Marchionne&Montezemolo: una conferenza stampa di “cazzate”

Marchionne&Montezemolo: una conferenza stampa di “cazzate”

10 settembre 2014

Un momento della conferenza stampa congiunta di Marchionne & Montezemolo per l’addio del presidente di Ferrari.

Ei’ in corso a Maranello la conferenza stampa congiunta di Sergio Marchionne & Luca Cordero di Montezemolo sull’addio di quest’ultimo alla Ferrari, per il quale si aprono diverse strade tra cui, in primis, la presidenza di Alitalia.

A parte le parole Ferrari e Fiat ( o meglio, Fca)  la parola “cazzate” è quella che è stata detta più volte durante la conferenza. Il neo presidente Marchionne ha pure sottolineato che una delle poche cose giuste che ha fatto alla guida del gruppo Fiat è stato “quello di aver assicurato l’autonomia della casa del Cavallina Rampante”. Una delle poche cose giuste ben pagate, 47,9 milioni di euro, di cui 40,7 milioni grazie alle azioni del Lingotto ricevute con un superpremio nel 2009,  secondo la classifica sulle società quotate del Sole24Ore.

Alle domande dei giornalisti, Luca e Sergio, così continuavano a chiamarsi i due “contendenti”, hanno “provato” a scherzare, sul “cantiere” aperto in Ferrari, soprattutto per la Gestione Sportiva, e sul futuro di Montezemolo, che vedrà un impegno forte sino al 13 ottobre con la casa di Maranello, con la scuola di suo figlio di 4 anni (per il quale, forse, voleva dire asilo o scuola materna)  e…con una “azienda che si muove ma nei cieli”, per cui “Luca” ha risposto: “è una possibilità, anche se è prematuro”.

Schumacher torna a casa dopo 9 mesi.

Schumacher torna a casa dopo 9 mesi. Ma la manager: “Saranno cure difficili”

L’ex pilota è stato dimesso dall’ospedale di Losanna. Sabine Kehm: “Ha fatto dei progressi considerata la gravità della lesione”. Schumi era rimasto vittima di un grave incidente sciistico il 29 dicembre scorso

Schumi, dalla paura alla speranza: tutto il calvario dell’ex pilota
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(Ansa) 

Roma, 9 settembre 2014 – Michael Schumacher ritorna a casa. L’ex pilota di Formula 1 è stato dimesso dall’ospedale di Losanna ed è stato portato nella sua casa a Gland, in Svizzera, dove continuerà le cure.

“Nel corso delle settimane e dei mesi passati ha fatto dei progressi, considerata la gravità della lesione, ma ha davanti ancora un lungo e duro percorso“, ha annunciato la manager Sabine Kehm in una nota. “Queste sono informazioni generali e tirare conclusioni che lo stato di salute è fortemente cambiato sarebbe falso. Inoltre non sarà necessario realizzare alcuna costruzione sul terreno di casa Schumacher”, ha precisato.

L’ex pilota tedesco della Ferrari era rimasto vittima di una gravissimo incidente sciistico a Meribel, in Francia, il 29 dicembre scorso, che gli causò gravi traumi alla testa. Una volta uscito dal coma, il 16 giugno scorso, era stato ricoverato in una clinica di Losanna.

Montezemolo lascia il Cavallino, Marchionne presidente Ferrari

Montezemolo lascia il Cavallino, Marchionne presidente Ferrari

con articoli di  e  e un’analisi di 10 settembre 2014Commenti(17)

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Argomenti: Enzo Ferrari | Luca Cordero di Montezemolo | Stati Uniti d’America | Ferrari |Abbiamolavorato | Wall Street | Agnelli | Fca | Fiat

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A Maranello finisce l’era Montezemolo durata 23 anni. Dal 13 ottobre Luca Cordero di Montezemolo non sarà più presidente della Ferrari «su sua richiesta», si legge nel comunicato stampa diffuso questa mattina. L’addio arriverà a conclusione del festeggiamento dei 60 anni di Ferrari in America. Al suo posto arriverà Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fca, esattamente come ipotizzava il mercato. L’avvicendamento pone termine alla “repubblica indipendente” di ferrari nell’ambito del gruppo torinese e la integra di fatto anche nella gestione all’interno di Fca in vista della prossima quotazione a New York. Questo permetterà al gruppo di beneficiare a pieno del valore che Ferrari potrà portare al titolo.

