Ddl anticorruzione, è scontro sulla questione di fiducia

Ddl anticorruzione, è scontro
sulla questione di fiducia
Pd: il Governo non s’arrenda
E torna la norma anti-Ruby

Dalle fila del Pdl spunta l’emendamento ‘anti-Batman’

Si acuisce lo scontro tra le forze politiche sul ddl anticorruzione. Patroni Griffi: “Il Paese non può permettersi di non approvarlo”. Severino glissa sulla fiducia: “Prematuro parlarne”

 
Il ministro della Giustizia, Paola Severino: il suo no odierno all'emendamento Giachetti è stato bellamente ignorato (ANSA / ETTORE FERRARI)

Il ministro della Giustizia, Paola Severino: il suo no odierno all’emendamento Giachetti è stato bellamente ignorato (ANSA / ETTORE FERRARI)

Roma, 27 settembre 2012  – Lo scandalo del Laziogate ha avuto l’effetto di risvegliare la discussione politica sul ddl anticorruzione. Fiducia sì o fiducia no? Le posizioni si diversificano.

SEVERINO – Di un voto di fiducia sul ddl anticorruzione, richiesto ieri da Pd, Fli e Udc, “è prematuro parlarne”, ha ribadito il ministro della Giustizia Paola Severino, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un’audizione al Senato. “La prossima settimana – ha aggiunto la guardasigilli – lavoreremo molto intensamente, e spero molto proficuamente, in commissione”.

PATRONI GRIFFI – “Sulla fiducia non spetta a me decidere: il Governo deve decidere in maniera collegiale nel momento in cui la questione si porrà”, ha detto il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi a Prima di Tutto, su Rai Radio 1.
“Questo Paese non si può più permettere di non approvare subito il ddl anticorruzione. Va approvato perché oltre alle misure di repressione del fenomeno contiene, e questa è una novità nelle politiche del nostro Paese contro la corruzione, molte misure per la prevenzione del fenomeno”, ha detto Patroni Griffi.

PD  – “Il governo ha gli strumenti” per condurre in porto il ddl anti-corruzione, tanto “si è capito chi non lo vuole, bisogna vedere se il sistema si arrende, io spero di no”, ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani parlando con i giornalisti alla sede del partito. Il governo deve mettere la fiducia? “Sì, è stata usata anche per cose di minor rilievo”, ha concluso.

“Siamo pronti a votare subito il ddl sulla corruzione nel testo approvato dalla Camera, non è quello che avremmo voluto ma è un passo importante per il contrasto alla corruzione ed è una priorità per il Pd. Presenteremo i nostri emendamenti ma siamo pronti a ritirarli se il governo porrà la fiducia in Senato” annuncia la senatrice Silvia Della Monica, capogruppo Pd in commissione Giustizia del Senato.

“Se poi il governo – ha detto ancora Della Monica – dovesse presentare un maxiemendamento con cui apre a richieste del PDL al ribasso, che noi non condividiamo, non potremo fare a meno di far sentire la nostra voce chiedendo un intervento significativo come quello di riportare a 12 anni la pena della concussione per induzione in modo da evitare che sia ridotto il tempo attuale di prescrizione”.

IDV  – “Non ci sono più tempi ulteriori per ottemperare alla richiesta europea sull`adozione di provvedimenti anti-corruzione. Spiace doverlo fare perche` ce lo chiede l`Europa e non perche`, sulla base di una maturazione complessiva e collettiva, lo avesse gia` deciso la politica italiana, cosi` come proponevano noi dell`Idv. Comunque sia, meglio tardi che mai”, ha affermato Nello Formisano vicepresidente Idv della Commissione Bicamerale per la Semplificazione, sottolineando che la nuova legge “è uno dei segnali attesi dagli italiani”.

PDL – “Il gruppo Pdl al Senato d’intesa con il segretario politico Angelino Alfano sosterrà un emendamento al ddl anticorruzione per introdurre pene nei confronti di quanti abusano dei fondi pubblici”, hanno dichiarato in una nota congiunta il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri ed il vicepresidente vicario Gaetano Quagliariello.

“E’ una risposta concreta – hanno sottolineato – per far sì che i fatti verificatisi in questi giorni non possano più accadere senza che chi se ne rende responsabile venga severamente punito”.

