Nuovo Sportello Unico Edilizia

Nuovo Sportello Unico Edilizia, un unico ufficio per tutte le pratiche

Semplificati Permesso di costruire e DIA; i Comuni dovranno adeguarsi entro 6 mesi

vedi aggiornamento del 26/07/2012
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25/07/2012 – E’ stata votata questa mattina dalla Camera la fiducia sul ddl di conversione del Decreto Sviluppo, nel testo modificato dalle Commissioni.

 
La principale novità per il settore delle costruzioni riguarda lo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE) che d’ora in poi costituirà l’unico punto di accesso per il privato, in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti l’intervento edilizio e il relativo titolo abilitativo, e fornirà una risposta tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte.
 
Il nuovo SUE si occuperà di acquisire, anche mediante conferenza di servizi, gli atti di assenso delle amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità e sarà l’unico ufficio competente a comunicare con il cittadino che ha richiesto il titolo abilitativo; gli altri uffici comunali e le P.A. diverse dal Comune, interessati al procedimento, dovranno inoltrare immediatamente al SUE denunce, domande, segnalazioni, atti e documenti eventualmente ricevuti.
 
Lo Sportello Unico per l’Edilizia acquisirà direttamente o tramite conferenza di servizi tutti gli atti necessari al rilascio del permesso di costruire, e precisamente: il parere della ASL; il parere dei vigili del fuoco; le autorizzazioni e le certificazioni regionali per le costruzioni in zone sismiche; l’assenso dell’amministrazione militare per le costruzioni nelle aree contigue alle zone militari; l’autorizzazione della circoscrizione doganale per le costruzioni in prossimità della linea doganale e nel mare territoriale; l’autorizzazione dell’autorità competente per le costruzioni su terreni confinanti con il demanio marittimo.
 
E ancora: gli atti di assenso per gli interventi edilizi su immobili vincolati ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (in caso di dissenso però si procede ai sensi del Codice); il parere vincolante della Commissione per la salvaguardia di Venezia per gli interventi in quell’area; il parere dell’autorità competente in materia di assetti e vincoli idrogeologici; gli assensi per le servitù viarie, ferroviarie, portuali ed aeroportuali; il nulla osta per le aree naturali protette.
 
Un’altra importante semplificazione riguarda le amministrazioni le quali, ai fini del rilascio o della formazione dei titoli abilitativi in materia edilizia, sono tenute ad acquisire d’ufficio i documenti, le informazioni e i dati, compresi quelli catastali, che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni e non possono richiedere attestazioni o perizie sulla veridicità e sull’autenticità di tali documenti, informazioni e dati. Questo significa che i professionisti non dovranno più produrre e allegare alle istanze documenti che sono già nella disponibilità della pubblica amministrazione, con conseguente risparmio di tempo e denaro.
 
Sarà accelerato anche il procedimento per ilrilascio del permesso di costruire (art. 20 del Testo Unico Edilizia): ora la legge prevede che entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, il responsabile del procedimento acquisisca, tramite lo Sportello Unico, i pareri e gli atti di assenso, e formuli una proposta di provvedimento.
 
Con la modifica del Decreto Sviluppo, se entro i 60 giorni non saranno intervenute tutte le intese, i concerti, i nulla osta o gli assensi, il responsabile dello Sportello Unico indirà la conferenza di servizi. Le amministrazioni che intendono esprimere parere positivo potranno non intervenire alla conferenza di servizi e trasmettere i propri atti di assenso. La determinazione adottata dalla conferenza di servizi è, ad ogni effetto, titolo per la realizzazione dell’intervento.
 
Novità anche per la disciplina della Denuncia di Inizio Attività (DIA). Con un comma aggiunto all’articolo 23 del DPR 380/2001, si dispone che, nei casi in cui la normativa richieda l’acquisizione di atti o pareri di organi o enti appositi (esclusi i casi in cui sussistano vincoli ambientali e paesaggistici, relativi alla difesa e alla pubblica sicurezza, alla giustizia), tali atti sono sostituiti da autocertificazioni o attestazioni di tecnici abilitati che asseverano la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge, dagli strumenti urbanistici e dai regolamenti edilizi.
 