«Del futuro della Ferrari – ha commenta Marchionne – io e Luca abbiamo discusso a lungo. Il nostro comune desiderio di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista ci ha portato ad alcune incomprensioni che si sono manifestate pubblicamente nello scorso week-end. Voglio ringraziare personalmente Luca per quanto ha fatto per la Fiat, per la Ferrari e per me».

E un ringraziamento al manager arriva anche dalla famiglia Agnelli attraverso le parole del presidente di Fiat John Elkann: «Desidero ringraziare Luca a nome della mia famiglia e a titolo personale per quanto ha fatto per la Fiat e per la Ferrari. Ha ricoperto diverse posizioni di responsabilità, a partire dalla presidenza di Fiat dal 2004 al 2010, condividendo con me momenti di difficoltà, ma anche di grande soddisfazione. A Luca vanno i miei auguri per il suo futuro professionale e imprenditoriale, con la speranza, certamente condivisa, di vedere presto la Ferrari tornare a vincere».

Marchionne coglie l’occasione, poi, per ricordare il percorso fatto insieme negli ultimi dieci anni: «Nel 2003 Luca ed io siamo stati nominati lo stesso giorno consiglieri di amministrazione della Fiat. Un anno dopo siamo diventati presidente lui e amministratore delegato io. Abbiamo lavorato insieme nei primi anni, condividendo preoccupazioni, problemi e successi. Come presidente della Ferrari ha portato l’azienda ad un livello tecnologico e organizzativo di eccellenza e ha ottenuto importanti risultati economici».

Da parte sua, Luca di Montezemolo, in un comunicato della casa del Cavallino rampante, conferma il ruolo che avrà il marchio premium del gruppo nell’ambito del debutto Oltreoceano: «La Ferrari avrà un ruolo importante all’interno del gruppo Fca nella prossima quotazione a Wall Street e si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall’amministratore delegato del gruppo. Finisce un’epoca e ho quindi deciso di lasciare la presidenza dopo quasi 23 anni meravigliosi e indimenticabili, dopo quelli passati a fianco di Enzo Ferrari negli anni Settanta».

«Il mio ringraziamento – prosegue Montezemolo – va innanzi tutto a donne e uomini eccezionali in fabbrica, negli uffici, nei campi di gara, sui mercati di tutto il mondo che sono stati i veri artefici in questi anni della grande crescita dell’azienda, delle tante memorabili vittorie e del successo del marchio diventato grazie a loro uno dei più forti al mondo. Un saluto e un ringraziamento a tutti i nostri partner tecnici e commerciali, ai dealer di ogni Paese e in modo particolare ai clienti e ai collezionisti con cui condivido la
stessa passione. Ma il mio pensiero va oggi anche ai nostri tifosi che non hanno mai fatto mancare alla Scuderia il loro entusiasmo soprattutto nei momenti più difficili.
La Ferrari è la più bella azienda del mondo e per me è stato un grande privilegio e
onore esserne stato il leader. Le ho dedicato tutto il mio impegno ed entusiasmo e
insieme alla mia famiglia ha rappresentato e rappresenta la cosa più importante
della mia vita».

«Auguro agli azionisti – conclude il comunicato di Montezemolo -, e in particolare a Piero Ferrari che mi è stato sempre vicino, e atutte le persone dell’Azienda ancora tanti anni di successo che la Ferrari merita».

Branchini: ‘Meno mercato, ridurre rose e stranieri, stop ai bidoni.

