Cosa si nasconde dietro il furto del Dna dei centenari sardi.

Cosa si nasconde dietro il furto del Dna dei centenari sardi. I pericoli e l’intrigo internazionale: indagati in 17

Chiesta la proroga delle indagini nei confronti di ricercatori e sindaci dei paesi coinvolti. L’ombra della speculazione, il pm: “Disatteso l’iniziale spirito solidaristico”

Una famiglia di centenari a Perdasdefogu
Una famiglia di centenari a Perdasdefogu

Il business del futuro è la genetica, non c’è più alcun dubbio. La sparizione di parte dei campioni biologici contenenti il Dna di 13 mila abitanti dell’Ogliastra, una delle zone più selvagge e meno antropizzate della Sardegna con tassi di longevità superiori alla media (si trova qui una delle cinque “Blue zone” del mondo), ne è la prova. Sono 17 le persone nei confronti delle quali sono stati emessi dalla procura di Lanusei altrettanti avvisi di garanzia per il “furto” di 25 mila provette dal laboratorio del “Parco Genos” di Perdasdefogu. Nuovi provvedimenti necessari per proseguire le indagini avviate nell’agosto 2016 su segnalazione della tecnica di laboratorio, Debora Parracini, custode della “biobanca” del paesino capofila della più importante sperimentazione genetica mai realizzata al mondo.

Dna dei centenari sotto sequestro

In attesa di capire chi e perché abbia compiuto il “furto” dei campioni biologici, la procura ha disposto il sequestro dell’intero archivio genetico. I destinatari dei provvedimenti di indagine – i reati ipotizzati sono furto aggravato, peculato, abuso d’ufficio, falsità materiale, violazione delle norme in materia di protezione dei dati personali, trattamento illecito dei dati e inosservanza dei provvedimenti del Garante – sono ricercatori e dirigenti presenti e passati degli “attori” pubblici e privati che dal 2003 avviarono la raccolta dei campioni biologici e dei dati sugli alberi genealogici di 10 paesi dell’Ogliastra. Tra questi Piergiorgio Lorrai, l’attuale titolare di “Parco Genos” che insieme alla fallita “Shardna Life Science” e al Cnr portò avanti il progetto, i sindaci attuali ed ex di Perdasdefogu e Talana, comuni che fino a pochi mesi fa conservavano consistenti quote di Parco Genos. Indagato, tra gli altri, anche il direttore della Clinica oculistica del San Giovanni di Dio di Cagliari: qui vennero ritrovate le provette “rubate”.

Come accertato nel corso delle indagini, nell’ospedale del capoluogo sardo i campioni ci arrivarono per mano del ricercatore Mario Pirastu (anch’egli indagato), ex direttore dell’Istituto di genetica delle popolazioni del Cnr Sardegna. Ovvero uno dei cofondatori, insieme a Renato Soru, della società titolare dei diritti di ricerca, fallita e acquistata un mese prima del misterioso “furto” da una società inglese quotata in Borsa, “Tiziana Life Science”.

I proventi milionari di Tiziana Life Science

Come documenta un’inchiesta di Report, la società con sede a Londra, che acquistò all’asta la società sarda per 258 mila euro, nei tre mesi successivi guadagnò ben 50 milioni di euro. E questo dà la misura delle potenzialità, in termini guadagni, derivanti dal possesso di una banca dati come quella degli ogliastrini. Gli interessi intorno ai dati genetici degli individui sono altissimi, tanto che le stesse industrie farmaceutiche stanno virando sulla sperimentazione di farmaci personalizzati che si basano proprio sulle informazioni genetiche. Anche le compagnie di assicurazione non vedono l’ora di mettere le mani sui dati sanitari – compresi quelli sul Dna – degli Stati dove operano. Anche Google, il potentissimo motore di ricerca, sta creando in tutta segretezza il più grande archivio di dati genetici al mondo.

La spy story

La vicenda ha tutte le caratteristiche di una spy story internazionale e, come abbiamo visto, porta con sé l’acre odore della montagna di soldi che ci gira intorno. “Il nostro sospetto – dice il procuratore Mazzeo dalle pagine della Stampa – è che si potesse creare una grossa speculazione e che i campioni potessero essere utilizzati per realizzare brevetti da rivendere alle case famaceutiche. Nella vicenda si è creato un grosso corto circuito – aggiunge il procuratore – si è partiti da una ricerca senza scopo di lucro, alla quale la gente aveva partecipato con entusiasmo e si è arrivati a un intricato affare internazionale”.

I pericoli dietro l’uso del Dna

Perplessità giudiziarie alle quali si aggiungono quelle del Garante della privacy che, investito da alcune centinaia di donatori, ha decretato il blocco al trattamento dei dati contenuti nella biobanca di Perdasdefogu e negli archivi ad essa collegati, in attesa di stabilire a chi spetti la titolarità della ricerca. Quel che è certo, sostiene l’Autorità, Antonello Soro, è che la proprietà dei campioni resta in capo ai donatori. “Si tratta di beni inalienabili e non commercializzabili, la cui proprietà è del donatore”, ha spiegato. A fare la differenza sarà infatti il consenso al trattamento dei dati fornito dai volontari ai titolari originari della ricerca: Tiziana Life Science potrà legittimamente fare ricerca e registrare brevetti grazie alla biobanca e all’archivio degli alberi genealogici? Questo aspetto è ancora da chiarire.

I donatori provano a resistere

Lo sconforto tra i donatori, tra cui molti anziani, è palese e documentato da molte inchieste giornalistiche. Un sacrificio collettivo per il “bene di tutti” mercificato per l’arricchimento dei pochi. Non si può stare inerti. I cittadini della “terra dei centenari” si organizzano e attraverso un’associazione di nativi dell’Ogliastra e di donatori (Associazione dell’Identità ogliastrina e della Barbagia di Seulo) stanno battento a tappeto i dieci paesi e raccogliendo la revoca a Tiziana Life Science del trattamento dei dati e attribuendolo all’associazione stessa. L’obiettivo è mantenere la ricerca sul Dna degli ogliastrini in mani pubbliche, tutelare il patrimonio genetico e, possibilmente, impedire le speculazioni private. All’iniziativa dei donatori si aggiunge quella di Piergiorgio Lorrai che ha avviato una personale raccolta di consensi a favore dell’organismo che rappresenta, anche qui in un’ottica privatistica. La pronuncia del Garante della privacy che indicherà la direzione da seguire è attesa per fine mese.

Cosa si nasconde dietro il furto del Dna dei centenari sardi.ultima modifica: 2017-11-07T22:49:37+01:00da ugo565
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