Prodi rinuncia e accusa. Pd nel caos, la Bindi si dimette

Prodi rinuncia e accusa. Pd nel caos, la Bindi si dimette

 

 

Pd nel caos dopo la bocciatura della candidatura di Prodi alla quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. 100 franchi tiratori lo hano affossato e l’ex-premier non ci ha pensato un attimo su: ha rinunciato accusando chi nel suo partito lo aveva portato ad accettare la proposta promettendogli che ce l’avrebbe fatta. Questo “chi”, dice Prodi, ora deve assumersi le sue responsabilità. Bersani? O tutti i grandi elettori che stamane avevano accettato all’unanimità la proposta del segretario Pd applaudendo e alzandosi in piedi? “Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle – questa la durissima dichiarazione di Prodi – mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni. Ritorno dunque serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilita’. Io non posso che prenderne atto'”. Dal Pd fanno sapere che il segretario non intende dimettersi. Rosy Bindi invece fa un passo indietro: la presidente dell’assemblea nazionale del partito ha lasciato l’incarico choccata probabilmente come molti altri big dei Democrat dalla sonora bocciatura del Professore ad opera di chi, per dirla con Renzi, “prima batte le mani unendosi al coro e poi ricorre al ‘giochino’ del franco tiratore” profittando del voto segreto. Un’altra nottata di passione per il partito democratico chiamato a decidere se e quale propria candidatura presentare ai 1007 grandi elettori domattina per la quinta votazione. Chi non ha dubbi è Grillo che insiste su Rodotà (250 voti, cento voti in più dei grandi elettori grillini) e chiede a Bersani  il perchè del suo no all’ex-presidente del Pds lasciando balenare – nel caso il Pd convergesse su Rodotà – collaborazioni di governo. E Vendola gli dà manforte: dopo le bocciature di Marini e Prodi, l’unico candidato eleggibile – dice il leader di Sel – è proprio Rodotà. E domani i suoi sono pronti a votarlo. Anche i montiani non cambiano idea: la Cancelieri ha ottenuto più voti di quelli su cui in teoria poteva contare e quindi il suggerimento alle altre forze politiche è quello di convogliare il massimo dei consensi sull’attuale ministro dell’Interno. Il Pdl ha esultato per il flop di Prodi – e lo ha fatto dentro l’aula ma anche all’esterno con manifestazioni accese e colorite davanti Montecitorio presidiato da ingenti forze dell’ordine (dopo il suo show in aula, passerella anche sulla piazza per la Mussolini che indossava una t-shirt bianca e la scritta ‘Il diavolo veste Prodi’) – e accusa il Pd di pensare più agli interessi di parte che a quelli del Paese. 

Prodi rinuncia e accusa. Pd nel caos, la Bindi si dimetteultima modifica: 2013-04-20T18:42:59+02:00da ugo565
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