Appalti G8, la Gdf confisca beni per 13 milioni a Balducci

Appalti G8, la Gdf confisca beni per 13 milioni a Balducci

Beni per un valore di 13 milioni,dell’ex Provveditore alle Opere Pubbliche di Roma e presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Angelo Balducci, e di componenti della sua famiglia, sono stati confiscati dalla GdF di Roma. Balducci,con altri funzionari pubblici e imprenditori, è stato al centro di indagini delle Procure di Roma, Firenze e Perugia sulla cosiddetta “cricca degli appalti”. La confisca riguarda beni immobili,tra cui un casale a Montepulciano,quote societarie e conti bancari.
Cricca degli appalti era esteso fenomeno di malaffare – Secondo gli investigatori la cosiddetta ‘cricca degli appalti’ era ”un esteso e organizzato fenomeno di malaffare – si legge in una nota della GdF- definito da alcuni dei soggetti intercettati come “sistema gelatinoso” che, dal 1999, a fronte dell’uso sistematico della corruzione e di articolati illeciti tributari diretti a camuffare l’erogazione di tangenti, ha consentito la metodica assegnazione ad un numero chiuso di imprese favorite, in primis quelle di Diego Anemone, di rilevantissimi appalti pubblici, tra cui anche quelli relativi ai cosiddetti “Grandi Eventi” (Mondiali di Nuoto 2009, Vertice G8 all’Isola de La Maddalena, Celebrazioni del 150mo Anniversario dell’Unità d’Italia)”. Da questo ramificato ‘sistema corruttivo’ Balducci secondo gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle di Roma, avrebbe tratto notevoli benefici accumulando un ingente patrimonio personale che, già sottoposto alla misura di prevenzione patrimoniale del sequestro nel giugno dello scorso anno, viene oggi definitivamente confiscato.
Quattro mesi fa il sequesto del Salaria Village – La confisca dei beni di Angelo Balducci avviene a quattro mesi di distanza dal maxi-sequestro del centro sportivo “Salaria sport Village” a Roma, centro sportivo del valore di circa 200 milioni di euro, operato dalla Guardia di Finanza di Roma nei confronti dell’imprenditore Diego Anemone. ”Tale struttura rappresenta – come rivelato dalle articolate investigazioni economico-finanziarie delle Fiamme Gialle – il frutto del reinvestimento di ingenti proventi giunti nelle casse delle imprese di Anemone a seguito dell’aggiudicazione pilotata degli appalti pubblici gestiti da Angelo Balducci ed attualmente è diretta da un’Amministrazione Giudiziaria che ne garantisce la continuità aziendale”. Il tribunale di Roma ha inoltre applicato a Balducci la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di Roma per lo stesso periodo, ”così riconoscendone la pericolosità sociale -sottolinea la GdF in una nota – quale soggetto dedito a traffici delittuosi e che vive abitualmente con i proventi di attività illecite”.

Oscar Pistorius ritenuto colpevole di omicidio colposo

Oscar Pistorius ritenuto colpevole di omicidio colposo, fuori dal carcere su cauzione

Oscar Pistorius è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo dal tribunale di Pretoria dove questa mattina il giudice Thokozile Masipa ha letto il verdetto nel processo a carico dell’ex atleta per l’omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp. Secondo Masipa i fatti non comprovano la premeditazione nell’omicidio di Reeva. Ma, ha aggiunto ieri nella lettura della sentenza, “quello di omicidio colposo è un verdetto pertinente”.
Omicidio non volontario – Per il giudice il giudice Thokozile Msipa che sta completando la lettura del verdetto, si è trattato di “omicidio non volontario”. Pistorius rischia fino ad un massimo di 15 anni. E’ quanto prevede la pena di “omicidio colposo” inflitta dalla corte. L’ex atleta rischiava in caso, invece, di omicidio premeditato, una pena fino all’ergastolo.
Gli altri capi di imputazione – Il giudice ha ritenuto Pistorius “colpevole” di possesso di armi per l’episodio dei colpi sparati in un ristorante poche settimane prima della morte di Reeva. Lo ha detto il giudice Thokozile Msipa, che sta leggendo il verdetto per la morte della fidanzata affrontando, in questo momento, le altre accuse a suo carico per possesso di armi da fuoco. L’episodio risale al gennaio 2013. Il giudice lo ha ritenuto invece “non colpevole”,invece, per i colpi sparati in un’altra occasione, dal tettuccio trasparente della sua auto.
Pistorius fuori su cauzione – L’atleta paralimpico ha ottenuto inoltre di restare in libertà su cauzione fino alla ripresa delle udienze fissata il 13 ottobre. “Ho fatto ricorso al mio potere discrezionale nei confronti dell’accusato e gli ho accordato l’estensione del regime di libertà su cauzione di cui godeva”, ha detto il giudice.

