Addio al poeta della musica, è morto Enzo Jannacci.

Addio al poeta della musica, è morto Enzo Jannacci. Aperta la camera ardente

E’ stata aperta poco fa la Camera ardente per Enzo Jannacci alla casa di cura Columbus, in via Buonarroti 48 a Milano, dove ieri sera è morto il cantautore. E nonostante il cattivo tempo e le festività pasquali, già alcuni milanesi sono arrivati per rendere l’ultimo saluto a uno degli artisti simbolo del capoluogo lombardo. La Camera Ardente sarà aperta fino alle 18. Era il poeta della musica. Stroncato da un male incurabile, Enzo Jannacci è morto a Milano. Cantautore, cabarettista, tra i protagonisti della scena musicale italiana, oltre che cardiologo, si è spento a Milano all’età di 77 anni. È ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme ad Adriano Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Giorgio Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant’anni.
Jovanotti e Morandi – Il cordoglio del mondo dello spettacolo non si è fatto attendere. “Sentite qua. Una a caso. E’ Jannacci. Sono tutti capolavori”, ha scritto Jovanotti su Twitter rendendo omaggio all’illustre collega. “Un grande artista ci ha lasciato, Enzo Jannacci. Un poeta estroso, ironico, geniale, con quella vena malinconica, ma così sublime…. un innovatore, capace di lasciare sempre la sua inconfondibile impronta. Ciao Enzo, ci mancherai”, ha scritto invece Gianni Morandi in un post sulla sua pagina Facebook, accompagnandolo con una foto giovanile che ritrae in scena lo stesso Morandi con Jannacci e Adriano Celentano.
Club Tenco – Il club Tenco “saluta” Enzo Jannacci “con tutto il dolore di una perdita così grande ma anche con la gratitudine di aver sempre ricevuto da lui il soffio leggero di una poesia spiazzante e infallibile”. Il club Tenco ricorda i premi attribuiti al cantautore milanese nel corso degli anni: dal Premio Tenco del 1975, alle tre targhe per la più bella canzone dell’anno fino al riconoscimento per il migliore album in dialetto. “Dentro quella voce – si legge in una nota del Club Tenco – si poteva nascondere qualcosa di molto serio, spesso tragico, ma anche dolce e levigato come il suo volto. Enzo Jannacci sapeva in questo modo ‘dire’ più dei tanti parolai che ci tocca ascoltare tutti i giorni. Sapeva esprimersi più e meglio di tutto il bla-bla quotidiano di cui a suo modo si faceva beffe”.
Maroni – Anche Roberto Maroni si inchina davanti al grande Jannacci. “Addio a Enzo Jannacci, cuore e musica di Milano. Riposa in pas, cunt i tòo scarp del tenis”, ha scritto il segretario della Lega e presidente della Regione Lombardia (oltreché musicista) su twitter.
La commozione sul Web –  “Lo ricordo bene: intelligente, spiritoso, surreale, geniale. Ha raccontato la poesia di Milano”: così Enrico Ruggeri ricorda su Twitter Enzo Jannacci. In tanti, sul social network, hanno voluto ricordare la “voce degli ultimi”, come lo ha definito Claudio Cecchetto. “Ciao grande maestro” ha scritto il napoletano Gigi D’Alessio, a cui hanno fatto eco i Negramaro con una citazione da ‘Messico e nuvole’: “Che voglia di piangere ho… addio Enzo!”. A messaggi più sintetici come quello di Syria, che ha salutato Jannacci con un “ciao signor Enzo”, si accompagnano twitt più personali come quello di Paola Turci: “Rimangono tutte le tue canzoni e un pezzo di strada fatta insieme”. Commosso Fabio Fazio: “Enzo Jannacci era un genio. Le sue parole non riuscivano a star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo bellissimo”; ironico Frankie Hi Energy: “Ciao Enzo non ti scapicollare”; triste Luca Bizzarri: “Cristo come mi dispiace. Addio, signor pur talento”. “Enzo Jannacci, rimpiango un genio che se ne va insieme alla Milano meravigliosa delle sue canzoni”, scrive Gad Lerner. Tanti e accorati i messaggi di Dalia, figlia di Giorgio Gaber, con cui Jannacci formò una celebre coppia della canzone italiana: “Ciao Enzo, ti voglio bene” scrive l’erede di Gaber postando una foto da giovani dei due celebri artisti. “Quelli che… Adesso sanno l’effetto che fa. Buon viaggio”: questo il post su Twitter di Francesco Guccini.

