RIFIUTI Guida per una gestione corretta


   
RIFIUTI
Guida per una gestione corretta


Questa guida, rivolta alla famiglia, nasce da un esigenza di informazione e chiarezza riguardo lo smaltimento dei rifiuti domestici:
l’organizzazione di spazi “dedicati” in casa e nei condomini; le tecnologie che possono servire a “ridurre” anche fisicamente i residui; le tipologie dei vari scarti:umido, imballaggi, carta, vetro, materie plastiche, etc.

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Quando materiali ed oggetti hanno oramai finito di assolvere al loro compito si definiscono rifiuti, in effetti però i materiali di cui sono composti i nostri scarti possono essere riutilizzati, riciclati o destinati alla termovalorizzazione.
La raccolta differenziata è il punto di partenza di ogni possibilità di riutilizzo di questi materiali, essa consiste nel separare per tipologia i rifiuti .
Le regole ed i sistemi per la raccolta sostanzialmente si individuano in due modalità: raccolta differenziata selettiva (monomateriale) o raccolta differenziata congiunta (multimateriale). 
La raccolta monomateriale prevede da parte del cittadino la separazione dei diversi materiali
 (vetro, plastica, metalli, etc.) in contenitori adeguati. In seguito tali materiali vengono lavorati in appositi impianti di selezione e quindi inviati alla filiera industriale del recupero.
La raccolta multimateriale, invece prevede la separazione a monte da parte del cittadino dei materiali recuperabili. I sistemi vanno dalla raccolta “porta a porta”, le piattaforme di raccolta, il “vuoto a rendere” cauzionale ed i contenitori lungo le strade e gli esercizi commerciali.
Queste due modalità garantiscono la buona gestione dei rifiuti da noi prodotti che generalmente sono costituiti da un 30% di materiale organico ed un 70% di materiale da imballaggio.

 


LE TIPOLOGIE DEI CONTENITORI E LA LORO SISTEMAZIONE ADEGUATA

Di fondamentale importanza per una buona raccolta differenziata è l’organizzazione dei contenitori in casa o all’esterno al fine di rendere il meno possibile gravosa l’operazione della divisione dei rifiuti di tutti i giorni; trovare lo spazio adatto è di grande importanza poichè ci permette di realizzare nell’immediatezza delle nostre attività domestiche la separazione.

Nelle cucine, anche di piccole dimensioni, il posto più adatto è sotto il lavello dove si possono inserire contenitori che possono custodire i residui organici, e contenitori per gli imballaggi, ma anche all’esterno, per esempio su di un balcone protetto dalla pioggia è sempre possibile trovare un angolo che accolga i diversi contenitori. Ricorrendo a modelli e materiali giusti saremo in grado di poter mantenere anche per diversi giorni i rifiuti in giacenza, così da poter rispettare, nel caso fosse necessario, i tempi della raccolta differenziata (es.raccolta “porta a porta”), in effetti trattare i rifiuti comporta aver a che fare con gli odori che possono emanare percui in questo caso l’utilizzo del giusto contenitore ha molta importanza.
Consigliamo di visitare i grandi centri per il bricolage per trovare diverse soluzioni e tipologie di contenitori, ma ovviamente grandi risorse le potrete trovare anche su internet nei portali dedicati.

I CONTENITORI
Esistono pattumiere, anche da esterno, divise in sezioni che possono ricevere residui diversi; vengono consigliate versioni realizzate in acciaio inox che garantiscono resistenza ed igiene non favorendo la proliferazione di microrganismi.
Sono in commercio anche armadietti da terrazzo, in cui sono inseriti più contenitori per i diversi rifiuti; inoltre esistono mobili-base dedicati solo alla raccolta differenziata con 3-4 vani a scomparsa e provvisti di fondi altamente igienici.
Interessante per coloro che stanno acquistando una nuova cucina è scegliere modelli con lavelli atrezzati per i rifiuti con appositi fori in diretta comunicazione con i contenitori sottostanti e di facile estrazione, sia per i residui organici che per gli imballaggi.

     
In definitiva avremo un ampia scelta di soluzioni per effettuare la nostra raccolta differenziata l’importante è evitare che i nostri rifiuti vadano “sprecati”, ad esempio i resti alimentari costituiscono una buona parte dei rifiuti quotidiani domestici (circa il 30%) in tali rifiuti la quota di umidità raggiunge il 40% ed oltre ed è per questo motivo che viene anche denominata “umido”, in alcuni comuni è organizzata la raccolta in via differenziata, specialmente con il “porta a porta”, ma tale raccolta non è ancora molto diffusa e tenere questi avanzi nella pattumiera significa creare odori sgradevoli ed occupare spazio nei nostri contenitori, ed allora un ottima soluzione è quella di utilizzare l'”umido” per trasformarlo in concime secondo una tecnica denominata “compostaggio”.
In pratica facendo del compostaggio abbiamo noi stessi la possibilità di riciclare rifiuti, la tecnica è facilmente realizzabile anche se si dispone di un piccolo balcone, questo perchè contrariamente a quanto si crede una volta “trattati” e mescolati con terriccio gli odori cessano di formarsi.
Mobile per la raccolta 
differenziata
      Mobile base
  La tecnica consiste nell’utilizzare un grande bidone dove mettere strati di “umido” a piccoli pezzi (anche le ossa purchè frammentate) alternando con del terriccio, pressare e coprire il tutto praticando alcuni fori, se non presenti, per garantire una buona aerazione. Dopo qualche giorno si attiva un processo naturale di fermentazione che produce calore e trasforma i nostri scarti in un concime, l’unica accortezza è quella di mescolare periodicamente i vari strati.

Il composto che si ottiene va mescolato ad altro terriccio, poichè molto concentrato, ed è ideale per la sostituzione di vecchio terriccio nei vasi o come concime in giardino.

Se si dispone di un giardino è possibile creare una compostiera scavando direttamente una buca nel terreno e con legno o plastica fare un contenitore interrato; avrete la possibilità di utilizzare anche tutti quei residui di foglie erba e rametti di risulta alle lavorazioni del giardino, in tal caso comunque si consiglia di triturare mediante apposite atrezzature le parti più voluminose.

