi più utilizzati sembra essere un vero e proprio “scanner”, in grado di registrare il segnale che il telecomando delle nostre auto invia alla centralina quando chiudiamo le portiere. Giusto il tempo per i proprietari del veicolo di dirigersi verso il bar e i ladri entrano in azione, riproducendo il codice per introdursi poi senza problemi nella vettura e far man bassa di bagagli.
Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse SE: la più veloce è “Speciale”
Come difendersi? Purtroppo c’è poco da fare ed i consigli rischiano di essere banali. In ogni caso buona cosa sarebbe di chiudere le portiere direttamente con la chiave, azione però non sempre possibile a causa di molte serrature “keyless” di ultima generazione. Altra idea è quella di evitare le aree di servizio “a ponte”, dove si perde il contatto visivo con la propria auto. Anche la vecchia abitudine di non aprire il bagagliaio davanti ad occhi indiscreti resta sempre valida. Infine – un classico sempre verde: in gruppo, basta bere il caffè a turno lasciando sempre qualcuno “a guardia” delle automobili e in bocca al lupo!
Filippine, sisma di magnitudo 7.9
Filippine, sisma di magnitudo 7.9 Scatta l’allerta per lo tsunami
L’epicentro del potente sisma è stato localizzato a una profondità sottomarina di 33 chilometri, a una distanza di 146 chilometri dall’isola più vicina. L’allarme tsunami interessa oltre alle Filippine, anche l’Indonesia.
“Un terremoto di questa intensità ha la potenza per generare uno tsunami distruttivo che può toccare le coste più vicine all’epicentro in pochi minuti e quelle più distanti in alcune ore”, si legge nel bollettino del Center.
Il centro abitato più vicino all’epicentro del sisma è la cittadina di Guian, nella provincia di Samar, sulle coste orientali delle Filippine. Al momento non vi sono notizie di danni o feriti.
A seguito dell’allarme tsunami è stata ordinata l’evacuazione delle zone costiere in sei province delle Filippine.”Tutti devono muoversi velocemente, senza panico – ha dichiarato il direttore dell’Istituto di Vulcanologia e sismologia delle Filippine – devono spostarsi verso zone ad almeno dieci metri di altezza dal mare“.
Il 31 agosto sarà notte di Luna blu
La luna bluNon sarà veramente blu la Luna piena che si staglierà nel cielo il 31 agosto prossimo. Ma non per questo il fenomeno sarà meno spettacolare per tutti coloro che alzeranno il naso in su. Il secondo plenilunio in un mese solare, chiamato appunto Blue Moon o Luna blu, non è infatti uno spettacolo al quale si può assistere tutte le stagioni, come racconta Mashable.
Il prossimo sarà tra il luglio e l’agosto del 2015, mentre per una doppia Luna blu (ben 14 pleniluni in un anno) si dovrà aspettare fino al 2018.
I fenomeni lunari più spettacolari sono le eclissi. Guarda le foto migliori.
Il nome comparve per la prima volta nel 1932 (anche se alcuni dicono nel 1937) sul Maine Farmer’s Almanac. Nell’articolo pubblicato sulla rivista, con questo nome era definita la terza Luna piena di una stagione che ne aveva insolitamente quattro (di solito sono solo tre). Poiché le stagioni sono cadenzate da equinozi e solstizi, però, è possibile avere un anno con dodici lune piene in cui ben quattro cadono nella stessa stagione. Un evento meno raro di quello che si intende oggi con il termine Blue Moon.
Guarda questi bellissimi scatti di Neil Armstrong, il primo uomo a poggiare piede sulla Luna.
Questa definizione venne mutuata nella moderna accezione mensile nel 1946, quando in un articolo un astronomo dilettante, chiamato James Hugh Pruett, male interpretò la definizione del Maine Farmer’s Almanac, credendo si riferisse appunto alla seconda Luna piena in un medesimo mese. Da allora questo è diventato il significato della definizione Luna blu.
