MPS: E BERSANI VUOLE ‘SBRANARE’ CHI ATTACCA IL PD….

MPS: E BERSANI VUOLE ‘SBRANARE’ CHI ATTACCA IL PD….

 

 

Bersani sbotta. Di fronte agli attacchi di Monti e Berlusconi sul caso MPS il segretario del PD tuona: “Stiano attenti, se continuano ad insinuare che il Pd si sia comportato in modo men che corretto nel caso del Monte dei Paschi, li sbraniamo..”. Se questo è  l’inizio ufficiale della campagna elettorale se ne vedranno delle belle. Ad un Bersani infuriato che vede nella vicenda della banca senese un ostacolo alla sua corsa vittoriosa verso il traguardo elettorale, fa da sponda un Monti che sembra aver completato – ad un mese dal voto – la sua metamorfosi da tecnico sobrio e misurato a politico capace di menar fendenti a destra e sinistra. Sarà colpa (o merito?) dello spin doctor di Obama, Axelrod, che sembra lo stia consigliando sull’atteggiamento più adatto a convincere l’elettorato? Non si sa. Fatto sta che il misurato Monti, oltre ad andare all’attacco di Berlusconi che ha gratificato di una maligna definizione (“tappo”, che impedisce l’emergere all’interno del Pdl dei riformisti…) e di Bersani, che ritiene il suo vero “avversario” perchè “alleato di Vendola e troppo succube della Cgil”, se l’è presa pubblicamente, molto irritato, anche con il comico Crozza che ieri a Ballarò ha ironizzato sui miliardari inseriti nella lista civica del premier. A proposito di quella lista, con Monti è andato giù duro anche D’Alema accusando il Professore di criticare il Pd per la storia della banca senese ma di aver inserito tra i suoi candidati anche uno degli ex-dirigenti di MPS che forse, secondo D’Alema, qualche voce in capitolo nella magagna dei derivati l’ha avuta. Insomma un tutti contro tutti dai toni sempre più accesi. E Vendola? Il leader di Sel ha affibbiato a Monti la definitiva etichetta di “uomo di destra”. Un uomo di destra che, per Vendola, perderà le elezioni e – udite, udite – “non farà la badante di Bersani”. In questa giostra polemica non poteva mancare il Cavaliere, orgoglioso del fatto che tutto il Pdl aveva risposto picche al Professore che ipotizzava come possibile un dialogo con quel partito a patto che si liberasse dell’ingombrante ex-pemier. Intervistato dal Tg1 Berlusconi ha fatto il serafico: non ha affondato sul Monte dei Paschi, la terza banca italiana, che va salvata anche per tutelare i risparmiatori ma la stilettata al Pd l’ha data, eccome: “Se il Pd non è in grado di gestire una banca – ha detto il Cav – come può pretendere di governare il Paese?”.

Mps, maxi-rimbalzo in Borsa

Mps, maxi-rimbalzo in Borsa
Profumo: “I risparmiatori
possono stare tranquilli”
Visco: “Sistema stabile”

Assemblea degli azionisti

Vola in borsa il titolo Mps (‘rimbalzone’ dell’11,36%) nella giornata dell’assemblea straordinaria degli azionisti, iniziata con vari presidi di protesta (Grillo, Lega). Il presidente Profumo: “Valuteremo eventuali azioni di responsabilità”. Monti: “Il Pd c’entra”. Visco: “Bankitalia non è la polizia”. Grilli riferirà in Commissione

 
Il logo della banca Mps, Monte Paschi di Siena (Ansa)

Il logo della banca Mps, Monte Paschi di Siena (Ansa)

Siena, 25 gennaio 2013 – Dopo l’esplosione del ‘caso’ Montepaschi, con Monti che promette di riferire alla Camera e il centrodestra che attacca, Mps prova a uscire dall’angolo. Con il pieno sostegno di Bankitalia. A Siena va in scena un’assemblea fiume, che approva l’aumento di capitale al servizio dei Monti Bond, con Profumo e Viola che difendono la ‘nuova’ banca. Il Governatore Ignazio Visco concede interviste a raffica per spiegare l’azione della Vigilanza, che “non è la polizia delle banche”, e assicurare che “non c’e’ alcun problema di stabilità” per la banca.

Per Mps, assicura Visco, “non ci sono problemi” di stabilità. “Le responsabilità individuali sono emerse di recente” e “le eventuali perdite non sono tali da compromettere la stabilita’”. Soprattutto, Visco puntualizza che la Banca d’Italia “non fa un’azione di polizia, cura la sana e prudente gestione, e laddove la gestione sembra imprudente interviene”. 

Come, del resto, Bankitalia ha fatto anche a Siena. “Siamo stati noi ad aver fatto pressione per la sostituzione del vecchio management. Il ricambio al vertice non e’ avvenuto per caso”, rivendica Visco. In questa situazione, assicura, ci sara’ la massima trasparenza: “Siamo pronti anche a rendere conto delle modalità con cui la vigilanza viene effettuata”. Ma, rilancia, “è sbagliato insinuare che ci sia stata una mancanza di supervisione della Banca d’Italia, che non ha nulla da nascondere”.
 

MPS VOLA IN BORSA – Intanto Piazza Affari ha concluso con un lieve ribasso una seduta dominata dal maxi-rimbalzo di Mps. L’indice Ftse Mib ha registrato un calo dello 0,17% a 17.726,8906 punti, mentre il Ftse All Share ha ceduto lo 0,21% a 18.711,3105 punti. Bene lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali, sceso sotto i 250 punti, in area 249 punti. Mps ha messo a segno un ‘rimbalzone’ dell’11,36 % terminando sotto il massimo di seduta (0,27 euro) a quota 0,2598 euro dopo i forti ribassi delle precedenti tre sedute conseguenti allo scoppio dello scandalo derivati. Contrastati gli altri bancari, con UniCredit +0,43% e Intesa Sanpaolo -0,87%. Tra i maggiori rialzi in seno alle blue chip, STMicroelectronics (+3,97%) ed Exor (+2,91%). Pesanti Saipem (-2,69%).

