Addio al premio Nobel Rita Levi Montalcini, signora della scienza e dell’impegno civile

Addio al premio Nobel Rita Levi Montalcini, signora della scienza e dell’impegno civile

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Con il suo sorriso lieve e lo sguardo intenso se ne è andata una delle donne che – per rigore d’impegno civile e di dedizione alla ricerca e allo studio – rendono grande il nostro paese: Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, è deceduta a Roma. Aveva 103 anni ed è morta nella sua abitazione in via di Villa Massimo. La scienziata era stata nominata senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il primo agosto del 2001. Come si legge sulle agenzie, il 118, intervenuto nella sua residenza, ha soltanto potuto constatare il decesso.

Rita Levi Montalcini era nata a Torino il 22 aprile 1909. Dopo aver studiato medicina all’universita’ di Torino, all’età di 20 anni entra nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi e inizia gli studi sul sistema nervoso che prosegue per tutta la sua vita, salvo alcune brevi interruzioni nel periodo della Seconda guerra mondiale. Si laurea nel 1936. Nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista a emigrare in Belgio con Levi, dove continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo.

 

I suoi primi studi (degli anni 1938-1944) furono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1947 accetta l’invito a proseguire le sue ricerche al dipartimento di Zoologia della Washington University (nello stato Usa del Missouri), dove rimane fino al 1977. Nel 1951-1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come Ngf (Nerve Growth Factor), che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa 30 anni prosegue le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione, per le quali nel 1986 viene insignita del Premio Nobel per la medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Nella motivazione del riconoscimento si legge: «La scoperta del Ngf all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza, i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo».

Dal 1961 al 1969 dirige il Centro di ricerche di Neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma in collaborazione con l’Istituto di Biologia della Washington University, e dal 1969 al 1979 il laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico “per raggiunti limiti d’eta’” continua le sue ricerche come ricercatore e guest professor dal 1979 al 1989, e dal 1989 al 1995 lavora presso l’Istituto di neurobiologia del Cnr con la qualifica di superesperto. Le sue indagini si concentrano sullo spettro di azione del Ngf, utilizzando tecniche sempre più sofisticate. Studi recenti hanno infatti dimostrato che esso ha un’attività ben più ampia di quanto si pensasse: non si limita ai neuroni sensori e simpatici, ma si estende anche alle cellule del sistema nervoso centrale, del sistema immunitario ematopoietico e alle cellule coinvolte nelle funzioni neuroendocrine.

E forse il segreto della lucidità e vitalità fino all’ultimo giorno della sua scopritrice si celava proprio nel Ngf: la scienziata lo assunse tutti i giorni in forma di gocce oculari per problemi alla vista. Dal 1993 al 1998 presiede l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. E’ membro delle piu’ prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia nazionale delle scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society. Viene nominata senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 1 agosto del 2001. Riceve numerosi altri riconoscimenti: fra l’altro tre lauree ad honorem delle Universita’ di Uppsala (Svezia), Weizmann-Rehovot (Israele) e St. Mary (Usa). Ha vinto inoltre il Premio internazionale Saint-Vincent, il Feltrinelli, e il premio “Albert Lasker” per la ricerca medica.

E’ stata sempre molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 ha istituito, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario, con l’obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese. Sempre a favore dei giovani scienziati, nel marzo 2012 rivolge un appello al Governo Monti insieme al senatore Ignazio Marino(Pd), «affinché non cancelli il futuro di tanti giovani ricercatori, che coltivano la speranza di poter fare ricerca in Italia. Il decreto legge su semplificazioni cancella i principi di trasparenza e merito alla base delle norme che dal 2006 hanno consentito di finanziare i progetti di ricerca dei giovani scienziati under 40 attraverso il meccanismo della peer review, la valutazione tra pari».

Levi Montalcini è stata particolarmente sensibile anche nei confronti dei temi della difesa dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Nel 1998 fonda la sezione italiana di Green Cross International, organizzazione non governativa riconosciuta dalle Nazioni Unite e presieduta da Mikhail Gorbaciov, di cui è consigliere. Significativo l’impegno sulla prevenzione e sulle conseguenze ambientali e sociali delle guerre e dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali, con particolare riferimento alla protezione e all’accesso alle risorse idriche. Con la vittoria dell’Unione di Romano Prodi alle elezioni politiche del 2006, la Levi Montalcini, in qualità di senatrice a vita, accorda la fiducia al governo Prodi II.

Primarie, Bersani: successo di giovani e donne. Bene Bindi, Josefa Idem e Uliveri. Fuori Gori e D’Antoni

Primarie, Bersani: successo di giovani e donne. Bene Bindi, Josefa Idem e Uliveri. Fuori Gori e D’Antoni

“Dai primi risultati delle primarie parlamentari successo di giovani e donne. Ne sono felice”. E’ questo il primo commento, su Twitter, del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, sulle consultazioni popolari per scegliere una parte dei candidati del suo partito alle prossime elezioni politiche. Per quanto riguarda i volti noti fuori Giorgio Gori, avanti Rosy Bindi e Cesare Damiano. Nelle primarie di Sel gli elettori premiano l’ex allenatore di calcio Renzo Ulivieri. In Lombardia boom per la 32enne precaria Miriam Cominelli. 

