Polonia compra la Dama con l’ermellino di Leonardo a prezzo stracciato

Polonia compra la Dama con l’ermellino di Leonardo a prezzo stracciato

Solo 100 milioni per una collezione che varrebbe venti volte di più

Ultimo aggiornamento: 29 dicembre 2016
La dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci (Germogli)

La dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci (Germogli)

La firma dell’intesa è avvenuta al castello reale di Varsavia, alla presenza anche dell’erede della famiglia, il principe Adam Karol Czartoryski, presidente della fondazione. Czartoryski ha scelto di cedere la collezione allo Stato a un prezzo che costituisce “una minuscola frazione del valore di mercato” della collazione, come spiega il ministro Glinski, perché, ha spiegato il presidente stesso, “nella vita ognuno di noi fa le cose che sente e nel modo in cui sente di doverle fare. Io ho voluto fare una sorta di donazione e questa è stata la mia scelta”. Soltanto il dipinto di Leonardo è assicurato per 350 milioni di euro. La collezione fu fondata nel 1801 da una antenata di Czartoryski, la principessa Izabela Czartoryska, per preservare opere d’arte polacche ed europeee durante un periodo storico estremamente travagliato per la Polonia, che in quel momento era diviso tra Austria, Prussia e Russia.

Attentato a Istanbul, strage di Capodanno in una discoteca

Attentato a Istanbul, strage di Capodanno in una discoteca

Le vittime sono almeno 39, tra cui 16 stranieri, i feriti una settantina. L’attentatore era travestito da Babbo Natale

Ultimo aggiornamento: 1 gennaio 2017
Istanbul, attentato in una discoteca

Istanbul, 1 gennaio 2017 – Il 2017 si apre con un nuovo attentato. Nel mirino il night club di Istanbul ‘Reina’, locale molto frequentato del quartiere di Ortakoy, nel distretto di Besiktas. Qui un uomo travestito da Babbo Natale, proprio come una parte dei poliziotti della capitale turca, ha sparato sulla folla causando almeno 39 morti, tra cui 16 stranieri e una settantina di feriti. Tra le vittime anche un agente di sicurezza che era sopravvissuto al doppio attentato fuori dallo stadio di Besiktas avvenuto il 10 dicembre scorso.

L’assalitore è stato ripreso – probabilmente con un telefonino – da un giornalista turco presente al party di Capodanno e il video è diventato subito virale su Twitter e sui social network. Il locale, come si vede dalle immagini, è completamente a soqquadro.

Al momento dell’attacco nella discoteca, avvenuto verso l’1.30 ora locale (le 23.30 in Italia), c’erano circa 600 persone che stavano festeggiando l’arrivo del nuovo anno come dimostrano i video postati su Twitter.

Secondo testimoni molti ospiti si sono addirittura gettati elle acque dello stretto del Bosforo per tentare di sfuggire ai colpi di kalashnikov degli assalitori. L’Unità di crisi della Farnesina si è subito attivata per verificare la presenza di nostri connazionali, esclusa poi dallo stesso ministro degli Esteri Angelino Alfano. Tra le vittime straniere ci sono anche cittadini di Paesi arabi: sauditi, marocchini, libanesi e libici. A loro si aggiunge una ragazza arabo/israeliana, la diciannovenne Lian Zaher Nasser.

Attentato di Istanbul, le reazioni all’attentato: da Papa alla Merkel

 

I TESTIMONI – “Questi pazzi sono entrati sparando ovunque, contro tutto”, racconta alla Cnn un testimone, rimasto ferito a una gamba da un proiettile. E una donna ricoverata in ospedale intervistata da rai News 24 ha raccontato: “Ero di spalle e mio marito mi ha urlato: ‘Buttati giù!’. Eravamo vicino a una finestra e ho sentito che due o tre persone stavano sparando. Poi sono svenuta. Molte persone erano a terra. Poi sono arrivate le forze speciali e ci hanno portato via. Mio marito è rimasto ferito in tre punti”.