Spese pazze in Regione, Richetti e Bonaccini indagati per peculato.

Spese pazze in Regione, Richetti e Bonaccini indagati per peculato. Il primo si ritira dalle primarie, l’altro: ‘Chiarirò al pm’

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Viene contestato uno scorretto uso delle auto blu. Richetti: “Scelta personale”. Sono otto i consiglieri regionali del Pd dell’Emilia-Romagna indagati. Intanto Bonaccini diserta FestaReggio e corre a Bologna. Renzi non commenta

Presidenza della Regione, Richetti non correrà alle primarie: “Scelta personale, scusate”

Bologna, 9 settembre 2014 – La Procura della Repubblica ha formalmente iscritto Matteo Richetti nel registro degli indagati con l’accusa di peculato nell’ambito dell’inchiesta sulle ”spese pazze” della Regione.

A carico del deputato Pd, ex presidente del Consiglio regionale, che si è ritirato oggi dalla corsa alle primarie dem, ci sarebbe la contestazione di un uso scorretto delle auto blu.  Sul suo conto, infatti, era stato aperto un procedimento a parte su esposto del consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi proprio sull’uso delle auto blu nel periodo di  presidenza del Consiglio regionale. La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati è stata confermata a seguito di un accesso agli atti nella segreteria della Procura fatto stamattina da parte del legale di Richetti, Gino Bottiglioni.

L’inchiesta sulle spese pazze è ormai alle battute finali, la finanza ha mandato in Procura l’informativa finale e i pm stanno procedendo all’iscrizione di molti nomi sul registro degli indagati. I consiglieri sotto accusa sarebbero decine, di tutti i partiti, e nelle prossime settimane riceveranno l’avviso di garanzia. Per il momento sono otto i consiglieri regionali del Pd dell’Emilia Romagna indagati per peculato nell’inchiesta sulle spese dell’assemblea legislativa.

Richetti questa mattina ha motivato il ritiro dalle primarie come una “scelta personale”, chiedendo scusa ai sostenitori. L’avvocato del deputato Pd, Bottiglioni precisa che “la scelta di ritirarsi dalle primarie prescinde dall’esistenza dell’iscrizione sul registro degli indagati. E’ stata, da parte di Richetti, una valutazione politica. Apprendiamo dell’iscrizione con serenità”.

La Procura ha indagato anche Stefano Bonaccini che ha annullato gli appuntamenti politici previsti oggi a Reggio Emilia. Il segretario regionale del Pd in corsa per le primarie (da cui di fatto non si ritira) e’ sulla via del ritorno verso Bologna. “Ho appreso poco fa che la Procura sta svolgendo accertamenti anche sul mio conto – ha detto a caldo Bonaccini – e ho già comunicato, attraverso il mio legale prof. Manes, di essere formalmente a disposizione per chiarire ogni eventuale addebito. Confido di poter dare al più presto ogni opportuno chiarimento”.

Nella sua tappa nella citta’ del Tricolore, Bonaccini avrebbe dovuto visitare un’azienda rilevata dai lavoratori a Scandiano (alle 17) e incontrare alcuni amministratori del territorio alle 18 nell’Hotel Notarie nel centro storico di Reggio. Bonaccini infine era atteso alle 21 alla Festa provinciale del Pd a Campovolo dove si sarebbe dovuto confrontare con il vicepresidente nazionale del Pd Lorenzo Guerini. Tutti gli appuntamenti, confermano dal Pd provinciale, sono stati annullati.

Bonaccini preferisce non commentare la situazione dopo il ritiro di Matteo Richetti, ma ha cambiato l’immagine di copertina sul suo profilo Facebook. Lo ha fatto postando un’immagine che rinvia al proprio sito stefanobonaccini.it (in allestimento) e recita lo slogan: “Il futuro cambia, cambiamo il futuro. Stefano Bonaccini Presidente”.

