Hotel Ritz di Parigi, rapina da film. Rubati milioni

Hotel Ritz di Parigi, rapina da film. Rubati milioni

Cinque in scooter con ascia e fucili assaltano la gioielleria, due in fuga

Pubblicato il 10 gennaio 2018
Rapina da film al Ritz di Parigi

Parigi, 11 gennaio 2018 – Terrore ieri sera a Parigi per una spettacolare rapina a mano armata al centralissimo hotel Ritz di place Vendome. In cinque, sullo scooter e con il viso coperto dal passamontagna, hanno preso d’assalto la gioielleria dell’hotel rubando un’ingente somma in gioielli, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 4,7 milioni di euro. Parte della refurtiva è stata però subito recuperata.

Secondo le prime testimonianze gli uomini erano armati di un’ascia e di pistole e fucili. La rapina, stando a quanto riporta Le Parisien, sarebbe stata interrotta da una pattuglia che si trovava in Place Vendome. Tre malviventi sono stati fermati, sono noti alle forze dell’ordine e avrebbero circa 20 anni. In due sono riusciti a scappare e risultano tuttora in fuga. Secondo la polizia, parte del bottino è stata ritrovata al momento dell’arresto dei 3 dei 5 uomini della banda. Uno dei due in fuga, inoltre, ha perso una borsa nella quale erano stati messi gioielli e orologi. I rapinatori avevano spaccato il vetro del lussuoso negozio con una o più asce.

 

Dalle prime ricostruzioni pare che i rapinatori abbiano rotto le vetrine dell’albergo e trafugato i gioielli. Tutto è iniziato alle 18,30 quando i rapinatori sono arrivati all’hotel sulla centralissima ottagonale Place Vendome e hanno usato delle asce per frantumare le vetrine blindate con dentro i gioielli. Numerosi gioiellieri espongono i loro preziosi nei saloni del celebre albergo di Parigi, dove trascorse l’ultima notte Lady D, prima di morire la notte del 31 agosto 1997 in fuga dai paparazzi proprio dallo stesso Ritz su una vettura che si schiantò nel tunnel del Pont de l’Alma. A pochi passi dall’ingresso del Ritz, il ‘civico’ dopo in pratica, vive il ministro della Giustizia francese. Un dipendente dell’hotel ha riferito alla Bbc: “Abbiamo sentito forte rumore e un gran trambusto in strada. Poi abbiamo visto i passanti rifugiarsi dentro l’albergo, non abbiamo capito nulla finché qualcuno non ci ha riferito che c’era stata una rapina”.

Secondo Le Parisien, la rapina ricorda da vicino un colpo avvenuto nel maggio scorso in rue de La Paix, a cento metri dal Louvre. In quell’occasione, tre malviventi entrarono nella gioielleria Buccellati e ne uscirono con una refurtiva da 5 milioni di euro, dopo aver minacciato clienti e personale con coltelli e aver mandato in frantumi una vetrina con un’ascia.

Rapina al Ritz di Parigi (Ansa)

Rapina al Ritz di Parigi (Ansa)

Macerata, cadavere nelle valigie

Macerata, cadavere nelle valigie, un fermo per l’omicidio di Pamela Mastropietro

E’ un nigeriano, ripreso dalle telecamere mentre era con la ragazza di 18 anni. Il cadavere fatto a pezzi. Perqusizioni in condomini della città, accertamenti su due persone

Pubblicato il 31 gennaio 2018
Cadavere a pezzi nelle valigie a Macerata, le foto dei rilievi dei carabinieri a Pollenza

Pollenza (Macerata), 31 gennaio 2018 – C’è un fermo per l’omicidio di Pamela Mastropietro la ragazza di 18 anni trovata uccisa e fatta a pezzi in mattinata. E’ un uomo di origini nigeriane che è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza di una farmacia di Macerata mentre seguiva proprio della diciottenne. Portato in caserma, l’immigrato avrebbe negato ogni coinvolgimento nella morte della ragazza e, anzi, avrebbe fornito i nomi di altre persone. A seguito di queste rivelazioni sono scattate alcune perquisizioni in città e diverse persone sono state sentite dai carabinieri (VIDEO).

Il corpo della povera Pamela è stato fatto a pezzi e nascosto in due valigie trovate in una scarpata a Pollenza (FOTO). Un delito così efferato che potrebbe avere richiesto la partecipazione di più persone (VIDEO2).

La ragazza, 18 anni di Roma, era fuggita dalla comunità di recupero Pars di Corridonia – dove era ospite da alcune settimane –  il 29 gennaio e della sua scomparsa si era occupata anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto’. Secondo i carabinieri di Macerata – coordinati dal pm Stefania Ciccioli -, la ragazza, originaria di Roma, non si sarebbe allontanata dal Maceratese dopo la sua scomparsa, o almeno non avrebbe fatto in tempo a farlo.

Spero tanto che non sia lei – ha commentato la mamma di Pamela, appena raggiunta dalla notizia a Roma -. Non ho alcuna idea del perché si sia allontanata dalla comunità e di quel che è accaduto. Vorrei che qualcuno mi spiegasse come ha fatto. Ora ci stiamo preparando per andare nelle Marche, ma ci hanno detto qualcosa in più che si saprà solo più tardi”. Era stata la stessa madre a denunciare la scomparsa ai carabinieri della stazione di San Giovanni, a Roma. Alta un metro e 65, occhi e capelli castani, Pamela già in precedenza aveva provato a scappare da un’altra struttura che la ospitava.

La giovane è fuggita senza telefono né documenti, portando con sé una grande valigia, tipo trolley, di colore rosso e blu e proprio rossa è una delle due valigie trovate nella scarpata con i macabri resti. I carabinieri hanno acquisito i video girati dalle telecamere di sorveglianza di due aziende che si trovano vicno al luogo di ritrovamento e ascoltato i residenti. I cani di una villa adiacente al luogo del ritrovamento – hanno raccontato i proprietari – avrebbero abbaiato senza sosta a partire dalle 23 di ieri sera. Circostanza che potrebbe riportare a quell’ora il momento in cui le due valigie sono state abbandonate.

Dopo alcune ore di incertezza, i riscontri dei Ris (FOTOl’hanno collegata, purtroppo senza più dubbi, a quei resti trovati senza vestiti, senza tracce di sangue e perfettamente ripuliti.

L'uomo portato in caserma perché sospettato dell'omicidio (foto Calavita)

L’uomo portato in caserma perché sospettato dell’omicidio (foto Calavita)

Florida, ex studente spara a scuola. “Almeno 17 morti”

Florida, ex studente spara a scuola. “Almeno 17 morti”

Strage a Parkland. Ad aprire il fuoco un ex studente con indosso una maschera a gas: fermato. Sui social contatti con gruppi legati alle armi. “Era stato allontanato perché minacciava i compagni”

Pubblicato il 14 febbraio 2018
Parkland, sparatoria a scuola. Studenti fuggono con le mani alzate

Miami, 14 febbraio 2018 – Un’altra sparatoria in una scuola degli Stati Uniti. Stavolta è successo in Florida ed è una strage. Un ex studente ha aperto il fuoco nella Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland: ci sono almeno 17 morti, ha fatto sapere lo sceriffo della contea di Broward. Peggio del massacro della Columbine High School nel 1999, di cui parla il noto documentario di Michael Moore, Bowling a Columbine. Scott Israel ha precisato che 12 dei 17 morti sono stati uccisi all’interno del liceo. Due vittime sono state freddate all’esterno dell’edificio, una sulla strada e due hanno perso la vita in ospedale. Ci sono poi alcuni feriti gravi che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici.

