Onu, riconoscimento Palestina: l’Italia dirà sì. L’ira dell’ambasciatore israeliano: “Siamo delusi”

Onu, riconoscimento Palestina: l’Italia dirà sì. L’ira dell’ambasciatore israeliano: “Siamo delusi”

Il Governo italiano intende dare il proprio sostegno alla risoluzione per attribuire alla palestinese lo status di ‘Stato non membro osservatore’ delle Nazioni Unite. Lo riferiscono fonti di governo. La decisione dell’Italia di sostenere la richiesta palestinese all’Onu “non implica nessun allontanamento dalla forte e tradizionale amicizia nei confronti di Israele”, ha sottolineato il premier Mario Monti in una telefonata a Netanyahu garantendo “il forte impegno a evitare qualsiasi strumentalizzazione” contro Israele alla Cpi.
L’impegno italiano per rilanciare il processo di pace – La decisione “è parte integrante” dell’impegno italiano a “rilanciare il Processo di Pace con l’obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento. Nell’ultimo anno – ricorda la nota – “il Governo ha consolidato ulteriormente il rapporto già eccellente con Israele”, dove il premier si è recato due volte, ribadendo la centralità che per Italia e UE ha il Processo di pace. Il premier ha anche manifestato sostegno agli sforzi dell’Autorità Nazionale Palestinese e alla leadership moderata del Presidente Abbas (Abu Mazen) e del Primo Ministro Fayyad per riavviare il negoziato, contro ogni violenza ed a favore del dialogo come unica strada verso una soluzione duratura del conflitto. In questo contesto la decisione italiana – prosegue la nota – “é un incoraggiamento a proseguire sulla strada del dialogo e contro ogni estremismo”. D’altra parte, “la nascita di uno Stato di Palestina membro a pieno titolo ONU potrà arrivare solo ed esclusivamente con il negoziato e l’intesa diretta tra le parti”.
Ambasciatore Israele: “Delusi dall’Italia” –  E’ la reazione a caldo dell’ambasciatore israeliano a Roma all’annuncio del sì italiano al riconoscimento dello status della Palestina quale Stato non membro dell’Onu. Secondo l’ambasciatore Naor Gilon, “tale iniziativa indebolisce le relazioni tra israeliani e palestinesi fondate sugli Accordi di Oslo”. “Dopo quattro anni in cui i Palestinesi hanno rifiutato di tornare al tavolo negoziale – prosegue Gilon – assistiamo ora al tentativo palestinese di influenzare i risultati dei negoziati stessi per mezzo di istituzioni internazionali. Questa mossa, non soltanto non migliorerà la situazione sul terreno, ma aumenterà le preoccupazioni di un ritorno alla violenza e, soprattutto, allontanerà le prospettive di pace”.
La telefonata ad Abbas – Il Presidente Monti ha telefonato al Presidente Mahmoud Abbas e al Primo Ministro Benyamin Netanyahu per spiegare le motivazioni della decisione italiana, aggiunge il comunicato spiegando che l’Italia, in coordinamento con altri partner europei, ha “in parallelo chiesto al Presidente Abbas di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni e di astenersi dall’utilizzare l’odierno voto dell’Assemblea Generale per ottenere l’accesso ad altre Agenzie Specializzate delle Nazioni Unite, per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo”. A Netanyahu Monti ha invece ribadito che la decisione “non implica nessun allontanamento dalla forte e tradizionale amicizia nei confronti di Israele”. Ed ha “garantito il fermo impegno italiano ad evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa portare indebitamente Israele, che ha diritto a garantire la propria sicurezza, di fronte alla Corte Penale Internazionale”.
L’Italia chiede ad Abbas di riavviare i negoziati – Nel sostenere la Risoluzione per lo status di ‘stato non membro’ dell’Onu alla Palestina, l’Italia, “in coordinamento con altri partner europei, ha in parallelo chiesto al Presidente Abbas di accettare – si legge in una nota di Palazzo Chigi – il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni”. E, ancora, “di astenersi dall’utilizzare l’odierno voto dell’Assemblea Generale per ottenere l’accesso ad altre Agenzie Specializzate” Onu, “per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo”.Nel contempo il rappresentante dell’Anp a Roma Sabri Ateyeh ha fatto notare che la decisione dell’Italia di votare a favore della nascita della Palestina come ‘Stato non membro’ all’Onu riflette “lo spirito del Paese per la libertà ed il rispetto dei diritti umani” e testimonia la “vicinanza dell’Italia, da sempre, al processo di pace” in Medio Oriente.