La soddisfazione di Bersani – “Ci vuole dell’azzardo…Abbiamo fatto una cosa difficilissima ma bellissima. Correre qualche rischio significa ottenere anche qualche risultato. Queste le parole del segretario del Pd, dopo la fine delle 2 giornate di primarie per l’elezione dei candidati alle prossime votazioni politiche.

In Piemonte bene Damiano, in Lombardia trionfa una 32enne precaria – I primi risultati hanno premiato in provincia di Torino l’ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano (con 5998 voti) e il segretario del Partito democratico di Torino, Paola Bragantini (4226). Per la provincia di Monza-Brianza trionfa Giuseppe Civati, a Lecco Veronica Tentori, a Bergamo Elena Carnevali, che ha superato Giorgio Gori. In provincia di Milano, dove hanno votato oltre 33mila persone, trionfano Lia Quartapelle, Franco Mirabelli, Barbara Pollastrini, Emanuele Fiano, Francesco Laforgia e Eleonora Cimbro. Ma la vera sorpresa in Lombardia è stata la precaria 32enne Miriam Cominelli che con con 6.423 voti nella sua città di Brescia è stata la più votata di tutta la Regione. 
La sconfitta del “renziano” Gori – Giorgio Gori, grande sostenitore di Matteo Renzi, non ce l’ha fatta a vincere le primarie per la scelta dei parlamentari del Pd. Nella circoscrizione di Bergamo, infatti, dove si era candidato, è arrivata prima Elena Carnevali, capogruppo del Pd in Comune, che ha ottenuto 6.149 preferenze, cioé il 31,18% dei voti. Secondo si è classificato il deputato Giovanni Sanga con 4.037 voti (20,47%), terzo Giuseppe Guerini con 3.172 preferenze (16,09%) e ‘solo’ quarto (su otto candidati) Gori che ha incassato 2.252 voti (12,94%).
Rosy Bindi vince in Calabria – Rosi Bindi supera lo scoglio delle primarie in provincia di Reggio Calabria. La presidente del Pd supera le primarie insieme al consigliere regionale Demetrio Battaglia. Due donne ai primi tre posti. E’ il risultato delle primarie del Pd in Provincia di Cosenza dove hanno votato 26.491 persone. Al primo posto si è piazzata Enza Bruno Bossio, componente la direzione nazionale del Pd, con 10.679 preferenze che ne fanno il candidato in assoluto più votato in tutta la Calabria. Alle sue spalle si è piazzato il sindaco di Diamante Ernesto Magorno (7.295 voti), seguito da un’altra donna, Stefania Covello (6.746). Quarto l’ex coordinatore provinciale del partito Bruno Villella (5.210). Non ce l’hanno fatta, dunque, il deputato uscente Franco Laratta (4.906) ed il consigliere regionale Mario Maiolo (3.259). Tra gli altri candidati Valeria Capalbo ha ottenuto 3.894 voti, Daniela De Marco 2.290, Luigi Guglielmelli 2.265, Giovanni Manoccio 2.069 e Giuseppe Terranova 1.487.
A Napoli una donna la più votata – E’ Assunta Tartaglione la più votata nelle primarie del Pd a Napoli e provincia. Nel collegio Campania 1, la Tartaglione, avvocato, già coordinatrice provinciale delle donne del Pd, ha ottenuto 6676 voti ed ha preceduto di circa 60 schede, il sindaco dimissionario di Portici Enzo Cuomo, votato da 6719 elettori. Terza un’altra donna, Valeria Valente, ex assessore della giunta Iervolino, che ha ottenuto 6613 voti. A seguire il parlamentare uscente Salvatore Piccolo scelto da 6165 elettori del Pd, poi Sollo (6103 voti), Rostan (5728), Armato (5621), Bossa (5311), Amato (4600), Impegno (4503), Palma (4329), Manfredi (4055). A seguire tutti gli altri: Paolucci 4025; Piccolo G. 3984; Gambardella 3883; Carloni 3599; Mazzei 3425; Russo 3222; Milo 3064; Caiazzo 2759; D’Angelo 2675; Iervolino 2642; Borriello 2165; Fiore 1957; Liguori 1040; Gaudino 784; Cacciola 738; Durazzo 713; Speranza 704; Quarto 424; Lanza 341.

Primarie Sel, l’allenatore Ulivieri fra i più votati – Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione italiana allenatori di calcio, è stato tra i più votati alle primarie in Toscana per la selezione delle candidature di Sinistra ecologia e libertà. Ulivieri, secondo il risultato degli scrutini per il Senato, ha ottenuto 2.112 voti. Più di lui, sempre per il Senato, solo Alessia Petraglia con 2325 preferenze, seguita da Mercedes Frias con 2055. Per la Camera spiccano, tra le donne, i risultati di Martina Nardi (1854 preferenze) e Marisa Nicchi (1602); tra gli uomini Gabriele Berni ha ottenuto 1435 preferenze. Per le primarie di Sel in Toscana hanno partecipato al voto 11.360 cittadini che costituiscono, riferisce una nota della commissione elettorale regionale di Sel, circa un quarto dei toscani che un mese fa hanno dato il loro sostegno a Nichi Vendola.