Professori e alunni superstiti, che si erano barricati nelle stanze della struttura diventate bunker, sono stati fatti evacuare dalle dalle forze speciali mentre il killer era ancora all’interno dell’istituto: nelle immagini che circolano via web si vedono i ragazzi uscire con le mani alzate in segno di resa, mentre le amulanze accorrono sul posto.

IL KILLER – A sparare è stato un giovane, armato di un fucile e con il volto coperto da una maschera a gas, ex alunno del liceo, che per alcuni minuti ha fatto la spola dentro e fuori la scuola prima di essere fermato a circa un miglio di distanza mentre si dava alla fuga (qui sotto il video dell’arresto). Si tratterebbe di Nicholas Cruz, 18enne con problemi. Era già stato identificato in passato come una potenziale minaccia per gli studenti: lo scrive il Miami Herald, citando Jim Gard, un’insegnante. “L’anno scorso ci avevano detto che non sarebbe potuto entrare a scuola se avesse avuto con sé uno zaino”, ha spiegato il professore. “C’erano sono stati dei problemi, aveva minacciato degli studenti l’anno scorso e mi sembra che gli fosse stato ordinato di lasciare il campus“. Si fa quindi largo l’ipotesi della vendetta come movente della mattanza.

EMERGENZA ARMI – Risulta che Cruz abbia contatti tramite i social media con diversi gruppi legati alle armi: non solo, avrebbe partecipato a diverse chatroom su YouTube sulla produzione di bombe. Sono almeno 19 le scuole americane in cui dall’inizio dell’anno si è verificata una sparatoria (dati Everytown For Gun Safety): l’episodio di oggi riapre con forza la questione legata all’uso delle armi da fuoco negli Stati Uniti.

Il presidente americano Donald Trump ha commentato su Twitter, inviando le sue “preghiere e condoglianze per le famiglie delle vittime della sparatoria. Nessun bambino, insegnante e chiunque altro dovrebbe sentirsi insicuro in una scuola americana”.

Sparatoria in una scuola di Parkland, le immagini tv (Ansa / Fox News)

Sparatoria in una scuola di Parkland, le immagini tv (Ansa / Fox News)

Giovedì, super neve su tutto il Nord.

Previsioni meteo. Giovedì, super neve su tutto il Nord. Burian gela l’Italia

Ondata di maltempo storica. La neve a Roma porta immagini da cartolina, ma anche una raffica di disagi. Caos treni. Temperature a -10 gradi in Pianura, -20 sull’Appennino. A metà settimana nuova perturbazione, con nevicate diffuse su tutto il Nord Italia

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Scuole chiuse a Roma, rischio 9 giorni di stop tra neve e voto

A Roma l’Isola Tiberina sembra una pista da sci

Pubblicato il 26 febbraio 2018
Roma si tinge di bianco. Neve e freddo nella Capitale

Roma, 26 febbraio 2018 – L’ondata di gelo siberiano, spinto dal Buran (o Burian), che ha travolto l’Italia, è potente come le previsioni meteo dei giorni scorsi avevano annunciato. E la situazione non è destinata a migliorare nei prossimi giorni. Neve a Roma, sulle coste adriatiche e in molte regioni del Centro Nord. Raffiche di vento a Trieste fino a 100 km/h e oltre.

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VIDEO Maltempo, gelo su tutta l’Italia

Si tratterà di un episodio di portata storica per intensità e per estensione geografica, spiegano i meteorologi del Centro Epson Meteo, che ci accompagnerà almeno fino a metà della settimana. L’aria gelida investirà più direttamente il Centro-Nord, la Puglia, la Basilicata e la Campania, ma il freddo raggiungerà anche l’estremo Sud e le isole maggiori. Le temperature si porteranno su valori anche di oltre 10 gradi al di sotto delle medie stagionali e il freddo sarà accentuato, soprattutto fino a domani, dalla presenza di un’intensa ventilazione (effetto wind chill). Nei primi giorni della settimana in molte aree del Nord il termometro non salirà sopra lo zero nemmeno di giorno (giornate di ghiaccio), mentre di notte le temperature scenderanno anche fino a valori intorno ai -10  gradi. L’Appennino settentrionale piomba addirittura a 20 sottozero. Infine, si fa sempre più concreta l’ipotesi che giovedì 1 marzo, con l’arrivo dalla Spagna di una perturbazione atlantica, possa nevicare in gran parte del Nord. Nella notte tra mercoledì e giovedì la neve potrebbe imbiancare anche molte zone del Centro.

LE ULTIME ORE – Il vento siberiano Buran ha portato la neve su tutta l’Italia. Al Nord, in Veneto e in parte dell’Emilia Romagna ha smesso di nevicare ed è tornato a splendere il sole, ma le temperature sono molto rigide con minime fino a -7 nelle città e addirittura fino a -23 sulle montagne venete, come segna il termometro a Ra Valles, sopra Cortina. Nella cittadina ampezzana la minima è stata di 16 gradi sotto lo zero. La situazione si è normalizzata anche a Venezia, dove ieri il forte vento aveva abbattuto un pesante traliccio stradale sul Ponte della Libertà, sfiorando un’autovettura, e paralizzando la circolazione tra la città lagunare e la terraferma per quasi tutto il giorno.

Neve a Roma, tra baci e sci le foto più belle

LA CAPITALE TRA ‘CARTOLINE’ E DISAGI – Roma è stata colpita da una fitta nevicata, che ha regalato panorami da cartolina, ma che ha portato anche molti disagi. Scuole chiuse anche domani. Circolazione stradale rallentata anche per i molti rami degli alberi caduti sotto il peso della neve soprattutto in zona Prati e sulla via Cristoforo Colombo in direzione del centro città. “Siamo al lavoro per garantire la percorribilità delle strade a fronte della nevicata eccezionale che ha interessato questa notte la Capitale. Si invitano i cittadini a limitare i propri spostamenti allo stretto necessario”. Così su Facebook l’assessore all’Ambiente di Roma Pinuccia Montanari. Intanto il sindaco Virginia Raggi ha deciso di anticipare il rientro in città dal Messico, dopo il suo intervento al C40 #Women4Climate.

