Si tirano le somme della maratona del terrore di Boston. Sono tre le vittime, tra cui un bambino di 8 anni, e oltre 154 i feriti, di cui almeno 17 gravi. Oltre 10 le amputazioni. Si aggrava insomma il bilancio della tragedia che ha fatto ripiombare gli Stati Uniti nell’incubo terrorista. Al momento nessun italiano risulta tra i feriti. Sulle tv americane vengono trasmessi in maniera ossessiva i tanti video delle due esplosioni a 12 secondi di distanza. Ci sono le grida della gente in preda al panico e il sangue sulla strada. Scene forti che gettano un Paese intero nell’angoscia, in uno stato di choc. La foto di un podista di 78 anni scaraventato a terra dallo spostamento d’area a pochi metri dallo scoppio è già diventata l’immagine simbolo, l’icona di questa tragedia. Si è rialzato e ha tagliato il traguardo.
Nessuna pista viene esclusa – Così come affermato da Barack Obama, non si conosce ancora la matrice dell’attentato: se esterna, legata al fondamentalismo islamico, o interna, legata ad estremisti come quelli che il 19 aprile del 1995 fecero saltare in aria un edificio federale ad Oklahoma City, provocando 168 morti e 680 feriti. Fral e piste battute dagli inquirenti c’è quella del terrorismo internazionale, suffragata dalle molteplici minacce agli Usa di al Qaida in tutte le sue ramificazioni, e di quello interno, che poggia soprattutto su una serie di coincidenze temporali, l’anniversario della strage a Oklahoma City (19 aprile 1995, 168 i morti), il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi, che scadeva proprio ieri, o il Patriots Day in Massachusetts. Quel che è certo è l’orrore rimbalzato in tutto il mondo, incredulo di fronte a un attacco definito “sofisticato, coordinato e pianificato” contro una massa inerme di 23.000 partecipanti e altre migliaia di spettatori.
Lo sforzo degli inquirenti – Alla guida delle operazioni gli agenti del Fbi, che in una breve conferenza stampa hanno ribadito come siano in corso “indagini criminali, potenzialmente nell’ambito del terrorismo”. Mentre si sta passando al setaccio ogni foto, ogni fotogramma delle telecamere a circuito chiuso della zona, trapela la notizia che ci sarebbero alcune immagini di un sospetto vestito di nero, con due zainetti sulle spalle. Inoltre, si sta dando la caccia a un furgone preso a noleggio che è stato visto entrare nella strada della corsa appena prima dello scoppio, e poi scappare via. Pare che i due ordigni, artigianali, pieni di cuscinetti a sfera, siano stati posti dentro alcuni cestini della spazzatura lungo il marciapiede e siano stati fatti esplodere con un telecomando a distanza. Si era anche sparsa la notizia del ritrovamento di altri cinque ordigni inesplosi, oltre alle tre bombe che fortunatamente non sono scoppiate e fatte brillare dagli artificieri. Ma più tardi gli inquirenti hanno fatto sapere che non si trattava di dispositivi esplosivi. Smentita anche l’indiscrezione secondo cui gli agenti avrebbero già fermato un giovane saudita. Piuttosto, la polizia di Boston sta interrogando una ‘persona d’interesse, un giovane straniero negli States con visto studentesco, rimasto ustionato dall’esplosione. Ma sempre gli inquirenti per il momento sottolineano che non si tratta di un sospetto.
Perquisito appartamento alla periferia – Qualche ora dopo le esplosioni, l’Fbi e la polizia locale hanno perquisito un appartamento vuoto al quinto piano di Ocean Avenue, nel quartiere periferico di Revere. Lo riferiscono abitanti della zona alla Nbc. Alcuni media sostengono che l’appartamento sia da mettere in relazione in qualche modo con lo studente “straniero” rimasto gravemente ustionato nell’esplosione considerato un possibile sospetto.