In Emilia Romagna passa Josefa Idem – Alle primarie del Pd dell’Emilia-Romagna hanno vinto: il renziano per eccellenza Matteo Richetti, presidente dimissionario dell’Assemblea legislativa; l’oro olimpico a Sydney 2000, Josefa Idem; ed Enzo Lattuca, una giovane promessa nel Pd di Cesena che compirà 25 anni a febbraio, giusto qualche settimana prima di fare l’esordio, se eletto alle politiche, alla Camera. Ma l’appuntamento di ieri in regione, dove si sono recati alle urne oltre 151 mila persone, sarà ricordato anche per le sconfitte eccellenti: a Modena battuto per qualche decina di voti il segretario provinciale Davide Baruffi e l’ex sottosegretario durante il governo Prodi Mariangela Bastico; a Bologna Sandra Zampa, ex portavoce del Professore, è a rischio e per tornare in parlamento dovrà essere ripescata nel listino.

In Sicilia fuori D’Antoni entra giovane sindaco – Le primarie del Pd in Sicilia, anche se non vi è ancora nessun dato ufficiale ma solo le voci delle segreterie dei candidati, segnano l’affermazione a Enna del senatore Vladimiro Crisafulli, a Trapani del sen. Antonio Papania, ad Agrigento del deputato Angelo Capodicasa. Fuori è Sergio d’Antoni, arrivato settimo a Palermo, dove si registra la grande affermazione del sindaco di Pollina (Pa) Magda Culotta, 26 anni, e di Davide Faraone, ex deputato regionale. A Palermo successo anche per il sindaco di Marineo Franco Ribaudo e altre due donne: la deputata Alessandra Siragusa e e la consigliera comunale palermitana Teresa Piccione. A Caltanissetta Daniela Cardinale avrebbe battuto l’ex presidente dell’antimafia regionale Lillo Speziale. A Siracusa avrebbe vinto l’ex deputato regionale Pippo Zappulla e a Messina il deputato Francantonio Genovese.
In Sardegna vincono donne e volti nuovi – Magari sarà mancata la partecipazione, ma la novità delle primarie parlamentari del Pd in Sardegna è sicuramente arrivata dalla doppia preferenza di genere e dalla svolta determinata dai volti nuovi, che hanno ‘eliminato’ alcuni esponenti di spicco del partito. Il primo risultato, non ancora definitivo perché entro le 14 la commissione regionale dovrà deliberare i dati ufficiali su cui poi i singoli potranno effettuare anche eventuali ricorsi, é la vittoria delle donne sindaco. Romina Mura (prima cittadina di Sadali) è la più votata a Cagliari, e Giovanna Sanna (sindaco di Florinas), a Sassari. Tra i volti ‘nuovi’ quello del debuttante Ignazio Angioni (Cagliari), Emanuele Cani del Sulcis, Thomas Castangia e Maria Grazia Dessì a Cagliari, oltre a Peppe Loi in Ogliastra e Luisa Puggioni a Nuoro. Tra i big la spuntano i consiglieri regionali Giuseppe Luigi Cucca a Nuoro e Gavino Manca a Sassari, il senatore uscente Giampiero Scanu in Gallura, i deputati uscenti Caterina Pes ad Oristano, Siro Marrocu nel Medio Campidano, Paolo Fadda a Cagliari, Guido Melis a Sassari. Fuori dai giochi tra i 14 ‘eleggibili’, ma comunque nelle liste di Camera e Senato, l’ex presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, il senatore uscente Francesco Sanna e la deputata uscente, Amalia Schirru. 

L’AUTHORITY APPROVA LA NUOVA TARIFFA DELL’ACQUA IN VIOLAZIONE DEL REFERENDUM

L’AUTHORITY APPROVA LA NUOVA TARIFFA DELL’ACQUA IN VIOLAZIONE DEL REFERENDUM

 

Dal decreto di Ferragosto alla tariffa di Capodanno. Ovvero come uccidere la Democrazia durante le vacanze

 

Ieri l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei referendum del giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell’acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato.

Già il governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.

In egual modo l’Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull’acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “oneri finanziari”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.

Ma fa anche di peggio.

Infatti, il nuovo metodo tariffario metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente. Ciò avverrà perché in un sistema che si basa sul ricorso al mercato creditizio, se si allunga il periodo di ammortamento dei cespiti si ha una conseguente riduzione delle aliquote annue con un impatto negativo sui flussi di cassa, creando, così, un rischio elevato nel reperimento delle risorse finanziarie.

Ciò è particolarmente grave visto che il servizio idrico integrato abbisogna di ingenti investimenti nei prossimi anni (alcune stime parlano di circa 2 miliardi di euro l’anno per i prossimi 20-30 anni).

L’Autorità, in un contesto dove il governo tecnico di Monti ha rafforzato un’impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall’acqua.

Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.

Per questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell’Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finché questo non avverrà e venga ristabilità la volontà popolare.

Perchè si scrive acqua, si legge democrazia, e vogliamo ripubblicizzare entrambe.

