Argentina e Turchia, la tempesta degli emergenti

TURBOLENZE VALUTARIE

Argentina e Turchia, la tempesta degli emergenti

Un uomo nel distretto finanziario di Buenos Aires (Reuters)
Un uomo nel distretto finanziario di Buenos Aires (Reuters)

Giornata al cardiopalma per i mercati valutari. Ieri il peso argentino è arrivato a perdere il 15% del suo valore: il crollo peggiore dal 2015, quando la moneta ha iniziato ad essere scambiata liberamente. Il tonfo ha costretto la Banca centrale dell’Argentina a un rialzo-monstre del costo del denaro, portato dal 15% al 60%. I mercati stanno reagendo alla richiesta, fatta dal presidente argentino Mauricio Macri al Fondo monetario internazionale, di accelerare l’esborso dei fondi previsti nel piano da 50 miliardi di dollari in tre anni accordato lo scorso 7 giugno.

A migliaia di chilometri di distanza, sull’altra sponda dell’Atlantico, la lira turca cola a picco dopo la fuga di indiscrezioni sull’addio del vicegovernatore delle banca centrale locale Erkan Kilimci. Il rumor ha scatenato un tracollo della valuta, arrivata a cedere il 4% del suo valore rispetto al dollaro. L’istituto è finito sotto nuove pressioni dopo la rielezione alla presidenza di Recep Tayyip Erdogan, sponsor di misure poco gradite ai mercati (come tagliare o tenere fermi i tassi di interesse anche a fronte di una brusca crescita dell’inflazione).

Argentina e Turchia, la tempesta degli emergentiultima modifica: 2018-09-07T10:16:48+02:00da ugo565
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