Corteo degli studenti a Roma, dal Ministero della Giustizia sparano lacrimogeni sui manifestanti

Corteo degli studenti a Roma, dal Ministero della Giustizia sparano lacrimogeni sui manifestanti

A Roma, durante la manifestazione degli studenti di mercoledì, dal secondo piano del palazzo del ministero della Giustizia piovono lacrimogeni sui manifestanti. Ma un cittadino filma il fatto con un cellulare e invia il video a Repubblica che lo pubblica in esclusiva.
Almeno tre i lacrimogeni lanciati – I lacrimogeni lanciati dal palazzo sede del ministero della Giustizia contro i manifestanti che sfilavano in via Arenula per lo “sciopero europeo” sono almeno tre. Il video ha già prodotto reazioni a livello politico e interventi da parte della Guardasigilli, Paola Severino. Due dei lacrimogeni sembrerebbero partire dal secondo piano dell’edificio, il terzo dal tetto dell’edificio. Il video documenta bene le scie di fumo descritte dai lacrimogeni mentre dall’alto precipitano sulla folla passando proprio davanti alle bandiera italiana e a quella europea poste di fronte all’ingresso del ministero: nel montaggio realizzato dal sito del quotidiano le stesse immagini vengono più volte riproposte in sequenze sempre più ravvicinate e rallentate. I primi due lacrimogeni partono pressoché in contemporanea e sembrano provenire tutti da uno stesso punto o comunque essere stati lanciati a distanza ravvicinata da una zona posta grosso modo al centro dell’edificio. L’altro parte invece dopo qualche secondo e sembra provenire da un punto posto a destra o comunque è lanciato verso destra. In una delle sequenze riproposte al rallenty si nota poi nell’angolo all’estrema sinistra del palazzo un’ulteriore scia di fumo.
I ragazzi sorpresi dal lancio dei lacrimogeni – In basso scorre la folla dei ragazzi: il corteo è in certi punti più fitto, in altri più rado. Ci sono alcuni giovani che indossano il casco, ma la gran parte è a volto scoperto e viene sorpreso dal lancio di lacrimogeni e dal fumo che invade la strada. In lontananza, in fondo a via Arenula, si nota il blocco messo in atto dalle forze dell’ordine: il corteo si è quindi trovato imbottigliato e le immagini mostrano i giovani che cercano una via di fuga in una strada laterale o correndo nella direzione opposta al blocco verso piazza di Torre Argentina. Chi ha girato il video si trovava alla finestra di uno degli edifici posti quasi di fronte al ministero, leggermente spostato verso destra rispetto all’edificio ministeriale e quindi poteva vedere la scena dall’alto e da un angolo di visuale privilegiato.

Cgil in piazza. Camusso: ‘L’austerità strangola il lavoro’

Cgil in piazza. Camusso: ‘L’austerità strangola il lavoro’

E attacca Monti: ‘Un anno di disastri’

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil nazionale, con il sindaco di Terni Leopoldo di  Girolamo

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil nazionale, con il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo

Cgil in piazza. Camusso: 'L'austerità strangola il lavoro'

ROMA – Giornata di mobilitazione europea della Ces (la Confederazione europea dei sindacati), “per il lavoro e la solidarietà e contro l’austerità”, nell’ambito della quale la Cgil ha proclamato uno sciopero generale di quattro ore ed è scesa in 100 piazze italiane. La manifestazione principale a Terni, partita dai cancelli delle acciaierie ThyssenKrupp, scelta come simbolo delle incertezze sul futuro produttivo del Paese, con il leader del sindacato di Corso Italia, Susanna Camusso: “L’austerità sta strangolando il lavoro, impoverendo il Paese. Ci rivolgiamo al governo” che, seguendo “pedissequamente” una linea di rigore, “sta determinando una profondissima recessione che toglie qualunque speranza al lavoro”, ha detto Camusso. Quello del governo Monti, ha sostenuto, è stato “un anno di disastri e non risposte al mondo del lavoro. E non ci continuino a raccontare che c’e’ una luce in fondo al tunnel, serve verita’”.

Proteste e disagi stanno comunque interessando molte città. E non mancano gli scontri: un poliziotto è stato ferito gravemente a Torino dagli autonomi. Oltre allo sciopero della Cgil, oggi ci sono anche lo sciopero generale proclamato dai Cobas e quello dei Cub per la scuola e numerosi cortei di studenti e centri sociali, spesso sfociati in momenti di tensione.

Tornando alle iniziative della Cgil, le manifestazioni si sono svolte in cento piazze d’Italia. La Fiom è a Pomigliano, dopo la decisione della Fiat di licenziare 19 operai per assumere altrettante tute blu della Cgil, in seguito all’ordinanza della Corte d’Appello di Roma: cori si sono levati contro il ministro del Lavoro Elsa Fornero e l’ad del Lingotto Sergio Marchionne. Al corteo partecipano, oltre al leader della Fiom Maurizio Landini, i leader di Sel Nichi Vendola e dell’Idv, Antonio Di Pietro.

