La Uefa apre un’inchiesta su Tavecchio per i suoi “presunti commenti razzisti”

La Uefa apre un’inchiesta su Tavecchio per i suoi “presunti commenti razzisti”

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Il nuovo presidente della Figc nel mirino per il discusso discorso di presentazione della sua candidatura alla federazione. Tavecchio è tranquillo: “Si tratta di un atto dovuto, sono certo che potrò spiegare anche in sede UEFA sia il mio errore che le mie vere intenzioni”

Parigi, 20 agosto 2014  – L’Uefa ha aperto una inchiesta per “presunti commenti razzisti” nel confronti del nuovo presidente della Figc Carlo Tavecchio. Nel mirino dell’organismi calcistico europeo le dichiarazioni pronunciante da Tavecchio durante il discorso di presentazione della sua candidatura alla federazione.

Il neo presidente aveva detto:  “In serie A gioca chi mangiava le banane

La Uefa ha annunciato di aver “personalmente informato il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, della decisione di aprire un’inchiesta disciplinare sui presunti commenti razzisti fatti durante la sua campagna elettorale per la presidenza della Federcalcio”. Le frasi in questione sono quelle su “Opti Poba”. A occuparsi della vicenda il comitato etico e disciplinare della Uefa.
TAVECCHIO: SERENO, SPIEGHERO’ MIE INTENZIONI  – “Sono sereno e rispettoso della decisione della UEFA. Del resto si tratta di un atto dovuto, quindi da noi stessi previsto e sono certo che potrò spiegare anche in sede UEFA sia il mio errore che le mie vere intenzioni”. Lo dice Carlo Tavecchio dopo l’apertura dell’inchiesta Uefa.

Nuoto, show azzurro.

Nuoto, show azzurro. Paltrinieri oro e record nei 1.500, Detti bronzo. Castiglioni sul podio nei 100 rana. Tuffi, trionfo Cagnotto

Primato europeo per il campione azzurro: “Mi sono divertito, soprattuto quando ho visto il tempo”. Magnini ottavo nei 200 stile, Turrini sesto nei 200 misti. Trampolino da un metro: podio sfiorato per la Marconi

Impresa di Paltrinieri nei 1.500, bronzo per Detti
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Roma, 20 agosto 2014 – Gregorio Paltrinieri ha vinto l’oro nei 1500 stile libero agli Europei di nuoto in corso a Berlino. All’altro azzurro Gabriele Detti la medaglia di bronzo. Paltrinieri ha stabilito il nuovo record europeo nuotando in 14’39”93. Il precedente primato continentale, 14’43”21 apparteneva al russo Yuri Prilukov che lo aveva stabilito durante le olimpiadi di Pechino 2008. La medaglia d’argento è andata all’atleta delle Far Oer Pal Joensen. “Mi sono divertito, soprattutto quando ho visto il tempo”, ha detto ai microfoni di RaiSport racconta la sua gioia: “Speravo di andare sotto i 40 e quindi sono contento. Verso i 1100-1200 metri ho avuto un male allucinante alle braccia, ma poi sono arrivato bene in fondo”.

CASTIGLIONI DI BRONZO – Medaglia di bronzo per Arianna Castiglioni nei 100 rana. L’azzurra ha nuotato la distanza in 1’07”63. L’oro è andato alla danese Rikke Moeller pedersen (1’06”23), l’argento alla svedese Jennie Johansson (1’07”04).

MAGNINI OTTAVO NEI 200 STILE – Ottavo posto per l’italiano Filippo Magnini (1’47”42) nei 200 stile libero. Il serbo Velimir Stjepanovic ha vinto la medaglia d’oro con il tempo di 1’45”48. Medaglia d’argento per il tedesco Paul Biedermann (1’45”50), bronzo al francese Yannick Agnel (1’46”65).

TURRINI SESTO NEI 200 MISTI – Sesto l’azzurro Federico Turrini (2’00″44) nella finale dei 200 misti vinta da Laszlo Cseh. L’ungherese, con il crono di 1’58″10, ha preceduto il tedesco Philip Heintz, argento in 1’58″17, ed il britannico Roberto Pavoni, bronzo in 1’58″22. .

TUFFI, TRIONFO CAGNOTTO – Tania Cagnotto ha vinto la medaglia d’oro nella gara femminile di tuffi dal trampolino da un metro. L’italiana ha chiuso la finale con il punteggio di 289.30, davanti alla russa Kristina Ilinykh (argento, con 288.55). Al terzo posto la tedesca Tina Punzel (bronzo, con 286.70).Ha chiuso la finale odierna, invece, in quarta posizione l’altra azzurra in gara, Maria Elisabetta Marconi, con 285.50 punti.  “Non riesco mai a fare il punteggio che vorrei, ma sono felice. Mi sono ‘inginocchiata’ al penultimo tuffo e proprio non me l’aspettavo. Così per vincere poi ho dovuto fare il ‘tuffone’: ormai da Londra in poi mio padre è invecchiato non so più quanto. Poverino…”. E’ il commento a caldo della Cagnotto, fatto dai microfoni di RaiSport. “Sapevo di dover fare almeno 60 punti nell’ultimo ‘giro’ – dice ancora la ‘figlia d’arte’ -, e speravo di riuscirci dopo il 64 delle eliminatorie. Stavolta ho vinto io”. Da Berlino 2002 a Berlino 2014 per Tania Cagnotti ci sono state una bella carriera e 20 medaglie. “Allora sicuramente non credevo che sarei arrivata fin qui – risponde l’azzurra -. Ho avuto tante soddisfazioni e tante esperienze, e c’è stata anche qualche cosa andata male, però eccomi qui”. “Ci sono rimasta male – aggiunge – per Maria Marconi, ho visto che era stata al secondo posto per tutta la gara ed ero felicissima: io prima, e convinta di vedere lei seconda. Invece non era neanche sul podio e mi dispiace veramente, sembra quasi una ‘disgrazia’”. Come mai questo successo dopo essere arrivata a Berlino ‘a fari spenti’? “Nella prova da un metro – risponde la Cagnotto – si gareggia solo per eleganza e niente potenza e quindi da un metro posso permettermi di non arrivare benissimo alla gara, conta solo la ‘pulizia’. Ma dai tre metri c’e’ bisogno di gambe e reattività e un pochino la sento: ma ora sono qui e non voglio neanche pensare di non essere in forma”. Infine due dediche per questo oro: “Ringrazio la Guardia di Finanza che mi sostiene in tutto e per tutto e ringrazio mio papà che ha accettato questa collaborazione con Oscar Bertone”.