Il ‘piano di emergenza’ del trasporto pubblico è partito dalla mezzanotte e prevede bus ridotti – circolano solo quelli con vetture dotate di gomme termiche – ma linee metro-ferroviarie regolari. Scuole chiuse nella Capitale per scelta del Campidoglio contro i rischi derivanti dal gelo. Alcune linee bus sono sospese a causa di impraticabilità delle strade. Oltre 170 mezzi, già dislocati in diverse parti del territorio, sono al momento disponibili per l’emergenza neve in città. Il sale a disposizione, “è di mille tonnellate al giorno”. Il Campidoglio ha deciso l’apertura dei varchi Ztl per consentire l’accesso in centro anche alle vetture private.

FOTO Neve a Roma, si scia al Circo Massimo. In pista con snowboard e slittini

FOTO Roma, neve anche a Ostia. Con lo snowboard sulla spiaggia

TRENI NEL CAOS – La circolazione ferroviaria continua a subire ritardi a causa dell’emergenza neve, fino a sette ore. Un’odissea che ha coinvolto migliaia di semplici cittadini e clienti vip, da Fiorello a Sabina Guzzanti fino a Dario Franceschini. “Alle 11 sono arrivato a Termini per prendere il treno per Ferrara. Sono le 16.40 e siamo fermi a Firenze, ma sono fiducioso che prima o poi ripartirà”, ha scritto il ministro della Cultura postando la foto di una carrozza piena di gente. Nulla, però, in confronto ai passeggeri dell’Ic 794 Reggio Calabria-Torino: partito domenica sera in perfetto orario alle 21.35, ha accumulato 9 ore di ritardo e il cui arrivo alla stazione di Porta Nuova è previsto all’1.40 di lunedì, 29 ore dopo esser partito. A causa della neve alcune linee ferroviarie sono state limitate e altre deviate a Tiburtina e anche questo motivo di disagio. Infine Trenitalia ha deciso di cancellare tutti gli Intercity da e per Roma Termini.

LA COSTA ADRIATICA – In Abruzzo, molta la neve caduta all’Aquila ma è imbiancata anche Pescara (nella foto) e il litorale. Neve ad Ancona e in Romagna e sulla A14. Particolarmente colpita nella notte la provincia di Pesaro e Urbino. Circolazione ferroviaria fortemente rallentata, a tratti ferma, nel nodo di Roma, a causa delle precipitazioni nevose che stanno bloccando alcuni scambi come fa sapere Fs in un comunicato.

FOTO La neve sulla costa adriatica. Pescara bianca

Burian, la situazione neve a Macerata: in azione mezzi, turbine e spalatori / FOTO

VIDEO Neve anche sull’Umbria terremotata

Ricercato da sei anni, arrestato grazie a Burian

LE PREVISIONI PER MERCOLEDI’ – Anche mercoledì clima gelido in tutto il Centro Nord Italia e molto freddo anche al Sud, spiega ancora il Centro Epson Meteo. Ancora rischio di giornate di ghiaccio al Nord e nelle valli interne del Centro. Mercoledì al mattino ancora locali precipitazioni tra il nord della Sicilia e la Calabria meridionale. Brevi nevicate fino lungo le coste tra Abruzzo, Molise e nord della Puglia. Rischio di qualche fiocco di neve fino in costa anche sulla Liguria centro-occidentale. Iniziali schiarite su Lombardia, gran parte del Nord Est e regioni tirreniche fino alla Campania. Nel pomeriggio tendenza a un nuovo aumento della nuvolosità con nuvole già dense all’estremo Nord Ovest e in Sardegna, con neve fino a bassa quota sul Ponente ligure e a ridosso delle Alpi occidentali. Locali precipitazioni anche nell’isola, nevose fino a 400-500 metri. Sono queste le prime avvisaglie del nuovo peggioramento. Già nella notte deboli nevicate fino a quote di pianura coinvolgeranno Piemonte, Liguria e Toscana, fino a 100-300 metri localmente anche in Lazio. Ventoso per venti di Maestrale sul medio-basso Adriatico e sull’alto Ionio, per lo Scirocco in Sardegna.

GIOVEDI’, NEVE SU TUTTO IL NORD (E NON SOLO) – Giovedì – dice Epson Meteo – la perturbazione atlantica potrebbe determinare nevicate fino in pianura su tutte le regioni settentrionali. I fenomeni più intensi e abbondanti dovrebbero interessare Liguria, basso Piemonte, est della Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Al Centro, in Campania, su Lucania e Puglia saranno possibili nevicate fino a bassa quota a inizio giornata, ma con quota destinata rapidamente a innalzarsi nel corso della giornata.

Ilmeteo.it presenta i dettagli. Da mercoledì pomeriggio – dice – giungerà una perturbazione atlantica che porterà la tanto attesa e diffusa neve anche al Nord. L’ultimo giorno di febbraio inizierà a nevicare in Liguria fin sulle coste, in Piemonte e poi in Lombardia. Tanta neve a Milano, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Genova, Savona, Padova, Venezia, Bologna, Modena. Nevicherà in Toscana, come a Firenze. L’inizio della Primavera meteorologica, il 1 Marzo, vedrà nevicare diffusamente su tutte le regioni settentrionali, mentre su Toscana, Umbria, Marche e Lazio giungerà gradualmente la pioggia. Antonio Sanò, direttore del sito, spiega che tra mercoledi e giovedì prossimi tutte le regioni settentrionali si troveranno ricoperte di 5/10 centimetri di neve, o anche più in Emilia Romagna. Sanò annuncia ancora nevicate sulla Pianura padana anche sabato mattina, mentre al Centro pioverà diffusamente con temporali. 3bmeteo sottolinea che la nuova perturbazione potrebbe nuovamente portare fiocchi bianchi anche a Roma. La primavera è ancora lontana.

Previsioni meteo, neve e gelo sull'Italia. nella foto Roma (Ansa)

Previsioni meteo, neve e gelo sull’Italia. nella foto Roma (Ansa)

Carabiniere spara alla moglie a Latina. Poi uccide le figlie e si toglie la vita

Carabiniere spara alla moglie a Latina. Poi uccide le figlie e si toglie la vita

Cisterna di Latina, la donna è ricoverata in ospedale in condizioni gravissime. La coppia si stava separando

Pubblicato il 28 febbraio 2018
Carabiniere a Latina spara alla moglie e fa strage familiare

Roma, 28 febbraio 2018 – Tragedia familiare a Cisterna di Latina. Si è conclusa infatti nel peggiore dei modi la vicenda dell’appuntato dei carabinieri che, questa mattina, aveva sparato alla moglie, da cui si stava separando, e poi si era barricato in casa dove c’erano le figlie di 14 e 8 anni: l’uomo si è tolto la vita dopo aver ucciso le due bambine. Inutili le nove ore di trattative con i negoziatori delle forze dell’ordine, ignare della sorte delle due piccole anche se, sin da subito, si era temuto il peggio. In realtà, il militare le avrebbe uccise subito dopo aver sparato alla moglie.