Si cerca ragazzo con pelle scura, accento straniero – Gli investigatori hanno messo in allerta tutti gli agenti, alla ricerca dei responsabili dell’attentato: starebbero cercando un “uomo di colore o dalla pelle scura, con un accento probabilmente straniero”, secondo le informazioni ottenute dalla Cnn. L’uomo sarebbe stato visto con indosso uno zaino nero e una felpa, e avrebbe cercato di entrare in una zona riservata cinque minuti prima delle esplosioni. Nessun arresto è stato compiuto dalle autorità, ma molte persone sono state interrogate, secondo quanto riferito dal capo della polizia di Boston, Ed Davis.
Coinquilino del saudita fermato: “E’ un bravo ragazzo” – Un coinquilino del giovane saudita che secondo alcuni media americani sarebbe stato fermato lo ha definito “un ragazzo pulito e tranquillo” e aggiunto che “non può essere stato lui”. Il New York Post, che da ieri batte la pista del fermato, ha parlato con Marcus Worthington, uno studente di legge che cinque mesi fa si è trasferito nell’appartamento di Oceans Towers a Revere, un sobborgo della città dove il potenziale sospetto abiterebbe con un terzo uomo. “E’ un bravo ragazzo”, ha detto Marcus che ha aggiunto di aver visto il compagno di casa per l’ultima volta due giorni fa. L’appartamento al quinto piano di Ocean Towers è stato perquisito nel corso della notte.
Boston blindata – Intanto il governatore del Massachusetts Deval Patrick lo ha detto chiaramente: “Boston resta una città aperta, ma blindata”. E le strade della città nelle prime ore della notte rispecchiano perfettamente la definizione. In giro ci sono molte auto della polizia e ben pochi passanti, che si guardano con sospetto mentre camminano veloci, mentre nel cielo ronzano continuamente degli elicotteri. Un cielo dichiarato ‘no fly zone’ dalla Agenzia federale per l’aviazione civile, che ha anche disposto la chiusura dell’aeroporto internazionale di Logan mentre la pista di atterraggio e decollo viene riconfigurata.
Appello agli spettatori: esaminate foto su Iphone – La polizia di Boston sta chiedendo in queste ore a tutti coloro che ieri si trovavano tra il pubblico nella linea del traguardo di verificare con attenzione le proprie foto o video catturati attorno ai tragici momenti delle due esplosioni. Lo rende noto la Cnn, osservando che in questa fase anche un dettaglio banale o l’immagine di un sospetto, potrebbero essere utilissimi alle indagini. In particolare, gli inquirenti stanno lanciando questo appello all’aeroporto, dove tante persone accorse a Boston per la maratona, in queste ore stanno tornando a casa. “Molte persone, magari inconsapevolmente, potrebbero essere stati testimoni oculari di quello che stava accadendo attorno ai propri amici o parenti ripresi con gli Iphone”, spiega un esperta di antiterrorismo
Il movimento talebano nega qualsiasi coinvolgimento – Il movimento talebano pachistano Ttp nega qualsiasi suo coinvolgimento nelle esplosioni di Boston. “Rilasceremo una dichiarazione su quanto accaduto solo dopo che l’attacco sarà rivendicato. Siamo in attesa di questo”, ha tuttavia specificato il portavoce del movimento Ehsanullah Ehsan.
Il sindaco: “E’ una tragedia” – “E’ una tragedia”: così il sindaco di Boston, Thomas Menino, di fronte alle telecamere ha descritto le esplosioni avvenute vicine al traguardo della storica maratona cittadina.
Le esplosioni – Sono drammatiche le immagini delle bombe esplose alla maratona e riprese in diretta da due angolazioni diverse, dalla tv Nbc e dal servizio video Boston Globe: prima il fumo, poi le grida e il fuggi-fuggi generale. In entrambi i filmati si vede l’arrivo della maratona, lungo l’ultimo miglio, quando oltre le transenne, sul marciapiede sinistro della centralissima Boylston Street, ecco levarsi la fiammata e il fumo della prima deflagrazioni, dietro a una fila di bandiere di tutti i Paesi. Gli atleti continuano inizialmente a correre imperterriti, alcuni alzano le braccia in segno di trionfo per aver concluso la gara e per alcuni secondi sembrano non rendersi conto di quanto accaduto alle loro spalle e alcuni non si girano neanche. Ma all’improvviso un atleta cade a terra, vicino alle transenne, evidentemente colpito da schegge. Poi si vedono oggetti che vengono proiettati in aria e ripiombano sull’asfalto.
