Interventi su edifici storici preclusi agli ingegneri italiani ma non agli stranieri

Interventi su edifici storici preclusi agli ingegneri italiani ma non agli stranieri

La Corte di Giustizia Europea supera la legge italiana del 1925 che riserva la competenza solo agli architetti

Letto 4223 volte

22/02/2013 – Gli ingegneri civili possono dirigere i lavori su immobili di interesse storico e artistico? Gli stranieri sì, ma non quelli che hanno studiato in Italia. È la conclusione cui è arrivata la Corte di Giustizia europea, che con una sentenza pronunciata ieri ha fatto il punto della situazione sulla normativa italiana e comunitaria.

 
La legge italiana può infatti disciplinare le competenze professionali a livello interno. Al contrario, non può impedire agli ingegneri che hanno conseguito la laurea all’estero di agire sugli edifici storico-artistici perché verrebbe meno all’obbligo di riconoscere i titoli di studio conseguiti in altri Paesi dell’Ue.
 
Cosa prevede la normativa UE
Secondo la Corte di Giustizia, la Direttiva 85/384 riconosce che nella maggior parte degli Stati membri le attività pertinenti all’architettura sono esercitate da persone che hanno la denominazione di architetti. Questi soggetti non detengono però il monopolio, a meno che altre disposizioni legislative non prevedano il contrario.
 
Ne consegue che le attività di direzione dei lavori sugli immobili storici e artistici possono essere esercitate da altri professionisti e, in particolare, da ingegneri che abbiano ricevuto una formazione specifica nel settore delle costruzioni o dell’arte edilizia.
 
Allo stesso tempo, gli Stati membri devono riconoscere i titoli di studio rilasciati dagli altri Paesi europei. Se il titolo conseguito in un altro Paese può essere confuso con un titolo di studio comprendente una formazione complementare non compiuta, lo Stato ospitante può prescrivere l’utilizzo di una formula adeguata in grado di differenziare i percorsi formativi.
 
La situazione in Italia
In base al Regio decreto 2537/1925, spettano all’ingegnere il progetto, la condotta e la stima dei lavori per estrarre, trasformare ed utilizzare i materiali direttamente od indirettamente occorrenti per le costruzioni e per le industrie, i lavori relativi alle vie ed ai mezzi di trasporto, di deflusso e di comunicazione, le costruzioni di ogni specie, le applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo.
 
Sia l’ingegnere che l’architetto possono occuparsi di opere di edilizia civile. Tuttavia, le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico, il restauro e il ripristino degli edifici sottoposti a vincolo culturale spettano solo all’architetto. Su questi edifici, però, l’ingegnere può occuparsi della parte tecnica.
 
La decisione della Corte Ue
Alla luce della normativa europea e italiana, la Corte di Giustizia ha concluso che agli ingegneri civili che hanno ottenuto i propri titoli in Italia non competono le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico ed il restauro e il ripristino degli edifici di interesse culturale.
 
Trattandosi di una situazione puramente interna, la Corte Ue ha stabilito che la norma italiana non viola né la direttiva 85/384 né il principio della parità di trattamento.
 
Per la Corte Ue, la direttiva 85/384 non si propone di disciplinare le condizioni di accesso alla professione di architetto e non intende fornire una definizione giuridica delle attività del settore dell’architettura. Per questi motivi spetta alla normativa nazionale dello Stato membro ospitante individuare le attività rientranti in tale settore.
 
La limitazione opera però solo a livello nazionale. L’Italia riconosce infatti i titoli di studio rilasciati dagli altri Paesi membri e non può effettuare una verifica sulle qualifiche prima di consentire ad un ingegnere laureato all’estero di intervenire su un immobile artistico.

SPECIE ALIENE, IN EUROPA CRESCE L’EMERGENZA

SPECIE ALIENE, IN EUROPA CRESCE L’EMERGENZA

 

di Andrea Spinelli

 

Via EEA – Agenzia Europea per l’Ambiente

 

Secondo il rapporto ‘The impacts of invasive alien species in Europe’ pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) le specie aliene introdotte dall’uomo in Europa (volontariamente e non) hanno un impatto fortemente negativo sulle specie autoctone, incapaci fino ad oggi di adattarsi per combattere l’invasione di specie aliene.

I dati raccolti e pubblicati dall’EEA dimostrano inoltre che in un numero sempre più crescente di casi le specie esotiche invasive possono anche causare danni alla salute umana e alla società: sarebbero oltre 10.000 le specie allotone presenti in Europa, con un tasso di aumento esponenziale e costante.

Dalla zanzara tigre al giacinto d’acqua, dalle vongole aliene nel lago Maggiore, delle quali ci ha parlato il nostro Davide Mazzocco, all’ambrosia, almeno il 15% delle specie aliene hanno un impatto ecologico negativo.

Le specie invasive hanno un fortissimo impatto sull’ecosistema e sull’economia europea: basti pensare che delle 395 specie europee autoctone classificate come in pericolo di estinzione ben 110 sono in pericolo a causa delle specie esotiche invasive con effetti che potrebbero essere devastanti.

