E’ l’Italia di Borat: mi scuso ma non mi dimetto

E’ l’Italia di Borat: mi scuso ma non mi dimetto

di Oliviero Beha

Meglio del film (2006) Borat, in cui il comico (!!!???) inglese Sacha Baron Cohen interpretava un giornalista kazako alla scoperta dell’America: qui Baron non c’è ma il tema kazako invece sì e come si vede non c’è bisogno di comici di professione. Basterebbe intitolare la strepitosa sceneggiatura “Da BungaBunga a BoratBorat” e indicare come starring i ministri Alfano e Bonino, tutto lo staff coinvolto dei due ministeri e naturalmente il governo al completo che tuona ma ha paura che piova, cioè si dissolva insieme alla maggioranza. Il set mediatico dove si sta finendo di girare è straordinario, e planetario: grazie all’affaire kazako abbiamo dato una bella riverniciatina all’immagine dell’Italia, dopo le corna e le “culone” che ricordiamo con piacere e il simpatico tradimento della parola data per i due marò in India. Il tutto mentre rimbomba la questione di fondo, e cioè che nessuno dei pezzi grossi si dimette mai. In fondo Calderoli, per l’altra questioncella dell’orango alla Kyenge, ha stilato l’epigrafe del nostro Paese: mi scuso ma non mi dimetto.Forse risorgeremo quando questi nostri partigiani delle prebende diranno finalmente “non mi scuso ma mi dimetto”.

E’ l’Italia di Borat: mi scuso ma non mi dimettoultima modifica: 2013-07-23T19:59:09+02:00da ugo565
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