Compostiera        


LE TECNOLOGIE AL NOSTRO SERVIZIO
Per tutte le tipologie di rifiuti, sia organici che imballaggi, ha molta importanza il volume occupato; infatti poichè minor volume è sinonimo di facilità nella raccolta e minor esigenza di spazi da utilizzare per lo stoccaggio è ovviamente un operazione che tutti noi dovremmo in qualche modo poter effettuare. Per tale compito esistono molti utensili ed elettrodomestici che ci possono aiutare:

IL COMPATTATORE

Un elettrodomestico che ben si adatta ad un utilizzo “casalingo”, in pratica ha la funzione di comprimere i rifiuti, anche fino all’80% attraverso una potente pressa; nella versione tradizionale il compattatore è costituito da un mobile delle dimensioni di una lavatrice, nel suo interno troveremo la potente pressa elettrica che ha il compito di comprimere con forza imballaggi di qualsiasi tipo, l’apparecchio dispone di sezioni separate per vetro, carta e plastica ed è presente un filtro ai carboni attivi in grado di assorbire i cattivi odori che si possono formare.
Ne esistono varie versioni sia elettriche che manuali ed addirittura dotate per compattare anche i rifiuti organici.

 
Compattatore

IL TRITARIFIUTI

il “trituratore domestico”, inventato nel 1927 dall’architetto americano Hammes, molto diffuso negli Stati Uniti e nei paesi nordici è un apparecchio applicato direttanente al tubo di scarico del lavello, nelle vicinanze di una presa elettrica; funziona così: gli avanzi di cibo da buttare vengono messi nel lavello, quindi si apre il rubinetto e si preme il pulsante d’avvio, mettendo in funzione una serie di lame sottostanti che ovviamente non sono raggiungibili per garantire la nostra sicurezza; l’apparecchio in pochissimo tempo trita finemente tutto ciò che finisce trascinato dall’acqua nello scarico. Bisogna dire però che tale tecnologia presenta degli aspetti negativi: In italia fino al 2002 era vietato per legge, infatti sarebbero causa di intasamenti di quei depuratori che non hanno la capacità di trattare grandi masse organiche, non solo, rischia di compromettere la funzionalità delle tubature condominiali e delle reti fognarie. Ecco perchè amministratori locali e tecnici sconsigliano in alcuni comuni di promuovere l’uso di tali apparecchi.

 
Tritarifiuti
 

BIOTRITURATORI

Utilissimo per ridurre il volume degli scarti di risulta delle operazioni di giardinaggio Il sistema di triturazione a coltelli in acciaio consente di sminuzzare rami fino a 40 mm di diametro, in modo veloce ed efficace. Massima funzionalita’ per rami con fogliame e residui organici, rendendoli pronti per il compostaggio.
Hanno il vantaggio di farci risparmiare ore di lavoro destinate allo smaltimento.

Il prezzo va da 60-80 euro per macchine di piccola potenza a 170 ed oltre per apparecchi da usare in grandi giardini.

Biotrituratore

 

   

LE REGOLE PER NON SBAGLIARSI

CONSIGLI UTILI PER GESTIRE I VARI MATERIALI

IL VETRO
In italia le cifre riguardanti il riciclaggio del vetro nel 2007 parlano chiaro, oltre il 60% dei contenitori in vetro, pari a circa 1,3 milioni di tonnellate, è stato recuperato.
La regola tassativa da seguire è che nelle campane della raccolta del vetro va inserito solo il vetro poichè altrimenti altri materiali potrebbero avere delle temperature di fusione differenti rischiando di rovinare il processo di recupero.
La giusta separazione consiste nell’inserire solo, bottiglie, flaconi e barattoli previa pulizia; al contrario invecenon si devono inserire vetri per finestre ed auto, bicchieri, piatti, specchi, pirofile per forno, tazze e tazzine, porcellana, lampadine e flaconi con etichette di pericolo.
In alcuni comuni inoltre è prevista la raccolta differenziata per coloredove si deve separare anche in base al colore del vetro, infatti una buona qualità del vetro di recupero è data dalla poca promiscuità dei colori.

 

Il vetro viene ottenuto fondendo silice e soda di calcio, nelle vetrerie si aggiunge il vetro di recupero e mescolato a quello grezzo, integrando perfettamente il processo di recupero con quello di produzione, questo permette di risparmiare materie prime che altrimenti andrebbero estratte
da cave e miniere.
Inoltre per fondere il vetro da raccolta occorre una temperatura più bassa rispetto a quella necessaria per la fusione delle materie prime con ovvio risparmio energetico e minor impatto ambientale.
Una delle qualità più importanti del vetro è che può essere riciclato all’infinito; il procedimento comincia dalla svuotamento delle campane per poi essere inviato in centri di selezione e stoccaggio, quindi si procede con la separazione e la frantumatura in cocci dei vari tipi di vetro passano in macchine specifiche che eliminano attraverso elettrocalamite le eventuali parti metalliche.
Il passaggio successivo prevede la pulizia di residui di plastica e carta che essendo più leggeri vengono separatii attraverso aspiratori; il ciclo si chiude con il lavaggio, reso necessario per non pregiudicare la qualità finale del vetro, che a questo punto è pronto per tornare alla fusione in vetreria. Per favorire una raccolta differenziata “razionale”, il cittadino dovrebbe effettuare un primo lavaggio e l’asportazione di tutto ciò che non sia vetro dal contenitore.

