Scandalo Datagate: la talpa è Edward Snowden, un ex tecnico della Cia fuggito a Hong Kong

Scandalo Datagate: la talpa è Edward Snowden, un ex tecnico della Cia fuggito a Hong Kong

La talpa della più grande fuga di notizia sull’intelligence Usa è un giovane tecnico informatico che ha lavorato per la Cia. Edward Snowden è colui che ha rivelato al Guardian i segreti del programma americano di raccolta e controllo dati denominato “Prism”. Secondo quanto rende noto lo stesso quotidiano britannico il 29enne ha lavorato negli ultimi quattro anni per la National Security Agency (Nsa) come dipendente di diverse aziende esterne, tra cui Dell. Oggi lavora per la Booz Allen Hamilton, società privato del settore difesa.
L’intervista – “Il mio unico scopo è informare l’opinione pubblica su cosa viene fatto in loro nome e su cosa contro di loro”, ha detto Snowden, ammettendo il proprio ruolo in una video intervista pubblicata sempre dalGuardian. Quindi ha spiegato di aver voluto rendere pubblico Prism perché non poteva “permettere al governo americano di distruggere la privacy, la libertà sul Web e le libertà fondamentali delle persone nel mondo con un’enorme macchina di sorveglianza che sta segretamente costruendo”.
La fuga – Snowden ha raggiunto il 20 maggio scorso Hong Kong, dove si trova ancora oggi, chiuso in una stanza d’albergo. “Non ho alcuna idea di quale sarà il mio futuro”, ha detto al Guardian, auspicando che Hong Kong non decida di estradarlo negli Stati Uniti. “Non ho avuto nessuna intenzione di nascondere la mia identità perché so che non ho fatto nulla di male. Non voglio vivere – ha aggiunto – in una società che fa questo tipo di cose. Avevo una vita comoda: ragazza, lavoro e carriera. Ma ho deciso di sacrificare tutto perché non avevo la coscienza a posto”.
Perché a Hong Kong – Sulla scelta dell’ex colonia britannica per la sua fuga sono in molti a vederci qualcosa di sospetto, la città è infatti sotto l’amministrazione della Repubblica Popolare Cinese dal ’97 e la Cina ha da tempo ingaggiato una guerra informatica con gli Usa a base di furto di brevetti e spionaggio industriale. Ma Snowden sostiene di avere “scelto questo Paese perché ha un forte impegno a favore della libertà di parola e a tutela del dissenso politico” e perché lui stesso crede che sia uno dei pochi luoghi al mondo che potrebbe e dovrebbe resistere ai dettami del governo americano.
Asilo politico all’Islanda – Il protagonista del Datagate spera di ottenere asilo politico in qualche paese del mondo con l’Islanda “in cima alla lista”. “Non ho paura perché questa è esattamente la scelta che ho fatto”. Come si legge nell’articolo del Guardian, l’unico momento in cui Edward si è emozionato nel corso delle lunghe ore di questa sorta di intervista, è stato quando ha parlato della sua famiglia: “L’unica cosa di cui ho veramente paura e aver fatto male ai miei familiari, di cui molti lavorano per il governo, ora che non mi possono più aiutare. Questa – ha detto con le lacrime agli occhi – è una cosa che non mi fa dormire la notte”.
“Non votai Obama ma credevo a sue promesse” – “Non ho votato per Barack Obama, ma per un terzo partito. Ma credevo alle sue promesse. Per fare le mie rivelazioni aspettai le elezioni. Poi però ho visto che continuava con le politiche del suo predecessore, George W. Bush”, ha concluso Snowden che ha pure detto di aver visto la replica del presidente di venerdì: “La mia reazione immediata è stata che il Presidente avesse difficoltà nel difendere se stesso. Pensai che stesse tentando di difendere l’indifendibile e che lui lo sapesse”.
Il suo piano – Snowden ha raccolto e copiato il materiale, poi diffuso sui media, 20 giorni fa dal suo ufficio della Nsa alle Hawaii. Quindi ha avvertito il suo capo che sarebbe stato fuori per un paio di settimane per ricevere una cura contro l’epilessia, di cui soffriva da tempo. Quindi ha salutato la sua ragazza dicendole che sarebbe stata fuori per un po’, “una cosa non inusuale per chi ha lavorato da 10 anni nell’intelligence”. Quindi, con la sua borsa piena di segreti, il 20 maggio s’è imbarcato su un volo per Hong Kong, dove è rimasto. “Da tre settimane sono rinchiuso in albergo. Ho cambiato stanza tre volte per paura di essere spiato. Mi sono messo una grande cappuccio rosso in testa quando entravo con la mia password nel mio computer per non essere intercettato da qualsiasi telecamera interna alla rete”. Sapeva di essere nel mirino della Nsa, la più imponente organizzazione di intelligence al mondo. Del resto, racconta il giornale, la Nsa da quando lui è partito, ha già fatto visita due volte alla sua casa alle Hawaii, non spiegandosi l’assenza al lavoro, ma senza sospettare che avesse un nesso con la fuga di notizie.
