Sicilia, Crocetta: inciuci finiti, saremo miti con durezza. Nella mia squadra il 50% di donne

Sicilia, Crocetta: inciuci finiti, saremo miti con durezza. Nella mia squadra il 50% di donne



 
 
(LaPresse)(LaPresse)

«I grillini sono deputati come tutti gli altri. Pensano di potere contribuire ad approvare le leggi o intendono continuare a “grillare” anche in Parlamento?». Lo ha detto il neo governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, parlando in conferenza stampa a Palermo della presenza del Movimento 5 Stelle che ha eletto 15 parlamentari all’Assemblea siciliana.

Quanto alle possibili alleanze per governare, «Il mercato degli inciuci è finito», ha detto Crocetta. «Il mio governo sarà sostenuto dall’alleanza con la quale sono stato eletto -. Non interferirò sulla scelta del nuovo presidente dell’Assemblea regionale, non mi compete. Voglio un Parlamento che mi controlli, mi dia indirizzi, mi contesti e mi approvi quando sarà necessario». «Non tutti nel Mpa e nel Pdl sono demoni», ha poi sottolineato Rosario Crocetta, parlando con i cronisti che gli chiedevano dei rapporti all’Assemblea con l’opposizione.

 

L’ex sindaco di Gela apre quindi al dialogo con tutti i deputati appena eletti all’Ars. E ed è disponibile a dialogare anche con Gianfranco Miccichè. «Se lui è disponibile a condividere il mio progetto, non c’è problema – ha affermato – Ma sia chiaro, io sono stato eletto da una alleanza e quella rimane».

«Un incarico a Massimo Russo? Non è in agenda», ha dichiarato invece il neogovernatore della Sicilia, ai cronisti che gli chiedevano se riservare qualche ruolo all’uscente assessore regionale alla Sanità, l’ex pm Massimo Russo.

Un «patto» aperto a tutti i parlamentari dellArs 
Il neopresidente della Regione siciliana lancia dunque un «patto» aperto a «tutti i parlamentari dell’Ars, non alle forze politiche, ma ai deputati», per «il risanamento, il rigore, il lavoro e lo sviluppo». Crocetta che punta a un «governo dell’efficienza pubblica», consapevole che il suo governo di minoranza, che può contare su 39 deputati su 90, dovrà esercitarsi nella ricerca del consenso in Aula sulle cose da fare. Sulla base di questo quadro dice di che avrà «una maggioranza bulgara» e fa il suo appello «ai capaci e agli onesti». Ma niente inciuci e accordi sottobanco. «Sì, invece, al dialogo con i grillini e ai deputati delle altre forze» tra i quali di certo non si annidano i demoni».

Crocetta: ecco la squadra per governare 
«Saremo miti con durezza», ha detto citando davanti ai giornalisti Che Guevara, per confermare che intede essere «l’uomo del dialogo e non dello scontro», pur definendo «distruttiva» la scelta di Idv e Sel di seguire Leoluca Orlando e di correre da soli. Rassicura anche i suoi alleati ai quali conferma che governerà con le forze che con lui hanno vinto, pur spiegando che non intende «esserne ostaggio, a partire dalla formazione della squadra», che sarà composto per il 50% da donne, una delle quali, Lucia Borsellino, presente alla conferenza stampa, destinata alla sanità. Il suo governo «dovrà fare scelte indigeribili», anche nel primo e ormai prossimo bilancio dell’era Crocetta, ma «non ci sarà alcuna macelleria sociale». Neppure sui precari: «Serve un piano di risanamento – spiega – ma nessun licenziamento è possibile. Favorirò l’avvio e l’applicazione con i comuni dei patti per l’energia solare che possono assorbire 24 mila persone».

Verso una regione «leggera» 
Si tratterà anche di azzerare le nomine, le consulenze, i dirigenti regionali «per i quali si potranno pensare anchea forme di rotazione». Bisognerà colpire i costi della politica, «secondo il modello europeo del merito e della produttività». E uno dei primi settori sui cui Crocetta interverrà sarà la formazione: «Così chiederò al dirigente Albert di farsi da parte, di mettersi in pensione, di farsi una vacanza». 

Crocetta pensa a una «regione leggera», che applichi i principi del decentramento. Serve una nuova legge sui piani regolatori, «poiché è impensabile che il 90% dei comuni ne siano sprovvisti». Bisognerà «riattivare i canali con Roma e Bruxelles per mettere virtuosamente in circolo il miliardo 750 milioni di Fondi europei bloccati». Ci sono situazioni «drammatiche, a livello regionale, ma anche nei comuni come Messina che ha un buco di 200 milioni».

La battaglia sui diritti civili 
E c’è la riforma del settore dei rifiuti, lasciando alle amministrazioni maggiore libertà gestionale. Tutti contenuti caldissimi di questo patto. E le attese sono tante, lui lo sa, persino sui diritti civili. Cosa farà su questo fronte gli chiede, infatti, un giornalista: «Non indendo di certo sposarmi come Vendola. So che alla mia età nessuno mi si fila più», taglia corto alzando lo sguardo sul manifesto che lo ritrae sopra la frase: «La rivoluzione è già iniziata». 

Il neogovernatore: chiederò di incontrare Monti 
«Andrò a Bruxelles per affrontare il tema dei fondi strutturali, perchè è impensabile che la Sicilia non abbia speso 5,7 miliardi», ha annunciato il neopresidente. «E poi chiederò un incontro a Monti: molti comuni siciliani rischiano il default, a cominciare da Messina, che ha oltre 250 milioni di debiti».

