Vitamina D, una buona ragione per esporsi al sole: ma sempre con cautela

Vitamina D, una buona ragione per esporsi al sole: ma sempre con cautela

di Brigida Stagno

Assicurarsi ogni giorno la giusta dose di vitamina D è importante per diverse ragioni: dalla più nota azione protettiva sulle ossa, al ruolo terapeutico e preventivo, dimostrato dalle evidenze scientifiche degli ultimi anni, nelle malattie cardiovascolari, reumatiche, infiammatorie, autoimmuni (come il diabete di tipo II o l’artrite reumatoide), infettive ( per l’aumento della produzione di difensine, sostanze antimicrobiche), fino a quelle tumorali (quali il cancro del colon retto e della mammella). Detta anche la “vitamina del sole” (o vitamina D3 o colecalciferolo), la vitamina D è prodotta in risposta ai raggi UV a partire da derivati del colesterolo presenti nella pelle. Le donne, soprattutto se in età pre-menopausale (cioè dai 20 ai 49 anni), e se obese (ma anche gli anziani, spesso malati e allettati, quindi meno esposti ai raggi solari) sono più predisposte alla carenza di questa vitamina, la cui concentrazione varia però anche a seconda della stagione (più alta in estate), dei paesi (superiore negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa) e del sesso (maggiore negli uomini).
Basse dosi di questa sostanza aumenterebbero anche il rischio di mortalità causata da diverse patologie, in particolare quelle cardiovascolari e tumorali. Al contrario, dosi maggiori contribuirebbero a migliorare lo stato di salute generale. Lo conferma una recente metanalisi (cioè la revisione e analisi di più studi clinici) pubblicata sulla rivista scientifica British Medical Journal, che ha esaminato  quasi una decina di studi condotti in Europa e Stati Uniti su oltre 26 mila persone tra i 50 e i 79 anni, seguite per 16 anni per valutare il legame tra deficit di vitamina D e queste malattie e le differenze tra i diversi Paesi, tra i due sessi, nelle diverse età e stagioni. Nello studio, i livelli di vitamina D erano maggiori nelle persone più istruite, che praticavano attività fisica, mentre erano inferiori negli obesi.
Durante i 16 anni di follow-up dell’indagine, nelle 26,018 persone esaminate sono state registrate ben 6,695 morti, 2,624 delle quali per malattie cardiovascolari e 2,227 per tumori.L’associazione tra bassi livelli di vit D e morte per malattie cardiovascolare era evidente nei pazienti con o senza storia passata per queste patologie, mentre nel caso dei decessi per tumori, la correlazione con il deficit vitaminico era presente solo nelle persone con storia di tumori alle spalle e non in quelle con anamnesi negativa per precedenti neoplasie. Questo dato confermerebbe il ruolo della vit D nella prognosi delle neoplasie, ma non si può escludere che sia stato il tumore stesso a determinare una riduzione della concentrazione dei livelli di colecalciferolo nel sangue.
Diversi studi hanno comunque dimostrato che la carenza di questa preziosa vitamina possa predisporre al cancro del colon-retto La D3 possiede infatti alcune azioni anticancro, che contrastano il processo di cancerogenesi, contribuendo a mantenere l’integrità della mucosa dell’intestino e la crescita normale delle cellule intestinali. Malgrado siano necessarie ulteriori conferme, non si esclude in futuro una nuova strategia terapeutica contro i tumori, basata proprio sull’impiego dicalcio e vitamina D.

La carenza di vitamina D è dovuta soprattutto alla scarsa esposizione al sole, a una dieta povera di vitamine o a condizioni particolari che ne alterano l’assorbimento (malattie intestinali). La dose ottimale giornaliera è di circa 800 UI, raggiungibile con l’esposizione giornaliera al sole con le braccia scoperte per circa 15 minuti e una dieta varia, in cui siano presenti tuorlo dell’uovo, pesce, come il salmone, lo sgombro, le aringhe, verdure a foglia verde, latte e derivati, olio di fegato di merluzzo, tutti cibi ricchi di vitamina D. E gli integratori, di cui spesso però si abusa? Sono indicati soprattutto per bambini, anziani e donne in gravidanza e allattamento, quando queste misure non bastano, così come nelle donne in menopausa con osteopenia. In ogni caso è utile valutare sempre i livelli della vitamina nel sangue una volta l’anno, intervenendo (con il controllo del medico curante) con la supplementazione quando sono bassi.

01 luglio 2014
Vitamina D, una buona ragione per esporsi al sole: ma sempre con cautelaultima modifica: 2014-07-24T22:47:52+02:00da ugo565
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