Branchini: ‘Meno mercato, ridurre rose e stranieri, stop ai bidoni. Falcao, Juve, Balotelli e gli altri: vi dico tutto’

Giovanni Branchini

08 settembre alle 07:10

Poi dicono che i procuratori siano l’anima nera del calcio. Spesso, a sostenerlo sono quelli che stanno asserragliati dentro il Palazzo, incollati con il bostik alle loro poltrone, figli di camarille e di inciuci, incapaci di partorire riforme rapide ed efficaci. Eppure, ogni tanto basterebbe ascoltare anche questi padroni del pallone per capire quanto c’è da fare e, soprattutto, che cosa c’è da fare.

Giovanni Branchini, ad esempio, ha le idee chiare anche se, quando gli domandi come stia il calcio italiano nell’Anno Domini 2014, replica lapidario: “Sopravvive”.

In trent’anni, è diventato uno degli agenti più autorevoli e importanti. Non ama apparire. Quando uno dei suoi assistiì firma il contratto, Branchini fa sempre un passo indietro e non c’è mai nelle foto ufficiali. Non ama i riflettori, non gli interessa apparire. Preferisce agire. E la differenza, con la massa dei colleghi, si vede.  L’elenco dei giocatori che si sono affidati a lui o che lui ha concorso in modo determinante a trasformare in protagonisti del mercato, la dice lunga. Sebbene non si possano citare tutti, sennò faremmo notte. Forse possono bastare Rui Costa, Nakata, Careca, Romario, Ronaldo, Papin, Donadoni, Zebina, Frey, Seedorf, Schillaci, Boban, Cristiano Ronaldo, Marchisio,  Cristiano Lucarelli, Toni, Montolivo, Dzemaili, Ogbonna, Poli, Biabiany, Kroos, De Sciglio. E Falcao. Già, Falcao.

Signor Branchini, nella vicenda Falcao risulta che lei abbia recitato un ruolo importante. E’ vero che il colombiano poteva andare alla Juve?
Assolutamente sì. La società bianconera ha capito che, nonostante i costi proibitivi dell’ingaggio, 12 milioni di euro netti a stagione, ad un certo punto esisteva una chance e se l’è giocata. Ma le richieste del Monaco sono successivamente diventate insostenibili, a cominciare dai 12 milioni di euro per il prestito secco. Il penultimo giorno di mercato si è fatto avanti il City, costretto però a fermarsi dal fair play finanziario. A quel punto, a ribaltare tutto in extemis è stato lo United, che ha preso sia Falcao sia Di Maria sotto il peso del pessimo avvio di stagione. Penso che Van Gaal si sia dovuto adeguare ai voleri del club: né il colombiano né l’argentino sono due giocatori che solitamente stiano in cima alla lista  dei preferiti dall’olandese.

Signor Branchini, è vero che sono i procuratori il male assoluto del calcio? Che pur di incassare una percentuale in più, alcuni membri della categoria sarebbero disposti a tutto?
In questo Paese, quando le cose non vanno c’è sempre bisogno di trovare il cattivo, il colpevole, il capro espiatorio. Per quanto riguarda i procuratori, non è così. Spesso sono usati come parafulmine per coprire errori marchiani di valutazione, acquisti sballati, giocatori sbagliati. Li si accusa di ogni malefatta, poi si scopre che negli scandali da Calcipoli a Scommessopoli, non c’è stato un agente coinvolto. Al contrario di troppi tesserati.