Qual è il ruolo della finanza nella società di oggi? O meglio ancora, quale dovrebbe esser

Qual è il ruolo della finanza nella società di oggi? O meglio ancora, quale dovrebbe esser

28/10/2012

Qual è il ruolo della finanza nella società di oggi? O meglio ancora, quale dovrebbe essere? Negli ultimi anni gli equilibrismi della grande finanza hanno inferto all’economia mondiale colpi terribili, che sono già costati la perdita di milioni di posti di lavoro e di migliaia di miliardi di reddito. Eppure le stesse organizzazioni e quasi le stesse persone che erano alla guida dei Leviatani finanziari all’inizio della crisi sono ancora al loro posto, i loro redditi sono sempre altissimi (a volte più alti di prima), il loro potere è intatto. Guardiamo le cose in faccia. Homo Sapiens è una specie gerarchica, simile ai suoi parenti stretti del regno animale, per esempio gli scimpanzé. Certo noi siamo più complessi, la nostra società è incomparabilmente più strutturata di quella degli altri primati, e dulcis in fundo abbiamo un’anima. Ma nei nostri cromosomi è scritto bello chiaro che alcuni individui stanno più in alto di altri, e dunque hanno un maggiore accesso ai beni e ai servizi prodotti da tutti. Perché questa situazione cambi in modo radicale, probabilmente è necessario che cambino i nostri cromosomi. Un processo lento. Ogni società umana è prima di tutto un modo per veicolare i beni e i servizi dai livelli bassi, dove vengono prodotti, a quelli alti. Si può però desiderare che le cose stiano altrimenti, e operare per cambiarle. La specie umana infatti dispone anche di un’altra modalità di trasmissione delle caratteristiche della specie, oltre a quella genetica: la modalità culturale, cioè la diffusione delle idee. Non siamo la sola specie che ce l’ha, ma quasi sicuramente siamo quella che ha portato la trasmissione culturale al livello più raffinato. Per cambiare le cose bisogna affrontare le tendenze istintive, che si fondano sui nostri geni e che codificano l’ineguaglianza. Finché i nostri geni non saranno mutati, ci ricadremo sempre. C’È GERARCHIA E GERARCHIA. Ancora per milioni di anni le nostre società saranno ineguali e gerarchiche. Solo che c’è gerarchia e gerarchia. Il ricco avrà sempre più soldi e più potere del povero, ma il problema è quanti di più – in alcune società i ricchi sono tassati per il 65% del loro reddito lordo; in America si sa che uno dei candidati alla presidenza, uomo pieno di soldi, ha dato appena il 14%. Il giudice sarà sempre un gradino più su dell’imputato, ma in certe società gli può fare tagliare una mano senza neanche stare a sentire la sua difesa, in altre non può sbatterlo in prigione senza un regolare processo con serie garanzie. Nel mondo di oggi l’alta finanza e l’alta politica sono due strati sociali vicini e conniventi, che negli ultimi anni si sono presi una quota sempre maggiore della ricchezza prodotta dal resto dell’umanità. Bisogna che il processo si inverta, che questi gruppi comincino a perdere quota. I bonus dei finanzieri megagalattici, gli stipendi, i vitalizi e i privilegi assortiti dei politici non sono giustificati da quasi nessun contributo utile al benessere di tutti. È ora che la gente comune si riprenda queste risorse.

New York si prepara all’arrivo dell’uragano Sandy


New York si prepara all’arrivo dell’uragano Sandy. Chiusa Wall Street



 
 

L’uragano Sandy si sta rafforzando e «potrà portare sul nord-est degli Stati Uniti tempeste in grado di mettere in pericolo vite umane», dice il nuovo bollettino diffuso dal Centro nazionale uragani di Miami. A New York ordine di evacuazione per 375mila persone, in vista dell’uragano Sandy che dovrebbe arrivare nella giornata di lunedì alle 18 (ora italiana). A firmarlo è stato il sindaco Michael Bloomberg, che ha annunciato ieri il provvedimento nel corso di una conferenza stampa in cui il tono è stato più serio e preoccupato di quello del giorno prima.

Il primo cittadino ha dipinto per la sua città un quadro molto più cupo, a causa del peggioramento delle previsioni per l’arrivo della tempesta, e dei notevoli rischi per l’innalzamento della marea. Il risultato, oltre al previsto blocco della metropolitana e degli altri servizi pubblici – già da ieri sera – e alla chiusura delle scuole – oggi – è stato l’ordine di lasciare le proprie case per le persone che vivono nella zona A, quella più a rischio. Un’evacuazione obbligatoria, ha più volte sottolineato il sindaco, «altrimenti metterete in pericolo non solo la vostra vita, ma quella delle forze dell’ordine».

 

Il sindaco ha invitato quindi le persone che vivono nelle zone in pericolo, quelle costiere (interessati tutti e cinque i borough) «a chiedere ospitalità agli amici che vivono nelle zone sicure». Un annuncio pronunciato anche in spagnolo, in modo da arrivare anche ai tanti latinoamericani della città. Bloomberg, dopo aver accusato di follia i ragazzi che vogliono approfittare di Sandy per fare surfing («rischiano la loro vita e quella degli altri») ha poi chiuso la conferenza stampa dicendo: «Meglio peccare in prudenza, mettetevi al sicuro». Solo in altre due occasioni, nella storia della città, era stata ordinata l’evacuazione.