Alla giornata di mobilitazione europea hanno aderito anche la Cisl e la Uil ma con iniziative diverse dallo sciopero: Raffaele Bonanni all’assemblea della Funzione pubblica della Cisl contro i tagli all’Inps e all’Inail; Luigi Angeletti a Napoli incontra studenti e insegnanti di un istituto superiore per un confronto sulla crisi che parte dalla scuola e dal lavoro per i giovani. “Non bisogna scappare dalle piazze”, ha detto Camusso a Cisl e Uil. “In questa stagione così difficile in cui cresce la disperazione ciò che un sindacato deve fare è dare un messaggio di possibilità alle persone, di non rassegnarsi”.

Lancio di uova, poi l’invasione della Cisl di Bologna. E’ il blitz del collettivo degli studenti che ha sfilato in corteo nel capoluogo emiliano. La sede di via Milazzo è stata occupata simbolicamente per un paio di minuti, ma c’é stata tensione tra attivisti e persone all’interno degli uffici. Sono volati spintoni. Poi il corteo è ripartito. La Cisl ha condannato la “grave aggressione” definendola “conseguenza di un clima sempre più avvelenato che da più parti si sta alimentando, anche all’interno del movimento sindacale, di fronte ai problemi reali che vivono oggi i lavoratori e i giovani”.

In Europa sono in corso iniziative in 23 dei 27 paesi, con scioperi generali anche in Spagna, Portogallo e Grecia. Dallo sciopero della Cgil sono escluse le zone della Toscana e dell’Umbria colpite dal maltempo. Per quanto riguarda i trasporti, dalle 14 alle 18 lo stop riguarda le ferrovie; ritardano di quattro ore le partenze di navi ed traghetti; si fermano le ultime quattro ore gli addetti di autostrade e Anas e gli autisti di camion. Lo sciopero non riguarda il trasporto aereo e il trasporto pubblico locale. Per il pubblico impiego l’astensione è invece indetta per l’intero turno.

Scioperi e tensioni in tutta Italia

Scioperi e tensioni in tutta Italia
Blocchi, scontri, feriti e arresti
Roma: battaglia sul Lungotevere

Grillo ai poliziotti: “E’ una guerra, unitevi alla protesta”

A Napoli dove circa 300 studenti hanno occupato la stazione centrale per circa mezz’ora. Camusso a Cisl e Uil: “Non scappate dalle piazze”

 
Roma, scontri sul lungotevere (foto Ansa)

Roma, scontri sul lungotevere (foto Ansa)

Terni, 14 novembre 2012 – L’Europa scende in piazza per “il lavoro e la solidarietà” e contro le misure di austerità decise dai governi che stanno innescando “pericolosi processi di recessione”: tensioni, scontri e feriti in molte città in Italia e all’estero. Sono in corso iniziative in 23 dei 27 paesi dell’Unione Europea.

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TENSIONI IN MOLTE CITTA’ ITALIANE – A Torino un poliziotto è stato ferito da un gruppo di autonomi davanti agli uffici della Provincia, nelle vicinanze del cantiere del grattacielo Intesa Sanpaolo in cui alcuni manifestanti avevano fatto irruzione. Secondo le prime ricostruzioni, l’agente è stato accerchiato da una ventina di giovani armati di bastoni, che lo hanno colpito alla testa spaccandogli il casco e colpendogli un braccio. Il poliziotto è stato portato all’ospedale Mauriziano. Per gli episodi di vandalismo nella città denunciati otto manifestanti. Tafferugli a Milano al termine del corteo al quale hanno partecipato studenti, anarchici e Centri sociali. Un gruppo di manifestanti ha cercato di occupare i binari della stazione di porta Genova e si è scontrato con le Forze dell’Ordine che hanno cercato di bloccarli. I carabinieri sono quindi riusciti ad allontanare il gruppo riportando la calma nella stazione, in quel momento affollata di passeggeri. Ci sarebbero 10 contusi. Tensioni anche a Napoli dove circa 300 studenti hanno occupato la stazione centrale per circa mezz’ora, Brescia (tre persone fermate) e Padova (due gli agenti rimasti feriti e altrettanti i manifestanti fermati).

CAOS A ROMA – Tensione tra forze dell’ordine e militanti di Blocco studentesco a Roma. I manifestanti volevano forzare un cordone di sicurezza a via Ripetta per arrivare a Palazzo Chigi. Dopo un lancio di sassi contro le forze dell’ordine c’è stata una carica di alleggerimento. I manifestanti di Blocco studentesco erano circa un centinaio e si erano radunati a Piazza del Popolo all’altezza di vai di Ripetta per tentare di raggiungere Palazzo Chigi. Ma hanno trovato un cordone delle forze dell’ordine a sbarrargli il passo. I manifestanti hanno risposto con un lancio di oggetti e sassi. Poi la carica di alleggerimento per disperderli. Tre uomini delle forze dell’ordine sono rimasti feriti.

BATTAGLIA SUL LUNGOTEVERE – Incidenti tra manifestanti e polizia sul Lungotevere all’altezza di via Giulia e del liceo classico Virgilio. Si sono uditi scoppi di petardi, ma anche conseguenti al lancio di lacrimogeni. I giovani si sono dispersi nelle vie laterali sotto la pressione di alcune cariche da parte delle forze dell’ordine. La polizia ha avanzato sul Lungotevere contro gli studenti del corteo di Roma che hanno lanciare sanpietrini, bottiglie e bombe carta. Polizia e carabinieri si sono fatti avanti con i furgoni blindati e sparando lacrimogeni. Gli studenti sono stati respinti indietro e all’altezza di Via Arenula hanno imboccato il ponte Garibaldi per oltrepassare il Tevere.