In primis per gli esseri umani, considerando che uno degli effetti più pericolosi delle specie esotiche invasive è legato alla trasmissione di malattie, come la febbre gialla che viene trasmessa dall’asiatica zanzara tigre. Ma anche il paesaggio ne risente, basti pensare ai danni che il punteruolo rosso ha causato alle palme di mezzo continente (ora fa rotta sull’altra metà):

“La comparsa della febbre chikungunya in Nord Italia nel 2007 ha dimostrato la serietà del problema e l’importanza della sfida potrebbe crescere: le proiezioni dei cambiamenti climatici mostrano che la zanzara tigre probabilmente si diffonderà ancora, in particolare nel Mediterraneo, ma anche più a Nord”, ha spiegato Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA. L’area mediterranea, e in particolare il ponte su questo mare rappresentato dalla penisola italiana, è la più esposta a questo tipo di “invasione”.

Questo, congiuntamente ai cambiamenti climatici, sta minando un intero ecosistema: l’invasione dell’ambrosia dal Nord America, giunta in Europa grazie all’importazione dei mangimi per uccelli, colpisce con i suoi allergeni il 10-15% della popolazione europea, cosa che si aggrava quando l’ambrosia interagisce con gli effetti allergenici di altre piante.

C’è l’annoso problema delle cozze zebra, contenute nelle acque si zavorra delle navi ed oggi proliferanti nei laghi di mezz’Europa, del punteruolo rosso, della terribile vespa velutinanigrithorax che ha devastato gli alveari francesi ostacolando incredibilmente l’impollinazione effettuata dalle api, problemi che l’EEA quantifica in 12 miliardi di euro: “In Italia solo nella provincia di Milano si contano due milioni di euro all’anno di spesa sanitaria per l’allergia causata dall’ambrosia”, ha spiegato Piero Genovesi dell’ISPRA, coautore del rapporto europeo. Che tipi di soluzione vede l’Europa? Lo ha spiegato il commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik, il quale ha parlato sopratutto di prevenzione: “Siamo pronti ad adottare la nuova legislazione nelle prossime settimane. Queste specie saranno identificate con un approccio basato sul rischio: possono avere un impatto potenziale su diversi Stati, oppure sono così dannose da meritare un approccio coordinato. […] Vogliamo avere un solido sistema di allerta e prevenire danni economici, all’ambiente, alla salute: è chiara la necessità di un intervento e questo va riconosciuto ai massimi livelli politici”.

Papa, Oggi l’ultimo Angelus, poi ‘count down’ fino a giovedì

Papa, Oggi l’ultimo Angelus, poi ‘count down’ fino a giovedì

TMNews
Città del Vaticano, 24 feb. (TMNews) – Il Papa presiede oggi l’ultimo Angelus del Pontificato. Sarà l’ultima domenica in cui Benedetto XVI si affaccerà su piazza San Pietro per la preghiera mariana e i saluti in lingua ai fedeli dei diversi paesi, prima della rinuncia al soglio di Pietro che scatterà alle ore 20 di giovedì prossimo.
All’Angelus assisteranno diverse decine di migliaia di fedeli e pellegrini. Difficile fare previsioni esatte, considerato anche il mal tempo e la concomitanza con le elezioni italiane. Di sicuro le parrocchie di Roma e di tutta Italia si stanno preparando a partecipare numerose. Le misure di sicurezza sono state rafforzate intorno del Colonnato berniniano e in via della Conciliazione. Previsti giornalisti e telecamere di tutto il mondo. La durata dell’Angelus, ad ogni modo, non dovrebbe essere diversa da quella solita attorno al quarto d’ora.
Lunedì il Papa incontrerà alcuni cardinali in udienze singole, probabilmente anche i tre cardinali che hanno svolto per Benedetto XVI le indagini sulla fuga di documenti riservati (Vatileaks), Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi. Annullato l’incontro con i vescovi delle Marche previsto in questo giorno per la visita ‘ad limina apostolorum’. Mercoledì 27, alle 10.30, l’ultima udienza generale di Benedetto XVI si svolgerà in Piazza San Pietro: previsto un grande afflusso di fedeli.
Giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del Pontificato, alle 11 in Sala Clementina avrà luogo il saluto personale ai cardinali presenti in Roma. Alle 17, infine, il commiato dai cardinali Tarcisio Bertone (segretario di Stato) e Angelo Sodano (decano del collegio cardinalizio), la partenza in elicottero dal Vaticano e l’accoglienza a Castel Gandolfo da parte del presidente e del segretario del Governatorato, card. Giuseppe Bertello e mons. Giuseppe Sciacca, del sindaco e del parroco di Castel Gandolfo. In serata, il Papa saluterà i fedeli radunati davanti all’ingresso del Palazzo Apostolico della cittadina laziale. Alle ore 20 del 28 febbraio inizia la Sede vacante. Benedetto XVI tornerà in Vaticano dopo circa due mesi, quando sarà completato il restauro del Monastero ‘Mater Ecclesiae’ dove risiederà. E quando sul soglio di Pietro siederà il prossimo Papa.

