Se i mussulmani vogliono dissanguare animali vivi lo facciano a casa loro

Se i mussulmani vogliono dissanguare animali vivi lo facciano a casa loro

di Oscar Grazioli

Lungi da me affrontare questioni che possano anche solo lontanamente “profumare” di razzismo, ma direi che si evince una netta sproporzione fra il trattamento che i mussulmani dedicano agli stranieri che visitano i loro paesi e quello che dedichiamo loro, quando vengono a farci visita o si fermano nella nostra nazione, con i documenti più o meno in regola.
Ricordo un episodio accaduto tanti anni fa a Mostar (era ancora in piedi il famoso ponte distrutto poi durante la guerra). Ero in vacanza con mia moglie e  proprio alla fine del ponte un artigiano stava disponendo le sue creazioni in strada per attirare i turisti. Non avevo osservato che le sue opere d’arte erano di natura religiosa e scattai una foto. Non l’avessi mai fatto. Il contatto fisico è stato evitato da due “colleghi” dell’artista che poi mi hanno spiegato che avevo tentato di rubare l’anima al creativo. Ho fatto qualche altro giro in paesi rigidamente mussulmani e mi sono sempre adeguato alle loro regole, come mamma mi ha insegnato. Se vai a casa di un altro non puoi pensare di dettare la tua legge. Ancora una volta ritorna alla cronaca il problema della macellazione rituale che mussulmani (ed ebrei) pretendono nei paesi dove soggiornano, anche se questa contrasta con la legislazione che vuole lo stordimento dell’animale prima della iugulazione.
Ebbene L’Associazione “Animalisti Italiani Onlus”, con formale comunicazione ha provveduto nei giorni scorsi a diffidare il Sindaco di San Miniato (PI) affinché vieti l’apertura di un mattatoio per la macellazione rituale, tenuto conto che la legge Toscana la vieta espressamente e che la struttura non ha tutte le autorizzazioni sanitarie necessarie. La diffida si riferisce all’annuncio che prevede per il prossimo 14 settembre l’inaugurazione a San Miniato (PI) della macelleria regionale per la produzione di carne islamica secondo riti che prevedono la macellazione degli animali senza preventivo stordimento. Un metodo in cui gli animali vengono dissanguati vivi e sentono il gelo e la morte arrivare morendo tra infinite sofferenze. La legge italiana nel rispetto degli animali prevede l’uccisione con un colpo secco o lo stordimento prima di procedere al dissanguamento ed espressamente specifica all’articolo 3 del Decreto Legislativo 333/1998 “Le operazioni di trasferimento, stabulazione, immobilizzazione, stordimento, macellazione e abbattimento devono essere condotte in modo tale da risparmiare agli animali eccitazioni, dolori e sofferenze evitabili”.
Senza dunque volere ricorrere alle terrificanti immagini di chi decapita reporter occidentali per motivi politici e religiosi, i mussulmani, nel nostro paese, godono di ampie libertà e facilitazioni (moschee, integrazione nelle scuole, centri di accoglienza, sanità gratuita ecc.). Personalmente fino a quando non sarò libero di sedere al tavolino di un bar di Algeri a bere un Cognac assieme a un’amica in short e tacco 12, se vogliono dissanguare animali vivi lo facciano a casa loro. Qui rispettino le nostre leggi e i nostri sentimenti. Al di là d’ogni sfumatura razzista che non è nella mia cifra.

Trentino, Daniza cavaliere della Repubblica

Trentino, Daniza cavaliere della Repubblica

#iostocondaniza-640

“Lasciate stare l’orso Daniza” chiedono in migliaia, attraverso la rete, invitando la Provincia di Trento a non dar seguito ai propositi di catturare e addirittura di sopprimere l’animale, accusato di aver assalito il cacciatore di funghi che si era pericolosamente avvicinato all’orsa e, soprattutto, ai suoi cuccioli.

Per la verità il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha subito escluso il ricorso a misure “estreme”.
Peraltro cosa avrebbe mai dovuto fare un animale che, mentre passeggia nella sua “Area protetta”, per di più con i piccoli al seguito, si vede capitare un altro animale che a lei non sarà sembrato né gradevole, né amichevole?

Per fortuna non ci sono state conseguenze gravi né per l’umano, né, almeno per ora, per l’animale, ma non vi è dubbio che, anche in tribunale, all’orsa sarebbero state concesse tutte le attenuanti, dalla provocazione al procurato allarme sino alla violazione di domicilio.

Non vorremmo sembrare irrispettosi, ma a Daniza andrebbero concesse le onorificenze civili per aver difeso ambiente e famiglia, e sicuramente, in entrambi i casi, lo ha fatto più e meglio di tanti cavalieri ed ex cavalieri della repubblica.

SQUALO AVVISTATO AD OSTIA, PANICO IN SPIAGGIA

SQUALO AVVISTATO AD OSTIA, PANICO IN SPIAGGIA

 

di Matteo Ludovisi

 

Uno squalo di circa 2 metri e mezzo è stato avvistato ieri pomeriggio (intorno alle 17,30) ad Ostia. Vicinissimo alla riva, a circa due metri di distanza dalla costa, lo squalo ha subito generato il panico in spiaggia, soprattutto tra i bagnanti di uno stabilimento balneare di Castelporziano.