MONTI SU BANCHE E POLITICA – Il premier uscente Mario Monti sostiene che con il caso Montepaschi “il Pd c’entra”. “C’entra in questa vicenda quel grande partito che viene spesso citato, cioè il Pd, che ha sempre avuto molta influenza attraverso la Fondazione su quella banca”, ha detto Mario Monti a Radio anch’io. “Io non sono mica qui per attaccare Bersani ma per attaccare molto decisamente il fenomeno storico della commistione tra banche e politica che va ulteriormente sradicato. Poi lascio ai partiti puntare l’uno l’indice contro gli altri”.

Si tratta di “problemi – ha concluso il premier – che derivano da una brutta bestia che è la commistione tra banca e politica: io 20 anni fa rifiutai la vicepresidenza della Banca commerciale italiana nell’occasione in cui le cariche di vertice per la prima volta erano state lottizzate. Ho indagato sulle commistioni da Commissario Ue e in Italia mi sono sempre molto occupato di questioni bancarie da studioso e ho sempre fatto raccomandazioni contro la commistione tra le banche e la politica”.

Quanto poi al governo, per Monti non ha fatto alcun regalo al Monte dei Paschi di Siena: si tratta di un prestito di 2 miliardi mentre i restanti 1,9 miliardi sono rimborsi dei precedenti Tremonti bond.

PRESIDI E PROTESTE –  Si sono registrati presidi della Lega Nord e della lista Rivoluzione Civile di Ingroia davanti alla sede di Mps di viale Mazzini, a Siena. Su uno striscione si leggeva ‘Il Pd rovina Siena: Mandiamoli a casa’, in riferimento ai presunti legami tra il Pd e l’istituto di Rocca Salimbeni e alle dimissioni dell’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari. Cori e volantini contro la dirigenza del Monte ma anche contro l’ex sindaco di Siena e candidato del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative Franco Ceccuzzi.

GRILLI RIFERIRA’ IN COMMISSIONE – Martedì 29 gennaio alle 15 il ministro dell’Economia e delle finanze, Vittorio Grilli, riferirà alle Commissioni finanze di Camera e Senato riunite in seduta congiunta sulle tematiche relative alla situazione del gruppo Monte dei Paschi di Siena. Lo riferisce una nota del Senato.

MARONI ATTACCA – Chiedo che il prossimo parlamento costituisca una commissione speciale di inchiesta su tutte le banche”: è la proposta lanciata dal segretario della Lega Nord Roberto Maroni, che ha parlato anche della possibilità che il governo commissari Mps se dovesse essere documentato il pagamento di tangenti. Il lavoro della commissione, per Maroni, deve puntare a chiarire “quello che le banche hanno fatto in questi due anni, perche’ – ha concluso – non danno soldi alle imprese, come li spendono e chiarire intrecci tra banche e imprese”.

BOTTA E RISPOSTA GRILLO-PROFUMO – Il primo a intervenire nell’assemblea è stato Beppe Grillo, da cui è partito subito un attacco frontale al presidente dell’istituto Alessandro Profumo, che in precendenza aveva spiegato che si sarebbe “riserva di tutelare la nostra reputazione, rispettabilità ed onerabilità nelle sedi competenti se vengono espressi giudizi sulle persone”. “E’ completamente inadatto a gestire questa situazione, perché indagato per frode fiscale – ha detto l’esponente del Movimento 5 Stelle -. Qui c’è un buco nei conti di 14 miliardi di euro, bisogna subito aprire un’inchiesta”. Immediata la replica di Profumo: “Socio Grillo, mi dirà dove ha recuperato il numero dei 14 miliardi di euro nei 4 minuti e 28 che le rimangono. Non abbiamo un buco di 14 miliardi, non lo abbiamo assolutamente“. Pronta la controreplica del comico genovese: “Ora vediamo. C’è un buco notevole: se non saranno 14 miliardi saranno otto”.

Il leader del M5S, quindi, ha tenuto un vero e proprio comizio, attaccando a testa. “Mps – ha detto – è come Parmalat e la Tangentopoli di Craxi insieme. Il danno che hanno fatto é questo passaggio, con cui il partito diventa banca e la banca diventa partito”. Nel mirino sono finiti i Ds e il Pd, i cui segretari, dal ‘95 in poi, devono “dare risposte” e per questo è necessaria una “commissione d’inchiesta”. L’invettiva si è abbattuta anche su chi, secondo il comico genovese, non ha saputo controllare: l’ex governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, la Consob, e il capo della vigilanza di palazzo Koch, Anna Maria Tarantola. “Serve la nazionalizzazione – ha proseguito -. In Parlamento introdurremo proposte che portino alla nazionalizzazione di questo partito-banca e degli altri partiti-banca”.

LE RASSICURAZIONI DI PROFUMO – Il Monte dei Paschi di Siena valuterà “in modo approfondito” eventuali azioni di responsabilità verso ex amministratori, sindaci e manager, ma dovrà necessariamente aspettare le analisi delle autorità e della magistratura. Lo ha affermato il presidente Alessandro Profumo, rispondendo agli azionisti. “Non si tratta di timidezza – ha detto – faremo un’eventuale azione quando saremo sicuri che non portera’ danni alla banca. Dobbiamo anche capire quali saranno gli strumenti adeguati per la tutela del patrimonio della banca”. 

L’intero consiglio di amministrazione di Mps è indipendente dalla politica, ha sottolineato il presidente Alessandro Profumo nel corso dell’assemblea. “Siamo totalmente indipendenti dalla politica – ha detto Profumo – e la discontinuità l’abbiamo dimostrata nelle azioni realizzate. Tutto il Cda è indipendente – ha aggiunto – Fabrizio Viola è indipendente, e tutto quello che abbiamo realizzato da quando siamo stati nominati ad aprile sono fatti che lo dimostrano”.
 

Non c’è assolutamente alcun socio che prevediamo possa entrare” nel capitale del Monte dei Paschi, ha aggiunto il presidente, rispondendo alle domande degli azionisti, tra cui quello che si era augurato l’arrivo di un emiro arabo a cui magari dedicare un palio straordinario. 

