La fine del mondo? La macchina della paura esiste da sempre ma adesso ha imparato a fare i soldi

La fine del mondo? La macchina della paura esiste da sempre ma adesso ha imparato a fare i soldi

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Argomenti: Tecnologie | Cnn | Steven Spielberg | Victor Hugo | Cristoforo Colombo | Texas

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Tra pochi giorni, venerdì prossimo, sarà il 13.0.0.0.0 e il mondo finirà, non è chiaro come, ma la profezia Maya dice questo. Lo strano numero è quanto spetta, secondo il calendario semplificato di quell’antico popolo americano, al nostro più umano 21.12.2012. Ovviamente non esiste nessuna profezia, checché se ne dica, ed è inutile controbattere l’infinita serie di bufale, queste sì cosmiche, che si sono succedute su questo argomento: pianeti che sarebbero apparsi all’improvviso facendoci a pezzi, un tal Nibiru, asteroidi più grandi del Texas che ci vengono addosso, come ha trasmesso un importante telegiornale nazionale un mesetto fa cadendo nella trappola tesa da un finto sito di Cnn.

Inutile, perché chi vuole “credere” non viene convinto neanche dall’evidenza più lampante: un asteroide grande come il Texas, 20 volte l’Italia, lo potremmo vedere a occhio nudo da varie settimane. Si studiano comunque soluzioni di backup nel caso il mondo non finisse: forse è invece l’inizio di una nuova era, ovviamente di felicità. Peccato che tuttora un centinaio di guerre sanguinose siano purtroppo in atto. 

 

La macchina della paura esiste da sempre, la prima “fine del mondo”, predetta con un documento certo, e rimasta inevasa, è descritta in una tavoletta assira del 2.800 avanti Cristo. Semmai nell’epoca della tecnologia e della rete la “macchina” ha imparato a fare soldi, con blog terrificanti e ignoranti, purtroppo seguiti anche da tante persone che poi vivono nell’ansia. Sono circa 3 milioni i link che si trovano con Google se si cerca “end of the world 2012” e la tecnica usata dagli imbonitori virtuali è banale: si attirano utenti con notizie inesistenti e si fidelizzano promettendo altre rivelazioni, facendo qualche soldo con la pubblicità, libri e un po’ di merchandising.

Il senso del ridicolo poi non li sfiora: il sito “ufficiale” del 2012, da qualche giorno offre il manuale per sopravvivere, al 50% di sconto ma per “un tempo limitato”. A riferire fini del mondo furono peraltro anche grandi uomini, da Cristoforo Colombo, a Newton, il grande fisico matematico di fine ‘600, che però era anche un apprendista mago e quella volta i numeri li dette.

Eppure sappiamo che, se non ci distruggeremo prima da soli, la fine ci sarà. Fra 4 miliardi di anni il Sole si espanderà e la Terra finirà arrostita, di questo siamo sicuri. E una Supernova, stella gigantesca, potrebbe scoppiare non troppo distante da noi e folgorare la vita sulla Terra, per non parlare poi del fatto che un asteroide di notevoli dimensioni può sempre arrivarci addosso, basta guardare la butterata Luna per convincersi. Uno da 5 chilometri per 3 di pura roccia è passato nella notte del 12 scorso a “soli” 7 milioni di chilometri dalla Terra e il suo urto avrebbe l’effetto di una bomba da 2 megatoni, farebbe fuori 500 chilometri quadrati di territorio.

È poi meglio che non si sappia che i cosmologi litigano in continuazione sul destino dell’Universo intero: continuerà a espandersi o diverrà un posto buio e privo di qualunque possibilità di vita? C’è poco da fare, oggi sappiamo di essere in 7 miliardi su un piccolo pianetino in una galassia che contiene 100 miliardi di stelle e che viaggia assieme a miliardi e miliardi di altre galassie. Ma pensiamo comunque di essere noi i padroni.