L’uragano Sandy ha costretto tra l’altro le autorità di New York a disporre la chiusura della sede del Nymex, la Borsa delle materie prime (petrolio, gas, metalli preziosi e industriali), anche se il mercato resterà aperto perché, come ogni giorno, sarà possibile operare online. Il quartier generale del Nymex, che sorge in prossimità dell’Hudson, ricade infatti nell’area di Manhattan per cui il sindaco Michael Blooomberg ha ordinato l’evacuazione per il rischio di finire sott’acqua.

Ma Sandy non spaventa soltanto New York: cinquanta milioni di americani potrebbero rimanere in ostaggio dell’uragano. Dalla North Carolina al Connecticut, i governatori hanno dichiarato lo stato d’emergenza, mentre l’uragano prosegue in mare aperto, con venti che soffiano a 120 chilometri all’ora, verso nord-est: secondo il National Hurricane Center di Miami, si trova a circa 400 chilometri dalle coste della North Carolina e dovrebbe toccare terra lunedì sera, nella regione atlantica centrale.

Il Climate Central avverte della possibile “fusione” dell’uragano con una perturbazione in arrivo da ovest e con i venti polari da nord, dando vita a “Frankenstorm”, che metterà paura a circa un sesto della popolazione: forti venti, piogge torrenziali e pesanti nevicate potrebbero abbattersi su circa 1.300 chilometri, dalla East Coast alla regione dei Grandi Laghi, nei giorni dei festeggiamenti per Halloween (31 ottobre). «Sarà una tempesta problematica da gestire», ha detto Craig Fugate, numero uno della Federal Emergency Management Agency (Fema), l’agenzia federale che si occupa delle emergenze.

Decine di migliaia di viaggiatori potrebbero restare in ostaggio di Sandy, visto che diversi aeroporti internazionali saranno colpiti dal maltempo. Lo saranno sicuramente anche i due candidati alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama e il repubblicano Mitt Romney, già costretti a cancellare alcuni comizi. Il passaggio dell’uragano avrà un impatto significativo sulla fine della campagna elettorale, a pochi giorni dal voto del 6 novembre. Tra gli Stati in attesa di Sandy ce ne sono alcuni considerati decisivi per l’elezione del presidente: dalla North Carolina alla Virginia, dalla Pennsylvania all’Ohio.

Indipendentemente dagli eventi saltati, il passaggio di un uragano sulle coste americane metterà la campagna elettorale in secondo piano nella copertura dei grandi network americani, visto che il maltempo fa più ascolti della politica. Sandy, poi, potrebbe rendere difficile il voto anticipato e i preparativi per il 6 novembre. Esagerato, forse, parlare di influenza sull’esito del voto, ma Obama e Romney avrebbero sicuramente preferito evitare quest’ultimo ostacolo di una lunga e logorante campagna elettorale.

La Sicilia alle urne, specchio dell’Italia e delle sue contraddizioni


La Sicilia alle urne, specchio dell’Italia e delle sue contraddizioni


 
 
 
 

Oggi la Sicilia non è solo un laboratorio politico, come si dice sempre in questi casi: è soprattutto lo specchio dell’Italia e delle sue contraddizioni. Stavolta chi vota nell’isola, chi protesta o si astiene, riflette come non mai le ansie e le incognite che attanagliano la politica anche a livello nazionale. Con l’aggravante, certo, dei problemi locali che sembrano irrisolvibili. La Sicilia dà l’idea di essere un territorio nella sostanza ingovernabile, attraversato da bande rivali che lottano fra loro oppure si accordano in base a criteri imperscrutabili, ma quasi sempre nel disprezzo delle elementari regole della buona amministrazione. In ogni caso il voto a Palermo e nelle altre città sarà un voto molto “siciliano”, è ovvio, ma terrà conto anche del quadro nazionale. Vediamo perchè.

La carica anti-sistema
Bisogna partire dalle liste di contestazione generale, cioè dal movimento di Beppe Grillo. Perchè il fenomeno non ha precedenti. Un personaggio quasi perfetto nel suo populismo e nella sua capacità spregiudicata di dire alla folla quello che essa vuole sentirsi raccontare (“non vedo la mafia qui, è andata tutta al Nord”) rischia di diventare il partito di maggioranza relativa. Ma se anche non fosse così, il successo del Movimento Cinque Stelle sarà notevole, forse clamoroso. È sarà la vittoria solitaria del leader carismatico che ha attraversato a nuoto lo stretto e si presenta ai comizi a bordo di un carrettino tradizionale. Un genovese che incarna la “sicilianità”, ossia il contorto patriottismo insulare in cui c’è di tutto. Ma in particolare Grillo dà voce al malessere e al rancore verso la classe politica: quella siciliana, certo, ma anche e forse soprattutto quella nazionale. Chi va a votare oggi in Sicilia pensa anche a Roma. Per cui il M5S non esprimerà, è vero, il presidente della regione, a causa del voto disgiunto e della scarsa personalità del candidato “grillino”. E tuttavia il significato del consenso alla lista anti-sistema andrà ben oltre il livello regionale: attraverserà lo stretto al contrario e giungerà nei palazzi romani. Sarà un messaggio pesante, credibile alternativa alla scelta astensionista che di solito non disturba minimamente i vertici dei partiti. Ed è questo che preme al singolare comico genovese, che di sicuro è ben poco interessato a entrare a Palazzo dei Normanni e tanto meno a governare la regione.