‘’La nostra volontà è di effettuare il totale rimborso dei Monti bond e il piano industriale è totalmente orientato a fare il rimborso’’. ‘’Faremo di tutto per rendervi contenti’’. Cosi’ il presidente Mps, Alessandro Profumo, agli azionisti, ‘’che vogliono una banca che sia tale nel panorama nazionale’’. ‘’Non saremo il terminale di nessuno’’ riferendosi alle attività di aiuto alle aziende del territorio fatte nelle passate gestioni, ‘’ma solo di voi azionisti’’.

I correntisti e i risparmiatori “secondo noi possono stare assolutamente tranquilli. Ho visto che oggi anche l’autorità di vigilanza si è espressa in proposito”, ha assicurato il presidente di Mps, al termine dell’assemblea straordinaria.

RICHIEDI IL RIMBORSO IMU, ECCO COME FARE

 

 

RICHIEDI IL RIMBORSO IMU, ECCO COME FARE

 

di G. C.

 

L’IMU non è una tassa giusta: a dirlo sono alcune tra le associazioni di consumatori che si stanno adoperando per chiedere il rimborso dell’imposta municipale unica. L’IMU è una tassa illegittima, almeno secondo Contribuenti.it, l’associazione dei contribuenti che ha già avviato un’azione collettiva per chiedere il rimborso dell’imposta pagata nel 2012. Secondo il presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno, “l’imposta municipale, IMU, è illegittima e va rimborsata in quanto viola i dettami costituzionali, nonché le direttive comunitarie”.

Per chiedere il rimborso dell’IMU pagata nel 2012, i contribuenti hanno tempo fino al 28 febbraio 2013. Entro questa data, infatti, i cittadini devono inoltrare domanda per il rimborso a “Lo Sportello del Contribuente”, inviando un’e-mail a rimborsoimu@contribuenti.it e richiedendo il modello IMU RT/2012 e l’assistenza per richiedere il rimborso dell’IMU pagata sugli immobili. Nel caso in cui i Contribuenti italiani dovessero incontrare difficoltà nella compilazione del modulo, potranno avvalersi dell’assistenza del Team IMU presente presso le Direzioni Regionali di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani entro e non oltre il 30 gennaio 2013.

Che l’Imu sia una tassa illegittima è anche il parere di Codacons: l’associazione dei consumatori che, fin da giugno scorso, ha deciso di fare ricorso al TAR per chiedere il “blocco” di tutti i provvedimenti che hanno introdotto l’IMU. Secondo l’associazione dei consumatori, infatti, l’IMU è una “tassa di scopo, decisa contro la legge e senza la previa individuazione delle precise opere pubbliche che l’imposta dovrebbe andare a finanziare, in palese violazione della normativa vigente” e che essa va “a colpire, senza alcuna distinzione, ogni possessore di immobile, senza tenere conto della reale capacità contributiva, spesso decisamente bassa come nel caso di soggetti titolari di pensione e/o precari”.

L’IMU, è quindi considerata dal Codacons una tassa illegittima perché lesiva “dei primari principi costituzionali di imparzialità e di buon andamento dell’attività e dell’organizzazione amministrativa, laddove impedisce di fatto l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione. Sia a livello statale che locale i provvedimenti ledono gravemente i diritti primari dell’individuo, che nella maggior parte dei casi si vedranno costretti a vendere i propri beni, magari alle banche, che nonostante siano proprietarie di immobili prestigiosi sono esenti dal pagamento dell’IMU”, ha dichiarato il Codacons. Attraverso il Codacons, però, non è possibile ancora chiedere il rimborso: l’associazione ha deciso di avviare un’azione collettiva solo dopo aver avuto il giudizio del TAR. Se il TAR prenderà le parti del Codacons, giudicando l’IMU una tassa illegittima, allora si darà avvio alla procedura per richiedere il rimborso.

L’IMU non piace nemmeno a Federconsumatori e Adiconsum, che non hanno avanzato accuse di illegittimità, ma che hanno affermato tutto il loro disappunto. Federconsumatori ha dichiarato: “Non condividiamo gli importi e le modalità di gestione dell’IMU. Una tassa così ha degli effetti diretti e degli effetti indiretti sui cittadini”. L’imposta, infatti, secondo quanto dichiarato dall’associazione, colpisce anche i locali commerciali, che saranno costretti ad aumentare i propri prodotti per recuperare denaro, tutto a discapito delle famiglie. Il segretario generale di Adiconsum, Pietro Giordano, ha invece dichiarato: “L’IMU è un’imposta iniqua. Siamo concordi con l’UE quando dice che l’imposta dovrebbe essere progressiva. Chi ha di più, dovrebbe pagare di più, chi ha di meno, dovrebbe pagare di meno. Per i possessori di un’unica casa, la tassa dovrebbe essere minima, quasi pari a zero”.

Il ginseng come Viagra

 

I feel good

 

Il ginseng come Viagra

 

Problemi di impotenza? Un consiglio: lasciate stare il Viagra ed usate il ginseng. Lo suggeriscono i ricercatori dell’università di Yonsei, nella Corea del Sud, che hanno condotto una ricerca su questa pianta, pubblicando i risultati sul Journal of Impotence Research. Gli uomini che per alcune settimane hanno ingerito il ginseng hanno avuto dei sensibili miglioramenti.

Lo studio
E’ stato effettuato su oltre cento soggetti, tutti sofferenti di disfuzioni dell’erezione. Ognuno di loro ha assunto bacche di questa sostanza quattro volte al giorno per otto settimane, riuscendo ad avere dei buoni effetti. “I risultati sono stati incoraggianti – hanno dichiarato gli esperti – il ginseng coreano migliora tutti gli ambiti della funzione sessuale. Può essere usato come alternativa ai farmaci per migliorare la vita sessuale maschile”. Insomma, meglio il ginseng che la pillola azzurra, che può avere effetti collaterali dannosi per la salute.

Alla scoperta del Ginseng
Il suo nome botanico è Panax Ginseng, dove Panax etimologicamente deriva dal greco pan-axos che significa “guarisce tutto“. Questa pianta cresce soprattutto in Asia orientale ed in Nord America; la specie più utilizzata è quella vietnamita del panax. In Cina il ginseng viene chiamato ren shen, “radice uomo”, probabilmente per la sua forma che richiama quella del corpo umano, ma anche perche la sua radice è un tonico potentissimo per tutto l’organismo. La conoscenza e l’impiego del ginseng a scopo terapeutico risalgono a migliaia di anni fa e la sua efficacia è ormai dimostrata da diversi studi condotti in ogni parte del mondo.