I rumors di queste ore frenetiche disegnano diversi scenari possibili. Il meno probabile di tutti vede una gara in solitario di Balzani alle primarie del 28 settembre, che a questo punto appaiono davvero a rischio. Torna in auge la pista del ‘briscolone’ (ma fin qui Graziano Delrio, forse l’unico in grado di placare l’intero partito, non ha dato la propria disponibilita’) ma da Roma rimbalza anche l’ipotesi una strategia piu’ attendista, che darebbe fiducia a Bonaccini (in fondo una iscrizione nel registro degli indagati non e’ una condanna e la scelta di Richetti viene considerata una decisione personale). Di sicuro una decisione definitiva sara’ presa nelle prossime ore. E a Imola c’e’ un sindaco che si chiama Daniele Manca, e su cui fino a pochi giorni fa c’era l’imprimatur del premier e della minoranza del partito.

 

Renzi a Porta a Porta non commenta la notizia sui due indagati

“Presidente, con Richetti e Bonaccini indagati cosa succedera’ per le primarie in Emilia-Romagna?”. E’ questa la domanda che i cronisti rivolgono al premier Matteo Renzi al termine del programma ‘Porta a Porta’. Ma Renzi, entrando in auto all’uscita degli studi Rai, si limita a rispondere “buon lavoro”.

“Matteo Renzi ha chiesto a Richetti di ritirarsi dalle primarie? “Assolutamente no”. Lo ha assicurato il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, a Otto e Mezzo su La7. “Non ci sono state richieste da Roma – ha aggiunto – non ci sono state richieste di candidarsi ne’ ora di ritirarsi. E’ stata una sua scelta”. Su Bonaccini, ha aggiunto: “Mi auguro che Bonaccini possa dimostrare la sua innocenza. Valutera’ lui cosa fare. Nel Pd – ha concluso – vale la regola delle primarie: vinca il migliore”. “Con la riforma costituzionale al Senato, ha detto ancora Boschi, “questo non accadra’ piu’ in futuro perche’ abbiamo eliminato i rimborsi elettorali ai consigli regionali. Anche le riforme aiutano a lavorare meglio”.

Napoli: Carabiniere spara, ucciso 17enne.

Napoli: Carabiniere spara, ucciso 17enne. Un testimone: “Un’esecuzione” ed e’ rivolta

05 Settembre 2014. Politica

 

Napoli violenta, Napoli città con molti scippi e rapine, vive una giornata drammatica. Un diciassettenne ucciso, un testimone che dice “E’ stata un’esecuzione” ed il quartiere Traiano in rivolta. Due auto della polizia date alle fiamme. E’ il risultato di una tragica notte iniziata con l’inseguimento di tre giovani su uno scooter. I tre non si sono fermati all’alt dei carabinieri, ne e’ nato un inseguimento, conclusosi quando il conducente ha preso un’aiuola del mezzo, urtando la Gazzella e cadendo a terra. Ma c’e’ anche chi dice che il motorino sia stato speronato dai militari. Uno e’ riuscito a fuggire e mentre i carabinieri bloccavano fil altri due, e’ partito un colpo dalla pustola d’ordinanza. Accidentalmente dicono i carabinieri, “un’esecuzione” sostiene un testimone. Così’ e’ morto ad appena 17 anni Davide Bifolco. I carabinieri pensavano che si trattasse di rapinatori, e forse non avevano torto. Infatti quello fuggito a piedi sarebbe un latitante, evaso a febbraio dai domiciliari, a cui era detenuto per rapina. L’altro fermato, Salvatore Tronfio, 18 anni, ha precedetti per furto e danneggiamento. C’era un altro scooter vicino a quello inseguito, con amici dei tre giovani. Uno di questi racconta: “Stavamo percorrendo un viale quando ad un certo punto la macchina dei carabinieri e’ andata contro lo scooter di Davide: E’ iniziato l’inseguimento, e’ stata puntata la pistola e Davide e’ stato ucciso. Poi l’hanno ammanettato come il peggiore dei criminali, nonostante fosse già’ stato colpito”.C’e’ da dire che carabinieri e polizia agiscono su un territorio pericoloso e spesso anche i ragazzi giovani sono armati di pistola. E spesso in solo due uomini devono affrontare più’ persone. Per questo capita che tirino fuori la pistola a scopo precauzionale. Come sia veramente partito il colpo mortale saranno ora gli investigatori a stabilirlo. Comunque troppo spesso giovani rapinatori, come quelli abituali dei rolex, vengono mandati ai domiciliari, dai quali puntualmente evadono per continuare a fare il loro lavoro. E per le forze dell’ordine diventa difficile controllare tutto senza mai perdere la lucidità necessaria.