Inoltre, la DIA, corredata dalle dichiarazioni, attestazioni e asseverazioni e dagli elaborati tecnici, può essere presentata mediante Raccomandata con avviso di ricevimento, ad eccezione dei procedimenti per cui è previsto l’utilizzo esclusivo della modalità telematica; in tal caso la denuncia si considera presentata al momento della ricezione da parte dell’amministrazione. Un Regolamento ministeriale individuerà i criteri e le modalità per la presentazione della DIA attraverso l’utilizzo esclusivo degli strumenti telematici.
 
Tutte queste novità dovranno essere applicate dai Comuni entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Sviluppo.

Olimpiade: fioretto donne, podio tutto italiano. Arcieri d’oro.


Londra 2012: fioretto donne, podio tutto italiano! Arcieri d’oro, argento Tesconi

28 luglio alle 21:00

Prima vera giornata di gare a Londra e prime soddisfazioni azzurre:

21.13 La Di Francisca ha battuto 13-12 la Errigo nella finale del fioretto donne. Tutto il podio è azzurro.

21.00 Ilaria Bianchi si è qualificata per la finale olimpica dei 100 farfalla con il tempo di 57″79. E’ l’ultimo trono utile ma anche nuovo record italiano che migliora il 58″12, fatto dalla stessa Bianchi alle Olimpiadi di Pechino con i costumi gommati

20.39 Vezzali di bronzo! Battuta la sud coreana Nam 13 a 12 nell’extra time.

19.50 L’Italia ha vinto medaglia d’oro e d’argento nel fioretto individuale femminile. Perchè Di Francisca-Errigo sarà la finale. Valentina Vezzali, sconfitta in semifinale dall’Errigo si gioca il bronzo con la sud coreana Nam.

19.23 Primo oro per l’Italia! L’arco a squadre  formato da Frangilli, Galiazzo e Nespoli ha battuto gli Usa 219 a 218. Decisivo il “10” di Frangilli all’ultimo tiro.

18.15 Italia maschile in finale nell’arco a squadre dopo aver battuto il Messico 217-215. La sfida per l’oro alle 19 contro gli Usa.

17.11 Ginnastica: Matteo Morandi in finale negli anelli con il punteggio di 29.899.

16.30 Il 30enne toscano Luca Tesconi, all’esordio olimpico, ha regalato la prima medaglia azzurra a Londra 2012. Il tiratore ha conquistato l’argento nella pistola 10m al termine di una gara che lo ha visto rimontare nel finale finendo dietro il sucoreano Jin Jongh.

Grande gioia anche nel fioretto. Arianna Errigo, Valentina Vezzali e Elisa Di Francisca sono in semifinale e porteranno almeno due medaglie all’Italia. Alle 19 Elisa Di Francisca affronterà la sudcoreana Nam Hyun Hee, alle 19.30 il derby azzurro tra Arianna Errigo e Valentina Vezzali. La finale per il bronzo alle 20.10, quella per l’oro alle 20.40.
 
Strepitosi anche gli arcieri: hanno battuto il Messico in emifnale e contenderanno l’oro agli Usa, a loro volta vincitori sulla Corea del Sud.
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Nuovo direttore RAI, scandalo sul contratto

Il contratto milionario del nuovo direttore della RAI

L’ex N.1 di Wind, Luigi Gubitosi, incassa la nomina a DG della Rai, ma fa scoppiare una polemica sul suo compenso stellare

Fresco di nomina, accaldato per le roventi polemiche: così Luigi Gubitosi, dopo la nomina a direttore generale della Rai, avvenuta il 17 luglio, quando il cda lo ha investito con otto voti favorevoli e un astenuto, quello del consigliere in quota Pdl Verro. Come da procedura, dopo l’indicazione del nuovo dg, la nomina di Gubitosi è passata nell’assemblea degli azionisti per poi tornare in cda per il via libera definitivo.  

E così, via Lorenza Lei, con annesso ringraziamento per il lavoro svolto, e dentro l’ex manager Wind,  con uno stipendio da 650 mila euro l’anno e contratto a tempo indeterminato. E la grana sull’ingaggio scoppia subito, manco a dirlo, anche se non è in discussione il valore del professionista. 