Tutti in forma con il ginseng

Virtù e proprietà benefiche
Sono dovute a diversi componenti presenti nelle sue preziose radici: vitamine, olio essenziale, ginsenosidi o saponine, considerati i principi attivi della radice.

Effetti benefici
Tradizionalmente viene considerata una droga tonica, con elevate proprietà ricostituenti, soprattutto a livello di sistema immunitario. Numerosi studi hanno dimostrato come il ginseng influisca sul rilascio di un ormone, il cortisolo, che migliora la risposta del nostro organismo allo stress. Il nostro organismo diventa più resistente, con conseguente riduzione dei danni causati daagenti patogeni o da situazioni di stress negativo. Più in generale, la sua capacità di ripristinare il giusto equilibrio nell’organismo fa del ginseng il più efficace “adattogeno” finora conosciuto. Contiene sostanze antiossidanti, che oltre a bloccare i dannosi effetti dei radicali liberi e rallentare l’invecchiamento cellulare, potrebbero avere anche un’importante azione antitumorale. Ricerche recenti hanno dimostrato che somministrando estratti di ginseng ad alcuni malati di tumore, esso può ridurre in modo significativo la fatica cronica dei pazienti, che rappresenta uno degli effetti più comuni e debilitanti del cancro e dei suoi trattamenti.

Effetti collaterali
Quello riscontrato più comunemente è l’insonnia, accompagnato di solito da nervosismo eirritabilità, soprattutto quando il ginseng viene assunto in concomitanza di altre sostanze stimolanti quali caffeina o teina. Inoltre un suo abuso, prolungato nel tempo, potrebbe portare in casi estremi anche a tremori incontrollati. L’ideale è consumarlo una volta al giorno, la mattina a stomaco vuoto.

Redditometro, ecco la franchigia sulle spese

Redditometro, ecco la franchigia sulle spese

Il nuovo strumento anti-evasione è al centro della campagna elettorale: il Fisco lo rende più morbido

 

Manca poco all’attivazione del redditometro e sono già in molti a temere di essere investiti da quella che, al suo debutto, sembrava quasi una macchina infernale, pronta a colpire indiscriminatamente. Ma chi ha speso qualche centinaia di euro di troppo pare possa stare tranquillo: rientrerà nelle “situazioni marginali”, nei casi rivisti dalla nuova circolare, in gestazione proprio in queste ore. 

A sottolineare la novità, in un convegno a Roma, è stato il numero due dell’Agenzia delle Entrate Marco Di Capua. Allo studio, dunque, criteri più morbidi, quasi “garantisti”, che faranno finire sotto i riflettori scostamenti di spesa notevoli. E non si parla di mille euro ma di uscite anomale, tracciabili, come acquisti di viaggi, beni estremamente costosi e proprietà il cui possesso non è giustificabile sulla base del reddito dichiarato. C’è già chi ha parlato di una franchigia di 12mila euro sulle spese. Se tra le spese e il reddito dichiarato non ci sarà uno scostamento sotto questa soglia, non scatterà l’indagine del Fisco.

Le medie Istat tanto temute non saranno, quindi, il riferimento primario, ma uno “strumento aggiuntivo”. La circolare che è in fase di stesura dovrebbe essere emanata a breve e far uscire di scena, almeno in parte, l’argomento redditometro dalla bagarre elettorale. Il nuovo strumento, infatti, era entrato a gamba tesa nella dialettica fra i politici in corsa per il governo, e questo fin dalle prime battute. Perché fin dalla nascita – con la legge Berlusconi-Tremonti – aveva suscitato perplessità e contrapposizioni. 

Questo, soprattutto sull’interpretazione dei parametri, ma non solo. Al centro delle critiche anche la questione della costituzionalità, uno dei maggiori nodi della normativa, con il fatto di prevedere l’onere per il contribuente di provare la sua eventuale estraneità rispetto a comportamenti di elusione ed evasione. Potrebbe essere affidato allo Stato, l’obbligo della prova, ma è tutto da vedere. E c’è anche l’aspetto legato alla privacy, così come ci sono le raccomandazioni della Corte dei Conti che ha invitato l’amministrazione pubblica a tenere un comportamento non disinvolto nell’utilizzo dei dati. 

Di cifre, dopotutto, ce ne saranno una valanga: si parla di 120 banche dati da raffrontare col reddito effettivamente dichiarato da 40 milioni di italiani. In caso di discrepanze troppo marcate, la soluzione è semplice: il contribuente dovrà pagare il conto. Per troppo tempo, infatti, in molti non l’hanno pagato portando a “120 miliardi di euro l’anno la somma sottratta alla collettività”. Parola del direttore dell’Agenzia delle EntrateAttilio Befera che ha spiegato, comunque, per il 2012, che sono stati “confermati i risultati positivi 2011 (circa 13 miliardi, ndr) nel recupero dell’evasione. Nonostante il periodo di crisi”. 

Però non basta, e ora il nuovo accertamento andrà a recuperare dell’altro, almeno nelle intenzioni, mettendo sotto la lente di ingrandimento svariate voci, dagli abbonamenti per le pay tv alle rette scolastiche, passando per le scommesse online, le cene ai ristoranti, i viaggi e i gioielli.