LA NORMA ANTI-RUBY – Torna all’esame del Senato la norma che a Montecitorio fu immediatamente definita salva-Ruby, con riferimento al processo che vede coinvolto l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Con un emendamento all’articolo 19 del ddl sulla corruzione si prevede che la corruzione per induzione indebita a dare o promettere utilità sia tale solo se queste ultime abbiano natura patrimoniale. A chiederlo è un emendamento a firma dei senatori Gallone e Compagna.  A Montecitorio la modifica fu chiesta dal deputato del Pdl Francesco Paolo Sisto. Attualmente la norma contenuta nel provvedimento, stabilisce: “salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce qualcuno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da 3 a 8 anni”.

Dai Suv gratis alle ferie in Sardegna I consiglieri alla grande abbuffata

Dai Suv gratis alle ferie in Sardegna
I consiglieri alla grande abbuffata

Oggi Fiorito sarà ascoltato dai pm. Ieri sotto torchio aiutanti

Conti saccheggiati: nel mirino false fatturazioni e servizi giornalistici a pagamento. Sono 109 i documenti al’esame dei pm e della Finanza. I bonifici italiani e su estero di Fiorito sono 753mila euro

 
L'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito (Ansa)

L’ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito (Ansa)

Roma, 18 settembre 2012 – DAL SUV, un Bmw X5, comprato con i soldi del partito per una sommetta di circa 88mila euro, centesimo più centesimo meno, alla Smart, tanto per restare nel campo dei motori, superaccessoriata che è arrivata a costare oltre 16mila euro. Ma troppo piccola per Er Batman che avrebbe detto: «Non riesco a entrarci». Senza dimenticare le vacanze extralusso. Meta, neanche a dirlo, la Sardegna. Un resort in Costa Smeralda per «ritemprarsi dalle fatiche della campagna elettorale per le Regionali». C’è di tutto, insomma, nell’inchiesta che punta a indagare sugli episodi penalmente rilevanti relativi all’arricchimento personale di Franco Fiorito ed eventualmente di altri consiglieri regionali. E anche il mega party a Cinecittà «pieno di gonnelline» non è passato inosservato. Ma è il saccheggio dei conti regionali quello che preme agli inquirenti. Per questo, nel vertice di ieri al quale hanno partecipato il procuratore aggiunto Alberto Capena il sostituto Alberto Pioletti e gli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza è stato deciso che per il momento la pioggia di spese per l’attività politica — magari meritevole di accertamenti amministrativi da parte della Corte dei Conti — resterà sullo sfondo.

Gli inquirenti, usando i 109 documenti contabili dei quali hanno notizia, vogliono inchiodare Fiorito ai 439mila euro di bonifici italiane e ai 314mila su estero. E far luce sul milione e 236mila euro di bonifici senza specifica. Una montagna di soldi che potrebbe celare altre dazioni irregolari.

E un elemento chiave saranno le false fatturazioni, apparentemente decine, con le quali si sarebbero saccheggiati i conti del Pdl alla Pisana e sulle quali si è accesa una guerra di dossier. Franco Fiorito ad esempio ha accusato il compagno di partito e nuovo capogruppo Franco Battistoni di aver ottenuto il rimborso di 4 fatture dell’Associazione politico culturale Ruggero Marino Lazzaroni per 50mila euro. Ma Battistoni avrebbe fornito l’estratto conto dell’associazione e una dichiarazione giurata del presidente della ‘Marino Lazzaroni’ dal quale emerge che la fattura, regolarmente emessa, sarebbe una sola.

TUTTA da verificare dal punto di vista della possibilità di contestare reati penali è invece il filone sulle interviste compiacenti a pagamento, aperto in due procure: Roma e Viterbo. Nel mirino finanziamenti a siti web e piccole testate della Tuscia. Per capire il meccanismo che regolava la gestione dei fondi del partito. Per questo ieri i pm hanno sentito per tre ore Bruno Galassi, già capo della segreteria di Fiorito. E dopo Galassi è stata la volta di un altro addetto alla segreteria di Fiorito, Pierluigi Boschi che è rimasto in carica fino al gennaio di quest’anno.