Gubitosi, partenopeo,  classe 1961, già dottore in legge,comincia la carriera nelle aziende del Lingotto, ricoprendo diversi incarichi in un lasso di tempo quasi ventennale, che va dal 1986 al 2005. Membro del Cda di Fiat Auto, Iveco, Itedi, Comau, Magneti Marelli, Cnh, Ferrari, presidente del Cda di Fiat Partecipazioni. Poi, nel 2005 il passaggio a Wind, come direttore finanziario. Dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Tommaso Pompei, Gubitosi, dopo il breve interregno di Paolo Dal Pino, diventa il numero uno della società. 

Fino all’aprile dello scorso anno, quando passa alla divisione italiana del colosso bancario Usa, Bank of America – Merryll Linch. Già docente di Finanza aziendale internazionale nell’ateneo capitolino Luiss, è stato anche componente del cda di Cometa, il fondo pensione dei metalmeccanici. Un uomo dell’alta finanza, quindi, o un tecnico come si direbbe da un po’ di tempo a questa parte, voluto da Mario Monti, così come il nuovo presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, che ha lasciato una scrivania da vice dg di Bankitalia. Eppure, le polemiche non sono mancate, avendo Tarantola proposto per il dg un contratto a tempo indeterminato con lo stesso stipendio del predecessore Lorenza Lei, che percepiva 650 mila euro l’anno. 

Tra le obiezioni sollevate, in primis, l’argomento non era all’ordine del giorno in cda; poi di fronte alla riduzione degli stipendi per i consiglieri, manca un adeguamento al ribasso, come vorrebbe anche il tetto per gli stipendi dei manager pubblici, fissato di poco sotto i 300 mila euro. 

Obiezioni che avrebbero toccato anche il rappresentante della Corte dei Conti in Cda, disposto a valutare un approfondimento sull’applicabilità del tetto agli stipendi. Oppure, pensare di negoziare almeno la parte fissa della retribuzione e l’indennità di funzione. In quanto allo stato attuale, la parte fissa continuerebbe a essere percepita anche dopo la cessazione delle funzioni da direttore generale, pur con una cifra che dovrebbe essere inferiore a quella di molti predecessori, in maniera sensibile. 

Gubitosi insomma debutta tra le polemiche, tirato per la giacchetta da chi auspica che sia il diretto interessato a rinunciare alla sicurezza del tempo indeterminato, come ha ribadito Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, ovvero il sindacato dei giornalisti Rai. Durissima la reazione del Codacons, che parla di contratto incostituzionale, contrario allo statuto aziendale, impugnabile dinanzi alle autorità competenti. Le ragioni del furore insomma spaziano dall’opportunità di un simile compenso nel momento in cui si chiede al Paese sacrificio al fatto che, secondo lo statuto aziendale, il mandato del direttore generale ha la stessa durata di quello del consiglio di amministrazione. Alle elezioni politiche insomma manca poco, e con esse l’ennesimo riassetto aziendale della Rai, cda compreso. 

Olimpiadi, spettacolo a Londra

Londra, i Giochi sono iniziati

Sportal
Le Olimpiadi di Londra sono ufficialmente cominciate.

Cerimonia d’apertura venerdì sera, allo stadio Olimpico, con uno spettacolo tra passato, presente e futuro, con la regia di Danny Boyle (premio Oscar per The Millionaire): dopo un rintocco di campana, suonato dal vincitore del Tour de France Bradley Wiggins, i figuranti hanno iniziato ad interpretare la storia della Gran Bretagna, dai villaggi di campagna alla rivoluzione industriale.

La Regina, prima di fare il suo ingresso in tribuna d’onore accanto al presidente del Cio Rogge, a sua volta è apparsa in un breve quanto divertente filmato, con Daniel Craig, ovviamente nei panni di James Bond: i due sono virtualmente arrivati con un elicottero, che ha poi realmente lasciato scendere due paracadutisti.