IL BILANCIO – Sono 17, al momento, i manifestanti fermati dalla Polizia e accompagnati negli uffici per i successivi accertamenti a seguito degli scontri avvenuti sul lungo Tevere all’altezza di via dei Pettinari. Inizialmente erano stati bloccati una 60ina di ragazzi all’altezza di Porto di Ripagrande. Due studenti universitari della Facoltà di Scienze Politiche, di 22 e 21 anni, sono stati arrestati dagli agenti della Digos per gli scontri avvenuti nel pomeriggio a Roma nei pressi del Lungotevere. Per i due ragazzi l’accusa è di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

BOLOGNA – Migliaia di studenti medi e collettivi universitari in piazza a Bologna per la giornata di sciopero generale proclamata dalla Cgil. “It is revolution” recita uno degli striscioni preparati dagli studenti che questa mattina si sono dati appuntamento in piazza XX Settembre.

FIRENZE – E’ partito anche a Firenze lo sciopero di otto ore di tutte le categorie della Cgil in concomitanza con le manifestazioni decise in tutti i paesi europei contro l’austerità e le politiche di rigore abbracciate dai principali governi dell’Eurozona. Il corteo dei Cobas è partito da piazza S. Marco in direzione del Duomo con circa 1000 persone e molti studenti. L’altro concentramento della CGIL è in piazza Indipendenza ma si tratta di due cortei separati.

ANCONA – Sono circa un migliaio le persone che questa mattina hanno preso parte alla sciopero generale organizzato dalla Cgil. “Lavoro e solidarietà contro l’austerità”, si legge in uno striscione che apre il lungo corteo partito da piazza della Repubblica diretto a piazza Roma.

CAMUSSO – “L’austerità sta strangolando il lavoro e impoverendo i paesi, non determinando un futuro”. Lo ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, a margine della manifestazione organizzata dal sindacato a Terni in collaborazione con il coordinamento europeo dei sindacati. “Ci rivolgiamo anche al nostro Governo che esegue pedissequamente una politica che sta determinando una profondissima recessione e toglie qualunque speranza al lavoro”, ha aggiunto. “Non bisogna scappare dalle piazze”, dice la Camusso, commentando la decisione di Cisl e Uil di non scioperare in occasione della giornata di protesta organizzata con il coordinamento europeo dei sindacati. “In questa stagione così difficile in cui cresce la disperazione ciò che un sindacato deve fare è dare un messaggio di possibilità alle persone, di non rassegnarsi”, ha aggiunto. L’anno di Mario Monti a Palazzo Chigi – continua – è stato “un anno di disastri e di non risposte al mondo del lavoro”. Il Governo, ha aggiunto il segretario generale della Cgil, “toglie fiducia e speranza ai giovani. E non ci venga a raccontare che c’è luce infondo al tunnel” perché “nei mesi che abbiamo di fornitore aumenteranno i problemi e la disoccupazione”.

“ADESIONE AL 50%” – “Forte soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale di oggi che ha registrato un’adesione media dei lavoratori pari al 50%”. E’ quanto annuncia il segretario confederale Cgil Vincenzo Scudiere.

GRILLO: “POLIZIOTTI UNITEVI ALLA PROTESTA” – Quella in corso “è una guerra, non ancora dichiarata, tra le giovani generazioni, una in divisa e una in maglietta, mentre i responsabili stanno a guardare sorseggiando il tè”. “Soldato blu non ti senti preso per i fondelli a difendere l’indifendibile, a non schierarti con i cittadini? Togliti il casco e abbraccia chi protesta, cammina al suo fianco“. E’ quanto scrive Beppe Grillo sul suo blog commentando gli scontri di oggi in diverse città italiane.
“Polizia, chi stai difendendo? – scrive Grillo – chi è colui che colpisci a terra? Un ragazzo, uno studente, un operaio? E’ quello il tuo compito? Ne sei certo? Non ti ho mai visto colpire un politico corrotto, un mafioso, un colluso con la stessa violenza”.

TUTTI CONTRO MARCHIONNE

TUTTI CONTRO MARCHIONNE. DELLA VALLE: NAPOLITANO E MONTI FERMINO LUI E GLI AGNELLI

 

