Scuola: tante iscrizioni online, e il sito va giù

Scuola: tante iscrizioni online, e il sito va giù

Iscrizioni a scuola

Boom di iscrizioni online già dal 21 gennaio

Per essere un successo, lo è stato. Forse anche troppo. Il primo giorno delle iscrizioni scolastiche online si profila come quello, tipicamente caotico, dei nuovi servizi telematici in sostituzione di quelli cartacei. Già pochi minuti dopo la mezzanotte molti genitori hanno cercato l’accesso al nuovo sito iscrizioni.istruzione.it, e a metà mattina erano più di cinquemila le famiglie che erano riuscite a programmare l’iscrizione. Soltanto che il sito è andato offline per sovraccarico e mostra il fatidico messaggio di errore “HTTP Status 404″.

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Montano così le proteste dei tanti che si sono ritrovati il messaggio di indisponibilità del sito del Ministero, secondo copione all’italiana: caos, ansia dei genitori di essere i primi, effetto imbuto, scarsa qualità dell’infrastruttura informatica – o se non altro dei test precedenti al via – e il gioco è fatto: a parte i pochi fortunati che ci sono già riusciti, ci sono 1,6 milioni di famiglie ferme davanti ai cancelli di una scuola che ora pretende una chiave informatica per poter entrare.

Ma non è il caso di farsi prendere dal panico: le scuole, sia quelle destinatarie delle domande sia quelle di provenienza, offrono assistenza alle famiglie e a coloro che non hanno uncollegamento internet o che hanno poca dimestichezza con i computer (sono circa 300 mila). Inoltre, il termine di scadenza per queste iscrizioni è fissato al 28 di febbraio. Con questo ritmo certamente tutte le famiglie riusciranno a procedere all’iscrizione (nel video sotto viene spiegato come, passo dopo passo) dei loro figli al primo anno della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado.

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Non mancano anche belle iniziative di open day organizzati da diversi comuni, che hanno messo a disposizione computer e assistenza (spesso nelle biblioteche), sia al nord – caratterizzato da una forte presenza di immigrati che non conoscono perfettamente la lingua italiana e potrebbero avere difficoltà – che al sud, dove invece è la scarsa diffusione di adsl e conoscenze informatiche a far temere l’emersione di possibili ostacoli a quello che è un diritto delle famiglie.

Intanto, dal Ministero hanno precisato che tra domanda online e tradizionale non ci sarà differenza di trattamento, perché nei casi di posti a esaurimento verranno considerati come sempre i criteri di valutazione della domanda, a partire dal domicilio della famiglia dell’alunno.

Fonte: Ansa

Ciampino, crolla il solaio della scuola: ferita una bimba.

Ciampino, crolla il solaio della scuola: ferita una bimba. La maestra colta da malore finisce con lei all’ospedale

E’ stata travolta da un pezzo di solaio caduto dal tetto di un’aula di una scuola materna a Ciampino (in via Bologna), vicino a Roma una bimba di cinque anni. La bambina è rimasta ferita, mentre l’insegnante si è sentita male dopo averla vista sanguinante. Dopo l’intervento di tre squadre dei vigili del fuoco le due sono state accompagnate da personale del 118 all’ospedale. Il pezzo di intonaco ceduto ha colpito la piccola in testa ma fortunatamente di striscio provocandole solo una ferita. La piccola alunna è stata trasportata all’ospedale di Albano. L’insegnante invece non ha riportato ferite ma ha avuto un malore quando ha visto la bimba ferita.
La telefonata del ministro – Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha telefonato al preside della scuola materna di Ciampino, per informarsi sulle condizioni di salute della piccola e dell’insegnante. Profumo si è detto dispiaciuto per l’incidente, fortunatamente senza gravi conseguenze, e per la preoccupazione che esso può aver generato nelle famiglie, negli insegnanti e nei piccoli alunni. Il ministro si terrà in contatto con il dirigente dell’istituto scolastico (é già stato preso un appuntamento per una telefonata pomeridiana) per seguire gli sviluppi della vicenda e valutare eventuali azioni da mettere in campo.
Scuola chiusa sino al 14 dicembre – Il sindaco di Ciampino il 6 novembre aveva firmato un’ordinanza di chiusura per un giorno della scuola materna Martin Luther King, dove stamani è ceduto un pezzo di solaio, perché erano state rilevate “infiltrazione d’acqua nel solaio tra il piano terra e il primo piano a causa della rottura di un tubo del riscaldamento”. A seguito del cedimento di stamane l’edificio scolastico, evacuato in via precauzionale, resterà chiuso fino al 14 dicembre. Sono in corso dei rilievi. “Il crollo non è riconducibile a problemi strutturali dell’edificio scolastico e non ha comportato fortunatamente nessun danno grave alle persone presenti -si legge in una nota del Comune di Ciampino- I dirigenti si sono recati immediatamente all’Istituto insieme al sindaco di Ciampino, Simone Lupi, e agli assessori competenti per verificare, insieme al dirigente scolastico, l’entità del danno e le sue conseguenze”.
Il 50% delle scuole a rischio –  Secondo il rapporto, il 50% degli edifici scolastici italiani non possiede la certificazione di agibilità e oltre il 65% non ha quella della prevenzione incendi. E ancora: il 36% ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti, il 32,42% si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico. La ricerca ha indagato la qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia – Trento, Piacenza e Verbania le città al top della speciale classifica – passando ai ‘raggi X’ 7.139 edifici scolastici. Di questi, solo il 7% è stato costruito negli ultimi vent’anni, ma neppure i nuovi edifici – secondo Legambiente – sono costruiti secondo tecniche sostenibili e innovative. Basti pensare che i criteri della bioedilizia sono presenti solo nello 0,47% dei casi. E comunque secondo dati resi noti recentemente dal ministero dell’Istruzione sull’anagrafe dell’edilizia scolastica, il 4% degli edifici scolastici in Italia è stato costruito prima del 1900 (il numero più consistente è concentrato in Piemonte), il 44% tra il 1961 e il 1980.