Napoli, carabiniere uccide diciassettenne. Scoppia la rivolta, distrutte auto della polizia

Napoli, carabiniere uccide diciassettenne. Scoppia la rivolta, distrutte auto della polizia

Era in scooter insieme ad altri due nel quartiere Traiano e non si è fermato all’alt. I carabinieri: “Colpo accidentale”. Il fratello: “E’ stato un omicidio”

VIDEO La madre in lacrime: “So solo che mio figlio è morto”

Napoli, 5 settembre 2014 – Uno scooter, tre ragazzini. L’alt dei carabinieri, il mezzo che non si ferma; poi l’inseguimento e il colpo che parte. La notte balorda di Napoli si è portata via Davide Bifolco, 17enne del Rione Traiano.

SCOPPIA LA RIVOLTA – Dopo la tragedia in strada è scoppiata la rivolta: la gente si è sfogata distruggendo un’auto della polizia e danneggiandone altre. Ressa anche all’ospedale San Paolo, dove è stata trasportata la salma del giovane a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia. In tanti si sono stretti attorno al dolore di parenti e amici sotto casa del 17enne ucciso. (FOTO – LO STRAZIO DEI PARENTI)

LA DINAMICA – Tutto in pochi minuti. Nella ricostruzione fornita dai carabinieri, la morte di Davide è il frutto di un colpo di pistola partito per errore durante le concitate fasi per arrivare a bloccare due delle tre persone che erano fuggite all’alt della pattuglia. Sono circa le 2.40 quando una gazzella del Nucleo radiomobile di Napoli, nota i tre senza casco che viaggiano in sella a uno scooter. Il conducente non si ferma all’alt, e inizia l’inseguimento. 
il guidatore del mezzo in corsa impatta contro una aiuola e perde il controllo, urta la gazzella, e scooter e passeggeri cadono a terra. Subito dopo la caduta, il latitante, Arturo Equabile, 23 anni, fugge a piedi facendo perdere le tracce pur inseguito da uno dei due componenti della pattuglia. A questo punto dalla sua pistola parte un proiettile in maniera accidentale e raggiunge, all’emitorace sinistro il diciassettenne. Il carabiniere è ora indagato per omicidio colposo.

FERMATO UN 18ENNE, FUGGITO UN LATITANTE – In caserma, fermato dai militari, un altro ragazzo che era a bordo dello scooter, il 18enne Salvatore Triunfo, con precedenti per reati contro il patrimonio e danneggiamento. I carabinieri invece hanno identificato e ricercano il terzo occupante dello scooter, un latitante, secondo quanto si è appreso, con precedenti per reati contro il patrimonio, evaso dai domiciliari a febbraio scorso. Davide invece non aveva nessun precedente penale.

LA MADRE – “Oggi sono morta anch’io”. Sono le parole pronunciate con la voce rotta dal pianto da Flora Mussorofo, mamma di Davide. “Aveva solo 17 anni – aggiunge – non poteva fare male a nessuno. Il suo unico svago era giocare a pallone”. Spiega poi di non ricordare se al suo arrivo il figlio fosse ammanettato o meno, perché “ero in preda al panico”.”Niente, Davide non ha fatto niente. Ma che ha fatto che l’hanno ucciso? Voglio giustizia”, prosegue la donna. E racconta: “Era a casa, ha preso un giubbino e un cappellino e mi ha detto ‘vado a fare un giro e vengo’. Cinque minuti, e mi ha chiamato una ragazza e ha detto ‘signora scendete che i carabinieri hanno fermato Davide, servono i documenti”. “Era morto a terra – prosegue Flora Mussoforo – lo chiamavo e gli dicevo ‘alzati, andiamo’. E poi ho detto ‘che avete fatto’, ma nessuno mi rispondeva”. La madre di Davide si rivolge nuovamente al carabiniere: “Venga qui e uccida anche me”. Prova ancora a ricostruire quanto accaduto ieri sera, quando Davide le ha chiesto un cappellino perché “voleva fare ancora un giro in motorino, ma aveva freddo”. Più tardi “sono venuti a chiamarmi – spiega – sono arrivata sul posto e ho visto mio figlio a terra, ho cercato di scuoterlo ma era morto”. (VIDEO – LA MADRE IN LACRIME)

IL FRATELLO – “E’ stato un omicidio, non s’inventino scuse. E’ stato un omicidio”, dice, anche lui tra le lacrime nel rione Traiano, il fratello di Davide, Tommaso Bifolco. “Non è caduto durante l’inseguimento – aggiunge – è stato speronato e ucciso”.