Clinton: “Non aiuterà a raggiungere un accordo” – Secondo il segretario di Stato Hillary Clinton il riconoscimento dello stato della Palestina come osservatore non membro alle Nazioni Unite non aiuterà palestinesi e israeliani a raggiungere un accordo di pace duraturo fondato su due stati. La Clinton sottolinea che “il cammino verso una soluzione che preveda due stati e che soddisfi le aspirazioni del popolo palestinese é attraverso Gerusalemme e Ramallah, non New York”. L’unico modo – mette in evidenza Clinton – per una soluzione di lungo termine è attraverso trattative fra palestinesi e israeliani.
La Germania si asterrà – La Germania intanto ha già fatto sapere di avere intenzione di astenersi sulla richiesta palestinese di diventare “stato non membro osservatore” dell’Onu. Lo ha detto il ministro degli Esteri Guido Westerwelle.
I cittadini europei sono favorevoli – I cittadini dei paesi europei sono però in grande maggioranza favorevoli al riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro alle Nazioni Unite. Lo rivela un sondaggio condotto in Gran Bretagna, Spagna, Francia e Germania, pubblicato dal sito web del quotidiano spagnolo El Mundo. Il 76% degli spagnoli sono favorevoli a un’approvazione da parte del loro governo della risoluzione che sarà messa oggi ai voti all’Assemblea generale dell’Onu, che prevede un innalzamento dello status della Palestina, oggi riconosciuta come “entità” osservatrice. A favore sono anche i francesi (66%), i tedeschi (64%) e i britannici (58%). L’Europa però non si presenterà unita oggi al Palazzo di Vetro: mentre Francia e Spagna voteranno “sì”, la Gran Bretagna e la Germania si asterranno.
Le preoccupazioni di Usa e Israele – La preoccupazione principale per Israele e Stati Uniti è quella di vedere la Palestina entrare nella Corte penale internazionale (Cpi). Una sua ammissione non sarebbe automatica, ma dovrebbe essere approvata dall’Assemblea degli Stati Parte, vale a dire i paesi firmatari dello Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Cpi. La Cpi, incaricata dal 2002 di giudicare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità, è indipendente dall’Onu, ma coopera con il Palazzo di Vetro. Né Israele né gli Stati Uniti ne fanno parte, ma sui suoi criteri di giurisdizione – la corte giudica gli individui – ci sono divergenze di interpretazione.
Si teme per i possibili finanziamenti dell’Autorità palestinese – Washington e Gerusalemme temono anche che i palestinesi possano utilizzare il loro nuovo status per cercare di entrare in altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite, eventualità che potrebbe però avere ripercussioni sui finanziamenti delle agenzie e della stessa Autorità Palestinese. Il Congresso americano ha tagliato i finanziamenti all’Unesco (l’agenzia Onu per l’educazione, la scienza e la cultura), dopo che lo scorso anno la Palestina fu accolta a pieno titolo nel suo seno.
Per gli israeliani così si allontana la pace – Secondo Zvi Hauser col voto odierno all’Onu sulla richiesta palestinese “la pace si allontana”. Il segretario del governo israeliano lo ha detto a radio Gerusalemme. La pace, ha aggiunto, può essere raggiunta solo con negoziati diretti “e non con mosse unilaterali”: la richiesta palestinese è una “violazione sostanziale degli accordi di Oslo” (del 1993, fra Israele e Olp). “Se i palestinesi rompono le regole il governo israeliano si sente autorizzato a prendere i provvedimenti necessari per difendere i propri interessi”. Il voto all’Onu sulla Palestina “non cambierà alcunché sul terreno”, ha affermato invece il premier Benyamin Netanyahu secondo cui quel voto “non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà “. Comunque “la mano di Israele resta tesa verso la pace”, ha assicurato.
Onu, riconoscimento Palestina: l’Italia dirà sì. L’ira dell’ambasciatore israeliano: “Siamo delusi”ultima modifica: 2012-11-29T17:53:59+01:00da ugo565
Reposta per primo quest’articolo