Dopo l’esecuzione dell’inno inglese, la cerimonia è proseguita con una parte dedicata alla fantasia, da Peter Pan ad Harry Potter, con i cattivi di turno scacciati alla fine da Mary Poppins.

Tutto da ridere il seguente segmento, con Mr Bean, o meglio Rowan Atkinson, protagonista di uno sketch su musica e immagini di Momenti di Gloria.

A seguire, spazio ad un medley di pezzi storici della musica inglese, passando dai successi dei Beatles a quelli dei Queen.

Piccolo ruolo anche per David Beckham, non convocato a sorpresa per il torneo di calcio: lo Spice Boy ha guidato un motoscafo con a bordo la fiaccola olimpica, aprendo idealmente la sfilata delle squadre.

Ben 204 i comitati che hanno fatto uno dietro l’altro il loro ingresso nello stadio, con gli Azzurri guidati dalla portabandiera Valentina Vezzali, subito prima della Giamaica di Usain Bolt.

Dopo l’ingresso degli atleti di casa, è arrivato il momento dei fuochi d’artificio e ancora della musica. Subito dopo, Sebastian Coe, presidente del comitato organizzatore, e Jacques Rogge, presidente del Cio, hanno fatto il loro discorso e la stessa Regina Elisabetta II ha dichiarato aperti i Giochi.

Altro momento toccante prima dell’esecuzione dell’Inno Olimpico, quando ha fatto il suo ingresso nello stadio Muhammad Ali, sedici anni dopo la sua toccante partecipazione alla Cerimonia di Atlanta 1996.

Dopo il giuramento degli atleti, letto da Sarah Stevenson, è arrivato l’attesissimo momento più atteso e a dir poco particolare: niente ultimo tedoforo, sette giovani speranze dello sport britannico hanno infatti acceso il braciere olimpico, posto proprio al centro dell’impianto e composto da centinaia di piccole fiammelle.

A chiudere la serata ci ha pensato come da programmi Paul McCartney, con la famosissima “Hey Jude”.

Il dilemma dell’Ilva di Taranto: lavoro o salute?

Lavoro o salute? Il dilemma dell’Ilva di Taranto

    • Ermes Antonucci

 Lavoro o salute? In rete qualcuno ha rielaborato la questione in modo brutale: stare a casa senza stipendio ma con la salute, o andare a lavorare condannando i nostri figli al cancro?

 

In un modo o nell’altro, questo è il dilemma che si presenta alla società e alla politica, dopo la decisione del gip di Taranto di sequestrare sei reparti dell’impianto siderurgico più grande d’Europa, l’Ilva, per le attività inquinanti.

 

Secondo il gip “l’impianto ha causato e continua a causare malattia e morte, anche nei bambini, e chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”. In due parole: disastro ambientale.

 

Immediatamente è scattata la mobilitazione dei lavoratori, circa 15mila (da Genova a Taranto), stando alle parole del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che ha anche espresso la contrarietà del governo sulla chiusura dello stabilimento (“Non va bloccato ma reso sostenibile”).

 

La questione, comunque, va inquadrata sotto la giusta prospettiva. Che l’Ilva di Taranto abbia prodotto e produca “emissioni nocive che, come hanno consentito di verificare gli accertamenti dell’Arpa, sono oltre i limiti e hanno impatti devastanti sull’ambiente e sulla popolazione” (ciòè scritto nella disposizione del gip), appare difficile da smentire. A darne conferma sono i rapporti delle agenzie per l’ambiente, le innumerevoli inchieste di giornali e tv, le proteste delle associazioni ambientali, gli stessi operai sanno cosa succede una volta usciti dalla fabbrica.

 

Resta da capire quindi, ed è probabilmente questo il tema cruciale, se l’azienda abbia o meno imboccato la via dell’eco-compatibilità, come affermato dai lavoratori, dal gruppo Riva e dal presidente della Regione Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia (da notare) e Libertà. Evidentemente no, se si considera la decisione del gip, che tra l’altro definisce gli atti d’intesa conclusi negli anni per migliorare le prestazioni ambientali dell’impianto come “la più grossolana presa in giro compiuta dai vertici dell’Ilva”. Parole dure, che costituiscono un sostegno alla tesi degli ambientalisti, e cioè che “la magistratura è intervenuta perché la politica ha fallito”.