LA PLASTICA
I dati ci dicono che nel 2007(stime Conai) sono state riciclate 654mila tonnellate di plastica e termovalorizzate 70mila. Quando si parla di plastica bisogna precisare che 
non è tutta uguale e nelle nostre case ne possiamo trovare i seguenti tipi: Pet o polietilentereftalato, di cui sono fatti bottiglie per acqua, flaconi, vassoi e blister, imbottiture, nastri audio, video etc; PP o polipropilene di cui sono fatti flaconi, cassette, pellicole, siringhe, pennarelli, etc; Pvc o polivinilcloruro di cui sono fatti bottiglie, flaconi, tubi, finte pelli, giocattoli, nastri isolanti, etc.
Il primo passo del processo di recupero comincia nelle nostre case, dove il cittadino deve svuotare i flaconi e sciacquarli e pressare le bottiglie, possibilmente in modo orizzontale, per agevolare la lettura del polimero da parte dei macchinari negli stabilimenti dove avviene il recupero.
Anche nel caso della plastica è importante che vengano gettati nei contenitori predisposti alla raccolta solo bottiglie di acqua minerale, flaconi, vaschette per alimenti, sacchetti della spesa e che invece non vengano gettati flaconi contenenti materiali tossici, imbottiture di divani, valigie, telefoni.
La raccolta differenziata della plastica, considerato che è un prodotto originato dall’oramai sempre più raro e costoso petrolio e che si tratta di materiale a forte impatto ambientale, data la sua scarsa biodegrabilità, è da considerarsi di primaria necessità; riciclare plastica significa risparmiare utili risorse e prevenire l’inquinamento.
Materialmente la lavorazione inizia con una fase di selezione dove gli scarti vengono divisi per tipo di polimero anche mediante tecnologia ai raggi X, In seguito le plastiche sono macinate, lavate e trasformate in “granuli” pronti ad essere utilizzati per la produzione di nuovi oggetti.
Il riciclaggio della plastica può essere meccanico o chimico, dal primo si ottengono “materie prime secondarie”, cioè materie che hanno le stesse caratteristiche del materiale d’ingresso e sono utilizzate per la produzione di plastiche “omogenee”( Pet, Pvc e Polietilene), nel caso in cui la separazione dei vari polimeri risulti troppo costosa e complessa si produce plastica “eterogenea” per la produzione di panchine, vasi, segnali stradali, arredi da giardino; il riciclaggio chimico è ancora in fase sperimentale e consiste nello scomporre tutti i polimeri delle diverse plastiche in monomeri, il prodotto risultante può essere miscelato al petrolio grezzo e quindi tornare in ciclo.
La plastica è il materiale a più alto potere calorifico e quindi al riciclaggio meccanico e chimico si affianca l’utilizzo in termovalorizzatori.

CARTA E CARTONE
Negli ultimi anni la capacità di riciclaggio dell’industria italiana è stata condizione necessaria alla crescita della raccolta differenziata di carta e cartone che secondo le stime nel 2007 dovrebbe aver superato i 3 milioni di tonnellate.
Ogni anno avviene uno spreco enorme, si calcoli che ciascuno di noi getta tanta carta 
quanto ne servirebbe per coprire cinque campi da tennis.
In casa sarebbe opportuno dividere la carta distinguendola tra quella riutilizzabile, riciclabile e non riciclabile, infatti nel cassonetto per la raccolta non tutti i tipi di carta possono essere buttati; si possono gettare giornali, riviste, quaderni, opuscoli, sacchetti, scatole e scatoloniinvece è meglio non inserire carte con residui di sostanze o molto sporca , carta chinica del fax o autocopiante, bicchieri e piatti di carta. Prima di iniziare il recupero vero e proprio la carta viene condotta presso un punto di raccolta dove avviene una prima cernita; i vari materiali dopo la separazione vengono pressati e confezionati in balle per essere poi avviati alle carterie dove avverrà infine il riciclo.

Il LEGNO
La raccolta differenziata del legno da parte del cittadino consiste prettamente nel conferire,presso centri di raccolta comunali, mobili e complementi di arredo in legno.
In pratica tutto il legno può essere riciclato, una volta raccolto viene pressato per ridurne il volume e quindi poterlo trasportare agevolmente alle industrie che lo lavorano; qui viene selezionato, ripulito se necessario da carta, chiodi, molle etc. e poi ridotto in scaglie.
Le scaglie vengono pressate e con aggiunta di colle formati dei pannelli utilizzabili per fare mobili o rivestimenti; gli scarti della lavorazione quali segatura e trucioli invece andranno a costituire la base per produrre pasta di cellulosa destinata alla produzione di carta.


   

ALLUMINIO
Il 90 % dell’alluminio viene utilizzato dall’industria alimentare sotto forma di lattine per bevande, scatole, vaschette etc. ed è presente in questi in percentuale altissima (circa il 96%) che viene aggiunta ad una piccola percentuale di rame per garantire stabilità e robustezza. Oggi il 48% dell’alluminio usato in italia proviene da riciclo.
L’alluminio 
non è presente in natura, ma é ricavato dalla lavorazione della bauxite con enorme dispendio energetico, grazie al riciclaggio un immediato beneficio è appunto il risparmio di risorse energetiche, si pensi infatti che la produzione di 1chilo di alluminio dalla bauxite richiede 14 kWh di energia mentre lo stesso chilo ottenuto da alluminio usato ne richiede solamente 0,7 kWh
.
Nei contenitori per la raccolta differenziata vanno inseriti oltre alle lattine tutti quei contenitori recanti la sigla “AL”, mentre non vanno gettati contenitori di alluminio marcati con simboli di pericolo.
Dopo essere stato raccolto in modo differenziato l’alluminio viene portato in centri dove attraverso macchinari avviene la cernita e la separazione da eventuali oggetti di plastica e vetro, in seguito viene lavato e pressato in balle da inviare alle fonderie.

