Debiti di Stato, decreto approvato: 40 miliardi alle imprese in 12 mesi

Debiti di Stato, decreto approvato: 40 miliardi
alle imprese in 12 mesi
Già da lunedì i pagamenti

La scheda: ecco come funzionano i pagamenti. Squinzi: “Intervento necessario, aziende disperate”

Dopo quattro ore filate di riunione, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. L’Abi: “Provvedimento nella giusta direzione”. Delrio (Anci): “Una vittoria dei sindaci, dell’Italia che produce”. Squinzi: “Il tempo è scaduto, vogliamo un governo che affronti i problemi dell’economia reale”

 
Lavoro alla Franco Tosi (Studiosally)

Lavoro alla Franco Tosi (Studiosally)

Roma, 6 aprile 2013 – Dopo quattro ore filate di riunione, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione.

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“40 miliardi (20 nel 2013 e 120 nel 2014) erogati nei prossimi 12 mesi alle imprese con un meccanismo chiaro, semplice e veloce” e “rispettando la soglia del debito del 3%”. E’ il ‘cuore’ del provvedimento secondo quanto ha spiegato il premiern Mario Monti. Dal canto suo il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli ha sottolineato che il decreto per i pagamenti della Pa prevede che sia ”ripartita la possibilita”’ per le amministrazioni ”di chiedere prestiti allo Stato, prestiti trentennali sul tasso medio del Btp quinquennale”. Lo ha detto il ministro Grilli che ha aggiunto: ‘Di questi 40 miliardi, per 14 miliardi le amministrazioni avranno gia’ la capacita’ propria di provvedere alla spesa, per gli altri 26 lo Stato ripartisce non soltanto gli spazi di liquidita’ esistenti, ma anche le linee di credito” per il periodo fra il 2013-14.

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Quanto ai termini, ”le amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto, che immagino sara’ lunedì”. Grilli ha spiegato che entro il 30 aprile saranno resi noti ”gli spazi finanziari” e entro il 15 maggio la ripartizione delle risorse rispetto alle richieste”.

Le verifiche per gli ulteriori pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione dovranno essere fatti entro il prossimo 15 settembre. Lo ha reso noto Grilli, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto sui debiti della P.a, varato oggi dal Consiglio dei ministri. La fase tre del percorso per il pagamento dei debiti della P.a implichera’ “la verifica verifica dei crediti al 31-12-2012 su due linee”, ha aggiunto Grilli spiegando che “agli enti sara’ chiesto di inserire entro il 25 di settembre nella piattaforma erlettronica per la certificazione quelli che loro ritengono siano debiti certi entro”, la stessa verifica sui debiti ceduti sara’ richiesta “agli intermediari bancari e all’Abi abbiamo chiesto di fare da coordinatore”. “Questo consentira’ al prossimo Governo – ha concluso il ministro – di programmare con legge di stabilita’ ulteriori tranche di pagamento, di cassa e in forma di titoli di stato per pagare debiti in ecceso rispetto ai 40 miliardi”.

Grilli ha anche informato che “sono previste forti penali personali per chi non certifichera’ i propri debiti” e che ”sono stati allocati ai Comuni 5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 1,4 miliardi che saranno assegnati alle Regioni, le quali poi li trasferiranno a loro volta ai Comuni”: Dalla pubblicazione nella gazzetta ufficiale del decreto ”il governo garantisce il pagamento di debiti per una cifra non superiore ai 2,3 miliardi”: lo ha precisato Grilli, sottolineando che per questa cifra ”non sara’ necessario aspettare il riparto”

 IL PREMIER MONTI – Il decreto che sblocca i pagamenti della Pubblica amministrazione “non è un’inversione di rotta” nella politica del governo, che non è “preso dal desiderio di elargire”, ma si tratta di una decisione resa possibile “dagli ingredienti che abbiamo messo dal maggio 2011 e che oggi ci permettono” di adottare questo decreto. Lo dice Mario Monti, in conferenza stampa a palazzo Chigi. ”A chi dice che il pagamento dei debiti si sarebbe potuto fare nell’autunno scorso, rispondo che non era possibile. Infatti in quel momento non era ancora stato modificato a livello Ue il nuovo spazio di intervento e di equilibrio del bilancio italiano”.

Monti ha sottolineato che quella relativa ai ritardi della P.A. nei pagamenti “e’ una situazione inaccettabile, che e’ stata a lungo accettata”. Il presidente del Consiglio ha stigmatizzato che il tempo medio “per pagare beni e servizi si aggira sui 180 giorni”, un ritardo che “colloca l’Italia in posizioni simili, anzi peggiori, a quelle di Portogallo, Spagna e Grecia e decisamente peggiori del Regno Unito con i suoi 43 giorni, della Finlandia con 24, della Germania con 36 giorni”.

GRILLI  – “Abbiamo fatto un percorso indispensabile tra le due esigenze di aiutare concretamente l’economia a riprendersi, con il rafforzamento del ciclo economico, e di diisciplinare i conti. Un percorso stretto ma ma percorribile, con rigore e velocità”, ha dichiarato il ministro dell’economia, Vittorio Grilli, durante la conferenza stampa di presentazione4 del decreto per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, approvato dal Consiglio dei ministri di oggi.

PASSERA – “Il decreto che oggi abbiamo deliberato segna la strada per risolvere definitivamente” il problema dei debiti della Pubblica amministrazione. Così il ministro dello Sviluppo Corrado Passera termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge in materia di pagamenti da parte della Pubblica amministrazione.

LE REAZIONI – Bene la tempistica del decreto ma per una valutazione globale bisognera’ attenderne la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Lo ha dichiarato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, commentando il dl sui debiti della p.a. Patuelli ha spiegato che “il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto, come avevamo sollecitato, l’estrema importanza, necessita’ ed urgenza del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese come premessa della ripresa economica e occupazionale”. “Il decreto legge va in questa direzione: per la sua complessita” giuridica, dovuta a diverse esigenze – ha concluso il Presidente Patuelli – una valutazione globale della nuova normativa potra” essere espressa quando il
decreto sara’ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale”.