Come sempre nelle bufale sulla fine del mondo c’è un posto salvifico per pochi eletti. Stavolta con 2.000 euro si può affittare una camera nel paese di Bugarach, in Francia ai confini con la Spagna 190 abitanti circa, che da secoli prospera su varie bufale. Lì sarebbe sepolto il Santo Graal, lo cercarono anche personaggi importanti, da Victor Hugo a Steven Spielberg, e lì la fine del mondo non arriverà. Come mai? E chi lo sa, non importa ma ci “credo”. Per la scienza ritornare il 22.12.2012.

Salento: il tour autunnale tra viti, vino e barocco

Salento: il tour autunnale tra viti, vino e barocco


Il Salento è un luogo conosciuto per le sue bellezze soprattutto in estate. Spiagge talvolta chilometriche e libere, talaltre servite e con tanti divertimenti a disposizione. Ma per un viaggio anche l’autunno ha da offrire innumerevoli bellezze e bontà nel Salento, dall’architettura alla cucina, naturalmente passando per il vino. L’autunno è infatti il tempo giusto per il vino novello e si può pensare di trascorrere dei giorni in agriturismo per poi fare il giro delle cantine, che spesso vengono aperte alla degustazione e all’acquisto in modo da portare anche con sé un gustoso souvenir del proprio viaggio.

Il viaggio tra i vini del Salento non ha delle regole, né geografiche né di qualità. Qui si coltivano molte uve, negramaro, malvasia, chardonnay, primitivo e molti altri, ma naturalmente i vini sono il frutto delle commistioni tra uve diverse. I luoghi che riservano molte sorprese dal punto di vista dei vitigni e quindi del vino sono i paesi a nord di Lecce e quelli posti sull’asse Tuglie-Nardò, sebbene buone aziende viticultrici possano essere ritrovate in comuni come Tricase, Scorrano, Cutrofiano e Minervino di Lecce. L’intero Salento è disseminato di strutture ricettive agrituristiche, eppure non mancano b&b o alberghi spesso ricavati all’interno di antiche masserie, dove insieme alla cucina del luogo si può ammirare anche la forma artistica di chiese rupestri nelle vicinanza, pagliari, menhir e mura messapiche.

L’arte infatti permea indissolubilmente ilSalento, attraverso castelli, che venivano creati per testimoniare il potere di una famiglia nobiliare su un determinato luogo, chiesegentilizie ma anche pubbliche, aperte al culto o sconsacrate che oggi sono diventate qualcos’altro. Tra le chiese aperte al culto, non potrà sfuggire l’incanto del barocco leccese, che trova la sua più ampia sintesi nella suggestione di Santa Croce a Lecce, ma prosegue anche più giù, persino nei paesi più piccoli. Da non trascurare neppure l’arte bizantina: tra i gioielli la chiesa idruntina di San Pietro, che però è raramente aperta.

Naturalmente, anche in autunno si può godere delle belle giornate nel Salento, che possono essere utilizzate per scampagnate nei paesi di mare, in campagna o anche in altri luoghi, come la torre del Serpe, il faro di Punta Palascia, ossia il punto più orientale d’Italia, ma anche passeggiate presso i numerosi giardini all’italiana che sono spesso divenuti ville comunali e quindi aperte al pubblico ogni giorno oppure nei fine settimana, una su tutte la villa Tamborino a Maglie
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10 consigli per viaggi perfetti

10 consigli per viaggi perfetti


Aereo

Un aereo vola al tramonto.

viaggi sembrano qualcosa di bello che ha sempre un risvolto della medaglia. Tempi morti, prenotazioni all’ultimo minuto che rendono tutto molto scomodo e così via. Così Skyscanner, portale dedicato soprattutto ai viaggi in aereo, ha realizzato un decalogo in cui spiega come affrontare tutto questo e prepararsi a un viaggio di puro relax, anche se si tratta di lavoro. Questi consigli tuttavia sono applicabili anche a chi viaggia in altro modo, per esempio in treno per tragitti che richiedono l’alta velocità.