Mps: l’assemblea dice sì al Monti-bond, Beppe Grillo: “Peggio di Tangentopoli”. Il premier: “Il Pd c’entra”

Mps: l’assemblea dice sì al Monti-bond, Beppe Grillo: “Peggio di Tangentopoli”. Il premier: “Il Pd c’entra”

Via libera dall’assemblea degli azionisti del Montepaschi agli aiuti di Stato attraverso i cosiddetti Monti-bond da 3,9 mld. Oltre il 98% dei presenti in sala ha votato in favore. La delibera è arrivata dopo oltre 7 ore di assemblea, nel corso della quale hanno partecipato circa 370 soci, in rappresentanza di 942 aventi diritto, pari al 53,77% del capitale della banca. La proposta è stata approvata dal 98,75% dei presenti che corrispondono al 52,11 per cento. In particolare, l’assemblea ha attribuito al Cda la delega a procedere con la ricapitalizzazione della banca che passerà attraverso l’emissione di 3,9 miliardi di Monti bond.
L’assemblea, il rimbalzo a Piazza Affari – Giorno cruciale quindi per il Monte dei Paschi di Siena chiamato a confrontarsi con l’assemblea degli azionisti, riunita oggi nella sede della banca travolta dallo scandalo dei derivati, per discutere del futuro del più antico istituto di credito italiano. Presenti l’Ad Alessandro Profumo e il direttore generale Fabrizio Viola, ma anche il leader del M5 Stelle, Beppe Grillo, e il giornalista Oscar Giannino. Ma la giornata è cominciata con un segno più: dopo il crollo delle ultime sedute che hanno portato il titolo a perdere il 20% circa del proprio valore, Mps tenta un rimbalzo oggi a Piazza Affari e le azioni dell’istituto balzano del 3% superando la soglia di 0,24 euro. Intanto il governo si è pronto a rispondere sulla vicenda in Parlamento, non davanti al plenum ma in Commissione Finanza. A riferire sarà il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, atteso in commissione Finanze martedì 29 gennaio alle 15.
Grillo: peggio di Tangentopoli, di Craxi e di Parmalat – Davanti alla sede del Monte dei Paschi, in attesa dell’inizio dell’assemblea, una ressa di fotografi e giornalisti, oltre a diversi striscioni e presidi della Lega Nord e di sostenitori della lista Rivoluzione civile, ad accogliere gli azionisti che affluiscono verso la sala interna. Cori e volantini contro la dirigenza del Monte ma anche contro l’ex sindaco di Siena e candidato del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative Franco Ceccuzzi. La ressa è stata richiamata anche dalla presenza di Beppe Grillo, che aveva annunciato di voler partecipare dopo aver ottenuto la delega da parte diversi piccoli azionisti. “Quello che hanno fatto alla banca Monte dei Paschi è peggio della Tangentopoli, di Craxi e di Parmalat insieme, questo è il danno che hanno fatto”, ha detto il leader del Movimento 5 Stelle arrivando nella sede dell’Assemblea di Mps, accolto da una ressa di giornalisti, cameraman e fotografi. “Hanno fatto di un partito una banca e di una banca un partito”, ha aggiunto mentre entrava in Assemblea. “Mussari è un incompetente, lo hanno messo lì a fare il linoleum: stanno vendendo una banca del 1500 al mercato”, ha concluso. 
“E’ tutta colpa del Partito Democratico” – Il caso Mps è colpa solo del Partito Democratico, dice ancora Grillo. “Fuori i soldi”, grida il comico al suo arrivo. “E’ tutta colpa di un solo partito, dei Ds prima, del Partito Democratico poi”. Poi l’intervento in assemblea. “Alessandro Profumo lo conosco, è di Genova come me, faceva il casellante e studiava la notte – ha esordito il comico -. Ma ha un curriculum inadatto per questo ruolo perché è indagato per frode fiscale”. “Mi riservo di rispondere nelle sedi opportune”, è il commento dell’attuale Ad della Banca. “Prego di prestare attenzione a ciò che si dice – ha concluso rispondendo agli interventi di alcuni soci -. Nessuno può pensare di venire qua” a dire certe cose “e magari è ripreso in un momento di visibilità pubblica”.
Botta e risposta con Profumo sul “buco” – Botta e risposta tra Beppe Grillo e Alessandro Profumo in assemblea. Il leader del movimento a 5 stelle parlando ai soci ha lanciato l’allarme di “un buco nei conti di 14 miliardi di euro, bisogna subito aprire un’inchiesta”. Dichiarazione che ha fatto subito intervenire il presidente Profumo che ha chiesto: “Mi dica da dove viene questa indicazione? Qui non c’é nessun buco”. “Questa era banca dei senesi. Banca florida, straordinaria – ha proseguito Grillo -. Poi nel 1995 è stata politicizzata, è entrato un partito, sono entrati i Ds e siamo arrivati allo scempio totale”. “Il mercato non è altro che i soliti squali che entrano nelle società, investono e vogliono i dividendi. Per darli è stata disintegrata una delle più belle banche. Si sono venduti tutto”. Il leader del Movimento 5 stelle ha quindi ribadito quanto aveva detto arrivando, ossia che la situazione del Monte é peggio della Parmalat e di Tangentopoli. “Bisogna chiamare i segretari del Pd e chiedergli conto”, ha concluso.
Profumo: non abbiamo i dati puntuali dei derivati – “Non è ancora possibile fornire dati puntuali e aggiornati” in merito allo stato dell’arte della situazione derivati, ha detto poi l’Ad Alessandro Profumo in assemblea, precisando che la banca sta ancora lavorando all’esame dell’esposizione portafoglio titoli e derivati. E comunque il Monte dei Paschi di Siena valuterà “in modo approfondito” eventuali azioni di responsabilità verso ex amministratori, sindaci e manager, ma dovrà necessariamente aspettare le analisi delle autorità e della magistratura, ha detto Profumo. Che aggiunge: “Deludo chi crede ci sia un socio pronto a entrare” nel capitale della banca. 
Profumo: sia io che Viola autonomi dalla politica – “Chi conosce il sottoscritto e l’amministratore delegato, Fabrizio Viola, sa che siamo totalmente autonomi” dalla politica. La risposta del presidente a un’azionista che chiedeva di respingere le ingerenze politiche. Poi il siparietto tra un socio scettico e il presidente.”Se arrivate all’utile nel 2015 vi offro la cena”, dice lui. “Cominci a prenotare il ristorante”, è la risposta dell’Ad. 
Viola: i cassetti aperti solo a giugno – L’amministratore delegato Fabrizio Viola nel suo intervento è tornato sull’esplosione del caso: solo a “giugno”, dopo un ricambio totale dell’area finanza “si sono potuti aprire i cassetti”. L’ad afferma che già dopo 15 giorni dal suo arrivo a Siena, nel gennaio 2012, ha chiesto la risoluzione del rapporto di lavoro con il precedente direttore finanziario Gianluca Baldassarri. Quanto al rinnovamento, “c’è già stato del management. A luglio scorso è cambiata la composizione della direzione generale e più del 50% delle prime linee di dirigenti è cambiato”.
Viola: non ci sono altre casseforti da aprire – “A nostra conoscenza no”, non ci sono altre casseforti da aprire al Montepaschi, ha detto ancora l’ad della banca. “Come ho già detto per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro. L’obiettivo è chiudere entro primi dieci giorni di febbraio. Ancora un po’ di prudenza ci vuole”.
Giannino: nazionalizzare Mps – L’accademico economista Michele Boldrin, del movimento Fare per Fermare il Declino animato da Oscar Giannino, propone “la nazionalizzazione e le dimissioni di tutta l’alta dirigenza” del Monte.
Monti: il Pd c’entra, ha avuto influenza – Poco prima dell’inizio dell’assemblea dei soci, il premier Mario Monti ha rassicurato i risparmiatori promettendo che i due miliardi di debiti saranno ripagati ad alti tassi, “i cittadini stiano tranquilli”, ha detto. Poi prova a spostare l’attenzione su Pierluigi Bersani. “Il Pd c’entra” con le vicende che hanno portato il Mps al tracollo, “ha avuto influenza”, dice Monti pur sottolineando che il suo non è “un attacco” all’avversario politico, ma una presa di coscienza che “la commistione tra banche e politica c’è”. 
Tremonti su twitter: Monti spieghi perché ha tentato di coprire il falso – Anche Mario Monti viene chiamato in causa, ma dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. In un post diffuso via twitter il leghista scrive: “Senatore Monti non scappi! Venga Lei in Parlamento a spiegare perché ha tentato di coprire il falso sui derivati di Mps con la fiducia”. In un tweet successivo dice: “Perché Mps non riusciva a ripagarli ed aveva bisogno di un regalo da Monti!”, per poi spiegare che “è come se pagasse il suo mutuo con delle cambiali ed alla scadenza delle stesse altre camb(iali)”. E insiste, dopo che un collaboratore del premier dimissionario assicura la sua partecipazione al confronto con gli altri candidati: “In Parlamento non in televisione”. 
Bankitalia avvia un’indagine, l’Ue attenta – Intanto secondo quanto riferito all’agenzia Bloomberg dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, pur essendo Mps una banca “stabile”, Bankitalia ha avviato “un’indagine”. Il governatore respinge poi le accuse di mancata vigilanza da parte dell’Istituto centrale. “Sbaglia chi adombra mancanza di supervisione” da parte della Banca d’Italia, che “non ha nulla da nascondere”. Così – secondo Bloomberg che cita Cnbc – il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Anche l’Ue dimostra di tenere sotto controllo la situazione e rende noto di essere sempre in contatto con le autorità italiane. 