Signor Branchini, dopo il disastro azzurro in Brasile, le ributtanti frasi razziste di Tavecchio sotto inchiesta Uefa, il mercato dei prestiti, l’esterofilia acuta che nella prima giornata di campionato ha mandato in campo il 53% di stranieri, si ha l’impressione che, toccato il fondo, il calcio italiano abbia cominciato a scavare. Se ne avesse il potere, che cosa farebbe ora per sabotare il lavoro delle talpe?
Il primo problema del calcio italiano è la mancanza di progettualità. Prenda il Bayern, per esempio: negli ultimi 21 anni, per 20 volte ha chiuso il bilancio in attivo e la sua gestione è stata così oculata da consentirgli di diventare campione di Germania, campione d’Europa, campione del mondo. E vorrei citare anche gli altri club tedeschi, a cominciare dal Borussia Dortmund. Basterebbe copiare. La verità è che il 30 per cento delle partite  sono inutili. Che il mercato è troppo lungo e bisognerebbe tagliarlo, sia d’estate sia d’inverno. Che le squadre iscritte ai campionati sono troppe e devono essere ridotte. Che la Fifa e l’Uefa sono diventate prima di tutto organizzatrici di grandi eventi, moltiplicando il numero delle gare a dismisura. Vogliamo parlare dell’Europa League e della sua formula, dispendiosissima per i club che vi partecipano? Vogliamo parlare, con tutto il rispetto sia chiaro, di Andorra, Gibilterra, San Marino, delle Far Oer che tecnicamente sono di caratura inferiore, eppure vanno sistematicamente incontro a bastonate altrimenti evitabili? Ma Andorra, Gibilterra, San Marino e le Far Oer contano quanto Germania, Argentina e Italia in sede di elezione presidenziale e che non c’è nessuno, in Italia come all’estero, che si batta per cambiare questo stato di cose. Da torta che era, il calcio è diventato un pasticcino. In pochi se ne sono accorti”.

Tavecchio è fra questi?
Trent’anni fa, l’opposizione a Tavecchio dell’opinione pubblica e di buona parte dei mezzi d’informazione avrebbe sortito un effetto. Oggi no. Il calcio è lo specchio del Paese Italia. Primum sopravvivere.

Signor Branchini, lei che se n’intende, che cosa pensa del mercato della Roma?
Ne penso un gran bene. La Roma ha fatto il salto di qualità. Dal 26 maggio 2013, quando ha perso la finale di Coppa Italia con la Lazio, ad oggi, la società è cresciuta moltissimo; Garcia ha dato un gioco e un’anima alla squadra; la dirigenza ha legittimato le proprie ambizioni con una campagna di rafforzamento oculata. La Roma è una candidata al titolo, anche se la Juve parte favorita perchè, a mio avviso, non si è affatto indebolita.

E il Napoli fatto fuori dall’Athletic Bilbao nel preliminare di Champions? Sul mercato non poteva svegliarsi prima?

Il Napoli è una società oculata: conta otto utili consecutivi di bilancio e non deflette dalla linea che si è imposto. Una linea di rigore e di attenzione ai conti. Costi quello che costi.

Signor Branchini, lei conosce bene anche la realtà milanista. Due anni fa, Galliani ha raso al suolo l’intero organico perchè il monte ingaggi lordo aveva raggiunto i 180 milioni di euro all’anno. Inzaghi, Torres, Bonaventura, Van Ginkel, Diego Lopez, Alex e Menez sono le mosse giuste per ritornare in Europa?

Il mercato è una componente importante per costruire o ricostruire una squadra vincente. Ma non è la sola e nemmeno la più importante. Io leggo segnali positivi nelle mosse del Milan. Conta la qualità dei giocatori, ma anche dell’organizzazione societaria. Torres è una scelta azzardata: se il Milan vince la scommessa, quest’anno si diverte.

Thohir, invece, non ha fatto scommesse. Ha fatto la rivoluzione, rivoltando l’Inter come un calzino. La convince la strategia dell’Inter?

Thohir ha una fortuna: si chiama Piero Ausilio. Ha fatto il mercato con 1 milione di euro. Thohir ha comprato l’Inter e poi, come Inter, ha ottenuto un prestito per finanziare l’Inter e sul quale l’Inter pagherà gli interessi. Thohir ha confermato un bravo allenatore e ha una buona squadra.