Il mondo della scuola in piazza contro le politiche del governo: lancio di carote contro Profumo

Il mondo della scuola in piazza contro le politiche del governo: lancio di carote contro Profumo

Non è andata giù agli studenti, e nemmeno ai sindacati, la frase del ministro Profumo su bastone e carota e l’hanno dimostrato oggi sfilando col colorato ortaggio in pugno nella Capitale ma anche in altre città. La protesta del mondo della scuola contro i tagli al settore e per il diritto allo studio ha avuto un mattiniero avvio con un blitz degli studenti di fronte alla sede romana del Parlamento Europeo ed è andata avanti pacificamente per gran parte della mattinata da Nord a Sud, in concomitanza con lo sciopero dell’intero comparto della conoscenza indetto dalla Flc-Cgil
 
Roma, finita protesta studenti davanti al Miur – In quasi tutte le piazze italiane si è conclusa la protesta degli studenti. A Roma il corteo è terminato davanti al Miur, dove, autorizzato dai funzionari della polizia, era arrivato un gruppo di circa 300, staccatosi dal corteo, che nel frattempo si è disperso. Davanti alla sede del Miur di viale Trastevere, hanno intonato un coro all’indirizzo del dicastero: “Vergogna” e “se non cambierà lotta dura sarà”. Fermi ai piedi delle scale mentre un cordone di polizia, bloccava sulla sommità l’accesso all’ingresso del ministero. Agli slogan si è poi unito il lancio delle carote, simbolo della manifestazione, sempre all’indirizzo del ministero. Gli studenti al megafono hanno poi ribadito le ragioni della loro protesta “per una scuola di qualità che non si svende ” e poi si sono dispersi. La manifestazione si è svolta pacificamente e senza problemi, tranne che per il traffico.
Blitz davanti alla sede del Parlamento europeo – All’alba gli studenti hanno fatto un blitz di fronte alla sede romana del Parlamento europeo: appartenenti alla Rete degli studenti srotolano uno striscione “una scuola di qualità ce la chiede l’Europa”. “Stamattina abbiamo dato la sveglia a questo governo ed eravamo sotto alla sede romana del Parlamento Europeo per chiedere che la nostra scuola entri veramente in Europa”, spiega Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi.
A Roma e Torino gli studenti lanciano carote – Gli studenti in corteo a Torino hanno lanciato carote contro la sede del Miur per protestare contro la frase del ministro Francesco Profumo che, dopo la manifestazione studentesca dell’otto ottobre, aveva detto: “Dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e meno la carota”. “La settimana scorsa – hanno detto gli studenti ricordando gli scontri con la polizia dell’ultima manifestazione – con noi hanno usato il bastone. Oggi noi usiamo le carote”. Hanno poi acceso anche alcuni fumogeni. Stesso tipo di protesta a Roma: “Le portiamo e in piazza per far capire simbolicamente al ministro Profumo, che in questi anni la scuola ha ricevuto solo il bastone. Ora basta. E’ tempo della carota”, spiegano.
A Bologna flash mob e volantinaggio – A Bologna, studenti in piazza con iniziative, flash mob e volantinaggio. A Piacenza, presidio alle 10:30 all’Ufficio scolastico territoriale poi studenti in corteo. Parma, presidio davanti alla Prefettura con distribuzione di materiale informativo e mele sul tema ‘La scuola è alla frutta’. Reggio Emilia, presidio in Piazza della Vittoria, poi studenti in corteo dal Teatro Ariosto. Modena, presidio davanti alla Prefettura. Ferrara, presidio in piazza Municipale alle 10:30 poi studenti in corteo. Ravenna, presidio in piazza dell`Aquila e iniative di musica con gli sbandieratori. Forlì, presidio davanti alla Prefettura e flash mob.
Studenti in piazza a Cagliari e Oristano – L’autunno caldo della scuola è iniziato anche in Sardegna. In centinaia sono scesi in piazza a Cagliari e a Oristano. Studenti a fianco di insegnanti di ruolo e precari, personale amministrativo e tecnico. Ma anche gli operai dell’Alcoa di Portovesme si sono uniti con uno striscione. Per i lavoratori della scuola è stata una adesione allo sciopero nazionale indetto dalla Flc-Cgil contro la spending review che sottrae risorse al settore della istruzione pubblica sarda già in ginocchio, e per chiedere il rinnovo del contratto scaduto nel 2009 e l’ingresso di giovani e precari. Tanti ruoli diversi e un solo grido: “L’istruzione pubblica sta finendo in pezzi, difendiamola”. I manifestanti hanno raggiunto piazza Repubblica, sede del concentramento e da qui un serpentone umano ha percorso le vie del centro città verso viale Trieste sede dell’Assessorato Regionale della Pubblica istruzione.
Un urlo: non è questa la politica per uscire dalla crisi – Con la Flc Cgil in piazza anche delegazioni di universitari e la Rete degli Studenti Medi “per gridare che non è questa politica economica la soluzione per uscire dalla crisi. La soluzione siamo noi. L’istruzione deve tornare ad essere la priorità politica e di spesa del paese. In un momento come quello che il nostro paese attraversa, è ingiusto e inefficace cercare di vedere una via di uscita che non parta dall’investimento in Scuola, l’Università e la Ricerca”.
I sindacati – Il segretario generale della Flc, Mimmo Pantaleo, ha chiuso la giornata di mobilitazione e sciopero con un comizio a Roma durante il quale ha avuto la mano pesante con il Governo (“é autoritario. Sono tecnici che pensano non di governare, ma di comandare”) e con il ministro Profumo (“eviti termini come bastone e carota perché in questi mesi abbiamo assistito solo a bastonate”). Gli studenti sono tornati a casa con l’intenzione di fare anche più di un bis, se necessario.