Ovvia la soddisfazione di Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci. ‘Ringraziamo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l’appoggio costante ad una richiesta che i sindaci portavano avanti da mesi e ringraziamo i presidenti delle Camere Laura Boldrini e Piero Grasso e il Parlamento stesso che, in questa delicata fase, hanno assunto la nostra richiesta e permesso un’approvazione urgente da mettere immediatamente in atto i provvedimenti. La giornata di oggi segna una vittoria dell’Italia dei sindaci, dell’Italia che produce, che si impegna e che soffre di non poter dare dignita’ al lavoro”. Per quanto riguarda le risorse dei Comuni che verranno messe a disposizione, sottolinea il Sindaco di Reggio Emilia, si tratta di risorse gia’ a disposizione, “accantonate e bloccate in questi anni, e non Titoli di Stato”.

Il testo dei pagamenti della P.a. contiene ”modifiche sostanziali. Non abbiamo il testo definitivo. Non abbiamo un giudizio compiuto ma in base alle prime informazioni ci sono stati certamente miglioramenti”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ospite de L’Intervista di Maria Latella su Sky TG24. Squinzi ha ribadito che un intervento ”immediato” sui debiti della p.a. ”e’ necessario, perche’ le imprese sono disperate e la situazione e’ tale che la cronaca ne da’ tragiche conferme”. E ha sottolineato: ”Bisogna mettere i problemi dell’economia reale al centro vita del Paese”. Aggiungendo che non si possono perdere ancora mesi. Con un chiaro riferimento alla situazione di stallo della politica italiana. E sulle prossime votazioni per il Quirinale, Squinzi commenta: chi succedera’ a Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica dovra’ “essere in grado di assicurare al Paese la stessa guida ferma e sicura”.

E accennando ai drammatici suicidi di Civitanova, Squinzi ha ricordato che ”Cc sono stati ad oggi 62 casi di suicidi di imprenditori, con una situazione largamente diffusa sul territorio”.

LE SCHEDA

Questi i principali punti del decreto. 

40 MILIARDI ALLE IMPRESE IN 12 MESI. Di uno stock di debito complessivo stimato da Bankitalia in circa 90 miliardi di euro (includendo anche i debiti non scaduti), vengono sbloccati da subito 40 miliardi di debiti commerciali della pubblica amministrazione nei confronti di imprese, cooperative e professionisti. I pagamenti avverranno nel corso dei prossimi 12 mesi. La programmazione del rimborso delle pendenze restanti sara’ contenuta nella prossima Legge di stabilita’.

– PAGAMENTI POSSIBILI GIA’ DA LUNEDI’. Le amministrazioni potranno avviare i pagamenti subito dopo la pubblicazione del dl, prevista lunedi’, e avranno la capacita’ propria di provvedere alla spesa per 14 miliardi dei 40 previsti. Per gli altri 26 miliardi lo stato ripartira’ non soltanto gli spazi di liquidita’ esistenti ma anche le linee di credito. Entro il 30 aprile tutte le amministrazione dovranno far pervenire l’elenco e la richiesta di spazio finanziario al governo, che entro il 15 di maggio provvedera’ alla ripartizione degli spazi e delle risorse finanziarie pervenute. Entro fine maggio le amministrazioni pubbliche dovranno comunicare ai propri fornitori il loro piano di pagamenti. Le verifiche per gli ulteriori pagamenti dovranno essere effettuate entro il prossimo 15 settembre.

– PRIORITA’ AD AZIENDE E FATTURE PIU’ VECCHIE. Il governo, ha spiegato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, “ha chiesto alle amministrazioni di seguire un ordine di priorita’: prima le imprese e dopo le banche, e prima i crediti piu’ anziani. Si parte dalle fatture piu’ vecchie”.

– SOLO LE BANCHE PAGATE IN TITOLI DI STATO. Il pagamento in titoli di Stato sara’ limitato alle banche e non riguardera’ gli imprenditori.

– NESSUNO SFORAMENTO DEL PATTO DI STABILITA’. La mobilitazione di somme cosi’ elevate non portera’ l’Italia a sforare il Patto di stabilita’ Ue, che prevede un rapporto massimo tra deficit e Pil del 3%. Il dl prevede infatti misure precauzionali che consentiranno di non superare il limite del 2,9%. A settembre verra’ effettuato un monitoraggio mirato per verificare il rispetto dei parametri.

– ENTI LOCALI: UN FONDO E PIU’ FLESSIBILITA’. Nel 2013 i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale (investimenti gia’ effettuati della p.a.) verranno esclusi dal Patto di stabilita’ interno per un importo di 5 miliardi di euro per gli enti locali, 1,4 miliardi per le regioni, mezzo miliardo per le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati da fondi Ue. E’ inoltre prevista l’istituzione di un Fondo da 26 miliardi per il pagamento dei debiti esigibili dagli enti locali (2 miliardi nel 2013 e 2 nel 2014), dalle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 nel 2014) e dalle stesse Regioni per debiti sanitari 5 miliardi nel 2013 e 9 nel 2014). Le erogazioni per rimborsi di imposta salgono infine di 6,5 miliardi (5 miliardi nel 2013 e 4 nel 2014).

– CENSIMENTO DEI DEBITI, OBIETTIVO AZZERAMENTO. Il decreto obbliga tutte le amministrazioni a compiere un censimento completo di tutti i debiti commerciali scaduti o in scadenza ancora pendenti e a produrre un elenco completo dei debiti ancora da onorare. L’obiettivo finale dichiarato e’ l’azzeramento di tutti i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

Cipro, il Parlamento boccia il prelievo forzoso sui conti correnti. Trattative aperte con Mosca

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Le proteste a Cipro (Afp)Le proteste a Cipro (Afp)

Il Parlamento di Cipro ha bocciato il piano concordato con Ue e Fmi, che chiedeva un prelievo forzoso sui depositi bancari in cambio del salvataggio da 10 miliardi di euro: 36 i voti contrari, 19 le astensioni, nessun voto a favore. La notizia era nell’aria, dopo che il presidente dell’assemblea aveva lanciato un appello ai deputati affinché votassero contro il piano: «La risposta non può che essere una: no al ricatto», aveva detto. Ma prima della seduta persino il partito del presidente Nicos Anastasiades aveva annunciato l’astensione , una mossa per bloccare la misura senza rompere con i creditori internazionali, in modo da rafforzare la posizione del Paese nei negoziati.

