Il fotografo Joseph Eid: “Anis fumava la pipa e sembrava dire: ‘Basta con la distruzione, lasciate che la musica suoni ad Aleppo’”

Il fotografo Joseph Eid: “Anis fumava la pipa e sembrava dire: ‘Basta con la distruzione, lasciate che la musica suoni ad Aleppo’”

Pubblicato: 16/03/2017 12:10 CET Aggiornato: 16/03/2017 12:13 CET

“Una foto che è un intero romanzo”. Così ha commentato un giornalista del Washington Post l’immagine di un uomo di 70 anni, in calze e sandali, che fuma la pipa accanto a un vecchio grammofono ancora funzionante, tra le rovine della sua camera da letto impolverata di Aleppo. Un’immagine iconica condivisa migliaia di volte che, come accade spesso con le fotografie, racconta molto più di quel che si potrebbe e che in questo caso ci immerge totalmente nella desolazione dell’ “inferno sulla Terra”.

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Il mondo, infatti, è venuto a conoscenza della guerra civile siriana attraverso immagini simbolo: ha guardato i suoi orrori con gli occhi di una bambina di 7 anni; ha cercato di comprenderne la politica attraverso la lettera di un ragazzo lanciata sul canale youtube della Casa Bianca. E oggi si è fermato a guardare quest’uomo, solo e pensoso a migliaia di chilometri di distanza da noi.

“Chi è?”, si sono chiesti in molti. La risposta è nel racconto che il fotografo Joseph Eid di Afp ha voluto condividere. L’uomo sul letto è Mohammed Mohiedin Anis – meglio noto come “Abu Omar” dagli abitanti del quartiere di Aleppo dove vive. “Era un uomo ricco”, ha detto Eid al Washington Post. “Parla cinque lingue. Ha studiato medicina, ha viaggiato in Italia ed era titolare di una ditta di rossetti”.

Eid l’aveva già incontrato, quando la sua agenzia lo aveva spediato ad Aleppo per raccontare la vita di quest’uomo che aveva subito una lunga occupazione del suo quartiere da parte delle forze ribelli: le sue due mogli e gli otto figli avevano deciso di lasciare la città, ma lui è rimasto nella casa dove sono sepolti i suoi antenati. “Era gennaio 2016”, dice ancora il fotografo, “Anis ci ha mostrato la collezione delle sue auto d’epoca, di cui era ossessionato”.

“Quando una delle mie auto è stata colpita da una bomba, è come se io o uno dei miei parenti fossimo rimaste vittime dell’esplosione”, ha detto Anis all’Afp.

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La scorsa settimana, con Aleppo tornato nelle mani del governo, l’agenzia ha inviato Eid e un giornalista per vedere che cosa fosse accaduto ad Anis e alle sue automobili.

“Tra le macerie, abbiamo visto le sue auto distrutte e la sua casa parzialmente crollata”, ha raccontato il fotografo. “Abbiamo bussato alla porta, ma pensavo di non trovare nessuno”.

Invece a sorpresa, Anis è andato ad aprire la porta, ha fatto il the per i giornalisti e gli ha mostrato tutto ciò che aveva perso in quell’anno di guerra. Le sue auto sono oramai un cumulo di lamiere contorte. I suoi pezzi di antiquariato, le sue collezioni distrutte. “Niente mi impedirà di ricostruire, di ricominciare a vivere. È qui che sono nato, è qui che morirò”, ha detto senza indugio Anis al fotografo.

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Neanche il peggiore dei bombardamenti che Aleppo abbia conosciuto, quello che ha quasi raso al suolo la sua casa, ha tolto a quest’uomo la voglia di vivere. “Ci ha detto che gli piace la musica classica”, ha raccontato Eid al Washington Post. E quasi per gioco l’operatore gli ha chiesto se il grammofono funzionasse ancora. È stato allora che Anis si è acceso la pipa, ha azionato il grammofono e si è seduto sul letto in ascolto.

Ed è nata la foto che è “come un intero romanzo”.

“Questo uomo è seduto qui, nella sua camera da letto dove sta ancora dormendo, senza finestre, senza porta. Il muro sta per crollare. E lui sta ascoltando la musica. Sta fumando la pipa”. Un’immagine che è anche un grido di speranza. Sembra dire: “Va bene. C’è stata la guerra, c’è stata la distruzione”, ha concluso Eid. “Ora è il momento di lasciare che la musica suoni”.

Il fotografo Joseph Eid: “Anis fumava la pipa e sembrava dire: ‘Basta con la distruzione, lasciate che la musica suoni ad Aleppo’”ultima modifica: 2017-03-22T19:16:56+01:00da ugo565
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