La Lega nella bufera

 
 

Sequestro dei documenti di Belsito: la Camera dà l’ok. Renzo Bossi: “Sono sereno, mai preso soldi dalla Lega”

Prima la Procura di Milano e poi quella di Napoli hanno chiesto a Montecitorio di poter sequestrare dei documenti nella cassaforte dell’ufficio dell’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, che non è parlamentare. Il presidente della Camera Fini ha dato il via libera con l’ok anche della Lega.
Renzo Bossi è sereno – “Sono sereno, non ho mai preso soldi dalla Lega, né in campagna elettorale e neppure adesso da consigliere regionale”, ha affermato intanto Renzo Bossi appena arrivato in Consiglio regionale a Milano commentando quanto sarebbe emerso nell’inchiesta che coinvolge il tesoriere Francesco Belsito.
I Pm avevano chiesto l’ok alla Camera – La Procura di Milano ha chiesto in pratica di poter sequestrare alcuni documenti contenuti in una cassaforte che si trova negli uffici di via Pola, dati in uso alla Lega. La stanza, nella quale si trova la cassaforte dell’ex tesoriere, è usata esclusivamente da quest’ultimo. E siccome Belsito non è un parlamentare, l’autorizzazione al sequestro non è dovuta passare per la Giunta per le Autorizzazioni della Camera e non ha dovuto seguire l’iter previsto dalla procedura ex articolo 68 della Costituzione. Non essendo Belsito un deputato, il via libera lo può dare il presidente della Camera. Fini, ha dunque chiesto al capogruppo della Lega Dozzo se corrispondesse al vero la notizia secondo la quale l’ufficio nel quale si trova la cassaforte fosse in uso esclusivo di Belsito. Dozzo ha risposto affermativamente e ha dato il via libera suo e del gruppo del Carroccio alla richiesta della Procura di Milano. Identica richiesta, però, era arrivata anche dalla Procura di Napoli. Ora Fini ha risposto a entrambe le Procure dicendo che c’é il via libera da parte di Montecitorio al sequestro di questi documenti, ma chiede anche quali dei due uffici procederanno materialmente all’apertura della cassaforte.
Interrogatori a Milano – In ogni caso a Milano sono cominciati gli interrogatori di alcuni degli indagati nelle inchieste coordinate dalla Dda di Reggio Calabria e dalle Procure di Milano e Napoli. Nel tardo pomeriggio di ieri è stato sentito l’avvocato Bruno Mafrici. A condurre l’interrogatorio è stato solo uno dei pm che coordinano le indagini e che poi passerà le informazioni ai colleghi delle altre Procure. Questo per evitare inutili sovrapposizioni o ripetizioni. Sull’esito dell’interrogatorio, al momento c’é uno stretto riserbo. Mafrici, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), ma trapiantato a Milano dove ha lo studio, secondo quanto si è appreso, non era mai finito direttamente in una inchiesta della magistratura reggina, ma il suo nome era stato lambito da alcune indagini per via di presunti contatti con elementi a loro volta legati ad ambienti criminali della città.
Oggi potrebbe essere la volta di Paolo Scala – Oggi potrebbe essere sentito anche Paolo Scala, ritenuto il promotore finanziario del gruppo dell’imprenditore veneto Stefano Bonet, entrambi al centro dell’inchiesta. Scala ieri era a Cipro ma oggi potrebbe rientrare in Italia. Al momento non è stato ancora deciso se sentire subito anche Belsito. Una valutazione che sarà fatta nelle prossime ore. Intanto, sul fronte reggino, l’attività degli investigatori, seguita dal pm della Dda Giuseppe Lombardo che si trova ancora a Milano, è dedicata in queste ore all’inizio della visione del materiale sequestrato ed alle copie informatiche delle migliaia di documenti nelle memorie dei computer degli indagati.
La segretaria di Bossi davanti ai Pm napoletani – I Pm I pm di Napoli, che indagano insieme ai colleghi milanesi e a quelli di Reggio Calabria sull’ex tesoriere della Lega Belsito, stanno ascoltando come persona informata sui fatti una delle segretarie del Leader del Carroccio Bossi, Daniela Cantamessa. L’audizione è in corso in Procura a Milano, dove c’é il pm napoletano Woodcock.
I Pm napoletani a Milano – I magistrati milanesi, che ieri hanno sentito come teste la stessa Cantamessa, hanno infatti ‘prestato’ un ufficio della Procura ai colleghi napoletani per sentire la segretaria di Bossi, il cui ufficio in via Bellerio e la cui casa sono stati perquisiti ieri dai militari della Gdf e dai carabinieri del Noe. In Procura a Milano insieme a Woodcock sono presenti anche alcuni investigatori del Noe, tra i quali anche il colonnello Segio De Caprio, il “capitano Ultimo” che arrestò Riina. I magistrati milanesi che coordinano le indagini, l’aggiunto Alfredo Robledo e i pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, sono rimasti spesso a colloquio con Woodcock e con gli investigatori in una serie di incontri per fare il punto sulle indagini e sulle perquisizioni di ieri. Secondo l’accusa, Belsito avrebbe distratto soldi dalle casse del Carroccio anche per le spese personali dei familiari di Bossi e della senatrice Rosy Mauro.
 
 
04 aprile 2012
Redazione Tiscali

 
La Lega nella buferaultima modifica: 2012-04-04T13:05:48+02:00da ugo565
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