L’UMIDO

alluminio

Come abbiamo già visto circa il 30% del sacchetto della spazzatura è costituito da avanzi di cibo e scarti alimentari che per il loro contenuto elevato di acqua (circa l’80%) sono anche noti come “rifiuti umidi”.
Chiunque si avvicini ad una discarica noterà subito il cattivissimo odore, questo è dovuto al “biogas” generatosi dalla fermentazione dei rifiuti umidi da noi prodotti e li conferiti; se invece tutti quegli avanzi e scarti fossero stati avviati ad un procedimento di riciclaggio il prodotto finale sarebbe stato del “compost” da utilizzare come fertilizzante organico.
Nei comuni dove e presente la raccolta differenziata “porta a porta” i gestori del servizio consegnano ai cittadini degli appositi contenitori e speciali sacchetti biodegradabili realizzati in mater-b ( bioplastica realizzata con materie prime naturali) destinati alla raccolta dell’umido in casa;
nei casi in cui questo tipo di servizio non venga effettuato, ma comunque sia in atto la differenziazione è previsto il conferimento in appositi cassonetti posti sulle strade (solitamente di color marrone).
Nel contenitore dell’umido verranno inseriti resti di frutta e ortaggi, carne pesce, alimenti deteriorati, fondi di caffè e tè, resti di piante d’appartamento, lettiere di animali domestici e gusci di molluschi, mentre si consiglia che nel dubbio non venga assolutamente inserito tutto ciò che non è biodegradabile.
L’utilizzo del “compost” sui terreni agricoli rappresenta la chiusura di un un ciclo naturale in cui l’uomo partecipa attivamente.

L’ACCIAIO
Bombolette, coperchi, tappi, capsule e scatolette sono tra i numerosi imballaggi realizzati in acciaio che possiamo trovare nelle nostre case; l’acciaio è inoltre il componente principale di molti elettrodomestici.
Il conferimento di tale materiale al Consorzio Nazionale Acciaio avviene da parte dei comuni tramite raccolta differenziata, questo in seguito viene selezionato, pressato e ridotto in balle per poi essere rifuso in acciaieria o in fonderia quindi trasformato di nuovo dall’industria per diventare un nuovo prodotto.
Come avviene per il vetro l’acciaio non può essere utilizzato per produrre energia da termovalorizzazione.

Istat: stipendi crescono meno dell’aumento dei prezzi

Istat: stipendi crescono meno dell’aumento dei prezzi 30/08/2012

Istat: stipendi crescono meno dell’aumento dei prezzi

 

Nel mese di luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e cresce dell’1,5% rispetto a luglio 2011


Istat: stipendi crescono meno dell’aumento dei prezzi

Alla fine di luglio 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 70,3% degli occupati dipendenti e al 66,6% del monte retributivo osservato.
Nel mese di luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e cresce dell’1,5% rispetto a luglio 2011. Nella media del periodo gennaio-luglio 2012 l’indice è cresciuto, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, dell’1,4%.
Con riferimento ai principali macrosettori, a luglio le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del 2,0% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a luglio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa, acqua e smaltimento rifiuti (2,7% in tutti gli aggregati). Si registrano, invece, variazioni nulle per agricoltura, telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.
A luglio, tra i contratti monitorati dall’indagine, non si è registrato nessun rinnovo.
Alla fine di luglio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 29,7% nel totale dell’economia e dell’8,5% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 31,6 mesi per l’insieme degli occupati e di 33,9 mesi per il settore privato.

Quirinale: In atto una torbida manovra

Quirinale: «In atto una torbida manovra. Napolitano non è ricattabile. Le ricostruzioni delle telefonate sono false»

  • ascolta questa pagina
 
 

Il Quirinale interviene sulla vicenda delle intercettazioni, nel giorno in cui Panorama, ripreso da tutti i giornali, esce con il caso in copertina e il titolo «Ricatto al presidente». La nota a cui è affidata la risposta bolla come «risibile» la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter «ricattare il Capo dello Stato». Il Colle respinge con forza «ogni torbida manovra destabilizzante».

Questo il testo della nota: «La campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del Presidente della Repubblica ha raggiunto un nuovo apice con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il Capo dello Stato e il senatore Mancino.

 
 

Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici falsi. Il Presidente, che non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia.

Quel che sta avvenendo, del resto, conferma l’assoluta obbiettività e correttezza della scelta compiuta dal Presidente della Repubblica di ricorrere alla Corte costituzionale a tutela non della sua persona ma delle prerogative proprie dell’istituzione. Risibile perciò è la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter “ricattare” il Capo dello Stato. Resta ferma la determinazione del Presidente Napolitano di tener fede ai suoi doveri costituzionali. A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante».

Disoccupazione in Italia, quello che i dati ufficiali non dicono

Disoccupazione in Italia, quello che i dati ufficiali non dicono

In Italia, la disoccupazione è al 10,8%. E’ un dato che non fa proprio sorridere, ma tutto sommato non è così male. Almeno, questo è quel che si potrebbe pensare se lo si confrontasse, senza altri approfondimenti, con dati di altre nazioni. 

Per esempio, la Spagna, che prima del 2009 aveva la disoccupazione al 9%, l’ha vista salire al 25%. Per la Grecia si parla di un 23,1% ufficiale. E allora, l’Italia cos’ha da temere? Nulla, si potrebbe pensare.

Ma i numeri e la statistica non sono sufficienti per definire il quadro di una situazione in maniera complessa e congrua: bisogna anche contestualizzarli, descriverli e parlare delle condizioni al contorno e della situazione generale. E paragonarli ad altri numeri.

Per capire di cosa stiamo parlando, è sufficiente approfondire un po’ questi dati. Sì, è vero, la disoccupazione in Italia è al 10,8%. Ma su una popolazione di 60,8 milioni di residenti, solamente 22,3 milioni di persone sono occupate. 

E’ una contraddizione in termini? Purtroppo no. Vediamo perché, seguendo il ragionamento che propone Fubini sul CorSera.

Tanto per cominciare, la popolazione in Italia sta invecchiando rapidamente: l’italiano medio, oggi, ha 43,8 anni. E quindi c’è un’ampia fetta della popolazione che non lavora per una ragione sacrosanta: sopraggiunti limiti d’età.

Come se non bastasse, poi, c’è la forza lavoro straniera: un altro dato che spesso non si considera dice che gli stranieri danno un contributo lavorativo superiore, rispetto agli italiani. Sono il 44%, infatti, quelli che hanno un lavoro. 

