Questa è la conseguenza dell’aver mandato in parlamento gente che sa benissimo che una volta uscita li aspetta il baratro del nulla.
Un tempo un parlamentare – anche l’ultimo “peone” – era arrivato lì dopo una selezione feroce.
Spesso la selezione era fatta in base a criteri forse un po’ discutibili – chi è più bravo a rubare – ma comunque funzionava benissimo.
E chi diventava deputato i soldi della diaria e dell’indennità li usava per le noccioline ( ovvero pagare il conto del bar e del ristorante dove portava i vari “clientes”). Oggi il conto se lo fanno pagare loro (morti di fame che sono).
E comunque, se anche il parlamentare tornava a casa senza essersi sistemato economicamente per tre generazioni, lui e la famiglia intera fino al quarto grado, sapeva comunque di avere davanti un “buen retiro” fatto di posti prestigiosi e ben pagati nei vari sottoboschi di potere (poste, IRI, Finmeccanica, eccetera per i più “grandi” e ASL, municipalizzate, eccetera per i “piccoli calibri”).
E pensare che anche per i più specchiatamente onesti si poteva fare soldi senza neppure rubare un centesimo ma grazie agli intrallazzi saputi in anteprima e relative speculazioni edilizie, industriali e di borsa che divenivano possibili.
Oggi non è più così.
Finita l’avventura romana per molti si torna a ramazzare i corridoi.