Mondiali 2014 – Ufficiale: Conte è il nuovo ct della nazionale

Mondiali 2014 – Ufficiale: Conte è il nuovo ct della nazionale

Antonio Conte allenerà la Nazionale nei prossimi 2 anni: ha firmato un contratto biennale fino al 30 giugno 2016

Di Paolo PEGORARO (Twitter @PaoloPego82) 34 minuti fa Eurosport
Mondiali 2014 - Ufficiale: Conte è il nuovo ct della nazionale
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Antonio Conte wird neuer Nationaltrainer Italiens

Ormai mancava solo la firma per accertare il nuovo incarico. È arrivata anche quella. Antonio Conte allenerà la nazionale italiana fino al 30 giugno 2016, data in cui scadrà il mandato di Carlo Tavecchio e del nuovo consiglio federale. Guiderà gli azzurri nelle qualificazioni verso l’Europeo di Francia 2016, poi si vedrà. Va così a buon fine la prima missione di Tavecchio nelle vesti di presidente della FIGC: l’ex capo della LND aveva infatti puntato con forza alla candidatura del tecnico dei tre scudetti al timone della Juventus.

Decisivo, ai fini della positiva conclusione della trattativa, l’apporto della Puma, sponsor tecnico della nazionale che si accollerà una parte significativa dell’ingaggio di Conte: 1,7 milione di euro garantito dalla FIGC più un extra stipendio dell’ordine 2,5-3 milioni lordi all’anno garantito dalla Puma per raggiungere il valore di mercato dell’ex allenatore bianconero, pari a 3,6-4 milioni di euro. A tanto ammonta l’ingaggio netto di Antonio Conte. Sarà il terzo allenatore di rappresentative nazionali più pagato al mondo, dietro l’inarrivabile Fabio Capello (9 milioni dalla federazione russa) e a Roy Hodgson (4,5 milioni dalla Football Association).

Conte sarà accontentato in tutto e per tutto: dagli stage, alla supervisione della totalità delle nazionali, alla collaborazione continuativa con i club italiani sino alla scelta dello staff tecnico. Tutte le richieste del tecnico salentino saranno esaudite e per lui sarà ritagliato un ruolo ad hoc di un commissario tecnico simile a un allenatore di club; i collaboratori di Antonio Conte saranno con ogni probabilità Alessio, Carrera e Bertelli.

La nazionale italiana dopo la disastrosa spedizione brasiliana si affida così al carisma e alla grinta dell’ex condottiero bianconero, capace di sbaragliare la concorrenza di Mancini e Zaccheroni. I primi impegni di Conte: l’amichevole del San Nicola di Bari contro l’Olanda in programma il prossimo giovedì 4 settembre e l’esordio ufficiale nelle qualificazioni di Euro 2016 di martedì 9 settembre a Oslo con la Norvegia.

UFFICIALE: TAVECCHIO NUOVO PRESIDENTE FIGC

UFFICIALE: TAVECCHIO NUOVO PRESIDENTE FIGC, reazioni e toto-CT

11 agosto alle 19:00

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò ha dichiarato: “Complimenti a Tavecchio per l’elezione e benvenuto nella grande famiglia del Consiglio Nazionale del Coni.Complimenti anche ad Albertini che ha combattuto lealmente fino all’ultimo. Adesso però si deve guardare avanti. Tavecchio è stato bravo a farsi eleggere, ma ora dovrà essere ancora più bravo per portare dalla sua parte anche chi non l’ha votato. Come sostengo da sempre, il calcio ha bisogno di riforme importanti che si possono realizzare solo con la piena condivisione di tutte le componenti. Sono convinto che Tavecchio porterà presto novità anche all’interno della governance. Avevo detto che ci sarebbero state sorprese e ci saranno a breve. Ma tocca a Tavecchio annunciarle e comunicarle. Da parte mia i più sinceri auguri di buon lavoro”.

18.55 L’ex presidente della Figc, Giancarlo Abete ha commentato: “Ci sono forti diversità, ma serve uno sforzo per l’unità. Le grandi riforme non si fanno con maggioranze del 51% come avviene nel Paese, bisognerà cercare di migliorarci tutti insieme. Il calcio, con tanti problemi, ha comunque una sua dimensione importante nel sistema Paese e merita più del rispetto avuto negli ultimi periodi da parte dell’opinione pubblica. La ripresa dell’attività è alle porte, è necessario dare una nuova guida alla Nazionale italiana. Se gli ho dato un consiglio? Assolutamente no”. 

18.50 Il presidente della Lazio, Claudio Lotito ha dichiarato: “Tavecchio ha dimostrato che contano più i fatti delle parole. Io non sono stato regista di nulla, ho sostenuto l’attuazione di un programma che è stato condiviso dalla Lega A e recepito dalle altre leghe. Con coerenza, lui lo ha portato avanti fino ad oggi e i fatti ci hanno dato ragione, ha vinto la politica dei fatti e non quella delle parole. Io il suo tutor? Queste sono invenzioni, Tavecchio non ha bisogno di tutele, è una persona che è nelle condizioni di poter decidere autonomamente e il suo curriculum parla da solo. Ha dimostrato con i fatti cosa è capace di fare, ha trasformato la Lega Dilettanti rendendola competitiva. Ritengo che possa fare cose importanti anche in Figc”.

18.45 Il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta ha commentato: “Adesso guardiamo avanti e non nello specchietto retrovisore, spero che si ricominci a lavorare con spirito costruttivo. C’è convergenza sul programma di Tavecchio, ora bisogna lavorare per centrare gli obiettivi in tempi relativamente brevi. Juventus e Roma sempre all’opposizione? L’esito delle ultime votazioni per il Consiglio di Lega fa pensare che questa situazione sia stata superata”. 