Insomma, se togliamo anche gli stranieri scopriremo che in Italia il lavoro ce l’ha solamente una persona su tre. E il dato ancor meno incoraggiante lo si ottiene prendendo in considerazione un altro numero. Quello che indica il “differenziale” fra gli occupati prima della crisi del 2007 (la prima ad esplodere, la crisi dei subprime, poi sopravanzata dalla crisi del debito pubblico e da quella dell’euro) e gli occupati di oggi. Anche qui, come dicevamo, l’indicatore non è affatto confortante: rispetto al 2007, nel primo trimestre del 2012 ci sono 450.000 persone in meno con un lavoro. 

Dietro a quel 10% di disoccupazione, come si può vedere da questa breve analisi, c’è un intero mondo sommerso e dimenticato dalle statistiche, dagli economisti, dalla politica: è il mondo reale, che si racconta con le cifre assolute e non con quelle percentuali.

Furti in autogrill, come evitarli

Furti in autogrill, come evitarli

Quando si viaggia in automobile per lunghi tratti autostradali, far sosta in un’area di servizio resta tra le abitudini più sagge: si ha così modo di riposarsi, distrarsi e riprendere il cammino ristorati quanto basta. La brutta sorpresa spesso è però dietro l’angolo e il breve tempo per sorbire l’agognato caffè può bastare a farci spogliare di tutti o parte dei nostri bagagli! I furti in automobile nelle aree di servizio sono infatti in aumento, specialmente in questi giorni di maggior traffico.

Inquinamento auto: gli uomini inquinano più delle donne

Ma cosa usano i criminali per svuotare le “auto-bersaglio”? Uno dei metodi più utilizzati sembra essere un vero e proprio “scanner”, in grado di registrare il segnale che il telecomando delle nostre auto invia alla centralina quando chiudiamo le portiere. Giusto il tempo per i proprietari del veicolo di dirigersi verso il bar e i ladri entrano in azione, riproducendo il codice per introdursi poi senza problemi nella vettura e far man bassa di bagagli.

Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse SE: la più veloce è “Speciale”

Come difendersi? Purtroppo c’è poco da fare ed i consigli rischiano di essere banali. In ogni caso buona cosa sarebbe di chiudere le portiere direttamente con la chiave, azione però non sempre possibile a causa di molte serrature “keyless” di ultima generazione. Altra idea è quella di evitare le aree di servizio “a ponte”, dove si perde il contatto visivo con la propria auto. Anche la vecchia abitudine di non aprire il bagagliaio davanti ad occhi indiscreti resta sempre valida. Infine – un classico sempre verde: in gruppo, basta bere il caffè a turno lasciando sempre qualcuno “a guardia” delle automobili e in bocca al lupo!

Filippine, sisma di magnitudo 7.9

Filippine, sisma di magnitudo 7.9 Scatta l’allerta per lo tsunami

ultimo aggiornamento: 31 agosto, ore 16:17
Manila – (Adnkronos/Xinhua/Ign) – L’epicentro del potente terremoto, rende noto l’U.S. Geological Survey e il Pacific Tsunami Warning Center, è stato localizzato a una profondità sottomarina di 33 chilometri e a una distanza di 146 chilometri dall’isola più vicina. L’allarme interessa anche l’Indonesia. Rientra quello per Taiwan e Giappone. Al momento non vi sono notizie di danni o feriti. Comincia l’evacuazione di sei province costiere nella zona

condividi questa notizia su Facebook

 

commenta commenta 0     vota vota 1    invia     stampa    
Facebook   Viadeo  OkNotizie  Segnalo  Wikio Friendfeed  

 
Manila, 31 ago. (Adnkronos/Xinhua/Ign) – Un terremoto di magnitudo 7.9 è stato registrato nelle Filippine ed è stato diffuso un allarme tsunami per la regione. Lo rendono noto l’U.S. Geological Survey e il Pacific Tsunami Warning Center said.

 

Fino a 30.000€ in 24h Senza Spese: Solo per Voi Dipendenti.

Produce energia presso di voi a costi minori, senza investimenti

 

L’epicentro del potente sisma è stato localizzato a una profondità sottomarina di 33 chilometri, a una distanza di 146 chilometri dall’isola più vicina. L’allarme tsunami interessa oltre alle Filippine, anche l’Indonesia.

 

 

“Un terremoto di questa intensità ha la potenza per generare uno tsunami distruttivo che può toccare le coste più vicine all’epicentro in pochi minuti e quelle più distanti in alcune ore”, si legge nel bollettino del Center.

 

 

Il centro abitato più vicino all’epicentro del sisma è la cittadina di Guian, nella provincia di Samar, sulle coste orientali delle Filippine. Al momento non vi sono notizie di danni o feriti.

 

 

A seguito dell’allarme tsunami è stata ordinata l’evacuazione delle zone costiere in sei province delle Filippine.”Tutti devono muoversi velocemente, senza panico – ha dichiarato il direttore dell’Istituto di Vulcanologia e sismologia delle Filippine – devono spostarsi verso zone ad almeno dieci metri di altezza dal mare“.

Il 31 agosto sarà notte di Luna blu

Il 31 agosto sarà notte di Luna blu

 

La luna bluNon sarà veramente blu la Luna piena che si staglierà nel cielo il 31 agosto prossimo. Ma non per questo il fenomeno sarà meno spettacolare per tutti coloro che alzeranno il naso in su. Il secondo plenilunio in un mese solare, chiamato appunto Blue Moon o Luna blu, non è infatti uno spettacolo al quale si può assistere tutte le stagioni, come racconta Mashable.

Guarda le foto della super Luna che abbiamo osservato lo scorso maggio, quando il nostro satellite era vicinissimo alla Terra.

Il prossimo sarà tra il luglio e l’agosto del 2015, mentre per una doppia Luna blu (ben 14 pleniluni in un anno) si dovrà aspettare fino al 2018.

I fenomeni lunari più spettacolari sono le eclissi. Guarda le foto migliori.

Il nome comparve per la prima volta nel 1932 (anche se alcuni dicono nel 1937) sul Maine Farmer’s Almanac. Nell’articolo pubblicato sulla rivista, con questo nome era definita la terza Luna piena di una stagione che ne aveva insolitamente quattro (di solito sono solo tre). Poiché le stagioni sono cadenzate da equinozi e solstizi, però, è possibile avere un anno con dodici lune piene in cui  ben quattro cadono nella stessa stagione. Un evento meno raro di quello che si intende oggi con il termine Blue Moon.