LA SPARATORIA IN GARAGE – Secondo la ricostruzione dei fatti, il carabiniere Luigi Capasso, 44 anni, originario di Napoli, aveva da poco staccato dal servizio a Velletri (Roma) quando, intorno alle 5.30, si è presentato a casa della moglie, Antonietta Gargiulo, 39 anni, operaia dello stabilimento Findus di Cisterna. L’uomo ha atteso nel garage che la donna scendesse per recarsi al lavoro e le ha sparato con la pistola d’ordinanza al culmine di una lite, quindi le ha preso le chiavi di casa ed è salito nell’appartamento dove le figlie Alessia e Martina dormivano. Seppure colpita all’addome e alla mandibola, la donna è riuscita a dire ai vicini che l’hanno soccorsa: “E’ stato mio marito”.

LE TRATTATIVE E LA STRAGE – “E’ confuso e sotto choc. Temiamo il peggio ma non abbiamo ancora notizie definitive”, aveva detto in mattinata il comandante provinciale, il colonnello Gabriele Vitagliano, in merito alla sorte delle due figlie mentre erano in corso le trattative per convincere Capasso ad arrendersi. I negoziatori hanno parlato a lungo con lui, che in più occasioni si è affacciato al balcone dell’appartamento. Dopo le 13, però, l’uomo si è rinchiuso in casa e per un’ora non ha dato più segnali. Poi si sarebbero uditi colpi di pistola e, a questo punto, le forze dell’ordine hanno effettuato irruzione: l’uomo si era suicidato. Anche le due bambine erano morte. Secondo le prime indicazioni, sarebbero state uccise subito dopo il ferimento della mamma. Una vicina di casa ha infatti raccontato di “avere sentito degli spari attorno alle 6”, circa mezz’ora dopo i colpi che hanno raggiunto Antonietta Gargiulo.

AGGREDITA ANCHE IN PASSATO – La donna intanto è ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale San Camillo di Roma, dove è stata trasportata in eliambulanza. Secondo quanto si apprende, non è stato ancora deciso di intervenire chirurgicamente, si aspetta l’evolversi del quadro clinico. La donna è stabilizzata. Non ci sarebbe ritenzione di proiettili e questo può anche rappresentare un segnale di speranza in più, per quanto limitato in un quadro clinico molto molto serio.
“La signora – ha raccontato il suo avvocato, Maria Concetta Belli – era stata aggredita con urla e schiaffi fuori dal suo luogo di lavoro il 4 settembre scorso. Tre giorni dopo ha presentato un esposto in questura ma non una denuncia in quanto temeva che il suo gesto potesse far perdere il lavoro al marito”.

I VICINI DI CASA – “Antonietta era a terra e chiedeva aiuto, gridava”, ha raccontato una ragazza di venti anni, vicina di casa di Antonietta Gargiulo. “Ho avuto paura – ha continuato – ho sentito gli spari e mi sono affacciata al balcone e ho visto Antonietta in terra che urlava, Non sapevo cosa fosse successo. A chi è sceso a soccorrerla lei ha detto ‘è stato mio marito’. Antonietta la conosco, è una bravissima persona. Non sapevo fossero separati”. “Una famiglia tranquilla. Ogni tanto veniva a pagare qualche bolletta, una multa. Non c’era nulla che potesse far sospettare una cosa del genere”, dicono invece altri abitanti della zona.  “Questa è una zona tranquilla, i palazzi sono quasi tutti di nuova costruzione. Nei condomini nemmeno si litiga”, ripete un commerciante.

APPELLI SU FACEBOOK – Sulla sua pagina Facebook, il 10 febbraio scorso, il militare aveva postato la frase: “Non dire mai a me non accadrà, tutto capita anche quello che non avresti mai immaginato”. E proprio attraverso il social network decine di persone hanno lanciato appelli all’uomo affinché si arrendesse e liberasse le due figlie. “Lascia le bimbe. Apri quella porta e lasciale vivere. Te lo chiediamo, pregandoti. Devono vivere. Lasciale subito”, ha scritto un utente. E ancora: “Consegnati. Pagherai per quello che hai fatto, però la vita potrà ancora sorriderti. Fai un gesto di coraggio, lascia le ragazzine e consegnati”.

I negoziatori parlano con Luigi Capasso (a destra), che tiene in ostaggio le figlie (Ansa)

I negoziatori parlano con Luigi Capasso (a destra), che tiene in ostaggio le figlie (Ansa)

Milano-Sanremo 2018, Nibali da leggenda.

Milano-Sanremo 2018, Nibali da leggenda. L’ordine d’arrivo

L’arrivo su via Roma a braccia alzate dello Squalo: la classicissima di primavera torna italiana dopo 12 anni

Milano-Sanremo 2018. Orari tv, percorso e favoriti

Milano-Sanremo 2018, debutta la Var. Ecco come funziona

Pubblicato il 17 marzo 2018
Milano-Sanremo 2018, l’impresa di Nibali

Sanremo, 17 marzo 2018 – Il capolavoro di Vincenzo Nibali.  E’ lui il vincitore della Milano-Sanremo 2018 che torna a parlare italiano dopo 12 anni. Lo Squalo è protagonista di un’azione straordinaria sul Poggio: stacca tutti a 7 chilometri dall’arrivo, resiste alla rimonta del gruppo e arriva a braccia alzate, con Ewan e Demare, secondo e terzo, che vincono lo sprint di gruppo, ma prendono la ruota di Nibali solo sulla linea del traguardo. “Non lo se nemmeno io come ho fatto – dice il siciliano del Team Bahrain Merrida subito dopo l’arrivo – dovevo correre per Corbrelli, ho seguito un attacco sul Poggio, poi ho capito che potevo fare il vuoto e sono andato a tutta fino all’arrivo”. Dopo due Giri di Lombardia e tre grandi giri, lo ‘Squalo dello stretto’ fa sua anche la classicissima di primavera. Con fantasia, in una corsa a lui sicuramente non congeniale. E, soprattutto, con un grandissimo cuore.

L’ORDINE D’ARRIVO – Nibali ha preceduto Caleb Ewan, secondo; il francese Arnaud Demare, terzo; il norvegese Alexander Kristoff, quarto; il belga Jurgen Roelandts, quinto. Il campione del mondo Peter Sagan si è piazzato al sesto posto. Nono l’azzurro Sonny Colbrelli, compagno di squadra di Nibali.