 

Nessuno di quegli accordi negli ultimi anni è riuscito a risolvere la situazione, e il protocollo d’intesa “per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” firmato ieri tra Regione e Governo finisce col costituire un disperato tentativo di mostrarsi (tardivamente) attivi nella risoluzione del problema. Praticamente, sottoposta alla necessità di posti di lavoro e sviluppo economico, per di più in una regione meridionale, e approfittando della preziosa sacca elettorale di operai, la politica ha finito, non con l’abbandonare gli ideali ambientalisti, ma comunque col subordinarli ai più consistenti fini economici.

 

Il tempo per conciliare economia ed ambiente si è avuto, ed è stato gettato al vento. In tutta la faccenda questa è l’unica constatazione che si può fare, e ora pesa come un macigno sul futuro di migliaia di operai.

Spending review, dimezzare le province, più tasse universitarie

Spending review, tasse universitarie fino a +100% per i fuori corso. Patroni Griffi: “Dimezzare le province”

L’Aula del Senato comincerà lunedì alle 11 ad esaminare il decreto sulla spending review. A renderlo noto è il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri al termine della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. “E’ molto probabile che ci sarà il voto di fiducia – dichiara Gasparri rispondendo ai cronisti – anche se ovviamente nessuno lo ha ancora detto ufficialmente”.
Tasse atenei, fino +100% a fuori corso – Le tasse universitarie per gli studenti fuori corso possono aumentare fino al raddoppio, rispetto a quelle previste per gli studenti in corso. L’aumento fino al 100% è previsto per i redditi oltre 150.000 euro. I criteri per gli incrementi delle tasse per gli studenti non a posto con gli esami saranno stabiliti ogni anno con un decreto del ministro dell’Istruzione ma nel frattempo il dl spending review fissa i paletti. L’aumento massimo è per gli studenti di famiglie abbienti, mentre per redditi tra 90.000 e 150.000 euro può essere al massimo del 50% e sotto i 90.000 euro del 25%. Il decreto ministeriale in ogni caso dovrà tenere conto “della specifica condizione degli studenti lavoratori”.
Patroni Griffi: “Puntiamo dimezzamento province” – L’azione del governo nell’ambito della spending review punta a un sostanziale dimezzamento delle province. Lo ha detto il il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi.”Stiamo lavorando a un riordino che riduca il numero delle province a 50-52, che porti cioè a un sostanziale dimezzamento”. Quanto ai casi di regioni come Basilicata, Umbria e Molise che si troverebbero ad avere una sola provincia che coinciderebbe con il capoluogo regionale. Patroni Griffi ha evidenziato: “non credo sia un doppione amministrativo perché regioni e province hanno competenze ben diverse ed erogano servizi diversi”. Più in generale, ha aggiunto, “capisco resistenze e campanilismi ma dobbiamo guardare alle prospettive. Abbiamo assetti amministrativi vecchi di due secoli e cambiarli credo sia una di quelle riforme strutturali di cui il paese ha bisogno”. Infine, sui tagli dei servizi lamentati da enti pubblici e cittadini, il ministro ha osservato: “il problema reale del taglio dei servizi lo conosciamo tutti. Noi sentiamo la responsabilità delle scelte. I tagli non sono mai piacevoli per nessuno e neanche per chi li fa, ma pensiamo che dalle nostre misure possa uscire un’Italia migliore”
Anche Bankitalia dovrà tirare cinghia –  Anche la Banca d’Italia dovrà tenere “conto dei principi contenuti” nel decreto sulla spending review, “nell’ambito del proprio ordinamento”. Lo prevede un emendamento dei relatori, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. In particolare Bankitalia è chiamata a “tenere conto” delle norme del decreto sulla spending review che prevedono risparmi su auto blu, buoni pasto, ferie e permessi, consulenze esterne e canoni di locazione degli uffici.
Raddoppiano multe scioperi servizi pubblici – Raddoppiano le sanzioni comminate dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero bei servizi pubblici essenziali. Un emendamento al decreto spending review (primo firmatario: Maria Ida Germontani del Terzo Polo), approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, trasforma alcune delle sanzioni nei confronti dei sindacati e dei dirigenti responsabili delle amministrazioni pubbliche, in caso di violazioni della legge, dalle vecchie lire all’euro, raddoppiando di fatto l’importo.
A prof in pensione entro agosto no riforma – Per gli insegnanti che entro il 31 agosto di quest’anno matureranno i requisiti per andare in pensione dal 1/o settembre sempre di quest’anno non si applicheranno le novità della riforma Fornero.
Via contributi restauro a beni culturali privati – Saltano i contributi pubblici per il restauro e lamanutenzione dei beni culturali privati. Lo stabilisce un emendamento al decreto spending review approvato in commissione Bilancio al Senato. Fino alla fine del 2015 – secondo la nuova norma – è sospesa la possibilità per il ministero dei Beni culturali di partecipare alle spese sostenute da proprietari, possessori o detentori di beni culturali, per realizzare interventi di restauro e interventi conservativi.
Salvi Centro sperimentale e Cineteca nazionale – Si salvano dalla spending review, mantenendo la “loro fisionomia autonoma”, il Centro sperimentale di cinematografia, la Cineteca nazionale e l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi. Lo afferma il il senatore Vincenzo Vita (Pd) dopo il via libera in commissione Bilancio del Senato a un emendamento del Partito democratico.
 