Manganelli sui sogni

Manganelli sui sogni


Per tutta la giornata ieri, continuavo a guardare le foto orrende di quei teenagers picchiati dalla polizia nei cortei organizzati in varie città italiane. Pensavo al sangue, alla brutalità di un corpo trascinato sull’asfalto e a volti impauriti di fronte ai manganelli. E pensavo ai miei nipoti. E a me e mio fratello e ai nostri, tanti, pacifici cortei. E pensavo alla Diaz. Alla vergogna in mondovisione di un paese che, dopo quella vergogna, dovrebbe avvertire una certa difficoltà nel definirsi civile.

Pensavo che senza pene adeguate e senza responsabilità politiche i fatti della Diaz, il sangue innocente, i manganelli, i calci in faccia, le umiliazioni e la violenza sembrano quasi “cose da niente”, cose che si possono ripetere, restando innocenti, nascosti sotto caschi e dietro scudi come se si fosse in guerra. E il nemico ha quindici anni ed è smilzo e forse ha ancora qualche brufolo sul viso.

Vergogne. Vergogne dolorose che ci rendono un paese sempre piu’ allo sbando. Sempre meno libero. Sempre più violento. Abbiamo tolto tutto a quei ragazzi. Gli stiamo mangiando il futuro. Gli abbiamo detto che sognare e’ da cretini, che studiare non serve, che senza un paio di tette grosse non vai da nessuna parte. Gli abbiamo insegnato che si puo’ rubare, corrompere, frodare, evadere il fisco, mentire, infangare le istituzioni ed essere intoccabili. Inamovibili. Perché potenti. Del potere dei corrotti e dei gradassi. Del potere che ci ha ridotto alla caricatura del paese che eravamo. Gli abbiamo detto che non devono andar via se no sono “traditori”,  ma se provano a protestare li picchiamo nei denti perché non devono pensare mai e poi mai di poter avere una voce, di poter essere persone.

Quando io ero più giovane, sognavo e lo faccio ancora. Sognavo di essere felice. E mio padre e mia madre mi hanno ripetuto sempre che se studiavo e facevo del mio meglio avrei potuto esserlo. Ho studiato e ho fatto del mio meglio, poi, prima che fosse troppo tardi, sono andata via, con la mia rabbia, il mio dolore e senza sapere chi fossi, perchè il mio paese aveva riso in faccia alle mie aspirazioni perché non “supportate” dalle conoscenze giuste. Eppure io sono stata fortunata, perché quando ero più giovane, mi è stato almeno concesso sognare. Ieri, in tante città, i manganelli hanno ribadito che il sogno, in Italia, è fuorilegge. Che la gioventù è fastidiosa perché si ha ancora voglia di non essere servi. E allora bisogna far ben capire chi comanda.

Ieri, era l’anniversario della morte di Steve Jobs. Un genio. Da lui, da molto tempo, ho preso, come mio motto, la famosa frase “resta affamato, resta folle” che lui, a sua volta aveva letto in una rivista degli anni sessanta. Pensavo a Jobs e ai ragazzi picchiati. E a quella follia che in Italia è derisa e considerata “pericolosa” e che fa troppo presto spazio alla necessita’ della sopravvivenza senza bagliori, senza neppure più la voglia del sogno, senza neppure più l’aspirazione alla felicità.

Abbiamo tolto tutto ai questi ragazzi e se provano a ribellarsi li picchiamo. E non ce ne vergogniamo. Tanto domenica ci sono le partite.