ALLERGIE ALIMENTARI: 5 CONSIGLI PER STARE TRANQUILLI DURANTE LE FESTE DI NATALE

ALLERGIE ALIMENTARI: 5 CONSIGLI PER STARE TRANQUILLI DURANTE LE FESTE DI NATALE

 

di Verdiana Amorosi

 

I pranzi e le cene di natale rischiano di trasformarsi in un incubo, specie per chi soffre di allergie alimentari. Secondo gli specialisti della Siaic, le reazioni gravi provocate dalle intolleranze alimentari aumentano del 3% ogni anno. Un fenomeno in costante crescita, quindi, che rappresenta una vera e propria minaccia per l’8% dei bambini italiani e il 3% degli adulti.

Naturalmente, il periodo delle feste natalizie aumenta la possibilità di riscontrare il pericolo di allergie alimentari: si mangiano tante pietanze, si pranza e si cena più frequentemente fuori casa e il rischio di trovare un alimento sbagliato nel piatto, in grado di rovinare non solo le feste, ma anche la salute, è sicuramente maggiore!

Ma quali sono gli alimenti più pericolosi?

Tra i più noti c’è sicuramente la frutta secca con guscio, come noci, arachidi, mandorle e nocciole, che a volte – se mangiati in piccole quantità – possono anche non dare fastidi, ma se ingeriti in dosi maggiori (come avviene normalmente nel periodo natalizio) possono provocare effetti collaterali anche molto gravi.

Un esempio molto comune è la noce brasiliana, che viene consumata quasi esclusivamente nel periodo natalizio ed è responsabile di gravi reazioni anafilattiche.

Ma tra i cibi pericolosi ricordiamo anche i crostacei, come aragoste, gamberi e gamberoni, spesso usati nella preparazione degli antipasti o dei secondi piatti della cena della vigilia. Chi soffre di allergie alimentari quindi, dovrebbero evitare di mangiarli o -al massimo – consumarne in piccole quantità.

In ogni caso, è opportuno portare sempre dietro degli antistaminici, ma per i soggetti più a rischio, o che hanno avuto già in precedenza shock anafilattici, questi non possono bastare.

«Per loro -ha spiegato il prof. Oliviero Rossi, allergologo consigliere della SIAIC, Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Clinica – è indispensabile il salvavita, l’adrenalina con l’ausiliatore . Ma lo dovrebbe usare soltanto chi avuto reazioni gravi da pronto soccorso. Una percentuale che aumenta sempre di più: le reazioni gravi agli alimenti, quelli che portano le persone a rivolgersi al pronto soccorso, crescono di un 3% ogni anno. Questo perché c’è un incremento di questi alimenti manipolati, additivi e conservanti: li contengono il 90% dei prodotti in vendita al supermercato, che possono provare anche fenomeni simili a quelli allergici”.

Ma non c’è solo la reazione allergica agli alimenti, in questo periodo ci sono anche i pollini delle piante, in particolare, la tipica pollinosi dicembrina da cipresso, che interessa solo le regioni in cui queste piante sono molto diffuse: “La pollinosi da cipresso, proprio per il periodo in cui si manifesta, viene spesso ritenuta un raffreddore invernale – ha detto il prof. Cristoforo Incorvaia, allergologo consigliere SIAIC -. La diagnosi può essere quindi tardiva e viene fatta se la persistenza dei sintomi nei mesi successivi, dato che il polline viene prodotto fino a primavera, e conduce il paziente dall’allergologo. Si verifica prevalentemente nelle regioni del Centro-Sud, dove si stima che una persona su 4 sia allergica, rispetto ad una su 10 del Nord”.

Ecco quindi 5 semplici regole da seguire per evitare problemi durante le feste:

1) Fate attenzione alle piante: la stella di Natale, l’Euphorbia pulcherrima, è imparentata con l’albero della gomma e quindi può provocare sintomi negli allergici al lattice;

2) Massima cautela anche per l’albero di Natale, che libera le muffe cresciute su tronco e rami, capaci di causare rinite e asma. Prima di addobbarlo, lavate l’albero e asciugatelo con il phon;

3) Fate un test: la diagnostica molecolare aiuta il paziente a capire quanta probabilità c’è di incorrere in reazioni più o meno gravi. Fatelo prescrivere da un allergologo.

4) Evitate le medicine a base di erbe: per i soggetti allergici ci sono parti che possono essere pericolosissime per i pazienti, come gli integratori o i coadiuvanti per le diete, che contengono derivati di semi di frutta secca, o il miele, la pappa reale e il propoli;

5) Portate sempre con voi degli antistaminici e, solo nei caso più gravi, ove necessario, anche il salvavita.

Primarie parlamentari Pd, ecco il secondo round

Primarie parlamentari Pd,
ecco il secondo round
Bersani al seggio ‘sfida’ Monti

“Il premier da che parte sta?
Faccia chiarezza. Arriveremo
al milione di voti”

Oggi tocca a Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia

 
Primarie per il parlamento: il voto di Pier Luigi Bersani (Ansa)

Primarie per il parlamento: il voto di Pier Luigi Bersani (Ansa)

Roma, 30 dicembre 2012 – Seconda giornata di primarie parlamentari per il Partito democratico, che oggi chiama alle urne gli elettori di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Seggi aperti dalle 8 alle 21. 