18.40 Il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni ha dichiarato: “Ora sarà importante quello che saprà fare per il calcio. C’è una nuova fase e una nuova Federazione, è il momento del lavoro e vedremo. Fronte spaccato? E’ per questo che avevamo suggerito un ripensamento a entrambi i candidati, perché nessuno dei due aveva un seguito così forte per portare avanti le riforme strutturali. Non è stato così ed è stato necessario arrivare alla terza votazione, che non è mai un bel segnale”. 
18.35 Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi ha commentato: “Tavecchio ha vinto con una maggioranza piuttosto larga, non dico all’unanimità ma quasi. Tavecchio ha preso più di due terzi dei voti e non c’è stata storia. Ha vinto il candidato che è stato designato da tutte le leghe, se poi qualcuno ha cambiato idea… Con Andrea Agnelli c’è stato uno scambio verbale, dettatto dalla sconfitta annunciata dell’altro candidato (Albertini, ndr)”.

18.30 Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi ha dichiarato: “Purtroppo non c’è stata la voglia di dare un cambio di marcia. Avete visto chi sono gli sponsor del presidente federale… Purtroppo è fuori dalle nostre possibilità un controllo di questo tipo. Demetrio Albertini, pur essendo stato candidato dalle componenti tecniche, ha preso voti anche dalle altre componenti”.

18.20 L’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani ha commentato: “Il risultato è questo. Praticamente tutte le società di A, B, Lega Pro e Dilettanti hanno votato, come deciso dalle rispettive assemblee, per Carlo Tavecchio. Direi che il fatto politico più significativo sia, per la prima volta in assoluto, la compattezza delle quattro Leghe. Le Leghe hanno ritenuto che fosse Carlo Tavecchio la persona più adatta a fare queste riforme. Anche Albertini ha proposto delle riforme. Direi proprio questo: mai c’era stata una compattezza del genere”.

18.15 Demetri Albertini si è concesso ai microfoni della stampa in seguito alle votazioni che lo hanno visto sconfitto alla corsa per la presidenza della Figc: “Avevo detto che volevo essere un’alternativa diversa, ma si è rivisto il corporativismo, come sempre dichiarato dall’inizio con il patto delle Leghe. Sinceramente il blocco è sempre difficile da scardinare. Faccio un in bocca al lupo a Carlo Tavecchio, però credo che non sarà semplice. Sarà un cammino molto difficile sostituire Giancarlo Abete. Lavoro di squadra? Abete sicuramente lo ha fatto. Dipenderà sui decreti, su quelle cose che si potranno fare e sui cambiamenti dello statuto. E quindi credo che dipenderà dall’incisività che potrà avvenire successivamente. Cosa farò oggi? Vado a casa da mia moglie e i miei figli”

18.06 Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport Michele Uva, attuale direttore generale di Coni Servizi, sarà il direttore generale della Figc di Tavecchio. Per lui un passato da direttore della Lazio e del Parma, rispettivamente nel 2001 e 2002.

17.15 Carlo Tavecchio è il nuovo presidente della Figc con il 63,33 % dei voti, a Demetrio Albertini sono andati invece il 33% dei voti, il 2,42% delle schede sono invece risultate bianche. “Grazie a tutti. Vorrei ringraziare coloro che legittimamente hanno espresso valutazioni diverse. Sarò il presidente di tutti. C’è stata una dimostrazione di grande serietà e comportamento di democrazia. Dopo la prima sessione di voto ho dovuto chiedere ai miei collaboratori che mi aiutassero a scrivere qualcosa per un ringraziamento dal profondo del cuore. Cercherò di migliorare il mio modo un po’ ruvido e poco glamour come qualcuno lo ha definito giustamente. Ringrazio coloro che mi hanno confermato la fiducia e fatto sentire il loro appoggio anche in momenti difficili”, queste le prime parole di Tavecchio dopo la sua elezione.

16.32 Si è conclusa anche la seconda votazione. I risultati vedono ancora Tavecchio in vantaggio con il 63% dei voti, adAlbertini è andato il 34% dei voti, mentre quasi il 3% sono state le schede bianche. Nessuno dei due candidati ha raggiunto il quorum del 66%, quindi sarà necessaria una nuova votazione in programma alle 16.45.

16.25 Inziano ad arrivare dettagli riguardo la lite che ha coinvolto Preziosi-Agnelli e Lotito. Secondo alcuni testimoni dopo aver discusso con Preziosi il presidente Agnelli avrebbe avuto una discussione animata anche con Lotito, principale sostenitore di Tavecchio e reo di aver fatto “pressioni” sugli altri presidenti per votare il favorito Tavecchio.

16.00 Prende il via la seconda votazione. Per aggiudicarsi la presidenza della Figc occorrerà il 66% dei voti.

15.29 Sono ufficiali i risultati della prima votazione. Tavecchio ha ottenuto il 60,20% dei voti, Albertini il 35,46% mentre il 4,33% sono state le schede nulle. Per decretare il vincitore occorrerà una seconda votazione.

15.15 Secondo quanto riporta SportMediaset ci sarebbero stati momenti di tensione tra Preziosi Agnelli. Il presidente del Genoa avrebbe accusato quello bianconero di “essersi presentato in ginocchio per un posto in consiglio federale”. Agnelli ha tuonato con un :”Non ti devi azzardare a nominarmi”.

14.50 “Non ho mai fatto una corsa sui numeri, non è un partita contro qualcuno, ma voglio dare la possibilità di una scelta diversa. Voglio essere l’alternativa, dopo otto anni da dirigente sportivo e tanti sui campi. Metto a disposizione la mia esperienza”. Queste le parole di Demetrio Albertini nel suo discorso all’assemblea elettiva. “Cultura sportiva, progetto e governance le mie tre macroaree e non possiamo non cominciare dalla prima. Vorrei giudizio oggettivo”

14.45 Franco Carraro, ex presidente di FIGC e Coni, ha ribadito il suo appoggio a Tavecchio: “Io sono un sostenitore del fatto che la federazione esprima un suo presidente e credo che Tavecchio, con le sue lacune, sia meglio di Albertini e sono sicuro che, una volta eletto, potrà dare un contributo importante. Non sono favorevole, invece, al commissiamento”.

