Enichem-Ilva, veleno e lavoro

Enichem-Ilva, veleno e lavoro. Clini già consulente Ruffolo e Craxi

 

Esterno Ilva Taranto, operai dopo sequestro (ph: Youreporter)

LE “grandi” idee dell’economia di mercato e la propaganda sfrenata per le liberalizzazioni, quale strumento indispensabile per promuovere sviluppo, ricchezza ed efficienza, ha visto impegnati, dagli anni 80, tutti i partiti che si richiamano all’area moderata. Tra questi la gara divenne spietata per estorcere il voto al cittadino. L’espediente da tempo consolidato era: ricercare e adottare ogni strumento efficace per convincere il cittadino che, cedendo ai privati settori strategici e produttivi dello Stato, si sarebbero raggiunti risultati eccellenti in termini di qualità, costi, efficienza, produttività e ricchezza per il paese.

Con questo imbroglio si è svenduto di tutto e di più. Hanno iniziato dapprima con la chimica, bubbone che, a causa delle mobilitazioni dei cittadini per la salvaguardia della salute e dell’ambiente, bisognava liberarsi in fretta. Uno di questi bubboni è il caso Enichem Agricoltura di Manfredonia che ha riempito le cronache di tutto il mondo per la rivolta cittadina. Contemporaneamente è partita la svendita della siderurgia, vedi l’ILVA. Poi si è passato alla vendita dei i gioielli di famiglia che, l’attuale governo dei tecnici, seguendo l’orma dei governi che lo hanno preceduto, con gli stessi metodi a dir poco scandalosi. I compratori (accaparratori) sono sempre gli stessi, gli amici degli amici ormai noti a tutti; vedi il caso Alitalia, Autostrade, ferrovie ecc.

L’ILVA è uno dei tanti esempi delle privatizzazioni a spese dei contribuenti. Una struttura svenduta per garantire solo profitti agli amici degli amici senza pretendere che si spendesse il becco di un quattrino per renderla compatibile con l’ambiente, salvaguardando la salute dei lavoratori e dei cittadini. Si badi bene, dei lavoratori prima di tutto e dei cittadini. E’ stato fatto molto, invece, per realizzare il solito “cinico” progetto, grazie alla complicità spesso consapevole e a volte condizionata e silenziosa dei partiti e dei sindacati. A corroborare tali affermazioni il fatto che ”tra il 2006 (anno di elezioni politiche) e il 2007 il patron dell’Ilva ha staccato un assegno di 245mila euro per Forza Italia, mentre altri 98mila euro sono andati a finanziare personalmente Pier Luigi Bersani(…) dal fattoquotidiano.it del 13/08/2012.

Il progetto consiste nel trasformare i lavoratori, vittime del sistema, in carnefici. Il metodo è sempre lo stesso (vedesi il caso Enichem di Manfredonia): Prendere per fame i lavoratori in modo che, con i loro famigliari, diventino accaniti paladini degli interessi dei loro “sfruttatori” mutati in “benefattori”. I “benefattori”, inoltre, riescono a convincere, le “vittime trasformate in carnefici”, che la colpa del loro disagio risiede in coloro che scoprono le “malefatte” piuttosto che in quelli che le hanno provocate. Quindi, quei magistrati che fanno il loro dovere, nel fermare le fabbriche di morte, e i cittadini che rivendicano il sacrosanto diritto alla salute, sono i veri responsabili del malessere delle “vittime trasformate in carnefici”.

Le forze politiche ed i sindacati si svegliano d’un tratto dal torpore provocato dalla droga del potere e blaterano stucchevoli “SLOGAN”: “bisogna rendere compatibile con l’ambiente l’ILVA in modo da salvaguardare la salute dei cittadini e i posti di lavoro”.
I giudici diventano spergiuri perché si dovevano fare i fatti loro. E’ la politica che si deve occupare di certe questioni. Il governo manda i commissari con lo scopo di contare le pulci ai magistrati che hanno avuto il coraggio di un provvedimento del genere. Tutto per scaricare le proprie colpe su chi non ha alcuna responsabilità per l’inquinamento prodotto da decenni sul territorio.