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I tre principali protagonisti delle primarie per la premiership ai seggi andranno domani: Pierluigi Bersani nella emiliana Piacenza, Matteo Renzi a Firenze, Nichi Vendola nella pugliese Terlizzi. Bari.

 

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BERSANI ATTACCA – Massimo rispetto per il presidente del Consiglio, ma dopo la sua decisione di fare politica serve “chiarezza” per rispetto agli elettori che saranno chiamati a votare a febbraio, chiede il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che al seggio di Piacenza per votare alle primarie per i parlamentari del centrosinistra, avverte Mario Monti: a lui “pongo delle domande politiche”, fermo restando che “io voglio organizzare il campo dei progressisti e poi tenere la testa aperta a forze europeiste che siano alternative al populismo e a Berlusconi”.

“Io non faccio polemica, sono molto rispettoso. Ho rapporti ottimi con Monti. Adesso ha scelto di essere una parte politica e quindi io pongo delle domande politiche amichevolmente perché quando si va davanti agli elettori ci vuole chiarezza”.
Per esempio, ha spiegato, “Monti vuole mettersi in Europa nello stesso posto dove è Berlusconi? O dove altro? Domanda legittima. Monti e il centro pensano che il bipolarismo non vada bene? Vogliono smontarlo? E se non vogliono smontarlo, da che parte si mettono?”. Inoltre “ho obiettato anche attorno all’esigenza di essere molto rigorosi nella distinzione tra politica ed istituzioni. Io ho molta stima e rispetto di Bondi, ma sta facendo un altro mestiere, non può farne un altro”.

Nelle prossime settimane “arriveremo al merito”, ha aggiunto il segretario del Pd: “Cosa pensa dei diritti civile, degli esodati… Io ho detto da due anni che voglio organizzare il campo dei progressisti e poi tenere la testa aperta a forze europeiste che siano alternative al populismo e a Berlusconi. Quindi la mia proposta rimane ferma. Però parliamo di politica, vediamo di chiarirci”.

PDL-LEGA –  La rottura tra Pdl e Lega, è segno che la destra “ha dei guai”. Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è la “resa dei conti” di “dieci anni di governo” Berlusconi “disastroso” e dell’incapacità di fare autocritica. “Così vanno contro un muro… uno sport che può anche piacere”.
 

“UN MILIONE AL VOTO” – Il Pd ha avuto “coraggio” a fare le primarie anche per scegliere i parlamentari che potranno essere eletti alle prossime politiche e “la grande parte sarà espressione autentica dei territori”. Ne è convinto il segretario Pier Luigi Bersani secondo il quale alla fine della due giorni in tutt’Italia il bilancio sarà di un milione di votanti.
“Quando chiamiamo la gente a partecipare va benissimo – ha commentato Bersani al seggio di Piacenza -. In politica bisogna avere coraggio. Noi avremo un sacco di gente che va a votare per queste primarie per i parlamentari ed è una novità assoluta nella storia di questo paese. Siamo l’unico partito che le fa. Certo che ci abbiamo messo del coraggio a farle in questo periodo, però sta andando tutto bene”.

IL CASO-GORI – La sconfitta di Giorgio Gori alle primarie per i parlamentari del Pd deve essere letta a partire da Bergamo, dal radicamento che lo spin doctor di Matteo Renzi ha nel suo territorio. “Chi ha lavorato ha avuto il suo premio” ha detto il segretario Pier Luigi Bersani secondo il quale alle fine della due giorni di voto emergeranno come candidati al parlamento tantissimi giovani, espressione del territorio.
“Queste primarie chi si è candidato le ha fatte a casa sua – ha precisato Bersani – Non so le dinamiche e il radicamento che ognuno ha sul territorio, bisognerebbe andare a chiederlo a Bergamo. Io voto il mio deputato a Piacenza”.
“E’ giusto che chi ha macinato lavoro abbia anche risultati – ha aggiunto il segretario del Pd -. Basta vedere una certa Angelica di Salerno, una ragazza di un piccolo comune che prende novemila voti. Vedrete quanti giovani sbucano. La gente ha buon senso, non fa un fatto puramente anagrafico, ma se può incoraggiare una donna o un giovane lo fa sempre e i risultati diranno questo. Naturalmente chi ha lavorato ha avuto il suo premio però se ne è andato a cercare”.

 

La giornata di ieri, intanto, che ha visto le altre nove Regioni al voto (Piemonte, Liguria, Lombardia, Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria), si è chiusa con i primi risultati che hanno premiato in provincia di Torino l’ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano (con 5998 voti) e il segretario del Partito democratico di Torino, Paola Bragantini (4226).

Per la provincia di Monza-Brianza trionfa Giuseppe Civati, a Lecco Veronica Tentori, a Bergamo Elena Carnevali, che ha superato Giorgio Gori.

In provincia di Milano, dove hanno votato oltre 33mila persone, trionfano Lia Quartapelle, Franco Mirabelli, Barbara Pollastrini, Emanuele Fiano, Francesco Laforgia e Eleonora Cimbro.