14.40 “Nel mio programma proprio lo sviluppo della comunicazione, dei rapporti con i media è uno dei punti chiave per la crescita, con la governance, la crescita dei giovani, il contrasto alla violenza e alla discriminazione”. Queste le parole del candidato e grande favorito alla corsa per la presidenza Carlo Tavecchio.

13.30 Secondo quanto riportato dal profilo Twitter della trasmissione radiofonica Tutti Convocati di Radio24Antonio Conte e Roberto Mancini non sarebbero interessati ad allenare la nazionale italiana sotto la governance di Carlo Tavecchio. Il principale candidato diventa quindi Alberto Zaccheroni che ha guidato il Giappone anche negli ultimi Mondiali di Brasile 2014, in alternativa a Francesco Guidolin dell’Udinese.

13.25 Si susseguono le dichiarazioni nel corso dell’assemblea che eleggerà il nuovo presidente della FIGC. La lega di serie A, tramite il suo presidente Maurizio Beretta ha confermato i punti cardine del progetto di riforma del calcio italiano. “Da qui deve partire un grande sforzo riformatore nell’auspicio che si possa imprimere una accelerazione per realizzare quello di cui tutti abbiamo bisogno. Come Lega di A abbiamo condiviso un documento programmatico e contiamo di ripartire da lì per intervenire su 4 punti essenziali: governance, attività sportiva; sicurezza; norme generali”.

13.10 Nel suo intervento nel corso dell’assemblea, l’ex presidente federale Franco Carraro ha sponsorizzato la candidatura diTavecchio: “Io sono un sostenitore del fatto che la federazione esprima un suo presidente e credo che Tavecchio, con le sue lacune, sia meglio di quanto non sia Albertini. Non sono favorevole al commissiamento”.

13.00 Anche il CONI, nella persona di Roberto Fabbricini si è esposto in un breve commento alla ormai prossima elelzione: “Il Coni ha una funzione di indirizzo e guida, il nostro augurio è che da questa giornata esca fuori una governance forte del calcio. Il ruolo di Abete resta importante, anche in Uefa e la sua permanenza in Giunta Coni è sinonimo di signorilità e competenza”.

12.40 L’apertura dell’assemblea federale va al presidente dimissionario Giancarlo Abete. L’ex numero uno della FIGC ha preso la parola indirizzando i votanti verso una scelta concreta: “Spero che la Figc abbia un presidente, non un commissario. Non ho mai creduto agli unti del Signore, non serve chi non ha dimestichezza con i voleri che vengono dal basso. Se dovessimo pensare che per governare serva un largo consenso anche il Coni doveva essere commissariato: la cultura del pensiero unico non appartiene alla democrazia. La Figc è una casa di vetro, ogni tanto vanno lavati, ma dall’interno sono tutti puliti anche se c’e’ chi tenta di sporcarli dall’esterno. La federazione ha i conti in ordine, non contribuisce al debito pubblico – ha proseguito – e il mondo del calcio ha un credito forte nei confronti dello Stato e dello sport. Toglierle soldi sfavorirà chi cerca di portare avanti gli interessi generali e di contrastare quelli privatistici. Sento dire che i candidati sono inadeguati. Quelli che lo affermano sono di gran lunga più inadeguati. Non bisogna sputare veleno sul nostro mondo“.

12.37 Poco prima dell’inizio dell’assemblea, il candidato Demetrio Albertini ha rilasciato un’ultima dichiarazione d’intenti: “Io ho lanciato una sfida sulle idee. Mi sono messo a disposizione, proponendo un’opportunità di cambiare. Obiettivi per oggi?Esporre nel mio discorso il progetto sportivo che è alla base della mia proposta. Io tengo molto alla crescita dei giovani, spero che le società ci credano come noi e che si possa fare un progetto unitario. Conte ct? Ci pensiamo dopo l’elezione”.

12.35 Il presidente della SampdoriaMassimo Ferrero, dopo essersi unito al gruppo delle dissidenti guidato da Roma e Juventus non si sbilancia poco prima del via dell’assemblea della Figc che dovrà eleggere i nuovi vertici: “Voterò secondo contenuti e coscienza”.

11.27 “La Lega di A è spaccata? L’urna parlerà“. Il n.1 della Lazio Claudio Lotito, grande sostenitore di Tavecchio, è fiducioso in vista dell’elezione del presidente Figc. “C’è chi lavora per il sistema e chi a livello personale -ha aggiunto – Contro Tavecchio ci sono stati atti di killeraggio mediatico, fanno capo a dei riferimenti ben precisi sia di chi li ha promossi sia di chi li ha messi in atto”

11.20 “Contro Tavecchio c’è solo un falso moralismo”. Enrico Preziosi, presidente del Genoa, è nella cordata della serie A che appoggia Carlo Tavecchio nella corsa alla presidenza alla Figc: “Se sarà difficile governare con la Lega spaccata? Lo dice chi perde…Chi ha criticato Tavecchio ha fatto solo del falsi moralismi. Chi ha sottoscritto il documento a favore della candidatura deve essere coerente e io lo sono”.

11.15 Secondo la Gazzetta dello Sport, prima dell’assemblea si è tenuta una riunione informale fra i club di serie A in cui sono emerse voci di altre defezioni dal fronte delle 8 dissidenti che avevano firmato il comunicato contro Tavecchio la cui candidature sembra sempre più blindata

11.00 Ecco come funzionano le votazioni: la prima alle ore 14.00 per l’elezione del nuovo presidente federale serve il 75% dei consensi. La seconda votazione, in programma alle 16.00 per l’elezione del nuovo presidente federale in cui serve il 66%. La terza, in cui presumibilmente si otterrà la decisione definitiva, sarà alle 18.00 e sarà necessario il 50%+1 dei consensi.

10.20  L’importante ora è lavorare tutti insieme. Sono fiducioso”. Così il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, prima del via dell’assemblea della Federcalcio che dovrà scegliere il nuovo presidente tra Carlo Tavecchio, che ha il sostegno dei club, e Demetrio Albertini, appoggiato da Aic e Aiac.