Mehmet Dag, 22 anni, è ancora sotto shock: è stato testimone dell’uccisione di una guardia e di una passante di fronte al Reina: “Ha preso di mira l’agente di sicurezza e poi ha sparato e l’uomo e una donna che passava di lì sono caduti a terra”. Poi il giovane racconta di aver visto l’assassino entrare nel locale. A quel punto “si udivano colpi di arma da fuoco e dopo due minuti, il rumore di un’esplosione”. Dag ha anche ripreso la scena con il suo Iphone: nei video compare il poliziotto a terra fuori dal Reina e la donna a faccia in giù in una pozza di sangue. Il 22enne è riuscito anche a riprendere la scena durante l’attacco con le ambulanze e il rumore degli spari che risuona dall’interno del club.

Il Reina è un locale noto frequentato dall’alta società di Istanbul: fra i clienti ci sono spesso celebrità, calciatori e imprenditori. Il proprietario, Mehmet Koçarslan, ha riferito al giornale Hurriyet che “gli Usa avevano avvertito di un attacco del genere circa una settimana o 10 giorni fa ed erano state adottate misure”, ma ha aggiunto che non è stato possibile evitare un attacco del genere.

LE INDAGINI – L’attentato non è stato ancora rivendicato e gli inquirenti non si sono ancora sbilanciati su alcuna pista preferenziale, anche se la matrice islamica (Isis) e non quella curda stavolta, appare quella privilegiata. L’agenzia Dogan, l’unica che parla di due killer vestiti da Babbo Natale, sostiene che secondo alcuni testimoni oculari gli attentatori “parlavano in arabo”. Il governo turco, come in altre occasioni, ha disposto un blackout mediatico temporaneo.

Non si può escludere nemmeno la pista interna come avvenuto il 10 dicembre scorso quando i morti furono 38. Allora però nel mirino c’erano le forze di polizia, in tenuta antisommossa attorno alla stadio per la partita di calcio. Infatti l’attentato fu rivendicato dal Tak, i Falconi della libertà del Kurdistan, fazione scissionista del Pkk. Difficile comunque non vedere un collegamento con la tregua sancita due giorni fa in Siria, grazie alla troika composta da Russia, Iran e Turchia. Accordo, sottoscritto anche da Assad e dai ribelli, che taglia però fuori la parte curda della popolazione. Se fosse un attacco di matrice interna potrebbe pertanto essere una possibile protesta nei confronti delle riforme del presidente Recep Tayyip Erdogan, che tendono a schiacciare qualsiasi tipo di opposizione o di minoranza.

LA STORIA – Tra le vittime c’è anche un agente di sicurezza Fatih Cakmak. Secondo quanto riferito dai media turchi, l’uomo era sopravvissuto al doppio attentato fuori dallo stadio di Besiktas del 10 dicembre scorso.

IL PRESIDENTE – “Come nazione ci batteremo fino all’ultimo non solo contro gli attentati dei gruppi terroristici e le forze che li sostengono, ma anche contro i loro attacchi economici, politici e sociali”. E’ stato il primo messaggio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan“Stanno cercando di creare il caos – continua la dichiarazione scritta del presidente -, di demoralizzare la nostra gente e di destabilizzare il Paese con attacchi abominevoli che colpiscono i civili. Noi ci manterremo calmi come nazione, stando ancora più vicini e non cederemo ai loro sporchi giochi”.

LA CURIOSITA’ – Forse è stata una macabra coincidenza o piuttosto uno ‘spunto ispiratore’, ma in un episodio della serie televisiva comica turca ‘Kollama’ (‘Controllo’ in italiano) compare un uomo vestito da Babbo Natale che con una pistola con silenziatore minaccia gli alunni di una scuola. L’immagine, come sottolineano i media turchi, richiamerebbe quanto avvenuto al ‘Reina’.