Rosy Bindi conquista, invece, la provincia di Reggio Calabria.

E’ morta Rita Levi Montalcini Premio Nobel, aveva 103 anni

E’ morta Rita Levi Montalcini
Premio Nobel, aveva 103 anni

Signora della scienza e senatrice a vita
Monti: “Ha dato lustro al nostro Paese”

E’ morta a Roma nella sua abitazione. Sarà seppellita a Torino, accanto alla sorella. Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: “E’ una perdita per l’umanità intera”

 
Il premio Nobel Rita Levi Montalcini (foto Ansa)

Il premio Nobel Rita Levi Montalcini (foto Ansa)

Roma, 30 dicembre 2012 – E’ morta, a 103 anni, Rita Levi Montalcini. Nata il 22 aprile del 1909, è stata neurologa e senatrice a vita, nominata dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1986 è stata premio Nobel per la Medicina. .

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MORTA NELLA SUA CASA – Il decesso è avvenuto nella sua abitazione a Roma. Rita Levi Montalcini è deceduta oggi intorno alle 13.30, riferiscono i suoi collaboratori. Stava bene, aveva anche mangiato, e nulla lasciava pensare a quello che è accaduto, spiegano. Poi ha avuto una leggera crisi respiratoria, è stato chiamato il 118, ma quando il medico è intervenuto non ha potuto che constatare il decesso. Si è spenta serenamente, quasi si fosse addormentata.

VITA E SCIENZA – E’ stata la prima donna a essere ammessa alla Pontifica Accademia delle Scienze. E’ stata socia dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della Scienza. Figlia di un ingegnere ebreo, Adamo Levi, e di una pittrice, Adele Montalcini, trascorse l’infanzia e l’adolescenza nel capoluogo piemontese, dove frequentò anche la Facoltà di Medicina e dove, nel 1936, si laureò con 110 a lode. Durante il fascismo emigrò in Belgio per tornare poi a Torino dove continuò le sue ricerche neurologiche. Dopo un periodo trascorso nell’astigiano Rita Levi Montalcini si trasferì con la famiglia a Firenze, fino a quando nel 1944 entrò nelle forze alleate come medico.

IL CORDOGLIO DEL MONDO ISTITUZIONALE E POLITICO – Monti: “Donna carismatica e tenace”. Schifani: “Grande scienziato e grande donna”. Fini: “Profonda tristezza”.

SARA’ SEPPELLITA A TORINO – “Abbiamo appreso dalla nipote che Rita Levi Montalcini sarà seppellita a Torino accanto alla sorella“. Lo afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, all’uscita dell’appartamento romano della Montalcini. “Quella della Montalcini è una perdita per l’umanità intera – ha sottolineato Pacifici -. Perdiamo un Nobel per la medicina che con le sue ricerche ha nobilitato l’umanità. La nostra Comunità si stringe al dolore della famiglia. Alcuni anni fa ci ha dato il privilegio di accettare l’iscrizione onoraria alla Comunità. La sua è anche la storia di una donna che dovette emigrare per le leggi razziste. Se ne va anche un senatore a vita, una persona che ha dato anche lustro politico al nostro paese. In questo momento dobbiamo solo inchinarci al dolore”.

IL VATICANO – “Una figura eminente non solo per gli altissimi meriti scientifici ma anche per l’impegno civile e morale che l’ha resa persona esemplare e ispiratrice nella comunità italiana e internazionale: è spontaneo e doveroso unirsi al cordoglio universale per la sua dipartita”. La Radio Vaticana commenta con le parole del portavoce del Papa, padre Federico Lombardi, la scomparsa di Rita Levi Montalcini. “Aveva 103 anni. Era membro della Pontificia Accademia delle Scienze”, ricorda l’emittente della Santa Sede, sottolinenando che la sua famiglia “a causa delle leggi razziali fu costretta a emigrare in Belgio”. Socia nazionale dell’Accademia dei Lincei oltre che dell’alto consesso vaticano la scienziata, precisa l’emittente, era “laica, non credente e impegnata su molti fronti civili e sociali”.