Tutti contro Marchionne per la vicenda dei 19 operai di Pomigliano messi in mobilità per far posto ai 19 della Fiom che la magistratura ha ordinato alla Fiat di riassumere. Malgrado le assicurazioni dell’ad del Lingotto sul desiderio della Fiat di investire ancora nei suoi stabilimenti in Italia, accompagnate però dall’affermazione che non sono previste marce indietro sui 19, oggi, in rapida successione, sono intervenuti il ministro dello Sviluppo economico Passera (“La mossa di Marchionne non mi è piaciuta”), il ministro del Lavoro Elsa Fornero (“Invito la Fiat a soprassedere, bisogna esplorare le vie del dialogo”), il segretario del Pd Bersani che ha parlato di “ritorsioni inaccettabili” e di “rappresaglia sindacale”, il leader Cisl Bonanni (“Ci muoveremo contro la Fiat”). E buon ultimo – ma i due sono i protagonisti di una polemica al calor bianco da qualche tempo – Diego Della Valle che si è appellato a Napolitano e Monti perchè proteggano l’Italia da Marchionne e dagli Agnelli. ”Bisogna proteggere l’Italia da Marchionne e dagli Agnelli- afferma in una nota il patron della Tod’s – il Presidente della Repubblica Napolitano e il Premier Monti devono intervenire e richiamare Marchionne e gli Agnelli al rispetto e al senso di responsabilita’ che devono al Paese. Il loro comportamento arrogante, contraddittorio e non piu” credibile – conclude Della Valle – sta creando enormi problemi all’immagine dell’Italia all’estero”.

Fiat, accuse agli operai Fiom Poi rettifica in 15 minuti

Fiat, accuse agli operai Fiom
Poi rettifica in 15 minuti

Due comunicati, il secondo più soft
Sindacati contro Marchionne

Una prima nota di Fabbrica Italia Pomigliano conteneva un duro giudizio sui lavoratori che avevano fatto ricorso al giudice per il reintegro. Attacco che scompare nella seconda versione

 
Sergio Marchionne (foto Imagoeconomica)

Sergio Marchionne (foto Imagoeconomica)

Roma, 2 novembre 2012 – Attacco e marcia indietro, tutto nel giro di 15 minuti. Due comunicati, diversi, diramati a distanza di una quarto d’ora circa da Fabbrica Italia Pomigliano sulla vertenza nello stabilimento campano.  Il primo, oltre ad alcune precisazioni sulla polemica di queste ore, riportava il calendario della messa in mobilità, con la durata dei tempi tecnici per la procedura (45 giorni dall’avvio, ovvero il 31 ottobre). La nota conteneva però anche un duro giudizio sui lavoratori che avevano fatto ricorso al giudice per il reintegro. Oltre a questo, era presente il riferimento agli investimenti che Fip attivava nell’area pomiglianese.

Tutto questo scompare dalla seconda nota. Tra le parti omesse, figura il ricordo delle “dure prese di posizione e le pesanti dichiarazioni con le quali i 19 ricorrenti hanno manifestato fin dall’inizio il loro giudizio negativo sull’operazione Nuova Panda“. Ma anche il passaggio in cui per l’azienda “stupisce e induce qualche dubbio il fatto che questi storici oppositori pretendano oggi il passaggio in Fip, utilizzando una sentenza che non tiene nella minima considerazione le conseguenze sull’iniziativa industriale di Pomigliano, per la quale sono stati investiti 800 milioni di euro e che oggi sta dando lavoro complessivamente a circa 3.000 persone”.

TENSIONE GIA’ IN MATTINATA – La giornata del resto si era già aperta in un clima polemico. I sindacati si erano scagliati contro Marchionne proprio per la vicenda dei 19 lavoratori in mobilità per la riassunzione dei licenziati Fiom. ”Questi diciannove licenziamenti sono illegittimi e se dovessero arrivare comunque con qualche formula, ci appelleremo all’articolo 18”. A dichiararlo – ai microfoni di Radio Città Futura – il segretario nazionale della Fiom, responsabile del settore auto, Giorgio Airaudo, annunciando anche lo sciopero generale dei metalmeccanici ai primi di dicembre ”contro il tentativo di fare un altro contratto nazionale separato”.

BONANNI – Anche la Cisl scende in campo. “Penso che si sia gonfiata seppur su basi concrete la notizia sui 19 licenziamenti per nascondere la notizia importante degli investimenti. E’ un gioco al massacro portato avanti da tempo. Tuttavia la Fiat ha sbagliato a fare autogol continuando il testa a testa con la Fiom dopo un’affermazione così importante come quella di proseguire con gli investimenti, ingaggiando una competizione forte con Audi e Bmw costruendo auto di lusso”. E’ il commento alla questione dei 19 licenziamenti a Pomigliano fatto in diretta a Tgcom24 da Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl.

Bonanni aggiunge: “Faremo ricorsi legali perché per noi non c’è fondamento e si tratta di lavoratori che hanno sottoscritto un accordo”. Secondo il leader della Cisl, “il presidente della Repubblica farebbe bene a interessarsi del problema della Fiat, ma il problema vero e’ che il sindacato deve trovare armonia. Se Marchionne avrà avuto facile gioco nel dividere il sindacato, la Fiom gli ha dato un grande aiuto in materia di governabilità sindacale delle aziende”.

UILM – “Oggi, insieme ai sindacati firmatari di accordi con Fiat e del contatto specifico, chiederemo di incontrare l’azienda per bloccare l’avvio delle procedure per la mobilità di 19 addetti dello stabilimento produttivo di Pomigliano d’Arco”. Lo ha annunciato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ospite su Radio1Rai. “Ci vogliono 45 giorni per l’espletamento delle procedure di mobilità e nei primi 7 giorni è possibile arrestarle, tenteremo di farlo”. “Siamo contrari – ha continuato il leader della Uilm – a qualsiasi forma di licenziamento, perché danneggerebbe di colpire i lavoratori che stanno lavorando al ciclo produttivo della Panda”.