Signor Branchini, nel nostro calcio ci sono troppi stranieri o il problema sono le società che preferiscono spendere all’estero piuttosto che valorizzare i giovani italiani?
In Turchia è stato raggiunto un gentlemen agreement: 5 stranieri in campo, 8 tesserabili. In Italia questo accordo è impensabile: troppi egoismi, troppi protagonismi. Invece, basterebbe una settimana di mercato invernale e un mese estivo, magari assicurando due jolly fuori tempo massimo. Uno per motivi fisici (l’infortunio dell’ultim’ora), un altro di carattere tecnico. Stop. E parlo contro il mio interesse di procuratore.

Quali sono i giocatori ai quali si sente più legato?
Ho lavorato con tali e tanti galantuomini che farei loro torto se non li citassi tutti. Però, da Donadoni ad Abertini, da De Sciglio a Poli a Rui Costa a Boban a Ogbonna un denominatore comune c’è: la serietà, l’educazione, il rispetto, la professionalità.

Ultima domanda, signor Branchini. Se lei fosse il procuratore di Balotelli, che consiglio gli darebbe?
Balotelli appartiene alla schiera di quei ragazzi che non hanno ancora capito come, un consiglio, nella vita possa aiutare. Io non ho titolo per dare consigli a Balotelli il quale, giustamente, se gliene dessi uno potrebbe dirmi: ma tu chi sei? A Balotelli auguro solo il meglio.

Monza, altro flop Ferrari: Alonso ritirato. Dominio Mercedes, Hamilton riapre i giochi

Monza, altro flop Ferrari: Alonso ritirato. Dominio Mercedes, Hamilton riapre i giochi

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Delusione al Gp d’Italia: lo spagnolo tradito da un guasto al cambio, Raikkonen solo nono. Ecco dunque l’ennesima festa delle Frecce d’argento con l’inglese davanti a Rosberg. Massa sul podio

Monza, il film del Gran premio d’Italia
ReutersReuters (1 / 38)

Reuters 

Monza, 7 settembre 2014 – Cambiano i palcoscenici, non il risultato: il mondiale di Formula uno continua ad avere un’unica padrona: la Mercedes. Anche al Gp d’Italia è andato in scena il ‘solito’ dominio delle due Frecce d’argento. Ha vinto Lewis Hamilton al termine di una corsa partita male e finita nel migliore dei modi. L’inglese è scivolato dalla pole alla quarta posizione dopo il via, ma è poi riuscito a rimontare a suon di giri veloci fino al primo posto sfruttando un gentile regalo concessogli da Nico Rosberg che è andato lungo alla prima curva nel corso del 28esimo giro, lasciando strada e speranze di titolo mondiale al compagno rivale. Sul podio è salito anche Felipe Massa che ha centrato un ottimo terzo posto con la sua Williams. Quarto Bottas con la seconda Williams, quindi le due Red Bull con Ricciardo ancora una volta davanti al campione del mondo Vettel, superato nei giri finali dall’australiano.

Della Ferrari nemmeno l’ombra: Kimi Raikkonen ha chiuso al nono posto, mentre Ferndando Alonso è stato costretto al ritiro al 29esimo giro per un guasto meccanico. Per la Rossa si tratta dell’ennesimo flop di una stagione da dimenticare in pista e fuori, con le pesantissime parole di Sergio Marchionne che hanno il sapore di un benservito al presidente Montezemolo: “Non vinciamo da sei anni, nessuno è indispensabile”.

Per Hamilton è la seconda vittoria in carriera sul circuito di Monza, da aggiungere alle tre pole position ottenute. Con il secondo posto odierno, Rosberg conserva comunque la leadership della classifica del mondiale piloti con 238 punti e un +22 sull’inglese. Staccatissimo Ricciardo con 166 punti. Prossimo appuntamento con il mondiale di Formula 1, il 21 settembre a Singapore.