GLI AMICI – Enrico ha ancora lo sguardo spaventato. Ripete, quasi a memoria, quel che ha vissuto stanotte. Era a bordo di uno scooter insieme ad un amico, accanto a Davide. “Stavamo percorrendo un viale quando ad un certo punto una macchina dei carabinieri è andata contro lo scooter di Davide. E’ iniziato l’inseguimento, è stata puntata la pistola e Davide è stato ucciso – dice ancora – l’hanno ammanettato come il peggior dei criminali, nonostante fosse già stato colpito”. “Davide era un bravissimo ragazzo – aggiunge Enrico – per me era un fratello. Giocavamo a calcio, scherzavamo tra di noi. Non eravamo delinquenti, stavamo soltanto facendo un ultimo giro prima di tornare a casa”.

“Lo hanno investito, gli hanno sparato e lo hanno ammanettato. Lo hanno ucciso tre volte“. Sono le parole di un altro amico di Davide. “Si tratta di omicidio volontario – aggiunge un altro ragazzo ancora – è morto sul colpo ed è arrivato all’ospedale già morto”. Gli amici riuniti davanti alla casa del giovane, al Rione Traiano, chiedono “giustizia. Chi ha sparato deve pagare”. Un ragazzo che abita in una casa vicina a quella del 17enne ucciso sottolinea ai cronisti: “La camorra ci protegge, lo Stato ci uccide”. Poi si allontana velocemente. Rione Traiano è una delle zone di Napoli in cui è forte la presenza della criminalità, organizzata e non.

Totò Riina shock: “Ogni sei mesi Berlusconi ci pagava 250 milioni di lire”

Totò Riina shock: “Ogni sei mesi Berlusconi ci pagava 250 milioni di lire”

Kikapress

Scritto da Yahoo! Notizie | Kikapress – 19 ore fa

Il boss di Cosa Nostra Totò RiinaIl boss di Cosa Nostra Totò Riina(KIKA) – Sono rivelazioni a dir poco inquietanti quelle che l’ex capo di Cosa Nostra Totò Riina pronuncia tra le mura del carcere milanese di Opera. Per la prima volta, il boss mafioso rivela come andarono le cose in quel ‘patto di protezione’ che la Cassazione ha accertato definitivamente, ordinando l’arresto dell’ex senatore Marcello Dell’Utri.

Durante la consueta passeggiata pomeridiana, parlando con il compagno d’aria Alberto Lorusso, Riina confessa: “A noialtri ci dava 250 milioni di lire ogni sei mesi. A chi si riferisce? All’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che negli anni Settanta cercava ‘protezione’ proprio dalla mafia. Riina parla anche del boss Tanino Cinà, l’uomo che in quegli anni suggerì a Dell’Utri di inviare Vittorio Mangano come stalliere ad Arcore, proprio per esaudire i desideri dell’ex premier.

 

L'ex presidente del Consiglio Silvio BerlusconiL’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Il boss dei boss è un fiume in piena: “Noi su Berlusconi abbiamo un diritto, sapete quando? Quando siamo fuori lo ammazziamo. Anche se poi precisa: “Non lo ammazziamo però, perché noi stessi non abbiamo il coraggio di prenderci il diritto”.

E non è finita qua, perché prima di fare rientro in cella, i due ne hanno anche per il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Disgraziato”, dice Riina. “Il più cattivo ministro di sempre, si sta impegnando per i sequestri di bene”, gli fa eco Lorusso.