LODO MONTI – Per redimere la vicenda Pomigliano spunta l’ipotesi di un lodo Monti. L’idea “è quella che sia il Governo a convocare azienda e sindacati non per una trattativa ma per un prendere o lasciare che provi a spegnere l’incendio”, spiegano indiscrezioni, “una riunione ristretta, 6-7 persone al massimo”. Il lodo prevederebbe l’adesione agli accordi da parte della Fiom-Cgil in cambio del rientro in fabbrica. Il nodo “è tutto nel significato del termine ‘adesione’: sarebbe molto difficile per la Fiom firmare gli accordi che in questi anni ha contestato. Ma un conto è la firma, un altro è l’impegno scritto a rispettarli pur non condividendoli”.

Ieri il ministro Fornero aveva dato un vigoroso stop al Lingotto: “Fermare la procedura di messa in mobilità”. Contrario anche Passera: “Una mossa che non mi è piaciuta”.

Condotta anti-sindacale, nuova condanna per la Fiat a Termoli

Condotta anti-sindacale, nuova condanna per la Fiat a Termoli

Nuova condanna per la Fiat. Il tribunale di Termoli (Campobasso) ha condannato la casa torinese per la seconda volta per attività antisindacale “in quanto ha applicato un diverso trattamento economico sulle indennità ai lavoratori iscritti alla Fiom con una perdita salariale di 300 euro al mese”. Lo rende noto la Fiom. ‘Il giudice – commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom – ha ripristinato la parità di trattamento a parità’ di lavoro condannando il comportamento discriminatorio della Fiat che pretendeva di retribuire sulla base dell’adesione al sindacato e alla firma dei contratti”.
Landini: “Ok condanna, ora si volti pagina” – “Giudichiamo importante la sentenza del tribunale di Larino (Campobasso) che conferma il comportamento antisindacale della Fiat nello stabilimento di Termoli. Infatti, dopo che la Fiom aveva vinto la causa per l’ultrattività del contratto del 2008, l’azienda ha tolto circa 300 euro di salario ai lavoratori iscritti ai metalmeccanici Cgil. E’ importante che il tribunale abbia confermato l’antisindacalità di tale comportamento. Si tratta di un’ulteriore conferma – dice – che la strada intrapresa dalla Fiat è una strada contraria ai principi costituzionali e alle leggi del nostro paese. E’ ora di voltare pagina”.
Ex-meccaniche Mirafiori in Cig – Fiat Powertrain ricorrerà alla cassa integrazione anche alle ex Meccaniche di Mirafiori (1.441 addetti): tutti i lavoratori si fermeranno dal 26 novembre al 2 dicembre. “Con la richiesta di cassa integrazione anche alle ex Meccaniche di Mirafiori – dichiarano Edi Lazzi, responsabile della V Lega Fiom-Cgil, e Antonio Citriniti, della Fiom-Cgil – stiamo raschiando il fondo del barile. Adesso praticamente tutti i 14.000 dipendenti del sito di Mirafiori sono collocati in cassa integrazione”. Le ex Meccaniche erano l’unico stabilimento che ancora lavorava a pieno regime: ora anche per quei lavoratori si prospettano tempi bui” hanno poi dichiarato Edi Lazzi, responsabile della V Lega Fiom-Cgil, e Antonio Citriniti, della Fiom-Cgil. “Questa decisione dell’azienda è un ulteriore motivo per chiedere con forza un piano industriale serio e credibile, con nuovi modelli in grado di rilanciare Mirafiori. E’ quello che faremo domani al presidio organizzato dalla Fiom-Cgil davanti al Lingotto”.

Confindustria boccia il contributo dei ” ricchi” per gli esodati

Confindustria: la tassa 3% per il fondo agli esodati è iniqua e minaccia per i consumi


La tassa del 3% sui redditi oltre i 150mila euro per finanziare il fondo per gli esodati è “alquanto iniqua”, anche perch* si aggiunge al prelievo previsto dal decreto ‘Salva Italia’. Lo ha affermato il vicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina, a ‘Radio Anch’io’. Regina ha sottolineato che la tassa colpisce “una fascia di popolazione che è l’unica che spende” e, pertanto, rappresenta “un’ulteriore minaccia” per i consumi.
Camusso: esodati, il Parlamento conferma che è ingiustizia – Che il Governo sia stato battuto sugli esodati, “è la conferma” da parte del Parlamento “di una necessità che si dia una soluzione a questo problema”. Lo ha detto Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil aggiungendo che quella degli esodati “è una profonda ingiustizia che continua a permanere e che non può trascinarsi”. Per Camusso, l’indicazione di “un meccanismo di solidarietà” per “chiedere a chi ha di più in questo Paese a contribuire, è una soluzione positiva, poi -ha concluso- bisogna trovare le soluzioni tecniche”.
Bonanni: dal Parlamento indicazione credibile – Plaude anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che a Radio Anch’io afferma: “Una soluzione bisogna trovarla” e “il Parlamento ha dato un’indicazione credibile”.
Cicchitto: Pdl non consultato – “Nessuno ha consultato la presidenza del gruppo Pdl” sulla soluzione per il problema degli esodati, e comunque “non condividiamo” quella individuata: lo dice il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in una nota. “Malgrado ci siamo occupati più volte del tema perché sinceramente impegnati nel trovare soluzioni ragionevoli al problema degli esodati, nessuno ha consultato la presidenza del gruppo del PdL prima dell’ultima riunione della Commissione lavoro dedicata al tema”, dice Cicchitto. “Sostenendo in via generale la via dell’abbattimento del debito per diminuire una pressione fiscale insostenibile per tutti, non condividiamo il ricorso a forme di finanza straordinaria per una copertura delle risorse necessarie sul tema. Riteniamo più ragionevole e realistica l’impostazione contenuta nell’emendamento presentato dall’onorevola Giuliano Cazzola e da altri”, conclude.

