I morti nel Mediterraneo sono i nuovi desaparecidos

“I morti nel Mediterraneo sono i nuovi desaparecidos, se ne occupi il Tribunale Russel”

Li chiamano “nuovi desaparecidos”. Proprio come quei trentamila – per la maggior parte giovani – che scomparvero in Argentina tra il 1974 e il 1983, uccisi dalla dittatura militare senza che, per anni, il mondo se ne accorgesse. Per una tragica coincidenza il numero delle vittime quasi coincide: si stima, infatti, che dagli anni Novanta a oggi più di ventimila migranti siano morti nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere la coste italiane e l’Europa. E questa strage non è ancora finita.
A chiamare le vittime del mare “nuovi desaparecidos” è un gruppo di intelettuali, politici, esponenti dell’associazionismo che stamani ha presentato alla Camera un appello per la convocazione di un “Tribunale internazionale di opinione” – in sostanza una nuova sessione del “Tribunale Russel” – “che offra alle famiglie dei migranti scomparsi un’opportunità di testimonianza e rappresentanza; contribuisca ad accertare le responsabilità e le omissioni di individui, governi e organismi internazionali; e fornisca uno strumento per l’avvio di azioni avanti agli organi giurisdizionali nazionali, comunitari, europei e internazionali”.
A presentare l’appello, Mercedes Frias, ex parlamentare di Rifondazione comunista, Enrico Calamai, ex vice-console italiano a Buenos Aires, Arturo Salerni (l’avvocato che difese il leader curdo Abdullah Ochalan),Tsegehans Weldeslassie e Mosè Zerai, esponenti dell’opposizione democratica al regime eritreo, eMehrzia Chargi, madre di un ragazzo tunisino scomparso in mare.
Enrico Calamai è la figura che lega i “vecchi” e i nuovi desaparecidos”. E’ noto come “lo Schindler italiano” perché da viceconsole italiano a Buenos Aires, salvò la vita a centinaia di oppositori del regimo fornendo loro i documenti per espatriare. Una vicenda che è rimasta per molti anni nascosta finché, uno dopo l’altro, molti dei sopravvissuti scoprirono che nella loro storia c’era, in comune, quel giovane e coraggioso diplomatico italiano. Nel 2004 Enrico Calamai è stato decorato con l’Orden del Libertador San Martin.
“L’analogia tra la tragedia dei morti nel Mediterraneo e i desaparecidos – spiega – è sostanziale. Oggi in Europa, come ieri in Argentina, è in atto uno sterminio che avviene con modalità tali da impedire all’opinione pubblica di accorgersene o di consentire a molti di dire che non sapevano. Qualcosa di molto simile a quanto accadde ai tedeschi durante lo sterminio degli ebrei nei lager”.
L’iniziativa di istituire il Tribunale internazionale di opinione ha dunque lo scopo di impedire che qualcuno possa dire “non sapevo”. Ma anche quello di individuare le responsabilità. “Vogliamo ricostruire la verità – si legge nell’appello – sanzionare i responsabili e rendere giustizia a vittime e familiari. Tutto ciò anche nella prospettiva di una diversa, più umana ed efficiente politica di accoglienza, comune e condivisa da tutti gli Stati dell’Unione Europea, e di un nuovo rapporto del Nord nei confronti del Sud del mondo, in modo da porre fine alle situazioni di crisi, guerra e persecuzione che costringono migliaia di persone ad abbandonare il proprio paese”.
E ancora: “Chiediamo che le istituzioni si impegnino a garantire con tutti gli strumenti disponibili il riconoscimento dell’identità delle vittime, offrendo ai loro familiari un luogo di raccoglimento e cordoglio che restituisca dignità alle persone scomparse”.
Il Tribunale Russel fu fondato da Bertrand Russel e Jean Paul Sartre nel 1966 per indagare sui crimini di guerra compiuti dall’esercito statunitense in Vietnam. Ne hanno fatto parte tra gli altri Lelio Basso, Simone De Beauvoir, Julio Cortazar, Gabriel Garcia Marquez. Ha dedicato sessioni alla violazione dei diritti umani in Cile (1974-1976), ai diritti umani in psichiatria (2001), all’Iraq (2004), .alla situazione in Palestina (2009-2012).
La sentenze del Tribunale Russel hanno carattere morale, ma il procedimento è condotto col rigore di un’istruttoria penale: vengono ascoltati i testimoni, raccolti documenti, individuati i responsabili. Le vicende da prendere in esame nel caso dei “desaparecidos del Mediterraneo” sono innumerevoli. Calamai cita i tanti casi, raccontati da superstiti a naufragi, di navi che non si sono fermate per prestare soccorso. Ci sono poi vicende (come quella dei ‘respingimenti’ verso la Libia praticati al tempo del governo Berlusconi) che hanno già determinati nei confronti dell’Italia sanzioni da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo.
Ma l’effetto di questa iniziativa è anche un altro. Davanti all’avvio di un’istruttoria per individuare i responsabili materiali e morali dei migranti sarà un po’ più difficile e imbarazzante per l’Europa interrompere l’operazione Mare Nostrum.
10 luglio 2014
I morti nel Mediterraneo sono i nuovi desaparecidosultima modifica: 2014-07-23T22:46:34+02:00da ugo565
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