Bocciato il compromesso per non tassare i prelievi sotto i 20mila euro

 

Dopo le proteste e le polemiche sollevate dalla decisione sulla tassazione di tutti i depositi, da cui lo Stato avrebbe ricavato 5,8 miliardi da sommare ai prestiti internazionali, il Governo aveva messo a punto alcune modifiche alla legge, per rendere più progressivo il prelievo ed escludere le somme più basse, come peraltro raccomandato anche dall’Eurogruppo riunitosi di nuovo lunedì in teleconferenza. In particolare, la bozza di legge dell’esecutivo cipriota prevedeva l’esenzione per i depositi bancari fino a 20.000 euro, mantenendo una tassazione al 6,75% per i conti tra 20.000 e 100.000 euro e al 9,9% per i depositi oltre i 100.000 euro. Restava da definire come trovare i 300 milioni di euro – la stima è della Banca centrale cipriota – che sarebbero venuti a mancare esentando dal prelievo i depositi più bassi.

Il destino delle banche cipriote nelle mani della Bce

Anche in questa forma, però, la misura è stata bocciata e ora rimane da capire quale strada il Governo percorrerà, considerando che gli aiuti erano vincolati a un sì al piano (o perlomeno a una condivisione da parte di Cipro dei costi del salvataggio). Quanto alla Bce, ha diffuso una nota in cui prende atto della decisione del Parlamento e «conferma l’impegno a garantire la liquidità necessaria entro il quadro delle regole previste». Va ricordato che le regole della Bce prevedono che è possibile fornire liquidità solo a banche che non siano insolventi e che il salvataggio è stato concordato in parte proprio per impedire il fallimento di due banche cipriote tenuta a galla dalla linea di credito di emergenza della Bce (l’Emergency Liquidity Assistance).

Trattative con Mosca: prelievi sui conti russi in cambio di quote sul gas?

Il presidente ha dichiarato che il governo ha dei non meglio precisati «piani» alternativi, di cui però, almeno finora, la Commissione europea si è detta all’oscuro. Anastasiades ha avuto contatti telefonici con il cancelliere tedesco Angela Merkel (la Germania è stata la più ferma nel ribadire che senza il contributo cipriota non sarebbero arrivati aiuti) e con il presidente russo, Vladimir Putin, che in prima battuta aveva aspramente criticato un provvedimento che colpisse i depositi russi (Cipro è da tempo un vero e proprio paradiso fiscale per gli oligarchi russi).

Proprio Mosca però potrebbe offrire la chiave per una soluzione all’impasse, che rischia di riaccendere la crisi finanziaria dell’eurozona. Nella capitale russa è arrivato il ministro delle Finanze cipriota Michalis Sarris (di cui erano state annunciate le dimissioni, da lui stesso poi smentite). Sarris, secondo indiscrezioni, sarebbe in procinto di proporre alla Russia un accordo: in cambio di una tassa compresa tra il 20 e il 3o% di depositi russi nelle banche cipriote, a Mosca sarebbe data una quota della futura società energetica con cui Cipro conta di sviluppare i giacimenti di gas scoperti a Sud dell’isola nel 2011 e ulteriori benefici strategici nel settore del gas. Inoltre agli investitori russi verrebbero aperti i board delle banche cipriote. A Mosca sono attesi inoltre alti funzionari della Commissione europea, tra cui forse il commissario per gli Affari economici e monetari Olli Rehn. 

I timori di Moody’s e le rassicurazioni dell’Eurogruppo 

Il prelievo forzoso su conti e depositi delle banche cipriote ha sollevato timori e preoccupazioni a tutti i livelli. Moody’s ha sottolineato la possibili conseguenze negative per i rating delle banche europee, aggiungendo che la decisione ha, comunque, «pesanti conseguenze» per i risparmiatori non solo a Cipro ma anche per i creditori di banche in altri Paesi, aumentando nel contempo i rischi di una fuga di capitali da altri Paesi in difficoltà dell’Eurozona. Proprio temendo una fuga di capitali – che, secondo il governatore della Banca centrale, potrebbe arrivare al 10% dei depositi – banche e Borsa di Cipro resteranno chiuse fino a giovedì.

Una replica ai timori sollevati da Moody’s è arrivata dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha escluso provvedimenti analoghi. «È assolutamente fuori questione, non c’è alcun bisogno di un’imposta una tantum in altri Paesi», ha detto, parlando prima del voto del Parlamento.

La Raf manda un milione di euro ai britannici

Qualcuno intanto corre già ai ripari: un aereo militare della Raf è stato inviato a Cipro con a bordo un milione di euro destinati ai militari britannici e alle loro famiglie sull’isola. Il ministero della Difesa britannico non ha escluso che altri voli simili possano partire per l’isola.

VICENZA: UN QUARTIERE ECOSOSTENIBILE, PER PRODURRE E CONDIVIDERE ENERGIA

VICENZA: UN QUARTIERE ECOSOSTENIBILE, PER PRODURRE E CONDIVIDERE ENERGIA

 

di Matteo Ludovisi

 

Condividere energia pulita in città grazie alle fonti rinnovabili. È questo, in sintesi, l’obiettivo del progetto “Regal”, che prevede di costituire in Italia, il primo modello urbano di “quartiere sostenibile” basato sullo scambio intelligente di energia elettrica da fonti rinnovabili, fra le abitazioni e gli edifici pubblici presenti in una zona specifica. Si tratta, in pratica, di un’iniziativa recente che, entro i prossimi anni, punterà a costituire un piccolo esempio di “smart city” a Vicenza: ossia la costituzione di una vera e propria rete elettronica e intelligente, capace di analizzare, gestire e soddisfare rapidamente (senza sprechi) il consumo e la produzione elettrica delle varie “utenze urbane”.

Risparmiare energia in città grazie a questo sistema, sarà quindi possibile, anche attraverso l’integrazione, tra gli edifici di uno stesso quartiere, di piccoli impianti rinnovabili che, a seconda delle necessità di consumo, consentiranno una distribuzione intelligente e condivisa dell’elettricità prodotta tra gli stessi immobili, come se fossero una piccola “comunità solidale”.