Tra i primi consigli per i viaggi che Skyscanner diffonde è di lasciare a casa il superfluo, il che porta a poter mettere in valigia anche qualche ricordino, se il viaggio in questione è di piacere, per turismo quindi. C’è anche un altro pregio nel viaggiare leggeri: gli spostamenti sono molto più facili e veloci e spesso non si rischia di dover sempre imbarcare tutto in aereo. Tra gli oggetti indispensabili per il viaggio ci sono anche i dispositivi elettronici con i relativi caricabatterie: meglio mettere tutto in carica la sera prima per evitare spiacevoli sorprese e lasciare a casa i dispositivi doppioni. Ricordando anche che è meglio salvare almeno su un dispositivo il proprio itinerario.

Tra i consigli per i viaggi ce ne sono quindi alcuni che possono essere accomunati sotto la voce “utilizzare al meglio i tempi morti“. Lo si può fare cercando di organizzare l’arrivo, se si devono prendere altri mezzi di trasporto, fare delle telefonate per confermare un appuntamento, lavorare un po’ se l’aereo o il treno sono in ritardo, portare con sé un libro, soprattutto se il viaggio è lungo perché così il tempo volerà. Tutto va pianificato, anche all’arrivo in albergo si potrà decidere cosa fare la sera o la mattina successiva, così da non avere ulteriori pensieri.

I posti migliori, in treno o in aereo, sono poi quelli in corridoio, più comodi se ci si deve alzare e se si vuole uscire al più presto, oltre ad avere l’accesso al vano bagagli e l’indiscutibile vantaggio di poter allungare le gambe. Inoltre, meglio non prendere appunti durante il viaggio e affidarsi alla macchina fotografica o al cellulare, è più immediato e non ruba tempo prezioso al relax e al divertimento
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Helsinki, viaggio nella città del tango

Helsinki, viaggio nella città del tango

Veduta della città di Helsinki

Stregati dal bandoneon i finlandesi riempiono le milonghe fino alle quattro del mattino. La città scandinava celebra il suo amore fatale per la musica di Piazzolla con festival internazionali e orchestre dal vivo. Senza dimenticare la sua anima romantica e rock, tra competizioni di karaoke-heavy metal e violoncellisti punk. Per una nightlife a ritmo di music
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Struggente, cupo, ancora più malinconico dell’originale argentino. È il tango finlandese, una variazione nata negli anni ’30 sulla scia dell’entusiasmo per il nuovo stile di ballo importato dall’America. Diventato una vera istituzione grazie ai compositoriToivo Karki e Unto Mononen è una passione è radicata nell’identità nazionale quanto lo sci di fondo o la sauna. Nei club diHelsinki, molti aperti fino alle 4 di notte, non è insolito che i deejay alternino al pop e alla musica commerciale brani di tango, che il pubblico inizia a ballare senza battere ciglio. 

PASSIONE SÌ, MA CON POESIA 
I brani, nella musicale lingua finlandese, molto diversa dallo spigoloso svedese, narrano di amori perduti per sempre e del passare incessante delle stagioni, spesso con un tocco di ironia. Vengono suonati sempre in tonalità minori, forse per adattarsi alle penombre e ai chiaroscuri del clima nordico, forse come eredità della musica folk locale, di sicuro per non stonare con l’animo più introverso e meditativo dei ballerini. L’impatto è straniante per chi è abituato al tango argentino, diverso nelle posizioni e più passionale ma decisamente meno poetico.

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Passato il culmine dell’estate, che vede alcuni grossi raduni come il Tango Markkinat di Seinäjoki , ilpiù antico festival di tango del mondo, gli appassionati ripiegano in una delle milonghe della capitale. All’Almacen i tangueri di Helsinki si danno appuntamento il giovedì, per muoversi al ritmo di brani argentini e scandinavi mentre il Wanhan Kellari garantisce orchestre dal vivo da martedì a sabato. Il più particolare è l’Helsinki Pavi, aperto fino alla fine di ottobre, che consente di ballare all’aperto nello splendore della campagna autunnale. A febbraio, nel pieno dell’inverno artico, ilFrostbite Tango, un festival internazionale, con maratona di ballo finale, richiama ballerini da tutto il Paese.