La biografia – Jannacci era nato a Milano il 3 Giugno 1935. E’ stato  tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra. Caposcuola del cabaret italiano, nel corso della sua cinquantennale carriera ha collaborato con svariate personalità della musica, dello spettacolo, del giornalismo, della televisione e della comicità italiana, divenendo artista poliedrico e modello per le successive generazioni di comici e di cantautori. Autore di quasi trenta album, alcuni dei quali rappresentano importanti capitoli della discografia italiana, e di varie colonne sonore, Enzo Jannacci, dopo un periodo di ombra nella seconda metà degli anni novanta, è tornato a far parlare di sé ottenendo vari premi alla carriera e riconoscimenti per i suoi ultimi lavori discografici. È ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme ad Adriano Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Giorgio Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant’anni.

La carriera – Dopo gli studi classici si era laureato in medicina per lavorare poi in Sudafrica e poi negli Stati Uniti. La sua formazione musicale ha radici altrettanto classiche e inizia al conservatorio ma la scoperta del rock and roll avviene presto. I suoi primi compagni di viaggio sono Tony Dallara, Celentano e poi Giorgio Gaber con il quale forma il duo de I due corsari, che debutta nel 1959. Ma prosegue parallela la sua carriera di solista e quella di autore, tanto che Luigi Tenco sceglie una della sue canzoni, Passaggio a livello, e la pubblica nel 1961. Lavora con Sergio Endrigo. Lavora anche con Dario Fo, Sandro Ciotti.
I successi – Poi la grande popolarità arriva con il surreale Vengo anch’io, no tu no tanto che diventerà sua la ribalta televisiva, fino a quella di Canzonissima. Ma sarà spesso anche in teatro e non disdegnerà apparizioni in film di grandi registi come Ferreri, Wertmuller, né di esercitarsi come compositore di colonne sonore come fece per Mario Monicelli. Dopo un periodo di oblio all’inizio degli anni ’80 torna alla ribalta tanto che incide un disco come Ci vuole orecchio, che raggiunge il livello di popolarita’ di Vengo anch’io. Del 1981 é un trionfale tour in tutta Italia. Nel 1994 si presenta per la terza volta al Festival di Sanremo in coppia con Paolo Rossi con il brano I soliti accordi, insolitamente dissacrante per la manifestazione, che è anche il titolo del rispettivo CD, arrangiato da Giorgio Cocilovo e il figlio Paolo Jannacci.
Il teatro – Tra un album e l’altro, poi nel 2000 torna a lavorare infine con Cochi e Renato, altra storica coppia con cui ha collaborato a lungo, per Nebbia in val Padana. Oramai la tv lo celebra, come fa il 19 dicembre 2011 Fabio Fazio che conduce uno speciale su di lui in cui amici di lungo corso lo omaggiano interpretando suoi brani. Tra cui Fo, Ornella Vanoni, Cochi e Renato, Paolo Rossi, Teo Teocoli, Roberto Vecchioni, Massimo Boldi, Antonio Albanese, J-Ax, Ale e Franz, Irene Grandi e altri. Enzo Jannacci compare nell’ultima parte dell’evento cantando due sue canzoni.
Il cinema – Esordisce nel cinema nel 1964 con il film La vita agra di Carlo Lizzani: canta L’ombrello di mio fratello in un locale dove entra il protagonista, interpretato da Ugo Tognazzi. Al cinema è poi protagonista di un episodio (Il frigorifero) diretto da Monicelli per il film Le coppie (1970), e de L’udienza di Marco Ferreri (1971). Ha inoltre interpretato i film Il mondo nuovo di Ettore Scola (1982), Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada di Lina Wertmüller, accanto a Ugo Tognazzi (1983) e Figurine di Giovanni Robbiano (1997). Nel 2010 è tra gli interpreti de La bellezza del somaro, per la regia di Sergio Castellitto, film nel quale interpreta il ruolo dell’anziano fidanzato della figlia adolescente dei protagonisti. Ha composto anche numerose colonne sonore, come quelle di Romanzo popolare di Monicelli (1974, di cui insieme a Beppe Viola ha anche tradotto in un felicissimo slang milanese i dialoghi di Age e Scarpelli e al quale ha regalato una delle più poetiche e intense canzoni da lui scritte, Vincenzina e la fabbrica); Pasqualino Settebellezze (1975), di Lina Wertmüller; Sturmtruppen (1976); Gran bollito di Mauro Bolognini (1977); Saxofone di e con Renato Pozzetto (1979) e Piccoli equivoci di Ricky Tognazzi (1989).
Addio al poeta della musica, è morto Enzo Jannacci.ultima modifica: 2013-03-30T17:07:47+01:00da ugo565
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