Oggi dovrebbe essere invece la volta di Fiorito, che dice di voler fornire tutti i chiarimenti necessari.

Grillo dopo il Laziogate: “Le Regioni? Enti inutili”

Grillo dopo il Laziogate:
“Le Regioni? Enti inutili”
Sondaggio online per abolirle

“L’Italia delle Regioni è la caricatura di uno Stato federale”

L’ex comico dopo il Laziogate parte all’attacco delle Regioni e lancia il sondaggio sulla loro eventuale eliminazione. “I debiti delle Regioni e delle Province autonome ammontavano al primo gennaio a più di 17 miliardi”

 
Beppe Grillo (Serra)

Beppe Grillo (Serra)

Roma, 27 settembre 2012 – Dopo lo scandalo del Laziogate, Beppe Grillo passa all’attacco delle Regioni, etichettate come “enti inutili”, e con un post sul suo blog lancia un sondaggio online per vedere se la Rete sia d’accordo sulla loro abolizione.

Il titolo la dice lunga: “le Regioni dei maiali”. Ad accompagnare il post una foto del toga party del giovane consigliere Carlo De Romanis, ritratti due uomini con le ormai famigerate maschere da maiali sul volto e una bionda vestita da ancella.

“Le Regioni – scrive il leader del Movimento 5 Stelle dopo aver ricordato i due articoli della Costituzione, il 114 e il 117, che ne definiscono ruolo e poteri – sono enti per nulla autonomi dai poteri limitati quasi esclusivamente alla Sanità a cui viene destinata la quasi totalità delle spese di bilancio, il resto va in strutture, stipendi, missioni, promozione, feste in costume, rimborsi spese. A capo di questi enti c’è il governatore che taglia nastri di ospedali inutili ed ha come unico potere quello di indebitare la Regione”.

I debiti delle Regioni e delle Province autonome ammontavano al primo gennaio a più di 17 miliardi di euro – prosegue l’ex comico – al primo posto il Lazio, seguito da Piemonte, Lombardia, Sicilia, Campania e Sardegna. Fatta l’Italia, sono stati fatti debiti degli italiani”.

“Chi controlla le spese delle Regioni? La Corte dei Conti, i solerti giornalisti delle notizie post datate come è avvenuto nel Lazio, il governo? Chi?”, chiede il leader del Movimento 5 Stelle. “L’Italia delle Regioni è la caricatura di uno Stato federale, la cui architettura è il parto di uno Stato ferocemente centralista”. Per Grillo si tratta nient’altro che di “una voce di spesa, un modo eccellente per finanziare i partiti allargando i portafogli di spesa a livello locale”.

“Le Regioni nascono dalle profonde differenze tra i popoli della nostra Penisola. Sono a tutti gli effetti inutili. Per questo – secondo Grillo – vanno ripensate completamente con un reale trasferimento di poteri da Roma alle amministrazioni locali con un controllo della spesa da parte dei cittadini o eliminate.Tertium non datur. Il Lazio è solo l’inizio dell’apertura del vaso di Pandora e del recinto dei maiali”.

Il leader del Movimento 5 Stelle tenta dunque di tastare il polso al popolo della Rete, invitandolo a partecipare a un sondaggio sul tema che verra’ chiuso domani alle ore 14. Grillo chiede di indicare la ‘ricetta’ per cambiare le Regioni, che necessitano di una rivoluzione se non di un vero e proprio colpo di cancelletto. Gli internauti sono invitati ad optare per una delle seguenti soluzioni: “abolizione delle Regioni; trasferimento di poteri centrali dello Stato alle Regioni; accorpamento di piu’ Regioni”.

Monti dagli Usa: “Pronto al bis”

onti dagli Usa: “Pronto al bis”
Bersani: “Prima le elezioni”

Il premier: “Sono estraneo agli schieramenti”. Leader Pd: “Elettori scelgano la maggioranza”

Monti prima parla dai lavori dell’Onu, poi a un’intervista a Bloomberg: “Nessun piano politico, sarò lì in caso di bisogno”, poi in una conferenza stampa conclusiva: “Possibilità mio secondo mandato rassicura i mercati”. Casini: “Nostre liste per un Monti bis”

 
Il presidente del Consiglio Mario Monti: con la spending review taglie per 4,2 miliardi (Ansa)

Il presidente del Consiglio Mario Monti: con la spending review taglie per 4,2 miliardi (Ansa)

New York, 27 settembre 2012 – Dopo aver parlato all’Onu, Mario Monti dall’America torna ad affrontare i temi dell’attualità italiana. Con particolare riferimento al suo futuro. Alle elezioni del 2013 si candiderà? OPiù volte il premier ha ribadito di no, che resterà senatore a vita.