10.15 Il consiglio Figc è frammentato e non sarà facile attuare le riforme nell’immediato. In Lega Calcio ci sono due anime, la spaccatura è evidente”. Così il dg della Juventus, Beppe Marotta, in attesa del via dell’assemblea elettiva della Figc. “Non credo in un ricompattamento – ha aggiunto – Lascia perplessi il super attivismo di Lotito che fa da tutor al candidato Tavecchio, cosa unica nella storia della federazione. Sembra che ci siano interessi personali a discapito dei collettivi. Conte è un ottimo professionista che può far bene anche in Nazionale. Conte è un allenatore che può far bene nei club come in nazionale. Ma la scelta non compete a noi”.

10.03 Ci siamo. E’ il giorno dell’elezione del nuovo presidente della Figc. L’appuntamento è all’hotel Hilton di Fiumicino, i 278 delegati del calcio italiano sono chiamati a esprimersi: ognuno di loro avrà un documento in mano per accreditarsi e un badge di riconoscimento.

“Pantani non si suicidò ma fu ucciso”

“Pantani non si suicidò ma fu ucciso”, caso riaperto. Il legale: realtà diversa da quella ufficiale

“Una realtà fattuale molto diversa da quella emersa ufficialmente all’epoca”. Spiega così l’avvocato Antonio De Rensis la riapertura dell’inchiesta per la morte di Marco Pantani sulla base di un esposto da lui presentato per conto dei familiari del Pirata.
Troppi errori: ora la verità – “Mi limito a dire – aggiunge parlando con l’ANSA – che è già impor-tante comprendere tutti che la realtà fattuale è molto diversa. E già questo è tanto, perché porta poi in direzioni molto precise. Intanto facciamo emergere le enormi lacune e contraddizioni, fac-ciamo emergere ciò che si poteva comprendere facilmente all’epoca e poi partiamo tutti insieme da qui per arrivare a ristabilire una verità. È un’indagine nuova che si apre con una ipotesi di reato grave. Sarà un’indagine che durerà molto, perché comunque è complessa. Gli elementi che dovrà valutare la procura sono tantissimi, però il nostro intendimento è di evidenziare in modo chiaro che la verità ufficiale è piuttosto lontano da quella fattuale”.
Come è stato riaperto il caso – De Rensis, avvocato del foro di Bologna, è un legale abituato alle battaglie che legano lo sport alla giustizia: ha assistito Antonio Conte nella vicenda del calcio scommesse. Nel caso Pantani il legale ha fatto un’enorme mole di lavoro per preparare l’esposto: lavoro di analisi delle carte, di confronto, di indagini difensive. Il tutto suffragato dalla perizia medico scientifica del prof. Francesco Maria Avato, che con un suo lavoro aveva portato alla ria-pertura del caso di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 a Ro-seto Capo Spulico (Cosenza). Un caso che per anni è stato considerato un suicidio poi è stato ria-perto per omicidio.
Lavoro impegnativo – “Un lavoro faticoso e impegnativo – dice De Rensis – anche di rilettura. Gli atti non è stato nemmeno semplice acquisirli. Questi faldoni sono negli archivi, sono migliaia e migliaia di pagine che sono state analizzate, sezionate, studiate, confrontate. Poi il lavoro scienti-fico del prof. Avato, che si è andato a confrontare e intrecciare continuativamente con le analisi degli atti di indagine e processuali, a confronto reciproco e intreccio reciproco. Quindi le indagini difensive che sicuramente, seppure assolutamente riservate, hanno evidenziato elementi impor-tantissimi”.
Dovere morale oltre che giudiziario – “Io nutro un grande rispetto per la magistratura, mia forma mentale – precisa De Rensis -. Noi abbiamo lavorato pensando che dovevamo aprire una pagina nuova sulla base di enormi lacune e enormi contraddizioni”. “Queste lacune e incongruenze per noi possono essere colmate – conclude – possono essere riviste e credo che questo sia un dovere morale, oltre che giudiziario, da parte di tutti. Dobbiamo lavorare insieme per riscrivere la pagina di quella dolorosissima vicenda il più possibile vicino alla realtà”.
I segni sul cadavere di Pantani – Il cadavere di Marco Pantani fu trovato la sera del 14 febbraio 2004 nella camera da letto, su piano rialzato, in un appartamento al quinto piano del residence ”Le Rose” di Rimini. La salma, presenti ufficiali di polizia giudiziaria, fu ispezionata da un medico della Asl di Rimini. Secondo quanto risulta in atti giudiziari, il cadavere era ”prono, sul pavi-mento, al lato destro del letto”; presentava ”vistose macchie ipostatiche sul volto, sul torace e sulle gambe”. Il medico legale rilevò ”lievi escoriazioni sul capo, uscita di sostanza ematica dalle narici”, conseguenza della ”probabile lesione del setto nasale”. Il cadavere presentava, inoltre, alcuni particolari, descritti nei verbali della polizia: ”un tatuaggio raffigurante un diavoletti di colore rosso con forcone e una nuvoletta sul braccio destro; un tatuaggio raffigurante una faccia e una rosa sulla regione pettorale sinistra”. Una ”vistosa chiazza di sostanza presumibilmente ematica”, infine, fu rilevata ”sul pavimento, in corrispondenza del volto del cadavere”.
Cosa scrisse il Pirata prima di morire – Frasi sconclusionate, apparentemente senza senso, dalle quali traspariva – secondo gli investigatori dell’epoca – una evidente condizione di disagio. Erano di questo tenore, in prevalenza, gli scritti di Marco Pantani trovati nella camera del re-sidence all’ interno della quale fu trovato morto il “pirata”. “Colori, uno su tutti rosa arancio come contenta, le rose sono rosa e la rosa rossa è la piu’ contata”, annotava Pantani su un bi-glietto. E su un altro il “pirata” scriveva: “Con tutti Marte e Venere segnano per sentire”.