Per risparmiare e produrre energia pulita in città, il progetto “Regal”, che godrà di un finanziamento europeo di circa 19 milioni di euro erogato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (nell’ambito della Linea Quadro “Smart cities and communities and social innovation”), ha previsto una serie di interventi importanti su una porzione di “territorio” della città di Vicenza, comprendente abitazioni, edifici pubblici, aziende. In sostanza, sugli edifici, verranno installati dei pannelli fotovoltaici di ultima generazione, in grado di produrre elettricità, ma anche delle centraline innovative, che fungeranno da “nodi di comunicazione”, e degli accumulatori di energia, cioè batterie ad alta capacità.

Per risparmiare e produrre energia pulita in città, verrà infine collegato un sistema informatico “intelligente”, che smisterà la produzione elettrica in base alle richieste: “se una casa – assicurano i responsabili di progetto – in un particolare momento della giornata, producesse energia, invece di consumarla, quella parte verrebbe distribuita ad un edificio vicino che, in quello stesso istante, avrebbe una maggiore necessità di consumo. Oppure, nel caso di una sovrapproduzione, l’energia verrebbe accumulata dalle batterie per essere rilasciata nei momenti di maggior consumo”.

Per risparmiare energia in città, questa iniziativa, una volta concretizzata, potrebbe estendersi anche ad altre realtà italiane, sempre nell’ottica di un interesse condiviso nell’adottare sistemi tecnologici d’avanguardia che consentano, ai consumatori, di risparmiare sui costi delle bollette elettriche.

Fisco, vincite alla lotteria: ecco cosa fare

Fisco, vincite alla lotteria: ecco cosa fare

 

I fortunati vincitori delle lotterie nazionali saranno premiati due volte: sia che si tratti di una vincita di qualche centinaia di euro sia che la vincita ammonti a milioni di euro, infatti, non si dovrà adempiere ad alcuna incombenza fiscale. Per quanto riguarda i giochi del lotto, totocalcio, lotterie nazionali, giochi di abilità e altri concorsi a pronostico esercitati dallo Stato italiano, le tasse, ovviamente, sono già comprese nel costo del biglietto stesso. Bisogna però fare attenzione perchè se con questo denaro proveniente dalla vincita si compra, ad esempio una casa, occorre dichiarare la proprietà dell’immobile nella denuncia dei redditi.

In aggiunta, i prossimi vincitori della famosissima lotteria non dovranno neanche scontare il prelievo aggiuntivo previsto per altri tipi di giochi come Gratta e Vinci, Superenalotto – Superstar e Win for life. Per riscuotere i vari premi della lotteria Italia, il regolamento delle lotterie nazionali prevede che i vari biglietti vincenti, mantenuti integri ed in originale, devono essere presentati all’Ufficio premi del “Consorzio lotterie nazionali – viale del Campo Boario, 56/D – 00154 – Roma”, anche tramite raccomandata, indicando le proprie generalità, l’indirizzo del richiedente e le varie modalità di pagamento (bonifico bancario, assegno circolare o bonifico postale).

Come alternativa è possibile presentare il proprio biglietto vincente presso un qualsiasi sportello della Banca Intesa (presente in ogni città e su tutto il territorio nazionale), la quale provvederà a inoltrarlo all’Ufficio premi del Consorzio lotterie nazionali, rilasciando al vincitore giocatore una apposita ricevuta di lascio. Consigliamo preferibilmente di consegnare i biglietti di persona, o se si vuole mantenere l’anonimato, rivolgersi ad un notaio di fiducia. Per poter riscuotere i premi dopo una vincita, ci sono circa sei mesi di tempo massimo: i biglietti vincenti, devono essere obbligatoriamente presentati entro il 180esimo giorno successivo a quello della pubblicazione dei numeri vincenti estratti sulla Gazzetta Ufficiale.

Corruzione, arrestato docente dell’Università di Pavia: si tratta del noto architetto Angelo Bugatti

Corruzione, arrestato docente dell’Università di Pavia: si tratta del noto architetto Angelo Bugatti

Angelo Bugatti, noto architetto milanese, nonché professore ordinario in Composizione Urbana e Architettonica presso il Dipartimento di Ingegneria edile e del territorio, è stato arrestato stamani in casa sua, a Milano. Insieme al professore, anche capo del dipartimento di edilizia, è stato arrestato un impresario edile. Interdetto dai pubblici uffici invece un dirigente del Settore urbanistica del Comune; sequestrata un’area del campus dell’ateneo.
I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione e falso – Secondo quanto spiegato dai carabinieri, il professore aveva manovrato, grazie al suo ruolo tecnico nella dirigenza dell’Ateneo, per permettere che un grande cantiere, realizzato in un’area con vincolo paesaggistico grazie a una convenzione con il Comune che prevedeva edilizia residenziale e servizi esclusivamente per gli studenti, diventasse invece, in parte, di tipologia commerciale, con tanto di appartamenti già in vendita al pubblico.
Sequestrato il nuovo campus dell’ateneo – Nel corso dell’operazione i carabinieri del Comando provinciale di Pavia hanno sequestrato l’area dell’Università che doveva divenire il nuovo campus dell’Ateneo Pavese, ben 9 mila metri quadri che si trovano nella periferia est del comune lombardo. Secondo quanto si è appreso, buona parte del cantiere era ormai diventato commerciale, vi erano stati costruiti appartamenti che erano già in vendita al pubblico. Un cambiamento che era stato “legittimato, secondo le indagini, da una variante urbanistica all’originaria convenzione, ottenuta tramite la corruzione. L’ateneo pavese è uno dei più antichi del mondo: è stato fondato nel 1361.

Gratta e vinci e giochi, ecco perché non si vince mai

Gratta e vinci e giochi, ecco perché non si vince mai

La passione degli italiani per il gioco d’azzardo ha radici molto solide. Magari non siamo ancora come gli inglesi, capaci di scommettere perfino sull’esistenza del mostro di Loch Ness o della vita su Marte, ma sfidare la fortuna è una delle nostre peculiarità. E lo dimostrano i numeri. L’Italia è il mercato del gioco d’azzardo più ampio d’Europa, in termini di spesa pro-capite, e il terzo del mondo, alle spalle di Singapore e Australia. Il fatturato di questo settore, che è la terza industria del Paese, è passato, secondo i dati dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, dai 14,3 miliardi del 2000 agli 80 miliardi del 2011. A questi bisogna aggiungere i miliardi di euro, 14 in base ai calcoli di NetBetCasino.it e LivePartners, provenienti dai giochi sul web. E lo Stato naturalmente sorride. Solo nel 2012 grazie al gioco d’azzardo sono entrati nelle sue casse 8,5 miliardi di euro di tasse.