27 luglio 2012

Milano, approvato il registro delle unioni civili

Milano, approvato il registro delle Unioni civili. Il sindaco Pisapia: “Da oggi ci sono più diritti”

Dopo una maratona in Consiglio comunale, segnata da un lungo lavoro di mediazione fra le richieste dell’ala cattolica del Pd e di quella laica del Pdl, è stata approvata la delibera che istituisce il registro delle unioni civili del Comune di Milano. Al termine di una seduta durata 11 ore e 30 minuti, la terza dedicata al tema, il provvedimento è passato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti.
“Da oggi a Milano ci sono più diritti, anche se escludo i matrimoni gay , ha commentato dopo l’approvazione il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Si sono astenuti i quattro consiglieri dell’ala cattolica del Pd perplessi sulla creazione del registro, che però hanno evitato di provocare una spaccatura nella maggioranza con un voto contrario. Sul fronte dell’opposizione hanno contribuito al via libera al provvedimento i voti favorevoli del grillino Mattia Calise, di Manfredi Palmeri (Fli) e di due consiglieri comunali della compagine ‘liberal’ del Pdl, Luigi Pagliuca e Pietro Tatarella. Mentre è rimasta ”nettamente contraria” la posizione della maggioranaza del Pdl e della Lega Nord, che ha definito il registro ”una bandierina di Pisapia per la comunità gay”.
Al lungo dibattito in Aula hanno assistito diversi milanesi e rappresentanti dell’Arcigay e di associazioni per i diritti delle coppie omosessuali, che hanno fatto il tifo per il passaggio del provvedimento. Quella approvata dal Consiglio comunale è una delibera riveduta rispetto alla versione originale, alla quale si è arrivati con un lavoro di mediazione fra laici e cattolici. Nel testo il termine ‘famiglia anagrafica’ è stato sostituito con ‘unione civile’, per ”rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale”.
 E, nel definire le unioni civili, il passaggio ‘insieme di persone legate da vincoli affettivi’ è stato sostituito con ‘due persone legate da vincoli affettivi’, per ”evitare il rischio di poligamia”. Si è arrivati così alla creazione di un registro ”diverso da quello della famiglia anagrafica ma collegato”, che consentirà di ottenere un attestato di unione civile e al quale le coppie di fatto potranno iscriversi dopo aver ottenuto il certificato di famiglia anagrafica. Con l’obiettivo, espresso nel testo della delibera, di ”superare situazioni di discriminazione e favorire l’integrazione delle unioni civili nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio”.
27 luglio 2012

Ilva di Taranto: sciopero ad oltranza

Sciopero ad oltranza all’Ilva, il Pg: “Decisione sofferta”. Federacciai attacca: “Sequestro su opinabili valutazioni”