Diventare medico: un inferno, fra soprusi e raccomandazioni

 

 

Diventare medico: un inferno, fra soprusi e raccomandazioni

Un’inchiesta a puntate: le storie di chi vuole fare il dottore. E passa anni in fila

di Tommaso Caldarelli12 febbraio 2013

Diventare medico: un sogno di tanti. Tanti ragazzi che passano molta della loro vita a studiare per giungere a questo traguardo: prima la laurea, poi arriva il momento di scegliere una scuola di specializzazione. E qui iniziano i guai, perché per entrare alla scuola di specializzazione è necessario vincere un concorso che, come leggeremo nelle storie dei tanti studenti che hanno accettato di raccontarci le loro disavventure, è un vero e proprio calvario. 

ULTIME NEWS DALLE UNIVERSITA’ >>

SEMPRE IN FILA – Storie di soprusi e raccomandazioni, di professoroni che poi sono baroni; storie di candidati poco qualificati che passano senza alcun problema davanti a studenti che hanno ripetuto il concorso anche due, tre, quattro volte; messi da parte per favorire il parente di turno o il solito noto che “doveva vincere”. Storie di aspiranti medici che non si arrendono e rimangono in fila, pazienti e quieti, in attesa che la ruota giri anche per loro. E nel frattempo? Praticamente schiavitù. Vita di reparto. A contatto tutti i giorni con i malati, a studiare, approfondire e (cercare di) pubblicare qualcosa che possa aiutare a strappare qualche puntino in più al concorso. 

STUDIARE MEDICINA ALL’ESTERO >>

CAMBIARE LE COSE – Ma non basta mai, perché il sistema – dicono alcuni gruppi di studenti che incontreremo . favorisce il nepotismo, perché i concorsi sono banditi, strutturati e poi corretti dagli stessi docenti che sanno già benissimo chi “deve” vincere e chi invece, anche questa volta, dovrà passare la mano. Nasconderemo i loro nomi, quelli dei professori e delle università in questione (a meno che non ci siano da segnalare addirittura dei procedimenti penali in corso) per esplicita richiesta degli studenti che hanno accettato di raccontarci le loro storie. Perché comunque, alla fine, saranno ancora quei professori a doverli giudicare e “non possiamo esporci”, ci dicono: anche questo è parte della loro piccola tragedia personale. 

SIMULAZIONI TEST DI ACCESSO A MEDICINA. ALLENATI! >>

157566743   141972020

TERZA PUNTATA: “IO, SCAVALCATO DAI SIGNOR NESSUNO IN DUE UNIVERSITA'”
F. voleva diventare psichiatra. Ma in due università non ci è riuscito. C’era sempre qualcuno più importante, più inserito, che veniva insomma prima di lui. Anche se in reparto non si era mai visto. Ma si sa, dice lui: una volta si è figli di un imprenditore della sanità; un altra volta il relatore del proprio collega era una persona potente, magari qualcuno a cui chi deve scegliere lo specializzando deve qualcosa… Va così. 

LEGGI QUI LA SUA STORIA –>>

SECONDA PUNTATA: “IO, FINITA DIETRO L’AMICA DELL’IMPRENDITORE”. 
F., come A., si è laureata con il massimo dei voti e ha iniziato a inseguire il suo sogno. Pensava di avere buone possibilità di riuscirci, poi, un imprevisto le fa crollare il mondo addosso. Si vede passare avanti chi, senza aver fatto, a suo dire, nemmeno la metà dei suoi sacrifici, aveva semplicemente le amicizie giuste al posto giusto. E ora pensa all’estero. 

LEGGI QUI LA SUA STORIA –>>

PRIMA PUNTATA: “IO, IN FILA DA 7 ANNI”. LA STORIA DI A. 
A. si è laureata con 110 e lode in Medicina e Chirurgia nel 2006 in un grande ateneo dell’Italia centrale. Ha tentato tre concorsi per entrare nella scuola di specializzazione che desiderava seguire: ma non c’è stato mai niente da fare. Ora tenterà il quarto concorso in un’altra università: “Non voglio che sia nessuno a decidere del mio futuro”. 

LEGGI QUI LA SUA STORIA –>>

PUNTATA ZERO: COME SI DIVENTA MEDICI? 
In estrema sintesi, per diventare medici serve una laurea in Medicina e Chirurgia – e dunque il superamento di un impegnativo test d’ingresso. Dopo la laurea si può scegliere di frequentare il corso di abilitazione in medicina generale, per divenire medico di base; oppure di iscriversi ad un percorso di specializzazione, una nuova scuola che richiede un nuovo test. Proprio da questo ganglo partono molte delle storie che incontreremo e racconteremo. 

LA GUIDA PER DIVENTARE MEDICI? LEGGILA QUI —>>
 

VUOI RACCONTARCI LA TUA STORIA? SCRIVICI –>>

148134788   116380367

Gb, Moody’s declassa il rating, da AAA a Aa1

Gb, Moody’s declassa il rating, da AAA a Aa1

TMNews
Washington, 22 feb. (TMNews) – Moody’s ha declassato il rating del Regno Unito da AAA ad Aa1, sottilinendo la crescita lenta e un crescente peso del debito del Paese.
L’agenzia di rating ha indicato come principale motivo della sua decisione “la crescente chiarezza sul fatto che … la crescita britannica rimarrà lenta nei prossimi anni”. (fonte Afp)

Grillo a Roma: “Questo è un sogno, li mandiamo tutti a casa”