MUSICA DAL VIVO AL RIPARO DAI GHIACCI 
Ma Helsinki non è solo tango. La piccola ma vivacissima capitale è un vero e proprio laboratorio musicale a cielo aperto, in cui le influenze più diverse finiscono per mischiarsi in modo imprevedibile. Chi volesse un assaggio della sorprendente musica dal vivo locale può fare un salto al pub in stile irlandese Molly Malone’s – un’istituzione per il pop e il rock – , o al più raffinato e centralissimoVirgin Oil dove si possono anche assaggiare alcuni squisiti piatti locali mescolati alle portate ditradizione italiana

Tutte le milonghe e i live club più famosi sono concentrati nell’area attorno a Uudenmaankatu eEerikinkatu, in modo da poter essere raggiunti senza abiti troppo pesanti: la metropolitana e le eleganti gallerie sotterranee riscaldate consentono di raggiungere quasi ogni punto del centro senza doversi esporre all’esterno per più di qualche decina di metri. Decisamente un vantaggio nelle sere di dicembre, quando la temperatura più scendere sotto i -20 °C e l’acqua del Mar Baltico si trasforma in una lastra di ghiaccio. 

DUE PASSI TRA METAL E MUSICA CLASSICA 
Un altro genere che può stupire ma che rientra pienamente nello spirito malinconico scandinavo è ilsymphonic metal, a metà tra heavy metal musica classica. I concerti più spettacolari sono quelli degli Apocalyptica, una band formata da violoncellisti di formazione classica, che suonano i loro brani epici seduti compostamente ma agitando i capelli lunghi d’ordinanza. 
Al Prkl, uno dei club metal più rinomati – banconi dipinte con motivi di teschi e pareti rosso sangue – ci si muove tra ragazze in abitino da sera e giovani completamente tatuati al ritmo delle band di punta del momento. L’atmosfera migliore è però probabilmente quella del Dante’s Highlight, all’interno di un’antica chiesa sconsacrata. All’Heavy Corner si può partecipare a un surreale karaoke heavy metal, tre giorni a settimana.
Più tradizionale ma altrettanto particolare alle orecchie degli stranieri è la musica classica: Helsinki è la patria del compositore Sibelius, dei suoi ritmi rapsodici e dei suoi accordi dissonanti. Le sue sinfonie sono alla base dei concerti della Filarmonica di Helsinki, l’ensemble musicale più antica della Scandinavia e dell’Accademia Sibelius
Le tre orchestre si esibiscono da pochi mesi alla Musiikitalo, la nuovissima Casa della Musica, più adatto alla musica dal vivo rispetto alla ormai datata e monumentale concert house in marmo bianco costruita da Alvar Aalto nel ’71. Qui è possibile assistere a ottimi concerti di musica classica ma anche di tango, musica contemporanea scandinava e symphonic metal. Una miscela armoniosa e creativa che sembra possibile solo sulle rive della baia di Töölö, nel cuore pulsante della capitale finlandese 

Tragedia in Nepal: riprese le ricerche dei dispersi sull’Himalaya

Tragedia in Nepal: riprese le ricerche dei dispersi sull’Himalaya


Le squadre di soccorso hanno ripreso le ricerche dei dispersi sul monte Manaslu dopo la valanga che ha colpito domenica mattina il campo base n.3 causando la morte di 13 alpinisti, fra cui l’italiano Alberto Magliano. C’é incertezza sulle cifre di quanti potrebbero essere rimasti sotto la neve. Il ministero del Turismo nepalese ha fatto la cifra di sette, ma i media a Kathmandu sostengono che potrebbero essere molti di più.
Le fonti nepalesi parlano di un massimo di undici vittime, ma il veterano alpinista italiano Silvio Mondinelli ha detto di avere “personalmente contato 13 cadaveri”. Nella zona del campo base n. 3, a 6.600 metri di quota, le condizioni meteorologiche non sono favorevoli e quindi le ricerche dei dispersi procedono fra grandi difficoltà. Responsabili locali hanno segnalato che nel momento della valanga c’erano 231 fra scalatori e guide impegnati nell’ascensione dell’ottava più alta vetta del mondo nell’Himalaya, anche se non tutti si trovavano nella zona dell’impatto della slavina.
Da parte sua il ministero del Turismo nepalese ha precisato che gli alpinisti appartenevano a cinque differenti agenzie di trekking: Thamserku Trekking, Cho Oyu Trekking, Himalayan Guides Nepal Treks and Expeditions, Seven Summit Treks ed Express.com. Secondo il quotidiano The Himalayan Times, infine, al momento della tragedia “oltre 50 persone dormivano al campo base n.3 e di queste 18, ferite, sono state soccorse e trasferite in ospedale”.
 