Errani-Vinci, regine d’Australia

Errani-Vinci, regine d’Australia

Sportal
Trionfo azzurro all’Australian Open. Il duo Errani-Vinci si è aggiudicato la finale di doppio femminile, superando le australiane Barty-Dell’Acqua in tre set. Dopo aver vinto, agevolmente, il primo set (6-2), le italiane hanno sofferto nel secondo set, perso 3-6. Nel decisivo terzo parziale, grande prova di forza delle azzurre che hanno avuto la meglio con il punteggio finale di 6-2 (29 a 18 i punti vincenti a favore delle italiane nell’ultimo set).

Per le azzurre, che erano teste di serie numero uno del tabellone, si tratta della terza prova dello Slam vinta in carriera. Lo scorso anno, il duo Errani-Vinci aveva trionfato al Roland Garros e agli US Open. Un successo, quello all’Australian Open, che conferma la leadership internazionale della coppia azzurra che, durante il torneo australiano, ha superato ostacoli molto difficili, in particolare le sorelle Williams.

Giuseppe Gulotta: “Vi racconto i miei 22 anni in carcere da innocente”. Chiesto un risarcimento record di 69 mln

Giuseppe Gulotta: “Vi racconto i miei 22 anni in carcere da innocente”. Chiesto un risarcimento record di 69 mln