Mattarella, discorso di fine anno: “L’odio come strumento politico intossica la società”

Mattarella, discorso di fine anno: “L’odio come strumento politico intossica la società”

“Alle urne servono regole elettorali chiare e adeguate”, afferma il presidente in diretta dal Quirinale

Ultimo aggiornamento: 1 gennaio 2017
Sergio Mattarella (Lapresse)

Sergio Mattarella (Lapresse)

Roma, 31 dicembre 2016 – Nuova location per il tradizionale discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato infatti non ha scelto di parlare in diretta dal salottino del suo appartamento, come nel suo esordio, lo scorso anno, bensì da una delle sale del Torrino del Quirinale, il punto più alto del palazzo che vanta una meravigliosa vista sulla Capitale. Uno sguardo indietro ai momenti dolorosi di questo 2016, tra terremoti e attentati, uno sguardo all’economia, ai giovani e all’immigrazione. E una ferma condanna all’odio come strumento politico, che “intossica” la società: sono questi alcuni dei temi principali del discorso del presidente, che fa dell’Italia un ritratto duro ma conciso, della durata di meno di venti minuti, in cui Sergio Mattarella non esita però a porre l’accento sull’agenda delle cose che andranno fatte in questo 2017, leggi elettorali in primis.

Il presidente usa un linguaggio semplice e chiaro, diretto, ma assieme alle note negative ricorda anche le energie sopite del Paese, i valori etici e la voglia di andare avanti degli italiani. Un pensiero va ai terremotati, oltre che alle vittime degli attentati di questo 2016, in particolare agli italiani. Anche ai giovani si è rivolto il Capo dello Stato (“Avete conoscenze e potenzialità molto grandi. Deve esservi assicurata la possibilità di essere protagonisti della vita sociale”, le sue parole), sia in Italia che a quelli emigrati all’estero.

IL TERREMOTO – “Ho visitato, anche quest’anno numerosi territori, ho incontrato tante donne e tanti uomini. Ho conosciuto le lore esperienze, ho ascoltato le loro speranze, le loro esigenze. Ho potuto toccare con mano che il tessuto sociale del nostro Pese è pieno di energie positive”, ha spiegato Mattarella. “Con tutti ho condiviso sofferenze e momenti di gioia. Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più”, ha sottolineato. “Ci siamo ritrovati uniti – prosegue – in occasione di alcuni eventi che hanno suscitato l’emozione e la partecipazione di tutti noi”.  Proprio ai terremotati, il presidente dedica un pensiero speciale: alle vittime così come a chi ha perso familiari, case e ricordi, che, soprattutto, “non devono perdere la speranza: ricostruiremo questi paesi così belli e carichi di storia”. E infine, una menzione: “alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, alle Forze di Polizia, ai nostri militari, ai tanti volontari esprimo la riconoscenza del Paese. Il loro operato è oggetto dell’ammirazione internazionale”.

UN ANNO DOLOROSO – Ricorda Mattarella: “Abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi: dall’assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva, al Cairo, la sua attività di ricercatore, alla morte, in Spagna, delle nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus. Dalla strage di Dacca a quella di Nizza, con nostri connazionali tra le vittime. Dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto che ha sconvolto le Regioni centrali, provocando tanti morti. Negli ultimi giorni, abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell’attentato di Berlino. Così come era avvenuto, sul finire dell’anno scorso a Parigi, per Valeria Solesin. Ai loro familiari desidero rivolgere, a nome di tutti, un pensiero di grande solidarietà che non si attenua con il passare del tempo”.