“Se un impianto in regola con le norme ecologiche”, “può essere chiuso da un magistrato sulla base di opinabili correlazioni tra l’esistenza dell’impianto industriale e la salute, non vi è più alcuna certezza del diritto”. All’indomani del sequestro di parte dello stabilimento siderrurgico dlel’Ilva di Taranto, Federacciai scende in campo e critica aspramente. Lo afferma la Federacciai, in una nota, in relazione al sequestro dell’Ilva. “Colpire Taranto significa colpire duramente la filiera, con conseguenze economiche e sociali drammatiche”, continua l’associazioni di industriali che chiede al Governo “ogni passo possibile per la riapertura dello stabilimento”, avvisando che si pone ‘brutalmente’ il tema della permanenza in Italia di “interi settori industriali”.
Riesame il 3 agosto – Ma la procura di Taranto tira dritta e fissa l’udienza del riesame del sequestro di sei impianti a caldo e dell’arresto di otto persone, tra cui il patron Nicola Riva, per il prossimo 3 agosto. “E’ un provvedimento estremamente sofferto e la sofferenza si coglie in ogni rigo”, ha detto il procuratore generale di Lecce, Giuseppe Vignola, illustrando in una conferenza stampa a Taranto il decreto giudiziario. Alla conferenza stampa partecipano anche il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, il sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Lecce-sezione di Taranto, Ciro Saltalamacchia, magistrati del pool di tutela ambientale della Procura di Taranto e i vertici dei carabinieri del comando provinciale di Taranto e del Noe di Lecce. “Il lavoro dei periti è stato ineccepibile: non c’era altra strada se non il sequestro, non c’era possibilità di adottare altri provvedimenti”, ha sottolineato il pg di Lecce.
La protesta ad oltranza degli operai – Sul fronte aziendale, intanto, gli operai decidono di protestare ad oltranza. E’ stato confermato infatti lo sciopero nell’assemblea dei lavoratori che si è conclusa questa mattina all’interno dello stabilimento siderurgico. I sindacalisti di categoria hanno sottolineato nei loro interventi la necessità di sollecitare un intervento del presidente Mario Monti sulla vicenda. Il tema, ha confermato lo stesso ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sarà oggetto del Consiglio dei ministri di oggi. E mentre i lavoratori confermano la necessità di presidiare tutti gli ingressi nella città di Taranto, il procuratore della Repubblica della città salentina, Franco Sebastio, terrà alle ore 11.00, presso il comando provinciale dei carabinieri, una conferenza stampa in relazione all’inchiesta che ha portato al sequestro di sei reparti dell’area a caldo dell’Ilva e ad otto arresti.
Bloccate le statali 100 e 106 – All’assemblea hanno partecipato migliaia di lavoratori Ilva alla presenza dei segretari generali di Uilm, Fiom e Fim, Rocco Palombella, Maurizio Landini e Marco Bentivoglio. Intanto, sono tuttora bloccate da centinaia di lavoratori le strade statali 100 e 106. Non è escluso che anche stamani i lavoratori decidano di tenere manifestazioni all’interno della città.
Sciopero anche all’Ilva di Genova – La protesta si estende anche a Genova nello stabilimento dell’Ilva di Cornigliano a Genova, dove oltre 200 lavoratori sono usciti dai cancelli per protestare contro la decisione dei giudici di sequestrare le aree della società a Taranto. La preoccupazione dei lavoratori genovesi è molto forte perché le lavorazioni svolte a Genova dipendono in gran parte da manufatti provenienti dalla Puglia. “Tra cinque giorni – ha detto il segretario della Fiom Grondona – non avremo più materiale da lavorare”. Il corteo si dirige verso la Prefettura.
L’inchiesta – I sigilli sono stati apposti dalla procura di Taranto al termine di un’inchiesta durata diversi anni che è giunta a considerazioni pesantissime sulle responsabilità della dirigenza dello stabilimento siderurgico. “Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato nell’attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”, ha scritto il Gip di Taranto Patrizia Todisco che ha disposto il sequestro di sei reparti a caldo del siderurgico tarantino e ha ordinato l’arresto per otto persone, coloro che per anni hanno gestito lo stabilimento dell’Ilva. Tra questi anche l’ex patron dell’Ilva Emilio Riva e il figlio Nicola, subentratogli alla guida del gruppo solo pochi mesi fa.
 