Con Pantani per sempre

Jacobelli: con Pantani per sempre, contro gli sciacalli che da 15 anni hanno sputato veleno su Marco

02 agosto alle 11:14

Questo editoriale è stato pubblicato da calciomercato.com il 24 luglio 2013.
Nel giorno in cui è diventata ufficiale la notizia della riapertura dell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani, perché sarebbe stato picchiato e costretto a ingurgitare coicaina, ci sembra doveroso riproporlo alla vostra attenzione.
Anche perché, quel veleno lanciato contro Pantani, in ordine di tempo fu soltanto l’ultima dose dell’indecente campagna di fango montata contro il fuoriclasse romagnolo, mai trovato positivo a un controllo antidoping.
Nulla potrà mai restituirci Marco, tutto deve essere fatto per onorarne la memoria e difenderla dagli sciacalli che prima e dopo la scomparsa di Pantani si sono accaniti contro di lui. Da dieci anni, Mamma Tonina e Papà Paolo si battono in nome di Marco. Oggi hanno una ragione di più per capire che non sono mai stati soli e non lo saranno mai.

x.j.

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I francesi hanno la coda di paglia lunga cent’anni di Tour e, ancora una volta, schizzano fango su Marco Pantani. Ma nessun avvoltoio riuscirà a intaccare il Mito di Marco contro il quale si è abbattuta l’ultima vigliaccata, visto che non può difendersi dalle rivelazioni a scoppio ritardato di chi continua a sputare veleno sul Grande Romagnolo. Questi sciacalli schiatteranno all’inferno.

Bisogna dirglielo forte e chiaro, agli ipocriti custodi a orologeria della Grande Boucle, che si alzano presto, ma si svegliano tardi.

Sono trascorsi quindici anni dal trionfo di Pantani a Parigi e ne sono passato undici da quando il Pirata si ha lasciato.

Era il 2004, lo stesso anno in cui vennero effettuate le analisi secondo le quali Marco, come altri corridori, avrebbe fatto uso di epo al Tour del ’98. Avrebbe, perchè il condiizonale è tassativo. Come ha sottolineato lo stesso Pat Mc Quaid, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, nel 2004 non ci fu la possibilità di effettuare le controanalis e non ci furono le condizioni di garanzia e difesa degli incolpati. 

E tutto questo succede nell’Anno Domini 2013, proprio nella patria di liberté, egalité e fraternité.

La commissione d’inchiesta del Senato svergogna Pantani e altri corridori (Tafi, Fabio Sacchi, Eddy Mazzoleni, Nicola Minali, Cipollini, Erik Zabel, Jan Ullrich, Bo Hamburger, Laurent Jalabert, Marcos Serrano, Jens Heppner, Jeroen Blijlevens, Jacky Durand, Abraham Olano, Laurent Desbiens, Manuel Beltran e Kevin Livingston).

Ma,  attenzione, pontifica il relatore del rapporto, “non c’è alcun rischio di sanzione per loro” e il nome di Pantani non verrà cancellato dall’albo d’oro del Tour come è accaduto a Lance Armstrong al quale  dopo la confessione di essersi dopato, sono stati tolti i sette titoli conquistati dal 1999 al 2005. Domanda numero 1: ma se i diciotto di cui sopra sono colpevoli, perché non vengono puniti anche retroattivamente? Forse perchè non ci sono state le controanalisi e non è sttao garantito loro il diritto alla difesa? Domanda numero 2: dal 1999 al 2005, i pasdaran dell’antidoping nell’Esagono dov’erano? Tutti ai piedi di Armstfong per celebrare la gloria imperitura del Tour. O no?

Hanno scritto Tonina e Paolo Pantani: “Abbiamo la certezza che, pur trattandosi di analisi condotte anni dopo lo svolgimento della gara in oggetto, debbano sussistere anche per esse tutte le garanzie a tutela dell’atleta: Marco Pantani.

Senza entrare nel merito della conservazione dei campioni o di altri mezzi di prova, ci troviamo costretti a farvi notare queste analisi sono state eseguite dopo la morte di Marco e questo lo ha privato del più elementare diritto alla difesa, quale ad esempio quello di richiedere le controanalisi o di nominare un perito di parte per assistervi.

Soltanto in caso di positività del campione B, sarebbe superfluo ricordarlo ma giova farlo, è possibile parlare di positività. Come accade anche nel Diritto Penale, la morte interrompe qualsiasi procedura in essere o futura a carico dell’indagato incidendo anche sul reato che viene così dichiarato estinto come estinta è la pena nel caso in cui sia nel frattempo intervenuta la condanna.

A maggior ragione nel diritto, sportivo che richiama i principi generali del diritto ordinario nelle fattispecie non espressamente disciplinate, le garanzie difensive per l’incolpato devono essere assolutamente garantite nella loro completezza, senza possibilità di delega. Pertanto vi diffidiamo dall’intraprendere qualsiasi iniziativa che possa spogliare Marco dei titoli da lui conquistati sulla strada e dall’affrontare l’argomento in sedi ufficiali o con gli organi di informazione, giacché parlare di un provvedimento giuridicamente insostenibile può ledere in modo grave l’immagine di nostro figlio.

In tutti i paesi civili le norme che regolano l’accertamento dei fatti di rilevanza giuridica presuppongono la salvaguardia del fondamentale ed inviolabile diritto di difesa. Lo stesso principio è posto alla base delle norme regolamentari sportive che reiteratamente e con chiarezza attribuiscono all’incolpato una serie di facoltà tendenti all’accertamento della verità che non può che scaturire dal contraddittorio e dall’esercizio delle garanzie difensive. Nel nostro caso riteniamo ignobile e soprattutto illegittimo che si parli di inchieste e addirittura di sanzioni nei confronti di una persona che purtroppo non può più difendersi né nominare persone che lo possano difendere.

Noi però per l’amore che ci lega a lui e per il sentimento di giustizia che ancora ci informa, non intendiamo abdicare al nostro dovere di difendere la sua immagine ed il suo nome. Ed è per tale motivo che vi chiediamo ufficialmente di non parlare ancora di lui come di un qualsiasi altro atleta ancora in vita, ed è per tale motivo che vi diffidiamo ufficialmente ad intraprendere una qualsiasi illegittima azione che, contrastando le più elementari norme di diritto, ne infanghi il nome”.

Parole sante. Da sottoscrivere a una a una. Pantani ha il diritto di riposare in pace. Per sempre.