LA CRONACA – Parte sotto la pioggia l’edizione numero 109 della classicissima di primavera. Cinquanta le vittorie italiane, con il successo che manca ai nostri colori dal 2006. Ultimo ad alzare le braccia al cielo Pippo Pozzato, in gara anche oggi a 12 anni di distanza. Tante le novità di questa edizione, due su tutte la riduzione del numero dei corridori per squadra (da 8 a 7) e l’introduzione della moviola in corsa tipo ‘Var’, ovvero un giudice sistemato su un pullman con una tv che vigili su eventuali scorrettezze (in particolare cambi bici che potrebbero nascondere l’utilizzo di motorini). Pronti via e parte la fuga, se ne vanno in 9:  Maestri, Rota, Koberniak, Sagiv, Van Winden, Hatsuyama, Planet, Bono, Mosca. Il loro vantaggio arriva a superare i 6 minuti, poi dietro si mettono a tirare diverse squadre, Bora e Sky su tutte, e il gap si riduce a meno di 4 minuti quando mancano circa 100 chilometri all’arrivo. I corridori viaggiano sotto una pioggia incessante che non permette medie stratosferiche. Il gruppo guadagna inesorabile, il distacco si riduce chilometro dopo chilometro. Encomiabile il lavoro di Juray Sagan, per il fratello peter, in testa al plotone. Quando mancano 90 chilometri all’arrivo smette di piovere, negli ultimi 50 spunta addirittura il sole. Qualche caduta, Kittel che su Capo Berta non sembra nella sua migliore giornata, e i fuggitivi che da 9 diventano 4 per poi essere riassorbiti a circa 30 dall’arrivo. Nulla accade su Costarainera e sulla Cipressa, con la Sky prima e la Fdj poi a dettare il ritmo. E nessuno in grado di  tentare l’allungo.  Nibali sgomita nelle prime posizioni del plotone, Sagan si fa vedere spesso alla sua ruota.

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Politica

Elezioni 4 marzo, risultati in diretta. Dati reali e seggi

M5s primo partito. Boom della Lega. Di Maio: “Siamo i vincitori assoluti”. Salvini: “Governerà il centrodestra. No alleanze strane”. Renzi annuncia le dimissioni: “Non faremo mai accordi. Ora congresso”. Stampa estera:  “Italia senza maggioranza”. Regionali: avanti Zingaretti nel Lazio, Fontana in Lombardia

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Pubblicato il 4 marzo 2018
Elezioni politiche italiane 2018, i big al voto

Roma, 5 marzo 2018 – Vola il Movimento 5 Stelle, crolla il Pd. La Lega supera Forza Italia dentro al centrodestra, prima coalizione. E’ questo il quadro fornito dai risultati delle elezioni politiche italiane 2018 (affluenza definitiva intorno al 73%). Quadro anticipato già dagli exit poll (sondaggi post-voto), che ha trovato conferma prima nelle proiezioni, poi nei dati reali (sotto i risultati in diretta).

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Risultati elezioni 2018, i seggi assegnati. ‘Salvi’ Boldrini e Minniti

DI MAIO-SALVINI – Mentre l’esito degli scrutini arriva al Viminale e si delinea il puzzle dei seggi nei collegi uninominali e plurinominali, è ormai chiaro che nessuna coalizione, o partito, avrà la maggioranza in Parlamento. Festeggia però Luigi Di Maio, a capo del Movimento che è prima lista con oltre il 32% dei voti, che lui ritiene il “vincitore assoluto” della consultazione.  “Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche, a partire dall’individuazione delle figure di garanzia che vorremo individuare a capo delle due Camere. Ma soprattutto per i temi che dovranno riguardare i programmi del lavori della XVIII legislatua”. Di Maio si dice “sicuro che il presidente della Repubblica saprà guidare questo momento con autorevolezza e sensibilità. Oggi per noi inizia la terza repubblica e la terza sarà finalmente la repubblica dei cittadini italiani”.  Dall’altra parte c’è Matteo Salvini che, forte del suo 18% è il nuovo leader del centrodestra che nel complesso incassa più seggi dei Cinque Stelle. Possibile un asse Lega-M5s? Salvini, che ha già incontrato Berlusconi ad Arcore (un colloquio definito “positivo”), sbarra la strada. “Vogliamo governare con il centrodestra”, che è “la squadra più vicina alla maggioranza”.

Risultati camera: lo spoglio in tempo reale

Risultati Senato: lo spoglio in tempo reale

RENZI: MI DIMETTERO’, NON FAREMO ACCORDI (Qui il discorso integrale) – “E’ ovvio che io lasci” il Pd  ha detto Matteo Renzi, commentando in conferenza stampa l’esito del voto e annunciando l’apertura di un congresso in prospettiva delle primarie. “Il risultato è davvero deludente”, continua il segretario dimissionario che prende ad esempio il caso di Pesaro, dove il ministro dell’interno Marco Minniti è uscito sconfitto dal suo collegio. Nonostante il lavoro fatto da Minniti sull’immigrazione, ha detto Renzi, “il candidato grillino, per definizione degli stessi Cinque Stelle impresentabile, ha avuto la meglio. E’ il simbolo di questa campagna”. Il Pd “non diventerà stampella di una forza antisistema”, assicura poi. Dunque “non faremo mai accordi”. Per quanto riguarda il suo futuro personale “farò il senatore semplice”. Le dimissioni sono però non valgono da oggi. Lo stesso Renzi le fa slittare a dopo la formazione delle Camere e del nuovo governo. Un differimento che i compagni di partito mal digeriscono: nel Pd è bagarre.

LEU – Esprime la sua insoddisfazione per il risultato elettorale anche Pietro Grasso di Liberi e Uguali, che però apre al “confronto in Parlamento – aggiunge -, secondo le agende, i principi e i valori che abbiamo manifestato in campagna elettorale”.

Elezioni 4 marzo, Di Maio: “Noi vincitori assoluti, pronti al confronto”

Risultati in diretta 

Elezioni 2018, chi governa? Due maggioranze possibili

SENATO PARTITI ( 61.371 sezioni su 61.401, seggi ripartiti in base alle proiezioni definitive  realizzate dal Consorzio Opinio Italia per la Rai)

M5s: 32,18% – Seggi 109-119
Pd: 19,13% – Seggi 44-46
Lega: 17,64% – Seggi 58-60
Forza Italia: 14,44%- Seggi 46-52
Fratelli d’Italia: 4,26% – Seggi 19-25
Liberi e Uguali: 3,28% – Seggi 7-11
+Europa Bonino- Cd: 2,36% – Seggi  0-2
Noi con l’Italia-Udc: 1,2% – Seggi 2-4
Svp 0,42%- Seggi 2-4
Civica popolare Lorenzin  0,52% – Seggi 0-2
Italia Europa Insieme: 0,54% – Seggi 0-2

Elezioni 4 marzo, Movimento 5 Stelle esulta. “Tutti dovranno parlare con noi”

SENATO COALIZIONI  (61.243sezioni su 61.401, seggi ripartiti in base alle proiezioni definitive  realizzate dal Consorzio Opinio Italia per la Rai)

Centrodestra: 37,49% – Seggi 128-140
Movimento 5 Stelle: 32,22% – Seggi 109 -119
Centrosinistra: 22,99% – Seggi 47-55
Liberi e Uguali: 3,27% – Seggi 7-11
Altre – Seggi 0-2

Elezioni 4 marzo 2018, Martina: “Per il Pd sconfitta chiara e netta”

CAMERA PARTITI –  (61.365 sezioni su 61.401, seggi ripartiti in base alle proiezioni definitive  realizzate dal Consorzio Opinio Italia per la Rai)

M5s: 32,64% – Seggi 230-240
Pd: 18,71% – Seggi 104-110
Lega: 17,39% – Seggi 115-123
Forza Italia: 14,03% – Seggi 99-105
Fratelli d’Italia: 4,35% – Seggi 24-32
Liberi e Uguali: 3,38% – Seggi 11-19
+Europa 2,54% – Seggi 1-3
Noi con l’Italia-Udc: 1,31% – Seggi 2-4
Civica Popolare Lorenzin: 0,54% – Seggi 1-3
Italia Europa Insieme 0,6% – Seggi 0-2
Svp 0.41% – Seggi 3-5

CAMERA COALIZIONI (61.048 sezioni su 61.401, seggi ripartiti in base alle proiezioni definitive  realizzate dal Consorzio Opinio Italia per la Rai)

Centrodestra: 37% – Seggi 247-257
Movimento 5 Stelle: 32,68% – Seggi 230-240
Centrosinistra: 22,85% – Seggi 110-120
Liberi e Uguali: 3,39% – Seggi 11-19
Altre – Seggi 0-2.

