Gang di latinos importavano cocaina nelle viscere di cani che poi venivano uccisi

Gang di latinos importavano cocaina nelle viscere di cani che poi venivano uccisi

Per portare la droga in Italia si servivano dei loro cani come vettori: in Messico un veterinario compiacente piazzava chirurgicamente gli ovuli di cocaina purissima tra gli organi degli animali, che una volta arrivati a destinazione venivano uccisi e smembrati per recuperare la sostanza. Una strage di cani. Su 48 accertati per trasportare 1.250 grammi a viaggio, soltanto uno si è salvato. E’ uno degli aspetti emersi nel corso dell’indagine sulle bande sudamericane, le ‘pandillas’, condotta dalla polizia di Stato e diretta dalle Procure della Repubblica presso il Tribunale ordinario e per i Minorenni di Milano, che lunedì ha portato all’esecuzione di 75 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di stupefacenti e detenzione di armi. Quasi tutti i destinatari – sparsi in numerose città del Nord – sono sudamericani, 57 dei quali maggiorenni e 18 minorenni. Indagate, inoltre, altre 112 persone, mentre perquisizioni sono state effettuate nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Varese, e a Roma.
Dimostrata l’esistenza di un vincolo associativo all’interno delle pandillas – Investigatori e inquirenti hanno sottolineato che, per la prima volta, è stata dimostrata l’esistenza di un vincolo associativo all’interno delle pandillas, il cui operato viene così parificato a quello delle organizzazioni criminali più consolidate, potendo contare su elementi tipici come la gerarchizzazione, la lotta per il territorio a colpi di omicidi, le dinamiche di reperimento di risorse economiche. Ed ecco dunque innestarsi il traffico di stupefacenti, avviato dopo il contatto di un narcos messicano con la pandilla dei ‘Latin Kings’, uno dei quattro gruppi coinvolti negli arresti assieme ai Nietas, LuzBel, e Trebol.
Cani usati per eludere i controlli e poi uccisi – Per portare la droga usavano cani di grossa taglia (San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino napoletano, Labrador) all’interno dei quali occultavano gli ovuli in modo da renderli invisibili ai raggi x. Per farlo avvolgevano i panetti nel cellophane, poi nella carta carbone, di nuovo nel cellophane e infine li chiudevano con scotch di vinile nero (impenetrabile ai raggi).
L’organizzazione è stata sgominata – I cani arrivavano all’aeroporto di Milano e poi erano portati a destinazione in varie città del nord Italia. Anche a Pisa, dove nell’aprile 2012 un animale è riuscito a salvarsi grazie alla confessione della donna di un trafficante. La donna ha litigato col compagno a causa dei lamenti del cane e le urla hanno convinto i vicini a chiamare i carabinieri; quando i militari sono arrivati sul posto, la sudamericana ha raccontato che nel cane si nascondeva la cocaina. Gli agenti del commissariato Mecenate, da cui è partita l’indagine, hanno inoltre seguito le bande milanesi riuscendo a filmare e raccogliere materiale finora inedito che fotografa la struttura dei gruppi di sudamericani. Nelle immagini si vedono riti d’iniziazione con pestaggi, gesti in codice tra bande, e preghiere all’ombra della “Letteratura”, la Bibbia delle pandillas.
Gang di latinos importavano cocaina nelle viscere di cani che poi venivano uccisiultima modifica: 2013-03-20T11:57:09+01:00da ugo565
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