Lo squalo si sarebbe infatti spinto a non molta distanza dalla riva, forse confuso dal caldo eccessivo delle acque (con medie superiori alla norma a causa del riscaldamento globale), aggirandosi vicino la costa per due-tre minuti e poi allontanandosi in mare aperto.

Il bagnino ha fatto subito allontanare le persone presenti in acqua. Passata la paura, molti dei bagnanti, incuriositi, si sono alzati dai lettini e hanno cominciato a seguire gli spostamenti dello squalo riprendendo la scena con i telefonini. Alcune segnalazioni sono arrivate anche alla Capitaneria di Roma, che ha inviato una pattuglia a terra ed un gommone nella zona.

Continuano quindi gli avvistamenti di squali lungo le coste italiane. Dopo l’esemplare di verdesca, che diversi giorni fa ha seminato il panico tra i bagnanti della spiaggia sarda di Badesi, arriva ora un altro avvistamento proprio nelle spiagge di Ostia a Roma.

Gli esemplari di verdesca, spiegano alcuni bagnini dei lidi dove è stato avvistato l’esemplare, fanno parte della famiglia degli squali ma non sono pericolosi. Di solito si avvicinano nelle acque più tiepide e non è la prima volta che ciò accade, anche se di solito succede raramente. Sono animali tranquilli e i loro attacchi “non provocati” alle persone sono molto rari.

Nel video girato da una testimone dello stabilimento di Ostia, si vede lo squalo, forse proprio una verdesca, aggirarsi vicinissimo ai bagnanti che nuotano. Qui di seguito è possibile osservare il video.

LUCCIOLE: 5 CURIOSITÀ CHE FORSE NON CONOSCEVATE

LUCCIOLE: 5 CURIOSITÀ CHE FORSE NON CONOSCEVATE

 

di Marta Albè

 

Le lucciole riescono a rendere speciali le notti d’estate per chi ha la fortuna di vederle comparire in un parco o in un giardino con i loro piccoli bagliori. In Europa troviamo tre specie di lucciole, due delle quali sono presenti anche in Italia. Negli Stati Uniti esiste un parco dove le lucciole nelle notti di giugno danno vita ad uno spettacolo meraviglioso.

Ogni anno nel mese di giugno numerose persone si recano al Great Smoky Mountains National Park per assistere allo spettacolo luminoso delle lucciole della specie P. carolinus. Le lucciole maschio lampeggiano creando bioluminescenza e in sincronia come non avverrebbe in nessun altro luogo del mondo. Purtroppo nel mondo le lucciole sono in via di estinzione, a causa dell’inquinamento, dell’impiego di pesticidi e della distruzione degli habitat naturali. Riuscire a vedere le lucciole di questi tempi è davvero una fortuna. Ecco alcune curiosità sulle lucciole che forse non conoscevate.

1) Emissione della luce

Le lucciole emettono luce quando, in presenza di ossigeno e grazie all’azione dell’enzima luciferasi, avviene l’ossidazione della luciferina, che si trasforma in ossiluciferina. La lunghezza d’onda della luce e messa dalle lucciole oscilla tra i 500 e i 650 nanometri, mentre l’intensità della luce varia a seconda della specie.

2) Sincronia

Le lucciole della specie P. carolinus, che si illuminano in sincronia, hanno una vita piuttosto beve, che prosegue solo da 2 a 4 settimane dopo il raggiungimento dell’età adulta, secondo la naturalista Lynn Faust. Perciò in questo lasso di tempo le lucciole impiegano tutte le proprie energie per la riproduzione e offrono spettacoli luminosi davvero stupefacenti, illuminandosi in perfetta sincronia.

3) Femmine cannibali

Si tratta di una caratteristica probabilmente poco nota per quanto riguarda le lucciole femmine. Gli entomologi hanno soprannominato le lucciole femmine del genere Photuris “Femme Fatales” perché si nutrono delle lucciole maschio P. carolinus attaccandole con una speciale mossa, chiamata “Hawking”. Le lucciole femmine Photuris lampeggiano imitando le femmine P. carolinus. In questo modo attirano i maschi P. caolinus che vanno, loro malgrado, incontro alla morte invece che all’accoppiamento. Ciò accade poiché le lucciole femmine Photuris sono alla ricerca di sostanze nutrienti supplementari in vista della deposizione delle uova.

4) Veleno

Molte lucciole compongono sostanze difensive simili al veleno ritrovato nei rospi. I predatori non gradiscono tali sostanze e hanno imparato ad evitare di nutrirsi delle lucciole. Le lucciole del genere Photuris non sono dotate di veleno, ma sono in grado di assorbirlo mangiando altre lucciole. In questo modo il veleno assorbito passa alle uova, per salvaguardare le generazioni future.

5) Sangue

Le lucciole sincroni del genere P. carolinus non sono però completamente indifese. Se vengono attaccate da una “Femme Fatale” emettono un po’ del loro sangue, secondo un fenomeno che gli scienziati definiscono “emorragia di riflesso”. Il sangue coagula formando una massa appiccicosa nella bocca della lucciola cannibale dando a volte alla vittima il tempo di scappare.