ESTERO – Arrivano anche i dati relativi allo scrutinio dei voti degli italiani all’estero. Sulle 1.858 sezioni totali, le operazioni sono chiuse in  1.254. Il Pd ha ottenuto, per ora, il 26,71 dei voti alla Camera e il 27,48% al Senato. La coalizione di centrodestra si attesta al 22,15% alla Camera e al 22,51% al Senato e il Movimento Cinquestelle rispettivamente al 17,61% e al 17,98%.

IN SINTESI – Riepilogando: il Movimento 5 Stelle è il primo partito, al di sopra del 32% sia alla Camera che al Senato. Flop evidente del Pd che resta sotto il 20% (il 19% alla Camera) e addirittura prenderebbe una decina di poltrone in meno rispetto alla Lega: decisiva pare la débacle in molti collegi uninominali. Il partito di Salvini fa il pieno (sopra il 17%%) superando l’alleato Forza Italia (13,5%). A Sinistra male anche Leu, fermo al 3,3%. Fratelli d’Italia al 4,3%. Intanto la stampa estera dà già una prima lettura del voto italiano. Le principali testate riportano la vittoria del centrodestra nel suo insieme, sottolineando tuttavia che l’M5s è il primo partito. Ma è diffusa la lettura di un ‘hung parliament’, ovvero di un ‘Parlamento appeso’, senza una maggioranza per governare. Un possibile stallo che frena i mercati, ma non li terrorizza. La Borsa di Milano, dopo un avvio in pesante calo, lima le perdite.

SENATO – Il Movimento Cinque stelle è il nuovo primo gruppo parlamentare al Senato con un minimo di 109 senatori che possono ancora salire fino a 119. Secondo gruppo è la Lega con un minimo di 58 seggi che possono ancora salire a 60. Terzo sarà Forza Italia: da 46 a 52 senatori. Il Pd scivolerà al quarto posto: da 44 a 46 senatori fra i quali Emma Bonino. LeU porterà a palazzo Madama da 7 a 11 senatori, Noi con l’Italia da 2 a 4. E 2, infine, ne eleggerà la Svp. Tutte le altre liste resteranno fuori dal nuovo Senato

CAMERA – I Cinque Stelle, come al Senato, saranno il nuovo primo gruppo parlamentare con un numero di deputati compreso fra 230 e 240. Secondo gruppo sarà la Lega: da 115 a 123 eletti. Il Pd (che al Senato rischia di finire quarto) a Montecitorio sarà il terzo gruppo: da 104 a 110 deputati. Di poco superiori a quelli di Forza Italia, quinto gruppo di consistenza da 99 a 105 eletti. Dietro di loro ci saranno Fratelli d’Italia (da 24 a 32 deputati), Liberi e Uguali (da 11 a 19 eletti), Noi con l’Italia-Udc (da 2 a 4), Civica Popolare (da 1 a 3), PiùEuropa (da 0 a 2), Insieme (da 0 a 2).

Elezioni 4 marzo, l’affluenza definitiva

Elezioni 4 marzo 2018, Le Iene: “Compravendita di 3mila voti in Germania”

ELEZIONI REGIONALI LAZIO – Secondo la quinta proiezione del Consorzio Opinio Italia per la Rai, alle regionali per la presidenza del Lazio Nicola Zingaretti (centrosinistra) ha il 34% e stacca Stefano Parisi (centrodestra) al 29,9%, Roberta Lombardi (M5s) al 27,9% e Sergio Pirozzi (lista civica) al 4,3%.

Elezioni regionali Lazio e Lombardia, risultati (e proiezioni) in diretta

ELEZIONI REGIONALI LOMBARDIA – Attilio Fontana ha un vantaggio di oltre 10 punti su Giorgio Gori nelle elezioni regionali in Lombardia secondo le proiezioni di Opinio Italia per la Rai. Il candidato di centrodestra è al 43%, il suo avversario di centrosinistra al 33,2; Dario Violi dei 5 stelle è al 18,3 mentre Onorio Rosati di LeU si ferma al 2,4.

I TEMPI –  L’attribuzione definitiva dei seggi ai partiti delle due coalzioni non sarà chiara fino alla serata di oggi, lunedì 5 marzo, se non domani addirittura. Si dovrà infatti attendere il recupero a vantaggio delle forze alleate che avranno superato il 3% dei voti riportati dai loro alleati che invece la soglia non la avranno superata (il calcolo è su base nazionale, inzierà dunque solo quando l’ultimo dei 61.551 seggi avrà terminato le operazioni di spoglio).

Elezioni russe, Putin trionfa.

Elezioni russe, Putin trionfa. Presidente per la quarta volta

Quanto è stato scrutinato il 50% delle schede il leader del Cremlino oscilla attorno al 75%. Secondo il comunista Grudinin con l’13,3%. Affluenza alta, anche se inferiore al 2012: sconfitto l’appello al non voto fatto dal blogger Navalny, escluso dalla commissione elettorale

di ALESSANDRO FARRUGGIA

Pubblicato il 18 marzo 2018
Bagno di folla per Vladimir Putin, presidente per la quarta volta (Ansa)

Bagno di folla per Vladimir Putin, presidente per la quarta volta (Ansa)

Mosca, 18 marzo 2018 – Lo Zar ha vinto ancora. Vladimir Putin trionfa per la quarta volta alle presidenziali russe con circa il 75% dei voti. La vittoria è parsa subito Chiara. Putin aveva il 73,9% secondo gli exit poll del centro demoscopico statale Vtsiom mentre per  l’altro istituto di sondaggi Fom  Putin prenderebbe il 76,3%. Sempre secondo Fom, Pavel Grudinin, il candidato del Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF), prende l’11,9% dei voti. Terzo il leader del Partito Liberal Democratico della Russia Vladimir Zhirinovsky, al quale  va  il 6% dei voti. Ksenia Sobchak ha il 2% dei voti, Grigory Yavlinsky, di Yabloko, l’1% dei voti. Maxim Suraykin e Boris Titov ottengono lo 0,7%, Sergei Baburin lo 0,6%.

