Anm e Csm ancora contro Ingroia

Anm e Csm ancora contro Ingroia, Vietti: no alla psicosi da attacchi. Caselli: firme a sostegno alla categoria

di Antonella Loi
Continua il botta e risposta tra l’Associazione nazionale magistrati e le toghe palermitane. Dopo la prima uscita del presidente del sindacato dei magistrati, all’indomani della partecipazione di Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo alla Festa del Fatto quotidiano, durante la quale i due non si sarebbero “dissociati” dalle critiche rivolte a Napolitano e accusando in particolare Ingroia di aver espresso “opinioni politiche”, ecco che una nuova critica giunge allo stesso indirizzo per “aver accettato le 150mila firme raccolte dal Fatto quotidiano a sostegno dei giudici palermitani”. 
Ingroia: da noi nessuna critica a Napolitano – Se Ingroia in diverse interviste già ieri aveva rispedito al mittente ogni accusa – “né io né i colleghi Antonino Di Matteo e Giancarlo Caselli abbiamo espresso critiche nei confronti del capo dello Stato. Secondo me sono polemiche fuori luogo. Come in ogni dibattimento ciascuno è responsabile delle proprie opinioni, ma noi siamo rimasti impassibili”, ha detto – e altrettanto ha fatto il collega Di Matteo, oggi Rodolfo Sabelli insiste opponendo che i magistrati non devono apparire “sensibili” al consenso popolare. 
Sabelli: i giudici non cerchino il consenso popolare – “Io ci avrei riflettuto”, ha insistito Sabelli in un’intervista al giornale guidato da Padellaro. “La magistratura non ha bisogno del consenso popolare”. Ingroia, ha detto Sabelli, “non ha invitato a cessare le collusioni fra politici e mafia, ma ha invitato i cittadini a cambiare questo ceto politico collegando il discorso alla materia delle sue indagini”. Replicando quindi al giornalista che gli contestava l’affermazione, e dopo aver ricordato che il video del dibattito è disponibile sul sito del Fatto, ha detto che il magistrato palermitano ha chiesto ai cittadini di cambiare la classe dirigente “dopo aver elencato le leggi che non sono state fatte per lottare contro la mafia”. La conclusione di Sabelli è chiara: “E no, lì l’invito era chiaro. E’ un’affermazione politica che si riferisce di cui Ingroia e Di Matteo sono titolari. A prescindere dal punto in cui ha pronunciato la frase più politica, sapeva bene che tutti i giornali avrebbero dato spazio solo a quella e non alle altre parti del discorso”.
Vietti: imparzialità oltre le funzioni – Ma quello contro i magistrati di Palermo appare oggi come un fuoco incrociato, perché al gioco del tiro al bersaglio contro i Pm di Palermo si aggiunge anche il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Vietti. “Il magistrato deve assicurare anche al di fuori delle sue funzioni, l’imparzialità su cui si fonda la percezione del cittadino della sua indipendenza”, ha detto il numero due dopo il presidente della Repubblica, di nomina politica, nell’organo di autogoverno della magistratura. “Al momento – ha puntualizzato Vietti – nessuno ha chiesto l’apertura di alcun fascicolo”. Ma ai magistrati palermitani che hanno accusato in quella occasione i vertici dell’autogoverno di averli di fatto lasciati soli di fronte agli attacchi, Vietti ha replicato: “Il Csm è stato accusato in questi giorni di silenzio assordante; secondo me, mai come in questo caso, il silenzio è d’oro”.
Trattativa Stato-mafia – Il Csm “in silenzio” e l’Anm che attacca non intimidiscono l’attività della procura di Palermo, titolare, insieme a quella di Caltanissetta, di inchieste delicatissime, tra cui quella sulla famigerata trattativa Stato-mafia. Inchieste che vanno avanti nonostante le difficoltà dovute all’intreccio tra mafia e politica che a tratti lambisce anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parla al telefono con l’intercettato Mancino. E Giancarlo Caselli, procuratore capo di Torino e già massimo dirigente a Palermo all’indomani delle stragi del ’92-’93, invoca un clima di distensione: le 150 mila firme raccolte dal Fatto sono infatti un segno di “fiducia” nei confronti del pool antimafia e non di “ricerca del consenso”. 
Caselli: le firme fiducia verso la categoria – “C’ero anch’io – sottolinea Caselli in un intervento sullo stesso quotidiano – alla festa del Fatto di Marina di Pietrasanta” e “posso quindi dire – serenamente – che le reazioni del collega Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm, mi sono sembrate decisamente sopra le righe”. La raccolta di firme inoltre, è sicuro Caselli, è un’iniziativa  “che il capo del sindacato della magistratura dovrebbe apprezzare, anche perché ha determinato una valanga di adesioni (ben oltre ogni più ottimistica previsione) che rappresentano una formidabile manifestazione di fiducia verso la categoria”
Anm e Csm ancora contro Ingroiaultima modifica: 2012-09-12T15:44:06+02:00da ugo565
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