Dagli Usa oggi ribadisce: “Non mi candido, ma sono pronto a servire il Paese”. Monti, pur ribadendo di non candidarsi, non ha escluso di tornare “al servizio del Paese”. Lo ha detto durante un incontro al Council on Foreign Relations a margine dei lavori della 67esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in corso a New York. “Nel caso di circostanze particolari, che spero non si verificheranno, potrebbero chiedermi di tornare. Potrei considerare questa ipotesi, ma spero di no”. Se il Paese ne avesse bisogno sarebbe pronto a dare il suo contributo, ha poi ancora specificato alla domanda dell’intervistatore a questo proposito. Poi Monti ha risposto anche a una domanda su un eventuale  ritorno di Berlusconi:  “Berlusconi non è partito per un’isola deserta, come alcuni potrebbero pensare. E non e’ che da li’ tornera’ un giorno in Italia per candidarsi. Berlusconi e’ in Italia, e’ ancora il presidente del Pdl, e il suo impegno politico lo decidera’ lui. Ovviamente io non posso garantire nulla”. Poi Monti ha accennato alla crisi dell’Europa: “L’Euro è irreversibile, la Grecia ce la farà”.

INTERVISTA A BLOOMBERG – “Non ho nessun particolare piano politico voglio solo che le forze politiche sappiano che sarò li’ nel caso ci fosse bisogno”. Lo ha affermato il premier Mario Monti in un’intervista a Bloomberg Tv rispondendo a una domanda sulla possibilita’ di un Monti-Bis in Italia. Monti ha allontanato l’ipotesi, ventilata dal giornalista di Bloomberg di un cambiamento nei suoi piani. “Non penso ci sia un cambiamento – ha detto – confermo che non correro’ per le elezioni e questo e’ per due ragioni: la prima e’ che voglio rendere chiara la posizione che io sono fuori dai partiti politici, la seconda e’ che la gente si candida per diventare membro del Parlamento e io lo sono gia’, sono senatore a vita” ha ricordato il premier. “Ho fiducia – ha aggiunto Monti – che dalle elezioni uscira’ una maggioranza abbastanza ampia da essere in grado di governare il paese”. “Quello che dico – ha proseguito il premier – e’ che io saro’ un senatore e se ci fosse qualche speciale circostanza per cui le forze politiche avessero bisogno dei miei servigi io lo prendero’ in considerazione”. Alla domanda se nel futuro del premier ci fosse qualche altra carica, come ad esempio quella di ministro delle Finanze, Monti ha risposto: “Non ho nessun piano specifico nel futuro politico dell’Italia, semplicemente vorrei che sapessero, ma anche la comunita’ internazionale e i mercati, che staro’ li’ nel caso in cui ci fosse un bisogno”.

LA CONFERENZA STAMPA CONCLUSIVA – La visita a New York di Mario Monti è “stata un’occasione importante per rappresentare ad ambienti qualificati della politica, finanza ed economia i progressi dell’Italia e dell’Ue”. Lo ha detto il premier nella conferenza stampa conclusiva. ‘’Al termine di questi tre giorni negli Stati Uniti posso dire che sempre di piu’ l’Italia e l’Unione europea vengono viste come termini della stessa entità”. Il premier ha ricordato come, in ogni contatto con i suoi interlocutori, ci sia stato apprezzamento ‘’per l’azione svolta dall’Italia dentro l’Unione europea’’. Inoltre, ha aggiunto, quanto sia stata valutata positivamente la ‘’svolta nella politica economica italiana sul fronte delle riforme e del risanamento dei conti’’.