Grillo a Roma: “Questo è un sogno, li mandiamo tutti a casa”

Il camper di Beppe Grillo arriva a Piazza S.Giovanni. Con lui c’è Gianroberto Casaleggio. Il leader del M5S viene salutato come “il ministro dei sogni”. Applausi e urla da una piazza gremita e tante bandiere bianche a cinque stelle sventolanti. Lo Tsunami tour si conclude a Roma, nella stessa piazza storica che ha visto riunirsi moltitudini di sinistra, di centro e di destra. Dopo la preclusione iniziale anche la stampa italiana viene ammessa sul palco. Poi la manifestazione decolla, l’ex comico arringa la folla. “Siamo 800 mila e 150 mila collegati in streaming”, urla Beppe Grillo dal palco. “E’ il più grande evento mediatico di tutti i tempi. Dio mio cosa abbiamo fatto”, aggiunge mentre la piazza urla “tutti a casa, tutti a casa”.
“Questo è un sogno” – “E’ tutta la notte che mi esercito per non commuovermi”, afferma Grillo, tra le urla e i cori. “Mi aspettavo qualcosa di più…” ironizza guardando la piazza gremita: “Questo è un sogno. E’ iniziata una fase nuova, stiamo in una fase nuova – aggiunge – Io ho dato fuoco a una miccia, non sono l’artefice. E’ finita!”, urla Grillo dal palco e la piazza esulta. “E’ finita – ripete il leader del M5s – è finita in una tristezza incredibile. Questi sono tutti dei falliti ma da domani inizia qualcosa di nuovo. Noi siamo la terza, seconda, prima forza politica del Paese”.
Grillo risponde a Bersani – Poi Grillo risponde all’attacco di Bersani. “Gargamella dice che è figlio di un meccanico e che io sono miliardario ma io ho lavorato una vita per guadagnare questi soldi, non sono un parassita come lui”, risponde il leader del M5S. Ma Grillo ne ha anche per i giornalisti. “Io ho dato interviste a tutte le tv del mondo, da ogni parte sono venuti per vedere questo fenomeno nascente, tutti se ne sono accorti tranne le nostre tv, quelle che inquadrano la nostra piazza quando ormai le nostre manifestazioni sono finite”, sostiene.
“I miracoli succedono” – “I miracoli succedono”, urla ancora dal palco suscitando l’entusiasmo della folla. Il leader del M5s ricorda i successi inaspettati delle amministrative di Parma e della Regione Siciliana. “Io ho attraversato lo Stretto di Messina e scommettevano sul mio infarto – aggiunge sorridendo – ma quando sono arrivato dall’altra parte ho fatto venti minuti prima del traghetto”.
“Mi aspettavo che Napolitano battesse i pugni sul tavolo” – Parlando della vicenda del Monte dei Paschi di Siena Grillo ha poi criticato l’atteggiamento di Napolitano. Mi aspettavo che su Mps il presidente della Repubblica battesse i pugni sul tavolo e invece lui cosa ha fatto? Ha chiesto la privacy. Poi torna a chiedere la nazionalizzazione della banca toscana e di “mettere sotto processo tutti i vertici del Pdl degli ultimi 25 anni”, ha detto il leader a 5 Stelle.
“Daremo il reddito di cittadinanza” – “Noi daremo il reddito di cittadinanza, proporremo per tre volte un posto di lavoro e se uno non accetta perde il diritto”, dice Grillo. “Gargamella – aggiunge – dice che non ci sono soldi. Iniziamo a prendere un miliardo retroattivo di rimborsi elettorali. Noi non li abbiamo presi. Tagliamo un miliardo alle nostre missioni del cazzo in Afghanistan. C’é un articolo 11 della Costituzione da rispettare”.
“Cambiare o finiremo come la Grecia” – Ma per l’ex comico genovese si deve cambiare. “O si cambia e ci aiutiamo fra di noi, oppure faremo la fine della Grecia”, afferma attaccando la politica europea di aiuti ad Atene. “In Grecia – continua – rapinano le banche e poi distribuiscono i soldi alla gente, rubano nei supermercati e poi distribuiscono il cibo. In Italia si va verso quella fine lì”. Quanto all’Europa, “mai detto di uscire dall’Europa o dall’euro. Ho detto che voglio una consultazione popolare, poi sarà il popolo italiano a decidere: questa è la democrazia”, precisa.
“Nei call center ci vadano i figli della Fornero” – Inevitabile che poi rivolga la sua attenzione alla necessità di creare lavoro per i giovani. “Nei call center ci vadano i figli della Fornero”, sostiene Grillo, sottolineando che intanto “in Germania giornali e televisioni discutono su 30 ore di lavoro alla settimana. Ma c’e una nuova Italia che ci aspetta”, urla dal palco. “Sono consapevole che dobbiamo contare solo sulle nostre forze ma abbiamo tracciato la via che ci porta verso il futuro”. Per Grillo il M5s “si è riconosciuto e condivide le nostre parole guerriere, parole che sono diventate armi potenti per ribaltare tutto. Sono parole guerriere ma sono parole come solidarietà o comunità”.
“Berlusconi con la congiuntivite? No, ci ha visto benissimo” – E il Cavaliere? “Berlusconi non è andato a Napoli perché ha la congiuntivite. Altro che congiuntivite! Ha visto bene che non c’era nessuno in piazza del Plebiscito per il comizio finale del Pdl”, sostiene Grillo.
In un primo tempo fuori la stampa italiana – In un primo tempo la stampa di casa era stata esclusa. Il pass veniva consegnato solo ai cronisti stranieri. Così la tensione era salita, i giornalisti italiani avevano protestato, era intervenuta la polizia, un giornalista era stato portato via ed identificato. Ma una volta capito il problema le forze dell’ordine avevano lavorato per calmare gli animi e trovare una soluzione. Infine, dopo quasi tre ore di trattativa, il dietrofront dell’organizzazione e anche gli italiani si erano potuti avvicinare un po’di più al leader. Lo stop ai cronisti del Bel Paese aveva sorpreso anche i colleghi stranieri (“da noi non capita”, il commento di chi riesce ad entrare) e aveva destato quanto meno sorpresa da parte dei giornalisti delle testate italiane che, giunti con diverse ore di anticipo, si erano visti bloccare all’ingresso.
Le Monde: “L’esclusione della stampa italiana è una mossa elettorale” – La decisione di Beppe Grillo di escludere la stampa italiana dal palco di San Giovanni (ad eccezione di SkyTg24) “non è censura, ma l’ennesima mossa elettorale contro la stampa italiana. Anche perché basta andare in piazza o collegarsi via streaming per ascoltarlo”. Questo il commento del corrispondente di Le Monde a Roma, Philippe Ridet. “Io stesso non mi sono accreditato, andrò tra la gente”, sostiene.  