Quando – attorno alle 21.35 ora italiana – era stato scrutato il 50% delle schede Putin aveva il 75,01%, Pavel Grudinin il 13,39%, Vladimir Zhirinovsky il 6,34%, Ksenia Sobchak l’1,42%, Grigory Yavlinski l’ 0.82%, Maxim Surayakin lo 0,65%. In Crimea, ed era prevedibile, Putin ha superato il 90% dei voti.

La percentuale dei votanti è alta ma non altissima, attorno al 63,7%, quasi due punti in meno del 2012 quando raggiunse il 65,25% e 6 punti meno del 2008. E’ comunque sostanzialmente fallito, grazie alla massiccia mobilitazione voluta dal Cremlino, il tentivo di delegittimare Putin non andando a votare. Questo in buona parte perchè la macchina statale – ministeri, aziende pubbliche, poteri locali, militari e polizia – ha spinto gli elettori ai seggi e il caso Sobciak, la ex spia russa avvelenata con gas nervino in Gran Bretagna, ha fatto il gioco di Putin, dipengendo tra gli elettori l’immagine di una Russia assediata dall’Occidente e innescando un ulteriore consenso a Putin, visto come l’uomo forte che può difendere gli interessi russi.

Il portavoce della campagna elettorale di Vladimir Putin Andrei Kondrashov ha ringraziato il premier britannico Theresa May per aver aumentato l’affluenza alle urne. «L’affluenza risulta più alta del previsto dell’8-10% e per questo dobbiamo ringraziare la Gran Bretagna perché ancora una volta non ha capito la mentalità della Russia: ogni volta che ci accusano di qualcosa in modo infondato il popolo russo si unisce al centro della forza e il centro della forza oggi è senz’altro Putin», ha detto Kondrashov a Interfax,

Dopo aver votato, come da tradizione, nel seggio dove è registrato, all’Accademia delle scienze russe a Mosca, il leader del Cremlino era parso tranquillissimo e aveva dichiarato ai giornalisti presenti che riterrà un successo ”qualsiasi risultato” esca dalle urne oggi, basta che gli dia il “diritto di svolgere la carica di presidente”. “Sono sicuro che il programma, che propongo al Paese sia quello giusto“, ha poi aggiunto. A sera  Vladimir Putin, e’ apparso sul palco del concerto dedicato all’anniversario dell’annessione della Crimea, in piazza del Maneggio a Mosca, sotto le mura del Cremlino, dove ha fatto il suo primo bagno di folla dopo il trionfo alle urne. “Grazie a tutti i nostri sostenitori per questo risultato: ora _ ha detto _  è importante essere uniti e includere nella nostra squadra anche chi ha votato altri candidati. Il successo è il nostro destino. Lavoreremo tutti duramente per il futuro della grande Russia”.

Il voto si è svolto mediamente con apparente regolarità, e le autorità hanno cercato di allestire un clima di festa. Gli attivisti dell’opposizione e le Ong in Russia hanno però denunciato irregolarità nelle elezioni presidenziali in corso. L’ong Golos, specializzata nel monitoraggio elettorale e che elenca le presunte frodi sul suo sito web, alle 19 italiane aveva conteggiato 2.709 casi di irregolarità come urne riempite di schede, voti multipli o impedimento del lavoro degli osservatori Il movimento di Alexey Navalny, principale oppositore del presidente Vladimir Putin, ha inviato 33mila volontari a monitorare il voto, a cui Navanly non ha potuto candidarsi. Il sito web di Navalny ha riferito di centinaia di casi di frode, in particolare a Mosca e dintorni, a San Pietroburgo e in Baschiria, negli Urali. Duro anche Pavel Grudinin, il candidato comunista: “È chiaro che queste elezioni non sono state oneste, anzi sono state le più sporche nel territorio dell’ex Unione Sovietica: purtroppo ha avuto ragione Alexei Navalny, le persone hanno potuto votare più volte”.

Sarkozy in stato di fermo

Sarkozy in stato di fermo, l’ex presidente sotto interrogatorio

Le Monde: Sarkò è ‘en garde a vue’ per l’indagine sui presunti finanziamenti illeciti alla campagna elettorale del 2007. “Gheddafi gli fece avere 5 milioni in contanti”

 

I misteri di Ghanem, morto in circostanze sospette – di A.FARRUGGIA

 

Sarkozy e i soldi di Gheddafi, le tappe e l’inchiesta

Pubblicato il 20 marzo 2018
Sarkozy in stato di fermo a Nanterre

Parigi, 20 marzo 2018 – Nicolas Sarkozy è stato messo in stato di fermo oggi nell’ambito delle indagini sui presunti finanziamenti illeciti da parte della Libia di Gheddafi legati alla campagna elettorale del 2007, anno in cui l’ex presidente francese salì all’Eliseo: lo riporta il quotidiano Le Monde sul suo sito Internet. Attualmente sarebbe ‘en garde a vue‘ (un arresto a tempo, simile al fermo italiano) a Nanterre, dove la polizia lo sta interrogando. Interrogato anche l’ex ministro e fedelissimo di Sarkozy, Brice Hortefeux, ma la sua è una ‘libera audizione’: non è cioè in stato di arresto.

I misteri di Ghanem, morto in circostanze sospette – di A.FARRUGGIA

Sarkozy e i soldi di Gheddafi, le tappe e l’inchiesta

E’ la prima volta che Sarkozy, che ha sempre negato con forza l’intera vicenda, viene sentito su questo tema da quando è stata aperta l’inchiesta nell’aprile 2013. Il fermo, cioè la ‘garde a vue’, può durare fino a un massimo di 48 ore, al termine dei quali l’ex presidente della Repubblica potrebbe essere costretto a presentarsi davanti ai magistrati per essere incriminato.

L’indagine – spiega Le Monde – è partita dopo “la pubblicazione nel maggio 2012 sul sito Mediapart di un documento libico che cita un finanziamento da parte di Gheddafi a Sarkozy”. Secondo le fonti di Le Monde, diversi ex dignitari libici dell’era Gheddafi ultimamente avrebbero cominciato a collaborare all’inchiesta in maniera più attiva, portando nuove prove sui fondi sospetti. Sarebbe questa la ragione di una svolta nel lavoro degli inquirenti che ha portato alla decisione di fermare l’ex capo dell’Eliseo.

“5 MILIONI IN CONTANTI” –  “Nel novembre del 2016, in piene primarie del partito repubblicano – scrive il quotidiano – l’intermediario Ziad Takieddine aveva affermato di aver trasportato 5 milioni di euro in contanti a Tripoli a Parigi tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 prima di consegnarli a Claude Gueant (ex segretario generale dell’Eliseo ndr) e Nicolas Sarkozy, allora ministro dell’interno”. Parole che hanno “confermato quelle tenute il 20 settembre 2012 da Abdallah Senoussi, ex direttore dell’intelligence militare del paese libico, davanti al procuratore generale del Consiglio nazionale libico di transizione”.