di Ignazio Dessì
I legali hanno chiesto per Giuseppe Gulotta, 54 anni, ex muratore di Certaldo, in provincia di Firenze, il risarcimento più alto nella storia degli errori giudiziari italiani: 69 milioni di euro. Troppo? Poco? Chissà. Gulotta è stato dietro le sbarre per 22 anni ed era innocente. Ventidue anni sono più di 192.720 ore di un tempo che in carcere non passa mai, sono un lavoro alle ortiche, progetti bruciati, potenzialità inespresse, amori ed affetti distrutti. Sono ricordi e incubi che non meriti, attimi di disperazione che portano un ragazzo allora diciottenne a pensare al suicidio, a inventare ragioni per non arrendersi, per continuare a sperare, per vivere nonostante tutto. E se dopo 36 anni tra galera e attese giudiziarie riconoscono la tua innocenza, in quale modo possono risarcirti della vita che ti hanno tolto, dei momenti che ti hanno negato, degli errori cui avevi diritto, delle esperienze mancate, dei sogni che hanno violato? Basterà mai tutto il denaro del mondo a renderti quanto ti hanno levato? Forse no, ma è giusto avere almeno un risarcimento economico proporzionato al male che ti hanno inflitto.
Un risarcimento di 69 milioni di euro allora, spiega l’avvocato di Gulotta, Pardo Cellini, non può essere considerato abnorme: “Si tratta della vita di una persona mandata in carcere per 22 anni e con 36 anni complessivi di tribolazioni sulle spalle, per un processo al quale era completamente estraneo, e il risarcimento non può che essere importante. Come indica la Cassazione, si deve tener conto del tempo della detenzione, dei danni biologici, morali ed esistenziali subiti. Poi c’è il danno patrimoniale. Quest’uomo ha subito torture ed è stato mandato all’ergastolo innocente. Per cui c’è la volontà di trattare con lo Stato ma non addivenendo a un accordo sul quantum presenteremo ricorso alla Corte d’appello di Reggio Calabria, lo stesso giudice, in senso d’Ufficio, che ha pronunciato la sentenza di assoluzione del 13 febbraio 2012”, preannuncia Cellini.
La cifra comunque “fa paura” come ci dice la moglie di Giuseppe, la signora Michelina, affabile e disponibile nonostante la tosse e l’influenza, perché “noi siamo persone umili e non siamo abituati a certe cose”. Anche se “la felicità vera l’abbiamo provata quando mio marito è stato assolto. Del resto non ci sono soldi sufficienti a compensare una vita rovinata. Certo, questi potrebbero darci la sicurezza per la vecchiaia ma ciò che conta davvero è che lui sia qui, con me e i nostri figli, e che il nostro William, 25 anni a maggio, ci stia per rendere nonni”.
Il calvario di Giuseppe Gulotta, muratore diciottenne che sognava di fare la guardia di finanza, comincia il 12 febbraio del 1976, quando due carabinieri lo prelevano da casa e lo conducono in caserma. Per accertamenti gli dicono, ma è l’inizio di un incubo, un momento scolpito in modo indelebile nella mente dell’uomo. La notte un gruppo di carabinieri in divisa entra nella cella e lo massacra di botte . “Mi picchiarono per tutta la notte – racconta al telefono Giuseppe – avevo la bocca piena di sangue ed ero terrorizzato. Volevano confessassi l’omicidio di Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, i due carabinieri uccisi misteriosamente nel sonno nella casermetta di Alcamo Marina, in provincia di Trapani, nel gennaio 1976. Mi davano calci, schiaffi, pugni e mi strizzavano i genitali, imponendomi di ammettere la mia responsabilità perché tanto qualcuno aveva fatto il mio nome e ormai ero incastrato. Rispondevo che non ne sapevo nulla, ma non mi credevano e ricominciavano a torturarmi. Mi puntarono una pistola. Sono svenuto, rinvenuto, poi ho ceduto, li ho pregati di smetterla. Volevo finire di soffrire, temevo di morire: avrei detto quello che volevano”.
Così tirarono fuori un verbale e lui firmò. “Davanti ai magistrati – continua Gulotta inseguendo ricordi dolorosi – ritrattai sperando di essere creduto, invece fui sbattuto in cella e il medico del carcere mi dichiarò guaribile in qualche settimana, senza soffermarsi sulle ragioni delle ecchimosi sul mio viso e sul corpo”. Giuseppe non si capacitava, sognava di vedere prima o poi giungere un agente con un foglio in mano, a dirgli dell’equivoco e dichiararlo libero. Invece il tempo passava e il carcere fagocitava la sua vita, la speranza di svegliarsi dall’incubo diveniva flebile. Il tribunale sancì che doveva scontare l’ergastolo. Tra un grado di giudizio e l’altro, la sentenza definitiva nel ‘90, passarono lunghi anni. Fino al giorno del 2008 in cui Renato Olino, ex componente del nucleo antiterrorismo di Napoli, travolto dai rimorsi di coscienza, parlò delle torture inferte e della confessione estorta, restituendogli di fatto la libertà.
Una libertà formalizzata solo nel 2012. Eppure Giuseppe avrebbe potuto agire diversamente. “Dalla condanna definitiva del ’90 al rientro in carcere – racconta ancora l’ex muratore – trascorsero più di tre mesi, avrei potuto tentare la fuga, tanto non avevo nulla da perdere, e ci pensai com’è naturale, ma non lo feci. Speravo nel più profondo del cuore che la giustizia prima o poi, in qualche modo, trionfasse. Contavo, come poi è stato, nel sostegno di mia moglie e dei miei figli. Due dei ragazzi accusati insieme a me (Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo ndr) scapparono invece in Sudamerica e si rifecero una vita; ora anche loro sono stati assolti e, forse, hanno fatto bene a fare quella scelta, non so”.
La cosa peggiore per Giuseppe Gulotta è però il non sapersi dar ragione di quanto è successo. “Io e gli altri ragazzi siamo finiti in un meccanismo mostruoso – sussurra nella cornetta – ed ho sentito parlare di ruoli svolti nella vicenda da mafia, Gladio e servizi segreti. Allora non sapevo nulla di queste cose, oggi però vorrei capire. Sapere perché le dichiarazioni dell’ex brigadiere Olino abbiano avuto conseguenze solo dopo tanti anni (nel 2008 ndr) e perché quando, come lui ha detto, parlò già nel ’77 delle torture usate dai suoi colleghi per estorcermi dichiarazioni non vere nessuno se ne curò. Dichiarò di averlo detto agli ex superiori, ma di essere stato invitato a lasciar perdere“. E per questo decise di abbandonare la divisa. L’ex carabiniere non tollera l’immagine ricorrente di quel “pulcino bagnato e impaurito” in una caserma di tanti anni prima, e nel 2008, appreso che è ancora in carcere, racconta tutto ai magistrati di Reggio Calabria. E’ la testimonianza decisiva per avviare il processo di revisione e togliere le catene a Gulotta, che ora spera si faccia completa chiarezza sugli accadimenti di Alcamo e sul controverso suicidio per impiccagione di Giuseppe Vesco in carcere (l’uomo era privo di una mano ndr), che lo trascinò nell’incubo con le sue dichiarazioni e poi ritrattò le accuse.
Forse un po’ di verità in più nelle nebbie torbide che avvolgono l’ennesima strana storia italiana gli darebbe un po’ di sollievo. Allevierebbe il ricordo delle volte in cui, “al calar della sera, nel silenzio della cella, le lacrime sgorgavano copiose” spinte dalla disperazione. Un pianto e un tormento che niente potrà ripagare, nemmeno tanti euro come quelli in gioco col risarcimento, anche se “serviranno a vivere meglio di ora e a superare i problemi economici. Perché questi non mancano, anche se per fortuna c’è la salute”, spiega Giuseppe, che attualmente lavora per una ditta di Poggibonsi e sta scrivendo un libro sulla sua vicenda cheChiarelettere darà alle stampe tra qualche mese. Si tratta però anche di una questione di giustizia, di rimediare per quanto possibile a un errore orribile, di ricostruire ciò che resta della vita di un ragazzo, figlio di umili ma onesti contadini, che aveva il sogno di fare il finanziere. “Un ragazzo acerbo, senza grilli per la testa, tanto meno di carattere politico o eversivo”, bisbiglia quasi Giuseppe, buttato in galera a 18 anni per un delitto tremendo che non aveva commesso.