Lavoro, la Cgil riempie San Giovanni

Lavoro, la Cgil riempie San Giovanni 
“Rigore e austerità hanno fallito “

Nella piazza romana comizio del segretario Camusso: “Affrontare l’emergenza nazionale, per fare così non c”era bisogno dei Professori”. Bersani: “Giusto manifestare”. Passera: “Grande attenzione”. Fornero: “Il tema è la mia prima preoccupazione”. Dal palco parleranno lavoratori di tutti i settori colpiti dalla crisi

ROMA – “Non c’era bisogno di mettere dei professori al governo. Per fare così non c’era bisogno…Torneremo in piazza il 14 novembre, con tutto il sindacato europeo”. Susanna Camusso chiude così dal palco di piazza San Giovanni la grande manifestazione organizzata dal governo contro le politiche economiche del governo e in particolare la legge di stabilità. Un appuntamento che ha richiamato a Roma decine di migliaia di persone, segnando un riavvicinamento tra Cgil e Fiom e raccogliendo il sostegno di Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola.   

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“La politica del rigore e dell’austerità non solo è fallita ma è la grande colpevole delle difficoltà di questo paese”, ha denunciato ancora Camusso. In Italia, ha aggiunto, “si è scelto di investire nella finanza invece che nella produzione e nell’industria. La responsabilità è dei governi che negli anni hanno guardato da un’altra parte e di chi nega e che dice che non debba esserci un intervento pubblico” nel comparto. “Oggi – ha avvertito – è tempo di scegliere. Se il tempo continua a passare, ogni giorno ci sarà qualche speranza in meno”. “La luce in fondo al tunnel c’è – ha sottolineato – se ogni giorno curiamo e difendiamo il lavoro, altrimenti il Paese non si salva. In Italia bisogna difendere la legalità e la trasparenza”. “Il governo ha condizionato il presente – ha insistito – e se con la legge di stabilità crede di condizionare anche il futuro, noi lo impediremo”. Dalla Camusso un riferimento anche alla legge anticorruzione, l’altro provvedimento al centro dell’attuale dibattito politico. “Si reintroduca il falso in bilancio. Il governo non può essere tanto forte con i deboli e poi tirarsi indietro sulla corruzione”, ha detto. 

Non a caso lo slogan della manifestazione è stato “Prima di tutto il lavoro”, la grande emergenza nazionale, come l’ha definito la segretaria della Cgil. “C’è troppo rigore per i lavoratori e troppe cortesie per i corrotti”, ha detto ancora il segretario. Bisogna “combattere” ha spiegato “una politica che sta determinando un progressivo impoverimento del Paese. Perché non si può dire a due generazioni che il loro futuro è la precarietà”.

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Ma sulla manifestazione tra i sindacati non è mancata la polemica. Il segretario generale della Cisl RaffaeleBonanni sulla piazza è stato ironico: “Quale manifestazione? Non ho visto nessuno, non me ne sono accorto…”, ha detto a margine di un convegno organizzato da ItaliaCamp. “E chi è Bonanni? Chi si è accorto che c’è Bonanni in questo Paese?”, ha replicato Landini, leader della Fiom arrivando a piazza San Giovanni: “I lavoratori non ce la fanno più. Un sindacalista si dovrebbe preoccupare e pensare a che azione mettere in campo”. In secondo momento Bonanni, consapevole forse della gaffe, ha cercato però di ridimensionare il caso. “Non c’era alcuna venatura polemica nelle mie parole  – ha precisato – Ho solo detto di non avere incrociato per le strade di Roma nessuna manifestazione nel recarmi ad un’altra iniziativa dove peraltro era previsto l’intervento del segretario della Cgil Camusso, punto”.

A favore della piazza anche il segretario Pd: “La Cgil ha buone ragioni di essere in piazza”, ha detto Pier Luigi Bersani da Cernobbio, dove si trova per il Forum Coldiretti. “Io quando sento obiezioni rispetto al fatto che si vada in piazza non sono d’accordo – ha sottolineato – perché penso che anche il disagio, la sofferenza devono essere raffigurati e avere momenti di interpretazione”. E perché “se si lasciano nel silenzio e nell’isolamento è peggio ancora”. Parlando di legge di stabilità per Bersani “l’altra cosa che va corretta è l’intervento sulla scuola. Adesso, dopo tante botte è ora di fermarsi”, ha detto da Cernobbio.