Cosa leggono gli italiani?

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Cosa leggono gli italiani?

Cosa leggono gli italiani?

 

Cinquanta sfumature a parte, durante l’estate Soli al sole ha spiato, annotato e catalogato le letture da spiaggia degli italiani. Ecco cosa ha scoperto di Eleonora Marangoni

Evasione

libri web blog

Quasi 300 autori e più di 450 titoli reperiti lungo una trentina di spiagge. Da Castiglioncello a Posillipo, dalla riviera ligure alla Sicilia passando per il litorale pontino e le spiagge calabresi, il blog, nato come un tumblr all’indirizzo  www.solialsole.tumblr.com, si è arricchito delle collaborazioni esterne dei lettori italiani. Tutto è iniziato a fine luglio ai bagni Ausonia di Castiglioncello. È lì che è nata l’idea di un blog “aperto a tutti quelli che si annoiano sulle spiagge italiane”.
Grazie al tam tam sui social networks e a un paio di segnalazioni su La Repubblica e sul Venerdì, l’iniziativa si è diffusa. Lettori da tutta Italia hanno scritto, inviando elenchi, foto e commenti dai lettini in riva al mare.

Scommettere sul vincitore sarebbe stato superfluo. Con la sua trilogia sulle Cinquanta sfumature, E.L. James ha non solo dominato le classifiche, ma letteralmente colonizzato le spiagge del nostro paese. Mamme moderne, adolescenti acerbe, mogli audaci, mariti curiosi: il libro “proibito” era proprio in mano a tutti. 
 
Ulteriori conferme arrivano dalla classifica per genere. I gialli vanno forte, anche sotto al sole: Camilleri è 2° in classifica, il norvegese Jo Nesbo è letto da nord a sud e la Sellerio è forse l’unico editore in grado di tenere testa ai giganti, proprio grazie al suo catalogo poliziesco (e al successo dei titoli di Gianrico Carofiglio).
Nell’insieme, infatti, le statistiche per la piccola e media editoria non sono incoraggianti. Se Feltrinelli riesce ad assicurarsi il 3° posto, il titano Mondadori (che comprende anche Einaudi, Sperling & Kupfer e Piemme) e il maciste RCS (che raccoglie fra le altre Rizzoli, Bompiani, Adelphi) dominano incontrastati la classifica, insieme agli editori a vocazione commerciale Newton Compton e Longanesi.
Case editrici d’indiscussa qualità come Voland, minimum fax o Ponte alle Grazie e la stessa Fandango faticano a trovare spazio fra i primi quindici, dove resistono invece Guanda e le edizioni e/o.
Eppure quello che emerge dal bilancio finale, malgrado le prevedibili maggioranze, è un quadro interessante, proprio perché solo in parte legato ai bestseller del momento.

Cosa leggono gli italiani?

 

Le vacanze estive sono spesso l’occasione per riprendere in mano i libri che durante l’anno, in mancanza di tempo, accumuliamo sul comodino, per cimentarsi in letture di mostri sacri che da sempre rimandiamo a stagioni più propizie, il momento di salvare piccoli capolavori dall’umido delle casa al mare. A Termoli, fra Danielle Steele e Melissa Hill spunta un’Odissea; a Torre Vignola, spiaggia bianca vicino Olbia, si abbronza un estimatore del Manzoni, e un Solo al sole in provincia di Roma si dileggia con il Decameron sulla riva del lago di Martignano (fratello minore e semi-sconosciuto di Bracciano, da quest’anno il lago ospita sulla sua spiaggia di prato verde una piccola, ben nutrita biblioteca pubblica). Un romantico a Ponza legge Prévert, un malato (immaginario?) in Abruzzo sfoglia il Dizionario dei Sintomi. A Gaeta qualcuno si è portato dietro John Cheever, a Rapallo qualcun’altro ha trascinato Zanna bianca a farsi il bagno. E chissà se il Solo al sole di Come lasciare tutto e cambiare vita (reperito sulla spiaggia di Marzamemi in Sicilia) ha davvero fatto le valigie.