Tuttavia ci sono stati alcune occasioni in cui il nostro satellite si è veramente tinto di questo colore. La più famosa coincide con l’esplosione del vulcano Krakatoa: attraversando la spessa cortina di cenere che si sollevò durante la devastante eruzione i raggi bianchi della Luna si coloravano di blu, dando al satellite questa insolita tinta. L’effetto durò anche diversi anni dopo l’esplosione.
Questo fortunatamente è un evento che capita veramente Once in a Blue moon, ovvero molto di rado, per usare l’espressione inglese che sfrutta il fenomeno astronomico a cui assisteremo venerdì per definire qualcosa che accade poco di frequente. La Luna blu come la conosciamo noi, invece, si verifica più spesso e soprattutto regolarmente: una volta ogni 2,7 anni, circa 7 volte ogni 19 anni. La doppia Luna blu invece una volta ogni 19 anni, tra Gennaio e Marzo grazie al minore numero di giorni del mese di Febbraio.
Non per tutti però la prossima Blue moon sarà il 31 agosto: per tutti coloro che vivono per esempio nella regione russa Kamčatka o in Australia, la Luna piena sarà il primo settembre e sarà semplicemente il primo plenilunio del mese. Per la loro Luna blu del 2012 dovranno aspettare fino al 30 settembre.
Divorzio e figli minorenni: gli errori da evitare
Divorzio e figli minorenni: gli errori da evitare
Quando i genitori divorziano, i figli sono spesso i primi a farne le spese. Capita sovente che si prendano la colpa dell’accaduto e inevitabilmente vorrebbero rimettere a posto: i dati relativi ai divorzi in Italia sonno abbastanza grigi, tanto che secondo l’Istat sono sempre meno le coppie che scelgono di sposarsi e tra quelle sposate, una media di tre su dieci finisce col chiedere la separazione.
Dopo il divorzio la prima cosa a cui pensare è sicuramente il benessere dei figli. Vanno aiutati a superare il trauma al meglio avendo accanto tutti e due i genitori, anche se le circostanze non sono favorevoli, tuttavia la vicinanza di entrambi è fondamentale per la salute dei iù piccoli, come sostiene Leo Venturelli, pediatra della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS):
«Molti punti di riferimento, indispensabili per una crescita equilibrata, vengono a mancare e spesso i bambini, sentendosi responsabili del fallimento dei loro genitori, sperano di poter contribuire a rimettere in sesto la situazione. Per limitare il più possibile gli effetti di questo dramma, è importante rassicurare i propri figli ed essere chiari fin da subito sui cambiamenti futuri, mantenendo con loro un rapporto costante e tranquillo, nel tempo.»
La prima cosa da fare dopo la separazione è non usare i figli come arma di vendetta. Spesso ci si ritrova a parlare male del coniuge davanti al figlio mettendolo contro la madre o il padre, un comportamento scorretto che impedisce ai bambini di continuare ad amare entrambi i genitori in modo incondizionato.
Se possibile, sarebbe meglio continuare a far vivere il bambino nella stessa casa per non rendere il tutto ancor più traumatico e stressante con un trasloco o, se un trasloco è proprio necessario, meglio non allontanarsi troppo dai luoghi familiari al bambino. Un’altra cosa da fare è spiegare al proprio figlio che il divorzio è un atto definitivo e che mamma e papà potrebbero non tornare mai più insieme, il tutto per non nutrire false speranze nel bambino.
Tornando al discorso della vendetta, spesso il genitore a cui è stato affidato il figlio tende a imporre a quest’ultimo dei giorni di visita all’altro coniuge. La cosa migliore invece sarebbe permettere al bambino di vedere regolarmente l’altro genitore. Un’altra cosa da non fare è quella di essere troppo permissivi con i figli, anche se hanno appena avuto un trauma è meglio continuare a mantenere le stesse regole di sempre e non mandarli a briglia sciolta perché ciò potrebbe avere poi delel conseguenze sull’educazione dell’infante.
Quindi alla fine è meglio mettere da parte la rabbia per il coniuge e pensare solo ed esclusivamente all’educazione e alla crescita dei figli, senza cercare di instillare in loro dell’astio contro il padre o la madre.
Tacchi: quali sono i migliori?
