Branchini: ‘Meno mercato, ridurre rose e stranieri, stop ai bidoni.

Branchini: ‘Meno mercato, ridurre rose e stranieri, stop ai bidoni. Falcao, Juve, Balotelli e gli altri: vi dico tutto’

Giovanni Branchini

08 settembre alle 07:10

Poi dicono che i procuratori siano l’anima nera del calcio. Spesso, a sostenerlo sono quelli che stanno asserragliati dentro il Palazzo, incollati con il bostik alle loro poltrone, figli di camarille e di inciuci, incapaci di partorire riforme rapide ed efficaci. Eppure, ogni tanto basterebbe ascoltare anche questi padroni del pallone per capire quanto c’è da fare e, soprattutto, che cosa c’è da fare.

Giovanni Branchini, ad esempio, ha le idee chiare anche se, quando gli domandi come stia il calcio italiano nell’Anno Domini 2014, replica lapidario: “Sopravvive”.

In trent’anni, è diventato uno degli agenti più autorevoli e importanti. Non ama apparire. Quando uno dei suoi assistiì firma il contratto, Branchini fa sempre un passo indietro e non c’è mai nelle foto ufficiali. Non ama i riflettori, non gli interessa apparire. Preferisce agire. E la differenza, con la massa dei colleghi, si vede.  L’elenco dei giocatori che si sono affidati a lui o che lui ha concorso in modo determinante a trasformare in protagonisti del mercato, la dice lunga. Sebbene non si possano citare tutti, sennò faremmo notte. Forse possono bastare Rui Costa, Nakata, Careca, Romario, Ronaldo, Papin, Donadoni, Zebina, Frey, Seedorf, Schillaci, Boban, Cristiano Ronaldo, Marchisio,  Cristiano Lucarelli, Toni, Montolivo, Dzemaili, Ogbonna, Poli, Biabiany, Kroos, De Sciglio. E Falcao. Già, Falcao.

Signor Branchini, nella vicenda Falcao risulta che lei abbia recitato un ruolo importante. E’ vero che il colombiano poteva andare alla Juve?
Assolutamente sì. La società bianconera ha capito che, nonostante i costi proibitivi dell’ingaggio, 12 milioni di euro netti a stagione, ad un certo punto esisteva una chance e se l’è giocata. Ma le richieste del Monaco sono successivamente diventate insostenibili, a cominciare dai 12 milioni di euro per il prestito secco. Il penultimo giorno di mercato si è fatto avanti il City, costretto però a fermarsi dal fair play finanziario. A quel punto, a ribaltare tutto in extemis è stato lo United, che ha preso sia Falcao sia Di Maria sotto il peso del pessimo avvio di stagione. Penso che Van Gaal si sia dovuto adeguare ai voleri del club: né il colombiano né l’argentino sono due giocatori che solitamente stiano in cima alla lista  dei preferiti dall’olandese.

Signor Branchini, è vero che sono i procuratori il male assoluto del calcio? Che pur di incassare una percentuale in più, alcuni membri della categoria sarebbero disposti a tutto?
In questo Paese, quando le cose non vanno c’è sempre bisogno di trovare il cattivo, il colpevole, il capro espiatorio. Per quanto riguarda i procuratori, non è così. Spesso sono usati come parafulmine per coprire errori marchiani di valutazione, acquisti sballati, giocatori sbagliati. Li si accusa di ogni malefatta, poi si scopre che negli scandali da Calcipoli a Scommessopoli, non c’è stato un agente coinvolto. Al contrario di troppi tesserati.

Signor Branchini, dopo il disastro azzurro in Brasile, le ributtanti frasi razziste di Tavecchio sotto inchiesta Uefa, il mercato dei prestiti, l’esterofilia acuta che nella prima giornata di campionato ha mandato in campo il 53% di stranieri, si ha l’impressione che, toccato il fondo, il calcio italiano abbia cominciato a scavare. Se ne avesse il potere, che cosa farebbe ora per sabotare il lavoro delle talpe?
Il primo problema del calcio italiano è la mancanza di progettualità. Prenda il Bayern, per esempio: negli ultimi 21 anni, per 20 volte ha chiuso il bilancio in attivo e la sua gestione è stata così oculata da consentirgli di diventare campione di Germania, campione d’Europa, campione del mondo. E vorrei citare anche gli altri club tedeschi, a cominciare dal Borussia Dortmund. Basterebbe copiare. La verità è che il 30 per cento delle partite  sono inutili. Che il mercato è troppo lungo e bisognerebbe tagliarlo, sia d’estate sia d’inverno. Che le squadre iscritte ai campionati sono troppe e devono essere ridotte. Che la Fifa e l’Uefa sono diventate prima di tutto organizzatrici di grandi eventi, moltiplicando il numero delle gare a dismisura. Vogliamo parlare dell’Europa League e della sua formula, dispendiosissima per i club che vi partecipano? Vogliamo parlare, con tutto il rispetto sia chiaro, di Andorra, Gibilterra, San Marino, delle Far Oer che tecnicamente sono di caratura inferiore, eppure vanno sistematicamente incontro a bastonate altrimenti evitabili? Ma Andorra, Gibilterra, San Marino e le Far Oer contano quanto Germania, Argentina e Italia in sede di elezione presidenziale e che non c’è nessuno, in Italia come all’estero, che si batta per cambiare questo stato di cose. Da torta che era, il calcio è diventato un pasticcino. In pochi se ne sono accorti”.