Scuola, studenti contro la polizia

Scuola, studenti contro la polizia: “Picchiati e trascinati”. Profumo: “Posizioni più forti senza violenza”


 Migliaia di studenti sono scesi in piazza in tutta Italia. E in alcune città la protesta – contro i tagli alla scuola ma anche per denunciare i privilegi della ‘casta’ – è sfociata in disordini e tafferugli. Un assaggio di “autunno caldo” che per alcuni è un campanello d’ allarme da non sottovalutare. Condanna degli atti di violenza da parte del ministro Profumo. Cortei di studenti, soprattutto delle superiori, hanno sfilato nelle vie cittadine, mandando il traffico in tilt. A Roma, dove una gigantografia di Monti in ‘versione vampiro’ con la scritta ‘baroni’ è stata calata da un balcone del Vittoriano, si sono registrati momenti di tensione tra il corteo degli studenti e le forze dell’ordine quando diverse decine di manifestanti, nel tentativo di deviare il percorso concordato, hanno tentato di forzare un blocco degli agenti.
Tafferugli e feriti – Quattro gli agenti di polizia contusi durante gli scontri e uno studente minorenne fermato e identificato. Tafferugli anche a Milano dove alcuni fumogeni sono stati lanciati di fronte alla Sede Siae e scritte e volantini sono stati apposti sulle sedi di alcuni istituti bancari. Cinque studenti sono rimasti contusi a Torino nel corso di un’azione di dispersione del corteo e la polizia ha fermato 15 manifestanti per identificarli. Alcuni grossi petardi sono stati fatti esplodere durante il corteo degli Studenti Autorganizzati a Napoli mentre a Palermo, davanti la sede della presidenza della regione, gli studenti hanno bruciato un centinaio di tessere elettorali sotto lo striscione “nessuna fiducia nella casta”. Uova e fumogeni contro le banche anche a Livorno e Bologna.
Condanna di Profumo – “Le posizioni di chi manifesta il proprio dissenso sono tanto più forti quando non sono accompagnate dalla violenza contro cose o persone ma sono capaci di incanalarsi in una proposta”. Così il ministro dell’Istruzione. Profumo ha quindi ribadito la sua disponibilità al dialogo. “In questi mesi ho sempre incontrato e cercato il confronto, soprattutto con gli studenti. L’ultima volta, in ordine di tempo, qualche giorno fa in occasione di una loro manifestazione proprio sotto il ministero. Questa volta, invece – ha fatto notare – non mi è stato chiesto alcun incontro”.
La protesta – All’origine delle contestazioni studentesche ci sono i tagli alla scuola, i mancati investimenti nel settore, il caro-libri, i tentativi di privatizzare la scuola pubblica, le condizioni dell’edilizia scolastica e, più in generale, “la politica dell’istruzione del Governo”. Ma non solo. I ragazzi se la prendono pure con le banche – considerate assieme all’intero mondo della finanza, le principali responsabili della crisi economica – e con i rappresentanti della politica al centro negli ultimi mesi di ripetuti scandali. “Nessuna fiducia nella casta” l’eloquente scritta apparsa su tanti cartelli.
Le reazioni – “Mai come adesso la distanza fra la politica e il paese reale è stata tanto evidente. E in quel vuoto che è venuto a crearsi si stanno già infiltrando raffinatissimi nemici della democrazia” avverte Giulio Vasaturo, criminologo della Sapienza di Roma ed esperto nell’analisi dei fenomeni di violenza, che invita il governo a “mediare con le piazze, più che con i mercati, per evitare scenari incontenibili”. “Le posizioni di chi manifesta il proprio dissenso sono tanto più forti quando non sono accompagnate dalla violenza contro cose o persone ma sono capaci di incanalarsi in una proposta” ha ammonito il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ribadendo la sua disponibilità al dialogo. E i partiti hanno preso posizione. Ferrero (Prc) parla di “vergognosa repressione” e pure il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata, ritiene “inspiegabile assistere a una repressione così violenta nei confronti degli studentì” le cui richieste non possono essere ignorate. La protesta degli studenti va ascoltata, anche a parere di Francesca Puglisi (Pd) secondo la quale “è doveroso risparmiare in altri settori della spesa statale per tornare a finanziare scuola e diritto allo studio”. “Non voglio commentare i disordini, si può immaginare cosa penso, ma il disagio del mondo giovanile – ha ammesso il leader dell’Udc Pierferdinando Casini – è fortissimo”. “Questo è un Paese – ha commentato il leader della Cgil, Susanna Camusso – che non sta offrendo ai giovani una prospettiva e questo ovviamente se non viene affrontato dando risposte può creare dei problemi”.