Prima adozione figlio conviventi omosex

Adozioni: la prima volta di una coppia omosessuale

È stata riconosciuta dai Tribunale dei Minorenni di Roma l’adozione, da parte di una coppia di donne omosessuali (libere professioniste), di una bambina, figlia biologica di una di loro. “Le due mamme – ha spiegato Maria Antonia Pili, presidente AIAF del Friuli – hanno dapprima intrapreso e poi portato a termine un percorso di procreazione eterologa all’estero e, dopo la nascita della piccola, hanno stabilmente proseguito nel progetto di maternità condividendo con ottimi risultati i compiti educativi ed assistenzialì’.
Il ricorso – Secondo la presidente dell’AIAF hanno pure offerto alla bambina “una solida base affettiva”. Un’adozione come questa rappresenta il primo caso del genere in Italia. Come ha informato ancora l’avocato Pili, la coppia si era rivolta al Tribunale per il riconoscimento ed il ricorso è stato accolto sulla base dell’articolo 44 della Legge relativa all’adozione, la n. 184 del 4 maggio 1983, modificata nel 2001 dalla Legge 149.
Nell’interesse del minore – L’adozione, in casi particolari, è contemplata “nel superiore e preminente interesse del minore – come sottolinea la presidente AIAF – a mantenere anche formalmente con l’adulto, in questo caso genitore ‘sociale’, quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo”. E questo a maggior ragione se nell’ambito di un nucleo familiare ed indipendentemente dall’orientamento sessuale dei genitori.
Nessuna discriminazione tra coppie conviventi – “La norma in questione, infatti, non contiene alcuna discriminazione tra coppie conviventi, siano essi eterosessuali o omosessualì”. Per Pili non si è trattato di concedere un diritto ex novo, ma della garanzia della copertura giuridica ad una situazione di fatto già consolidata.

Assange: «Presto lascerò l’ambasciata dell’Ecuador»

Assange: «Presto lascerò l’ambasciata dell’Ecuador»

Londra, l’annuncio del fondatore di Wikileaks: «Vivo in un ambiente in cui chiunque avrebbe difficoltà»

 

Lascerò l’ambasciata “presto”. Lo ha detto Julian Assange durante la conferenza stampa presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra dove il fondatore di Wikileaks vive da oltre due anni. Assange non ha tuttavia fornito ulteriori dettagli. «Contro di me – ha detto – c’è un’aggressiva indagine da parte degli Stati Uniti». E ancora: «Sono stato incolpato per un delitto che non ho commesso». Guarda il servizio

Problemi di salute
A proposito di presunti problemi di salute, Assange ha spiegato di vivere in «un ambiente in cui qualsiasi persona di buona salute avrebbe prima o poi delle difficoltà». Di «essere detenuto in questo Paese senza incriminazione per quattro anni e in ambasciata per due anni senza aree esterne». Assange: «Incolpato per un delitto non commesso»

Accuse ai media
Dal numero uno di Wikileaks anche un’accusa ai media: «Spesso viene detto falsamente che io ero stato accusato in Svezia da una donna di un grave crimine, questo è falso. Nessuna donna mi ha denunciato, anzi questa donna ha smentito qualsiasi rapporto con me. Si sono fatte speculazioni – ha aggiunto – su tutta una serie di comportamenti da parte mia che non sono mai stati posti in essere. Io non sono mai stato incriminato per tali reati in Svezia».

La Uefa apre un’inchiesta su Tavecchio per i suoi “presunti commenti razzisti”

La Uefa apre un’inchiesta su Tavecchio per i suoi “presunti commenti razzisti”

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Il nuovo presidente della Figc nel mirino per il discusso discorso di presentazione della sua candidatura alla federazione. Tavecchio è tranquillo: “Si tratta di un atto dovuto, sono certo che potrò spiegare anche in sede UEFA sia il mio errore che le mie vere intenzioni”

Parigi, 20 agosto 2014  – L’Uefa ha aperto una inchiesta per “presunti commenti razzisti” nel confronti del nuovo presidente della Figc Carlo Tavecchio. Nel mirino dell’organismi calcistico europeo le dichiarazioni pronunciante da Tavecchio durante il discorso di presentazione della sua candidatura alla federazione.

Il neo presidente aveva detto:  “In serie A gioca chi mangiava le banane

La Uefa ha annunciato di aver “personalmente informato il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, della decisione di aprire un’inchiesta disciplinare sui presunti commenti razzisti fatti durante la sua campagna elettorale per la presidenza della Federcalcio”. Le frasi in questione sono quelle su “Opti Poba”. A occuparsi della vicenda il comitato etico e disciplinare della Uefa.
TAVECCHIO: SERENO, SPIEGHERO’ MIE INTENZIONI  – “Sono sereno e rispettoso della decisione della UEFA. Del resto si tratta di un atto dovuto, quindi da noi stessi previsto e sono certo che potrò spiegare anche in sede UEFA sia il mio errore che le mie vere intenzioni”. Lo dice Carlo Tavecchio dopo l’apertura dell’inchiesta Uefa.