Certificati medici e sport amatoriale, anche quest’anno si rischia il caos

Certificati medici e sport amatoriale, anche quest’anno si rischia il caos

Certificati medici e sport amatoriale, anche quest’anno si rischia il caos. Il Dl Fare del 2013 ha cancellato l’obbligo del certificato medico per svolgere attività ludico-motoria amatoriale (per esempio nuoto libero o palestra) ma nonostante ciò nell’ultimo anno le strutture hanno continuato a richiederlo ai fini dell’iscrizione. E il rischio è che anche quest’anno nonostante la legge i cittadini siano costretti a pagare dai 30 ai 50 euro per un certificato che non serve.
Le palestre non si sentono tutelate – Nonostante i chiarimenti del Ministero i dubbi ancora permangono. Dubbi che dovrebbero essere quasi sciolti per quanto riguarda invece i certificati per le attività sportive non agonistiche (quelle organizzate dalle scuole, nell’ambito di attività parascolastiche e quelle dei giochi studenteschi a livello provinciale o regionale) su cui sono in arrivo nuove linee guida. Il certificato sarà obbligatorio e avrà validità annuale. L’elettrocardiogramma, invece, dovrà essere effettuato almeno una volta nella vita (dai 60 anni una volta l’anno).
Ma come scegliere lo sport giusto per i bambini? – Prima, fino a 4 o 5 anni di vita, imparare a percepire il proprio corpo nello spazio, quindi aprirsi ad attività di squadra e ad attività specialistiche. Questo il percorso sportivo ideale per i più piccoli, secondo gli esperti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che, in occasione della ripresa dell’anno scolastico, prevengono le domande di molti genitori con una serie di consigli pensati per aiutarli a scegliere l’attività migliore per i propri figli.
Il nuoto resta lo sport ideale per i più piccoli – Anche in età prescolare il nuoto resta lo sport ideale per i più piccoli. Oltre a questo, fino ai 7-8 anni sarebbe bene far loro praticare attività come l’atletica leggera o la ginnastica, in cui il piccolo impara ad utilizzare il proprio corpo nello spazio e a migliorare la coordinazione neuromotoria. Impegno atletico, aspetto ludico e spirito di squadra sono le virtù delle discipline sportive collettive, come calcio, pallavolo, basket. In genere, però, spiegano gli esperti, i bimbi sono pronti ad apprezzarle solo dopo i 7 anni. Oltre i 9-10 anni ci si può accostare anche a discipline più specializzate, che richiedono ad esempio il contemporaneo utilizzo di un attrezzo, come avviene nella scherma, nel tennis e nel tiro con l’arco, che favoriscono, in particolare, la capacità di concentrazione.
Nel caso di malattie croniche, niente paura – L’80% dei piccoli pazienti, purché con le precauzioni basilari, può non deve astenersi dal praticare sport. Anzi, “l’attività sportiva può essere anche parte del piano terapeutico”, spiega Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport del Bambino Gesù, dove è attiva, da tempo, una specifica Unità Operativa dedicata alla valutazione funzionale e alla certificazione medico-sportiva di bimbi affetti da patologie come cardiopatie congenite, malattie oncologiche, renali, polmonari o neuromuscolari. “Praticare sport – aggiunge – produce un incremento dell’autostima tale da superare molte delle difficoltà che una malattia crea”.

25 anni senza Scirea

25 anni senza Scirea

Sportal.it
Venticinque anni fa, il 3 settembre del 1989, a soli 36 anni, moriva Gaetano Scirea, vittima di un incidente stradale in Polonia. Aveva da poco assunto l’incarico di vice allenatore della Juventus, squadra guidata dal suo grande amico Dino Zoff, ed era in missione per seguire il Gornik Zarbze, undici che se la sarebbe vista con i bianconeri nel primo turno di Coppa Uefa. Da calciatore, con la maglia della “Vecchia Signora”, aveva vinto tutto quello che si sarebbe potuto vincere e anche con la Nazionale si era tolto la soddisfazione più grande, conquistando da protagonista assoluto il Mondiale del 1982. Apprezzato per la sua interpretazione moderna del ruolo di libero (sua, per fare un esempio, sull’1-0 per l’Italia, l’incursione nell’area avversaria e il passaggio a Tardelli per lo strepitoso 2-0 sulla Germania Ovest nella finale di Madrid) e per il suo grandissimo fair-play era un signore, a tutto tondo. Era una di quelle persone che al calcio di oggi servirebbero come il pane.