La denuncia degli studenti – Trascinati per terra, picchiati e minacciati con un manganello puntato alla gola. A denunciare quanto accaduto durante i tafferugli con le forze dell’ordine a Porta Portese sono gli stessi studenti che stanno manifestando a Roma. “Tre o quattro di noi – ha raccontato un liceale romano – sono stati bloccati e trascinati per terra dagli agenti. Qualcun altro ha ricevuti calci alla schiena o è stato fermato con un ginocchio poggiato sulla nuca. E’ una cosa assurda, non si può reagire così”. Il caro-libri, le banche, la “privatizzazione della scuola pubblica” e “la mercantilizzazione del sapere”, sono i temi che hanno condotto migliaia di studenti a protestare in tutte le piazze italiane. E a censurare la dura reazione delle forze dell’ordine contro i manifestanti. “Le posizioni di chi manifesta il proprio dissenso sono tanto più forti quando non sono accompagnate dalla violenza contro cose o persone ma sono capaci di incanalarsi in una proposta”, ha detto però il minsitro dell’Istruzione, Francesco Profumo, commentando le manifestazioni studentesche sfociate in disordini e tafferugli.
Feriti negli scontri e fermi – A Torino secondo la questura sarebbero 5 i contusi 15 gli studenti identificati. Di tutt’altro avviso gli studenti. “Abbiamo riportato 30 contusi per caduta a terra e due feriti a causa delle manganellate e delle cariche della polizia”. Lo dice Daniele Mirandola, portavoce del Ksa, Kollettivo Studentesco Autonomo di Torino, organizzazione del corteo degli studentii. “Una ragazza di 19 anni – spiega – e un ragazzo di 16 hanno subito ferite lacero-contuse alla testa e sono andati in ospedale,dove sono stati medicati”. Il Ksa ha annunciato un’assemblea per mercoledì allo scopo di valutare le iniziative da intraprendere. Sono quattro gli agenti di polizia contusi durante gli scontri al corteo degli studenti a Roma. Uno studente minorenne, che era stato fermato e identificato, è stato riaffidato ai genitori. Un minorenne è stato fermato durante i tafferugli tra gli studenti in corteo a Roma e le forze dell’ordine nella zona di Porta Portese. Il quindicenne, studente del liceo Virgilio, sarà ora portato in commissariato per l’identificazione e poi riaffidato ai suoi genitori o ad un maggiorenne.
Monti e il governo nel mirino – Blitz degli studenti del Blocco studentesco da un balcone sovrastante l’altare della Patria a Roma. Una gigantografia di Monti in ‘versione vampiro’ con la scritta “baroni” è stata esposta dai ragazzi su uno striscione calato dal tetto al di sopra delle colonne dell’altare, da un balcone del museo Vittoriano che affaccia su piazza Venezia. a manifestazione degli studenti si é conclusa con un’assemblea davanti a Palazzo Nuovo, sede dell’Università di Torino. Qui i manifestanti hanno inscenato un sit-it durante il quale hanno bruciato fotografie dei volti Monti, Profumo, Fornero, Cota e Fassino, che sono stati oggetto di cori durante tutta la durata del corteo. Non si sono verificati ulteriori momenti di tensione.
Le proteste di Roma e l’ira di Alemanno – Traffico in tilt e bus rallentati nel centro a causa di diversi cortei di studenti dei licei romani che contemporaneamente stanno sfilando in alcune vie della capitale per raggiungere Porta San Paolo, e poi il Ministero dell’Istruzione. Secondo quanto si apprende, gli studenti, che stanno protestando “contro crisi e austerita”, si stanno muovendo in gruppi creando disagi al traffico in via della Conciliazione, viale Trastevere, Lungotevere Ripa, piazza Belli e piazzale dei Partigiani. L’ira di Alemanno: “Purtroppo ancora oggi abbiamo visto quale problema rappresentano le manifestazioni nella nostra città: un corteo di appena mille studenti ha paralizzato la città”. Lo ha affermato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che è tornato a chiedere “ancora una volta al ministro degli Interni Cancellieri di darci delle regole perché, senza, la città rischia di essere soffocata e i romani sono stufi”