BERSANI VINCERA’ ALLA CAMERA MA IL GOVERNO DIPENDERÀ’ DAL VOTO AL SENATO, GRILLO SECONDO PARTITO

BERSANI VINCERA’ ALLA CAMERA MA IL GOVERNO DIPENDERÀ’ DAL VOTO AL SENATO, GRILLO SECONDO PARTITO

 

 

Si avvicina il voto e fioccano le previsioni. Rispetto agli ultimi sondaggi, qualcosa e’ cambiato (non il divario tra Bersani e Berlusconi), l’avanzata irresistibile di Grillo e l’incognita sulla tenuta di Monti. Alla Camera Bersani non dovrebbe avere problemi, salvo clamorose sorprese, ha conservapo un ampio margine (quattro punti circa) su Berlusconi. Discorso incece tutto differente per il Senato, dove c’e” invece un vero e proprio rompicapo. Gli amanti dellla politica dovrebbero leggere l’articolo di oggi di Roberto D’Alimonte sul Sole 24 ore. Spiega tutto perfettamente e delinea i vari scenari. Monti sarebbe in difficolta’, tali da preoccupare Bersani, perche’ se non portera’ almeno una ventina di senatori, potrebbero diventare determinati Berlusconi, Grillo e la Lega. Tutto si gioca in Veneto, Lombardia e Sicilia. Tutte le altre regioni Campania compreso dovrebbero andare al centrosinistra. Se Berlusconi dovesse vinecere in tutte e tre porterebbe a casa 95 senatori, mentre a Bersani ne andrebbero 143 ed a Monti 33. La maggioranza al Senato e’ di 161. La situazione di Bersani non migliorebbe di molto se Grillo fosse il primo partito in Sicilia. Ma se Berlusconi, cosa assolutamente improbabile dovesse vincere alla Camera, non potrebbe mai avere la maggioranza al Senato, anche vincendo (cosa altrettanto improbabile) nelle 7 regioni, dove vinse nel 2006.Comunque secondo le ultime previsioni il Veneto dovrebbe andare a Berlusconi, con un testa a testa il Lombardia e Sicilia, con il Cavaliere leggermente avanti ma di molto poco, qualche migliaio di voti. Insomma tutto molto aperto. Il dato piu’ rilevante e’ l’avanzata di Grillo, che sarrebbe il secondo partito, dietro il Pd. Il centrodestra piu’ avanti ma solo sommando i voti di coalizione tra Pdl e Lega. Insomma Grillo avrebbe piu’ voti del Pdl, ma porterebbe alla Camera lo stesso numero di deputati, 91. Altro dato, le difficolta’ di Monti sia alla Camera, sia al Senato, dove rischia un ruolo marginale, preoccupando molto Bersani, che spera in lui per potere dare vita ad un’alleanza che garantisca la governabilita’. Si potrebbe tornare a parlare di grande coalizione o di un governo con Grillo. Tirando le somme, l’esito piu’ probabile e’ che Bersani abbia bisogno di Monti, ma con una debacle del professore anche questa via sarebbe preclusa. Tutti a seguire i risultati, analizzare bene i dati, per capire come andra’ a finire per la formazione del prossimo governo. Poi a maggio ci sara’ da eleggere il nuovo presidente della Repubblica al posto di Napolitano. Ma quella e’ un’altra storia. Si vedra’ dopo la formazione del nuovo governo, anche se nelle trattative entrera’ pure questa partita. Presidente della Camera al posto di Fini, dovrebbe andare Dario Franceschini del Pd. Per il Senato molto dipendera’ dal voto. Male comunque nelle previsioni Casini e soprattutto Fini, relegato all 0,5%. Entrera’ alla Camera con un paio di deputati solo se Casini superera’, come sembra, la soglia del 2%. Il centro se lo e’ mangiato il professore. Forse aveva ragione Passera a proporre una lista unica anche alla Camera. Non hanno voluto, chissa’ perche’.

