Mosca, 15 set. (TMNews) – Opposizione russa di nuovo in piazza, in un’atmosfera cupa e di crescente tensione. Per protestare contro il vertice dello stato, che dimostra un atteggiamento sempre più rigido contro le alzate di testa. In qualche modo, la replica di Vladimir Putin alla manifestazione – in programma oggi a Mosca – c’è già stata. Il presidente russo nei giorni scorsi ha criticato l’atteggiamento di coloro che in Russia “si divertono” a “coprire la loro Patria di merda”.

E questa potrebbe essere la chiave per capire come reagirà alla riapertura della stagione di proteste che vede tornare in piazza decine di migliaia di persone per contestare ancora l’esito delle elezioni presidenziali del 4 marzo scorso, e dunque il ritorno di Putin al Cremlino. Ma anche per chiedere la liberazione delle Pussy Riot, condannate a due anni di carcere per la ‘preghiera punk’ anti Putin dentro la Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca: una decisione del tribunale che ha indignato non solo l’opinione pubblica occidentale. Lo stesso premier Dmitri Medvedev, dicendosi nauseato da tanto clamore, ha definito più che sufficienti i cinque mesi di galera già scontati dalle ragazze nell’attesa del giudizio.

Con il placet del sindaco Sergey Sobianin, gli esponenti dell’opposizione sfileranno lungo un percorso – un po’ ridimensionato rispetto alla richiesta iniziale presentata al municipio – che va dalla centrale piazza Pushkin, fino alla prospettiva Sakharov. In sostanza non è stata concessa Ulitza Tverskaja, la strada principale della capitale, che porta direttamente al Cremlino. Il corteo attraverserà piuttosto i luoghi ormai classici per le proteste capitanate dal blogger Aleksey Navalny, dal leader del fronte di Sinistra Sergey Udaltsov e dall’eterno oppositore del Cremlino Boris Nemtzov, che di recente ha dato alle stampe un nuovo libello in cui riconduce ingenti proprietà a ‘zar Vladimir’.

Ma l’accoglienza della polizia per la manifestazione potrebbe rivelarsi meno tollerante che in passato. Anche a giudicare gli ultimi eventi. Solo ieri, la revoca del mandato parlamentare del deputato di Russia Giusta Gennady Gudkov, esponente dell’opposizione e già autore di un tentativo di ostruzionismo “all’italiana” alla Duma, fatto senza precedenti per l’epoca putiniana. Navalny, leader delle proteste, è stato poi incriminato a luglio per una strana storia di furto di proprietà statale e non può lasciare il Paese. Per non parlare del caso che ha accompagnato l’estate moscovita, quello delle Pussy Riot, le tre esponenti di una band musicale condannate a due anni di carcere per aver inscenato una “preghiera punk” anti-Putin nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore.