Cancro al pancreas, una nuova tecnica dal Giappone allunga la sopravvivenza
I pazienti con tumore pancreatico non operabile che sopravvivono ad un anno grazie alla terapia locale intra-arteriosa superano il 41%
Una nuova tecnica per prolungare la sopravvivenza ai pazienti affetti da tumore al pancreas è stata sperimentata alcune settimane fa dall’Unità operativa di Oncologia interventistica e medica integrata, diretta dal dott. Cosmo Damiano Gadaleta, dell’Istituto tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, con l’ausilio di un gruppo di oncologi medici che fanno riferimento al reparto di Oncologia medica integrata. Lo rende noto lo stesso Istituto.
La nuova tecnica
La nuova tecnica è importata dal Giappone, dove i pazienti con cancro pancreatico non operabile che sopravvivono ad un anno grazie alla terapia locale intra-arteriosa superano il 41%. “La tecnica – spiega in una nota Gadaleta – consiste nell’attuazione di un trattamento loco-regionale mini-invasivo di tipo ‘combinato’, fisico e chimico, per così dire, chirurgico e medico”. Questa procedura, da sola, consente – riferisce l’Istituto – “la più lunga sopravvivenza oggi raggiungibile nei pazienti con cancro pancreatico, pari a circa 30 mesi.
Ulteriori trattamenti
Ulteriori trattamenti locali – si aggiunge – quali l’elettro-chemioterapia, unitamente all’ipertermia esterna non invasiva e ad una quota di chemioterapia sistemica (chemio-ipertermia, macchinario di cui è dotato l’istituto barese) potranno ulteriormente prolungare questo prezioso lasso temporale”.