Badanti, finti assistenti e progetti privati, tutto pagato con soldi pubblici

Badanti, finti assistenti e progetti privati, tutto pagato con soldi pubblici: nello scandalo all’Europarlamento, rivelato da un quotidiano, sarebbero coinvolti anche alcuni politici italiani.

Un’indagine dell’Europarlamento – di cui dà conto il quotidiano Repubblica – avrebbe messo nel mirino alcuni deputati di gruppi euroscettici per un abuso sistematico dei rimborsi a danno delle casse del Parlamento. Dal Front National all’Ukip: le frodi sistemiche riguarderebbero, principalmente, contratti di assistenti pagati con soldi europei, ma utilizzati in patria per attività politiche del partito. Nell’inchiesta sono emersi anche nomi di eurodeputati italiani del Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega e ex Pd.

Dal Front National all’Ukip: finti assistenti e badanti con i soldi europei
Il Front National di Marine Le Pen era già sotto indagine. Ora il focus si è allargato, però, anche a Louis Aliot, compagno e collega di partito della Le Pen, a Florian Philippot, braccio destro della leader del Front National e al padre, Jean Marie Le Pen, fondatore del partito. Caso per l’Ukip di Nigel Farage. Il Parlamento Ue ha chiesto indietro circa un milione di euro che il partito britannico avrebbe utilizzato per dei collaboratori – tra cui la moglie di Farage – impiegati, però, in attività riguardanti la politica del partito a livello nazionale. Nel dossier ci sarebbe anche il polacco Jaroslaw Kaczynsk, presidente del partito conservatore nazionalista Diritto e Giustizia. L’ex primo ministro della Polonia avrebbe utilizzato l’assistente di un suo europarlamentare nel ruolo di badante per la madre.

Nigel Farage

Casi italiani. La replica di Lara Comi: “Sto restituendo i soldi”
Per quanto riguarda l’Italia, i nomi riguarderebbero singoli eurodeputati, vale a dire senza un obiettivo sistemico da parte del partito. Tra i dossier italiani c’è, invece, quello di Lara Comi: deputata di Forza Italia che ha assunto la madre come assistente parlamentare e ora dovrà restituire i 126 mila euro percepiti dalla signora dal 2009 al 2010. La notizia, riferiscono fonti del Ppe, ha colto di sorpresa i vertici. Anche perché riguarda il rapporto fiduciario del singolo deputato con la direzione generale finanziaria dell’Eurocamera. Ma l’eurodeputata si difende: «È stato un errore commesso dal mio commercialista in buona fede. Ho pagato e sto pagando quello che il Parlamento Europeo aveva destinato a mia mamma nel 2009». Al centro di un’inchiesta ancora in corso e i cui esiti non sono ancora decisi, ci sono anche due eurodeputate grilline: Daniela Aiuto e Laura Agea. La prima, nel mirino per avere chiesto un rimborso da diverse migliaia di euro per una serie di ricerche, dice di essere “pienamente disponibile a collaborare”. «I servizi parlamentari – spiega – hanno contestato alcune ricerche che ho commissionato a una società di consulenza, perché ritenute frutto di plagio e quindi non rimborsabili dal Parlamento europeo. Ho quindi disposto la sospensione del pagamento delle fatture già emesse. Inoltre ho comunicato ai servizi parlamentari che provvederò personalmente a rimborsare le fatture già saldate». Laura Ageam invece, è accusata di aver assunto come assistente un imprenditore, sospettato di non avere il tempo di svolgere il lavoro relativo la mandato europeo dalla deputata ma al massimo, nella veste di attivista del Movimento, di seguirla nella politica locale. Sotto la lente d’ingrandimento ci sarebbero anche i collaboratori dell’esponente della Lega Mario Borghezio, del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini e di Antonio Panzieri, precedentemente eletto con il Partito Democratico e ora nel neo-nato Movimento Democratico e Progressista (Mdp)

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La replica di Lara Comi

Badanti, finti assistenti e progetti privati, tutto pagato con soldi pubbliciultima modifica: 2017-04-05T15:56:38+02:00da ugo565
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