Crescita, peggiorano le stime Ue e intanto la disoccupazione cresce

Crescita, peggiorano
le stime Ue e intanto
la disoccupazione cresce

“Pil a -1%. Ripresa da metà 2013”

Economia: per la Commissione europea solo nel 2014 si prevede una crescita dello 0,8%. Quest’anno deficit sotto il 3%: l’Italia potrà uscire dalla procedura di deficit eccessivo. Bankitalia: “Siamo in piena recession, ma si vede la fine. Ma non possiamo limitarci a riavviare il motore, bisogna portarlo su un regime sostenuto”

 
un operaio a lavoro (foto Radelli)

un operaio a lavoro (foto Radelli)

Roma, 22 febbraio 2013 – Quest’anno il deficit/pil italiano si attestera’ al 2,1% e cosi’ l’anno prossimo, mentre nel 2012 ha raggiunto quota 2,9%. Sono queste le stime della Commissione europea che conferma quelle dell’autunno scorso per i tre anni. Cio’ significa che l’Italia quest’anno potra’ uscire dalla procedura per deficit pubblico eccessivo (superiore al 3% del pil). Il debito/pil sale quest’anno al 128,1% e l’anno prossimo scendera’ al 127,1% (stime d’autunno 127,6% e 126,5%). Nel 2012 il debito/pil e’ stimato a 127,1%.

Segui le notizie su Facebook Condividi

La Commissione europea ha rivisto in peggio le previsioni economiche sull’Italia di quest’anno, indicando un meno 1 per cento del Pil ma aggiungendo di attendersi che “la recessione si concluda a metà 2013″. E sul 2014 si attende un più 0,8 per cento. Peggiorano le attese di disoccupazione, all’11,6 per cento quest’anno e al 12 per cento nel 2014.

Multimedia correlati

Quanto alla disoccupazione, quest’anno la disoccupazione in Italia salira’ dal 10,6% del 2012 all’11,6%, nel 2014 salira’ ancora al 12%. E’ questa la stima della Commissione Ue. La novita’ e’ che l’Italia sia sta avvicinando celermente alla media Eurozona (2012 11,4%, 2013 12,2%, 2014 12,1%).

Allargando l’orizzonte aigli altri Paesi europei, la Francia sforerà i suoi obiettivi di risanamento dei conti pubblici quest’anno e il prossimo: invece di abbassare il deficit sotto la soglia di Maastricht del 3 per cento, secondo la Commissione europea segnerà un 3,7 per cento quest’anno e un aumento al 3,9 per cento nel 2014. Un deterioramento che tuttavia nelle sue previsioni invernali l’esecutivo Ue definisce solo “marginale”.

In tema di crescita e crisi interviene anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Sono convinto che dall’odierno incontro emergera’ con forza la consapevolezza del contributo che le istituzioni finanziarie sono chiamate ad offrire per sostenere la ripresa economica dell’intero Paese, ponendo al
servizio dell’interesse generale le migliori competenze e capacita’ professionali di cui dispongono e privilegiando politiche oculate e lungimiranti volte insieme alla tutela del risparmio e all’impiego produttivo delle risorse”.   Così Napolitano, in occasione del centesimo anniversario della fondazione della Banca Nazionale del Lavoro, in un messaggio al Presidente, Luigi Abete.

 

BANKITALIA: PIENA RECESSIONE, RIPRESA A META’ 2013 – L’Italia è nel pieno della recessione ma la fine della crisi arriverà probabilmente alla metà dell’anno. Lo ha detto il vice direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, al convegno ‘Crescita, innovazione e finanza in Italia. Il ruolo delle banche popolari’ in corso a Bergamo. “Dopo oltre quattro anni siamo nel pieno di una recessione, anche se ne vediamo la fine come possibile a metà di quest’anno – ha affermato – . Ma non possiamo limitarci a riavviare il motore, bisogna portarlo su un regime sostenuto. Dobbiamo trovare un modo nuovo di stare nel mondo globale delle produzioni: un mondo che cambia a vista d’occhio anche per effetto della crisi”.

“La nostra economia deve incamminarsi nei prossimi anni, dopo l’uscita dalla recessione, su un percorso di cambiamento della sua struttura produttiva e finanziaria. E’ necessario il concorso di tutte le migliori energie del Paese”.

Salvatore Rossi sottolinea che “il sistema bancario, e in esso il sistema delle banche popolari è chiamato a dare un contributo importante, cambiando anch’esso quando necessario, quando opportuno. Per essere un punto di riferimento nel rilancio della crescita economica”.