“Non mi candido perchè sono senatore a vita e perché intendo restare fuori dagli schieramenti politici”. Così il presidente del consiglio ha ribadito che non correra’ alle prossime elezioni. “Questo governo svanira” con le elezioni “ma se le forze politiche in particolari situazioni dovessero ritenere di chiedermi di servire il Paese, valuterò la situazione. Io sarò là”. Le aperture di Mario Monti nei confronti di un secondo mandato al governo rappresentano un elemento di rassicurazione per i mercati. E’ stato lo stesso premier a sottolinearlo durante la conferenza stampa conclusiva della sua missione a New York. “Mi trovo in un contesto in cui quotidianamente, in Italia e all’estero – ha osservato – i mercati manifestano preoccupazione e incertezza su cosa succederà dopo le elezioni: io offro elementi di rassicurazione oggettiva”.

Poi Monti è tornato sui mercati: “Nel mondo dei mercati finanziari il rischio di contagio e’ sempre molto alto “ma i mercati sono ben equipaggiati per valutare i singoli Paesi”. Mario Monti non si sbilancia sull’opportunita’ per la Spagna di ricorrere al fondo salva-stati. “Non ho una visione su cosa gli altri Paesi dell’Eurozona devono fare in circostanze cosi’ complicate”.

CASINI – La disponibilità di Monti è stata raccolta in serata dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: ”Le liste che presenteremo alle elezioni chiederanno agli italiani di richiamare Monti in servizio effettivo permanente dopo le elezioni”. Casini tuttavia precisa:”Monti non e’ patrimonio della mia lista o del mio partito: questa sarebbe un’appropriazione indebita”.

BERSANI: PRIMA IL VOTO – “In tutta Europa si fanno le elezioni per decidere quale partito o quale maggioranza deve governare”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, intervistato a Salerno a un’iniziativa trasmessa da Youdem. “Se qualcuno pensa di prenotare le elezioni, e di rendere il voto inutile e che mi ritrovo il giorno dopo a dover fare una maggioranza con Berlusconi e Grillo, io mi riposo”, ha aggiunto. “La nostra idea è che il centrosinistra debba dire al mondo, non solo all’Italia, che l’immagine di rigore e credibilità che Monti ha offerto per noi è un punto di non ritorno, ma ci metteremo dentro più lavoro più equità, più diritti. Questa è nostra intenzione. Monti certamente può fare ancora del bene a questo Paese”. Ma quanto ad un’altra strana maggioranza il leader del Pd puntualizza: “Dobbiamo presentarci alle elezioni chiedendo agli italiani di scegliere una maggioranza e un programma, io non intendo passare notti e giorni per avere o no la legge sulla corruzione perchè il Pdl non ce la fa fare”.

Terremoti: scossa del 4.1 nel Sannio

Terremoti: scossa del 4.1 nel Sannio, nessun danno a persone ma alcune scuole chiuse