Guarda questi bellissimi scatti di Neil Armstrong, il primo uomo a poggiare piede sulla Luna.

Questa definizione venne mutuata nella moderna accezione mensile nel 1946, quando in un articolo un astronomo dilettante, chiamato James Hugh Pruett, male interpretò la definizione del Maine Farmer’s Almanac, credendo si riferisse appunto alla seconda Luna piena in un medesimo mese. Da allora questo è diventato il significato della definizione Luna blu.

Tuttavia ci sono stati alcune occasioni in cui il nostro satellite si è veramente tinto di questo colore. La più famosa coincide con l’esplosione del vulcano Krakatoa: attraversando la spessa cortina di cenere che si sollevò durante la devastante eruzione i raggi bianchi della Luna si coloravano di blu, dando al satellite questa insolita tinta. L’effetto durò anche diversi anni dopo l’esplosione.

Questo fortunatamente è un evento che capita veramente Once in a Blue moon, ovvero molto di rado, per usare l’espressione inglese che sfrutta il fenomeno astronomico a cui assisteremo venerdì per definire qualcosa che accade poco di frequente. La Luna blu come la conosciamo noi, invece, si verifica più spesso e soprattutto regolarmente: una volta ogni 2,7 anni, circa 7 volte ogni 19 anni. La doppia Luna blu invece una volta ogni 19 anni, tra Gennaio e Marzo grazie al minore numero di giorni del mese di Febbraio.

Non per tutti però la prossima Blue moon sarà il 31 agosto: per tutti coloro che vivono per esempio nella regione russa Kamčatka o in Australia, la Luna piena sarà il primo settembre e sarà semplicemente il primo plenilunio del mese. Per la loro Luna blu del 2012 dovranno aspettare fino al 30 settembre.

Divorzio e figli minorenni: gli errori da evitare

Divorzio e figli minorenni: gli errori da evitare

Divorzio e figli

Divorzio e figli, come tutelarli?

Quando i genitori divorziano, i figli sono spesso i primi a farne le spese. Capita sovente che si prendano la colpa dell’accaduto e inevitabilmente vorrebbero rimettere a posto: i dati relativi ai divorzi in Italia sonno abbastanza grigi, tanto che secondo l’Istat sono sempre meno le coppie che scelgono di sposarsi e tra quelle sposate, una media di tre su dieci finisce col chiedere la separazione.

Dopo il divorzio la prima cosa a cui pensare è sicuramente il benessere dei figli. Vanno aiutati a superare il trauma al meglio avendo accanto tutti e due i genitori, anche se le circostanze non sono favorevoli, tuttavia la vicinanza di entrambi è fondamentale per la salute dei iù piccoli, come sostiene Leo Venturelli, pediatra della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS):

«Molti punti di riferimento, indispensabili per una crescita equilibrata, vengono a mancare e spesso i bambini, sentendosi responsabili del fallimento dei loro genitori, sperano di poter contribuire a rimettere in sesto la situazione. Per limitare il più possibile gli effetti di questo dramma, è importante rassicurare i propri figli ed essere chiari fin da subito sui cambiamenti futuri, mantenendo con loro un rapporto costante e tranquillo, nel tempo.»

La prima cosa da fare dopo la separazione è non usare i figli come arma di vendetta. Spesso ci si ritrova a parlare male del coniuge davanti al figlio mettendolo contro la madre o il padre, un comportamento scorretto che impedisce ai bambini di continuare ad amare entrambi i genitori in modo incondizionato.

Se possibile, sarebbe meglio continuare a far vivere il bambino nella stessa casa per non rendere il tutto ancor più traumatico e stressante con un trasloco o, se un trasloco è proprio necessario, meglio non allontanarsi troppo dai luoghi familiari al bambino. Un’altra cosa da fare è spiegare al proprio figlio che il divorzio è un atto definitivo e che mamma e papà potrebbero non tornare mai più insieme, il tutto per non nutrire false speranze nel bambino.

Tornando al discorso della vendetta, spesso il genitore a cui è stato affidato il figlio tende a imporre a quest’ultimo dei giorni di visita all’altro coniuge. La cosa migliore invece sarebbe permettere al bambino di vedere regolarmente l’altro genitore. Un’altra cosa da non fare è quella di essere troppo permissivi con i figli, anche se hanno appena avuto un trauma è meglio continuare a mantenere le stesse regole di sempre e non mandarli a briglia sciolta perché ciò potrebbe avere poi delel conseguenze sull’educazione dell’infante.

Quindi alla fine è meglio mettere da parte la rabbia per il coniuge e pensare solo ed esclusivamente all’educazione e alla crescita dei figli, senza cercare di instillare in loro dell’astio contro il padre o la madre.

Tacchi: quali sono i migliori?

Tacchi: quali sono i migliori?

Tacchi

La postura delle gambe in base all’altezza dei tacchi.

Le scarpe rappresentano la croce e la delizia di ogni donna, in particolare quando si parla di tacchi, alti o altissimi. Sì, perché ultimamente, le tendenze della moda stanno optando per altezze vertiginose, spesso fortunatamente con l’ausilio del comodo plateau, ma si arriva anche ai 16 centimetri e più senza che ce ne si accorga. Tuttavia non tutte le altezze sono adatte a tutte le donne, e soprattutto, ogni donna ha un suo ideale, non solo dal punto di vista dall’estetica, ma anche della comodità.

Innanzi tutto, bisogna tenere presente che quando si parla di tacchi altissimi, non si possono indossare tutto il giorno. Le scarpe rappresentano il vestito dell’anima e nessuna donna è abbastanza lucida quando ha male ai piedi, tanto più che è possibile che insorgano negli anni problemi di postura, alla schiena o alla colonna vertebrale. Ma in base a quali istanze si scelgono i tacchi? Ecco un piccolo prontuario per non sbagliare mai.