Perché la politica non è intervenuta prima che scoppiasse il bubbone? Semplice, per attuare un sistema consolidato nel tempo. Con le mobilitazioni delle “vittime trasformate in carnefici” si possono giustificare stanziamenti di denaro pubblico da elargire agli amici degli amici. Questi, a loro volta, non riuscendo a rendere compatibile l’azienda, alimenteranno e provocheranno altre mobilitazioni per giustificare altri stanziamenti di altri soldi pubblici a favore degli amici degli amici e così via per decenni. Vedi il Caso Enichem di Manfredonia. A papparsi i sacrifici dei contribuenti sono sempre e solo gli stessi, ancora oggi dopo circa 20 anni.

Entrata Enichem Agricoltura Manfredonia, anni ’80 (ST – Ph: archivio lasvolta.net)

Stranamente, il caso ILVA e il caso Enichem di Manfredonia, entrambi pugliesi, hanno un denominatore comune. “CLINI”, già consulente del governo CRAXI e del ministro per l’ambiente RUFFOLO. Ve li ricordate? Clini era già un tecnico durante i governi “CAF”, ora è consulente del governo “CAB” che, per scongiurare similitudini col passato, amano chiamare: governo ABC. Le alchimie della politica italiana sono proverbiali!!!

Rendere compatibile l’Enichem di Manfredonia con l’ambiente e la saluta dei cittadini, conservando i posti di lavoro era impresa impossibile. Quindi lo scenario presentava solo due soluzione: o i cittadini accettavano di essere quotidianamente avvelenati oppure bisognava chiudere l’azienda. Siccome era stata presa, nelle segrete stanze, la decisione di trasferire la chimica nei paesi sottosviluppati a costi notevolmente inferiori, si è chiusa l’azienda trasferendo le produzioni altrove. Questo diventa possibile solo se le aziende sono private; altro grimaldello del sistema delle liberalizzazioni e privatizzazioni. Prima però, di addivenire a tali conclusioni, si pianificano e si realizzano altri progetti che sono sempre in auge. Sperperare denaro pubblico da destinare a tecnici, amici degli amici, che poi diventeranno consulenti dei governi successivi; indipendentemente se di destra o di sinistra. Come giustificare tale sperpero? Si realizzano commissioni e comitati vari che devono valutare e trovare soluzioni ai problemi. Questi organismi li chiamano paritetici, ma che non hanno nulla di paritetico; piuttosto si possono definire patetici perché emettono sempre e solo sentenze pilotate. Da chi? Naturalmente da chi li nomina e li assolda. Il governo dei tecnici, già attori dei passati governi politici, conoscono bene il meccanismo.

Dopo lunghissimi periodi di raggiri, di sospensioni e riprese, di cassa integrazione guadagni pagata dai contribuenti, si arriva alla sentenza. Sentenza già decisa delle segrete stanze, ancor prima che si avviasse tutto il processo e le mobilitazioni. Se la decisione è che l’ILVA deve essere chiusa, allora si passa alla fase delle promesse: “Dopo l’ILVA ci sarà la riqualificazione del territorio con successiva reindustrializzazione e reinserimento di tutta la forza lavoro. Questa volta si punterà sul terziario e sul turismo”. Falsità e promesse di ogni genere si spenderanno fino a quando non saranno pronte, per essere propinate come “questo pasto o dalla finestra”, proposte oscene. In Italia c’è assoluto bisogno di inceneritori e centrali nucleari. Taranto è il sito ideale. Il territorio è talmente compromesso che non può essere destinato ad altre soluzioni.

I cittadini presi per fame cominceranno a prendere in seria considerazione tale proposta fino a convincersi che è “meglio morire con la pancia piena piuttosto che morire di fame”. Da allora scatta la fase due: guai agli oppositori di un simile scriteriato progetto; rischiano di essere linciato dai cittadini diventati in massa, più che vittime, “carnefici”. Da quel momento in poi le questioni ambientali diventano questione su cui si può, solo ed esclusivamente, “elucubrare” senza nulla costruire, negli ambienti INN, nelle scuole dell’infanzia e tra i pensatori lontani dalla vita reale della comunità. I soliti pensatori che lanciano il sasso e nascondono la mano.

Mi preme precisare che sono stato tra i protagonisti della lotta cittadina contro uno dei mostri della chimica (Enichem Agricoltura di Manfredonia) in difesa dell’ambiente e la salvaguardia della salute dei cittadini. Tutto quanto descritto l’ho vissuto in prima persona e si richiama a fatti realmente accaduti per il caso Enichem.

Enichem-Ilva, veleno e lavoroultima modifica: 2012-08-16T19:26:37+02:00da ugo565
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