Santa Sede, Bertone attacca: “Condizionano il Conclave” Il Papa: “Pregherò per l’Italia”

Santa Sede, Bertone attacca:
“Condizionano il Conclave”
Il Papa: “Pregherò per l’Italia”

L’incontro con Napolitano è stato pieno di commozione

La Segreteria di Stato della Santa Sede ha pubblicato un drammatico comunicato in cui si deplora il tentativo di condizionare i cardinali in vista del Conclave, con la diffusione di “notizie spesso non verificate o addirittura false”

 
L'incontro tra Napolitano e Papa Benedetto XVI (Reuters)

L’incontro tra Napolitano e Papa Benedetto XVI (Reuters)

Vaticano, 23 febbraio 2013  –  Venti minuti faccia a faccia: tanto è durato l’incontro privato tra Papa Benedetto XVI e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accompagnato dalla moglie Clio. “Pregherò per l’Italia” ha detto il Pontefice al capo dello Stato. L’arrivo in Vaticano del presidente ha suscitato la curiosità dei turisti. Il presidente Giorgio Napolitano ha ”manifestato al Papa non solo la gratitudine del popolo italiano” per la ”vicinanza in momenti cruciali” e per suo magistero, ma anche assicurato ”l’affetto con cui” il popolo ” continuera’ ad accompagnarlo nei prossimi anni”.

Segui le notizie su Facebook Condividi

E la moglie di Napolitano, la signora Clio, si è rivolta così al santo Padre: “Santità, so che sono giorni difficili”.

“Il presidente Napolitano – ha spiegato il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi – ha manifestato al Papa non solo la gratitudine del popolo italiano per la sua vicinanza in tanti momenti cruciali e per il suo altissimo magistero religioso e morale, ma anche l’affetto con cui esso continuera’ ad accompagnarlo nei prossimi anni”. Da parte sua, il Papa “ha ancora una volta espresso al Presidente e alla Signora la gratitudine per la loro amicizia e i migliori auspici per il bene dell’Italia”.

Al termine del colloquio, ha riferito padre Lombardi, Napolitano ha donato a Benedetto XVI una prima edizione definitiva dei ‘Promessi Sposi’ e a sua volta il Pontefice ha omaggiato il capo dello Stato con
una stampa della Basilica in costruzione.
Il presidente della Repubblica, ha anche informato il Papa del suo prossimo viaggio in Germania, la patria di Joseph Ratzinger.

DURO COMUNICATO DI BERTONE – Intanto la Segreteria di Stato della Santa Sede ha pubblicato un drammatico comunicato in cui si deplora il tentativo di condizionare i cardinali, in vista del Conclave, con la diffusione di “notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni”. “La libertà del Collegio Cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all’elezione del Romano Pontefice, ricorda la Segreteria di Stato, è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa”.

IL COMUNICATO – “Nel corso dei secoli, continua il testo, i cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano”. “Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo”. Per la Segreteria di Stato, “è deplorevole che, con l’approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni”. “Mai come in questi momenti, conclude la nota, i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinchè lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio”.

CONCLUSI GLI ESERCIZI SPIRITUALI PER LA QUARESIMA – Si sono conclusi questa mattina in Vaticano gli Esercizi spirituali predicati per la Quaresima dal cardinale Ravasi. Il Papa, al termine dell`ultima meditazione del porporato, ringraziato tutti i presenti “per questi otto anni – ha detto – in cui avete portato con me, con grande competenza, affetto, amore, fede, il peso del ministero petrino. Rimane in me questa gratitudine – ha detto – e anche se adesso finisce l`esteriore visibile comunione” rimane “la vicinanza spirituale, rimane una profonda comunione nella preghiera. In questa certezza – ha concluso – andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verità della bellezza e dell`amore”.

Il Papa – a quanto riferisce ‘Radio vaticana’ – ha espresso la sua gratitudine a Ravasi: “Grazie a voi per questa comunità orante in ascolto, che mi ha accompagnato in questa settimana. Grazie, soprattutto, a lei eminenza per queste `camminate` così belle nell`universo della fede, nell`universo dei Salmi. Siamo rimasti affascinati dalla ricchezza, dalla profondità, dalla bellezza di questo universo della fede e rimaniamo grati perché la Parola di Dio ci ha parlato in nuovo modo, con nuova forza”.

Benedetto XVI ha quindi ringraziato ancora il cardinale Ravasi, invitando a camminare “ulteriormente in questo misterioso universo della fede, per esser sempre più capaci di pregare, di annunciare, di esser testimoni della verità, che è bella, che è amore”.

IL MALE VUOLE SPORCARE LA CREAZIONE PER CONTRADDIRE DIO – Il maligno vuole sempre “sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza”. Così il Papa a conclusione degli esercizi spirituali di Quaresima con la Curia romana.

Tema delle meditazioni degli esercizi spirituali guidati dal card. Gianfranco Ravasi è stato l`arte di credere, l`arte di pregare. “Mi è venuto in mente il fatto – ha detto Benedetto XVI a quanto riportato dalla ‘Radio vaticana’ – che teologi medievali hanno tradotto la parola `Logos` non solo con `Verbum`, ma anche con `ars`: `verbum` e `ars` sono intercambiabili. Solo con queste due parole insieme appare, per i teologi medievali, tutto il significato della parola `Logos`. Il `Logos` non è solo una ragione matematica; il `Logos` ha un cuore: il `Logos` è anche amore. La verità è bella e la verità e la bellezza vanno insieme: la bellezza è il sigillo della verità”.