L’altra faccia della medaglia è il calice amaro di chi ha dipendenza da gioco. Nel nostro Paese sarebbero circa 800mila persone a soffrire di questa patologia. Una cifra probabilmente destinata a crescere. In tempi di crisi, infatti, l’azzardo è sempre più visto come la strada più breve per risolvere i proprio problemi economici e ritrovare la felicità. Anche per questo stanno nascendo iniziative, per sensibilizzare soprattutto i giovani, i disoccupati e i pensionati, le categorie più a rischio, ad un approccio più consapevole al gioco. Sociologi e psicologi, ma anche matematici, cercano di illustrare quali sono i metodi e le ragioni, anche scientifiche, per non cadere in un vizio, che può distruggere la vita di un individuo e della sua famiglia. Spesso senza nemmeno uscire di casa.

Ma quali sono i giochi d’azzardo più diffusi in Italia? E le reali probabilità di vincere? Al primo posto c’è sicuramente il Gratta e vinci. I tagliandini della fortuna, con la superficie nascosta da una parte argentata o dorata da grattare nella speranza della combinazione vincente, sono una vera forza della natura. Nato nel 1994 come lotteria istantanea e rinnovato dieci anni dopo, il Gratta e vinci ha incassato 9,3 miliardi e distribuito premi per 6,4 miliardi soltanto nel 2012 . I tagliandini, che costano da un euro fino ai 20 del Maxi Miliardario, si trovano ormai in centinaia di migliaia di bar, tabacchi, edicole e autogrill di tutta la Penisola. Ad ingolosire gli italiani sono le differenti vincite, che vanno dal recupero dell’importo minimo speso fino a 5 milioni di euro. In mezzo c’è la disperazione degli illusi. Molti di essi, probabilmente, non sanno che su circa 30 milioni di biglietti stampati, 11 milioni sono quelli vincenti. Di questi, però, il 90 per cento concede il tempo di un sorriso da 5-10 euro. Mentre la probabilità di conquistare 500mila euro è di 1 su 6 milioni.

Vincere facile, per parafrasare lo slogan televisivo che accompagna gli spot dei Gratta e vinci, insomma, è un’espressione con poche basi matematiche. Da un lato, infatti, i Monopoli di Stato affermano che la probabilità di vincita delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea, appunto i cosiddetti “Gratta e Vinci”, è di 1 su 3,60. L’ente pubblico aggiunge anche che il valore complessivo medio della restituzione in vincite è pari al 73 per cento circa dell’incasso. Dall’altro, però, la realtà è piuttosto diversa. Recentemente la rivista “Il Salvagente” ha pubblicato le probabilità di vittoria totali, quelle per ogni categoria di premi e le probabilità di pareggio (ossia quelle di vincere un premio equivalente alla somma pagata) di 15 gratta e vinci. Ebbene le prime sono piuttosto basse. Si oscilla dal 18,32 per cento di probabilità di vittoria di Colpo Vincente, che ha un prezzo di 10 euro a biglietto all’8,30 per cento di Oroscopo, che costa 2 euro ogni tagliando. Anche le percentuali di restituzione ai giocatori di quanto investito sono sensibilmente basse: dall’85, 06 per cento del Maxi Miliardario al 63, 36 dell’Oroscopo. Peraltro questi dati non comprendono solo i premi che gli acquirenti si mettono in tasca, ma anche il cosiddetto pareggio. Quest’ultima eventualità è la più frequente. Non si tratta di una vera vincita visto che il giocatore normalmente reinveste subito il premio uguale alla spessa appena effettuata per comprare un altro biglietto. E spesso finisce per perdere tutto.

Continua a leggere: a pagina due le probabilotà di vincita negli altri giochi

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Mps, maxi-rimbalzo in Borsa

Mps, maxi-rimbalzo in Borsa
Profumo: “I risparmiatori
possono stare tranquilli”
Visco: “Sistema stabile”

Assemblea degli azionisti

Vola in borsa il titolo Mps (‘rimbalzone’ dell’11,36%) nella giornata dell’assemblea straordinaria degli azionisti, iniziata con vari presidi di protesta (Grillo, Lega). Il presidente Profumo: “Valuteremo eventuali azioni di responsabilità”. Monti: “Il Pd c’entra”. Visco: “Bankitalia non è la polizia”. Grilli riferirà in Commissione

 
Il logo della banca Mps, Monte Paschi di Siena (Ansa)

Il logo della banca Mps, Monte Paschi di Siena (Ansa)

Siena, 25 gennaio 2013 – Dopo l’esplosione del ‘caso’ Montepaschi, con Monti che promette di riferire alla Camera e il centrodestra che attacca, Mps prova a uscire dall’angolo. Con il pieno sostegno di Bankitalia. A Siena va in scena un’assemblea fiume, che approva l’aumento di capitale al servizio dei Monti Bond, con Profumo e Viola che difendono la ‘nuova’ banca. Il Governatore Ignazio Visco concede interviste a raffica per spiegare l’azione della Vigilanza, che “non è la polizia delle banche”, e assicurare che “non c’e’ alcun problema di stabilità” per la banca.

Per Mps, assicura Visco, “non ci sono problemi” di stabilità. “Le responsabilità individuali sono emerse di recente” e “le eventuali perdite non sono tali da compromettere la stabilita’”. Soprattutto, Visco puntualizza che la Banca d’Italia “non fa un’azione di polizia, cura la sana e prudente gestione, e laddove la gestione sembra imprudente interviene”. 

Come, del resto, Bankitalia ha fatto anche a Siena. “Siamo stati noi ad aver fatto pressione per la sostituzione del vecchio management. Il ricambio al vertice non e’ avvenuto per caso”, rivendica Visco. In questa situazione, assicura, ci sara’ la massima trasparenza: “Siamo pronti anche a rendere conto delle modalità con cui la vigilanza viene effettuata”. Ma, rilancia, “è sbagliato insinuare che ci sia stata una mancanza di supervisione della Banca d’Italia, che non ha nulla da nascondere”.
 