La “roulette” degli altri candidati: la destra di Musumeci
Crocetta, Musumeci, Micciché… Nomi che fuori della Sicilia non dicono molto e da cui non ci si attende molto. Ma ognuno ha dietro di sé una sigla, un’alleanza, un assetto di potere. E’ una lotta che appassiona poco, tanto è vero che i siciliani sono tentati dalle liste di protesta. Eppure si guarderà a chi ha vinto e chi ha perso con particolare attenzione. Dietro Musumeci, uomo di destra, c’è un Pdl in rotta. Il candidato si è costruito un’immagine positiva, raccoglie stima, ma il peso del tracollo del partito berlusconiano pesa su di lui. Pesa in particolare su Angelino Alfano, suo grande sostenitore. Benchè il segretario del Pdl affermi che “in Sicilia non mi gioco tutto”, a molti sembra vero il contrario. Se Musumeci non sarà il prossimo presidente della regione, le prospettive nazionali di Alfano si complicheranno non poco. Perchè sarà pur sempre lui il perdente, magari senza essere colpevole di nulla. Certo, Berlusconi non si è fatto vedere nell’isola (e anche questo è singolare): tuttavia era presente, incombeva; a maggior ragione dopo l’exploit di ieri che contraddice tutto quello che l’ex premier aveva detto e fatto nelle ultime settimane. Di solito in politica i messaggi confusi sono perniciosi. Ma è possibile che i siciliani vogliano distinguersi. Lo sapremo presto.

Gli altri: Crocetta e Micciché 
Il candidato del Pd è in se stesso un piccolo laboratorio. E’ una candidatura che esclude la sinistra vendoliana, che infatti si presenta con propri nomi, e imbarca invece l’Udc di Casini. Sotto un certo aspetto prefigura quel tipo di asse “centrista” che sul piano nazionale molti vedono come la scommessa più realistica per il governo del prossimo futuro, dopo le elezioni della primavera 2013. La vittoria di Crocetta darebbe una spinta sia a Bersani sia a Casini. Dimostrerebbe che l’ipotesi di un nuovo centrosinistra non troppo dominato dalle estreme è possibile. E anche che il voto a Grillo, pur imponente nei numeri, può essere controllato e gestito in termini realistici. Vedremo nelle urne. Quanto a Micciché, la sua candidatura nasce da una costola del Pdl e s’intreccia con l’astuzia dell’ex governatore Lombardo. E’ la Sicilia dai mille arabeschi e per seguirne le volute ci vorrebbe un super-esperto, un entomologo della politica. Anche Micciché però sconta la crisi del Pdl. L’intera area sembra allo sbando ed è impressionante il silenzio o i distinguo dei vertici del partito circa i giudizi anti-Monti e anti-Europa espressi ieri dal fondatore Berlusconi. Non parliamo delle seconde file, ma dei personaggi che hanno scandito l’esperienza dell’ultimo governo berlusconiano: gli Alfano, i Frattini, le Gelmini. Un silenzio carico di significato. Ormai le strade nel cento destra si divaricano. Quanto questa condizione avrà influito sui voti di Miccichè o dello stesso Musumeci, lo sapremo domani. Insieme alla risposta a molti altri interrogativi.

Voto Lazio, il governo: “Elezioni il prima possibile”

Voto Lazio, il governo:
“Elezioni il prima possibile”
Lombardia: consiglio sciolto
Penati: “Lascio la politica”

Al voto tra fine gennaio e inizio febbraio. Lombardia: approvata la legge elettorale

Formigoni: “La Cancellieri mi ha confermato che se si scioglie il Consiglio, si va al voto anticipato”. Cdm esprime “auspicio” che in Lazio la data delle amministrative sia fissata dal Presidente della Regione “al più presto”

 
La presidente della Regione Lazio Renata Polverini (Ansa)

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini (Ansa)

Roma, 26 ottobre 2012  – Il governo in pressing su Formigoni e Polverini. L’esecutivo preme affinché le elezioni regionali in Lombardia e Lazio abbiano luogo il più presto possibile. Il voto si dovrebbe tenere entro 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio. Il Consiglio dei ministri “ha formulato l’auspicio che la data delle elezioni amministrative per il Consiglio regionale del Lazio sia fissata dal Presidente della Regione al più presto, in armonia con il parere espresso dall’Avvocatura Generale dello Stato: 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio”. Lo ha reso noto Palazzo Chigi al termine della riunione del Governo. L’orientamento della Polverini, secondo quanto si apprende da ambienti vicini alla giunta regionale, sarebbe quello di indire le elezioni a metà novembre e andare al voto tra fine gennaio e i primi di febbraio. Al tempo stesso, si sta vagliando la normativa giuridica per eleggere 50 consiglieri, e non 70, in una ottica di riduzione della spesa e di ammodernamento voluto dalla stessa presidente Polverini.

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LOMBARDIA – Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha riferito che stamani il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, gli ha confermato che in Lombardia, se il Consiglio regionale si scioglierà effettivamente oggi come appare ormai scontato, ci saranno elezioni regionali anticipate “una domenica compresa tra il 16 dicembre e il 27 gennaio”. Il rischio di una sovrapposizione con le primarie del Pdl, previste per il 16 dicembre, esiste.