Intelligenge Usa sospetta spionaggio da parte della Cina – L’intelligence americana nutre il forte sospetto che la fuga ad Hong Kong non sia stata casuale. E che dietro al Datagate ci sia la mano cinese lo sostiene un ex agente della Cia, Bob Baer, intervistato dalla Cnn. Per l’ex 007, l’autore della fuga di notizie sul programma Prism “sembra sia adesso sotto una sorta di controllo da parte delle autorità cinesi”. “Hong Kong è controllata dall’intelligence cinese – aggiunge Baer – e non è una parte indipendente dalla Cina”. L’ex agente rivela quindi di aver parlato a Washington con alcune persone vicino all’amministrazione e all’intelligence Usa, “e ho avuto conferme che stanno cercando di capire se dietro alla vicenda vi sia un caso di spionaggio da parte della Cina”.
Ex capo Nsa: con Obama sorveglianza ampliata – Ma a questo punto Snowden non è l’unico a parlare. Michael Hayden, ex capo della National Security Agency (Nsa) e della Central Intelligence Agency (Cia) afferma che, nel corso della presidenza di Barack Obama, i programmi di sorveglianza Usa sono stati “ampliati” e sono “molto efficaci. Abbiamo avuto due presidenti molto diversi che hanno fatto quasi le stesse cose in materia di sorveglianza elettronica. Questo sembra suggerire che queste cose funzionano”, ha detto Hayden in un’intervista televisiva, riferendosi ai presidenti George W. Bush e Obama. “La Nsa è attualmente autorizzata a fare più cose di quanto non lo fossi io in base alla autorizzazione speciale del presidente Bush”, ha affermato ancora Hayden, che è stato a capo della Nsa dal 1999 al 2005 e poi della Cia dal 2006 al 2009. Obama ha variato alcuni aspetti legali del programma, aumentando i meccanismi di controllo e mettendolo più sotto l’autorità del Congresso che sotto quella del presidente, ma sul piano generale, ha affermato Hayden, “tra i due presidenti c’è stata una incredibile continuità “.
Capo intelligence Usa: della talpa si occupi la giustizia – La National Intelligence ha intanto rimesso all’autorità giudiziaria il caso di Edward Snowden. Il portavoce del direttore James Clapper ha fatto sapere che ogni persona che ha accesso a informazioni riservate ha il dovere assoluto di proteggerle, così come previsto dalla legge. Inoltre, ha aggiunto che l’organizzazione sta esaminando i danni provocati da questa fuga di notizie. Si tratta dell’unico commento che verrà in queste ore da parte dell’amministrazione Obama, visto che la stessa Casa Bianca ha fatto sapere che per ora non farà alcuna dichiarazione sulla vicenda.
Si studia class action – Il senatore repubblicano Usa Rand Paul intende promuovere una class action contro l’ amministrazione Obama per il suo programma di sorveglianza elettronica, che lui ritiene “incostituzionale”. “Intendo verificare se posso affrontare la questione a livello di Corte Suprema”, ha affermato Paul, considerato uno degli astri nascenti del partito repubblicano. “Chiederò agli internet provider e a tutte le compagnie telefoniche di chiedere ai loro clienti di unirsi a me in una class action”, perché, ha affermato, “se mettiamo insieme dieci milioni di americani che non vogliono che i nostri tabulati telefonici vengano sorvegliati, qualcuno si sveglierà e le cose cambieranno a Washington”.
Moore e Beck: Snowden è un eroe – Michael Moore e Glenn Beck usano la stessa parola “eroe” per definire Snowden. Insomma, la maxi-soffiata di questo ex tecnico della Cia mette d’accordo, forse per la prima volta due opinion leader radicalmente alternativi, come il regista icona della sinistra Usa e il conduttore tv più amato dal Tea Party, ex stella della Fox News. SU twitter, Moore cinguetta che Edward va salutato come “l’eroe dell’anno”. Beck, sempre sul sito di microblogging, definisce Snowden “un vero eroe”.
Cameron: l’intelligence opera nell’ ambito della legge – Il primo ministro britannico David Cameron, rispondendo per la prima volta questa mattina a domande sul cosiddetto “Datagate” nel Regno Unito, ha detto che “l’intelligence britannica opera nell’ambito della legge”. Il ministro degli Esteri William Hague ha affermato che “i britannici non hanno nulla da temere”, ma rispondendo a precise domande, non ha né confermato né smentito le presunte attività dei servizi britannici legate al sistema americano “Prism” usato per il recupero e il controllo di dati su Internet, precisando che non sono previsti commenti sulle attività di intelligence.
Ue: sicurezza nazionale è competenza degli stati membri – La Commissione Ue si dice invece “preoccupata per le conseguenze possibili sulla vita privata dei cittadini europei e cercherà di ottenere più informazioni dagli Usa”. La portavoce della commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding ricorda però che “la sicurezza nazionale è di competenza degli stati membri”. La questione sarà comunque affrontata giovedì e venerdì nella riunione ministeriale che si terrà a Dublino.
Scandalo Datagate: la talpa è Edward Snowden, un ex tecnico della Cia fuggito a Hong Kongultima modifica: 2013-06-12T14:25:17+02:00da ugo565
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