Europei nuoto, Federica Pellegrini nella storia: oro nei 200 metri stile libero

Europei nuoto, Federica Pellegrini nella storia: oro nei 200 metri stile libero

L’atleta azzurra conquista il suo terzo titolo consecutivo nella competizione continentale: non era mai accaduto prima. Bronzo per Martina Rita Caramignoli nei 1500 sl. Primo posto sul podio anche per Tania Cagnotto e Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati da 3 metri

Europei nuoto, Federica Pellegrini nella storia: oro nei 200 metri stile libero

Più informazioni su: .

Si scrive duecento metri stile libero donne, si legge Federica Pellegrini. La nuotatrice azzurra ha vinto la medaglia d’oro agli Europei di nuoto in corso a Berlino e, oltre a far lievitare ancora il medagliere italiano, è riuscita a entrare nella storia: non era mai accaduto prima, infatti, che un’atleta vincesse la stessa gara in tre edizioni diverse dei campionati continentali. La Pellegrini ci è riuscita con una condotta magistrale, coprendo la distanza con il tempo di 1’56″01. Medaglia d’argento per l’ungherese Katinka Hosszu con il tempo di 1’56”09. Bronzo per l’olandese Femke Heemskerk in 1’56″69. Ma quella della Pellegrini non è stata l’unica medaglia d’oro della giornata.Tania Cagnotto e Francesca Dallapè sono arrivate prime nei tuffi sincronizzati da 3 metri. Le azzurre hanno chiuso col punteggio di 328,50 davanti alle tedesche Tina Punzel e Nora Subschinski, 313,50, terzo gradino del podio per le ucraine Olena Fedorova e Anna Pysmenska, 307,20.

“Questa gara mi esalta sempre molto, sono contenta di essermi riconfermata campionessa d’Europa” ha detto la Pellegrini ai microfoni della Rai. “Mi piace averlo fatto in casa del mio idolo da bambina Franziska Van Almsick e sono davvero contenta”, ha aggiunto la campionessa veneta. Una Pellegrini protagonista assoluta e trascinatrice della squadra azzurra a Berlino: “Sì la vittoria nella 4×2 è stata spettacolare, c’è stata voglia e carattere. Tutte e quattro siamo state perfette e non capita sempre”.

“Ci tengo sempre a fare bene in tutte le gare in cui mi cimento e do sempre tutta me stessa. Rimanere ad alti livelli non è mai facile” ha aggiunto dopo la premiazione. Chiaro il parere della campionessa sul record raggiunto: “Questo terzo oro di fila conferma tanti sacrifici e sono contenta. Centrare l’obiettivo stagionale è sempre molto difficile, io ce la metto tutta”. Non poteva mancare uno sguardo verso il futuro e i prossimi obiettivi: “Ora si entra nel countdown verso Rio, io cerco di dare il massimo qualsiasi siano i tempi e le avversarie. Poi vedremo cosa succederà”, ha detto ancora. Poi una chiusura ironica: “Domani ci sono i 400 che sono ‘così contenta di fare’. I 200 comunque li ho fatti, è la mia gara ed è sempre bello essere lì”.

Nel 1500 stile libero, invece, bronzo per l’altra azzurra Martina Rita Caramignoli, terza alle spalle della spagnola Garcia Mereia Belmonte e dell’ungherese Boglarka Kapas. Quinta Aurora Ponselé, 16’13”20.