Sulle stesse posizioni Nichi Vendola. ” Non è un caso se oggi e domani ho scelto per la campagna per le primarie di essere  in Sardegna: è uno dei simboli drammatici in cui versa il mondo del lavoro nel nostro Paese. E’ anche il mio modo  simbolico per aderire e per sostenere le mille ragioni che hanno portato oggi la Cgil in piazza a Roma”, commenta il laeder di Sel.

Grande attenzione è anche quella che ha dimostrato il ministro dello Sviluppo economico CorradoPassera: “E’ giusto scendere in piazza. Siamo seriamente in un momento di grande difficoltà. Questo è l’anno peggiore, manifestazioni anche come queste non sorprendono e devono essere considerate con grande attenzione”. E il governo si muove. Il presidente del Consiglio vedrà il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini lunedì per fare un giro di orizzonte sui provvedimenti legislativi per rilanciare la crescita. Martedì Monti incontrerà Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Gianni Letta, a cena a Palazzo Chigi.

“Rispetto” è arrivato anche dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a margine dei lavori di ‘InNova Camp’: “Rispetto tutte le opinioni: i lavoratori e i sindacati sanno che se vogliono parlare con me non mi sono mai tirata indietro. Il lavoro è la mia prima preoccupazione”, ha detto. Tra i manifestanti oggi anche l’Idv che “partecipa con una propria delegazione alla manifestazione della Cgil perché “non c’è tempo da perdere: il lavoro deve essere la priorità del centrosinistra alternativo alle politiche personalistiche di Berlusconi e neoliberiste di Monti”, scrive sulla sua pagina Facebook Antonio Di Pietro

Lo scopo di oggi è quello di riunificare le centinaia di vertenze ancora senza soluzione e quello di aprire un dialogo con i lavoratori, i soggetti più colpiti dalla crisi economica. Non ci sarà un corteo, ma piazza San Giovanni sarà aperta dalle 10,30 alle 17,30, in una specie di non stop del lavoro. La metro A è stata chiusa dalla questura, ma sono invece utilizzabili le stazioni Manzoni e Re di Roma. Dal palco parleranno ricercatori, lavoratrici tessili, dipendenti delle Coop sociali, lavoratori del settore mobile, edili, metalmeccanici, commercianti. Presentati dall’attore Rolando Ravello si esibiranno anche gruppi musicali, da Peppe Volterelli a Tosca, Enzo Avitabile, Casa del vento, Eugenio Finardi. E poi davanti alla basilica, è stato allestito il ‘villaggio del lavoro’: 21 stand regionali per presentare le aziende in crisi dei diversi territori.

Con l’intervento di Camusso, in contemporanea a Londra il Tuc, sindacato inglese, farà una manifestazione sullo stesso tema, ‘A future that works’, il segretario generale Brendan Barber leggerà i messaggi italiani, e viceversa. “Questo è il momento di proporre la difesa del lavoro come grande tema collettivo”, ha spiegato Camusso all’Unità, “Non c’è attenzione adeguata verso i ceti più deboli, ai redditi più bassi, ai pensionati, al lavoro dipendente”. “Il governo”, ha continuato “deve battere il pugno sul ddl anticorruzione, perché è con questo provvedimento che si combatte l’evasione fiscale, l’origine di tutti i nostri problemi. E’ grave non punire il falso in bilancio, se si vogliono attirare investimenti in Italia dobbiamo partire da una severa legge contro la corruzione”.

Lavoro: ‘s’infiammano’ anche i VVFF

Lavoro: ‘s’infiammano’ anche i VVFF

Il 23 ottobre a Palazzo D’Orleans

19 Ottobre 2012 nella categoria Cronaca

Lavoro: s'infiammano anche i VVFF

In un momento tanto delicato per l’economia italiana e dell’isola, anche i Vigili del Fuoco si raduneranno davanti la sede della presidenza della Regione siciliana per chiedere chiarimenti relativamente alla loro posizione lavorativa.
 
Lo faranno il prossimo 23 ottobre insieme ai colleghi delle forze di polizia e delle forze armate.
 
Anche i pompieri, dunque, oberati di lavoro e in prima linea nel soccorso tecnico urgente, si presenteranno a Palazzo D’Orleans per manifestare il malessere del settore ed in particolare per i tagli che continuano a penalizzare la sicurezza della popolazione, la carenza d’organico che, solo dei qualificati, si legge in una nota sindacale, è del 50%. E a mancare sono, stando alle loro dichiarazioni, anche i mezzi di soccorso, di corsi di mantenimento, di specializzazione  o di qualificazione. Non ultime, saranno anche le richieste di risposte in materia pensionistica

Il mondo della scuola in piazza contro le politiche del governo: lancio di carote contro Profumo

Il mondo della scuola in piazza contro le politiche del governo: lancio di carote contro Profumo

Non è andata giù agli studenti, e nemmeno ai sindacati, la frase del ministro Profumo su bastone e carota e l’hanno dimostrato oggi sfilando col colorato ortaggio in pugno nella Capitale ma anche in altre città. La protesta del mondo della scuola contro i tagli al settore e per il diritto allo studio ha avuto un mattiniero avvio con un blitz degli studenti di fronte alla sede romana del Parlamento Europeo ed è andata avanti pacificamente per gran parte della mattinata da Nord a Sud, in concomitanza con lo sciopero dell’intero comparto della conoscenza indetto dalla Flc-Cgil
 
