Gibson, la chitarra

Doppio anniversario per la Gibson, chitarra da 500 milioni di dollari

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2012 alle ore 14:42.

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Carlos Santana dal vivo a WoodstockCarlos Santana dal vivo a Woodstock

Il 2012 è un anno speciale per intenditori di sei corde e musicofili irriducibili: la Gibson Guitar Corporation, leggendaria casa di produzione di chitarre e affini, compie la bellezza di 110 anni, mentre la Les Paul, la sua «incarnazione» elettrica più celebre e fortunata, ne fa 60.

Un mito che nasce a Kalamazoo – oscura cittadina del Michigan dove il liutaio Orville Gibson nel 1902 si mise a commerciare a proprio nome chitarre e mandolini – trae linfa vitale dall’epopea di country, blues, jazz e rock fino ad assumere l’attuale dimensione multinazionale: oggi la Gibson sforna 160mila pezzi l’anno, fattura circa 500 milioni di dollari e dà lavoro a 1.200 persone solo negli Stati Uniti. In tre sedi che sono tutte un programma: quartier generale a Nashville, capitale della tradizione country, manifatture a Memphis (la città del blues, ma anche di Elvis e della etichetta soul Stax) e Bozeman, località del Montana che ha ispirato Robert Pirsing per il bestseller «Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta». Ben sedici i marchi controllati da Gibson con antenne da un capo all’altro del pianeta: dalla Wurlitzer, famosa per piani elettrici e vecchi juke box, alla Epiphone che riproduce in versione economica i modelli della casa madre.

 

L’intuito di Les Paul. È comunque nel 1952, esattamente sessant’anni fa, che la Gibson crea uno stile destinato a influenzare in maniera decisiva le generazioni successive: Lester William Polsfuss, meglio noto agli appassionati di jazz e country come Les Paul, in barba ai principi dell’azienda si fa costruire una chitarra elettrica solid body (cioè senza cassa armonica). Per l’epoca è una rivoluzione. Ne esce fuori uno strumento di grande maneggevolezza, timbro caldo e inconfondibile, design austero ed elegante. In una parola: prezioso. Così tanto che, nei decenni successivi, da una sponda all’altra dell’Atlantico i guitar hero si divideranno essenzialmente in due partiti: da un lato i fedelissimi della Fender Stratocaster, dall’altro appunto gli apostoli della Les Paul.

Clienti di prestigio. Per capirci, la Gibson è la stella polare di tutti i chitarristi che hanno studiato alla scuola del blues: Chuck Berry lucida ancora la semiacustica rossa e B.B. King ha battezzato Lucille la sua inseparabile compagna di scorribande. Se negli anni Sessanta volevi militare negli Yardbirds, dovevi suonare (e da dio) una Gibson: Eric Clapton si alternava tra una Sg e una Les Paul prima di convertirsi alla Fender; il giovane Jeff Beck frullava una Les Paul, lezione che il suo erede-rivale Jimmy Page porterà alle estreme conseguenze nei Led Zeppelin.

Il «generale Stratocaster» Jimi Hendrix nelle grandi occasioni sfoggiava una futuristica Flying V mentre in privato accarezzava una Les Paul nera. In casa Beatles – curioso a dirsi – si preferivano le economiche Epiphone, ma John Lennone Paul McCartney da solisti non rinunceranno al fascino della Les Paul. Modello prediletto, quest’ultimo, anche dai Rolling Stones al loro top nei primi anni Settanta e dal virtuoso Gary Moore. I giocattoli di Nashville rendono bene anche col distorsore: chiedete ad Angus Young degli Ac/Dc (un uomo, una “Diavoletto”) o a Slash dei Guns ‘n’ Roses che negli anni Ottanta ha riportato la Les Paul in voga tra i giovanissimi.

Chitarra «impellicciata». In ogni caso, guai a pensare che una Gibson sia roba da vecchie cariatidi del rock: a Miami, due anni fa, la maison d’alta moda Fendi rivestì addirittura di pelliccia i sacri palissandri della factory statunitense. Chi ha figli teenager, invece, probabilmente non sa di avere in casa una Les Paul a transistor con tanto di marchio registrato collegata alla console di Guitar Hero. Più trendy di così…

Un pezzo d’America. C’è poco da fare: la Gibson è un pezzo di storia a stelle e strisce. Non a caso, quando una manciata di mesi fa gli agenti federali fecero un raid nella fabbrica di Nashville per verificare la provenienza di alcuni legni ricavati da alberi considerati specie protette, i Tea Party trovarono un altro argomento da rinfacciare all’amministrazione Obama. «Giù le mani dalla nostra identità», tuonò il violinista country e militante conservatore Charlie Daniels. Tanto più che fattura mezzo miliardo di dollari.

Freddo polare in arrivo

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Inizia il periodo più freddo degli ultimi 27 anni. Ondata di gelo e neve fino a metà febbraio

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Argomenti: Gianni Alemanno | Sindaco di Roma | Campania | Liguria | Calabria | Lombardia | Vicenza | Piemonte | Piero Fassino

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 alle ore 08:59.

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(Ansa)(Ansa)

È allerta neve e ghiaccio in tutto il centro-nord, con l’arrivo oggi di una perturbazione che porterà temperature polari e nevicate anche in pianura: condizioni di maltempo che dureranno fino a metà febbraio. A Torino, dove è previsto – 16, pronti mille spalatori delle squadre anti-ghiaccio. Si parla della settimana più fredda degli ultimi 27 anni: da oggi le temperature dovrebbero scendere di colpo: -15 in pianura e fino a -30 sulle Alpi. In particolare, – 10 a Milano e – 7 a Genova. Nell’Europa dell’Est l’ondata di gelo ha causato già 40 morti. In Toscana la regione lavora con Rete Ferroviaria Italiana per approntare un piano neve.