Il terrore e la fuga degli atleti – Subito dopo riecheggiano le prime urla e pochi secondi più tardi è la volta del secondo boato, più sordo e distante, mentre si vede una colonna di fumo alzarsi lungo lo stesso marciapiede, poche decine di metri più in là. A quel punto anche gli atleti di spalle si girano e tutti cominciano a scappare, ma fra le persone non si crea una calca. Le grida della folla sono forsennate, partono gli allarmi delle auto. “Oh my God, there’s been an attack, there’s been an attack!” (Mio Dio, c’è stato un attentato), dice il telecronista in diretta. In pochi istanti l’intera scena è invasa dal fumo. “C’è stata improvvisamente un’esplosione, uscita dal nulla. Ci sono molti feriti. Ho visto corpi mutilati, ho visto sangue dappertutto”: è una testimonianza postata stasera sul live blog della Cnn. Il testimone, che è un producer del Boston Globe, Steve Silva, aggiunge: “Qualcuno ha perso una gamba. La gente urla, c’è confusione”. Le voci della paura hanno fatto breccia nel Web.
Almeno 10 persone hanno subito un’amputazione – Fra i feriti gravi vi sono coloro che hanno perso le gambe o un braccio, persone colpite alla testa, alcuni in stato comatoso. I medici di Boston sono stati costretto ad amputare e ha curare ferite da campo di battaglia. Molti dei 144 feriti sono stati curati per tagli e graffi, ma i medici hanno anche dovuto “estrarre biglie dalle persone nelle sale di pronto soccorso”, eseguire amputazioni e trattare molte ferite alle gambe. Sono almeno 10 le persone che hanno subito amputazioni, stando a quanto riferito da un esperto di terrorismo alla Cnn. Diversi pazienti ricoverati al Massachusetts General Hospital hanno riportato ferite agli arti inferiori che richiederanno “più interventi chirurgici” nei prossimi giorni, stando a quanto riferito dal chirurgo Peter Fagenholz. Lo stesso Fagenholz ha sottolineato che alcune ferite erano tanto gravi da richiedere l’amputazione.
Innalzato il livello di sicurezza in Italia – L’allerta, secondo quanto si é appreso, riguarda tutti gli obiettivi sensibili, come ambasciate, consolati, sedi diplomatiche, porti e aeroporti. Particolare attenzione è raccomandata nei confronti delle sedi Usa in Italia.
Testimone italiano: ora il clima è surreale – “Quanto è successo è terribile. Ora a Boston c’è una situazione surreale. Stiamo cercando di capire quando potremo rientrare in Italia, perché l’aeroporto è chiuso”: lo ha riferito parlando da Boston Stefano Valsetti, il vicesindaco di Cairo Montenotte (Savona) che ha preso parte alla maratona ed è stato testimone diretto di quanto è successo. “Sono passato sul traguardo della maratona esattamente 9 minuti prima delle due esplosioni – ha detto Valsetti – ed ero lì in zona quando ho sono avvenute le esplosioni. Prima era solo una festa e di colpo la città è precipitata nel panico. Ora siamo tutti in albergo in attesa di capire come poter tornare a casa”.
Unità di crisi: non ci sono italiani coinvolti – “A quanto ci risulta al momento, non ci sono italiani coinvolti”, ha detto il capo dell’unità di Crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, parlando a Radio Anch’Io. “Già da ieri sera il Consolato italiano ha inviato team sul posto e nei principali ospedali e ha stabilito un contatto con le forze dell’ordine”, ha spiegato Taffuri precisando che l’evento della maratona era così altamente frequentato che in questa fase è molto complesso avere dati e numeri precisi.