ECONOMIA E ILLEGALITA’ – Arriva poi il tema di economia e crisi economica: “La crescita è in ripresa, ma è debole. Il suo impatto sulla vita di molte persone stenta a essere percepito. Va ristabilito un circuito positivo di fiducia, a partire dai risparmiatori, i cui diritti sono stati tutelati con il recente decreto-legge”, ricorda Mattarella. Che parla anche di corruzione, evasione fiscale e illegalità, fenomeni da “contrastate con fermezza”, seguendo le regole: “Non vi sarà rafforzamento della nostra società senza uno sviluppo della coscienza civica e senza una rinnovata etica dei doveri”

ODIO E POLITICA – “Vi è un altro insidioso nemico della convivenza. Non è un fenomeno nuovo, è in preoccupante ascesa: quello dell’odio come strumento di lotta politica”, ammonisce il presidente. Che descrive come “l’odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola” e creando quindi una “società divisa, rissosa e in preda al risentimento”, che “smarrisce il senso di comune appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza”, e appella quindi a “opporsi a questa deriva”. Recente è poi il dibattito sul web e le sue insidie, e il presidente non lo dimentica: “Il web è uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”.

IMMIGRAZIONE – Si passa poi alle questioni, caldissime, di immigrazione e terrorismo. “L’equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte”, afferma Sergio Mattarella. “Anche nell’anno trascorso le nostre Forze dell’ordine e i nostri Servizi di informazione hanno operato con serietà e competenza perché, in Italia, si possa vivere in sicurezza

ALLE URNE – Ne 2017, Sergio Mattarella dovrà affrontare anche la questione elezioni e leggi elettorali. “All’inizio di questo mese si è svolto il referendum sulla riforma della seconda parte della Costituzione, con alta affluenza, segno di grande maturità democratica”, ricorda. E rivela come nei giorni scorsi abbia ricevuto “numerose lettere, alcune di consenso, altre di critica per le mie decisioni”, in particolare lettere di chi avrebbe “preferito nuove elezioni subito, a febbraio, per avere un nuovo Parlamento. Composto, ovviamente, dalla Camera dei deputati e dal Senato, secondo il risultato del Referendum”. Ma del resto, prosegue, chiamare gli elettori al voto anticipato non è una scelta da prendere alla leggera, benché necessaria in situazioni particolari. Per farlo, poi, serve ancora qualcosa: “Regole elettorali chiare e adeguate, perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge”. Regole che oggi non ci sono: “Al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale”.  Quindi, chiamare i cittadini immediatamente alle urne sarebbe stato “poco rispettoso” di chi chiedeva una nuova legge elettorale e “contrario all’interesse del Paese,  con alto rischio di ingovernabilità”, conclude Mattarella.

Terremoto, scossa di 4.1 in provincia di Perugia

Terremoto, scossa di 4.1 in provincia di Perugia

Altre sette scosse minori nella notte. L’epicentro a otto chilometri da Spoleto

Ultimo aggiornamento: 2 gennaio 2017
Terremoto in Centro Italia (Lapresse)

Terremoto in Centro Italia

Roma, 2 gennaio 2017 – La terra continua a tremare in Centro Italia anche all’inizio del 2017: nella notte appena passata sono state ben 8 le scosse di terremoto registrate nelle aree del Centro Italia, colpite dal sisma del 24 agosto.

La più forte, di magnitudo 4.1, è stata registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) alle 4,36 in provincia di Perugia, a una profondità di 8 chilometri. La scossa si è verificata a 3 chilometri da Campello sul Clitunno, 7 da Castel Ritaldi e 8 da Spoleto

Attentato Istanbul, pista Isis. “Killer urlava Allah Akbar”

Attentato Istanbul, pista Isis. “Killer urlava Allah Akbar”

E’ di 39 morti e 70 feriti il bilancio dell’attacco al night club ‘Reina’. Caccia all’uomo in Turchia. Gruppo di italiani salvi: “E’ stato il panico”

Ultimo aggiornamento: 2 gennaio 2017
Attentato a Istanbul: lacrime, disperazione e sconcerto

Istanbul, 1 gennaio 2017 – Carneficina a Capodanno. Nell’attentato che questa notte ha colpito Istanbul al cuore si contano almeno 39 morti e 69 feriti, tre dei quali gravi. Tutte persone che stavano festeggiando San Silvestro nella discoteca ‘Reina’, conosciutissima nella capitale turca, meta di vip ed emblema di una Istanbul laica e occidentale. Una serata di allegria funestata dal sangue. Tra le vittime ci sono molti stranieri, più di 25 secondo alcune fonti. Salvo un gruppetto di italiani (modenesi, bresciani e palermitani) che da tempo vivono in Turchia per ragioni di lavoro e che stanotte si erano ritrovati al Reina per passare insieme l’ultimo giorno dell’anno. Fortunatamente, hanno riportato solo escoriazioni e lievi contusioni.