Tra domani e dopodomani aria polare produrrà nevicate in pianura prima al Nord, poi, entro mercoledì, sulle pianure di Toscana, Umbria, Marche, sino ad arrivare alle porte di Roma e forse anche a Napoli. Tra giovedì e venerdì si acutizzerà il Buran, vento gelido proveniente dalla steppa russa.

 

La settimana più fredda degli ultimi 27 anni
Il Dipartimento della Protezione civile ha emesso un avviso di avverse condizioni meteorologiche valido da domani e per le successive 24-36 ore, che prevede nevicate fino a quote di pianura su Piemonte, Lombardia e Liguria. I fenomeni si estenderanno dal pomeriggio su Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria e dalla serata interesseranno anche Lazio, Abruzzo e Molise, dapprima a quote superiori ai 400-600 metri, in graduale abbassamento fino ai 100-300 metri. I quantitativi complessivi risulteranno ovunque da deboli a moderati, fatta eccezione per Marche e Abruzzo dove, localmente, potranno risultare anche abbondanti. Le temperature subiranno un calo sensibile ovunque e nel fine settimana potranno registrarsi temperature minime sino a -15 gradi in molte località della Pianura Padana e delle vallate interne del centro. Al Nord le temperature rimarranno sotto zero anche durante il giorno con tipiche «giornate di ghiaccio».

Da metà settimana, la neve è attesa anche in Sardegna e sulle regioni adriatiche, dal Riminese alla Puglia. Non andrà meglio in Campania, Sicilia e Basilicata. Altre incursioni del freddo sono previste durante febbraio. In Calabria si registrano temperature vicine allo zero: la pioggia interessa quasi tutta la regione, mentre nevica sulla Sila. Raffiche di bora a Trieste hanno superato per il secondo giorno consecutivo i 100 chilometri orari, e il forte vento di Nord-Est si è fatto sentire in tutto il Friuli. È emergenza freddo anche per i senza fissa dimora a Torino dove i volontari lanciano chiedono coperte, vestiti invernali e sacchi a pelo da distribuire. «Per adesso la Protezione Civile esclude l’eventualità di neve ma siamo molto in allerta», afferma il sindaco di Roma Gianni Alemanno. La sala operativa della Protezione Civile della Regione Lazio ha già allertato le organizzazioni di volontariato, fornendo gli strumenti utili soprattutto alle associazioni dei territori maggiormente soggetti a rischio nevicate, in particolare la zona dei Castelli. Intanto Autostrade per l’Italia è pronta ad affrontare l’eventuale emergenza con oltre 2.000 mezzi e 5.000 operatori.

Torino. Per fronteggiare le conseguenze dell’ondata di freddo polare prevista per i prossimi giorni, in città saranno allestiti altri 70 posti letto per accogliere, durante la notte, le persone senza fissa dimora. Il sindaco, Piero Fassino, ha firmato in serata l’ordinanza con cui dispone che i container del Parco della Pellerina possano ospitare altre 50 persone, fino a un massimo di 170; altri venti posti saranno attrezzati negli altri dormitori della città.

Liguria. Neve attesa in tutta la regione e a tutte le quote dalle ore centrali della giornata, secondo le previsioni dell’Arpal, con gelate diffuse e persistenti. A Genova l’amministrazione comunale ha disposto la chiusura anticipata di scuole e impianti sportivi (alle 14), cimiteri, parchi e mercati (alle 12). Nell’entroterra sono in azione macchine spazzaneve e spargisale della Provincia.

Veneto. Arrivano le correnti fredde da nord-est, di origine continentale, e nei prossimi giorni in Veneto arriverà il gelo ma non la neve. Secondo l’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto che rileva come nelle prime ore di oggi siano stati misurati valori inferiori alla media stagionale anche di cinque gradi. In particolare, nelle zone montane si sono registrati -16
gradi a Marcesina (Vicenza), -14 ad Asiago (Vicenza), -13 a S. Stefano (Belluno), mentre in pianura si sono toccati i -2 gradi.

In Europa. L’ondata di gelo e le abbondanti nevicate degli ultimi giorni stanno flagellando anche i Paesi dei Balcani e dell’Europa centrorientale dove si contano decine di morti. In molti casi si registrano situazioni di emergenza, con prolungati blackout elettrici e interruzioni nella circolazione stradale e ferroviaria a causa della neve e del ghiaccio. In tutti i paesi della regione le temperature sono scese in pianura di molto al di sotto dello zero, con punte fino a -27 nel sudest della Polonia. In Serbia almeno cinque persone sono morte nelle ultime ore, si tratta di una donna di 49 anni trovata assiderata lungo una strada innevata della regione di Valjevo, 80 km circa a sudovest di Belgrado. Nella stessa regione un uomo di 52 anni è stato trovato morto non lontano dalla sua abitazione nel villaggio di Bobovo, mentre un anziano 81enne è morto di freddo nella casa in cui viveva da solo nella piccola località di Taor. Due uomini ultrasettantenni risultano scomparsi nella regione meridionale serba di Medzvedza, e si ritiene che siano morti anch’essi di freddo.