“Monti-bis”: sì di Casini, frenano Alfano e Bersani.

“Monti-bis”: sì di Casini, frenano Alfano e Bersani. Di Pietro: “Atto eversivo politicamente inopportuno”

L’ipotesi del Monti-bis accende il dibattito politico e allarga il solco che separa l’Udc sia dal Pdl che dal Pd. Tanto che il premier è costretto a trincerarsi dietro una risposta: “Non è possibile che non si riesca eleggere un leader politico adatto a guidare l’Italia”. Ma questa affermazione non convince la politica che continua ad interrogarsi sul suo futuro e, in prima battuta, scansa unanimemente (al netto di Casini) l’ipotesi di un altro governo guidato da Monti. E se il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, interrogato a margine di un convegno a Bologna, spiega di essere “perfettamente in linea con il pensiero del premier”, dall’altro ci pensa da ultimo Antonio Di Pietro ad alzare una barriera invalicabile.
Di Pietro: un Monti bis atto eversivo – Per il leader dell’Idv, l’ipotesi di un Monti bis dopo le elezioni politiche sarebbe “un atto oggettivamente eversivo e politicamente inopportuno” perché “è contro la Costituzione accettare che una persona faccia il presidente del Consiglio senza chiedere il consenso ai cittadini alle elezioni ma solo sulla base di uno scambio di favori all’interno dei poteri forti”. Il leader Idv, palando a Montecitorio, ha quindi ribadito che Italia dei Valori “è totalmente contraria all’idea che Monti venga riproposto un’altra volta come presidente del Consiglio”. 
Alfano e Gasparri: Per restare a Palazzo chigi, Monti si candidi – Anche per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, Monti, ha un solo modo per restare a palazzo Chigi: candidarsi. L’ex Guardasigilli sa bene che è un’ipotesi che il Professore ha sempre scartato, ma pur ribadendo pieno sostegno all’azione del governo, sottolinea che qualsiasi altra strada farebbe venir meno il “sale” della democrazia. E dello stesso avviso è Maurizio Gasparri, per il quale “dopo Monti ci sono le elezioni”. Per il capogruppo del Pdl al Senato “è singolare aprire un dibattito sul dopo voto come se l’opinione degli italiani non contasse nulla”. Per questo, dice Gasparri, “prepariamoci a una campagna elettorale, se Monti volesse continuare a governare dovrebbe presentarsi alle elezioni. Prima va fatta la legge elettorale, poi si andrà al voto. Il Pdl dovrà avanzare le sue proposte agli italiani. Richiamarsi alla democrazia credo che sia un atto doveroso poi gli scenari si vedranno”.
Casini (Udc): “Dopo Monti c’è solo Monti” – Di tutt’altro avviso Pier Ferdinando Casini: “Dopo Monti c’é solo Monti”, scandisce il leader centrista, secondo il quale “il cammino del governo non va interrotto perché la strada è ancora lunga”. Inevitabilmente più cauto, a causa del ruolo istituzionale, Gianfranco Fini: “L’auspicio è che chiunque vinca le elezioni non consideri il governo Monti una parentesi da archiviare in breve tempo”, afferma il presidente della Camera, rimarcando che al Paese servono ancora molte riforme.
Bersani (Pd): “Tocca agli italiani decidere chi governerà” – Distante dal Pdl, ma sulla stessa lunghezza d’onda di Alfano, é Pier Luigi Bersani: “Tocca agli italiani e solo agli italiani decidere chi governerà”, taglia corto il leader del Pd che nel confermare piena “lealtà” al governo Monti, rifila una stoccata alle agenzie di rating: “Parliamo senza ambiguità della prospettiva delle elezioni,sempre che Moody’s o Standard e Poor’s non le aboliscano sostituendole con una consultazione fra banchieri”, dice Bersani con una scelta di vocaboli che sembra una indiretta critica all’Esecutivo tecnico. Parole che – in ogni caso – segnano ulteriormente la distanza fra i democratici e i centristi, già ampia dopo la scelta del Pd di allearsi con Vendola.
No al “Monti-bis” di Lega e Idv – Critici verso un Monti-bis, ma anche verso il governo restano il Carroccio e l’Italia dei Valori. Per il leghista Roberto Maroni, ad esempio, il dibattito sul futuro di Monti è “astruso” visto che il Paese resta sull’orlo dell’abisso. E Monti? Continua a far finta di niente. “Mi rifiuto di pensare che un grande Paese democratico come l’Italia non si possa eleggere un leader che sia in grado di guidare il paese dove gli elettori credono”, risponde agli imprenditori che a Cernobbio lo interrogano sul suo futuro. Una risposta diplomatica, che infatti non chiude del tutto la vicenda. Anzi, alimenta i sospetti.
Monti “Esperienza tecnica è limitata nel tempo” – Anche per l’abilità con cui il premier descrive il suo rapporto con i partiti. La premessa è che non essendo stato eletto, non ha bisogno né di illustrare quanto fatto fin qui dal governo, ne tantomeno di “convincere nessuno a sostenere una particolare forza politica”. Poi dosa con sapienza complimenti e stoccate: elogia Angelino Alfano ed Enrico Letta; ringrazia persino Roberto Maroni, non per l’opposizione al governo, ma per aver sponsorizzato la sua permanenza a Bruxelles quando Monti cercava di restare commissario. La cosa non andò in porto perché, racconta lui stesso, Casini aveva scelto Buttiglione. “Un aneddoto – rimarca Monti – che mostra anche come cambiano le cose della politica”. Ma il premier loda anche il senso di “responsabilità” dimostrato dai partiti, pur precisando che contro le lobby non hanno dimostrato abbastanza fermezza. Dice che meriterebbero maggiore considerazione, consigliando loro di riformare la legge elettorale. “Ho visto una politica migliore di quella che immaginavo”, aggiunge. Poi, a scanso di equivoci, conclude: quella del governo tecnico “é sicuramente un’esperienza limitata nel tempo”, anche se “non sarà limitata nel tempo una maggiore penetrazione del sapere e della competenza in politica”. Come dire: dopo di noi, nulla sarà più come prima.
Prodi: “Ancora Monti ma solo in caso di pareggio alle urne” – Sulla vicenda interviene anche l’ex premier Romano Prodi. “L’ ipotesi di un ‘Monti bis’ puo’ esistere solo nel caso che dalle urne elettorali non esca un vincitore – ha detto Prodi -. Per quanto mi riguarda la strada maestra e’ quella di un governo politico cui spettera’ il compito di guidare il Paese sulla base di un programma preciso e noto agli elettori. Un nuovo governo presieduto da Monti- il quale, per altro, ha egregiamente svolto fino ad oggi il difficilissimo compito che gli era stato assegnato di evitare il tracollo del Paese-. puo’ avere spazio solo in assenza di una vittoria elettorale tra le coalizioni in competizione. Anche per questo ho auspicato una riforma della legge elettorale come quella adottata in Francia cosi’ da determinare risultati chiari e certi dal punto di vista della governabilita’”
“Monti-bis”: sì di Casini, frenano Alfano e Bersani.ultima modifica: 2012-09-10T23:11:12+02:00da ugo565
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