India: funerali blindati per la ragazza stuprata. Proteste e scontri a New Delhi

India: funerali blindati per la ragazza stuprata. Proteste e scontri a New Delhi

Si sono svolti i funerali della ragazza di New Delhi morta dopo un stupro di gruppo. Poche ore dopo essere arrivato da Singapore e dopo una breve cerimonia nei pressi dell’aeroporto il corpo della giovane ventitreenne è stato cremato, secondo la tradizione induista.
Due settimane di martirio – La studentessa indiana era stata ricoverata in un ospedale di Singapore dopo aver subito, il 16 dicembre scorso, uno stupro collettivo a New Delhi. I sei stupratori della ragazza saranno accusati di omicidio, oltre che di stupro e aggressione, ha reso noto il portavoce della polizia di Nuova Delhi, Rajan Bhagat, precisando che la formalizzazione delle accuse sarà effettuata il 3 gennaio per aprire la strada al processo
Funerali blindati e niente giornalisti – Le esequie si sono svolte alla presenza di un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine per timore di manifestazioni. Il feretro della ragazza, e stato accolto allo scalo dal primo ministro Manmohan Singh e dalla presidente del partito del Congresso Sonia Gandhi. Il corpo, deposto in una bara dorata, è stato quindi portato nell’abitazione della giovane nel quartiere di Mahavir Enclave per il rituale funebre e da qui in un vicino crematorio sempre sotto scorta della polizia e di forze antisommossa Raf (Rapid Action Force). Oltre a familiari e amici, alla cerimonia hanno assistito un ministro e alcuni esponenti politici locali. Non sono stati ammessi i giornalisti.
La ragazza doveva sposarsi a febbraio – Un’amica della vittima che ha partecipato alla cerimonia di cremazione ha detto che la ragazza “doveva sposarsi a febbraio”. “Avevano fatto tutti i preparativi per sposarsi e previsto di festeggiare le nozze a Delhi”, ha confidato Meena Rai che aveva accompagnato la sua amica a scegliere gli abiti nuziali. Secondo Usha Rai, un’altra amica, la coppia doveva sposarsi a febbraio.
Proteste e scontri a New Delhi – Forti proteste a New Delhi per la morte della ragazza stuprata. Alcune migliaia di giovani dimostranti si sono radunate vicino all’osservatorio del Jantar Matar, uno dei luoghi riservati dalle autorità per le manifestazioni, dove dal 29 dicembre sono in corso sit-in pacifici e fiaccolate di solidarietà. La tv Ibn ha mostrato un gruppo di giovani che ha tentato di sfondare le barricate erette dalla polizia lanciando anche sassi. Il luogo è presidiato da un massiccio dispiegamento di polizia e forze anti-sommossa.
Ban Ki-moon: “La violenza contro le donne non deve essere accettata” – Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si è detto “profondamente addolorato” per la morte della studentessa. Ban Ki-moon esprimendo le condoglianze alla famiglia della giovane – riferisce un portavoce – ha condannato fermamente il crimine brutale: “La violenza contro le donne non dovrebbero mai essere accettata, scusata o tollerata” ha aggiunto la fonte ricordando che “ogni ragazza e ogni donna ha il diritto di essere rispettato, valorizzato e protetto”.
Human Rights Watch chiede “serie sanzioni” – L’associazione Human Rights Watch chiede all’India di prendere “serie azioni” per combattere la violenza contro le donne. E’ quanto si legge in un comunicato stampa relativo alla morte della ragazza stuprata da sei uomini lo scorso 16 dicembre. “Questo stupro mortale richiama seriamente l’attenzione sulle diffuse violenze sessuali che le donne e le ragazze subiscono in India – commenta Meenakshi Ganguly, direttrice della sezione sud asiatica aggiungendo che “il governo deve agire immediatamente per prevenire le aggressioni sessuali, condurre indagini a tappeto e punire i responsabili, oltre ad assicurare un dignitoso trattamento per le vittime.” Human Rights Watch ricorda che nel 2011 in India sono stati registrati ufficialmente 24.206 casi di stupro (secondo il National Crime Records Bureau) ma “che il numero di violenze non denunciate è molto più alto”.

Arriva l’anticiclone di Capodanno: il 2012 si chiude nel segno del bel tempo da Nord a Sud

Arriva l’anticiclone di Capodanno: il 2012 si chiude nel segno del bel tempo da Nord a Sud

Arriva l’anticiclone di Capodanno che farà finire il 2012 con una prevalenza di bel tempo da Nord a Sud. Ma attenzione alle nebbie e alle gelate nella notte di San Silvestro. E’ il quadro tracciato dal centro Epson. Grazie alla presenza dell’anticiclone di Capodanno, gli ultimi giorni del 2012, compresa la notte di San Silvestro, saranno caratterizzati da prevalenza di tempo bello, ma anche dal fastidio delle nebbie in Pianura Padana e da deboli gelate notturne in gran parte del Centronord, mentre le temperature pomeridiane caleranno ulteriormente e oscilleranno attorno a valori normali per la stagione. Poi con l’inizio del nuovo anno tempo in peggioramento per l’arrivo della prima perturbazione di gennaio, con piogge anche forti che mercoledì 2 bagneranno soprattutto Nordest e Centro Italia.
Chiusa la parentesi primaverile al Sud – Dopo un sabato con nuvole al Sud, qualche pioggia residua su Salento, Calabria e Sicilia Settentrionale, temperature massime ovunque in calo e in generale nella norma o di poco al di sopra. Il 29 dicembre si è chiusa la parentesi primaverile al Sud. Oltre a portare un deciso calo termico, i venti di tramontana accentuano la sensazione di freddo.
Effetto “wind chill” e temperature in calo – Si tratta dell’effetto “wind chill”, che renderà ancora più brusco il passaggio dal clima primaverile di Natale a un clima decisamente più invernale. Le temperature sono in calo un po’ ovunque, dal Nord al Sud. E per la notte che ci porterà nel 2013, il tempo si manterrà per lo più discreto, con prevalenza di cieli sereni. Un po’ più di nuvole si faranno vedere su Calabria, Isole maggiori e Alpi. Attenzione alle nebbie che si formeranno in Pianura Padana e sulle coste dell’alto Adriatico e alle deboli gelate al Centronord.
Con il 2013 arriva la pioggia – Poi con l’inizio del 2013 arriva anche la prima perturbazione di gennaio: tra l’1 e il 2 gennaio riporterà pioggia su gran parte dell’Italia. Il peggioramento partirà dal Nordovest dove le prime piogge potrebbero già arrivare la sera del primo gennaio, per poi estendersi successivamente al Nordest e il 2 anche al Centro, Campania e Sardegna. Tornerà la neve in montagna e a quote collinari. Tra il 2 e il 3 gennaio ci sarà un calo termico su tutta Italia a causa delle correnti fredde che seguono la perturbazione.