“A Consiglio sciolto – ha aggiunto Formigoni a margine della seduta del Consiglio regionale di oggi, chiamato ad approvare una modifica della legge elettorale – ci sarà un colloquio con me per valutare la data migliore. Un incontro la settimana prossima con me, il ministro dell’Interno e forse altri ministri per avere il mio parere formale, fermo restando che la decisione” spetta al governo attraverso il prefetto. Nel frattempo, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato con 75 sì e un solo voto contrario la modifica della legge elettorale regionale che toglie il listino bloccato. Subito dopo i consiglieri si sono alzati dai banchi per andare, come promesso, all’ufficio protocollo per depositare le dimissioni che provocheranno lo scioglimento anticipato dell’assemblea.

PENATI: DICO ADDIO ALLA POLITICA – Filippo Penati, ex vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia e capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, ha chiuso oggi con la politica. Lo ha detto al termine della seduta del Consiglio regionale che si è conclusa con le dimissioni dei consiglieri e lo scioglimento anticipato dell’assemblea. Penati, passato al gruppo Misto dopo essere stato coinvolto nel’inchiesta della Procura di Monza su un presunto giro di tangenti a Sesto San Giovanni, ha detto “da oggi” di avere “scritto la parola fine” al suo impegno politico: “Torno a essere un comune cittadino. Si è aspettato per troppo tempo, le dimissioni dovevano essere fatte prima. Oggi il Consiglio ha trovato un punto di equilibrio e il risultato è stato positivo”. Quanto al Pd, suo ex partito, a suo parere “sbaglia se non convoca le primarie”.

Meteo: frane, allagamenti e neve. Ecco l’inverno

Meteo: frane, allagamenti
e neve. Ecco l’inverno
Muore con l’auto nel canale

Il traghetto Amsicora, costretto a riparare al Giglio, è arrivato a Civitavecchia

Meteo: a Napoli una studentessa in auto finisce contro un albero crollato in strada. Disagi anche nel Frusinate per allagamenti. Allerta acqua alta a Venezia, un morto a Caserta

 
Acqua alta a Venezia
Turisti bagnati
ma meravigliati
Una Venezia davero speciale (TM NEWS / INFOPHOTO / VISION / ANDREA PATTARO)

Roma, 28 ottobre 2012 – Il maltempo  sta sferzando l’Italia: freddo. pioggia e vento sono arrivati come era ampiamente previsto. Mareggiate forti lungo le cose come in Toscana a Marina di Pisa e Livorno.

L’AMSICORA RIPARTE – E proprio a causa del maltempo che rende impossibile l’attracco a Civitavecchia, dove doveva arrivare questa mattina alle 10, il traghetto Amsicora, della Nuova Tirrenia, partito ieri sera da Cagliari, ha temporaneamente ‘riparato’ a ridosso dell’Isola del Giglio. A bordo della nave vi sono 199 passeggeri e 55 membri di equipaggio. In seguito il traghetto è ripartito alle 18.50 per Civitavecchia, sua naturale destinazione. A bordo della nave è salito un pilota del porto laziale, che ha dato le indicazioni per la manovra di imbarco. In seguito il traghetto ha ormeggiato a Civitavecchia alle 21.33.

Stanno tutti bene i 199 passeggeri e i 55 membri di equipaggio del traghetto  Lo si apprende dalla Guardia Costiera, in costante contatto con il comandante della nave. I passeggeri, stanchi per la traversata con mare molto mosso, sono stati rifocillati e attendono di sapere se l’evoluzione delle condizioni meteo consentira’ la ripresa della navigazione.

Situazione difficile a Napoli con parecchi disagi.  Centralini dei vigili del fuoco in tilt per i numerosi interventi che, a causa di allagamenti e alberi caduti, si sono verificati tra la scorsa notte e le prime ore del mattino in citta’ e in provincia. Una studentessa di 26 anni e’ rimasta leggermente ferita in seguito all’impatto della sua automobile contro un albero caduto, a Bacoli (Napoli), lungo via Cornelio dei Gracchi. Secondo quanto confermato dalla centrale operativa dei Vigili del Fuoco, e’ soprattutto il Napoletano, al momento, la zona piu’ colpita: allagamenti si sono verificati a Nola, Giugliano, Castellammare. Numerosissimi, poi, gli interventi per gli alberi caduti in alcuni casi anche su automobili, ma per fortuna, confermano i vigili, con nessuno a bordo. Casi del genere si sono registrati nel quartiere Ponticelli di Napoli, in viale Kennedy, pino pericolante in piazza Museo Filangieri. E poi, alberi in strada anche ad Ercolano, dove risulta ostruito un passaggio di accesso ad un ristorante, a Pozzuoli, a Bacoli. E’ proprio a causa di un albero caduto in strada che una studentessa e’ rimasta ferita. Stava percorrendo via Cornelio dei Gracchi, a Bacoli, quando verso mezzanotte, ha urtato contro un albero caduto in strada della cui presenza non si era accorta. Per la 26enne leggero trauma agli arti inferiore ed una prognosi di cinque giorni.