Tavecchio è fra questi?
Trent’anni fa, l’opposizione a Tavecchio dell’opinione pubblica e di buona parte dei mezzi d’informazione avrebbe sortito un effetto. Oggi no. Il calcio è lo specchio del Paese Italia. Primum sopravvivere.

Signor Branchini, lei che se n’intende, che cosa pensa del mercato della Roma?
Ne penso un gran bene. La Roma ha fatto il salto di qualità. Dal 26 maggio 2013, quando ha perso la finale di Coppa Italia con la Lazio, ad oggi, la società è cresciuta moltissimo; Garcia ha dato un gioco e un’anima alla squadra; la dirigenza ha legittimato le proprie ambizioni con una campagna di rafforzamento oculata. La Roma è una candidata al titolo, anche se la Juve parte favorita perchè, a mio avviso, non si è affatto indebolita.

E il Napoli fatto fuori dall’Athletic Bilbao nel preliminare di Champions? Sul mercato non poteva svegliarsi prima?

Il Napoli è una società oculata: conta otto utili consecutivi di bilancio e non deflette dalla linea che si è imposto. Una linea di rigore e di attenzione ai conti. Costi quello che costi.

Signor Branchini, lei conosce bene anche la realtà milanista. Due anni fa, Galliani ha raso al suolo l’intero organico perchè il monte ingaggi lordo aveva raggiunto i 180 milioni di euro all’anno. Inzaghi, Torres, Bonaventura, Van Ginkel, Diego Lopez, Alex e Menez sono le mosse giuste per ritornare in Europa?

Il mercato è una componente importante per costruire o ricostruire una squadra vincente. Ma non è la sola e nemmeno la più importante. Io leggo segnali positivi nelle mosse del Milan. Conta la qualità dei giocatori, ma anche dell’organizzazione societaria. Torres è una scelta azzardata: se il Milan vince la scommessa, quest’anno si diverte.

Thohir, invece, non ha fatto scommesse. Ha fatto la rivoluzione, rivoltando l’Inter come un calzino. La convince la strategia dell’Inter?

Thohir ha una fortuna: si chiama Piero Ausilio. Ha fatto il mercato con 1 milione di euro. Thohir ha comprato l’Inter e poi, come Inter, ha ottenuto un prestito per finanziare l’Inter e sul quale l’Inter pagherà gli interessi. Thohir ha confermato un bravo allenatore e ha una buona squadra.

Signor Branchini, nel nostro calcio ci sono troppi stranieri o il problema sono le società che preferiscono spendere all’estero piuttosto che valorizzare i giovani italiani?
In Turchia è stato raggiunto un gentlemen agreement: 5 stranieri in campo, 8 tesserabili. In Italia questo accordo è impensabile: troppi egoismi, troppi protagonismi. Invece, basterebbe una settimana di mercato invernale e un mese estivo, magari assicurando due jolly fuori tempo massimo. Uno per motivi fisici (l’infortunio dell’ultim’ora), un altro di carattere tecnico. Stop. E parlo contro il mio interesse di procuratore.

Quali sono i giocatori ai quali si sente più legato?
Ho lavorato con tali e tanti galantuomini che farei loro torto se non li citassi tutti. Però, da Donadoni ad Abertini, da De Sciglio a Poli a Rui Costa a Boban a Ogbonna un denominatore comune c’è: la serietà, l’educazione, il rispetto, la professionalità.

Ultima domanda, signor Branchini. Se lei fosse il procuratore di Balotelli, che consiglio gli darebbe?
Balotelli appartiene alla schiera di quei ragazzi che non hanno ancora capito come, un consiglio, nella vita possa aiutare. Io non ho titolo per dare consigli a Balotelli il quale, giustamente, se gliene dessi uno potrebbe dirmi: ma tu chi sei? A Balotelli auguro solo il meglio.

Branchini: ‘Meno mercato, ridurre rose e stranieri, stop ai bidoni.ultima modifica: 2014-09-08T09:03:40+02:00da ugo565
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