Uno dei presupposti quando si scelgono le scarpe e che certi tipi di tacchi non stanno bene a tutti. Il tacco a spillo o a stiletto sta bene a chi ha le gambe slanciate e affusolate e non a chi ha i polpacci da lottatore, per cui forse è meglio ripiegare su altri modelli. Inoltre si devono scegliere i colori e lo stile. Per quanto riguarda il colore, non ci sono mai grosse controindicazioni, tranne una se si vuole essere classiche: l’abbinamento con le borse che già si posseggono, in realtà un concetto superato dalla moda e dalla necessità, in fondo è difficilissimo abbinare un paio di scarpe a una Louis Vuitton, a una Piero Guidi, a una Burberry o a un’Alviero Martini, a meno che non facciano parte di alcune collezioni molto caratterizzate. Il modello invece dipende spesso molto dal piede: aperte dietro, aperte avanti, scollate, le scarpe hanno sempre un piede prediletto e in questo caso le più sfortunate sono le donne con il piede magro, che richiede dei particolari accorgimenti per non finire oltre la scarpa dalla parte davanti a causa della forza di gravità.

Poi, quando si stanno scegliendo le scarpe in un negozio bisogna provare e riprovare. Come quando si era bambine: l’alluce è troppo o troppo poco largo nella scarpa? Lasciare perdere. Ci si sente bene? Acquistare, ma solo dopo altre accortezze. Infatti, prima di comprare bisognerebbe controllare ancora nel negozio il proprio equilibrio e quanto si riesce a camminare, poi dopo l’acquisto si dovrebbe portare le scarpe nuove qualche giorno per una mezz’oretta in casa, in modo da permettere alle calzature di adattarsi al piede. Infine, quando si esce, si deve valutare per bene il tempo che si trascorrerà sui tacchi alti, e magari munirsi sempre di un paio di ballerine di riserva da portare in borsa per ogni evenienza (che potrebbe essere anche la rottura di un tacco). Infine, nelle ortopedie esistono tantissimi accorgimenti per rendere una scarpa più confortevole, dalle suolette anatomiche fino alle piattaforme per il tallone che evitano le spiacevoli vesciche in corrispondenza del tendine d’Achille.

Guida completa ai finanziamenti per imprenditoria giovanile e lavoro autonomo

Guida completa ai finanziamenti per imprenditoria giovanile e lavoro autonomo

Se avete un progetto nel cassetto, l’Agenzia che deve diventare il vostro punto di riferimento è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Invitalia (Fino a qualche anno fa si chiamava Sviluppo Italia) agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. Scopriamo quali sono le opportunità per chi vuole aprire un’attività

di andrea maggiolo23 febbraio 2012
 

Ci sono leggi e regolamenti dettagliati a cui devono fare riferimento tutti i giovani che sono alla ricerca di finanziamenti per la loro idea imprenditoriale. 

La legge 95/95 prevede infatti finanziamenti per i giovani che decidono di avviare un’attività in proprio, ma non mancano anche finanzimenti e sovvenzioni di altro tipo. C’è anche, ad esempio, la legge 236/93 (che è stata successivamente integrata dalla legge 144/99) che dà contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso di interesse agevolato ai giovani che vogliono creare imprese di servizi.

IDEE VINCENTI PER METTERSI IN PROPRIO >>

Negli ultimi anni però queste leggi sono state un po’ sorpassate da nuove norme in materia di imprenditoria giovanile. Le leggi da tenere presenti al giorno d’oggi sono il DL del 21 aprile 2000, n. 185 sugli “Incentivi all’autoimprenditorialita’ e all’autoimpiego, in attuazione dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144” e il Decreto del 28 Maggio 2001, n° 29 sul “Regolamento recante criteri e modalità di concessione degli incentivi a favore dell’autoimpiego”.

CERCALAVORO: migliaia di offerte nel db di Studenti.it >>

Sono oltre 65.000 in meno gli imprenditori “under 30” italiani da otto anni a questa parte. Gliimprenditori junior hanno subito una riduzione di circa il 23% intaccando soprattutto le imprese individuali e microimprese di cui il Paese è pieno. Ma le opragazziufficioportunità per dare il via a una propria attività ci sono: bisogna però saperle cercare.

TEST: SARESTI CAPACE A METTERTI IN PROPRIO? Clicca qui>>

Se cercate un strada più breve e più semplice, potete prendere in considerazione l’ipotesi aprire un’attività in Franchising con uno dei Franchisor convenzionati di Invitalia, la cui lista potete trovare qui

Una cosa va detta chiaramente: 
non si può pensare che i soldi ce li metta solo lo Stato sotto forma di contributi o prestiti; una parte dell’investimento deve sempre coprirla l’imprenditore o aspirante tale. C’è però, questo sì, la possibilità di ottenere dei prestiti agevolati. 

IDEE VINCENTI PER APRIRE UN’ATTIVITA’ IN PROPRIO. Clicca qui>>

IMPRENDITORIA GIOVANILE
La voglia di “fare impresa” nasce dalla capacità creativa ed intuitiva di tanti giovani che decidono di rischiare “in proprio”. Se avete un progetto nel cassetto, l’Agenzia che deve diventare il vostro punto di riferimento è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Invitalia (Fino a qualche anno fa si chiamava Sviluppo Italia) agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. Fra i suoi obiettivi ha quello di favorire la creazione di nuove imprese e lo sviluppo di quelle già esistenti. Invitaliasvolge questa funzione attraverso una serie di strumenti che possono essere normativi o finanziari che incentivano la creazione e lo sviluppo delle imprese. 

TEST: SAI RIMBOCCARTI LE MANICHE QUANDO SERVE? Clicca qui>>

massimali di agevolazione sono diversi a seconda dei territori di applicazione: nei territori più agevolati è possibile arrivare al 90% del totale degli investimenti ammissibili (tra contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato). Non è semplicissimo, ovviamente, accedere a questi finanziamenti. 