UN MORTO NEL CASERTANO – Un uomo di 42 anni, Antonio Passaretti residente a Carinola, nel Casertano, è morto all’alba di questa mattina in un incidente stradale avvenuto in via Cappella Reale nel comune di Cancello e Arnone. Dai primi accertamenti effettuati dai carabinieri della locale stazione Passaretti era alla guida della sua Fiat Punto in direzione di Mondragone quando avrebbe perso il controllo della vettura, probabilmente a causa del maltempo e dell’asfalto bagnato, finendo in un canalone di scolo delle acque sul margine della carreggiata, e in quel momento quasi del tutto pieno. A dare l’allarme è stato il titolare del bar situato proprio di fronte al luogo dell’incidente. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta e di Mondragone che hanno estratto il corpo dalla vettura quasi del tutto sommersa nel canale. L’ipotesi piu’ accreditata e’ che l’uomo sia morto per annegamento dopo essere finito con l’auto nel fosso.

Difficoltà anche nel Frusinate. Case e cantine allagate, frane, tombini ostruiti e strade inondate d’acqua, persone bloccate e in difficolta’. La notte scorsa il maltempo ha causato una situazione di emergenza nel frusinate. I vigili del fuoco del comando provinciale sono stati chiamati a un superlavoro. Numerose le richieste di intervento giunte al centralino dei pompieri. Il quadro piu’ difficile si e’ registrato tra Frosinone, Ceccano e Veroli.

Ed è arrivata anche la neve. In Valtellina e in Valchiavenna, da stamattina, nevica anche sul fondo valle. Dopo una giornata, quella di ieri, di piogge intense alle quote piu’ basse e di nevicate di modesta intensita’ a quelle piu’ elevate, da oggi l’ondata di maltempo che ha investito la provincia piu’ a nord della Lombardia si e’ intensificata: la neve, da alcune ore, sta imbiancando anche il capoluogo Sondrio e fitte precipitazioni nevose sono segnalate anche dalle localita’ montane di villeggiatura, cpme Madesimo, Livigno e Aprica.

Nevica anche sulle alture di Savona e tra Savona e Genova. temperature in picchiata: a Cairo Montenotte si è arrtivati a 2 gradi. Sul litorale ligure forti mareggiate. Nevischio in autostrada sulla A6 Torino-Savona.

Prima vera nevicata dell’autunno sulla montagna veneta. Da ieri notte, grazie anche al brusco abbassamento della temperatura, i fiocchi bianchi scendono copiosamente sulle Dolomiti fino alle localita’ di fondovalle, ed anche sulle Prealpi. La quota neve e’ attualmente a circa 700 metri.

A Cortina d’Ampezzo, Sappada, Arabba si registra un manto tra i 5 e i 10 centimetri di neve, sui Passi dolomitici lo spessore e’ intorno ai 20-25 centimetri, ma raggiunge quasi il mezzo metro alle quote intorno ai 2500 metri, come Ra Valles, sopra Cortina. Le temperature nelle vallate sono comprese tra intorno ai 5 gradi sotto zero. Imbiancata anche Asiago, sulle Prealpi vicentine.

Allerta acqua alta stamane a Venezia. Il picco odierno è di 123 centimetri. Ieri, alle 10, la massima aveva toccato +127 centimetri e l’acqua alta aveva interessato circa il 39% della citta’ lagunare.

E a Bari è allarme per la denuncia di una donna che ha riferito di aver visto un gommone ribaltarsi in mare. Finora non è stato trovato nulla. Un uomo di 42 anni, Antonio Passaretti residente a Carinola (Caserta), e’ deceduto questa mattina in un incidente stradale a Cancello e Arnone (Caserta). Dai primi accertamenti effettuati dai carabinieri, era solo alla guida della sua Fiat Punto quando avrebbe perso il controllo della vettura, forse a causa del maltempo e dell’asfalto bagnato, finendo in un canalone di scolo.

Terremoto Pollino, scosse a raffica: psicosi nei paesi e incubo freddo

Terremoto Pollino,
scosse a raffica: psicosi
nei paesi e incubo freddo

Il Papa: “Prego per le popolazioni colpite dal sisma”

Il terremoto continua a tormentare l’area fra Basilicata e Calabria. Da mezzanotte dodici eventi sismici, il più forte di magnitudo 3.2

 
Terremoto nel Pollino (Ansa)

Terremoto nel Pollino (Ansa)

Cosenza, 28 ottobre 2012 – Un’altra notte di freddo e paura nel Pollino, dove altre scosse di terremoto hanno colpito l’area fra la Calabria e la Basilicata. E la terra ha tremato anche in mattinata. Una scossa dietro l’altra: dodici in totale dalla mezzanotte. La più forte ha fatto regisstrare una magnitudo di 3.2. Fra la gente, la paura si è ormai trasformata in psicosi. Molti si rifiutano di fare rientro nelle loro case e preferiscono dormire in auto. Solo a Mormanno in 500 hanno passato la notte all’addiaccio. Il meteo non aiuta: il freddo si fa di giorno in giorno sempre più pungente. Oltre i 1.400 metri è prevista neve.

Nell’Angelus di oggi, Benedetto XVI ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma: “Assicuro un ricordo nella preghiera per chi, in Calabria e Basilicata, ha subito un terremoto nei giorni scorso.

LE SCOSSE – Dalla mezzanotte alle 5 della mattina, sono stati registrati sette eventi sismici, il più forte dei quali di 3.1 gradi della scala Richter. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), la zona è stata scossa alle 2:15 (2.1) e alle 2:30 (2.9) ora legale; poi alle 2:25 (2.1), 2:49 (2.7), 3:59 (2.6), 4:09 (2.8) e 4:37 (3.1) ora solare. Non si hanno al momento segnalazioni di ulteriori danni a persone o cose.