MPS VOLA IN BORSA – Intanto Piazza Affari ha concluso con un lieve ribasso una seduta dominata dal maxi-rimbalzo di Mps. L’indice Ftse Mib ha registrato un calo dello 0,17% a 17.726,8906 punti, mentre il Ftse All Share ha ceduto lo 0,21% a 18.711,3105 punti. Bene lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali, sceso sotto i 250 punti, in area 249 punti. Mps ha messo a segno un ‘rimbalzone’ dell’11,36 % terminando sotto il massimo di seduta (0,27 euro) a quota 0,2598 euro dopo i forti ribassi delle precedenti tre sedute conseguenti allo scoppio dello scandalo derivati. Contrastati gli altri bancari, con UniCredit +0,43% e Intesa Sanpaolo -0,87%. Tra i maggiori rialzi in seno alle blue chip, STMicroelectronics (+3,97%) ed Exor (+2,91%). Pesanti Saipem (-2,69%).

MONTI SU BANCHE E POLITICA – Il premier uscente Mario Monti sostiene che con il caso Montepaschi “il Pd c’entra”. “C’entra in questa vicenda quel grande partito che viene spesso citato, cioè il Pd, che ha sempre avuto molta influenza attraverso la Fondazione su quella banca”, ha detto Mario Monti a Radio anch’io. “Io non sono mica qui per attaccare Bersani ma per attaccare molto decisamente il fenomeno storico della commistione tra banche e politica che va ulteriormente sradicato. Poi lascio ai partiti puntare l’uno l’indice contro gli altri”.

Si tratta di “problemi – ha concluso il premier – che derivano da una brutta bestia che è la commistione tra banca e politica: io 20 anni fa rifiutai la vicepresidenza della Banca commerciale italiana nell’occasione in cui le cariche di vertice per la prima volta erano state lottizzate. Ho indagato sulle commistioni da Commissario Ue e in Italia mi sono sempre molto occupato di questioni bancarie da studioso e ho sempre fatto raccomandazioni contro la commistione tra le banche e la politica”.

Quanto poi al governo, per Monti non ha fatto alcun regalo al Monte dei Paschi di Siena: si tratta di un prestito di 2 miliardi mentre i restanti 1,9 miliardi sono rimborsi dei precedenti Tremonti bond.

PRESIDI E PROTESTE –  Si sono registrati presidi della Lega Nord e della lista Rivoluzione Civile di Ingroia davanti alla sede di Mps di viale Mazzini, a Siena. Su uno striscione si leggeva ‘Il Pd rovina Siena: Mandiamoli a casa’, in riferimento ai presunti legami tra il Pd e l’istituto di Rocca Salimbeni e alle dimissioni dell’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari. Cori e volantini contro la dirigenza del Monte ma anche contro l’ex sindaco di Siena e candidato del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative Franco Ceccuzzi.

GRILLI RIFERIRA’ IN COMMISSIONE – Martedì 29 gennaio alle 15 il ministro dell’Economia e delle finanze, Vittorio Grilli, riferirà alle Commissioni finanze di Camera e Senato riunite in seduta congiunta sulle tematiche relative alla situazione del gruppo Monte dei Paschi di Siena. Lo riferisce una nota del Senato.

MARONI ATTACCA – Chiedo che il prossimo parlamento costituisca una commissione speciale di inchiesta su tutte le banche”: è la proposta lanciata dal segretario della Lega Nord Roberto Maroni, che ha parlato anche della possibilità che il governo commissari Mps se dovesse essere documentato il pagamento di tangenti. Il lavoro della commissione, per Maroni, deve puntare a chiarire “quello che le banche hanno fatto in questi due anni, perche’ – ha concluso – non danno soldi alle imprese, come li spendono e chiarire intrecci tra banche e imprese”.

BOTTA E RISPOSTA GRILLO-PROFUMO – Il primo a intervenire nell’assemblea è stato Beppe Grillo, da cui è partito subito un attacco frontale al presidente dell’istituto Alessandro Profumo, che in precendenza aveva spiegato che si sarebbe “riserva di tutelare la nostra reputazione, rispettabilità ed onerabilità nelle sedi competenti se vengono espressi giudizi sulle persone”. “E’ completamente inadatto a gestire questa situazione, perché indagato per frode fiscale – ha detto l’esponente del Movimento 5 Stelle -. Qui c’è un buco nei conti di 14 miliardi di euro, bisogna subito aprire un’inchiesta”. Immediata la replica di Profumo: “Socio Grillo, mi dirà dove ha recuperato il numero dei 14 miliardi di euro nei 4 minuti e 28 che le rimangono. Non abbiamo un buco di 14 miliardi, non lo abbiamo assolutamente“. Pronta la controreplica del comico genovese: “Ora vediamo. C’è un buco notevole: se non saranno 14 miliardi saranno otto”.

Il leader del M5S, quindi, ha tenuto un vero e proprio comizio, attaccando a testa. “Mps – ha detto – è come Parmalat e la Tangentopoli di Craxi insieme. Il danno che hanno fatto é questo passaggio, con cui il partito diventa banca e la banca diventa partito”. Nel mirino sono finiti i Ds e il Pd, i cui segretari, dal ‘95 in poi, devono “dare risposte” e per questo è necessaria una “commissione d’inchiesta”. L’invettiva si è abbattuta anche su chi, secondo il comico genovese, non ha saputo controllare: l’ex governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, la Consob, e il capo della vigilanza di palazzo Koch, Anna Maria Tarantola. “Serve la nazionalizzazione – ha proseguito -. In Parlamento introdurremo proposte che portino alla nazionalizzazione di questo partito-banca e degli altri partiti-banca”.

LE RASSICURAZIONI DI PROFUMO – Il Monte dei Paschi di Siena valuterà “in modo approfondito” eventuali azioni di responsabilità verso ex amministratori, sindaci e manager, ma dovrà necessariamente aspettare le analisi delle autorità e della magistratura. Lo ha affermato il presidente Alessandro Profumo, rispondendo agli azionisti. “Non si tratta di timidezza – ha detto – faremo un’eventuale azione quando saremo sicuri che non portera’ danni alla banca. Dobbiamo anche capire quali saranno gli strumenti adeguati per la tutela del patrimonio della banca”. 