Tacchi: quali sono i migliori?
Le scarpe rappresentano la croce e la delizia di ogni donna, in particolare quando si parla di tacchi, alti o altissimi. Sì, perché ultimamente, le tendenze della moda stanno optando per altezze vertiginose, spesso fortunatamente con l’ausilio del comodo plateau, ma si arriva anche ai 16 centimetri e più senza che ce ne si accorga. Tuttavia non tutte le altezze sono adatte a tutte le donne, e soprattutto, ogni donna ha un suo ideale, non solo dal punto di vista dall’estetica, ma anche della comodità.
Innanzi tutto, bisogna tenere presente che quando si parla di tacchi altissimi, non si possono indossare tutto il giorno. Le scarpe rappresentano il vestito dell’anima e nessuna donna è abbastanza lucida quando ha male ai piedi, tanto più che è possibile che insorgano negli anni problemi di postura, alla schiena o alla colonna vertebrale. Ma in base a quali istanze si scelgono i tacchi? Ecco un piccolo prontuario per non sbagliare mai.
Uno dei presupposti quando si scelgono le scarpe e che certi tipi di tacchi non stanno bene a tutti. Il tacco a spillo o a stiletto sta bene a chi ha le gambe slanciate e affusolate e non a chi ha i polpacci da lottatore, per cui forse è meglio ripiegare su altri modelli. Inoltre si devono scegliere i colori e lo stile. Per quanto riguarda il colore, non ci sono mai grosse controindicazioni, tranne una se si vuole essere classiche: l’abbinamento con le borse che già si posseggono, in realtà un concetto superato dalla moda e dalla necessità, in fondo è difficilissimo abbinare un paio di scarpe a una Louis Vuitton, a una Piero Guidi, a una Burberry o a un’Alviero Martini, a meno che non facciano parte di alcune collezioni molto caratterizzate. Il modello invece dipende spesso molto dal piede: aperte dietro, aperte avanti, scollate, le scarpe hanno sempre un piede prediletto e in questo caso le più sfortunate sono le donne con il piede magro, che richiede dei particolari accorgimenti per non finire oltre la scarpa dalla parte davanti a causa della forza di gravità.
Poi, quando si stanno scegliendo le scarpe in un negozio bisogna provare e riprovare. Come quando si era bambine: l’alluce è troppo o troppo poco largo nella scarpa? Lasciare perdere. Ci si sente bene? Acquistare, ma solo dopo altre accortezze. Infatti, prima di comprare bisognerebbe controllare ancora nel negozio il proprio equilibrio e quanto si riesce a camminare, poi dopo l’acquisto si dovrebbe portare le scarpe nuove qualche giorno per una mezz’oretta in casa, in modo da permettere alle calzature di adattarsi al piede. Infine, quando si esce, si deve valutare per bene il tempo che si trascorrerà sui tacchi alti, e magari munirsi sempre di un paio di ballerine di riserva da portare in borsa per ogni evenienza (che potrebbe essere anche la rottura di un tacco). Infine, nelle ortopedie esistono tantissimi accorgimenti per rendere una scarpa più confortevole, dalle suolette anatomiche fino alle piattaforme per il tallone che evitano le spiacevoli vesciche in corrispondenza del tendine d’Achille.
Guida completa ai finanziamenti per imprenditoria giovanile e lavoro autonomo
Guida completa ai finanziamenti per imprenditoria giovanile e lavoro autonomo
Se avete un progetto nel cassetto, l’Agenzia che deve diventare il vostro punto di riferimento è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Invitalia (Fino a qualche anno fa si chiamava Sviluppo Italia) agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. Scopriamo quali sono le opportunità per chi vuole aprire un’attività
Ci sono leggi e regolamenti dettagliati a cui devono fare riferimento tutti i giovani che sono alla ricerca di finanziamenti per la loro idea imprenditoriale.
La legge 95/95 prevede infatti finanziamenti per i giovani che decidono di avviare un’attività in proprio, ma non mancano anche finanzimenti e sovvenzioni di altro tipo. C’è anche, ad esempio, la legge 236/93 (che è stata successivamente integrata dalla legge 144/99) che dà contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso di interesse agevolato ai giovani che vogliono creare imprese di servizi.