‘Lavoro e’ come pane, da qui per uscita crisi’

‘Lavoro e’ come pane, da qui per uscita crisi’

 

25 gennaio, 17:04

Susanna Camusso alla Conferenza di Programma al Palalottomatica

Susanna Camusso alla Conferenza di Programma al Palalottomatica

'Lavoro e' come pane, da qui per uscita crisi'

ROMA – “Creare lavoro per dare futuro e sviluppo al Paese”: con questo slogan la Cgil, con il segretario generale Susanna Camusso, presenta oggi alla Conferenza di programma il Piano del lavoro. Un nuovo Piano del lavoro, a distanza di 64 anni da quello firmato nel 1949 da Giuseppe Di Vittorio.

Al centro ci sono i giovani. E, appunto, la creazione di posti di lavoro. A questo obiettivo possono essere destinati 50-60 miliardi di euro nel triennio. L’attivazione del Piano avrebbe un impatto, nel 2013-2015, di un +2,9% sull’occupazione, +3,1% sul Pil e riporterebbe la disoccupazione ai livelli pre-crisi. In particolare, secondo una simulazione econometrica del Cer (Centro Europa ricerche), la sua attuazione potrebbe generare per l’occupazione (prevista a -0,4% quest’anno) una crescita dell’1,9% nel 2013, dello 0,6% nel 2014 e dello 0,4% nel 2015. Il tasso di disoccupazione (che oggi viaggia oltre l’11%) quindi potrebbe arrivare al 7% nel 2015 (9,6% nel 2013 e 8,5% nel 2014). Il Pil, sempre sulla base delle stesse proiezioni, potrebbe segnare una crescita cumulata del 3,1% (2,2% nel 2013, 0,8% nel 2014, 0,1% nel 2015). Una forte spinta arriverebbe dagli investimenti (+10,3% sempre nel triennio). Aumenterebbero anche il reddito disponibile (+3,4%) e i consumi delle famiglie (+2,2%).

Le risorse vanno destinate principalmente al piano “straordinario” di creazione “diretta” di posti di lavoro (15-20 miliardi), al sostegno all’occupazione e agli ammortizzatori sociali (5-10 miliardi), ad un “nuovo” welfare (10-15 miliardi), ai progetti operativi (4-10 miliardi) ma anche alla “restituzione fiscale” (15-20 miliardi). Per recuperarle, si fa leva innanzitutto su una “riforma organica” del sistema fiscale, con un “allargamento” delle basi imponibili, una “maggiore progressività” delle imposte ed una patrimoniale sulle grandi ricchezze, insieme ad un recupero “strutturale” dell’evasione: da qui possono arrivare, come entrate, almeno 40 miliardi annui. Altri 20 miliardi di risparmi strutturali possono essere generati dalla riduzione dei costi della politica e degli sprechi e dalla “redistribuzione” della spesa pubblica. Insieme ad un utilizzo programmato dei Fondi strutturali europei. Anche il riordino delle agevolazioni e dei trasferimenti alle imprese può consentire il recupero di almeno 10 miliardi. Il piano punta anche su un “ritrovato protagonismo dell’intervento pubblico” come “motore” dell’economia. La Cassa depositi e prestiti può diventare “uno dei soggetti essenziali per l’innovazione e la riorganizzazione del sistema Paese”.

“Parlare del lavoro è parlare del pane”. Il lavoro è “l’unica vera condizione per creare ricchezza nel nostro Paese e nel mondo”. E’ “la condizione per uscire dalla crisi”. Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, aprendo la Conferenza di programma con la presentazione del Piano del lavoro. “Creare e difendere lavoro è l’unica premessa credibile di una proposta per uscire dalla crisi”.

“Le scelte europee e la loro traduzione italiana hanno aggravato la crisi, non hanno posto le premesse per uscirne. Perché è stata sbagliata la premessa: quella del rigore e dell’ossessione del debito pubblico”: così il segretario generale della Cgil. “Dobbiamo essere netti: non si esce dalla crisi italiana – dice – se non c’é un governo che sappia e voglia scegliere, che sappia proporre una via di uscita dalla crisi”.

“La prima grande necessità si chiama equità fiscale, una seria progressività della tassazione e una tassa sulle grandi ricchezze, sui patrimoni e sulle rendite finanziarie mobiliari e immobiliari”, sottolinea Camusso. Un’altra delle “strade di finanziamento” viene dalla lotta all’evasione fiscale: “Dopo anni di propaganda pro-evasione, il tema deve e può tornare sui giusti binari”.

Siamo “convinti che l’Italia può uscire dalla crisi se è tutta insieme” e non “a pezzi”. Così il segretario generale della Cgil introducendo la Conferenza di programma con il Piano del lavoro. “A pezzi – aggiunge – si aggrava la crisi”.

ELEZIONI: CAMUSSO, SERVE RISPETTO, NO CREARE NEMICI – “Non è riconoscimento e rispetto quel tramestio che caratterizza la campagna elettorale, che non distingue i ruoli, che confonde responsabilità, che crea nemici per non provare a misurarsi sui contenuti, che scarica responsabilità per non ammettere che ha trascurato il Paese”. Così il leader Cgil, Susanna Camusso, sulle ultime polemiche.

Scossa di terremoto in Toscana


Scossa di terremoto in Toscana

Magnitudo 4,8 ed epicentro in Garfagnana. Sisma avvertito anche a Milano


 

Magnitudo 4,8 ed epicentro in Garfagnana. Sisma avvertito anche a Milano (© Ansa)
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L’Italia torna a tremare: i sismografi hanno registrato una scossa di terremoto di magnitudo 4,8 con epicentro in Garfagnana.

Il sisma è stato avvertito in molte zone del Centro Nord, da Firenze a Bologna e fino a Milano.

Al momento non sembrano esserci feriti.