“Pantani fu ucciso”, riaperte le indagini

“Pantani fu ucciso”, riaperte le indagini

La Procura di Rimini avvia una nuova inchiesta 10 anni dopo la morte del ciclista. L’ipotesi: il Pirata picchiato e costretto a bere cocaina


"Pantani fu ucciso", riaperte le indagini

Ansa

Marco Pantani non morì a causa di un overdose involontaria di cocaina, ma fu ucciso. E’ l’ipotesi sostenuta (da sempre) dalla famiglia del campione di ciclismo trovato senza vita la sera del 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini e confermata ora anche da una perizia medico legale eseguita, per conto dei parenti del Pirata, dal professor Francesco Maria Avato secondo la quale qualcuno costrinse l’atleta a bere grandi quantità di droga diluite nell’acqua. Proprio questi esami avrebbero convinto la Procura di Rimini di riaprire il caso 10 anni dopo la morte del vincitore di Giro d’Italia e Tour de France nel 1998.

 

“Le ferite sul corpo di Marco Pantani – sostiene la perizia, secondo quanto riporta la Repubblica – non sono autoprocurate, ma opera di terzi”. La Gazzetta dello Sport scrive inoltre che l’atleta sarebbe stato picchiato e costretto a bere la cocaina mentre si trovava nella stanza d’albergo di Rimini perchè le grandi quantità di stupefacente trovate nel suo corpo potevano essere assunte solo se diluite. L’ipotesi di reato su cui indaga ora la procura sarebbe quella di omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi. “Ho letto i faldoni del Tribunale e ci sono scritte cose non vere”, aveva spiegato la mamma di Pantani, Tonina Belletti, in una recente intervista. “Marco non era solo nel residence: con lui potevano esserci più persone. Ha chiamato i carabinieri, parlando di persone che gli davano fastidio, e dopo un’ora è stato trovato morto”, ha ribadito la donna. “Secondo me – ha proseguito – Marco aveva pestato i piedi a qualcuno, perchè lui quello che pensava diceva: parlava di doping, diceva che il doping esiste“. “Marco non tornerà mai – aveva aggiunto – ma io aspetto ancora la verità, su Rimini come su Madonna di Campiglio”.

 

 

I problemi del calcio italiano

Serie A – Limitiamo le rose, e apriamo ai giovani

Uno dei problemi del calcio italiano è sicuramente quello rappresentato dalle rose extra-large: ci sono squadre, nei nostri campionati, con oltre 100 tesserati. Nell’ultima stagione, le squadre della nostra Serie A hanno prodotto trasferimenti per 1127 giocatori: il Parma, solo in entrata, ha fatto 178 operazioni…

Di Andrea TABACCO (Twitter: @AndreaTabacco) 31 luglio 2014 11:31 Eurosport
Serie A - Limitiamo le rose, e apriamo ai giovani
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FOOTBALL transfer money euros

Il calcio italiano è malato. Purtroppo lo sappiamo da un po’, e i dati raccolti da un’inchiesta fatta dalla Gazzetta dello Sport non fanno che confermare le sensazioni che abbiamo un po’ tutti da ormai parecchi anni.

A causa di una politica gestionale senza senso, in Italia le spese sono di molto superiori ai ricavi. In Inghilterra, per esempio, i 31 miliardi di entrate riescono benissimo a gestire i 27 di uscite: in Germania e in Spagna, invece, gli ultimi quindici anni sono serviti per rilanciare Bundesliga e Liga che così hanno capitalizzato al meglio i ricavi che, stagione dopo stagione, hanno via a via avuto a disposizione. Dappertutto, in Europa, si spende meno (o si spende meglio) rispetto a quanto non si faccia in Italia, che in fatto di ricavi non è poi tanto lontana dai maggiori campionati del nostro continente.

Nonostante la Serie A abbia registrato un’importante crescita del fatturato, siamo intorno al 112% dal 1998 al 2013, il nostro calcio ha dimostrato di non saper gestire le proprie risorse economiche, vanificando tutti i ricavi e azzerando gli utili. Il motivo è presto spiegato con gli stipendi folli dei primi anni 2000 (si è passati da 28.4 a quasi 60 milioni di euro per squadra) e di una politica di mercato che tende a favorire quasi esclusivamente i procuratori, che aumentando i trasferimenti fanno crescere ovviamente anche le loro provvigioni.

Nella stagione 2013-2014, in Serie A ci sono stati 1127 trasferimenti (entrata e uscita): nessuno negli ultimi due anni ha registrato un traffico simile di calciatori, addirittura 2533 transizioni nell’ultimo biennio. Ci segue, a debita distanza, solo la Premier League con 1169. Gli altri Paesi sono lontani: la Liga si ferma a 739, la Ligue 1 a 680, e la Bundesliga a 655.

Il giro di giocatori in Italia è pazzesco. Ormai a comandare il mercato sono i procuratori, che in alcuni casi hanno ridotto le società al semplice ruolo di ostaggi. Non si spiega, tanto per fare un esempio, il numero dei trasferimenti in entrata del Parma nella scorsa stagione: addirittura 178. Così come non trova ragione la necessità di andare a spendere tutto questo denaro in Sudamerica alla ricerca di nuovi talenti, quando poi solo l’8-10% riesce a ritagliarsi un ruolo importante nel nostro Paese. Negli ultimi due anni l’Italia ha sperperato nel Sudamerica qualcosa come 158 milioni di euro: molto più di Francia (73), Inghilterra (48), Spagna (22) e Germania (13).

Le rose extra-large. Ecco un altro problema grave del nostro calcio. In Italia ci sono società con oltre 100 tesserati, che poi chissà che fine fanno, e soprattutto se vanno realmente a giocare da qualche parte. Fissiamo come in Inghilterra e Spagna il limite massimo di 25 giocatori per squadra così come funziona per le competizioni Uefa. E se 25 elementi sono pochi per completare una rosa, nessun problema: si può sempre pensare di rendere illimitati i giocatori italiani Under 21 o Under 23. In Premier League e nella Liga lo fanno già. E onestamente da quelle parti non sembrano stare poi tanto male…

 

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Promesse, affari e interessi di bottega: il peggio non è solo Tavecchio

Promesse, affari e interessi di bottega: il peggio non è solo Tavecchio

31 luglio alle 22:30

Eppure la colpa mica è di Tavecchio. Lui è quello che è, non nasconde nulla di sé. Un signore un po’ avanti con gli anni e molto indietro con  la capacità di esprimere qualcosa di decente, un tizio abituato a gestire un potere fatto di intrighetti, promesse, pacche sulle spalle, affarucci e affaroni, sguazzando felice in un grande mare di mediocrità.

