Lo scandalo dell’acqua in bottiglia: le Regioni la regalano, le imprese si arricchiscono
I profitti delle imprese – Le imprese arricchiscono, le regioni si accontentano di spiccioli, anche se avrebbero bisogno di impinguare i capitoli di bilancio resi “magri” dal patto di stabilità: la Liguria, per esempio, esige dalle imprese “solo 5 euro per ciascun ettaro dato in concessione senza prendere in considerazione i volumi emunti o imbottigliati”, spiega Zampetti. La conferenza Stato-Regioni aveva tentato di andare oltre lostatus quo, suggerendo di applicare canoni uniformi in tutto il suolo nazionale. Le società, in buona sostanza, avrebbero dovuto pagare “sia in funzione degli ettari dati in concessione che per i volumi emunti o imbottigliati” proponendo una “tariffa” di riferimento di almeno 30 euro per ettaro e un importo “tra 1 e 2.5 euro per metro cubo imbottigliato” si legge nel dossier. Una proposta che “avrebbe permesso di ridurre le discrepanze fra il guadagno pubblico e quello privato”, dice Zampetti.
Le complicazioni dei canoni – L’acqua è un bene comune, quindi indisponibile per un uso esclusivo a scopo di profitto: un principio confermato dall’esito dei referendum di giugno 2011. Legambiente e Autoconsumo si sono poste anche altri due obiettivi: sensibilizzare i cittadini sull’uso delle acque di rubinetto, ridurre l’inquinamento dovuto al trasporto per gomma, “per questo abbiamo invitato la collettività a preferire l’acqua del rubinetto”, dice Zampetti. Che poi invita a visitare il sito imbrocchiamola.org “per sapere chi aderisce alla campagna e a conoscere gli esercizi che aderiscono all’iniziativa l’acqua del Sindaco”.
Il problema dell’inquinamento – Le bottiglie d’acqua nascondono sotto il tappo anche un altro scandalo: in Italia non è ancora in vigore un principio molto chiaro alla legislazione comunitaria, che ha suggerito di promuovere una legislazione capace di “non rendere vantaggiosi gli inquinamenti evitabili, e di recuperare risorse per le azioni di risanamento”, ricorda Zampetti. Per questo, sarebbe necessario prendere in considerazione “l’altissimo valore della risorsa idrica, a maggior ragione quella di sorgente, e l’impatto ambientale causato dai consumi da primato delle acque in bottiglia in Italia”, conclude il responsabile scientifico.