Roma, finita protesta studenti davanti al Miur – In quasi tutte le piazze italiane si è conclusa la protesta degli studenti. A Roma il corteo è terminato davanti al Miur, dove, autorizzato dai funzionari della polizia, era arrivato un gruppo di circa 300, staccatosi dal corteo, che nel frattempo si è disperso. Davanti alla sede del Miur di viale Trastevere, hanno intonato un coro all’indirizzo del dicastero: “Vergogna” e “se non cambierà lotta dura sarà”. Fermi ai piedi delle scale mentre un cordone di polizia, bloccava sulla sommità l’accesso all’ingresso del ministero. Agli slogan si è poi unito il lancio delle carote, simbolo della manifestazione, sempre all’indirizzo del ministero. Gli studenti al megafono hanno poi ribadito le ragioni della loro protesta “per una scuola di qualità che non si svende ” e poi si sono dispersi. La manifestazione si è svolta pacificamente e senza problemi, tranne che per il traffico.
Blitz davanti alla sede del Parlamento europeo – All’alba gli studenti hanno fatto un blitz di fronte alla sede romana del Parlamento europeo: appartenenti alla Rete degli studenti srotolano uno striscione “una scuola di qualità ce la chiede l’Europa”. “Stamattina abbiamo dato la sveglia a questo governo ed eravamo sotto alla sede romana del Parlamento Europeo per chiedere che la nostra scuola entri veramente in Europa”, spiega Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi.
A Roma e Torino gli studenti lanciano carote – Gli studenti in corteo a Torino hanno lanciato carote contro la sede del Miur per protestare contro la frase del ministro Francesco Profumo che, dopo la manifestazione studentesca dell’otto ottobre, aveva detto: “Dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e meno la carota”. “La settimana scorsa – hanno detto gli studenti ricordando gli scontri con la polizia dell’ultima manifestazione – con noi hanno usato il bastone. Oggi noi usiamo le carote”. Hanno poi acceso anche alcuni fumogeni. Stesso tipo di protesta a Roma: “Le portiamo e in piazza per far capire simbolicamente al ministro Profumo, che in questi anni la scuola ha ricevuto solo il bastone. Ora basta. E’ tempo della carota”, spiegano.
A Bologna flash mob e volantinaggio – A Bologna, studenti in piazza con iniziative, flash mob e volantinaggio. A Piacenza, presidio alle 10:30 all’Ufficio scolastico territoriale poi studenti in corteo. Parma, presidio davanti alla Prefettura con distribuzione di materiale informativo e mele sul tema ‘La scuola è alla frutta’. Reggio Emilia, presidio in Piazza della Vittoria, poi studenti in corteo dal Teatro Ariosto. Modena, presidio davanti alla Prefettura. Ferrara, presidio in piazza Municipale alle 10:30 poi studenti in corteo. Ravenna, presidio in piazza dell`Aquila e iniative di musica con gli sbandieratori. Forlì, presidio davanti alla Prefettura e flash mob.
Studenti in piazza a Cagliari e Oristano – L’autunno caldo della scuola è iniziato anche in Sardegna. In centinaia sono scesi in piazza a Cagliari e a Oristano. Studenti a fianco di insegnanti di ruolo e precari, personale amministrativo e tecnico. Ma anche gli operai dell’Alcoa di Portovesme si sono uniti con uno striscione. Per i lavoratori della scuola è stata una adesione allo sciopero nazionale indetto dalla Flc-Cgil contro la spending review che sottrae risorse al settore della istruzione pubblica sarda già in ginocchio, e per chiedere il rinnovo del contratto scaduto nel 2009 e l’ingresso di giovani e precari. Tanti ruoli diversi e un solo grido: “L’istruzione pubblica sta finendo in pezzi, difendiamola”. I manifestanti hanno raggiunto piazza Repubblica, sede del concentramento e da qui un serpentone umano ha percorso le vie del centro città verso viale Trieste sede dell’Assessorato Regionale della Pubblica istruzione.
Un urlo: non è questa la politica per uscire dalla crisi – Con la Flc Cgil in piazza anche delegazioni di universitari e la Rete degli Studenti Medi “per gridare che non è questa politica economica la soluzione per uscire dalla crisi. La soluzione siamo noi. L’istruzione deve tornare ad essere la priorità politica e di spesa del paese. In un momento come quello che il nostro paese attraversa, è ingiusto e inefficace cercare di vedere una via di uscita che non parta dall’investimento in Scuola, l’Università e la Ricerca”.
I sindacati – Il segretario generale della Flc, Mimmo Pantaleo, ha chiuso la giornata di mobilitazione e sciopero con un comizio a Roma durante il quale ha avuto la mano pesante con il Governo (“é autoritario. Sono tecnici che pensano non di governare, ma di comandare”) e con il ministro Profumo (“eviti termini come bastone e carota perché in questi mesi abbiamo assistito solo a bastonate”). Gli studenti sono tornati a casa con l’intenzione di fare anche più di un bis, se necessario.