Non è mancato un conteggio dei supporti elettronici: nel corso delle indagini lungo il bagnasciuga sono stati individuati 15 fra e-book e Kindle, 25 i pad, con maggiori presenze al nord e centro Italia. Curioso infine notare poi come, a vincere proprio su tutti, strategie editoriali, webmarketing e softporno inglese ci abbia pensato la cara, vecchia Settimana Enigmistica. Con 128 copie cartacee, la regina dei cruciverba mette d’accordo tutti, e si conferma presenza sovrana delle ferie all’italiana.

Come noi, Soli al sole adesso è tornato in città. Il sito riprenderà ufficialmente le sue passeggiate in spiaggia il prossimo giugno, ma resta aperto alle segnalazioni e ai contributi.
Ma di leggere non si finisce mai, e neanche di spostarsi: un nuovo progetto, che intende spiare le letture sui treni, sta prendendo forma in questi primi giorni d’autunno. Tutte le informazioni saranno pubblicate presto sul sito ufficiale  www.solialsole.tumblr.com e sulla pagina Facebook www.facebook.com/SoliAlSole In questa nuova versione dell’iniziativa, i contributors potranno recensire le loro letture e scambiarsi consigli, continuando, certo, a condividere sgomenti. 

Luglio e agosto col segno meno per il turismo in Italia

Luglio e agosto col segno meno per il turismo in Italia

E’ quanto emerge dalle rilevazioni di Federlaberghi. «Luglio ha mostrato una flessione complessiva delle presenze alberghiere pari al 5%, caratterizzata da un -8,9% di italiani ed un +0,2% di stranieri. Agosto, per la prima volta nella storia del turismo italiano ha registrato un -1,1% di presenze complessive, composte da un -3% di italiani ed un +2,1% di stranieri»

 

Diario del Web (TMN) | Pubblicato giovedì 6 settembre 2012 alle 20.44

 

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Luglio e agosto col segno meno per il turismo in Italia

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ROMA – Luglio e agosto col segno meno per il turismo in Italia. E’ quanto emerge dalle rilevazioni di Federalberghi. «Luglio – sottolinea il presidente Bernabò Bocca – ha mostrato una flessione complessiva delle presenze alberghiere pari al 5%, caratterizzata da un -8,9% di italiani ed un +0,2% di stranieri. Agosto, per la prima volta nella storia del turismo italiano ha registrato un -1,1% di presenze complessive, composte da un -3% di italiani ed un +2,1% di stranieri».

FATTURATO IN CALO DEL 10% – «Alla luce di questi dati – aggiunge Bocca – i primi otto mesi 2012 (rispetto allo stesso periodo del 2011) portano a segnare una perdita del 2,6% di presenze, con gli italiani ad un -5,6% e gli stranieri ad un +1,2% ed un calo di fatturato stimabile attorno al 10% a causa dei prezzi fermi ormai da 3 anni e di accorte politiche tariffarie difficili da sostenere a lungo. Quanto ai dati sui lavoratori da gennaio ad agosto abbiamo perso il 2,6% di occupati, con un dettaglio del -2,8% a tempo indeterminato e del -2,5% a tempo determinato».
«Questi risultati – evidenzia Bocca – mostrano un ridimensionamento parziale delle perdite previste grazie agli incrementi, anche significativi in alcune aree del Paese, della clientela straniera dalla quale partire per rimettere in moto uno dei pochi settori economici dell’Italia in grado di garantire comunque occupazione, che non delocalizza e porta sempre valore aggiunto all’intera filiera economica dei territori».
«Sollecitiamo dunque Governo e Parlamento affinché mettano subito mano ad un articolato progetto di riorganizzazione politica, legislativa e finanziaria del settore per consentire alle migliaia di imprese che quotidianamente lavorano nel turismo e per il turismo di rialzare la testa e ridare forza e vitalità al Pil per il quale contribuiamo per quasi il 10%».