Tuttavia – è stata la riflessione del Papa – il cardinale Ravasi, partendo dai Salmi e dalla nostra esperienza di ogni giorno, ha anche fortemente sottolineato che il “molto bello” del sesto giorno – espresso dal Creatore – è permanentemente “contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza, dalla corruzione”.

Il maligno – ha aggiunto – vuole sempre “sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza. In un mondo così marcato anche dal male, il `Logos`, la bellezza eterna e l“ars` eterna, deve apparire come `caput cruentatum`”, capo insanguinato. “Il Figlio incarnato, il `Logos` incarnato – ha proseguito – è coronato con una corona di spine e tuttavia è proprio così: in questa figura sofferente del Figlio di Dio cominciamo a vedere la bellezza più profonda del nostro Creatore e Redentore possiamo, nel silenzio della `notte oscura`, ascoltare la Parola”. E credere – ha detto il Papa – “non è altro che, nell`oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio ascoltare la Parola, vedere l`amore”.

Elezioni, quando e come si vota: tutto quello che c’è da sapere

Elezioni, quando e come si vota: tutto quello che c’è da sapere

Urne aperte domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15

Elezioni politiche: sono poco più di 47 milioni gli elettori chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento. Oltre 61mila le sezioni. Ecco tutte le regole per votare alla Camera e al Senato

 
Elezioni 2013: ecco tutti i simboli dei partiti depositati
Elezioni 2013: ecco tutti i simboli dei partiti (Ansa)

Roma, 23 febbraio 2013 – Ecco un vademecum per il voto del 24 e 25 febbraio.

I NUMERI – Sono poco più di 47 milioni gli elettori chiamati alle urne, il 24 e 25 febbraio prossimi, per il rinnovo del Parlamento. Poi bisogna aggiungere gli oltre 3,5 milioni di elettori italiani residenti all’estero. Gli elettori residenti in Italia sono, per la Camera dei Deputati, 47.154.711, di cui 22.644.738 uomini e 24.509.973 donne; per il Senato 43.224.709, di cui 20.628.247 maschi e 22.596.462 femmine, che eleggeranno 618 deputati e 309 senatori. Le sezioni saranno 61.598.

Gli elettori della circoscrizione estero sono per la Camera dei Deputati 3.576.601 e per il Senato della Repubblica 3.234.618 ed eleggeranno 12 deputati e 6 senatori. Dunque, in totale, a eleggere il Parlamento italiano sono chiamati 50.731.312 elettori, ovvero quasi 51 milioni di italiani.

NUMERI E CURIOSITA’: CLICCA E LEGGI

ORARIO DI VOTAZIONE – Gli elettori possono votare dalle ore 8 alle ore 22 del 24 febbraio e dalle ore 7 alle ore 15 del 25.

MODALITA’ DI VOTO – Sia per l’elezione della Camera dei deputati (SCHEDA ROSA, 18 anni per andare alle urne) che per quella del Senato (SCHEDA GIALLA, 25 anni per votare) l’elettore esprime il voto tracciando un solo segno (una X o un semplice tratto) sul solo contrassegno della lista prescelta. Non e’ possibile manifestare “voto di preferenza”; la lista di candidati e’, infatti, “bloccata”, cioe’ i nominativi sono presentati in un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto sul solo contrassegno della lista che si vuole votare e non sull’intera coalizione. Se il segno dovesse invadere altri simboli, il voto si intende riferito al contrassegno su cui insiste la parte prevalente del segno stesso ed e’ dunque valido. In Valle d’Aosta (Camera dei deputati) e in Trentino-Alto Adige (Camera dei deputati e Senato della Repubblica), l’elettore esprime il voto tracciando un segno sul contrassegno del candidato.

COMPOSIZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO – Il numero dei deputati e’ di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi e’ di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi e’stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica puo’ nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

ASSEGNAZIONE DEI SEGGI – Ai fini dell’elezione della Camera dei deputati, il territorio nazionale e’ suddiviso in 26 circoscrizioni, oltre alla Valle d’Aosta, che costituisce circoscrizione a se’ ed elegge un solo deputato a maggioranza dei voti. Salvo i dodici assegnati alla circoscrizione Estero, il numero dei seggi spettante a ciascuna circoscrizione si ottiene dividendo la popolazione residente secondo i dati dell’ultimo censimento ufficiale per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei piu’ alti resti. Il Senato della Repubblica e’ eletto su base regionale. Nessuna regione puo’ avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno.

ELETTORATO ATTIVO – Votano per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica gli elettori che abbiano compiuto, rispettivamente, il diciottesimo e il venticinquesimo anno di eta’, entro il primo giorno della votazione.

ELETTORATO PASSIVO – Possono essere eletti alla carica di deputato e di senatore gli elettori che abbiano compiuto, rispettivamente, il venticinquesimo e il quarantesimo anno di eta’, entro il primo giorno delle elezioni. Lo scrutinio, che iniziera’ lunedi’ 25, subito dopo la chiusura delle urne, alle ore 15, partira’ con il Senato e proseguira’ con le schede relative alla Camera.

LE REGIONALI – Ecco le modalità di voto per le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise: clicca e leggi.

SCRUTINIO – Lunedì alle 15 inizierà lo scrutinio: si parte col senato. Per le ele4zioni regionali scrutinio al via martedì alle 14.