Volkswagen “Presidente Fiat insopportabile”

La Volkswagen dopo l’attacco di Marchionne: “Presidente Fiat è insopportabile, si dimetta dall’Acea”

“Marchionne è insopportabile come presidente dell’Acea”, Associazione delle case automobilistiche europee. “Chiediamo le sue dimissioni”. Lo afferma il responsabile della comunicazione aziendale di Volkswagen Stephan Gruehsem al Wall Street Journal, replicando alle accuse fatte dal numero uno di Fiat sulla politica di sconti. Gruehsem ha anche detto che Volkswagen sta considerando la possibilità di uscire dall’Acea in seguito a quei commenti.
L’accusa di Marchionne alla casa automobilistica tedesca – L’industria automobilistica europea è in una crisi che non ha precedenti e la politica di sconti aggressivi messa in atto da Volkswagen “è un bagno di sangue sui prezzi e sui margini”. E’ con queste parole, in un’intervista all’International Herald Tribune, che Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler, sferra il personale attacco al colosso tedesco dell’auto. Il manager italo-canadese cambia quindi obiettivo per spiegare la crisi della sua azienda. Dopo aver puntato il dito sugli operai italiani e sulla loro scarsa produttività per Marchionne i mali del Lingotto dipendonoadesso dai tedeschi cattivi.
“Non l’ho mai vista così difficile” – “Non l’ho mai vista così difficile”, dice Marchionne riferendosi, secondo il giornale, alle sfide di un settore auto europeo allo stremo, con un eccesso di capacità produttiva e di personale impiegato, esacerbato dalla rigidità del mercato del lavoro, che minaccia gli utili da anni e che la crisi sta peggiorando. L’amministratore delegato di Fiat torna a fare appello alla Commissione europea: “dovrebbero coordinare una razionalizzazione del settore in tutte le compagnie” e “quelli che davvero non si sono mossi in questo senso sono i francesi e i tedeschi, che non hanno ridotto minimamente la capacità”.
27 luglio 2012

Olimpiadi: Italia, 140mila euro per un oro, Germania 15mila e Gran Bretagna zero!!!

Spread olimpico: Italia, 140mila euro per un oro, Germania 15mila. E’ giusto?

gnudi.petrucci.abete

26 luglio alle 17:30

Oggi Gianni Petrucci da Casa Italia si è professato fiducioso sperando che gli azzurri disputino un’ottimaOlimpiade e che portino in alto l’onore dell’Italia. Il presidente del Coni ha parlato di “più medaglie e meno spread”.

Secondo quanto riporta Gazzetta.it viene da dare ragione a Gianni Petrucci perchè il valore delle medaglie è davvero invitante. I premi saranno gli stessi di Pechino: 140mila euro per l’oro, 75mila euro per l’argento e 50mila euro per il bronzo. La trasferta a Londra costa 3 milioni e 250mila euro, compreso l’affitto di Casa Italia, i cinque piani del The Queen Elizabeth II Conference Center all’ombra del Big Ben, che ammonta a ben 1.498.000.

Certo che se paragoniamo il valore delle “medaglie italiane” a quelle della Germania o della Gran Bretagna c’è da impallidire. Infatti una medaglia d’oro tedesca vale circa 15.000 euro mentre Oltremanica, essendo gli organizzatori dei giochi Olimpici, hanno deciso di non percepire un solo euro.

In un mondo dove solo i calciatori e pochi altri sportivi vengono definiti dei “ricchi viziati”, questo è l’esempio lampante di come anche in altre discipline, a certi livelli, ci sia un giro di soldi di vaste proporzioni.

Se paragoniamo la situazione economica italiana a quella della Germania e della Gran Bretagna, forse la decisione di questi due paesi (e dei loro comitati olimpici) è più saggia rispetto a quella dell’Italia. Cosa pensate?