Usa, tempo sta per scadere: vicina intesa al ribasso su fiscal cliff

Usa, tempo sta per scadere: vicina intesa al ribasso su fiscal cliff

LaPresse
Washington (Usa), 30 dic. (LaPresse/AP) – Forse non si tratta di stallo, ma sull’intesa per scongiurare il ‘fiscal cliff’ democratici e repubblicani vanno verso un compromesso al ribasso. Dall’accordo da votare entro il primo gennaio verranno escluse le questioni più grandi e spinose, ad esempio la proroga degli sgravi fiscali o la fissazione di nuove aliquote e i tagli ai capitoli sensibili della spesa sociale, come istruzione e sanità. Questo sembra emergere dagli ultimi negoaziati. L’intesa permetterebbe di evitare che scatti la mannaia del cosiddetto baratro fiscale e i punti su cui il presidente Usa, Barack Obama, e il Gop non riescono ad accordarsi verrebbero di nuovo discussi all’inizio di gennaio. Dunque per evitare che il fiscal cliff faccia ripiombare gli Stati Uniti nella recessione si troverà una soluzione bipartisan lontana da quando Obama e lo speaker repubblicano della Camera, John Boehner, discutevano di un accordo che, se attuato, avrebbe ridotto il deficit di più di 2.000 miliardi di dollari in 10 anni.
 
“Abbiamo delineato un quadro che ci permetterà di riformare il nostro sistema fiscale e la nostra spesa pubblica”, diceva Boehner lo scorso 16 novembre, quando si entrava nel vivo dei negoziati con la Casa Bianca. La leader democratica alla Camera, Nancy Pelosi, gli faceva eco sostenendo che “abbiamo capito che ci devono essere dei tagli, che si deve discutere di entrate, ma deve essere fatto per una crescita duratura legata al futuro”. Ma invece di convergere Obama e il Congresso sono ad un altro punto (quasi) morto. Dalla giornata di ieri pochi segnali sono arrivati che facciano pensare a un’accelerazione del negoziato. E questo nonostante la prova di forza del presidente, che si è detto pronto a far votare in Senato il suo piano originale accusando esplicitamente i repubblicani di irresponsabilità per non aver ceduto sulle tasse. Obama, che intendeva aumentare le tasse per i redditi superiori a 250 mila dollari, per venire incontro alle richieste dei repubblicani è salito fino alla soglia dei 400 mila. Dall’altra parte Boehner ha accettato che le tasse aumentassero soltanto per i redditi superiori al milione di euro.
 
Ma adesso un altro problema si è inserito nel dibattito sulla fiscalità pubblica statunitense. Come annunciato dal segretario al Tesoro, Tim Geithner, il tetto legale del debito Usa sarà sfondato in anticipo rispetto al previsto il prossimo 31 dicembre. Il resposnabile delle finanze dell’amministrazione Obama ha detto di poter rinviare di un paio di mesi la scadenza con misure straordinarie di tipo contabile, ma ha chiesto ai partiti di arrivare a un’intesa per alzare il limite al debito ed evitare il deafult. I repubblicani accusano adesso il presidente di voler sfruttare a suo vantaggio questa misura per alleggerire i tagli alla spesa pubblica che dovranno essere inseriti in un pacchetto per la messa in ordine dei conti.

Whatsapp, attenti al messaggio che prosciuga il credito

Whatsapp, attenti al messaggio che prosciuga il credito

 
 
 

E’ di nuovo al centro dell’attenzione mediatica la famosa applicazione che consente agli utenti di inviarsi messaggi gratis, questa volta il problema deriva da un messaggio che arriva e porta con se un link che prosciuga il credito telefonico.
Il messaggio è già arrivato a parecchi utenti proviene da un numero sconosciuto con prefisso tedesco: +49 160 41630216. Ecco cosa contiene il testo del messaggio (in un italiano assolutamente scorretto): “Ora ho finalmente il tempo di inviare i link promessi, basta guardare – e qui trovate i link allegati – , i migliori auguri e inviare i link ancora di più agli utenti e libero dal virus. Ti ricordi di me.“.
Nei link ovviamente è contenuto il codice malevolo che potrebbe prosciugare il vostro conto telefonico, quindi non apriteli. Un consiglio, quando vedete dei messaggi di cui non conoscete la provenienza e l’italiano col quale sono scritti non è propriamente corretto, diffidate e semplicemente cancellateli. Inoltre questi link malware spesso sono in grado di rubare anche i dati sensibili in memoria.Inoltre un altro consiglio è di bloccare il mittente dal quale si riceve questo pericoloso testo.