L’intero consiglio di amministrazione di Mps è indipendente dalla politica, ha sottolineato il presidente Alessandro Profumo nel corso dell’assemblea. “Siamo totalmente indipendenti dalla politica – ha detto Profumo – e la discontinuità l’abbiamo dimostrata nelle azioni realizzate. Tutto il Cda è indipendente – ha aggiunto – Fabrizio Viola è indipendente, e tutto quello che abbiamo realizzato da quando siamo stati nominati ad aprile sono fatti che lo dimostrano”.
 

Non c’è assolutamente alcun socio che prevediamo possa entrare” nel capitale del Monte dei Paschi, ha aggiunto il presidente, rispondendo alle domande degli azionisti, tra cui quello che si era augurato l’arrivo di un emiro arabo a cui magari dedicare un palio straordinario. 

‘’La nostra volontà è di effettuare il totale rimborso dei Monti bond e il piano industriale è totalmente orientato a fare il rimborso’’. ‘’Faremo di tutto per rendervi contenti’’. Cosi’ il presidente Mps, Alessandro Profumo, agli azionisti, ‘’che vogliono una banca che sia tale nel panorama nazionale’’. ‘’Non saremo il terminale di nessuno’’ riferendosi alle attività di aiuto alle aziende del territorio fatte nelle passate gestioni, ‘’ma solo di voi azionisti’’.

I correntisti e i risparmiatori “secondo noi possono stare assolutamente tranquilli. Ho visto che oggi anche l’autorità di vigilanza si è espressa in proposito”, ha assicurato il presidente di Mps, al termine dell’assemblea straordinaria.

RICHIEDI IL RIMBORSO IMU, ECCO COME FARE

 

 

RICHIEDI IL RIMBORSO IMU, ECCO COME FARE

 

di G. C.

 

L’IMU non è una tassa giusta: a dirlo sono alcune tra le associazioni di consumatori che si stanno adoperando per chiedere il rimborso dell’imposta municipale unica. L’IMU è una tassa illegittima, almeno secondo Contribuenti.it, l’associazione dei contribuenti che ha già avviato un’azione collettiva per chiedere il rimborso dell’imposta pagata nel 2012. Secondo il presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno, “l’imposta municipale, IMU, è illegittima e va rimborsata in quanto viola i dettami costituzionali, nonché le direttive comunitarie”.

Per chiedere il rimborso dell’IMU pagata nel 2012, i contribuenti hanno tempo fino al 28 febbraio 2013. Entro questa data, infatti, i cittadini devono inoltrare domanda per il rimborso a “Lo Sportello del Contribuente”, inviando un’e-mail a rimborsoimu@contribuenti.it e richiedendo il modello IMU RT/2012 e l’assistenza per richiedere il rimborso dell’IMU pagata sugli immobili. Nel caso in cui i Contribuenti italiani dovessero incontrare difficoltà nella compilazione del modulo, potranno avvalersi dell’assistenza del Team IMU presente presso le Direzioni Regionali di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani entro e non oltre il 30 gennaio 2013.

Che l’Imu sia una tassa illegittima è anche il parere di Codacons: l’associazione dei consumatori che, fin da giugno scorso, ha deciso di fare ricorso al TAR per chiedere il “blocco” di tutti i provvedimenti che hanno introdotto l’IMU. Secondo l’associazione dei consumatori, infatti, l’IMU è una “tassa di scopo, decisa contro la legge e senza la previa individuazione delle precise opere pubbliche che l’imposta dovrebbe andare a finanziare, in palese violazione della normativa vigente” e che essa va “a colpire, senza alcuna distinzione, ogni possessore di immobile, senza tenere conto della reale capacità contributiva, spesso decisamente bassa come nel caso di soggetti titolari di pensione e/o precari”.

L’IMU, è quindi considerata dal Codacons una tassa illegittima perché lesiva “dei primari principi costituzionali di imparzialità e di buon andamento dell’attività e dell’organizzazione amministrativa, laddove impedisce di fatto l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione. Sia a livello statale che locale i provvedimenti ledono gravemente i diritti primari dell’individuo, che nella maggior parte dei casi si vedranno costretti a vendere i propri beni, magari alle banche, che nonostante siano proprietarie di immobili prestigiosi sono esenti dal pagamento dell’IMU”, ha dichiarato il Codacons. Attraverso il Codacons, però, non è possibile ancora chiedere il rimborso: l’associazione ha deciso di avviare un’azione collettiva solo dopo aver avuto il giudizio del TAR. Se il TAR prenderà le parti del Codacons, giudicando l’IMU una tassa illegittima, allora si darà avvio alla procedura per richiedere il rimborso.

L’IMU non piace nemmeno a Federconsumatori e Adiconsum, che non hanno avanzato accuse di illegittimità, ma che hanno affermato tutto il loro disappunto. Federconsumatori ha dichiarato: “Non condividiamo gli importi e le modalità di gestione dell’IMU. Una tassa così ha degli effetti diretti e degli effetti indiretti sui cittadini”. L’imposta, infatti, secondo quanto dichiarato dall’associazione, colpisce anche i locali commerciali, che saranno costretti ad aumentare i propri prodotti per recuperare denaro, tutto a discapito delle famiglie. Il segretario generale di Adiconsum, Pietro Giordano, ha invece dichiarato: “L’IMU è un’imposta iniqua. Siamo concordi con l’UE quando dice che l’imposta dovrebbe essere progressiva. Chi ha di più, dovrebbe pagare di più, chi ha di meno, dovrebbe pagare di meno. Per i possessori di un’unica casa, la tassa dovrebbe essere minima, quasi pari a zero”.