AUTOIMPRENDITORIALITA’ E AUTOIMPIEGO
I finanziamenti sono differenziati in incentivi per l’autoimprenditorialità e incentivi per autoimpiego. L’autoimprenditorialità è indirizzata a chi vuole aprire imprese di tipo agricolo, artigianale, industriale, servizi alle imprese e servizi turistici e finanzia al massimo 2,5 milioni di euro L’autoimpiego invece favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro di coloro che sono privi di occupazione e promuove la cultura d’impresa. Quella dell’autoimpiego è la forma di sostegno più importante per l’avvio di attività imprenditoriali.

TUTORIAL: TRASFORMARE IL PROFILO FB IN CV. Clicca qui>>

L’Autoimpiego si divide in tre iniziative ben distinte: 
– Lavoro Autonomo (ditta individuale – investimento massimo 25.823 euro), 
– Microimpresa (società di persone – investimento massimo 129.114 euro)
– Franchising (ditta individuale e società di persone – da decidere con il franchisor accreditato)

REQUISITI PER AUTOIMPRENDITORIALITA’
I finanziamenti a fondo perduto sono destinati a giovani dai 18 ai 35 anni, con un’idea imprenditoriale, residenti nei territori agevolati (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo più comuni montani del centro nord). La forma di finanziamento più nota, e più frequente, è il prestito d’onore (lavoro autonomo): è molto utile perchè consente di avviare una piccola attività che non richieda investimenti pesanti: la cifra massima erogabile è di € 25.823. Per quanto riguarda l’autoimpiego non è necessario essere giovani under 36 e la domanda può essere presentata da persone residenti in tutto il territorio nazionale.

La somma presa in prestito con questo finanziamento a fondo perduto è il punto da cui partire: il 50% non lo dovrete proprio restituire (si chiama “a fondo perduto”, non a caso), l’altra metà si restituisce con un piano di ammortamento quinquennale a rate trimestrali, a tasso di interesse estremamente agevolato. 

Ma quali sono le attività finanziabili? I settori sono di solito quelli dei servizi, commercio e produzione (tranne agricoltura e pesca). Inoltre alle agevolazioni per gli investimenti si aggiungono, per i primi 2 anni di attività, varie agevolazioni per l’acquisto di materie prime e spese di gestione che possono arrivare al 50% del totale delle spese sostenute. E’ poi possibile ottenere linee di credito agevolate con istituti di credito convenzionati.

CONCORSI: i bandi più interessanti in Italia >>

In linea di principio la legge 95/95, in quanto aiuto di Stato, non può essere cumulata con altre agevolazioni analoghe, ma è possibile talvolta il cumulo con agevolazioni esclusivamente di tipo fiscale. Destinatari delle agevolazioni sono soggetti di età compresa tra i 18 e 35 anni che costituiscono nuove società sotto forma di s.n.c. – s.a.s – s.r.l. – S.p.A. – s.a.p.a. – s.s. – cooperative e piccole cooperative. Sono escluse le imprese individuali, le società di fatto e le società a responsabilità limitata con un unico socio. Non sono previsti periodi particolari per la presentazione delle richieste di agevolazione. Il bando è sempre attivo, quindi qualsiasi momento può essere quello buono.

TEST: CHE PROGETTI HAI PER IL TUO FUTURO LAVORATIVO? Clicca qui>>

L’attività d’impresa prevista nel progetto agevolato deve poi essere svolta per un periodo minimo di 5 anni a partire dall’effettivo inizio dell’attività. Per un analogo periodo di tempo deve anche essere mantenuta la localizzazione dell’iniziativa (sede legale, amministrativa e operativa) nei territori agevolati.

DIFFERENZE TRA REGIONI
Le agevolazioni finanziarie per l’investimento consistono, come abbiamo visto, in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato concessi entro i limiti stabiliti dalla Unione Europea in relazione alla localizzazione, al settore di attività e alla dimensione dell’impresa. La copertura finanziaria può arrivare a quote diverse a seconda della regione in cui ha sede la nuova impresa. In base al tipo di contributo e alla Regione dove intendi avviare le attività, l’entità dei contributi e dei finanziamenti agevolati varia

Nel Sud
– fino al 90% dell’investimento (di cui il 40-45% a fondo perduto)

Nel Centro-Nord
– fino all’80-85% dell’investimento (di cui il 30-35% a fondo perduto) per il settore agricolo
– fino al 60-70% dell’investimento (di cui il 10-15% a fondo perduto) per gli altri settori.

VISITA IL SITO INVITALIA PER AVERE TUTTE LE INFORMAZIONI
Nel’ultimo anno le richieste di finanziamento sono aumentate parecchio, soprattutto a causa della mancanza generale delle tradizionali offerte di lavoro su tutto il territorio, e quindi per ottenere il prestito d’onore, oltre alla qualità e alla reale fattibilità dell’idea imprenditoriale, è assolutamente necessario presentare un business plan convincente. 

Se volete ottenere dei finanziamenti per la vostra idea di impresa, dovete studiare a fondo e tenere sempre sott’occhio il sito di Invitalia.  Sul sito InvItalia, nella sezione Bandi, sono pubblicati i bandi di sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile. Non mancano anche le storie di successo: il modo migliore per capire le potenzialità dei finanziamenti all’imprenditoria giovanile è proprio quello di conoscere, e prendere a esempio, le storie di chi ce l’ha fatta prima di voi. 

COME CONTATTARE INVITALIA E OTTENERE I FINANZIAMENTI?
Per un primo contatto e per avere tutte le informazioni di cui avete bisogno scrivete una mail all’indirizzo info@invitalia.it . E’ possibile anche contattare telefonicamente il numero azzurro 848.886886 disponibile dal lunedì al venerdi dalle 9:00 alle 18:00. La sede centraledell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa è a Roma, in via Calabria 46, tel. 06.421601.

Se avete già le idee chiare,
 potete compilare la domande per i finanziamenti direttamente on line: COMPILA LA TUA DOMANDA SUL SITO DI INVITALIA.

LINK UTILI
SITO DI INVITALIA

COME FARE UN BUSINESS PLAN VINCENTE
COME OTTENERE FINANZIAMENTI PER UN FRANCHISING

BANDI PER IMPRENDITORIA GIOVANILE