Nuove scosse sismiche in mattinata. Una più forte dell’altra, con un picco di magnitudo 3.2 alle 11,13.

MORMANNO – A Mormanno e nei paesi colpiti dal sisma della notte tra giovedì e venerdì, la situazione si sta complicando. Il sindaco Guglielmo Armentano questa mattina sconsolato a lanciato l’allarme: “La situazione si sta facendo difficile, anche perché tra le scosse che si intensificano ed il maltempo che impervarsa la situazione non è  per niente agevole”.

Intanto nel pomeriggio arriveranno sul posto il capo dei vigili del fuoco Alfio Pini accompagnato dal direttore generale dei vigili del fuoco Francesco Paolo Tronca, che parteciperanno alla riunione tecnica del pomeriggio con il Prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro, dopo aver effettuato dei sopralluoghi.

Renzi: “Solo io posso scardinare il sistema. Berlusconi? Altalenante come lo spread”

Renzi: “Solo io posso scardinare il sistema. Berlusconi? Altalenante come lo spread”

Il sindaco: “Io massone? Ho solo la tessera dei boy scout”

Il sindaco, secondo tutti i sondaggisti, è ancora dietro a Bersani nella corsa alla candidatura, ma conta di recuperare

 
Un comizio di Matteo Renzi (Ansa)

Un comizio di Matteo Renzi (Ansa)

Roma, 28 ottobre 2012  – Matteo Renzi è instancabile nel percorrere l’Italia avanti e indietro in vista delle combattutissime primarie del centrosinistra. Il sindaco, secondo tutti i sondaggisti, è ancora dietro a Bersani nella corsa alla candidatura, ma conta di recuperare.

all’attacco – ‘Credo che il programma che abbiamo pubblicato e’ un programma che suscita interesse. Qualcuno lo contestera’ ma viva Dio. In giro per l’italia ho visto molta gente interessata. La mia candidatura e’ l’unica che potrebbe scardinare un blocco del sistema”. Lo ha detto Matteo Renzi, candidato alle primarie del
centrosinistra, oggi nell’intervista a Maria Latella su SkyTg24. ”Si va avanti da trent’anni con le stesse idee – ha aggiunto -. Noi siamo stati gli unici a dire anche nel nostro partito che il ‘re era nudo”’.

GRO 28-OTT-12 13:23 NNNN TOTONOMI –  “Non faccio il totonomi, sarebbe decisamente antipatico. Penso che se fossi il vincitore delle primarie avrei un grande obbligo morale, quello di mettere nei posti di responsabilità persone libere, capaci e competenti, libere da equilibri interni al partito. Questo nella scuola, nella cultura, ovunque”, ha detto Matteo Renzi, rispondendo alla domanda sul futuro personale di Mario Monti in caso di sua vittoria alle primarie del centrosinistra e scalata alla Presidenza del Consiglio.

ECONOMIA E TECNICI  – “Il ministro dell’economia dovrebbe essere particolarmente autorevole”, ha aggiunto, “Ci sono anche degli ottimi politici. Monti ha restituito credibilità all’Italia, ma c’è un punto: pare che i tecnici il paese vero e reale non l’abbiano mai incontrato. Non si rendono conto che oggi continuare a sostenere i tagli significa impaurire chi ha risorse”.

EVASIONE E SVIZZERA  – “Io sono per fare un accordo con la Svizzera”, ha detto Renzi sul suo incontro con il mondo della finanza e sulle soluzioni all’evasione fiscale. Secondo Renzi, sui rapporti con la finanza, “quelli che c’erano prima erano subalterni”.

 BERLUSCONI  – “Ormai siamo alle candidature a fasi alternante: Berlusconi è più alternante dello spread, un giorno si candida, uno no. Dopo 18 anni il paese ha diritto di parlare d’altro. Non credo che le posizione ultime di Berlusconi saranno decisive e determinanti. L’appello è lasciamo Berlusconi al centrodestra nelle proprie contraddizioni e noi proviamo a parlare di problemi del paese. Se noi lo inseguiamo sbagliamo”.

Sicilia, scutinio al via ma chiunque vinca non avrà la maggioranza

Sicilia, scutinio al via ma chiunque vinca non avrà la maggioranza

Palermo, 29 ott. (LaPresse) – In Sicilia, dove ieri si è votato per le regionali, stamane dalle 8 inizia lo scrutinio dei voti. E si profila già un vincitore. L’astensionismo. Alle 22 di ieri sera, alla chiusura delle urne, nei 390 comuni siciliani nei quali si è votato per eleggere il presidente della Regione e rinnovare l’Assemblea regionale siciliana, l’affluenza è stata del 47,42% degli aventi diritto. In precedenza, nel 2006, quando le urne, come in questa tornata, rimasero aperte solo di domenica, votò il 59,16%. Prima ancora, nel 2001, la percentuale era stata del 63,47%. Secondo alcuni exit poll difusi da un sito di informazione locale, che si riferisce però solo alla città di Palermo, il Movimento 5 Stelle sarebbe il primo partito nel capoluogo regionale con il 26 % dei voti.