CALANO I COLLABORATORI – Il bimestre luglio/agosto ha pertanto segnato un -6% di italiani ed un +1,1% di stranieri. Sul fronte dei collaboratori alberghieri si evidenzia purtroppo anche per loro un calo generalizzato del -2,6% (rispetto agli stessi primi otto mesi del 2011), con una flessione del 2,8% per i lavoratori a tempo indeterminato ed un parallelo decremento del 2,5% per i lavoratori a tempo determinato.

INDICATORI REGIONALI – Per quanto riguarda gli indicatori regionali la Campania ha fatto registrare un +2,4% di presenze alberghiere determinate da un -0,1% di italiani ed un +4,6% di stranieri. La Sicilia un +0,6% di presenze alberghiere composte da un -5% di italiani ma un +11,9% di stranieri. Il Veneto un +0,2% di presenze alberghiere frutto di un -6,2% di italiani ed un +4,7% di stranieri. L’Emilia Romagna uno 0% di variazione nelle presenze alberghiere composte da un -3,6% di italiani ed un cospicuo +11,7% di stranieri. Il Trentino Alto Adige un -0,1% di presenze alberghiere con un -1,7% di italiani ed un +7,6% di stranieri. Il Friuli Venezia Giulia apre la serie negativa con un -11,8% di presenze alberghiere dovute ad un -17,2% di italiani ed un -6,5% di stranieri. La Toscana segue con un -10,6% di presenze alberghiere frutto di un -14,6% di italiani ed un -6,8% di stranieri. La Sardegna segna un -7,1% di presenze alberghiere composte da un -10,8% di italiani ed un -1,3% di stranieri. La Puglia registra un -6% di presenze alberghiere frutto di un -5,5% di italiani ed un -8,2% di stranieri. Il Piemonte indica un -4,8% di presenze alberghiere con un -8,9% di italiani ed un -0,7% di stranieri.
La Liguria, prosegue Federalberghi, registra un -2,9% di presenze alberghiere frutto di un -5,9% di italiani ed un +1,9% di stranieri. Il Lazio segna un -2,8% di presenze alberghiere con un -8,9% italiani ed un -0,1% stranieri. La Lombardia chiude con un -0,8% di presenze alberghiere diviso in un -3,3% italiani ed un +1,3% stranieri.

Consumatori: Solo un italiano su tre è stato in vacanza

Consumatori: Solo un italiano su tre è stato in vacanza

 

Adusbef-Federconsumatori: il 36% ha fatto vacanze mordi e fuggi

 ( Foto: INFOPHOTO)

Roma, 26 ago. (TMNews) – Solo un italiano su tre è stato in vacanza durante l’estate. Lo affermano Federconsumatori e Adusbef, sottolineando che “si avvicina la fine delle vacanze e, dai primi bilanci, si conferma il pessimo andamento della stagione turistica”, con un “calo vistoso del numero di cittadini che si sono potuti permettere una vacanza. Il dato è addirittura peggiore di quello dell’anno scorso: secondo l’osservatorio nazionale Federconsumatori, solo il 34% degli italiani è partito per una vacanza di almeno una settimana”.

“Altri invece, circa il 36% – sostiene l’associazione dei consumatori – hanno optato per vacanze mordi e fuggi, magari cercando ospitalità presso amici e parenti. Una tendenza che sta prendendo sempre più piede tra le abitudini degli italiani in vacanza, dettata soprattutto dalla drammatica caduta del potere d’acquisto delle famiglie”.

È aumentato, inoltre, “il fenomeno del pendolarismo verso le mete balneari, soprattutto nei fine settimana, con una crescita dei disagi e delle segnalazioni relative ai disservizi dei treni: dalle carrozze vetuste e senza aria condizionata, alle ‘solite’ carenze sul fronte dell’igiene”.