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Negli ultimi anni però queste leggi sono state un po’ sorpassate da nuove norme in materia di imprenditoria giovanile. Le leggi da tenere presenti al giorno d’oggi sono il DL del 21 aprile 2000, n. 185 sugli “Incentivi all’autoimprenditorialita’ e all’autoimpiego, in attuazione dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144” e il Decreto del 28 Maggio 2001, n° 29 sul “Regolamento recante criteri e modalità di concessione degli incentivi a favore dell’autoimpiego”.
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Sono oltre 65.000 in meno gli imprenditori “under 30” italiani da otto anni a questa parte. Gliimprenditori junior hanno subito una riduzione di circa il 23% intaccando soprattutto le imprese individuali e microimprese di cui il Paese è pieno. Ma le opportunità per dare il via a una propria attività ci sono: bisogna però saperle cercare.
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Se cercate un strada più breve e più semplice, potete prendere in considerazione l’ipotesi aprire un’attività in Franchising con uno dei Franchisor convenzionati di Invitalia, la cui lista potete trovare qui
Una cosa va detta chiaramente: non si può pensare che i soldi ce li metta solo lo Stato sotto forma di contributi o prestiti; una parte dell’investimento deve sempre coprirla l’imprenditore o aspirante tale. C’è però, questo sì, la possibilità di ottenere dei prestiti agevolati.
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IMPRENDITORIA GIOVANILE
La voglia di “fare impresa” nasce dalla capacità creativa ed intuitiva di tanti giovani che decidono di rischiare “in proprio”. Se avete un progetto nel cassetto, l’Agenzia che deve diventare il vostro punto di riferimento è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Invitalia (Fino a qualche anno fa si chiamava Sviluppo Italia) agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. Fra i suoi obiettivi ha quello di favorire la creazione di nuove imprese e lo sviluppo di quelle già esistenti. Invitaliasvolge questa funzione attraverso una serie di strumenti che possono essere normativi o finanziari che incentivano la creazione e lo sviluppo delle imprese.
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I massimali di agevolazione sono diversi a seconda dei territori di applicazione: nei territori più agevolati è possibile arrivare al 90% del totale degli investimenti ammissibili (tra contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato). Non è semplicissimo, ovviamente, accedere a questi finanziamenti.
AUTOIMPRENDITORIALITA’ E AUTOIMPIEGO
I finanziamenti sono differenziati in incentivi per l’autoimprenditorialità e incentivi per autoimpiego. L’autoimprenditorialità è indirizzata a chi vuole aprire imprese di tipo agricolo, artigianale, industriale, servizi alle imprese e servizi turistici e finanzia al massimo 2,5 milioni di euro L’autoimpiego invece favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro di coloro che sono privi di occupazione e promuove la cultura d’impresa. Quella dell’autoimpiego è la forma di sostegno più importante per l’avvio di attività imprenditoriali.
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L’Autoimpiego si divide in tre iniziative ben distinte:
– Lavoro Autonomo (ditta individuale – investimento massimo 25.823 euro),
– Microimpresa (società di persone – investimento massimo 129.114 euro)
– Franchising (ditta individuale e società di persone – da decidere con il franchisor accreditato)
REQUISITI PER AUTOIMPRENDITORIALITA’
I finanziamenti a fondo perduto sono destinati a giovani dai 18 ai 35 anni, con un’idea imprenditoriale, residenti nei territori agevolati (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo più comuni montani del centro nord). La forma di finanziamento più nota, e più frequente, è il prestito d’onore (lavoro autonomo): è molto utile perchè consente di avviare una piccola attività che non richieda investimenti pesanti: la cifra massima erogabile è di € 25.823. Per quanto riguarda l’autoimpiego non è necessario essere giovani under 36 e la domanda può essere presentata da persone residenti in tutto il territorio nazionale.