Non è tutto, aggiunge Le Monde: i libri dell’ex ministro del petrolio libico Shoukri Ghanem morto nel 2012 in circostanze ancora dubbie, recuperati dalla giustizia francese, menzionano l’esistenza di pagamenti a Nicolas Sarkozy. Beshir Saleh, ex gran finanziere di Gheddafi e uomo di relazioni con la Francia, recentemente ferito da colpi d’arma da fuoco durante un attacco a Johannesburg, aveva dichiarato al giornale qualche tempo fa: “Gheddafi ha detto di aver finanziato Sarkozy. Sarkozy ha detto che non è stato finanziato. Credo più a Gheddafi che a Sarkozy“.

LE IPOTESI DI REATO – Gli inquirenti investigano sulla possibile “complicità nella corruzione di pubblico ufficiale straniero” e “complicità nell’appropriazione indebita di fondi pubblici in Libia”.  A carico di Sarkozy ci sarebbero “indizi gravi e concordanti“.

Nessun commento al fermo da parte del premier francese Edouard Philippe, intervistato questa mattina dai media francesi. Philippe si è limitato a parlare di un rapporto “intriso di rispetto”.

Sarkozy con l'ex leader libico Gheddafi nel 2007 (Ansa)

Sarkozy con l’ex leader libico Gheddafi nel 2007 (Ansa)

Catania, forte esplosione in un palazzo investe i vigili del fuoco.

Catania, forte esplosione in un palazzo investe i vigili del fuoco. Tre vittime

Due pompieri morti e una persona trovata carbonizzata, questo il bilancio dell’esplosione in una palazzina in via Sacchero, traversa di via Garibaldi. I vigili erano intervenuti per una fuga di gas. Dubbi su cosa ha provocato la deflagrazione

Pubblicato il 20 marzo 2018
Catania, la motosega dei vigili del fuoco innesca l’esplosione di gas

Catania, 21 marzo 2018  – Una forte esplosione si è verificata ieri notte in un edificio di Catania, nel centro storico, il cosiddetto ‘Fortino’. Nella deflagrazione sono morti due vigili del fuoco, e una terza persona trovata carbonizzata. Altri due pompieri sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale, ma non in pericolo di vita. Questo è il primo bilancio della tragedia. I quattro i vigili del fuoco coinvolti nell’esplosione erano accorsi sul posto dopo una chiamata. Le vittime sono i pompieri Giorgio Grammatico e Dario Ambiamonte, e il settantenne Giuseppe Longo, titolare dell’officina. Sulla vicenda la Procura ha aperto un’inchiesta: il capo della squadra dei vigili del fuoco  Marcello Tavormina, 38 anni, capo della squadra e ricoverato con un collega nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi, è indagato per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Per la Procura è un’iniziativa dovuta prima di compiere atti irripetibili che confluiranno nell’inchiesta.

I FATTI – Una fuga di gas in una piccola officina che ripara biciclette era stata segnalata in via Sacchero, traversa di via Garibaldi, all’altezza di via del Plebiscito. L’allarme era stato lanciato ai vigili del fuoco proprio dalla persona trovata senza vita all’interno. La squadra giunta sul posto ha utilizzato una motosega per tagliare il catenaccio, ma quando l’attrezzo ha toccato la catena le scintille hanno scatenato l’esplosione di gas che ha investito i vigili del fuoco.

I quattro pompieri colpiti sono stati trasportati d’urgenza in ospedale per essere rianimati, ma due di loro sono deceduti per le ferite riportate. La vittima carbonizzata potrebbe essere il settantenne che viveva e lavorava nella palazzina come venditore e riparatore di biciclette. Illeso invece un quinto componente della squadra di vigili del fuoco travolti dall’esplosione. E’ stato portato sotto choc al sicuro e lontano dai riflettori.

TESTIMONI – Tra lo stupore e la paura gli abitanti di via Sacchero e via Garibaldi descrivono l’esplosione della palazzina: “Una bomba, sembrava un’attentato…”. Un negoziante racconta: “Ho sentito un boato incredibile e ho pensato a una bomba violenta, ho avuto una grande paura”. Un giovane che lavora lì vicino: “Ho pensato di morire lo spostamento d’aria è stato così forte che ho temuto che le mura mi crollassero addosso da un momento all’altro”. Invece una donna della zona chiede quando potrà tornare a casa, mentre i pompieri sono ancora al lavoro per mettere in sicurezza la zona tutta transennata.

FERITE GRAVI, MA NON IN PERICOLO DI VITA – La prognosi è riservata all’ospedale Garibaldi di Catania per i due pompieri feriti nell’espolsione, ma non sarebbero al momento in pericolo di vita. Il più grave dei due, ha riportato un importante trauma polmonare, e sarà ricoverato nella rianimazione. Il secondo ha un trauma cranico con la teca avvallata e ferite varie, dovrebbe essere trasferito nel reparto di neurochirurgia.

PROCURA APRE FASCICOLO – L’esplosione sarebbe avvenuta dall’interno verso l’esterno. È quanto emergerebbe dai primi sopralluoghi compiuti sul posto. La deflagrazione sarebbe stata violenta e legata a una fuga di gas di bombole all’interno della struttura. Ora bisognerà chiarire come mai la persona che era dentro la casa non abbia aperto le finestre o la porta: forse impedito da un malore, o se lo abbia fatto apposta.

IL SINDACO ENZO BIANCO SU FACEBOOK

IL VICINO: GLI HO DETTO ‘MA CHE STA FACENDO’ POI L’ESPLOSIONE –  Felice Lizio il vicino di casa di Giuseppe Longo, l’artigiano morto nell’esplosione fa fatica a riprendersi dallo choc: “Mi sento un miracolato. Di quegli istanti terribili non ricordo tanto il boato, quanto l’onda d’urto che ha sbalzato i vigili del fuoco”. Anche lui stasera, intorno alle 20, sentendo odore di gas, ha chiesto l’intervento dei pompieri: “Erano in 5 hanno fatto un primo sopralluogo in via Garibaldi, poi si sono spostati in via Sacchero, nella seconda uscita dell’appartamento sventrato; hanno visto una flebile luce e, immaginando che l’anziano si fosse sentito male, hanno effettuato un sondaggio con un attrezzo per valutare il grado di saturazione. La stanza era satura di gas, a questo punto si sono spostati nella parte dell’immobile in via Garibaldi e uno ha afferrato un arnese per tagliare il lucchetto della porta di ferro del negozio di bici. Io gli ho detto ‘ma che sta facendo’ e lui mi ha risposto, ‘si allontani’. Ho fatto due passi, riuscendo a tirare per la giacca il mio vicino di casa, e c’è stata l’esplosione”.

ESPLOSIONE PRIMA DELL’INTERVENTO – Ma la testimonianza del vicino contrasta, anche questo dovrà accertare l’inchiesta aperta dalla Procura, con le prime ricostruzioni che avvalorano la tesi che la deflagrazione avvenuta prima dell’intervento dei vigili dei fuoco.

Forte esplosione a Catania, tre morti (Lapresse)

Forte esplosione a Catania, tre morti (Lapresse)