Un terremoto di magnitudo 4.1 è stato registrato alle 3,08 della notte scorsa nel Sannio, in provincia di Benevento. Lo ha reso noto la Protezione civile precisando che al momento non risultano danni a persone o cose. La scossa è stata abbastanza superficiale, secondo le analisi dell’Istituto Nazioanale di Geodifica e Vulcanologia (Ingv) è avvenuta infatti alla profondità di 11,4 chilometri ed è localizzata quindi nella fascia più alta della crosta terrestre. A partire dalle 3,08 della notte scorsa, dopo la prima scossa, sono state complessivamente una decina le repliche rilevate dagli strumenti fino alle 9 del mattino, ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. Fino a quell’orario la replica più forte era stata registrata alle 5,47, con una magnitudo di 3,5. Tutte le altre repliche sono state di magnitudo inferiore a 2,5.
Coinvolto anche l’Avellinese – Alle 11.30 si è registrata una nuova scossa, questa volta di magnitudo inferiore pari a 2.5. Il distretto sismico interessato dall’ultima delle diverse scosse che hanno avuto come epicentro il Sannio, comprende anche diversi comuni della provincia di Avellino.
Scossa superficiale – “Terremoti che avvengono a profondità confrontabili a questa sono i più frequenti lungo l’Appennino’’, spiega il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. Le zone più vicine all’epicentro (entro un raggio di 10 chilometri) sono Benevento e i seguenti paesi che si trovano nella provincia: Apice, Calvi, Paduli, Pago Veiano, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Martino Sannita, San Nazzaro, San Nicola Manfredi, Sant’Arcangelo Trimonte. Secondo le prime analisi degli esperti dell’Ingv il meccanismo che ha generato il terremoto è di tipo estensionale, lo stesso all’origine del terremoto dell’Aquila del 2009. Vale a dire che la crosta terrestre si è deformata ai lati dell’Appennino, con un movimento perpendicolare rispetto alla catena montuosa, “come un dolce che si gonfia al centro e si collassa ai lati’”, spiega il sismologo Claudio Chiarabba. Tuttavia, ha aggiunto, la zona colpita dal sisma “è molto articolata e soltanto nelle prossime ore sarà possibile avere un quadro più completo”.
Gente in strada, alcune scuole chiuse – È stata una notte di paura per centinaia di persone che nel Beneventano sono scese in strada dopo la prima scossa. Nei comuni dell’hinterland, dove maggiormente è stato avvertito il sisma, la gente ha trascorso la notte fuori di casa. In diversi comuni sanniti, interessati dalle scosse, come Apice, Paduli e S. Arcangelo Trimonte, le scuole sono state chiuse. Lo resteranno almeno fino a venerdì. Presso la sede dei volontari della Protezione civile di Benevento è stata attivata una sala radio e un centralino telefonico che risponde al numero 0824 – 43544. I volontari hanno attivato anche una frequenza radio 147.200 MHZ VHF.
Inagibili due appartamenti a Benevento – L’unica criticità al momento segnalata ai vigili del fuoco di Benevento si è avuta nel capoluogo sannita, in via Settembrini, dove, per una situazione di instabilità pregressa si è avuta un’evidente deformazione del solaio di copertura che ha determinato l’inagibilità dei due appartamenti posti all’ultimo piano.

Germania: disoccupazione cresce per sesto mese di fila

Germania: disoccupazione cresce per sesto mese di fila

A settembre incremento di 9.000 unità

27 settembre, 14:10

Angela Merkel

Angela Merkel

Germania: disoccupazione cresce per sesto mese di fila

In Germania aumenta per il sesto mese di fila il numero dei disoccupati: a settembre si è registrato un incremento di 9.000 unità a 2,91 milioni, in base ai dati destagionalizzati diffusi dall’Agenzia Federale del Lavoro. Il tasso di disoccupazione – scrive Bloomberg – è rimasto fermo al 6,8%.

L’agenzia del lavoro tedesca ha poi rilevato che in base ai dati grezzi, ossia comprensivi degli effetti stagionali, il numero dei senza lavoro risulta diminuito di 117.000 unità a 2.788.000. “L’indebolimento dell’economia sta facendo sentire i suoi effetti – ha osservato il responsabile del dipartimento federale del Lavoro, Frank-Juergen Weise – ma nell’insieme il mercato del lavoro è solido”.

Non solo braccia. Gli immigrati fanno impresa grazie a Interlab

Non solo braccia. Gli immigrati fanno impresa grazie a Interlab

Postato mercoledì 26 settembre 2012 e inserito in Economia. Puoi seguire i commenti a questo articolo attraverso i feed RSS 2.0. Puoilasciare un commento, o fare un trackback dal tuo 

Immigrati: tutti muratori e badanti? Pregiudizi e stereotipi ci portano ad associare la figura dell’immigrato a certi tipi di lavoro, poco qualificati e di scarsa soddisfazione. In realtà, tra quanti scelgono di venire nel nostro paese non mancano persone con titoli di studio anche elevati, o competenze professionali specifiche, o comunque una spiccata attitudine imprenditoriale.
Potenzialità che il più delle volte restano inespresse, per le stesse difficoltà che ostacolano gli italiani e che gli stranieri subiscono in maggior misura: burocrazia, accesso al credito, formazione.

Si sono aperte in questi giorni le iscrizioni a INTERLAB, un percorso di formazione riservato a cittadini non comunitari.
“Imparare un mestiere e crearsi un lavoro” è lo slogan scelto per lanciare il progetto, realizzato dalla Provincia di Firenze insieme con l’Associazione Progetto Arcobaleno Onlus e la Camera di Commercio di Firenze. Interlab è cofinanziato da Unione Europea e Ministero dell’Interno nell’ambito del FEI (Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di paesi terzi).