Addio Martini, straordinario ct del ciclismo e maestro di vita

Addio Martini, straordinario ct del ciclismo e maestro di vita

25 agosto alle 23:12
Lo sport italiano è in lutto. Questa sera, nell’ospedale di Firenze, si è spento Alfredo Martini, 93 anni, straordinario ct del ciclismo azzurro e autentico maestro di vita. Corridore dilettante, uno dei suoi primi rivali fu Fiorenzo Magni. Da dilettante, il suo primo ct fu Alfredo Binda. Corridore professionista dalla fine del,’45 al ’57, vinse una tappa al Giro d’Italia nel 1950 e una al Giro di Svizzera nel 1951, il Giro dell’Appennino nel 1947 e per un giorno portò la maglia rosa al Giro. Martini intraprese poi la carriera di direttore sportivoalla Ferretti (Giro d’Italia ’71 con Gosta Pettersson), poi ct della Nazionale italiana, dal 1975 al 1997: ha vinto i mondiali con Francesco Moser, Beppe Saronni, Moreno Argentin, Maurizio Fondriest e, per due volte, Gianni Bugno.

Europei nuoto, Federica Pellegrini nella storia: oro nei 200 metri stile libero

Europei nuoto, Federica Pellegrini nella storia: oro nei 200 metri stile libero

L’atleta azzurra conquista il suo terzo titolo consecutivo nella competizione continentale: non era mai accaduto prima. Bronzo per Martina Rita Caramignoli nei 1500 sl. Primo posto sul podio anche per Tania Cagnotto e Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati da 3 metri

Europei nuoto, Federica Pellegrini nella storia: oro nei 200 metri stile libero

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Si scrive duecento metri stile libero donne, si legge Federica Pellegrini. La nuotatrice azzurra ha vinto la medaglia d’oro agli Europei di nuoto in corso a Berlino e, oltre a far lievitare ancora il medagliere italiano, è riuscita a entrare nella storia: non era mai accaduto prima, infatti, che un’atleta vincesse la stessa gara in tre edizioni diverse dei campionati continentali. La Pellegrini ci è riuscita con una condotta magistrale, coprendo la distanza con il tempo di 1’56″01. Medaglia d’argento per l’ungherese Katinka Hosszu con il tempo di 1’56”09. Bronzo per l’olandese Femke Heemskerk in 1’56″69. Ma quella della Pellegrini non è stata l’unica medaglia d’oro della giornata.Tania Cagnotto e Francesca Dallapè sono arrivate prime nei tuffi sincronizzati da 3 metri. Le azzurre hanno chiuso col punteggio di 328,50 davanti alle tedesche Tina Punzel e Nora Subschinski, 313,50, terzo gradino del podio per le ucraine Olena Fedorova e Anna Pysmenska, 307,20.

“Questa gara mi esalta sempre molto, sono contenta di essermi riconfermata campionessa d’Europa” ha detto la Pellegrini ai microfoni della Rai. “Mi piace averlo fatto in casa del mio idolo da bambina Franziska Van Almsick e sono davvero contenta”, ha aggiunto la campionessa veneta. Una Pellegrini protagonista assoluta e trascinatrice della squadra azzurra a Berlino: “Sì la vittoria nella 4×2 è stata spettacolare, c’è stata voglia e carattere. Tutte e quattro siamo state perfette e non capita sempre”.

“Ci tengo sempre a fare bene in tutte le gare in cui mi cimento e do sempre tutta me stessa. Rimanere ad alti livelli non è mai facile” ha aggiunto dopo la premiazione. Chiaro il parere della campionessa sul record raggiunto: “Questo terzo oro di fila conferma tanti sacrifici e sono contenta. Centrare l’obiettivo stagionale è sempre molto difficile, io ce la metto tutta”. Non poteva mancare uno sguardo verso il futuro e i prossimi obiettivi: “Ora si entra nel countdown verso Rio, io cerco di dare il massimo qualsiasi siano i tempi e le avversarie. Poi vedremo cosa succederà”, ha detto ancora. Poi una chiusura ironica: “Domani ci sono i 400 che sono ‘così contenta di fare’. I 200 comunque li ho fatti, è la mia gara ed è sempre bello essere lì”.

Nel 1500 stile libero, invece, bronzo per l’altra azzurra Martina Rita Caramignoli, terza alle spalle della spagnola Garcia Mereia Belmonte e dell’ungherese Boglarka Kapas. Quinta Aurora Ponselé, 16’13”20.