La somma presa in prestito con questo finanziamento a fondo perduto è il punto da cui partire: il 50% non lo dovrete proprio restituire (si chiama “a fondo perduto”, non a caso), l’altra metà si restituisce con un piano di ammortamento quinquennale a rate trimestrali, a tasso di interesse estremamente agevolato.
Ma quali sono le attività finanziabili? I settori sono di solito quelli dei servizi, commercio e produzione (tranne agricoltura e pesca). Inoltre alle agevolazioni per gli investimenti si aggiungono, per i primi 2 anni di attività, varie agevolazioni per l’acquisto di materie prime e spese di gestione che possono arrivare al 50% del totale delle spese sostenute. E’ poi possibile ottenere linee di credito agevolate con istituti di credito convenzionati.
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In linea di principio la legge 95/95, in quanto aiuto di Stato, non può essere cumulata con altre agevolazioni analoghe, ma è possibile talvolta il cumulo con agevolazioni esclusivamente di tipo fiscale. Destinatari delle agevolazioni sono soggetti di età compresa tra i 18 e 35 anni che costituiscono nuove società sotto forma di s.n.c. – s.a.s – s.r.l. – S.p.A. – s.a.p.a. – s.s. – cooperative e piccole cooperative. Sono escluse le imprese individuali, le società di fatto e le società a responsabilità limitata con un unico socio. Non sono previsti periodi particolari per la presentazione delle richieste di agevolazione. Il bando è sempre attivo, quindi qualsiasi momento può essere quello buono.
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L’attività d’impresa prevista nel progetto agevolato deve poi essere svolta per un periodo minimo di 5 anni a partire dall’effettivo inizio dell’attività. Per un analogo periodo di tempo deve anche essere mantenuta la localizzazione dell’iniziativa (sede legale, amministrativa e operativa) nei territori agevolati.
DIFFERENZE TRA REGIONI
Le agevolazioni finanziarie per l’investimento consistono, come abbiamo visto, in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato concessi entro i limiti stabiliti dalla Unione Europea in relazione alla localizzazione, al settore di attività e alla dimensione dell’impresa. La copertura finanziaria può arrivare a quote diverse a seconda della regione in cui ha sede la nuova impresa. In base al tipo di contributo e alla Regione dove intendi avviare le attività, l’entità dei contributi e dei finanziamenti agevolati varia
Nel Sud
– fino al 90% dell’investimento (di cui il 40-45% a fondo perduto)
Nel Centro-Nord
– fino all’80-85% dell’investimento (di cui il 30-35% a fondo perduto) per il settore agricolo
– fino al 60-70% dell’investimento (di cui il 10-15% a fondo perduto) per gli altri settori.
VISITA IL SITO INVITALIA PER AVERE TUTTE LE INFORMAZIONI
Nel’ultimo anno le richieste di finanziamento sono aumentate parecchio, soprattutto a causa della mancanza generale delle tradizionali offerte di lavoro su tutto il territorio, e quindi per ottenere il prestito d’onore, oltre alla qualità e alla reale fattibilità dell’idea imprenditoriale, è assolutamente necessario presentare un business plan convincente.
Se volete ottenere dei finanziamenti per la vostra idea di impresa, dovete studiare a fondo e tenere sempre sott’occhio il sito di Invitalia. Sul sito InvItalia, nella sezione Bandi, sono pubblicati i bandi di sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile. Non mancano anche le storie di successo: il modo migliore per capire le potenzialità dei finanziamenti all’imprenditoria giovanile è proprio quello di conoscere, e prendere a esempio, le storie di chi ce l’ha fatta prima di voi.
COME CONTATTARE INVITALIA E OTTENERE I FINANZIAMENTI?
Per un primo contatto e per avere tutte le informazioni di cui avete bisogno scrivete una mail all’indirizzo info@invitalia.it . E’ possibile anche contattare telefonicamente il numero azzurro 848.886886 disponibile dal lunedì al venerdi dalle 9:00 alle 18:00. La sede centraledell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa è a Roma, in via Calabria 46, tel. 06.421601.
Se avete già le idee chiare, potete compilare la domande per i finanziamenti direttamente on line: COMPILA LA TUA DOMANDA SUL SITO DI INVITALIA.
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