Tre modenesi nell’inferno di Istanbul: “Ci siamo buttati a terra”

CACCIA ALL’ATTENTATORE – Una task force è all’opera nel tentativo ricostruire la dinamica dell’attacco che, per le modalità con cui è avvenuto, ricorda le azioni dell’Isis. Ed è caccia al killer inquadrato più volte dalle telecamere, attualmente ricercato in tutto il Paese dai 17mila uomini schierati per l’emergenza. La polizia ha diffuso il suo identikit insieme ad alcune foto: si tratta di un giovane con capelli e occhi scuri e barba. Secondo alcuni testimoni avrebbe urlato ‘Allah Akbar’ mentre apriva il fuoco. Circostanza che avvalora l’ipotesi della matrice islamista. Non sarebbe stato il solo a sparare.

Un video diffuso dai media turchi riprende il killer mentre spara all’impazzata all’ingresso del locale.

KILLER BABBO NATALE – Le autorità turche hanno smentito che l’assalitore fosse vestito da Babbo Natale, come invece hanno raccontato alcuni testimoni e come sembravano confermare le immagini che arrivano dai circuiti di videosorveglianza del locale. Immagini che tuttavia sono ancora tutte da interpretare. “L’attentatore del nightclub Reina di Istanbul non indossava il costume di Babbo Natale”, ha detto il premier turco, Binali Yildirim. Prima di fuggire l’uomo avrebbe abbandonato l’arma.

PISTA ISIS – L’attentato non è stato ancora rivendicato e gli inquirenti non si sono ancora sbilanciati su alcuna pista preferenziale, anche se la matrice islamica (Isis) appare quella privilegiata. Si chiamano fuori intanto i curdi. Murat Karayilan, membro del consiglio del Pkk, il Partito dei lavoratori curdi fuori legge in Turchia, afferma in radio che “le forze curde non attaccherebbero mai civili innocenti”, escludendo anche che i responsabili siano gli estremisti del Tak (il gruppo nato da una costola del Pkk), autori di molti dei recenti attentati nel Paese.

LE TESTIMONIANZE: SPARI DA PIU’ PUNTI – Gli spari sono cominciati intorno alle 1.30 (le 23.30 in Italia), quando all’interno del Reina c’erano circa 600 persone Secondo testimoni molti ospiti si sono addirittura gettati elle acque dello stretto del Bosforo per tentare di sfuggire ai colpi di arma da fuoco. “È accaduto tutto in un istante, stavamo tutti festeggiando e mangiando a tavola quando sono esplosi i primi colpi ed è scattato il panico nel locale”, hanno raccontato gli italiani scampati al massacro a Trc-Telemodena. I colpi, sempre secondo la loro ricostruzione, sarebbero stati sparati dalla scala della pista centrale della discoteca ma anche al piano superiore, dove si trova il ristorante giapponese.

Bresciani nel locale con amici: “Ecco come ci siamo salvati”

SPARI IN MOSCHEA – Condanna dell’attacco e solidarietà alla Turchia arrivano da Usa, Ue e Nato. Il presidente Erdogan ammonisce: “Vogliono creare caos, ma resteremo più uniti che mai”. E mentre va in scena lo strazio dei parenti, la tensione a Istanbul non accenna a diminuire: un uomo armato ha sparato davanti ad una moschea questo pomeriggio, nel quartiere di Sariyer, ferendo almeno due persone prima di fuggire. Altro terrore nel primo giorno dell’anno.