Il candidato del movimento di Grillo, Giancarlo Cancelleri, sarebbe in testa con il 27%, seguito da Nello Musumeci, Rosario Crocetta, Gianfranco Miccichè e Giovanna Marano. Percentuali su cui è d’obbligo la cautela, con in campo la sfida fra i due candidati Musumeci (Pdl-Destra) e Rosario Crocetta (Pd-Udc) per la presidenza della Regione siciliana e l’incognita grillina di Cancelleri. Lo scenario che si profila, comunque, chiunque vinca, è che, probabilmente, non avrà una maggioranza nell’assemblea siciliana. La legge elettorale regionale prevede infatti solo un premio di maggioranza circoscritto ad 8 seggi del listino del presidente, premio che quando scatta non sempre consente il raggiungimento della maggioranza assoluta sui 90 seggi. Un governo della Sicilia, quello che uscirà dalle urne dopo le elezioni di ieri, legittimato poi solo dal 47,42% degli aventi diritto che si sono recati a votare.

Da Catania all’infinito: perchè gli arbitri sono l’incubo del calcio italiano

Da Catania all’infinito: perchè gli arbitri sono l’incubo del calcio italiano

gervasoni catania juve

29 ottobre alle 07:44

 

 
 
 
Domanda del giorno al signor Braschi, designatore
degli arbitri: a Catania, immagini alla mano, quanto 
tempo ci avrebbe messo il quarto uomo a stabilire
che il gol di Bergessio era regolare: più o meno di 49 secondi? E che Bendtner
era in fuorigioco e quindi il gol di Vidal era da annullare?
 
Il signor Braschi non risponderà mai, perchè
non vuole la moviola in campo e, soprattutto, perché
non conosce il comune senso del pudore. Ieri
sera ha avuto il coraggio di affermare che sì, al
Massimino “è stato commesso un errore, ma
sono soddisfattissimo del rendimento degli arbitri
e degli assistenti nei primi nove turni di campionato”.
 
Soddisfattissimo? Un errore a Catania? E gli altri? E, come sostiene
Pulvirenti, la rete annullata a Bergessio dopo 
l’intervento della panchina Juve? E Mazzoleni
che sabato sera a San Siro non vede il fuorigioco
di Abate sul gol di El Shaarawy? E Bergonzi che
a Firenze non convalida il gol regolare di Mauri
e nega un rigore alla Lazio e un altro alla Fiorentina?
E Valeri che a Pescara espelle Peluso al secondo
minuto della ripresa, quando non ce n’era motivo?
E Giacomelli che a Torino espelle Sansone quando
poteva evitarlo? E il rigore concesso da Massa all’Udinese?
 
La verità è semplice: 1) soltanto la moviola in campo
ci risparmierebbe questo strazio, ma né Blatter né
Platini la vogliono, sennò come potrebbero gli
arbitri condizionare le partite con i loro strafalcioni? Blatter,
in particolare ci ha messo dieci anni per dare il via
alla tecnologia sul gol non gol; Platini, se potesse,
metterebbe anche un arbitro a cavalcioni della traversa.
 
 2) Buona parte degli arbitri e degli assistenti italiani
è tecnicamente mediocre e non brilla per personalità:
vi risulta che un arbitro abbia mai sospeso una partita
per cori razzisti o perchè un branco di farabutti insulta
Piermario Morosini?  
 
3) Nella categoria non vige un criterio meritocratico in base al quale chi sbaglia 
di più arbitra di meno: sotto Braschi e Nicchi, come peraltro
con i loro predecessori, succede esattamente il contrario,
tant’è vero che Valeri doveva essere messo a riposo per 6 mesi dopo gli obbrobri
del derby e, invece, l’Atalanta se l’è ritrovato fra i piedi
a Pescara, dov’è stato il peggiore in campo. 
 
4) Ogni partita vede in campo, a vario titolo, 7 (sette)
ufficiali di gara. La moltiplicazione delle giacchette
ha moltiplicato gli errori: a Catania, per esempio, si sono messi
in tre per combinare il disastro (Maggiani, Rizzoli e
Gervasoni). 
 
5) La situazione italiana è aggravata da un sistema giurassico dove, in federazione, a comandare  sono sempre gli stessi; il presidente degli allenatori sbotta
che la moviola in campo renderebbe il calcio “disumano”; in Lega
non comanda nessuno perchè da 1 anno e 7 mesi il presidente è dimissionario e i club
non riescono a nominare il successore, non essendo d’accordo
sul nulla tranne che sulla spartizione dei soldi dei diritti tv; 
nel mondo arbitrale, non esiste la possibilità di spiegare 
gli errori, non c’è democrazia e, se non rompi le scatole alle
Grandi, tanto meglio.  Se poi le aiuti – involontariamente, s’intende perchè la buonafede è assolutamente fuori discussione – con qualche sfondone, tanto meglio. Non verrai mai collocato a riposo per troppo tempo. Nella peggiore delle ipotesi, ci
sarà sempre o il designatore o il presidente degli arbitri
pronto ad affacciarsi in tv per dire che va tutto bene, che
l’importante è dirigere con serenità, che gli arbitri italiani
sono i migliori del mondo. L’importante è crederci. In Inghilterra e in Irlanda
non ci credono: l’agenzia di scommesse Paddy Power ha giudicato
talmente ingiusto il risultato di Catania da pagare comunque gli scommettitori
che avevano puntato sulla vittoria o sul pareggio dei siciliani. Non si finisce
mai di imparare, vero Braschi?