Come spiega Giacomo Billi, Assessore allo Sviluppo, Programmazione, Turismo e Gestione Parco Demidoff della Provincia di Firenze, «la Provincia ha colto l’opportunità del bando FEI per realizzare questa iniziativa che coniuga l’obiettivo dell’integrazione con il sostegno al lavoro e all’economia del territorio. Con l’Associazione Progetto Arcobaleno Onlus, attraverso l’esperienza maturata negli anni da Vivaio di Imprese, e con la Camera di Commercio abbiamo potuto sviluppare la sinergia necessaria a dare vita ad Interlab, un percorso di orientamento, formazione e consulenza finalizzato a dare ai cittadini stranieri una possibilità reale di autoimpiego, in particolare nel settore dell’artigianato. Il progetto inoltre favorisce e sviluppa il dialogo tra istituzioni del territorio ed imprese, che verranno coinvolte direttamente grazie all’azione della Camera di Commercio».

L’obiettivo del progetto INTERLAB è duplice: da un lato si intende favorire l’occupabilità di cittadini stranieri, dall’altro si punta a favorire la nascita o lo sviluppo e la crescita di nuove attività economiche.

«INTERLAB – spiega Grazia Bellini responsabile del settore Formazione di Progetto Arcobaleno – prevede due fasi di attività, la prima sarà di orientamento e formazione su come fare impresa, la seconda entrerà nel vivo con due percorsi alternativi: uno stage lavorativo retribuito presso una impresa artigiana, oppure l’accompagnamento individuale di un team di esperti verso lo start up d’impresa, con un’attenzione particolare alla ricerca di finanziamenti».
La peculiarità di INTERLAB sta nell’intenzione di valorizzare l’intraprendenza insita nel percorso migratorio dei cittadini stranieri, le loro competenze, vocazioni, talenti.

Possono partecipare gratuitamente al laboratorio INTERLAB cittadini non comunitari in regola con il titolo di soggiorno e con una buona conoscenza della lingua italiana. Le iscrizioni si chiudono il 10 ottobre 2012, subito dopo saranno selezionati 25 partecipanti, con preferenza per giovani e donne.
Tutte le attività saranno realizzate dallo staff del Vivaio di Imprese.

Svimez: al Sud deserto industriale ed emergenza lavoro per i giovani

Svimez: al Sud deserto industriale ed emergenza lavoro per i giovani

 

Disoccupazione effettiva 25,6%; 2,5mln emigrati in 10 anni (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 26 set – Un Mezzogiorno che rischia la desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da quattro anni, la disoccupazione effettiva supera il 25% e lavora ufficialmente meno di una giovane donna su quattro. Regioni dalle quali negli ultimi venti anni sono emigrati circa 2,5 milioni di persone: oltre un meridionale su dieci residente al Sud nel 2010. Lo denuncia il rapporto Svimez 2012 sull’economia del Mezzogiorno, presentato oggi a Roma. Per quanto riguarda la mancata crescita dei consumi, il livello al Sud “risulta inferiore in termini reali di oltre 3 miliardi rispetto al valore del 2000”. Sul fronte industriale, l’allarme e’ chiaro: “Il rischio reale e’ la scomparsa di interi comparti dell’industria italiana nel Sud. Negli ultimi quattro anni, dal 2007 al 2011, l’industria al Sud ha perso 147mila unita’ (-15,5%), il triplo del Centro-Nord (5,5%). Giu’ al Sud anche gli investimenti fissi lordi, -4,9% nel 2011, e -1,3% del resto del Paese. Lo scenario e’ quindi quello di una profonda e continua de-industrializzazione”. Quanto al lavoro, la Svimez indica che “il tasso di disoccupazione effettivo”, quello che cioe’ tiene conto anche di coloro che non hanno cercato lavoro negli ultimi sei mesi, nel Centro-Nord supererebbe la soglia del 10% e al Sud raddoppierebbe, passando nel 2011 al 25,6%” rispetto al dato ufficiale del 2010 (13,6%).