Consumatori sul piede di guerra: nel 2013 una stangata da 1500 euro a famiglia

Consumatori sul piede di guerra: nel 2013 una stangata da 1500 euro a famiglia

Una stangata “drammatica” da quasi 1.500 euro a famiglia. E’ quella in arrivo nel 2013, secondo le previsioni di Adusbef e Federconsumatori. Tra alimentari, biglietti dei treni, rc auto, bollette, bolli e servizi postali e bancari, pedaggi, tariffa rifiuti e ricadute dell’Imu gli aumenti saranno “insostenibili”, pari a 1.490 euro.
Peserà soprattutto la tassa sui rifiuti – Un vero e proprio balzo, stimano le associazioni dei consumatori, sarà quello della tariffa rifiuti che aumenterà da aprile dell’anno prossimo del 25%, pari a 64 euro in più a famiglia. A salire saranno però anche i prezzi degli alimentari (+5%, 299 euro in più legati all’incremento dei prezzi internazionali delle derrate), l’assicurazione auto (+5%, 61 euro in più), le tariffe professionali e artigianali (114 euro in più), le tariffe aeroportuali (dopo il rinnovo dei contratti di programma di Sea a Milano e Adr a Roma) oltre alle bollette di luce e gas, anche se in modo più contenuto rispetto al 2012, e dell’acqua, la cui tariffa sarà presto aggiornata dall’Autorità per l’energia.
Piccolo rincaro infine (1,5 euro in più) anche per il canone Rai, a cui si aggiungono però anche gli aumenti di bancoposta, francobolli e raccomandate. “Pesanti ricadute su prezzi e tariffe deriveranno dall’Imu applicata sui settori produttivi a cui si aggiungerà – sostengono Adusbef e Federconsumatori – anche il malaugurato aumento dell’Iva da luglio. Il risultato quindi, anche per l’anno alle porte, sarà drammatico.
La stangata prevista, infatti, sarà di +1.490 euro a famiglia”. Si tratta, proseguono, di aumenti “insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie (già duramente provate) e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”. Le parole d’ordine per risollevare le sorti dell’economia sono quindi, secondo le associazioni, “ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni, investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico e, soprattutto, per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si farà sempre più lontana ed improbabile”, dichiarano i presidenti di Adusbef e Federconsumatori Elio Lannutti e Rosario Trefiletti.
Codacons: nel 2012 potere acquisto famiglie -4% – L’anno che sta per chiudersi segnerà un calo record del potere d’acquisto delle famiglie: lo afferma il Codacons, che ha elaborato i dati Istat relativi alla capacità di spesa dei nuclei familiari italiani. “La congiuntura economica estremamente negativa, l’inserimento di nuove tasse, l’inasprimento generale della pressione fiscale, i rincari registrati nelle tariffe e nei prezzi al dettaglio, mentre salari e stipendi sono rimasti al palo, hanno determinato nel 2012 una fortissima perdita del potere d’acquisto dei cittadini, che per una famiglie media è diminuito del 4% – spiega l’associazione -. Tale perdita di capacità di spesa equivale a una tassa invisibile che ha pesato per 1.398 euro su una famiglia di 3 persone, e addirittura 1.540 euro su un nucleo composto da 4 persone”. “Si tratta di una vera e propria mazzata, peggiore di quella del 2009, anno nero della crisi economica – spiega il presidente Carlo Rienzi – Con questi presupposti, la ripresa per il 2013 sembra tutt’altro che vicina e, al contrario, temiamo che il nuovo anno possa registrare un peggioramento sul fronte dei bilanci familiari, con ripercussioni drammatiche sui consumi e sull’economia nazionale”.

Consumatori sul piede di guerra: nel 2013 una stangata da 1500 euro a famiglia

Consumatori sul piede di guerra: nel 2013 una stangata da 1500 euro a famiglia

Una stangata “drammatica” da quasi 1.500 euro a famiglia. E’ quella in arrivo nel 2013, secondo le previsioni di Adusbef e Federconsumatori. Tra alimentari, biglietti dei treni, rc auto, bollette, bolli e servizi postali e bancari, pedaggi, tariffa rifiuti e ricadute dell’Imu gli aumenti saranno “insostenibili”, pari a 1.490 euro.
Peserà soprattutto la tassa sui rifiuti – Un vero e proprio balzo, stimano le associazioni dei consumatori, sarà quello della tariffa rifiuti che aumenterà da aprile dell’anno prossimo del 25%, pari a 64 euro in più a famiglia. A salire saranno però anche i prezzi degli alimentari (+5%, 299 euro in più legati all’incremento dei prezzi internazionali delle derrate), l’assicurazione auto (+5%, 61 euro in più), le tariffe professionali e artigianali (114 euro in più), le tariffe aeroportuali (dopo il rinnovo dei contratti di programma di Sea a Milano e Adr a Roma) oltre alle bollette di luce e gas, anche se in modo più contenuto rispetto al 2012, e dell’acqua, la cui tariffa sarà presto aggiornata dall’Autorità per l’energia.
Piccolo rincaro infine (1,5 euro in più) anche per il canone Rai, a cui si aggiungono però anche gli aumenti di bancoposta, francobolli e raccomandate. “Pesanti ricadute su prezzi e tariffe deriveranno dall’Imu applicata sui settori produttivi a cui si aggiungerà – sostengono Adusbef e Federconsumatori – anche il malaugurato aumento dell’Iva da luglio. Il risultato quindi, anche per l’anno alle porte, sarà drammatico.
La stangata prevista, infatti, sarà di +1.490 euro a famiglia”. Si tratta, proseguono, di aumenti “insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie (già duramente provate) e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”. Le parole d’ordine per risollevare le sorti dell’economia sono quindi, secondo le associazioni, “ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni, investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico e, soprattutto, per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si farà sempre più lontana ed improbabile”, dichiarano i presidenti di Adusbef e Federconsumatori Elio Lannutti e Rosario Trefiletti.
Codacons: nel 2012 potere acquisto famiglie -4% – L’anno che sta per chiudersi segnerà un calo record del potere d’acquisto delle famiglie: lo afferma il Codacons, che ha elaborato i dati Istat relativi alla capacità di spesa dei nuclei familiari italiani. “La congiuntura economica estremamente negativa, l’inserimento di nuove tasse, l’inasprimento generale della pressione fiscale, i rincari registrati nelle tariffe e nei prezzi al dettaglio, mentre salari e stipendi sono rimasti al palo, hanno determinato nel 2012 una fortissima perdita del potere d’acquisto dei cittadini, che per una famiglie media è diminuito del 4% – spiega l’associazione -. Tale perdita di capacità di spesa equivale a una tassa invisibile che ha pesato per 1.398 euro su una famiglia di 3 persone, e addirittura 1.540 euro su un nucleo composto da 4 persone”. “Si tratta di una vera e propria mazzata, peggiore di quella del 2009, anno nero della crisi economica – spiega il presidente Carlo Rienzi – Con questi presupposti, la ripresa per il 2013 sembra tutt’altro che vicina e, al contrario, temiamo che il nuovo anno possa registrare un peggioramento sul fronte dei bilanci familiari, con ripercussioni drammatiche sui consumi e sull’economia nazionale”.