Eppure la colpa non è sua, così maldestro da essere se stesso anche nel momento sbagliato, quando avrebbe dovuto provare a vestire i panni di qualcun altro, il dirigente maturo e saggio e prudente e silenzioso. Invece Tavecchio è questo, quindi ha parlato, ha detto quel che ha detto, si è rovinato. La colpa, dunque, è solo di chi in queste lunghe settimane di pietose trattative, aveva scelto proprio uno così, un  Tavecchio, come uomo del destino e del futuro.

E’ nella decisione ponderata e risoluta di sostenere uno così che si racchiude tutto il senso del declino del calcio italiano. E’ lì che va cercata la colpa. Nei piccoli e miserabili interessi di bottega che hanno spinto i presidenti delle squadre di calcio, prima quelli della serie B, poi quelli della serie A, ad accordarsi per sostenere il niente rappresentato da Tavecchio. È negli accordi sulle tante fette da spartirsi, sugli equilibri di potere, sulle quote di territorio destinate agli uni o agli altri: tu mi dai i tuoi voti della serie B per essere eletto e io, Tavecchio Carlo, ti garantisco che la mutualità, i contributi per la tua Lega,non saranno toccati. Tu mi dai i tuoi pochi ma pesanti voti della serie A e io, Tavecchio Carlo, ti garantisco che la Figc farà gli interessi dei grandi e dei piccoli club, offrendo soldi a chi retrocede e poltrone a chi galleggia in mezzo, regole meno fastidiose per chi vuole fare affari con il mercato e sanzioni meno pesanti per chi ha tifosi che fanno cori razzisti, o magari, ironia del destino, tirano banane in campo.

È nel vuoto di vedute che va cercata la colpa, nella mancanza di un orizzonte, di un pensiero, di un’idea comune. È in una classe dirigente che nello sport non esiste: possiamo considerare classe dirigente i nostri presidenti del calcio? Davvero c’è qualcuno che lo pensa? Non è neppure il loro compito, loro sono proprietari di aziende, a volte personaggi folcloristici, spesso gente indaffarata in altre faccende. Il problema, però, è che persone che misurano la propria importanza dal numero di telefonini con cui lavorano o dalla collezione di allenatori licenziati, sono deputate a selezionarla, la classe dirigente. Sono loro, i presidenti, a scegliere i Tavecchio, gli Abete, i Beretta. Li scelgono, in cambio di promesse, di favori, di piccole convenienze del momento. Poi tornano ai loro affari, che peraltro vanno sempre peggio. Intanto i Tavecchio governano.

Mica è tanto difficile, in fondo, capire perché il calcio è ridotto così. Mica è tanto difficile capire di chi è la colpa. Mica è tanto azzardato dire che il capolinea è arrivato, e ora bisogna scendere. Il tutto nel silenzio assordante e complice del Coni e del suo presidente Malagò, che pure tanto vorrebbe passare per innovatore.

Tavecchio che avanza

Tavecchio che avanza: largo ai giovani e alla bella Hawaiana

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Da unico frutto dell’amor a frutto del peccato. Continua la polemica dopo la gaffe razzista diTavecchio, la scivolata sulla buccia di banana del candidato alla presidenza della Figc ha creato un caso politico riportato anche dalla stampa internazionale. “Clamoroso autogol, ma rispettiamo l’autonomia della Federcalcio” così il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Da una parte Partito Democratico e Sel che chiedono un passo indietro – “Il caso non dovrebbe nemmeno essere in discussione: la sua candidatura semplicemente non può essere presa in considerazione” dice la vice segretaria dei Democratici, Debora Serracchiani – dall’altra Forza Italia  – Daniela Santanchè: “Alla sinistra è andato di traverso il brivido patriottico di Tavecchio” –  e Lega Nord – “Renzi occuperà di diritto anche la poltrona di Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. Da domani banane vietate per legge in tutti i negozi” ironizza Matteo Salvini – che considerano la polemica esagerata.

Carlo Tavecchio intanto prova a rimediare alle dichiarazioni fuori luogo – “Qui fanno i titolari quelli che prima mangiavano le banane” – e si difende:
“Se qualcuno ha interpretato il mio intervento come offensivo, me ne scuso. Tra l’altro la mia vita è improntata all’impegno sociale, al rispetto delle persone, tutte, e al volontariato, in particolare in Africa”. Immediata la risposta dell’ex ministro dell’integrazione Cecile Kyenge: “Atteggiamento paternalistico nei confronti di chi si pensa inferiore e da civilizzare”.

“Accetto tutte le critiche – aggiunge Tavecchio – ma non l’accusa di razzista perché la mia vita testimonia l’esatto contrario. Nel mio discorso in maniera impropria, e per questo mi scuso ancora una volta, mi riferivo al fatto che sono a favore dell’integrazione, ma al contempo rinnovo la necessità di scoraggiare l’utilizzo di calciatori che non migliorano la qualità del nostro campionato. Come scritto nel mio programma elettorale, se sarò eletto Presidente della Figc, la federazione condurrà una politica fattiva contro ogni discriminazione”.

La partita politica è appena cominciata. A fare da arbitro non ci sarà né l’Uomo Del Monte né Dani Alves ma la Fifa, che ha chiesto alla Figc di aprire un’indagine sulle parole razziste pronunciate dal favorito nella corsa per la poltrona lasciata vuota da Abete. Dopo il plebiscito in assemblea di Lega per il Tavecchio che avanza ora qualche club di serie A comincia a prendere le distanze dal candidato classe 1943 e dalla Repubblica delle Banane, almeno a parole, in attesa delle elezioni previste per il prossimo 11 agosto.

Adesso largo ai giovani, alla bella Hawaiana e all’unico frutto dell’amor. Si spera. Ma occhio a non scivolare.