Svimez: al Sud deserto industriale ed emergenza lavoro per i giovani

Svimez: al Sud deserto industriale ed emergenza lavoro per i giovani

 

Disoccupazione effettiva 25,6%; 2,5mln emigrati in 10 anni (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 26 set – Un Mezzogiorno che rischia la desertificazione industriale, dove i consumi non crescono da quattro anni, la disoccupazione effettiva supera il 25% e lavora ufficialmente meno di una giovane donna su quattro. Regioni dalle quali negli ultimi venti anni sono emigrati circa 2,5 milioni di persone: oltre un meridionale su dieci residente al Sud nel 2010. Lo denuncia il rapporto Svimez 2012 sull’economia del Mezzogiorno, presentato oggi a Roma. Per quanto riguarda la mancata crescita dei consumi, il livello al Sud “risulta inferiore in termini reali di oltre 3 miliardi rispetto al valore del 2000”. Sul fronte industriale, l’allarme e’ chiaro: “Il rischio reale e’ la scomparsa di interi comparti dell’industria italiana nel Sud. Negli ultimi quattro anni, dal 2007 al 2011, l’industria al Sud ha perso 147mila unita’ (-15,5%), il triplo del Centro-Nord (5,5%). Giu’ al Sud anche gli investimenti fissi lordi, -4,9% nel 2011, e -1,3% del resto del Paese. Lo scenario e’ quindi quello di una profonda e continua de-industrializzazione”. Quanto al lavoro, la Svimez indica che “il tasso di disoccupazione effettivo”, quello che cioe’ tiene conto anche di coloro che non hanno cercato lavoro negli ultimi sei mesi, nel Centro-Nord supererebbe la soglia del 10% e al Sud raddoppierebbe, passando nel 2011 al 25,6%” rispetto al dato ufficiale del 2010 (13,6%).

Sicilia, nel mirino dei pm di Palermo i fondi riservati di Lombardo

Sicilia, nel mirino dei pm di Palermo i fondi riservati di Lombardo (che nel 2011 ha avuto 500mila euro)


 
 

PALERMO – Per il momento lo si potrebbe definire un monitoraggio un po’ più approfondito. Ma è chiaro che l’inchiesta avviata dalla procura di Palermo, dal pool che indaga sui reati della Pa guidato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, potrebbe portare rivelazioni clamorose.

Non ci sono infatti solo i fondi dei gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana nel mirino dei magistrati ma anche i cosiddetti fondi riservati nella disponibilità del presidente della Regione (dimissionario) Raffaele Lombardo e dell’Assemblea regionale Francesco Cascio. Lombardo nel 2011 ha avuto 500 mila euro con un poderoso balzo in avanti rispetto ai 200 mila dell’anno precedente. C’e’ il sospetto che l’ex governatore abbia speso i fondi per motivi clientelari. Dalla regione sostengono che parecchie risorse sono andate ai bisognosi.
E c’è da capire anche come ha speso i fondi riservati il presidente dell’Assemblea regionale che su questo punto è stato preso di mira dai giovani di Grande Sud, il partito di Gianfranco Miccichè, che a sua volta e stato presidente dell’Assemblea e oggi corre per la presidenza della regione.

 
 

Intanto si sa che la spesa fatta dal presidente dell’Ars a valere sui fondi riservati è di 380 mila euro: Cascio, secondo quanto risulta dal rendiconto finanziario dell’Assemblea, ha utilizzato l’intero budget del 2010. Stessa cifra è stata appostata nel bilancio del 2011 e per il 2012 il Consiglio di presidenza ha ridotto i fondi riservati al presidente: 342 mila euro, 38 mila euro in meno rispetto agli anni precedenti. Il presidente dell’Ars ha fatto sapere che renderà noto come ha speso i fondi, dopo aver valutato con i tecnici che non vi sia violazione della privacy. Monitoraggio necessario poi per i gruppi parlamentari. Secondo il quotidiano Livesicilia online «il Pd nel 2011 ha speso due milioni, Grande Sud 700 mila euro, Futuro e libertà più o meno la stessa cifra e il Pid paga con quei soldi anche le rate di un prestito da 115 mila euro».
Sul fronte giudiziario va detto che i magistrati (del pool fanno parte anche Sergio De Montis e Maurizio Agnello) hanno avviato l’inchiesta contro ignoti e non è ipotizzato alcun tipo di reato così come prevede il modello 45 che è stato utilizzato per aprire l’inchiesta.