“Il calo delle presenze turistiche – affermano Adusbef e Federconsumatori – cosa estremamente grave, non si limita tuttavia ad avere ripercussioni negative sulle condizioni di vita delle famiglie, ma ha effetti gravi sull’intera economia”.

“Per questo – sottolineano Rosario Trefiletti (Federconsumatori) e Elio Lannutti (Adusbef) – oltre a prevedere un piano per il rilancio del settore turistico, vero e proprio ‘oro nero’ per il nostro Paese (da avviare attraverso sconti e accordi tesi ad aumentare le presenze), è necessario agire con urgenza per una ripresa del potere d’acquisto della famiglie”.

Aeroporti: scali dimezzati e più infrastrutture

Aeroporti, ecco il piano di Passera: scali dimezzati e più infrastrutture

Dimezzare il numero degli aeroporti, che saranno serviti però da infrastrutture nuove o rafforzate. È l’obiettivo del piano che, scrive la Repubblica, “è da oggi sulla scrivania del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, e se ne potrebbe parlare anche al Consiglio dei ministri di venerdì”. Secondo il progetto, definito insieme all’Enac, “degli oltre 60 aeroporti oggi in attività ne resteranno poco più della metà. Gran parte degli scali minori saranno dismessi o nel migliore dei casi passeranno sotto la tutela degli enti locali (se riusciranno a pagarne le spese)”.
Piano condiviso con l’Enac – “Con questo schema definitivo – spiega il presidente dell’Enac, Vito Riggio – gli investitori avranno la certezza di poter decidere su cosa e quanto investire nel settore, mentre il Paese avrà modo di pensare a quali infrastrutture dovranno servire gli scali più importanti. Tutti gli altri aeroporti – aggiunge – passeranno agli enti locali, che decideranno se vorranno impiegare soldi pubblici per tenerli in vita”.
Solo una quarantina di scali operativi – “Il messaggio – sottolinea il quotidiano – è chiaro: resteranno solo una quarantina di scali operativi (ma si punta a scendere a 33), con strutture adeguate e nessun intervento dello Stato. Quelli minori, in tempi di crisi, per restare aperti dovranno sperare nell’intervento di Regioni o Comuni che dovranno decidere però se investire in strutture vetuste, con pochi passeggeri, o su asili nido e strade da asfaltare”.

L’Italia è il Paese al mondo con più siti Unesco.

L’Italia è il Paese al mondo con più siti Unesco. Aggiunte altre cinque località simbolo

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(Corbis)(Corbis)

L’Italia, con i suoi 47 “luoghi protetti”, è il Paese con più siti ritenuti essere patrimonio dell’umanità. Oltre a quelli nell’elenco ve ne sonoaltri 41 in attesa di potere entrare a fare parte della già nutrita lista: gli ultimi inseriti in ordine temporale tra questi sono la “Palermo araba e normanna”, ovvero una serie di dieci tra palazzi e chiese (2010), le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (2010), l’Etna (2011), il Parco Nazionale della Sila e il Borgo Olivetti di Ivrea (entrambe nominate nel 2012).

L’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) si prefigge lo scopo di avvantaggiare lo scambio in materia di istruzione, scienza e cultura tra nazioni diverse. I dati 2011 segnalano 194 Paesi membri a tutti gli effetti, oltre a 7 nazioni associate.

 

Uno dei compiti dell’Unesco (alla cui testa vi è stato – nel quadriennio tra il 1958 e il 1961 – l’italiano Vittorino Veronese) è di mantenere la lista dei patrimoni dell’umanità, un elenco di luoghi o siti da preservare nell’interesse della comunità.

Per essere annoverati in tale elenco i siti devono essere ritenuti universali, insostituibili e unici. Ossia non avere eguali nel caso andassero persi o venissero compromessi in modo irrimediabile. Oltre a ciò devono rispondere almeno a uno di dieci parametri che vanno dalla necessità di rappresentare un capolavoro del genio dell’uomo fino ad essere habitat ideale per la conservazione della biodiversità, passando per la bellezza naturale o la particolarità dell’estetica.