Scuole italiane in pessime condizioni

Scuole italiane in pessime condizioni: edifici insicuri e aule fatiscenti. Lesioni strutturali in un istituto su dieci


Solo un quarto delle scuole italiane è in regola con tutte le certificazioni di sicurezza e la manutenzione è ridotta a lumicino: lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque, muffe ed infiltrazioni in una su quattro. E mentre si annuncia la scuola 2.0, un terzo degli edifici è privo anche della più semplice aula computer e quasi la metà di laboratori didattici. Il 46% non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio. È la condizione in cui versano le scuole italiane secondo il X Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna nazionale ‘Impararesicuri’ giunta alla sua decima annualità.
Una scuola su cinque è inadeguata – Tra le scuole monitorate, 10 ottengono un punteggio buono, 38 discreto, 40 sufficiente, 21 insufficiente, 2 pessimo: “Dunque oltre una scuola su cinque (23/111, 20,7%) è assolutamente inadeguata sotto il profilo della sicurezza, e oltre una scuola su tre (40/111, 36%) rasenta la sufficienza, giudizio per noi non accettabile se parliamo di edifici pubblici”, dice Cittadinanzattiva. “Chiediamo di conoscere il reale stato delle scuole, una per una, chiediamo che siano effettuati controlli periodici ordinari, ad inizio e fine anno scolastico e dopo eventi meteorologici importanti, con equipe tecniche miste, chiediamo di rivedere il numero massimo di alunni per aula, che le rende meno sicure e più invivibili; chiediamo che si programmino interventi e reperiscano fondi senza interruzione per almeno cinque anni”, spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.
Fatiscenti soprattutto le facciate – Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva nelle scuole italiane le lesioni strutturali sono presenti in gran parte sulla facciata esterna dell’edificio, i crolli di intonaco in corridoi (19%), aule (14%) e bagni (14%); muffe, infiltrazioni e umidità in bagni ed aule (24%), mense (18%), palestre (17%). Il 21% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato, nell’87% dei casi hanno richiesto interventi mantenutivi all’ente interessato, ma quest’ultimo, nel 15% delle situazioni, non è mai intervenuto o l’ha fatto con estremo ritardo. Gli interventi di tipo strutturale, che richiedono più soldi e tempo, sono stati richiesti nel 45% delle scuole ma in ben il 58% non hanno ottenuto alcuna risposta da parte dell’ente proprietario. Certificazioni di sicurezza grandi assenti, più che nel passato: il certificato di agibilità statica, quello di agibilità igienico-sanitaria e quello di prevenzione incendi sono presenti solo nel 24% delle scuole.
Il cattivo stato di manutenzione fa sì che in un’aula su quattro (24%) siano presenti segni di fatiscenza, come umidità muffe, infiltrazioni di acqua oltre che distacchi di intonaco visibili in più di un’aula su 10 (14%). Barriere architettoniche (11%) e pavimenti sconnessi (10%), ostacolano la vita agli studenti con disabilità presenti in numero sempre crescente nelle nostre scuole (in dieci anni il loro numero è cresciuto del 56%, ad oggi siamo ad oltre 190 mila studenti disabili). E sedere sui banchi di scuola risulta dannoso per la salute: temperature ed aerazione non sono adeguate nella gran parte delle aule, visto che il 49% di esse è senza tapparelle o persiane e il 57% ha le finestre rotte. E ancora: il 10% delle sedie e il 12% dei banchi è rotto e in oltre la metà dei casi gli arredi non sono a norma, adeguati ad esempio all’altezza degli alunni.
Quanto al sovraffollamento una classe su 4 del campione ha più di 25 alunni e dunque non è adeguata alla normativa antincendio. Sulla sicurezza interna, inoltre, le porte con apertura antipanico assenti nel 78% delle scuole monitorate, le scale di sicurezza assenti nel 21% dei casi, le uscite di emergenza assenti nel 16% e non segnalate nel 15%, la larghezza dei passaggi di almeno 120 cm non rispettata nel 18% dei casi, la già citata certificazione antincendio in regola solo nel 24% delle scuole. “La conclusione è che, in queste aule, il rischio di rimanere intrappolati in caso di emergenza è elevato”, dice Cittadinanzattiva.
Anche palestre e cortili, dove ci sono, risultano in cattive condizioni. Le palestre presentano segni di fatiscenza nel 17% dei casi, distacchi di intonaco nel 7%, sono senza spogliatoi nel 18%, hanno attrezzature danneggiate nel 13%, mancano di cassetta di pronto soccorso in un caso su tre (34%). I cortili, a loro volta, hanno pavimentazione sconnessa nel 44% dei casi, rifluiti non rimossi o ingombri nel 12%, nella stessa percentuale presentano barriere architettoniche.
Condizioni difficili soprattutto per i 191.037 studenti disabili inseriti nelle scuole: scalini all’ingresso del 14% delle scuole, ascensore assente nel 54% degli edifici e non funzionante nel 14% di quelli che ne sono dotati; barriere architettoniche nel 18% delle mense, nel 14% all’ingresso, nel 13% dei laboratori, nel 12% dei cortili, nell’11% delle aule e dei laboratori multimediali, nell’8% delle palestre. Nel 34% delle scuole non esistono bagni per disabili, e il 7% di chi c’è l’ha presenta barriere architettoniche.

Università, al via i test

Università, al via i test
il Codacons a Monti
e Profumo: “Il numero chiuso
è assurdo, va eliminato”

“Una class action per gli esclusi”

Appello del Codacons al premier Monti e al ministro Profumo perché eliminino i test di ammissione e rendano libero l’accesso all’università. Il numero chiuso è ‘lesivo del diritto allo studio’

 
Studenti all'università

Studenti all’università

Roma, 3 settembre 2012 – Al via i test d’ingresso all’università. Si comincia dalla facoltà di Medicina e Odontoiatria dove solo uno studente su 8 ce la farà.

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Il Codacons si appella a Mario Monti e al ministro Francesco Profumo perché eliminino i test di ammissione e rendano libero l’accesso all’università. Se, infatti, la Corte Costituzionale definisse incostituzionale il numero chiuso, cosa probabile essendo lesivo del diritto allo studio e del libero accesso alle professioni, garantiti dalla Carta Costituzionale agli artt. 3, 33 e 34 e dalle direttive comunitarie, scatterebbe una maxi class action per i non ammessi.

