L’imbarazzo del baby pensionato d’oro delle Ferrovie: “Il mio assegno? No comment”

L’imbarazzo del baby pensionato d’oro delle Ferrovie: “Il mio assegno? No comment”

Cifre record percepite a soli 58 anni. Doppie rendite grazie a qualche mese di impegno in qualche sigla sindacale. Nel libro-inchiesta “Vampiri”

In pensione a 58 anni, dopo averne trascorsi 29 in servizio. Con assegno da 12.913 euro lordi. Mentre continuava a lavorare come docente all’Università La Sapienza e consulente di vari enti pubblici, tra gli altri per la Regione Emilia Romagna. La storia esemplare di Franco Marzioli, classe 1950, è contenuta in Vampiri (Mondadori) libro inchiesta di Mario Giordano, giornalista de Il Giornale e direttore del Tg4, una ricca ricostruzione delle storture del nostro sistema previdenziale, che da un lato porta a 67 anni l’età pensionabile con sistema contributivo, dall’altro deve ripianare più di un buco di cassa usando il denaro pubblico. Tanto per attenersi all’ambito delle Ferrovie, in Vampiri è riportato il caso del Fondo speciale ferroviario fondato nel 1908, in rosso dal 1973 e che nel 2000 è stato compreso nell’Inps. Mentre i baby pensionati d’oro continuano a prendere assegni impensabili per chi si trova sotto l’attuale sistema contributivo. Se quelle regole dovessero essere applicate anche a loro, i privilegiati di Stato subirebbero decurtazioni dell’assegno dal 27% al 96%. Tito Boeri, presidente dell’istituto previdenziale dello Stato, l’ha proposta l’ha fatta. Ma è caduta nel vuoto.

“No comment”

Raggiunto telefonicamente da Tiscali Notizie, Marzioli si trincera dietro il no comment. Non ha niente da dire sul suo assegno previdenziale così eccezionale, né sull’intenzione della presidenza dell’Inps di rimettere mano alle pensioni d’oro e ricalcolarle.

I privilegi dei sindacalisti

Oggi l’ex ministro Tiziano Treu (quello che diede vita al mito “pacchetto” che introdusse i co.co.co e i co.co.pro in nome della flessibilità, e generò precariato a oltranza) si dice pentito di aver varato la legge 564 del 1996, che consente a chi abbia fatto il sindacalista anche solo per qualche mese di maturare una rendita fissa in forma pensionistica. Un esempio? Il segretario nazionale amministrativo dello Snals (Sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola) Roberto Soldato, che oltre all’assegno come ex insegnante prende quello di ex sindacalista. A Brescia, dove vive, la Guardia di Finanza ha scoperto altri undici casi come il suo. Quanti ex sindacalisti (anche per brevissimo tempo) possono contare sulla doppia pensione in ragione di quanto disposto dalla legge di Treu? In tutto il territorio nazionale, dato fornito dall’attuale ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sono 17.319.

Regole a parte rispetto a tutti gli altri lavoratori

Il paradosso documentato da Giordano in Vampiri è che i sindacalisti obbediscono a regole previdenziali diverse da tutti gli altri, possono prima del pensionamento farsi dare incrementi vantaggiosi dalle loro organizzazioni, a condizione che poi restituiscano quel surplus in tutto o in parte alle casse del sindacato d’appartenenza in forma di elargizione. Poi c’è la possibilità di ricorrere di distacchi: chi vuole impegnarsi nel sindacato può cominciare questa attività mentre il suo datore di lavoro continua a pagarlo (distacco, appunto) oppure va in aspettativa retribuita, in quest’ultimo caso con contributi figurativi a carico dello Stato. E’ questo il caso dell’ex segretario nazionale della Cisl, Sergio D’Antoni, che a 55 anni incassa una pensione da oltre cinquemila euro, più bonus e vitalizi vari. Esistono casi del genere che toccano quota 12 mila euro al mese. E per tornare ai “vampiri” ferroviari (come li definisce Giordano) il caso di Marzioli citato all’inizio di questo articolo è su un podio ideale, che vede primeggiare gli ex dirigenti Maurizio Romiti (già consigliere Rcs e molte altre cose, 16.513 euro lordi al mese) e il leader assoluto, l’indimenticato Giovanni Cobolli Gigli (che fu presidente del Cda della Juve, 17.891 euro lordi al mese).

L’imbarazzo del baby pensionato d’oro delle Ferrovie: “Il mio assegno? No comment”ultima modifica: 2017-03-07T22:40:47+01:00da ugo565
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