Per questo l’associazione di consumatori ha già provveduto a diffidare il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca chiedendo l’eliminazione dei test di ammissione. Il Codacons annuncia inoltre che e’ già pronta la class action per gli esclusi.

 “Il numero chiuso all’università è assurdo ed antistorico. Peraltro – aggiunge il Codacons – i test di ammissione, con domande magari di cultura generale, non selezionano certo quelli che saranno, ad esempio, i medici migliori. Non si capisce, poi, perchè qualche ora di test dovrebbe valere piu’ del voto conseguito alla maturità, dopo un percorso durato ben 5 anni di studio. Per migliorare la qualità della nostra sanità la selezione andrebbe fatta durante gli anni universitari, attraverso esami piu’ selettivi e non certo con un test di un centinaio di domande da risolvere in qualche ora” ha dichiarato il presidente del Codacons, Marco Donzelli.

“Inoltre – aggiunge il Condacons – è ormai accertato che non vi è un esubero di medici in Italia. Per questo vi sono assessori regionali alla sanità che hanno già chiesto l’eliminazione del numero chiuso.

Al via il concorso per l’assunzione di quasi 12 mila insegnanti

Al via il concorso per l’assunzione di quasi 12 mila insegnanti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato quattro decreti presidenziali in base ai quali è stato approvato un nuovo piano assunzioni che prevede la regolarizzazione di 12 mila insegnanti mediante un maxi concorso che verrà fatto entro quest’anno

di Valentina Vacca27 agosto 2012
 

E’ il primo maxi concorso dal 1999 destinato agli insegnanti, ma non solo. Prevista infatti anche l’assunzione, oltre che di docenti e personale educativo e di docenti per le Accademie e i Conservatori di Musica, anche di dirigenti scolastici, personale tecnico-amministrativo e tre unità di direttore amministrativo per il settore AFAM.

LE ULTIME NEWS SUL CONCORSO PER INSEGNANTI. Clicca qui>>.

Ecco come si articolerà il maxi concorso:

– assunzione di 1213 dirigenti scoinsegnanti_felicilastici, trattenuta in servizio di 134 dirigenti scolastici per l’a.s. 2012/2013, assunzione di 21.112 unità di personale docente ed educativo;

SCUOLA: 2200 POSTI LIBERI IN LAZIO. Clicca qui>>

-assunzione di 60 docenti di I e II fascia per le Accademie e i Conservatori;

-assunzione di 280 unità di personale tecnico-amministrativo e 3 unità di direttore amministrativo

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Per quanto concerne l’assunzione dei 11.892 docenti, il 24 settembre sarà pubblicato il bando di concorso (scadrà il 24 ottobre) per titoli ed esami su base regionale e inoltre altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie. La procedura concorsuale avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso.

E’ necessaria l’abilitazione?
 Sì, anche se il Ministero ha affermato che potranno partecipare anche i non abilitati in caso non ci dovesse essere un numero sufficiente di abilitati (un’ipotesi abbastanza surreale secondo noi..). Il Ministero sta vagliando l’ipotesi di destinare circa il 10-15% dei posti disponibili agli under 30 ma su questo fatto non vi sono ancora certezze.

I COSTI DEL CONCORSO E LE ULTIME DICHIARAZIONI DI PROFUMO, Leggi qui >>

A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’a.s. 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione.

Studenti in protesta: l’Università costerà di più

Studenti in protesta: l’Università costerà 600 milioni di euro in più

La spending review preoccupa l’Unione degli universitari: le tasse saliranno alle stelle e ancora meno ragazzi potranno permettersi il lusso di studiare

di Valeria Roscioni24 luglio 2012
 

Spending review e istruzione decisamente non vanno d’accordo. Nonostante il tentativo del ministero di smorzare i toni e di schierarsi al fianco degli studenti sostenendoli con iniziative come Universitaly, quando si parla di tagli e di tasse non è facile evitare di navigare in acque agitate.

TAGLI ALL’ISTRUZIONE PER 200 MILIONI, STUDENTI SUL PIEDE DI GUERRA >>

soldi200Così, dopo la mareggiata di ieri con le province che minacciano la mancata riapertura delle scuole a settembre, oggi è il turno dell’Udu pronta a scagliarsi contro un aumento delle tasse universitarie che potrebbe arrivare fino a 600 milioni di euro. Come verrebbe raggiunta questa cifra spropositata è presto detto: cancellando il limite alle tasse per fuoricorso e agli extracomunitari. 

SPENDING REVIEW: VIA IL LIMITE PER I FUORI CORSO. ECCO PERCHE’ RIGUARDA TUTTI >>

Questa manovra finanziaria la cui portata non è immediatamente comprensibile ad un occhio esterno, infatti, consentirebbe di ridurre drasticamente il numero delle università fuorilegge che impongono troppe tasse abbassandolo da 35 a 8. In poche parole rimarrebbero nell’illegalità solo: Bergamo, Insubria, Statale e Bicocca di Milano, Modena e Reggio Emilia, Parthenope di Napoli, Ca’ Foscari di Venezia e Urbino.

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Questo, ovviamente a discapito degli studenti e delle loro famiglie dato che il limite fissato dalla legge per evitare una tassazione troppo alta non è semplicemente un vezzo ma un modo per assicurarsi che il diritto allo studio universitario non venga negato. In altre parole quella che l’Udu teme è una liberalizzazione delle tasse in gradi di mettere implicitamente in discussione il carattere pubblico dell’Università italiana.

PROFUMO: TROPPI FUORICORSO, BISOGNA CAMBIARE >>

Michele Orezzi, Coordinatore Nazionale dell’UdU Unione degli Universitari ha dichiarato: “Il Governo deve immediatamente cancellare questa previsione senza se e senza ma. Siamo pronti a scendere in tutte le piazze d’Italia. Chiediamo l’immediato intervento del Presidente della Repubblica e siamo pronti a ricorrere anche alla Corte Costituzionale: non accetteremo in alcun modo questo scempio”.

VUOI ISCRIVERTI AD UNA FACOLTA’ A NUMERO CHIUSO? ALLENATI CON I NOSTRI TEST >>

Stando al comunicato diffuso dall’Udu stessa, infatti, le cifre di cui si parla non lasciano molto margine di manovra e richiedono un intervento repentino: “ a La Sapienza e Siena aumenti possibili di oltre 1100 euro, a Palermo 1100 euro, a Messina e Foggia oltre 950 euro, a Perugia oltre 900, a Macerata e Firenze oltre 700 euro, a Pisa circa 680 mentre a Bari aumenti di più di 600 euro per l’università e più di 700 euro per il Politecnico”.

Facoltà ad accesso programmato: ecco come funzionano i test

Facoltà ad accesso programmato: ecco come funzionano i test d’ingresso

Devi iscriverti ad una facoltà a numero chiuso? Ecco quanto durano, come funzionano e come vengono valutati i test d’ingresso

di Valeria Roscioni3 luglio 2012
 

Se dopo la maturità per voi gli esami non sono affatto finiti vuol dire che avete scelto una facoltà ad accesso programmato e che quindi ora siete alle prese con il labirinto dei test d’ingresso. Tra graduatorie accorpate, programmi su cui prepararsi e piani B da tenere a portata di mano stai letteralmente impazzendo? Tranquillo, ci siamo qua noi a spiegarti, facoltà per facoltà, come sono strutturate le prove scritte e secondo quali criteri vengono valutate

TUTTE LE DATE DEI TEST D’INGRESSO >>

paura-esamiLa prova di ammissione ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e in odontoiatria e protesi dentaria consiste nella soluzione in due ore (dalle 11:00 alle 13.00) di ottanta  quesiti che presentano cinque opzioni di risposta: quaranta di cultura generale e logica, diciotto di biologia,  undici di chimica e undici di fisica e matematica. 

NON HAI ANCORA SCELTO LA FACOLTA’? ORIENTATI COL NOSTRO TEST>>

Nel caso del corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia in lingua inglese la prova si svolgerà, per l’appunto, in inglese.

TEST D’INGRESSO: ECCO LE FACOLTA’ CON LE GRADUATORIE ACCORPATE>>

La prova di ammissione ai corsi di laurea magistrale in medicina veterinaria consiste nella soluzione in due ore (dalle 11:00 alle 13.00)  di ottanta  quesiti  che presentano cinque opzioni di risposta: venticinque di chimica, ventitré di cultura generale e ragionamento logico, venti di biologia e dodici di fisica e matematica.

TEST D?INGRESSO A MEDICINA >>

La prova di ammissione ai corsi di laurea  e di laurea magistrale a ciclo unico, direttamente finalizzati alla formazione di architetto) consiste nella soluzione in due ore e un quarto (dalle 11:00 alle 13.15) di ottanta  quesiti  che presentano cinque opzioni di risposta: trentadue quesiti di cultura generale e ragionamento logico, diciannove di storia, sedici di disegno e rappresentazione e tredici di matematica e fisica.

TEST DI CULTURA GENERALE >>

La prova di ammissione ai corsi di laurea  e di laurea magistrale a ciclo unico, finalizzati alla formazione di architetto con didattica prevalentemente erogata in lingua inglese si svplgerà, appunto, in lingua inglese
La prova di ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie consiste nella soluzione in due ore (dalle 11:00 alle 13.00) e il programma è lo stesso di Medicina.

RIPASSO DI CHIMICA, ANATOMIA, BIOOGIA E MATEMATICA >>

Ora che avete le idee più chiare su cosa dovrete affrontare è il momento di dare uno sguardo a come verrà valutato il vostro test, informazione che dovete assolutamente avere ben chiara per poterlo affrontare al meglio. È infatti più che necessario che voi ricordiate la seguente tabella per il calcolo del punteggio: 
–    punto per ogni risposta esatta
–    meno  0,25  punti per ogni risposta sbagliata
–    0 punti per ogni risposta non data

Per sapere cosa accade in graduatoria in caso di parità leggi QUI >> il decreto n. 196